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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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dalla tua risposta alla questione figlio, non centralmente, ma dalla sua situazione psicologica e emotiva riguardo l’asportazione della tiroide, e se la sua reazione fosse dovuta ad uno squilibrio non inerente alle tue azioni, ma alla percezione delle tue azioni, e tanto più per ragioni “ormonali” miste al carattere miste ad un suo schema, misto ad un suo disagio, misto ad uno bisogno di trovare un capro espiatorio, misto al fatto magari di non sapere nemmeno più cosa vuole lei ecc ecc, anche se ti ammazzi per oltre due anni e mezzo per quello che hai detto allora o anche se ti ammazzi di analisi non ne verrai comunque a capo.
Se lei accettasse una terapia di coppia potreste comunque fare chiarezza. Se lei facesse una terapia individuale comunque magari potrebbe venire a capo del suo sentire e della SUA situazione interiore, e capire cosa deriva da cosa e perché reagisce così e colà e cosa vuole, e magari fartelo sapere, invece di lasciarti in questa posizione. VERO. Ma così non è, almeno al momento attuale.
Poiché tu non puoi andare in terapia di coppia se lei non vuole, e non puoi costringere qualcuno ad andare a indagare in sè se non vuole, ma nel frattempo stai indagando in te, ma in modo anche molto molto molto colpevolizzante e confuso pur nella sua lucidità (cioè i presupposti di buona volontà ci sono tutti, ma poiché ci sei troppo dentro finisci con il farti del male e restare entrare anche tu in un labirinto) uno strumento che hai è quello di evitare, almeno tu, di confonderti sempre di più nel tentativo di chiarirti e chiarire.
Di cercare di analizzare una cosa che è dentro un’altra persona e di cui, però, di fatto non conosci LA VERA ORIGINE e le interconessioni.
E questo te lo dico per esperienza personale. Fermo restando che appunto io non sono una psicologa, al di là del perché non lo sono, appunto, anche perché una psicologa o uno psicologo sarebbero molto più obiettivi, superpartes, in nessun modo proiettivi di quanto io possa essere.
Comunque sia la mia esperienza personale fa sì (anche se noi siamo diversi, lo sono le nostre esperienze e il modo di reagire alle esperienze ecc ecc) che io possa capire, sì, che tu tenendo a tua moglie stia facendo un determinato percorso di analisi e anche di colpevolizzazione sentendoti comunque quello più in grado o in dovere di comprendere e sostenere, e che tu non voglia gettare la spugna… tuttavia penso appunto anche che questa non sia la via. Non lo sia nel momento in cui al disagio per la situazione si aggiunge il disagio che ti provocano le tue stesse analisi, che comunque non possono portare a molto di fronte ad un problema, suo e vostro, che comunque tu non sei in grado di identificare realmente e che comunque non hai probabilmente i mezzi di risolvere.
Io credo che alla tua intelligenza, sensibilità e ottime intenzioni gioverebbe chiedere un aiuto esterno, per te stesso, intanto.
Questa ovviamente è solo la mia sensazione e opinione.
fdc, ho letto ora il tuo ‘inciso’. Personalmente, dal mio punto di vista, lei ha menomato te e voi di una famiglia quanto tu ti rimproveri di averlo fatto. Oltre 2 anni e mezzo son lunghi, fuori dal coro. Lo sai che la penso come te sul matrimonio. E non mi è neanche servito sposarmi per pensarlo. Son cresciuta in un mondo famigliare in cui le persone se pure vi son stati momenti up and down non son scappate difronte alle difficoltà. E non solo per mero senso del dovere, sicuramente. E non è neanche questione di generazioni. I matrimoni però possono rompersi. L’ho imparato a mie spese. Ciò non significa che mi risposerei pensando che tanto si rompono ma se il mio partner mandasse il mondo all’aria forse darei il giusto peso al parametro che io ho nel non sciogliere un vincolo quando, indifferente perché, gira la tramontana. Vuoi perdermi e che ci perdiamo e lo affermi? Ok. Prenditi le tue resp.
non tutte le famiglie con figli che incontri, ovviamente, son serene e felici. Alcune vivono enormi conflittualità. Alcune stanno malissimo insieme. Alcune sono famiglie allargate e nemmeno lo sai quando li vedi passare. Alcune sono belle per davvero. Conosco una famiglia molto felice, hanno tre figli. Il primo è del primo matrimonio di lei, il secondo è nato dalla loro unione, il terzo l’hanno adottato. Ma conosco anche bambini, adolescenti, adulti che, da fuori, non avresti pensato mai quanto hanno sofferto. Io tuttavia capisco perché ti colpisce ciò che vedi. Perché ti commuove, perché ti rattrista. Quello che non va è che ancora pensi che tu, per tua sola mano, ti sei privato di ciò che vedi. Tempo fa ero ad un battesimo. Famiglie più o meno serene e felici indipendentemente dal numero dei figli. E più o meno in grado di trasmettere serenità ai figli. Tra i miei amici, molto cari, per esempio lui e lei, due figli, una bella unione, sempre progetti. Quando vedo loro penso a quanto loro non hanno perso anni in risse e scene tipo quelle che sai tu per te. E no, non mettermela giù che è perché lui non ha fatto il tuo errore, per piacere! Invece ti dirò che lui è evidentemente uno che sul matrimonio la pensa come me e te. Ma lei è la sua seconda moglie. E lui non si è sicuramente mai sposato per gioco. Nè si è divorziato facilmente. Nè pensa che tanto può sempre sposarsi la terza volta. Ovviamente io ti auguro che, se il tuo, DAVVERO, può essere un matrimonio felice si ripigli e non finisca. Ma onestamente se così non è e non può essere vi auguro di uscire davvero da questa mortifera agonia.
Fuori dal Coro: “…la cosa più brutta che mi capita è quando vedo famiglie, almeno apparentemente unite che girano con uno o due figli in braccio. Mi sento un menomato guardando padri che sorridono ai figli. Non mi do pace pensando a come io sia stato capace di dire no ad una famiglia. Non me ne capacito” Non te ne capaciti perchè quel tempo è passato. Allora tu reagivi all’idea di avere dei figli in base alle tue sensazioni di allora…oggi hai nuove consapevolezze ma ciò non toglie che al tempo tu fossi convinto di essere nel giusto. Voglio dire, è normale guardare indietro e rendersi conto degli errori, con il senno di poi…ma è essenziale non annegare nei rimorsi e nei rimpianti. Certo, è facile parlare ma mettere in pratica è molto complicato. Come scrive Luna, io credo che le paure che ti frenavano erano legate anche all’intima e inconscia paura di rompere un equilibrio delicato…non una vita idilliaca. Il cambiamento spaventa sempre, ma quando la paura è paralizzante è perchè una voce dentro ci sta trattenendo. Non voglio dire che tu non amassi tua moglie o che lei non amasse te. Lei ti ha detto “non mi manchi”…forse l’ha detto appositamente per creare distacco, per allontanarti dai pensieri e autoconvincersi che stava facendo la cosa giusta. Sono convinta che le frasi taglienti, buttate lì siano proprio tipiche di chi non voglia confrontarsi con la controparte…di chi punta più sul disorientare e far sentire terribilmente in colpa l’altro/a, piuttosto che sul chiarimento, la comprensione, l’ascolto. Aggredire e offendere, giudicare le intenzioni e i pensieri, dire cose cattive è un sistema per difendersi…non per integrarsi.
Comunque concordo con Luna, due anni sono tanti. Pur amando tua moglie, non potrai proteggerla dall’assumersi le sue responsabilità senza uccidere te stesso. Intendo dire che ucciderai la tua anima se continui così.
Anche io quando vedo le coppie con il passeggino, magari che si tengono per mano e il papà porta sulle spalle un bimbo o una bimba, soffro! Fino a due anni fa era proprio straziante. La maggior parte dei miei ricordi di quando mia figlia era piccolissima ed eravamo tutti e tre insiem, sono brutti. Quando eravamo tutti e tre insieme non c’era mai armonia, pace. Non si respirava amore, solo tensione…. Anche se mi concentro, non riesco a trovare nella memoria una passeggiata serena tutti e tre insieme. Neppure per i campi dietro casa, anche quei momenti che a me apparivano tranquilli…erano vissuti da lui come una concessione nei nostri confronti (della bimba e miei). L’ho capito oggi, guardando indietro. Certo, ho le mie colpe…ma la più grande è stata quella di amare ciecamente, amare comunque e amare al di sopra di tutto. Qual’è il confine?? Purtroppo per me è stato fin quasi alla morte spirituale…penso che anche per te Fuori dal Coro sia così. Ti auguro, mi auguro, di salvare il salvabile. Bacioni
quoto totalmente Aleba. A parte che continuo a pensare che sia stata data estrema enfasi da lei a ciò che era ‘passaggio’ no errore. E che non tieni conto, neanche tu, che proprio perché avevate attraversato tante ansie, stress anche per la paura della sua salute tu potevi a tua volta essere più confuso e in ansia. – ho due amiche carissime e da quando ci conosciamo nelle nostre vite son successe tante cose, buone e meno buone. Anni fa tutte e 3 abbiamo vissuto un periodo durissimo. Cose veramente gravi. Eravamo comunque unite, solidali, empatiche. Una sera è esploso un casino. Troppo stress, troppa emotività ciascuna. Anche se nessuna delle 3 scaricava in malo modo quella sera da un pretesto banale ‘boom’. Una scena tipo quelle che racconti di tua moglie. Chi non capisce chi, chi ferisce chi è più fragile
ma abbiamo risolto in 24 ore. Perché ciascuna ha visto il suo, ma anche sensibilità e contingenze altrui. Poi c’è chi se la lega al dito per cento anni, in modo solo autoreferenziale. Esistono i blocchi, è vero, ma è anche carattere, secondo me. C’è chi è più o meno portato a cercare di guardare le cose da una prospettiva più ampia e chi si fissa. Chi non sa neanche considere di avere torto.
Luna, Aleba….quanta roba da commentare. Auguri, anche se posticipati di un giorno (ieri non avevo il PC) ad Aleba per la Festa della mamma.
Intanto scrivo dopo aver passato un week end “infernale” dal punto di vista emotivo. Perché ? Perché poche sere fa mi è stato riferito che mia moglie avrebbe detto che io non sono una persona seria, che sostengo da tempo di desiderare un figlio, ma che in realtà non lo voglio. Secondo lei io sarei un falso in grado solo di prendere in giro. Sarei inoltre una persona che non è per nulla cambiata e che quando si inc…..za diventa terribile. Oltre chiaramente ad essere un bambino viziato che non accetta le “sconfitte” Per cui è giusto che ognuno prenda la sua strada. Or bene capite in quale stato d’animo possa essere stato in questi giorni. Uno stato d’animo di una persona colpita sul lato sentimentale ed emotivo, oltre che come uomo.
La mia domanda semplice e spontanea che mi viene di getto, ma anche dopo riflessione e: Perché ? Perché tutto questo ? Io credo e sono quasi sicuro di ciò che tutto prenda spunto da quella situazione verificatasi dopo i nostri rapporti in cui io cercavo rassicurazioni sentimentali da parte sua mentre lei voleva che io mi “lasciassi andare”. Ripeto, sono quasi sicuro che sia questo. Non ne ho la certezza assolta. Anche perché, aggiunge tra l’altro il fatto che io sia un bambino, dipingendomi inoltre come una persona dall’inc….zatura facile e “terribile”.
Durante tutta la mia vita mi sarò inc…..zato sul serio si e no quattro/cinque volte. Mai durante la nostra vita matrimoniale e tantomeno durante il nostro fidanzamento. In questi due anni e mezzo ho avuto senz’altro momenti di tensione causati da uno stress psico/emotivo di notevole entità. Ditemi voi se un uomo, non essendo un santo in stato di beatitudine possa o no avere momenti in cui, costantemente sotto pressione da accuse spesso infondate, da aggressioni verbali possa o no avere un istinto di difesa che si manifesta con momenti di rabbia. Ben inteso e voglio chiarire: rabbia manifestatasi con alzata di voce discussione più o meno veemente. Null’altro che questo, nessun tipo di violenza fisica…ci mancherebbe altro.
Immaginatevi quindi con quale stato d’animo sto rispondendo ai vostri post ma soprattutto con un “Perché ?” che si è innescato nella mia mente.
Rispondo intanto al post n.780/81 di Luna:no Luna non percepivo assolutamente che il nostro equilibrio non potesse reggere all’infinito: continuo a sostenere che io NON HO VISTO alcun segnale di malcontento che potesse far prevedere uno scoppio di una bomba di questa portata.
Posso dire, ma questo l’ho sostenuto da subito, che ho notato un cambiamento a livello di nervosismo da parte di mia moglie un mese dopo l’intervento subito da mia moglie. Ma onestamente attribuivo questa cosa proprio all’intervento in sé, alla pastiglia sostitutiva, che magari inizialmente doveva essere dosata in maniera corretta e abbisognava di aggiustamenti. Insomma non ho dato peso alla cosa..
…se non in relazione ad un problema di salute. E nessuno mi toglie dalla testa il fatto che questo tipo di intervento abbia causato in lei, nella sua testa e a livello ormonale un qualcosa che abbia scaturito il pensiero di vedere le cose con altri occhi. Mi spiego meglio: magari prima dell’intervento c’era un problema dentro di lei a cui lei da 1 a 10 dava un peso 3. Dopo l’intervento questo ipotetico problema è passato da 3 a 8, per cui ai limiti della sopportazione. Faccio un altro esempio che forse rende meglio l’idea: io non ho mai rinfacciato nulla a mia moglie di cose riguardanti il periodo del nostro matrimonio. Notoriamente sono un tipo ordinato e preciso, mi piace tenere le cose al suo posto, facilmente rintracciabili. Ero solito mettere in un ordine quasi maniacale la dispensa, mentre lei sistematicamente creava disordine. Niente di che, magari glielo dicevo, ma poi finiva lì. Da 1 a 10 quel problema era 1. Posso immedesimarmi in lei se avessi subito quel tipo di intervento magari anche a me quel problema sarebbe diventato da 1 a 5. Conoscendomi credo che comunque sarei riuscito a superare la cosa nonostante tutto perché da sempre sostengo che nella vita le cose davvero importanti siano altre. La vita di tutti i giorni comporta sempre dei piccoli problemi che magari sommati possono dare un problema più grande. Ma credo che alla fine esistano davvero cose più importanti che fanno capire che in realtà gli altri problemi, che pur esistono vadano presi per quello che sono.
Lei comunque finora non ha accettato la terapia di coppia e come dici tu forse io non sono in grado di aiutarla. Forse non sono in grado di aiutare me. Io personalmente ho cercato un aiuto esterno. Ma come vedi finora non è che ne abbia tratto giovamento, quantomeno a livello emotivo/sentimentale. Perché onestamente non so quanto io mi debba analizzare. Io conosco benissimo le mie paure. Ho ammesso i miei errori. E’ molto più difficile aiutarmi a “sdrammatizzare” questo mio problema interno dovuto alle conseguenze della separazione con mia moglie.
A volte mi viene semplicemente da pensare al fatto che mia moglie, non bene per quale motivo, abbia modificato il suo modo di vedere la vita e le cose della vita. Forse spinta da elementi (persone) esterni che le hanno fatto vedere la vita in maniera diversa. Sarà che durante tutta la mia vita ho sempre cercato di seguire consigli da che ne sapeva più di me Fermo restando che le cose certe rimangono certe e ognuno può avere un punto diverso su molte cose. Su molte cose ma non su tutte. Perché mi sono accorto che purtroppo oggi nella vita si tende a dire su tutto “bè è un punto di vista”. Ma il “punto di vista” a volte è unico per tutti. La stella polare è a nord, il sole sorge ad est e nessun “punto di vista” può modificare queste cose. Non so se mi sono spiegato bene. In sostanza voglio dire che nella vita comunque ci sono dei punti fermi e che non sono modificabili da elementi (persone) esterni che possono influenzarti…
…con altri pensieri. Per me vivere in mezzo al caos è anormale e nessuno potrà convincermi che nel caos si sta bene. Rispetterò sempre punto di vista di chi dice il contrario ma non lo approverò mai. Un leone in gabbia non sta bene e nessuno potrà mai convincermi del contrario.
Rispondo agli altri due post trovandomi completamente d’accordo con te sul fatto che non tutte le famiglie sono serene e felici. Tutt’altro. Anzi, onestamente, quando vivevo con mia moglie pensavo che la mia fosse una delle poche realmente felice. Rispondo in contemporanea anche ad Aleba che nel post n. 784 mi dice che reagivo all’idea di non avere figli con le mie sensazioni di allora. Cara Aleba, quelle sensazioni, nonostante tutto le avrei tuttora. Cambia poco che la sensazione riguardasse i figli. Non so se anche qui riesco a spiegarmi bene. Io non ho mai avuto nulla contro la famiglia, tutt’altro. Vengo da una famiglia numerosa e credo nei valori della famiglia. In sostanza io mi sono fatto “abbindolare” dal fatto che vivevo (o credevo di vivere pensando che mia moglie la vivesse come me) una situazione speciale a livello di coppia. E la sola paura di “catastare” questa situazione mi faceva “fuggire” dall’idea di avere un figlio. Non essendo, a maggior ragione, partito con l’idea di formarmi una famiglia, ma principalmente con l’idea di vivere con la persona amata i piaceri della vita. Il mio errore è stato quello di non capire l’importanza di un figlio nel rapporto di coppia. Che nel nostro caso sono sicuro ci avrebbe unito di più piuttosto che dividerci. Ma torniamo sempre lì: la paura di perdere qualcosa di bello, conquistato in tanti anni. La rottura di un equilibrio come dici tu. E un equilibrio è sempre qualcosa di delicato: basta un piccolo peso in più per spostare l’ago della bilancia tutto da una parte.
Sai Aleba, io a differenza di te ho ricordi bellissimi di passeggiate e anche se non eravamo in tre eravamo comunque in armonia a meno che uno dei due falsava (e non ero certo io). Purtroppo non capisco cosa vuol dire amare ciecamente. Vedi Aleba io amo mia moglie e tu potresti dire che la sto amando ciecamente perché in fondo “non vedo”. Ma non è così. Perché io vedo benissimo e continuo ad amare mia moglie perché ritengo comunque che sia una donna che meriti di essere amata perché ha dentro numerose qualità morali. Vedi Aleba: non si può amare ciecamente chi ti prende continuamente a calci. Lei, mia moglie non mi ha mai preso a calci durante il nostro rapporto. Lo sta facendo ora, me ne rendo conto e non sono cieco. Ma penso che forse possa essere una reazione un qualcosa di incontrollato che lei deve riuscire a capire. Un qualcosa che le ha fatto percepire la realtà in maniera diversa o solo da un punto di vista. Vedi Luna se durante il rapporto mi avesse preso continuamente a calci bè io avrei fatto di tutto per capirla, per aiutarla ma non sarei stato cieco. No Aleba non si può amare ciecamente. Abbiamo gli occhi per guardare…usiamoli…..
….Se un cielo è azzurro non possiamo vederlo rosso, magari blu o celestino ma non rosso. Come fai Aleba a capire oggi che una passeggiata dietro i campi era vissuta come una “concessione” da parte sua nei tuoi confronti ? O lui camuffava bene e allora tu non hai colpa oppure era molto chiaro ma tu non volevi vedere, oppure terza ipotesi (ma non la considero) non te ne importava nulla, basta che facesse una passeggiata con voi.
Luna i tuoi post 785/786 dicono molto, moltissimo in relazione all’episodio con le tue amiche. Molto significativo. Dice molto. Dici bene il carattere conta molto. Moltissimo dico io. Ma ti assicuro forse sarà stato cieco in questo, nel non vedere il suo carattere. Ma a me sembrava un carattere tranquillo, esposto al confronto. Non incentrato al fatto di vedere le cose solo da un punto di vista. Anzi, tra i due sembravo io quello che volesse vedere le cose solo da un punto di vista. Ma tutta apparenza. Ripeto…per difesa ho sempre mantenuto le posizioni contro chi magari con prepotenza e aggressività voleva prevaricarmi. Ma mi sono sempre mostrato aperto al confronto. Spesso, anzi, la mia testardaggine si evidenziava quando la gente, e parlo proprio al prurale, di gente intesa come “gregge di pecore” voleva vedere certe cose solo da un punto di vista. Ma mi riferisco più a questioni di carattere generale che a questioni singole Diciamo che nella mia vita ho sempre assunto il ruolo di “contestatore” riguardo certe situazioni generali. Faccio un esempio standard su tutto che potrebbe rendere l’idea: ho sempre sostenuto che una casa sia un diritto di ogni persona. Non è concepibile lavorare una vita per accaparrarsi un “buco” di 50mq. I nostri nonni, i nostri avi avevano tutti una casa. Ma non mi risulta che nessuno abbia acceso mutui trentennali per acquistarla. Anzi spesso veniva costruita da loro stessi o comunque con spese accettabili. Proprio in uno di questi post riportai un esempio di come anche Gesù di Nazareth e S.Rita da Cascia pur non essendo multimiliardari avevano una tetto in cui rifugiarsi. Ecco la gente, intesa come popolo, mal digeriva questi ragionamenti dandomi l’idea di accettare passivamente tutto ciò che la società, il mondo, o semplicemente pensieri altrui ti propone. Una mancanza di personalità insieme ad accettazione passiva che facevano passare l’altro (io) come il testardo della situazione.
Sono concetti ovvi che però oggi, non so perché, non vengono più tenuti in considerazione.
Un abbraccio