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Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

di aleba
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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1.662 commenti

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  1. 771
    Fuori dal Coro -

    ….il suo disagio, infischiandomene del suo malessere e pensando solo a me stesso, a star bene io. Non vuole capire che in fondo io ero convinto che lei comunque stesse bene con me, in coppia e che inoltre io stesso non ho mai visto lei convinta dell’idea di avere un figlio. Onestamente la sua richiesta a volte mi sembrava dettata dal fatto che “bisognava fare un figlio, causa il rischio di pentirsene in seguito”. Una volta mi disse anche una frase del genere e io ne rimasi colpito negativamente.
    E’ questo secondo me il nocciolo della questione. Lei oggi è arciconvinta del fatto che io anche attualmente non possa desiderare figli in quanto non ne ho mai voluti e che fondamentalmente il mio “volerne” sia dettato dalla paura di perderla.
    Mi ricordo che un anno fa la portai a vedere un film: “Immaturi” in cui tra gli altri c’era un personaggio interpretato da Raoul Bova che non voleva figli dalla propria compagna proprio per i motivi che ho elencato io: la paura di cambiare vita, di non poter più viaggiare, di dedicarsi a pappe e pannolini e di cambiare quel rapporto di coppia in cui sono importanti solo i due amanti. Nel film la compagna rimane incinta e lui, scioccato, le dice di non sentirsi pronto, ma più chiaramente le dice di “non volere un figlio”. Salvo poi riflettere dopo un po’ di giorni, tornare indietro sui propri pensieri e dimostrarsi pronto ad affrontare l’avventura di padre.

    Mentre guardavamo il film facevo notare a mia moglie le assonanze con la nostra/mia situazione ma neanche questa cosa è riuscita a smuoverla.
    In mezzo alle sue accuse lei sostiene di aver paura, di aver paura di sbagliare ancora. E tra accuse e paure c’è ancora in lei il rinfaccio per non averle dato un figlio.
    Quando io parlo sembra non ascoltarmi, quando le chiedo scusa per ogni cosa lei è come se rivedesse un film. Un film nel quale io sono il mostro che non ha paura di avere figli…ma che proprio non li vuole. Lei ha pesato ogni mia parola, ogni mia frase riguardo alla questione figlio. Un mio “non voglio figli” è una frase drastica detta da un uomo che non dà chanche.
    E lei cosa ha fatto secondo me ? Ha cercato di “castrarsi” (in questo caso lei) cercando di sopprimere il suo desiderio di maternità per non perdermi. E qui è stato il suo errore perché “è scoppiata” e reprimendo il suo desiderio ha covato rancore verso di me che sono colui che l’ha costretta a prendere questa decisione.
    Ecco perché mi fustigo care Aleba e Luna ecco perché sono entrato in questa sindrome ansiosa da cui non riesco a uscire, ecco perché cerco sempre di giustificarla nonostante tutto. Perché penso che con il mio modo di comportarmi le abbia fatto del male seppur inconsciamente.
    Il mio grosso errore care ragazze non è stato tanto quello di non desiderare un figlio quanto il modo di comunicarglielo. Nel senso che io dovevo rimanere fermo su quelle che erano i miei reali impedimenti: la paura cioè di cambiare vita, di rompere il nostro equilibrio, di distruggere la vita….

  2. 772
    LUNA -

    il problema di comunicazione mi pare, lo dici tu stesso, è stato reciproco. Tu dici che le donne se la legano e che hanno un istinto materno bestiale. Io penso che se tutti andassero in una tale fissazione colpevolizzante che tu giustifichi il mondo sarebbe finito da un pezzo. Perché molto ma molto spesso le grandi decisioni della vita presentano dei conflitti interiori e anche la necessità di parlarne. Poi non so quanti abbiano il coraggio di ammettere, diventati genitori, o magari lo hanno dimenticato, di aver avuto le tue identiche perplessità ma son piuttosto ovvie. Molti peraltro partono in quarta ma si lamentano dopo. Non dubito che tua moglie possa essere stata ferita da un problema di comunicazione. Ma sviscerare un problema di comunicazione è diverso da accusare qualcuno di essere ciò che sente di non essere, per tre anni. Se tu non fossi ancora innamorato di lei, per un percorso interiore che hai fatto, a quest’ora potresti già essere padre con un’altra donna. Non certo per dimostrarti o dimostrarle qualcosa, ma perché la tua vita e evoluzione

  3. 773
    Fuori dal Coro -

    …idilliaca che a mio parere stavamo conducendo. Non dovevo andare oltre dicendo due o tre frasi infelici che hanno deviato il problema. Lei ormai è convinta di una cosa: che io non voglio figli e che tutto quello che sto facendo sia solo il frutto dell’orgoglio del non accettare “una sconfitta”.
    Ecco lei non penso creda al mio totale ravvedimento alla mia voglia reale di formare una famiglia con me. Lei mi vede sotto la forma di qualcuno che “ha perso” e che farebbe qualsiasi cosa pur di evitare la sconfitta. Non mi vede in altro modo perché non è possibile che ogni qualvolta cerchiamo di riprendere un discorso basta che venga detta una parola fuori posto che si ritorna ai tempi passati al rinfaccio del fatto che io “un figlio non lo voglio”. La musica è sempre questa.
    Il mio fustigarmi è come una inc…..z..tura verso me stesso è come dirmi “deficiente cosa hai fatto ? ma non hai capito che agendo in questo modo le facevi del male ?”
    Credetemi ragazze, nella mia vita non ho mai dato una risposta sbagliata a qualcuno e ho sempre pesato le parole. Non mi spiego come con lei abbia fatto questo.
    E’ chiaro Aleba che ho ancora la lucidità per capire che lei se mi vuole davvero bene dovrebbe andare oltre il suo rancore, dovrebbe capire il mio pentimento, dovrebbe accorgersi di quanto realmente la amo e ho bisogno di stare con lei
    Ma questo non succede e come dite voi il problema è dentro di lei. E’ lei che si chiude, è lei che mi incolpa, è lei che non si apre al dialogo. E’ lei che decide per me “patibolo” per dirla alla Luna.
    Purtroppo ragazze io vedo mia moglie con gli occhi della persona che vuole bene e che si rende conto, nonostante tutto che lei sta soffrendo. Per qualsiasi cosa ma sta soffrendo. Perchè a mio parere non è un bel vivere il suo. Come il mio per carità, perchè lei non si interessa di sapere come sto. Per lei io sono quello che fa la vittima, l’incompreso. Mentre in sostanza dal suo punto di vista è lei quella che sta male non io. Io son quello che “ha voluto stare male”. Sono io quello che “l’ha fatta uscire di casa”.
    Ecco il suo ragionamento, che è un po’ quello che dice Luna.
    Un abbraccio a voi

  4. 774
    LUNA -

    sarebbero andate avanti. In fondo sei in un angosciante e allucinante stand by da anni, a non vivere dandoti pugni in testa e sul cuore per quello che è successo anni fa, e che comunque non era una tragedia. Una ferita? Ok, ma una ferita comunque affrontabile in modo più costruttivo di così, a stare insieme o lasciarvi. Sai, fuori dal coro, io penso che molto doloroso possa essere lasciare qualcuno perché DAVVERO non vuole un figlio o perché lo vuole e tu no. Entrambe comunque intenzioni sacrosante. ENTRAMBE, mi ripeto. Conosco splendide persone che non se la son sentita di avere figli. Comunque non è il vostro caso, quel DAVVERO, perché DA ANNI le dici che anche tu desideri avere un figlio (ma in una coppia SERENA. il che mi pare sacrosanto). Penso che tragico possa essere scoprire che ci sono impedimenti fisici al concepimento, perdere un figlio durante la gravidanza, dei problemi di salute del figlio… Io onestamente posso pure capire una frustrazione emotiva di lei ma al contempo, mi spiace, il suo senso di eccesso del tragico mi inquieta. Mi inquieta perché mi pare talmente chiusa nella fissità di un suo volere frustrato e cmq anche autofrustrato da trattare insieme la cosa come una TRAGEDIA IRREPARABILE (il nocciolo se fosse vero sarebbe riparabile da anni) che come una sorta di orgogliosa e infantile lesa maestà. Mi pare, con tutto il rispetto per la sua sensibilità, che lei abbia dimenticato che la donna sarà anche colei che porta il figlio in grembo ma ciò non può costituire un ricatto di superiorità nè prima, nè durante nè dopo. In ogni caso un figlio sarebbe vostro. Tu hai costruito un tuo rapporto con la paternità anche con quei dubbi e lo fai quando ti chiedi se lei ti ama e ti capisce e quando immagini che tuo figlio sarebbe più sereno nel verde e quando pensi a tuo padre. Da donna ti dico che la sua arroganza come ‘portatrice di vita” ha nauseato me

  5. 775
    LUNA -

    a me non pare solo un problema di sofferenza e chiusura, fuori dal coro, ma anche di impostazione. Lo so che la mia ultima frase del precedente post può suonare molto dura, e lo sarà anche, ma non condivido, da persona, prima ancora che da donna, il tuo concetto che in nome dell’istinto materno, anche frustrato che sia, ‘tutto sia lecito’. Non condivido un concetto giustificatorio in base all’istinto ‘bestiale’ che tu hai citato. Non ho figli, ma quell’istinto di cui parli comunque ce l’ho anch’io, ma non è tanto questo il concetto, perché ammettendo pure che non mi abbia ancora fatto perdere l’equilibrio (e non credo che il fatto di perderlo sia da sè la prova di un maggiore e più vivido istinto materno)

  6. 776
    LUNA -

    ma ho visto quell’istinto “bestiale” come tu lo definisci (cioè naturale, istintivo, incontrollabile immagino) declinato in mille modi diversi, anche a seconda della personalità dell’individuo DONNA.
    Ho visto anche le crisi declinate in mille modi diversi, per quanto ci possano essere sicuramente della analogie, ad esempio, tra le reazioni emotive al fatto di sentire tichettare l’orologio biologico, di cercare un figlio che non arriva con il proprio partner, di scoprire di avere delle difficoltà nel concepimento ed affrontare un iter di un certo tipo che porta ad affidarsi alle cure mediche e alla fecondazione assistita o anche ad accettare il lutto biologico e quindi pensare di affrontare l’iter dell’adozione. Insomma, avendo io 38 anni, e vivendo anche in mezzo e molto vicina ad altre donne, della mia età, più giovani, più grandi di me, con percorsi di vita anche molto diversi, credo di poter affermare che comunque quell’istinto di cui parli si inserisce comunque nel quadro di una personalità individuale, in OGNI CASO, e anche il rapporto che si ha nei confronti dell’uomo, co-genitore, attraversando una o altra crisi, iter, questione. Prova ne sia il diverso atteggiamento che le madri hanno nei confronti della prole e del partner, per esempio, in sede di separazione e divorzio. Sarebbe l’istinto bestiale materno a far sì che in alcuni casi certe donne trattino l’uomo in un certo modo, l’uomo che desidera continuare a far parte della vita dei propri figli, ma che viene estromesso o ricattato attraverso i figli? Certamente no, per quanto quelle madri siano pure convinte che sia così. Ma così non è. Non sto dicendo che non amino i loro figli, ma certamente non è “semplicemente” il rapporto con la maternità a parlare, far agire, far compiere una scelta piuttosto che un’altra ecc ecc. Credo che anche in quel caso la questione sia molto più complessa e ampia, anche la modalità di azione/reazione e sia comunque connaturata al modo in cui l’individuo, in generale, e in quel momento in particolare, percepisce se stesso (se stessa), il partner, l’esterno, i rapporti con le proprie emozioni e altrui, e non solo in base all’emotività ma anche a una struttura di schema di pensiero (“dovrebbe essere così e non è”, per esempio), anche tra assertività, rigidità, duttilità ecc.
    Quindi secondo me comunque tu stai “sbagliando”, perché ti metti su un piano di disparità emotiva in cui lei ti ha cacciato, affermando che il centro di tutto è la tua colpa. Ti metti nell’ottica “sbagliata” nel momento in cui ti metti, pure messo in condizione di sofferenza, in un’ottica di “comprensione” nella quale però tutto gira intorno al fatto che lei, da donna, non poteva che soffrire così e reagire così per il tuo errore. Non sono d’accordo nella maniera più assoluta. Dimentichi che è l’INDIVIDUOLEI che reagisce a un conflitto con una dinamica COLPEVOLIZZANTE, dinamica disfunzionale SUA. Che trova AMPIA PRESA IN TE non perché sia GIUSTA, ma perché incontra un TUO PUNTO DEBOLE.

  7. 777
    Fuori dal Coro -

    Ciao Luna
    Voglio fare una premessa: il discorso dell’”istinto bestiale” non è mio, bensì di una donna che ha scritto delle cose su questo punto. Io ho solo riportato ciò che questa donna aveva scritto.
    Premesso ciò vengo al dunque non prima di confermarti per l’ennesima volta che fai delle analisi perfette degne di una psicologa affermata. Se non lo sei credo che tu abbia compiuto degli studi molto profondi nel campo della psicologia. O semplicemente sei una donna molto intelligente e perspicace.
    Sacrosante parole Luna, quando dici che se io non fossi ancora innamorato di lei un figlio potrei farlo con un’altra donna. Ma questo lei pare non comprenderlo o forse (e ci metto un po’ di malignità) non gliene importa realmente nulla di questo.
    Dici che sia DAVVERO molto doloroso lasciare qualcuno quando quest’ultimo non vuole un figlio. L’ho scritto nei miei ultimi post e lo confermo: il nocciolo credo che sia il fatto che mia moglie pensi realmente che io NON VOGLIA un figlio. Il problema delle mie paure credo che lei non se lo ponga nemmeno. Proprio perché negli anni del matrimonio dopo averle comunicato la mia paura di cambiare vita, di cambiare il nostro rapporto ho DEVIATO la questione dicendo che NON VOLEVO FIGLI. Lei ha immagazzinato nel suo cervello quest’ultima situazione, quella cioè in cui io NON VOLEVO FIGLI. Situazione condita da due/tre frasi infelici che evidentemente l’hanno ferita a morte. Nella sua testa c’è inoltre la convinzione che io la RIFIUTASSI COME MADRE. Cosa assolutamente ridicola perché non vera assolutamente. Io sono convinto che nella sua testa si sono ormai fissati alcuni concetti precisi: primo che io NON VOLEVO FIGLI a prescindere, secondo che LA RIFIUTAVO COME MADRE, terzo che io sono uno CHE PENSA SOLO A SE STESSO. Ora io posso farmi in quattro ma lei queste tre convinzioni non se le toglie dalla testa. Io ormai non sono più suo marito che ha amato ma solo il mostro che ha commesso quanto scritto sopra. Tutti questi concetti hanno scatenato in lei non solo un senso di rabbia nei miei confronti ma anche di frustrazione. E mi chiedo, nel caso provassimo a tornare insieme, cosa succederebbe nel caso in cui dopo numerosi tentativi il figlio tanto atteso non arrivasse: penso sarei oggetto di un massacro.
    Non credo che lei si senta come “portatrice di vita” ma come una donna che desiderava essere madre e sta vivendo il suo non esserlo come “frustrazione estrema” indicando me come “capro espiatorio”. E accusandomi, facendomi stare male, credo non faccia altro che cercare di farmi pagare quello che lei sta soffrendo interiormente. Non dimentichiamo luna che lei ha subito anche l’asportazione della tiroide che credo abbia influito non poco in tutta questa situazione.
    In sostanza penso che alla fine siamo due persone in forte crisi emotivo/nervosa. Due crisi apparentemente diverse ma accomunate da un unico denominatore: il figlio. Entrambi, ognuno in maniera diversa soffriamo in maniera pazzesca per questa cosa:…..

  8. 778
    Fuori dal Coro -

    ….lei per non essere diventata madre, io per il senso di colpa di non aver realizzato il suo desiderio a suo tempo, sommato al fatto di desiderarlo da due anni con lei ma di non avere la possibilità di realizzarlo a causa della sua ostinazione nei miei confronti.
    Mi dici che sto sbagliando Luna perché affermo che il centro di tutto è la mia colpa. Sicuramente è così. Purtroppo non ho prova contraria. A prescindere dalla sua reazione che sicuramente errata.
    Certo è che potrei pensare che ci sia dell’altro sotto che non sia solo il figlio ad aver causato questo caos. Potrei pensare che tutto sia una scusa per celare qualcos’altro che qui dico e qui nego. Perché una persona che ama davvero il proprio uomo non può non riprendere lo stesso che per due anni cospargendosi il capo di cenere si mostra pronto a cambiare direzione su un punto importante della vita. Basta sentire te Luna che hai più volte ricomposto il tuo rapporto con il tuo compagno e Aleba che nonostante tutto quello che ci ha raccontato sarebbe disposta nuovamente ha riaccogliere il suo compagno qualora “miracolato sulla via di Damasco”.
    Perché io non dovrei avere lo stesso trattamento. Sono davvero un mostro imperdonabile che ha commesso chissà quale scempio ? Non potrebbe essere il mio uno sbaglio da persona che aveva bisogno di crescere sotto un certo punto di vista ? Non mi pare tremenda come situazione. Non credo almeno.
    Perdonami Luna se insisto a scriverti e a confrontarmi con te e con Luna. Mi accorgo a volte di essere ripetitivo. Ma credo abbiate capito quanto realmente tengo a questo rapporto e quanto vorrei rimetterlo in piedi. Per cui sentendo voi la mia stessa campana cerco di fare in modo di essere il più obiettivo possibile cercando di “esagerare” volutamente ogni mio possibile errore in modo che da donne, ma soprattutto da compagne possiate comprendere al massimo ciò che può essere scaturito nella mia mente. Ogni volta che scrivo vorrei aggiungere delle cose riguardanti il mio comportamento che forse ai miei occhi sono poco importanti ma agli occhi di una moglie possono apparire serie o addirittura gravi. Voglio capire Luna, capire e non solo giustificare gli atteggiamenti di mia moglie. Capire se ci sono stati altri sbagli che possono aver causato tutto questo.
    Lo so che a volte le cose succedono perchè succedono. Ma io voglio capire, voglio vedere la logica anche se a volte la logica non c’è. O se magari tutto questo possa essere stato causato da qualcos’altro che non sia solo la questione figlio.
    Bacioni Luna

  9. 779
    Fuori dal Coro -

    Luna, Aleba
    Un inciso
    Forse non vi ho mai detto che due anni e mezzo fa ormai, appena lei uscì di casa ed io dietro a cercarla, lei mi disse queste testuali parole: “non mi manchi”
    Una frase che dice molto. Quanto c’entra il discorso “figlio” in una frase del genere. Fu la prima frase di tutta questa storia che mi ferì.
    Ci soffrì tantissimo dopo tanti anni insieme e poco dopo averla assistita durante la sua operazione mentre stavo morendo di preoccupazione mentre lei si trovava in sala operatoria.
    Tanti piccoli brutti ricordi che affiorano.
    E comunque sapete ragazze…la cosa più brutta che mi capita è quando vedo famiglie, almeno apparentemente unite che girano con uno o due figli in braccio. Mi sento un menomato guardando padri che sorridono ai figli. Non mi do pace pensando a come io sia stato capace di dire no ad una famiglia. Non me ne capacito
    Comunque al di là di tutte le considerazioni fatte e di tutti i discorsi su figlio e non figlio ancora adesso mi domando come sia possibile rompere un matrimonio, un’unione basata sul rispetto e la fiducia reciproca. Cose che notoriamente non si trovano dietro l’angolo. Un punto di vista diverso può risolversi o non risolversi….basta discuterne. Ma la fiducia, il rispetto, la conoscenza dell’altro/a sotto tanti aspetti…bè quella non è facile ritrovarla dietro l’angolo.
    Per chiudere un rapporto quasi ventennale basato su queste importantissime cose penso ci voglia altro che non una semplice divergenza di opinioni anche se su qualcosa di importante, molto importante
    un abbraccio

  10. 780
    LUNA -

    Fuori dal Coro, il discorso non è solo di sbagli o di cose che succedono perché succedono. Anche se, a volte, come diceva Aleba, esiste in noi anche un’intelligenza emotiva o un istinto, che nome gli si voglia dare, che è più lucido di noi, e coglie anche ciò che non siamo in grado, apparentemente di cogliere… in questo senso, ma lo dico solo per mera riflessione, tu avresti potuto temere gli “squilibri” dovuti all’arrivo di un figlio non solo per le tue paure, e non solo per paura di rovinare un idillio, ma perché magari percepivi, anche se non razionalmente, che un problema da risolvere c’era… cioè che quell’equilibrio si fondava su un meccanismo a due che sino a quel momento aveva retto, ma che poteva non reggere all’infinito, e non per colpa di qualcuno.
    Fosse pure una sua silente convinzione – e non per forza corretta, ma soggettiva, o dovuta al suo modo di vivere e percepire la relazione – delle cose che poi ti ha buttato in piatto, le famose sensazioni retroattive…
    Forse non riesco a spiegarmi bene, ma può essere che incosciamente tu percepissi che, al di là della questione figlio, il vostro in quel momento era un equilibrio meno scontato di quanto, parlando di idillio, tu affermassi con te stesso razionalmente.
    Naturalmente però io questo non lo so, dico solo per dire.
    Per dire che alle volte il concetto “le cose succedono perché succedono” non è fatalista, ma è molto più istintivo.

    Tornando al discorso: errori versus cose che succedono, esiste anche il concetto espresso, riassumo, e forse anche male, dalla psicologia cognitivo comportamentale.
    La reazione individuale agli eventi e l’utilizzo di una strategia o un’altra.
    Non amo cercare in internet cose riguardanti la medicina e la psicologia, traggo da internet una frase solo perché penso possa riassumere più chiaramente seppure in modo superficiale il concetto:

    @Tale modello postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, sottolineando come molti dei nostri problemi (tra i quali quelli emotivi) siano influenzati da ciò che facciamo e ciò che pensiamo nel presente, qui ed ora.

    ovvero tu sei lì che ti massacri per il tuo errore del “novembre del 1915”, vero o no che sia, ma il problema sta nella reazione e gestione attuale del conflitto, di tua moglie in sè, tuo in te, di voi entrambi posti in relazione.

    Io capisco che tu vai indietro per analizzare ciò che può averla colpita e come e per cercare una chiave nel presente. Capisco anche che analizzi tutti i vari passaggi. Tuttavia di acqua ne è passata sotto i ponti e ne passa, ancora, e al contempo tu dici: @ha subito l’asportazione della tiroide.

    ora, non essendo io un medico, non ho la più pallida idea di ciò che comporta, a livello ormonale e quindi anche umorale, il fatto che venga asportata la tiroide. Ma capirai bene che ciò, anche volendo guardare le cose comunque da un punto di vista “superficiale” (il discorso sarebbe più complesso) se il grande disagio di tua moglie fosse nato non

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