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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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Chiedo di nuovo scusa, perchè mi rendo conto di essere dura.
Vedi Fuori dal Coro, anche oggi a distanza di mesi ci sono momenti che mi sento molto triste, che mi accuso di non aver retto, che provo un rimorso pesante per averlo lasciato… è come se avessi commesso omissione di soccorso. Lui si che aveva atteggiamenti da orco nei miei confronti. Mi trattava peggio di uno straccio e mi zittiva facendo volare i piatti. Pur avendo paura delle sue reazioni, io non stavo zitta… cercavo in continuazione di parlare del nostro rapporto, lui non era disposto a confrontarsi..e quando lo faceva (secondo me) era solo per fare sesso, poi tutto come prima e non aveva capito niente di me e di quello che avevo detto…o meglio NON GLI FREGAVA DI CAPIRE, perchè lui è DIO in terra…e Dio non ascolta gli esseri umani, a meno che non si inginocchino sui ceci pregando per ore e patendo le pene dell’inferno in vita.
Baggianate! Dio vuole che noi siamo felici, vuole che troviamo la gioia della nostra vita, vuole che anche nel dolore ci sentiamo confortati dall’appoggio dell’amore.
Tu, Fuori dal Coro, vuoi dare al tuo matrimonio una chance concreta??
Proponi a tua moglie di sottoporsi ad un ciclo di esami preliminari per la gravidanza e di iniziare ad assumere multivitaminici ad hoc per preparare l’organismo, nel frattempo chiedile di venire con te in terapia di coppia. Chiedile se vuole anche lei costruire un rapporto nuovo, ma sia chiaro…i vecchi rancori vanno espressi fino all’ultimo dettaglio e vanno superati e lo si può fare solo se si vuole davvero che la coppia viva, altrimenti è meglio che vivano i singoli…singolarmente.
Vi abbraccio, grazie per queste oppurtinità di riflessione.
Aleba
ti trascini e DA TROPPO TEMPO ciò che tu credi sia analizzare in modo razionale fatti, colpa, responsabilità è diventato, almeno a mio avviso, da tempo (e molto tempo) in realtá un sintomo stesso del tuo malessere. Ovvero stai chiamando ‘razionalizzazione’ della tua ‘colpa’ etc qualcosa che somiglia sempre più ad una risposta difensiva-ansiogena ad un trauma emotivo e ad un forte spaesamento unito ad una violenta colpevolizzazione esterna. I tuoi meccanismi di difesa non hanno retto e non reggono questa tensione. Non reggono, mi spiace, la dinamica di tua moglie. Che poi lei stia male nessuno lo nega. Ma che tu, che scrivi, non reggi è evidente. E anche che non stai facendo abbastanza TU per un tuo stato di angoscia. Come se TU avessi un’infiammazione ma invece di curarla te la prendessi con te stesso e anche pensando che lì stia la soluzione. In realtà tutte le elucubrazioni che fai, e che tu vivi come analisi sono insieme sintomo e concausa del tuo malessere. Perché, passami i termini, hanno molto piú la caratteristica da circolo vizioso di un pensiero ossessivo compulsivo autocolpevolizzante. Su ciò, volens o nolens, lei continua a gettare benzina. Perché comunque, almeno quanto te, lei non affronta e ‘cura’ un SUO malessere. Non mi ascolterai, fdc? Penso di no. Ogni volta che ho tentato di dirti che comunque ESAGERI perché a darti dei parametri è il tuo malessere che enfatizza anche il tuo senso di colpa e le tue analisi e che NON E’ QUESTO IPER-LAVORIO MENTALE ansiogeno la strada, ci sei talmente dentro DA NON POTER VEDERLO. non è che nego il fatto che ci possa essere stato un momento in cui un problema, per varie ragioni, si è posto. Ma ben prima che con lei è con te che non stai affrontando un problema. Quello di un tuo stato di malessere CHE NON VA SOTTOVALUTATO ma RISOLTO. Che lei sia così o colà. PRENDITI CURA da uno specialista serio del TUO equilibrio. NON LO STAI FACENDO. prima che lei tornasse ad aggredirti finalmente la tua ansia almeno era calata. I tuoi post erano più lucidi anche rispetto ad un tuo costruttivo sentire. Avevi dubbi ‘normali’. Ora di nuovo TI MASSACRI.
Ciao Luna, ciao Aleba
Ho appena letto i vostri commenti ma debbo rispondervi con calma.
Siete comunque magnifiche nell’analizzare le cose. Credo che abbiate detto molte verità. Luna ne ha dette tante di verità nei suoi interventi precedenti, aleba in particolare nel suo post n. 759. devo rispondervi con calma.
A dopo grazie
Ciao Aleba, ciao Luna, eccomi qui a rispondere ai vostri interessantissimi post.
Aleba, nel tuo post n. 759 esprimi un concetto che sa molto di verità: “non ha evitato la maternità per proteggerti dalle tue paure, bensì per proteggere sè stessa dal pericolo di perderti.”
E’ vero questo concetto, me lo ha espresse lei quasi subito dopo il suo allontanamento. Mi ha perso comunque, come dici tu, ma mi ha perso quando a lei non importava più nulla di perdermi a mio parere. E forse è anche vero quando dici che non potendo distruggere se stessa ha distrutto l’immagine di me, distruggendo me ed addossandomi ogni responsabilità., lei voleva diventare mamma ed io l’ho ferita dicendole di no. Ma come sai sono tornato immediatamente indietro sui miei passi. Quindi perché questo farmela pagare ? Ho fatto uno sbaglio mica centomila e uno sbaglio ampiamente rimediabile. Ora permettimi di dire che se nascesse un figlio e ogni mia interferenza nell’educazione di un figlio mi varrebbe l’appellativo di quello che “il figlio non lo voleva” perdonami ma significherebbe che stiamo parlando di una “pazza isterica” non solo di un’immatura. Insomma Aleba questo tuo discorso che contiene verità fa apparire mia moglie come una persona incapace totalmente di ragionare. E come posso io pensare che una donna come lei: sensibile, altruista, intelligente, amorevole possa essersi trasformata in una persona del genere. Una persona cioè incapace di parlare, di dialogare, di perdonare, di ritrovare un equilibrio ?
Mi risulta assai difficile sai Aleba. Proprio perché in tanti anni ho conosciuto una persona che affrontava i problemi e sapeva risolverli, una persona matura in un certo senso.
Non chiedermi scusa Aleba. Se sono qui a dialogare con voi è perché vorrei mi diceste quello che pensate, quali sensazioni arrivino alla vostra mente qualunque essi siano. Se non vi stimassi come persone intelligenti non starei qui a scrivere con voi. Vedi Aleba, addirittura tu provi un rimorso pesante nell’averlo lasciato, nonostante lui ti trattava peggio di uno straccio. Eppure sono convinto che se lui tornasse con il capo chino, ti mostrasse serio pentimento e disponibilità a ricominciare sotto una nuova veste tu saresti disposta a riaccoglierlo.
Aleba la chanche che tu mi hai proposto già l’ho data. Ho chiesto a mia moglie di venire in terapia di coppia ma mia ha solo risposto che “se ci sarà bisogno lo farà” ma poi non si è mai proposta di farlo. Mi ha detto che “ha bisogno di aiuto, che vuole farsi aiutare, ha chiesto aiuto anche a me” ma di fatto mi ha scacciato di nuovo. Complice secondo me quel rapporto in cui non mi sono “lasciato andare” Da lì ha ricominciato col dire che non sono cambiato, che sono sempre lo stesso, che non ho capito, rinfacciandomi di nuovo il passato. Io ho accettato il confronto, ho detto la mia, cercando di capire cosa volesse in realtà e spiegando i motivi del “non essermi lasciato andare in quel rapporto”. Ma non so nella sua mente cosa le sia scattato…
…Le sono tornati in testa vecchi rancori che ancora cova dentro di si. Non è facile sapete per un uomo come me, pur innamorato della moglie, pur distrutto dal non vivere più insieme con lei, rimanere impassibile a certi suoi attacchi e argomentazioni. Non sono di ferro, ho delle emozioni anch’io. Non ha sofferto solo lei, ma anche io in questi due anni e mezzo e voi ne siete testimoni. Io sono disposto a chiudere con il passato e a ricominciare su basi nuove ma se costantemente vengo messo in discussione, se costantemente mi si chiede di cambiare, se vengo rifiutato, se non mi viene dimostrato un po’ d’amore anch’io ho i miei momenti nei quali il nervosismo prende il sopravvento. Non posso accettare ogni suo discorso senza battere ciglio. Ho sbagliato, mi prendo le responsabilità ma non posso fare costantemente il tappetino.
Luna, si confermo quello che scrivi: mi trascino da troppo tempo e una sindrome ansiosa mi si è probabilmente cronicizzata come scrivi tu. Questa tua frase: “Ovvero stai chiamando ‘razionalizzazione’ della tua ‘colpa’ etc qualcosa che somiglia sempre più ad una risposta difensiva-ansiogena ad un trauma emotivo e ad un forte spaesamento unito ad una violenta colpevolizzazione esterna. I tuoi meccanismi di difesa non hanno retto e non reggono questa tensione” rispecchia la situazione attuale di me stesso. Sto provando a curarmi, ad analizzarmi spiegando il mio malessere, la mia angoscia e soprattutto cercando di d spiegare ciò che è accaduto a mia moglie.
Però sono consapevole di quello che dici tu. In effetti tutto questo ha innescato in me un pensiero ossessivo. Ma perché Luna ? Perché i miei errori si riflettono nella vita di ogni giorno. Fermo restando gli errori di mia moglie, il suo modo come dici tu di gettare benzina sul mio pensiero auto colpevolizzante, la vita di ogni giorno mi ricorda costantemente il fallimento della mia storia. E mentre nella maggior parte delle separazioni esiste una spiegazione logica e plausibile come ad esempio forti conflitti caratteriali, discussioni estreme, incomprensioni evidenti scatenanti litigi difficili da sopportare nella mia c’è di fondo una base di assurdità: la mia ostinazione a non volere un figlio per una sorta di paura. Andando pure contro la mia natura che è quella di un uomo nella cui concezione di vita c’era quella di sedersi la sera attorno ad un tavolo con moglie e figli. In pratica il mio malessere, la mia angoscia sono amplificati dal fatto che mi sono “castrato” da solo vittima di un’ansia nascosta che cercavo di camuffare evitando situazioni che avrebbero potuta farla emergere come la nascita di un figlio. Un po’ come quello che vorrebbe viaggiare per il mondo ma che non lo fa per l’estrema paura di prendere l’aereo. Si castra: si toglie il piacere del viaggio per non saper gestire la paura dell’aereo.
Ecco perchè continuo a massacrarmi Luna, ecco perchè non trovo pace. A prescindere dai torti di mia moglie. Vedi Luna se avessimo avuto un figlio e mia moglie….
…avesse perso la testa trattandomi male o cambiando completamente il suo modo di essere. Fermo restando che avrei cercato di capire, comprenderla di venirle incontro. Fermo restando il fatto che avrei fatto l’impossibile pur di mantenere il matrimonio per amore di lei e dei figli avrei sofferto di meno. Perchè non ci sarebbe nessun punto “focale” assurdo come l’autocastrazione evidenziatasi nel non volere formarsi una famiglia. Vedi Luna in questi due anni e mezzo ho conosciuto una donna separatasi anch’essa dal marito. Lei non ha figli perchè non ne ha voluti e uno dei motivi per i quali il marito l’ha lasciata è stato questo. Però lei pur soffrendo per la separazione è ferma sul suo punto di vista. Non voleva figli e non ne vuole, per cui non si autocolpevolizza più di tanto. A differenza di me che adesso quando vedo un bambino è come se ricevessi tanti pugni alla bocca dello stomaco.
Ok Luna, potrei dire che ho sbagliato, che ho fatto di tutto per rimediare e che alla fine è lei che mi ha chiuso la porta in faccia. Potrei dire con tutta onestà che io al suo posto non avrei agito così che in nome dell’amore avrei perdonato la sua mancanza. Come d’altra parte le sto perdonando l’avermi abbandonato e l’avermi lasciato soffrire da solo. Potrei dire che una donna che lascia soffrire così un uomo che dice di aver amato con tutta se stessa è da considerarsi una donna di animo cattivo e forse non mossa da reale sentimento ma non lo faccio. Sono qui a giustificarla comunque anche se mi rendo conto che razionalmente non avrei mai voluto accanto a me una persona che non persona o che perde un sentimento in questo modo.
Vedi Luna io sono convinto che sia tu che Aleba abbiate dovuto per forza di cose allontarvi dai vostri rispettivi partner. Ma dentro di voi penso che risieda ancora un sentimento. Magari sopito dai comportamenti dell’altro che vi hanno indotto ad interrompere il rapporto. Ma tutto mi fa pensare che se i vostri ex compagni fossero tornati indietro sui propri passi, vi avessero dimostrato il loro reale sentimento a fronte di reali scuse riguardo i loro errori credo che, magari a fatica, ma avreste ricomposto il vostro rapporto.
Purtroppo cara Luna, pur dandoti ragione quasi totalmente su quanto mi scrivi, mi rendo conto di avere una ferita ancora aperta e che fatica a rimarginarsi anzi si riapre nuovamente durante la vita di tutti i giorni.
E per dirla tutta nonostante veda oggi negli occhi di mia moglie tanta rabbia nei miei confronti, dietro quella rabbia vedo sempre lo sguardo dolce di quella ragazza che mi ha accompagnato negli anni. E il suo sorriso. Basterebbe poco per cancellare tutto. Un suo sorriso, un suo sguardo una sua frase che dicesse: “ok abbiamo sbagliato dai ricominciamo”. E impazzisco al pensiero che lei non sia in grado di fare una cosa così semplice.
Ed ogni mattina, ogni giorno, ogni sera. Ancora oggi dopo due anni e mezzo mi chiedo ma come è possibile che sia accaduto tutto ciò ?
Baci Luna, Baci Aleba
Fuori dal Coro :”Ma come sai sono tornato immediatamente indietro sui miei passi. Quindi perché questo farmela pagare ?” tu hai deciso di rielaborare la tua posizione riguardo al figlio perchè hai aperto gli occhi….lei gli occhi vuole tenerli chiusi. Te la fa pagare perchè non accetta di considerarsi coresponsabile…vuole che la colpa sia solo tuo e solo facendotela pagare riesce a mantenere questa posizione. Vuole farsi aiutare, ma concretamente non fa un passo…fa troppo male per lei guardarsi dentro, meglio far stare male te. Credo che abbia dei contrasti interiori fortissimi e li ignori. Se ammettesse le sue responsabilità dovrebbe anche confrontarsi con tutto il dolore che ti ha causato.
Anche su questo punto :”Ora permettimi di dire che se nascesse un figlio e ogni mia interferenza nell’educazione di un figlio mi varrebbe l’appellativo di quello che “il figlio non lo voleva” perdonami ma significherebbe che stiamo parlando di una “pazza isterica” non solo di un’immatura.” Non penso sia una pazza isterica, solo…ma visto che scrivi che ti rinfaccia cose anche prima del matrimonio, penso che se non si decide a fare chiarezza dentro di sè, rimarrà sempre qualcosa di rinfacciabile. Tutti sbagliamo, ma una volta trovato l’errore, appurata la causa, elaborata la soluzione: basta…non se ne parla più! si procede…voce del verbo: to move on! Rinvangare il passato ogni qualvolta ci sentiamo a disagio non è sintomo di isteria, semplicemente di questioni irrisolte. Faresti un figlio prima di chiarire tutto? prima che lei sia conscia di dove ha sbagliato, che chieda il tuo perdono e che ti offra il suo?. Si, Fuori dal Coro….se il mio ex venisse folgorato sulla via di Damasco e venisse da me illuminato di verità e umiltà…io lo accoglierei a braccia aperte. L’avevo accolto già in precedenza, i suoi argomenti mi avevano convinta…ma feci male, lui non aveva per niente lavorato sui propri problemi, semplicemente non voleva perdermi perchè ero la sua ancora di salvezza. Purtroppo anche io avevo bisogno di essere salvata qualche volta, e lui mi ha sempre voltato le spalle…come potevo pensare a salvare lui quando non riuscivo più a respirare??
La vita fa strani giri, ma ci dentro di noi sappiamo sempre quale sia la strada migliore….
Abbraccio!
ciao cari 🙂
e grazie ad entrambi per i vostri interventi.
Fuori dal Coro, guarda che comprendo benissimo il tuo discorso sull’areoplano ecc. Il punto è però che se abbiamo un ansia ha una funzione, non hai certo avuto delle ansie per fare un dispetto a tua moglie. In quel momento hai espresso delle ansie e, mi spiace, ma ribadisco per l’ennesima volta che se lei non avesse avuto a sua volta delle cose sue irrisolte (delle sue ansie o quel che fossero, e prova ne sia, come sottolinea Aleba, il suo rinfacciamento anche retroattivo e il suo colpevolizzarti pure per come LEI gestiva le sue ansie) sarebbe stata in grado di prenderne atto non in modo disfunzionale e autoreferenziale, ma comunque con rispetto. A sua volta, e lo ripeto per l’ennesima volta, anche lei avrebbe potuto sostenerti, aiutarti, comprenderti, e anche stimolarti a chiedere aiuto per superare le tue ansie. Cosa che lei non ha fatto, mi pare, nel modo più assoluto.
Perché tu non potevi permetterti di avere ansie. Dovevi solo essere in grado di vedere le sue, rispettarle, porvi rimedio.
Ora, è possibile che non siamo in grado di accettare il fatto che una persona abbia delle sue ansie, ma tra ciò e provare rancore per anni e anni vivendo la cosa in modo totalmente autoreferenziale e continuare a non vedere e incolpare una persona che si sta martirizzando anche da sola ce ne corre.
Non esiste solo essere delle pazze isteriche, Fuori dal Coro, esiste anche gestire in modo non funzionale i propri conflitti, proiettarli all’esterno, ecc ecc. Le cose che ti sta dicenco Aleba.
E comunque lei non si muove su un piano di parità con te, poco da fare. Perché dov’è la sua empatia nei tuoi confronti? Dove sono i suoi sforzi per analizzare, rimettere realmente in equilibrio se stessa per trovare una via costruttiva?
Io leggo da un sacco di tempo un uomo che non fa altro che analizzare e prendersi le colpe e andare in protezione nei confronti di lei.
Io ti dico, ma dove starebbe scritto che lei è più fragile di te? dove?
tu stai molto male, ma lei non lo vede, e non se ne prende cura. Mentre tu ti fai carico del suo malessere oltre che del tuo.
Non si tratta di mettere sul banco degli imputati qualcuno, ma tu lo fai con te stesso, in continuazione, e in continuazione assolvi lei da ogni responsabilità, come compagna.
Prima che madre lei è o non è una compagna?
Tu dici che hai fallito come uomo perché le hai/ti sei negato la paternità. Ma lei si è comportata da compagna nei tuoi confronti?
Lo sta facendo?
Una compagna non si accorge del fatto che tu hai una sindrome d’ansia con le contropalle, ti stai accoppando con una colpevolizzazione ossessiva, che stai vivendo come un dramma di proporzioni abnormi un tuo passaggio evolutivo? Che LEI ha deciso doveva avvenire in un determinato momento e siccome non è così: patibolo.
Te l’ho già detto: avevi delle ansie? avresti potuto superarle anche senza uno shock come un tir con rimorchio.
Se tu hai fatto un certo tipo di percorso dentro di te
vuol dire che i semi in te per quel percorso c’erano.
La cosa triste non è che tu ti sei castrato da solo e quindi, visto l’errore madornale che hai fatto, è corretto che per questo tu stia pagando due anni e mezzo e oltre di torture.
Questa sua sensazione DERIVA DALLA SUA REAZIONE NON DALLA TUA “COLPA”, AZZO! MA TU NON LO VEDI.
Sei lì che ripercorri il film 239 volte al giorno.
lei che ti dice: voglio un figlio.
tu che dici di no perché hai delle ansie: catastrofe.
tu che comprendi, ma è troppo tardi, è colpa tua quindi, comunque, se è catastrofe.
altra versione.
lei che ti dice voglio un figlio.
Tu non hai ansie al mondo e dici: che bello cara, io sogno una famiglia e non ho nessuna ansia al mondo.
lei sorride, tu sorridi, musica da mulino bianco e eterna felicità.
ora, fermo restando che a te non serve ripercorrere 4500000000 volte il passato con cui ti autoflagelli, ma non riesci a capirlo (e anche per questo io ti consiglio di andare da qualcuno che ti aiuti a comprendere DOVE stai sbagliando CON TE STESSO innanzitutto) non ti rendi conto che:
lei ti chiede di avere un figlio.
tu hai delle ansie.
Invece di pensare che le ansie sono contro di lei, lei si rende conto che sei un essere umano anche tu e si rende conto che prima di avere un figlio le ansie vanno sciolte. che siano quelle di lei, che siano quelle di lui.
quindi mette all’ordine del giorno comprendere perché il suo uomo abbia paura. e prima di decidere di andarsene e provare rancore per anni rinfacciandogli il suo egoismo nei suoi confronti e la ferita lacero contusa che le ha provocato, e arrivare anche a pensare che se lui fa un certo percorso sia tutta scena, fa una cosa: SI PONE IN ASCOLTO. Di entrambi.
Ora, è evidente che non è stata in grado di farlo.
Sennò non sarebbe fossilizzata ancora sul passato, e sul passato ancora più passato. Ma la cosa che tu non vuoi capire è: perché spetta a te prenderti carico sia di quello che non sei riuscito a fare tu che di quello che lei non è riuscita a fare? Di quello che non riesce tuttora a fare o non vuole fare.
@E mentre nella maggior parte delle separazioni esiste una spiegazione logica e plausibile come ad esempio forti conflitti caratteriali, discussioni estreme, incomprensioni evidenti scatenanti litigi difficili da sopportare
Guarda, Fuori dal Coro, che è quello che è successo e sta succedendo a voi. Solo che tu non vuoi prenderne atto e quindi dici: è colpa mia, se io avessi detto di sì. – Io il mio uomo me lo sono ripreso, e non una volta. Diceva “mi rendo conto, mi farò aiutare”. Passavamo periodi stupendi e poi tornavano alla carica i suoi vecchi rancori e fantasmi, esattamente come fa tua moglie. Perché non li affrontava mai. La stessa cosa che fa tua moglie. Quindi la tua frustrazione la conosco. La questione non era il figlio, era un’altra cosa. Ma la dinamica è molto più simile di quanto tu voglia/riesca a vedere. Se continua a farti la guerra spostati. Se torna assertivamente ci penserai.
Ciao Aleba e Luna
Quando vi leggo rimango colpito dai vostri modi di capire i problemi degli altri, in questo caso i miei. Vi ringrazio per questo.
Aleba, Luna io credo che mia moglie mi incolpi continuamente perché penso che fondamentalmente lei non creda minimamente al fatto che il mio non volere un figlio sia solo frutto di paura.
E in parte la capisco anche perché i motivi principali per cui non volevo un figlio erano legati alla paura di cambiare vita e di rischiare di rompere un equilibrio di coppia che a me sembrava perfetto. A queste mie considerazioni lei rispondeva che avere un figlio non era una tragedia e che avremmo comunque continuato a fare la vita di sempre.
Ma io sono sincero vedevo un figlio come l’ostacolo alla continuazione della nostra vita così piena di libertà. In sostanza stavamo godendoci appieno i piaceri della vita, viaggiando, uscendo con amici, dedicarci alle nostre passioni per cui vedevo un figlio come una limitazione a tutto questo.
Mi confrontavo con i miei amici che avevano figli e li vedevo sempre pieni di problemi. Mi sentivo fortunato per poter vivere in allegria e senza pensieri la nostra vita di coppia.
Lei in tutto questo ha visto l’egoismo, solo l’egoismo. Per carità, non posso negare che non ci sia egoismo. Visto che l’egoismo è la soddisfazione dei propri bisogni. Ma posso garantire che nonostante avessi questi pensieri spesso facevo delle considerazioni tra me e me. Mi isolavo e pensavo a quando in fondo sarebbe stato bello avere un figlio e che sarei stato un ottimo padre.
La paura di cambiare vita sommata poi alla paura reale delle difficoltà oggettive della vita di ogni giorno legate alla gestione di un figlio: le paure legate alla nostra società, ai pericoli reali legati alla vita di oggi prendevano il sopravvento e mi facevano pensare alla fine che forse non era il caso di imbattersi in questa avventura rischiando di compromettere quello che io vedevo come una idilliaca vita di coppia.
A volte per difendermi dalle sue richieste mi è capitato di usare frasi infelici. E lei in questi miei rifiuti non ha visto le mie ansie quanto una mancanza di responsabilità. Un non volersi assumere responsabilità, forse un mio rimanere eterno bambino. Senza considerare che in tutte le altre situazioni della vita mi assumevo eccome le mie responsabilità.
Sai Luna, sai Aleba, ogni volta che lei mi chiedeva un figlio mi saliva l’ansia, l’angoscia. Soprattutto perché non mi sentivo in grado di gestire la situazione. Io che ero sempre stato sicuro di me con le mie idee e con le mie convinzioni. Sono sicuro che lei abbia fatto una somma: io sicuro del fatto mio in tutte le cose, i sicuro sul fatto di non volere un figlio. Ergo non c’era nulla da fare.
In questi due anni e mezzo di scuse e fustigazioni le ho detto più volte che il mio rifiuto di avere un figlio era in realtà dettato dalla paura di cambiare vita. Ma lei invece è sempre più convinta del mio egoismo in quanto a suo dire io non ho “voluto” vedere…