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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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una città che la gente viene a visitare da varie parti del mondo, seppure non è ROMA, FIRENZE o PARIGI. Voglio dire, non è una brutta città.
Ha i suoi pregi e i suoi difetti, come ogni luogo.
E chi è abituato a viverci e la ama è probabilmente anche più indulgente verso i suoi difetti, se pure si arrabbia.
Così come la persona che mi parlava si vive la SUA Roma.
Così come ogni persona si sente a casa in una casa che sente che gli somiglia.
E non esiste neanche un solo tipo di profondità e sensibilità.
Però hai ragione che è importante ascoltare la propria. Perché non facciamo un favore nè a noi stessi nè a nessun altro se ci andiamo contro.
Perché ci sono cose nelle quali possiamo adattarci, con naturalezza, contaminarci a vicenda, con spontaneità, ma l’identità è una cosa seria.
Io ho dei ricordi meravigliosi e armonici dei primi dieci anni della mia storia, te l’ho già detto. Io e lui non siamo mai stati identici (chi lo è?) ma abbiamo sicuramente camminato insieme, essendo compatibili e avendo tante cose in comune. Non: che musica ascolti (anche, ma anche no), ma cose più profonde o naturali anche nella loro apparente banalità. Ci capivamo al volo anche tra 50 persone, con uno sguardo. Come a volte invece andavamo in contrasto. Ma comunque, anche se facevamo due lavori diversi, e avremmo anche potuto fare a fatica a comprendere l’uno quello dell’altra, assolutamente io non ho mai sentito un disagio per questo. Ma zero proprio. E neanche lui lo ha mai sentito, fino ad un certo punto, ne sono certa. Poi è successo un patatrak. Inutile che io lo rievochi per la centocinquantesima volta. Lui ha fatto una guerra a se stesso, prima di tutto. E’ andata così.
Quello che posso dire, come dicevo ad Aleba, è che io pur avendo continuato ad ascoltarmi mi sono anche meno sintonizzata però su delle mie esigenze e le ho coltivate meno. Esigenze che riguardavano il mio sviluppo personale, ma non sarebbero assolutamente state in contrasto con una vita di coppia. Anzi. Semmai avrebbero potuto portare del buono in una vita comune, anche a livello economico, nonché di positive energie. Avremmo potuto continuare a crescere insieme, guardando nella stessa direzione e essere felici e sereni l’uno per la felicità e serenità dell’altro e quella comune. Non è stato così.
Sai che io non penso ad una relazione come un pacchetto pronto. E due persone che stanno insieme crescono lungo il cammino, anche come individui. Noi siamo stati insieme anni e abbiamo affrontato dei cambiamenti, delle fasi dell’esistenza più up e più down, ma appunto prima lo facevamo insieme e la lunghezza d’onda c’era. Anche se c’erano delle differenze, che pure arricchiscono.
Il problema è quando la lunghezza d’onda non c’è, e si rischia di perdere anche la propria. Ora non sto dicendo questo a te, ovviamente, ma lo ricordo a me stessa.
Bacio!
Ciao Luna, Ciao Aleba
Aleba non vorrei dire una cattiveria quando penso che la sua sia più una involuzione che una crescita. Un cambiamento vero e proprio del suo modo di essere. Oppure ha nascosto per anni la sua vera natura. E se fosse quest’ultimo sarebbe davvero diabolico. Ora è vero spesso mi sembra di avere davanti una donna nuova. Diversa. Non capisco se ha paura di qualcosa o “le si è fuso il cervello”. Perchè oggettivamente mi pare di capire che non sa quello che vuole.
Purtroppo Aleba, a differenza di come la pensi tu. credo che ci debbano essere dei punti fondamentali in comune per essere una coppia nel vero senso della parola. Ti quoto quando invece dici che i compromessi devono essere addolcenti e non mutilanti.
Luna non sai quanto invidio te che vivi in una città a misura d’uomo. Non conosco quale sia, avrà sicuramente i suoi difetti come tutte le città di questo mondo. Ma ti assicuro che vivere giornalmente senza stress è una gran cosa. Non che in tutte le città piccole si viva bene. Ma ti assicuro che vivere costantemente sotto traffico, file, corse, mancanze di parcheggi, folla, delinquenza, mezzi pubblici affollati, palazzi che ti coprono il sole, mancanza di assistenza medica, non aiuta.
Molti sono attratti da queste grandi metropoli perchè dicono offrano tutto. Eppure i giovani metropolitani vanno solo e sempre in discoteca, nei centri commerciali e nelle birrerie. Fine.
Tu e Aleba mi sembrate due donne venute da un altro mondo. Forse proprio perchè vivete in una città che dà più spazio ad altre cose. In questi due anni ho avuto modo di constatare che purtroppo le donne non sanno più cosa vogliono. Cambiano in continuazione. Sono perennemente stressate, cavillose, aggressive e tendono in particolar modo a cambiarti. E questo sta succedendo anche alla mia donna. Forse non si rende conto di quanto realmente noi stavamo bene insieme. E sta cercando cose che a mio parere portano solo ansia. Io le ho chiesto amore, serenità, tornare a vivere la vita. Lei mi chiede di cambiare. Come se dovessi rinnegare il mio modo di essere e di pensare. Per lei cambiare pare significhi rinnegare ciò che uno ha sempre pensato. Io per amore posso adattarmi ad una nuova realtà, ad un nuovo modo di vivere ma non posso amare ciò che non ho mai amato. Posso accettarlo per amore per vivere accanto a chi voglio bene. Eppure per anni mi sono fatto conoscere. Ho espresso i miei desideri, il mio modo di vivere. Lei non solo lo ha accettato ma mi ha fatto capire che piaceva anche a lei. Ora sovverte tutto, quasi rinnega le scelte fatte insieme e pretende che le rinneghi anch’io. No io non posso rinnegarle io le amavo con convinzione. Sapevo quello che volevo. Sapevo cosa mi serviva per stare bene. E ho fatto di tutto per ottenerlo. Sono stato accusato di egoismo per questo. Di pensare a me in primis. No io ho solo manifestato il mio modo di essere, il mio modo di intendere la vita. Un contadino che ama coltivare la terra non amerà mai stare dietro una..
….scrivania e viceversa. Così come il tuo amico di Roma. Sarà sicuramente un tipo “schizzato” che non ama stare fermo a godersi il minuto. Non ama soffermarsi lui, deve correre, deve bruciare i tempi. Senza viverli quei tempi.
Io amo mia moglie e rimpiango gli anni davvero felici vissuti con lei. E sto ricercando quella donna vera, serena e pulita. Il mio dubbio: esiste davvero o è stato solo un bellissimo sogno ?
Un bacione a voi
anche la mia città ha le ‘sue’, parcheggi, traffico, e code. Però in misura sicuramente ‘ridicola’ rispetto ad una metropoli caotica. Peraltro io, mi ripeto, ho sempre vissuto via dal caos. Quindi per me la ‘gita’ era l’inverso di come accade per chi sta 6 giorni nel caos e la domenica, magari, va a prendere aria. Anche quando lavoravo 10 o più ore nel cuore del centro comunque il mio habitat reale era un altro. Anzi, ero pure incuriosita dal tuffarmi quotidianamente nel via vai. Girare ora le proporzioni per me è :s – anche se, beninteso, dal centro della mia città si vede il mare. E non devi fare 20km per stare nel verde. Però per me, abituata al verde, più cittá per forza uguale ‘milano’ – aleba: non mutilarsi, verissimo e centrale. E concordo sul mostrarsi e lasciarsi conoscere. Modo per capire le incompatibilità, che mica per forza sono una colpa. Però vanno sentite e considerate secondo me. Nessuno è uguale al cento per cento, neanche due gemelli, e fuori dai luoghi comuni per es un artista e una ragioniera possono stare insieme da dio, meglio di due pittori. Però dipende in cosa due si incontrano e in cosa no.
fuori dal coro: non ho capito esattamente (ma non serve che specifichi, scrivi giustamente quel che ti va e ti viene!) cosa lei secondo te ti sta domandando di rinnegare e cosa di cambiare di te. Quel che percepisco comunque è il tuo ‘?’. – le persone nel corso della vita possono cambiare, perché, nella loro evoluziome di solito pensano di essersi ascoltate e ‘riordinate’ di più o di aver vissuto dei particolari momenti personali in un certo magari anche catartico modo. Noi magari li percepiamo implosi e loro più che mai ‘espansi’. Noi pensiamo che fanno i gamberi e loro si sentono avanti. Da fuori può essere vista come folle e incoerente la scelta con cui uno invece sente di fare pace finalmente con la sua coerenza. Certo che se amiamo qualcuno possiamo cogliere se in quel momento sta male, è strano, lontano da sè. E certo che i cambiamenti altrui ci disorientano. O anche scoprire parti che non conoscevamo -e magari neanche lui o lei le conosceva). Ma se una persona pensa di conoscersi anche meglio di prima e sente le sue idee…
aleba: 🙂 per la tua tatina e il buongiorno. E’ molto vera la cosa che dici. Io l’ho sperimentata spesso. – aleba, è difficile spiegare la lotta di chi combatte non solo con la rielaborazione emotiva, i problemi del quotidiano, il dover rimettere in sesto l’esistenza, il senso di montagna russa che dà il rendersi conto cosa di sè e della salute e la vita si era perso di vista, ma anche una sindrome da shock post traumatico. Io mi voglio bene, ma odio la mia sindrome da shock post traumatico. Odio dove ancora mi inceppo a causa sua. Odio quando penso cose che un tempo non avrei mai pensato e devo spiegarmi perché è ansia indotta e mi sto sbagliando. Odio quando mi sento come un pitbull usato per i combattimenti. Odio quando di fronte ad uno stimolo rischio di saltare alle conclusioni. Odio avere più stanchezza e meno concentrazione. Odio quando sento tutto ciò come un handicap mentre io so chi sono senza. Di buono c’è che son flash che passano. Tvb
Ciao Luna
Mi è sfuggito il senso di alcune tue frasi…non le ho capite bene. Comunque credo in sostanza di avere capito il concetto di ciò che scrivi. Voglio dirti una cosa molto semplice però: vivere in una città caotica, che non ti concede spazi, tempi, dove tutto va di corsa ogni giorno per tutti i giorni è difficile per chi ama un altro tipo di vita. Significa adattarsi a ciò che ti sta stretto o largo. E’ come avere 44 come numero di scarpa e indossare il 41: ti fa male, cammini male e ti rovini i piedi. Io ho sempre saputo questo. Nel corso della mia vita mi sono accorto che questo non fa per me. Molti si adattano, fanno buon viso a cattivo gioco. Riescono ad apprezzare i lati positivi che un tipo di vita del genere offre. Io non sono mai stato per i ritmi frenetici, odio le folle, mi piace il verde, la natura, il mare, la montagna. Affacciarsi da un balcone e vedere il mare è più rilassante di 20 gocce di Valium. Così come un paesaggio innevato o il fuoco di un camino accesso in uno chalet di montagna.
Io credo di amare la vita, quella vera. Una passeggiata in riva al mare, lavorare a ritmi normali, facendo una cosa alla volta, senza farne troppe contemporaneamente correndo il rischio di non farne nemmeno una bene. Sono sempre stato così, fin da bambino. E dentro di me avevo voglia di fuggire, di andar via da questa realtà che non sopportavo. Nella mia città in pochi mi capivano. Eppure quando mi trovavo in altre parti mi trovavo a mio agio. Anche parlare con la gente era più semplice. Non ho avuto la forza di mollare tutto e andarmene. Non è facile sai lasciare tutto e tutti e speri che tutto possa cambiare dentro di te. Poi incontri una donna ti innamori, ci stai bene insieme, le racconti tutto, le dici come sei, cosa ti piace e cosa no…per anni e anni. Lei è d’accordo, la pensa come te. Si fa una scelta di compromesso: non si cambia città ma si va a vivere fuori. Certo a tutto c’è un prezzo da pagare..la distanza, il tempo, il traffico che comunque devi sorbirti quando arrivi in città per lavorare. Però spezzi i ritmi. Sai che la tua casa è immersa nel verde, nella tranquillità. I ritmi lì sono blandi è tutto diverso. Puoi goderti un cielo stellato, una chiacchierata tranquilla, il sole, la pioggia….il tempo. La mente si rilassa e tutto sembra più facile. Tutto questo ti ricarica e sei pronto ad affrontare lo stress del giorno dopo in un’altra maniera.
Poi succede quello che sai. La perdita dell’amore non si sa bene per quale motivo. Perdi la cosa più importante. La persona con cui stai condividendo la tua vita. Scendi nel baratro…tutto non ha più senso. Nemmeno il cielo stellato, il mare, lo stress. Tutto perde importanza perchè perdi l’amore. Poi succedno altri eventi che ti sconvolgono ancora la vita. E lei quando meno te lo aspetti torna. E tu pieno di dolore per un lutto che stai vivendo ti trovi a vivere picchi emotivi impressionanti. Torna l’Amore in un momento per te difficilissimo….
…la stessa persona con pensieri diversi. Con voglia di vivere la vita in maniera diversa. Quella vita che a te non è mai piaciuta perchè ti creava ansia e stress. Per amore lo fai ma…come puoi rinnegare il tuo modo di concepire la vita ? E’ proprio strano odiare traffico, smog, file, delinquenza, folle, ritmi frenetici e amare invece una vita più a misura d’uomo ? E allora ti domandi quale sia la scelta giusta. “Va dove ti porta il cuore” si dice. Il cuore mi porta da lei. Ma lei oggi chi è realmente ? Cosa vuole che io diventi ? Cosa vuole che io rinneghi ? Vuole me o vuole un uomo completamente diverso ? Io mi sono messo in discussione, ho commesso i miei errori, forse sono stato superficiale, non ho capito alcune cose. Ok. Ma come posso modificare la mia natura. Come posso decidere di amare ciò che non ho mai amato ? Posso adattarmi per amore ma non mi si possono tagliare le ali. D’altra parte ho vissuto da solo in questi quasi due anni e mezzo ormai e non sono stato capace di starmene in pace da solo. Senza Amore si sta male e il resto perde importanza. Non riesci più a vedere con gioia ciò che ti piaceva. Sembra una spirale senza fine. Un cane che si morde la coda. Ricominciare da solo senza l’Amore o con il tuo Amore che in un certo senso ti pone condizioni ? C’è da dire poi che la mia situazione emotiva attuale non mi aiuta di certo. Troppe, tante emozioni hanno intaccato la mia mente in questi ultimi tempi. Sono in panne.
Ciao Luna
Fuori dal coro: riguardo la casa, la natura ecc lo sai come la penso.
Penso che ognuno sa per sé, però per quanto mi riguarda capisco il tuo discorso. Penso tra l’altro che sia ancora più difficile per chi ha sperimentato un certo ritmo di vita (sentendolo affine) fare un certo tipo di cambiamento. Ovviamente non so quanto sia effettivamente distante il lavoro, il centro abitato… e non so quali ragioni ti abbia dato lei per fare questo tipo di cambiamento.
Io questo cambio non lo farei, ma parlo per me.
Il fatto che la fine di un amore o la crisi di un amore portino a stare male e quindi a vivere sotto tono una serie di cose che normalmente fanno stare bene mi pare abbastanza naturale. Si è più “implosi”. D’altra parte non credo che stare in mezzo allo smog ti avrebbe fatto stare meglio (o ti abbia fatto stare meglio).
La natura ha comunque, secondo me, un effetto rilassante, pacificante.
Questo è un momento molto difficile della tua vita, intendo dire per la scomparsa di tuo padre, e molto particolare perché mi sembra naturale anche che ti porti a riflettere su tante cose, anche in un modo più “spirituale” e teso all’incontro con te stesso.
Tua moglie è tornata dopo due anni, è tornata dopo due anni di silenzio, e in questa fase di avvicinamento e di dialogo ti sta chiedendo di cambiare casa? Scusa, non ho capito bene.
Cioè, non ho capito come mai questa questione sia emersa adesso e se sia da lei considerata una priorità. E per quali ragioni.
Intendo dire che da fuori – ovviamente non conoscendo le dinamiche – sembra quasi che lei sia tornata dopo due anni e con delle precise richieste. Scusa la mia domanda molto diretta: secondo te si è posta però anche in ascolto? Sta considerando il momento che per te è molto particolare?
Avete, immagino, molte cose di cui parlare. Questa, si capisce, ti colpisce molto.
Non capisco perché proprio in questo momento ti ritrovi in un dilemma così.
Perché hai la sensazione che lei voglia che tu sia diverso.
Non è che non capisco la tua sensazione, intendo dire che non capisco, scusa, perché tu debba stressarti con questa questione in questo momento, in cui comunque stai vivendo anche una questione personale per cui avresti più bisogno di serenità. Quando dico non capisco non intendo dire che sto giudicando lei, e non conosco i contesti dei discorsi, ma vi siete appena ritrovati e non capisco se vi sia effettivamente la priorità di discutere di tale questione ora.
Vi siete ritrovati dopo due anni, due anni in cui peraltro lei ha rifiutato il dialogo con te.
Ora, benissimo, il dialogo è ripreso e c’è, dici, l’intenzione di ripartire.
Non mi sembra di per sè strano che due persone che si ritrovano e sentono che vogliono ripartire possano celebrare questo nuovo inizio (o la continuazione di una relazione per qualche ragione interrotta) con un progetto comune.
Che sia un viaggio, una casa, o un altro progetto.
Però la questione non ha l’aria di essere vissuta come un progetto comune.
In te non
traspare entusiasmo. E il tuo istinto sulla questione cambiamento, su questo cambiamento, mi pare dica a gran voce un NO.
E questo non cambia, al di là di tutte le altre considerazioni.
Due, mi ripeto, sono le cose che non comprendo:
la prima è perché vivi o devi vivere la questione abitativa come una questione così connessa all’amore.
Cioè:
se scelgo sì mi tengo l’amore/se scelgo no perdo l’amore.
(cioè perché tutto sia così estremo).
La seconda è perché in questo momento la questione sia così prioritaria. (potrebbero esserci delle oggettive ragioni che non conosco, ovviamente). Tu dici giustamente che ti piace fare poche cose una alla volta, per non farle male.
E’ un modo di essere, tuttavia una cosa per volta è anche effettivamente un modo di evitarsi degli stress, riconoscendo delle priorità.
Esempio: in questo momento le mie energie sono investite anche a ritrovare un mio equilibrio nella prima fase di un lutto importante. In questo momento mi sento più confuso o debilitato dal punto di vista energetico. In questo momento le mie energie sono impegnate anche nei confronti della mia famiglia di origine (non c’è nulla di male, e non significa togliere qualcosa a chi ami), anche dal punto di vista pratico (faccio degli esempi).
Quindi questo per me non è il momento di affrontare una questione di questo tipo.
L’altro giorno parlavo con un mio amico che ha perso suo padre una decina di giorni fa. E’ un uomo molto sensibile e positivo.
Ovviamente il dolore è grandissimo. E si ritrova anche con tutta una serie di cose da risolvere.
In lui c’è la voglia anche di fare le cose che lo fanno stare bene, e per quanto riguarda i problemi lui giustamente dici: cerco di risolvere le cose una per volta.
Tu stai vivendo questa cosa del cambio di zona come un problema, è evidente, e un problema che, è vero, forse non vorresti dover affrontare mai. Sai cioè che l’idea di per sè non ti somiglia.
Ma, tanto più, potrei comprendere se tu, anche per lucidità mentale (cioè modalità di organizzazione mentale e di energie) dicessi: ora non è il momento in cui riesco a considerare questa questione in modo sereno e lucido.
E non ci vedo nulla di male.
Anche perché per te non è una questione di poco conto. Fermo restando che ogni nostra scelta ci somiglia o non ci somiglia, non si sta parlando di cambiare automobile o i mobili del soggiorno, ma di cambiare, in sintesi, modalità di vita. E tu la vedi anche come un cambiamento di qualità di vita.
Perché questa questione è così prepotentemente all’ordine del giorno?