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Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

di aleba
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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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1.662 commenti

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  1. 631
    Fuori dal Coro -

    …..che sia la Cina. Strano! Un paese che conta più di un miliardo di persone sta meglio di che ne ha 50 milioni !!!! Sarebbe come dire che una famiglia con sette figli e uno stipendio da 3.000 euro sta meglio di una famiglia con un figlio e uno stipendio da 2.000. Qualcosa non torna. Prima trovavi un lavoro. Era piuttosto facile. E generalmente te lo portavi per tutta la vita. Oggi non vorrei essere un giovane di 20 anni. Sempre a rischio di essere licenziato (ammesso che trovi uno straccio di lavoro). La Telecom licenzia nonostante abbia introiti pazzeschi. Il governo ci fa credere che con la modifica dell’articolo 18 si può risolvere il problema dell’occupazione giovanile. Noi ascoltiamo e “beviamo” ciò che ci dicono. Non ci ribelliamo. Stiamo lì buoni e zitti. Per far lavorare un giovane bisogna licenziare un padre di famiglia senza giusta causa. Non ci viene in mente che così facendo ci sarà comunque un disoccupato per ognuno che viene assunto. L’Equitalia ha messo in ginocchio famiglie andando a recuperare crediti inesistenti sotto tutela dello Stato. Ma a qualcuno è “girato il boccino” e gli ha piazzato le bombe sotto l’gli Uffici. Hanno “stretto il sederino” e adesso sono arrivati a più miti consigli. Ci pensano due volte prima di fare quello che hanno fatto finora. Dobbiamo tirare fuori l’artiglieria allora ?
    Per quanto riguarda la mia situazione…mah…ancora non mi pronuncio. Sto cercando di capire. E’ veramente difficile. Sto cercando di muovermi a passettini. Ma faccio fatica a trovare il bandolo della matassa.
    Un bacione con affetto a voi tutte.

  2. 632
    aleba -

    Ciao Fuori dal Coro, che bella analisi hai fatto. In poche righe hai descritto perfettamente i nostri tempi e la situazione in cui viviamo. Devo dire che concordo pienamente! La maggior parte delle persone pende dall’altoparlante della TV, qualsiasi cosa venga detta. Storicamente l’Italia è un paese dove ognuno fa i fatti suoi e di come viene gestito il paese nel complesso, pochi pensano di fare o addirittura di poter fare qualcosa. Il governo, di qualunque schieramento, va avanti sempre per la sua strada ed è sempre una strada che protegge i privilegi. Come fanno a stabilire come deve vivere una famiglia con 1200 euro al mese se loro li guadagnano in un giorno??. Io non faccio vedere la tv a mia figlia, 1/2 ora al giorno è più che sufficiente, poi le dico di spegnere perchè la tv “si pappa il cervello”. Molto meglio disegnare o giocare a nascondino con il gatto, o fare i compiti “per finta” (è alla scuola materna). Mentre lei mi dice che nei weekend che trascorre con il papà, lui sta tutto il tempo davanti alla tv. Immagino!, lo faceva anche prima. Se non avessi i miei genitori non so cosa farei. Io lavoro tutto il giorno e mia mamma si è sempre occupata di mia figlia nelle ore in cui lavoro. Purtroppo io devo lavorare. Per questo per me era assurdo quando suo papà che ha sempre avuto più tempo di me a casa, la portava a mia mamma con 39 di febbre (20 km di distanza) perchè con la bimba a casa lui non poteva andare al bar a mangiarsi i soldi.
    A me viene ancora da vomitare quando ci penso. E per ogni sua debolezza, per ogni sua mancanza ha sempre fatto sentire in colpa me come se fossi la più infima delle persone. Fuori dal Coro, mi auguro che i tuoi siano passi ponderati, buoni e sicuri. Ciao, buona giornata.

  3. 633
    LUNA -

    ciao cari! 😀 Fuori dal coro capisco il concetto ‘matassa’, e i piccoli passettini mi sembrano la giusta via. Anche perché andando piano ci si ascolta e si aiuta anche l’intuizione. Vera la tua analisi e 🙂 con aleba anche per il gioco dei compiti. Pensa che io lo facevo anche da sola quando ero piccolina, ma nel senso che son stata molto positivamente stimolata. I miei erano giovanissimi e lavoravano entrambi. Mio padre talvolta anche la domenica, però io mi ricordo che c’erano tantissimo. Andavamo ogni domenica, quando si poteva, insieme in mezzo alla natura. I miei mi hanno insegnato sin da piccolissima ad amare e rispettare persone e animali. Ma anche ad usare la fantasia. La prima casa aveva il giardino, anche quando giocavo libera ero in realtà al sicuro. E comunque anche in seguito quando avevo un cortile davanti ho passato tantissimo tempo all’aperto. Mio padre che aveva avuto un’infanzia tra il verde e poi suo malgrado era diventato più cittadino appena è stato possibile è tornato nel verde e noi con lui. Però i fattori son tanti. Vedo ragazzini e bimbi che pur avendo un giardino non lo usano, tanto son sempre di corsa, pur avendo genitori attenti. Che quando non lavorano li seguono tanto. Ma per esempio se c’è qualcosa che non funziona nella scuola c’è troppo da fare a casa. E io che ho insegnato se pure per breve tempo posso dire che spesso colpa degli insegnanti non è. Quando ero piccola io cambiai 3 maestre in 3 anni. Credo fosse raro. Oggi rara è la continuità didattica. Io penso che ogni azione ‘è politica’ anche se non sei schierato. Quando mi è capitato di

  4. 634
    LUNA -

    io ho potuto portare (ero in una struttura ‘intelligente’) degli aspetti che stimolavano la creatività. Ragazzi e genitori erano entusiasti. Ma non perché io fossi ‘un ufo’ ma perché, probabilmente, viviamo in un mondo più ‘passivo’. Infatti noto che esistono tanti corsi creativi e stimolanti e che la gente si iscrive e ne ha una grande ‘sete’ anche per la sovraesposizione passiva. Così cerca un’isola, uno spazio in cui tornare in contatto con sè, la natura, la spontaneità e l’intuizione e la condivisione. Il problema è che ha dimenticato molto spesso a usare ciò nella vita in genere, quotidiana. Io non lo trovo per niente banale. Perché è così che io ho vissuto sempre, anche inconsapevolmente. E infatti mi ha fatto male, anche alla salute, quando le mie vicende personali e l’impostazione mentale altrui mi hanno travolta. Ho 38 anni e non so se avrò mai un figlio. Ma anche nel senso che sento la necessità naturale di sentire di aver ripreso per mano me e di ritornare in equilibrio. Siamo chi siamo, dentro, tra il verde come in città. Però per me è un certo shock aver perso il verde, che è una dimensione di vita. E l’idea di una creatura chiusa in casa tranne che per un’uscita al parco mi fa male fisico. Sarà anche una mia proiezione e appunto qualcosa che io devo risolvere, e grave è altro. Ma così è.

  5. 635
    aleba -

    Ciao Luna, capisco perfettamente la cosa del giardino, del verde. Io sono cresciuta in una tenuta con giardino talmente grande che c’erano degli angoli inesplorati. Con 13 cani di taglia grande che erano la mia scorta in tutte le scorribande. Vivevo nella zona residenziale di una metropoli e a 10 km da casa mia c’era solo la natura, spazi sterminati e animali selvatici che per me erano la vita stessa. L’aria che si respirava era così densa di libertà che lasciava disarmati di fronte alla potenza di madre natura…tanto semplice, quanto complessa e delicata nei suoi equilibri microscopici. Credo che il contatto con la terra, con gli animali e la vegetazione sia di primaria importanza per la formazione di un bambinio, infatti una delle cose che mi frenava dal separarmi era proprio che avrei portato via mia figlia da un giardino di 10.000mq, chiudendola in un appartamento. Ringrazio i miei gatti che la coinvolgono in decine di giochi ed effusioni, ma certo non è come in giardino. Però ricordo come erano persi i suoi occhi quando in quel giardino assisteva involontariamente alle discussioni tra me e il mio ex.Discussioni che lui non accettava di rimandare a quando lei non fosse stata presente. Oggi i suoi occhi sono limpidi, sereni e sorridenti. Penso che ho molto lavoro da fare con lei, prego ogni giorno di essere in grado di nutrire la sua anima con la stessa disponibilità di energie che le ho trasmetto quando la allattavo al seno.
    Ciao, Aleba

  6. 636
    Fuori dal Coro -

    Ciao Aleba, Ciao Luna
    Spero stiate bene, soprattutto in salute che è comunque sempre la cosa più importante. Apprezzo e condivido i concetti espressi da entrambe. Ho cercato di fare una disamina sintetica dei mali che affliggono la Società di oggi e che putroppo, a mio parere, sono la prima vera causa dei vari disagi umani. Non ultimi quelli delle separazioni e del controllo dei figli. Con tutte le conseguenze del caso. Io credo che oggi la gente viva come le pecore. Non si pone i reali problemi. Va dietro al pecorone che si trova davanti e non si pone domande su dove stia andando e perchè. Nella Società di oggi è sparità l’ovvietà, la normalità. Io penso che se incominciassero a dirci che gli orologi per funzionare debbono andare indietro e non avanti ci lasceremmo convincere della giustezza di questa cosa senza porci troppe domande. Negli ultimi 60/70 anni, dal dopoguerra diciamo si è andati incontro progressivamente ad un progresso (o regresso ?) troppo veloce. La vita dell’uomo è cambiata totalmente. Per millenni l’uomo viveva di pari passo con la terra, mentre in questi ultimi decenni la terra è stata abbandonata. Ma cosa sono 60/70 anni in confronto centinaia di migliaia di anni. Siamo proprio sicuri che ciò che stiamo facendo sia corretto ? Il progresso quello vero dov’è ? La medicina quali passi avanti ha fatto ? I veri valori dove sono ? Chi di noi conosce veramente un “mestiere” ? Chi sa fare veramente qualcosa di utile a sè e alla massa ? Siamo diventati un’umanità di scribacchini su tasti di computer. Ma per creare cosa ? La medicina è ferba ad Alberto Sabin che scoprì la penicillina per la cura della tubercolosi. E dove scoprì la cura ? Nella muffa. I medici studiano, vanno in giro con camici bianchi credendo di essere portatori di sapienza. Mentre sanno applicare solo protocolli standardizzati e non sanno curare veramente una persona. Cercano studiano ma non si rendono ancora conto che i rimedi contro le malattie bisogna trovarli in natura e non nei composti chimici. In natura non esiste il punto più alto. E’ un po’ come il gioco del poker: la scala massima batte la media, la media batte la minima, la minima batte la massima. La natura crea, la natura distrugge. La natura crea il cancro ma la natura ti da anche la possibilità di battere il cancro. E non credete all’immortalità. Alla vita che dicono sia aumentata. Non è vero nulla. E’ crollata la mortalità infantile e per questo si è alzata la vita media. Ma i centenari esistono oggi come esistevano tanti anni fa. Si moriva prima a 40 anni si muore oggi 40 anni. La vita media di un cane è sempre stata di 14/15/16 anni. Oggi è la stessa nonostante l’avvento dei veterinari. Il buon Dante scriveva “nel mezzo del cammin di nostra vita” che a suo tempo (600 anni fa o giù di lì) era di 35 anni, quindi con una vita media di 70. E oggi staimo ancora lì. E poi basta farsi un giro nei cimiteri per constatare la realtà dei fatti. Ho visto ultracentari del 1800 e 22enni del 2012. E’ un po’…

  7. 637
    Fuori dal Coro -

    …il discorso che se tu mangi due polli e io zero, abbiamo mangiato 1 pollo per uno. Oggi un medico non è neanche in grado di diagnosticarti una gastrite. Ti fa fare la lastra e non è neanche sicuro. Ci sono le risonanze magnetiche ma non bastano. Prima ti diagnosticavano un tumore con una semplice visita (ho le prove di ciò). Una volta portavi i soldi in banca e ti davano gli interessi. Oggi se porti 10.000 euro e non li tocchi a fine anno te ne trovi 9.900. E a noi sembra normale. Io ti presto i soldi e ti pago pure ???!!!!
    Se un orso, una talpa potessero parlare si chiederebbero se davvero l’uomo è l’essere intelligente. Perchè per loro avere un rifugio è una cosa naturale e…gratis. Noi no il rifugio lo dobbiamo pagare. E mi sta pure bene perchè in fondo lo costruiamo. Però per millenni la casa non è mai stata un grosso problema per l’uomo. Parlando di favole persino Geppetto, falegname povero, aveva un tetto entro cui rifugiarsi e non risulta abbia mai fatto un mutuo trentennale per viverci. Ma andando nella realtà mi risulta che più di 2000 anni fa anche un certo Gesù di Nazareth figlio di un altro falegname povero aveva la sua casa a Nazareth. E non risulta neanche qua dai libri di storia che Giuseppe il falegname abbia dovuto fare un mutuo trentennale per assicurarsi il tetto. Mi direte ma che case erano. Bah, la casa di Gesù non l’ho mai visitata. Però ho visto la casa di una certa Rita da Cascia a Roccaporena in Umbria. Bella casa, su due piani. Costruita in muratura e pietra incerta. Quattro ampie camere, cucina, mattoni in cotto, travi in legno. Forse le porte un po’ basse. Ma una metratura di almeno 80/90 mq. Niente a che vedere con i seminterrati di 30mq che vengono venduti anche a 300.000 euro in estrema periferia!!!!!
    E pure lì non si hanno notizie di mutui a vita.
    Quanto ci sarebbe da parlare da dire. Mi sembra di vivere in un mondo dove circolano uomini caricati a molla. Che camminano senza pensare. Che fanno tutto ciò che viene loro imposto senza porsi il problema di quanto sia grande la deficienza umana. Continuano a costruire automabili Euro 4 Euro 5 Euro 6. Ma le polveri sottili sono sempre di più nell’aria. E si è scoperto che una macchina del 1960 inquina meno di una del 2000. Poi si fanno i treni ultraveloci per guadagnare mezz’ora su 700 km. Ma nelle grandi città non si è in grado di far percorrere 5 km in meno di un’ora. Le stesse grandi città che sembrano offrire chissà cosa. Ma se parli con un giovane di 15/20 anni ti parla sempre e solo di discoteca!!!!
    Un giorno mi trovavo per mia fortuna nelle Isole Vergini del Mar dei Caraibi. Arrivò un gruppo di persone che lavoravano in banca per una vacanza organizzata dalla loro società. Credetemi li ho visti immersi nelle acque cristalline di quel mare e li sentivo parlare di lavoro, di pratiche inutili, di telefonini, di convegni. A qualcuno mancava la metropolitana, altri dicevano “va bè ma che facciamo ?” Li guardavo attonito, incredulo…Boh!!
    Ciao a tutte!!!

  8. 638
    LUNA -

    ALEBA: …infatti ho scritto “siamo chi siamo tra il verde o in città”, perché la cosa più importante, come sottolinei giustamente tu, è il nostro grado di serenità (e anche gioia) interiore, e cosa trasmettiamo. Io credo che tu abbia avuto una grande intelligenza emotiva a capire che tua figlia era a disagio, e a venire incontro ai suoi bisogni.
    Non è detto che un giorno non potrai offrirle e offrire a te stessa anche una dimensione abitativa diversa, sulle corde che si diceva. Ma certamente essere la principessa triste in mezzo al verde non le avrebbe fatto bene, e non l’avrebbe aiutata ad armonizzarsi con se stessa e con la vita.
    Vedi, Aleba, io sono certa che la persona che aveva 13 cani e ha guardato la natura come dici vive sempre dentro di te.
    sicuramente questa (e non solo questa!) cosa di te traspare dal tuo modo di essere, non solo dal modo di fare.
    e tua figlia lo vive e lo sente 😀

    Dicevo: è un problema mio perché appunto è collegato al mio bisogno di natura, di verde. E anche alla mia frustrazione per non essere riuscita a “difendere” questo mio bisogno.
    Io ho vissuto per tanti anni in un posto che amavo, fin da bambina, poi ho trovato una casa in affitto nel luogo che amavo, poi ci siamo trasferiti in un altro posto sempre nel luogo che amavo. sono stata infelice per altre ragioni, purtroppo, ma intorno avevo il mio mondo, un mondo che mi somigliava, e che era parte di me comunque. Non è assolutamente vero come lui ha detto che io sono stata tanto tenace perché lui aveva una casa lì. Quella casa per me è stata fonte di sofferenza. Già solo per il fatto che non ho mai potuto sentirla veramente mia e che in cuor mio ho speso energie infinite per non affezionarmici troppo e per dirle addio, troppe volte.
    Io sono stata tenace perché lo amavo, talmente tenace che forse, se invece fossi stata egoista, avrei difeso un mio bisogno profondo di vivere in un luogo che amo lavorando su questo progetto, che è tutt’altro che materiale. Avrei fatto un master che non ho fatto perché, concentrata a stare in equilibrio su altri casini, vivevo una assurda precarietà e mi concentravo sulla crisi del rapporto.
    Avrei messo via anche ogni centesimo per poter lavorare per un sogno mio. Invece non l’ho fatto. Perché il mio sogno comunque restavamo noi due.
    Non sono una persona viziata, Aleba. sono felice di avere una casa, e peraltro felice con lui sarei stata ovunque. Insieme poi avremmo anche potuto coltivare un sogno di tornare un giorno nel luogo che entrambi amavamo.
    La verità è che io ho vissuto tanto tanto in sottrazione. Fin prima che quel casino esplodesse nella mia vita, con le sue assurdità, non ero mai stata una persona viziata, ma una persona con chiare delle mete, in senso “spirituale” più che materiale sì. Ad un certo punto io ero talmente abbattuta e talmente abituata a vivere comunque con un senso di “sottrazione” (non so se riesco a spiegarti) che mi pareva che essere fosse essere viziati.
    In realtà non lo sono mai stata.

  9. 639
    LUNA -

    E non lo sono adesso. Però mi ascolto. Penso che sono strafortunata ad avere una casa, ma forse sento una ribellione interiore anche per il tempo mio che ho perso.
    La mia non è una rabbia lesiva verso terzi.
    E’ la rabbia di sapere che è assolutamente corretto che non puoi farti amare da chi non ti ama, o risolvere i conflitti di un’altra persona, però fin da bambina io ho sempre visto e ringraziato per ciò che era serenità. Così per me era assurdo vedere qualcuno (come ha fatto sua madre con suo padre) voler coltivare la frustrazione e non sapere godere della tranquillità. Se avesse detto: scusa, non ti amo, ciao. Chi avrebbe potuto comunque dirgli niente? Non è che devi essere sereno e felice per forza con una specifica persona solo perché entrambi (e tu ancora di più) siete nelle condizione di vivere serenamente e anche con gioia e svegliarvi la mattina con il sorriso. Il problema è che lui si dava la zappa sui piedi ogni mattina e la dava sui miei piedi ogni mattina. Provo rabbia perché in fondo più io ero positiva e più lui era negativo, dandomi della persona poco concreta o che voleva fare le cose alle spalle degli altri. Cosa che non sono mai stata. Semmai io ero positiva, oltre che concreta. Lui mi ha trascinato in una modalità frustrante che non mi apparteneva, ed io gliel’ho permesso.
    Provo rabbia perché non sono riuscita a seguire la mia indole veramente e ad un certo punto mi sono convinta che vivere a propria somiglianza fosse utopia o fosse essere viziati. Quasi che rubassi a qualcuno qualcosa. Cosa che non è mai stata. Cioè mi ha fatto entrare in una dinamica tipo (metafora): mi piace vestirmi di rosso, ma chi sono io per volere e avere un vestito rosso? Vola basso, in scala di grigio.
    Ma io non sono mai stata così. Anche perché non ho mai desiderato in vita mia qualcosa che fosse realmente impossibile. I miei sogni sono sempre stati concreti e ho sempre lavorato per realizzarli, passo dopo passo. Accettando anche le frustrazioni connesse al fatto di non poter avere sempre, ovviamente, quello che si vuole. E quando da piccola con i miei si viveva con poco si era felici con quel poco.
    Ma probabilmente provo rabbia proprio perché mi ricordo sempre più chi sono.
    Oggi l’Italia è piegata in quattro, oggi veramente ci può pure venire il dubbio se sarà sempre possibile avere in tavola la minestra. Ed è vero, Fuori dal Coro, che la cosa dei mutui è allucinante. Ma perché un tempo i mutui rappresentavano il concretizzarsi di un desiderio primario (il nido) e di una stabilità, oggi, se te li danno, un’angoscia. Che la salute propria e dei propri cari sia la cosa più importante, insieme ad una qualità di vita dignitosa, è il mio pensiero principale. Anche perché so che nessuna di queste cose sono scontate. Però penso che sia importante coltivare i propri piccoli sogni, e dare loro valore. Pensare di meritarsi una vita che ci somigli e l’idea che pensare di sentire un proprio diritto di migliorarla, innanzitutto dentro sè, sia importante.

  10. 640
    aleba -

    Ciao a tutti.
    Luna, mi ritrovo in ogni passo di ciò che scrivi, ma la mia testa si è fermata sulla frase “Ma probabilmente provo rabbia proprio perché mi ricordo sempre più chi sono. Questo è il nocciolo, questo è quello che ancora mi trascina giù in certe ore, certi giorni.
    Davvero a volte mi sento un’aliena, aliena da me stessa e non riesco a far venire fuori l’aleba che avrei dovuto essere se non ci fossero stati gli ultimi 17 anni. Certo, è impossibile! perchè questi 17 anni non si possono cancellare con un colpo di spugna, mi hanno profondamente cambiata. In particolare ho raggiunto la consapevolezza che ogni persona è sola, nasce sola e vive sola…fino alla fine.

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