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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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ciao care
intanto vi dico grazie parlare con voi mi fa stare un pochino meglio, mi rendo conto che in questi anni mi sono costruita una corazza ma era il solo modo x salvarmi, ho sofferto e sto soffrendo troppo, ho ricevuto troppe umiliaziani, ho dovuto inghiottire troppi rospi, in questo periodo la mia mente mi fa rivivere troppe cose affossate, troppe cose non ricevute, amore, gentilezze, dialogo,allegria , serenita e non me la sento di abbassare la guardia, ho troppa paura della mia reazione potrei non sopportarla. Come vi dicevo da quando qualcuno se messo nel mezzo non ho piu dialogo con mio figlio, ho provato di tutto, sia con le belle che con le cattive, castighi ecc. sono stata definita mamma di merda, mi sono beccata un va fa……. il suo comportamento e di un arroganza impressionante, siccome il padre non prende mai le mie difese glielo lasciato e gli ho detto che e tutto suo che lo gestisca lui, in questo momento non gli rivolgo la parola. Detto cio il psicologo mi chiede di cercare una strada x poter comunicare con il figlio, credetemi non so da che parte iniziare, sono senza forze, senza stimoli e solo al pensiero di avere certe battute, certi discorsi che mi offendono dentro in profondita il mio subconscio lo evita e lo rifiuta. Credo di immaginare che mi rispondete ” e tuo figlio devi dargli tutto l’amore che puoi non lo abbandonare ” si avete ragione gli ho dato tutto gli darei anche il mio corpo se avesse bisogno ma non accetto la mancanza di rispetto, purtroppo per me il rispetto e fondamentale.
A me sembra Neri che forse anche tu hai bisogno di uno spazio protetto dove poter parlare di te, esprimere il tuo malessere, ma anche i tuoi bisogni, indipendentemente da ciò che è meglio e necessario per gli altri. Con ciò non sto dicendo ‘dimenticandoti di tuo figlio’. Ma per andare incontro a lui forse hai bisogno di uno spazio dove andare incontro a te, anche e proprio per le sensazioni tue che hai, che son molto intense. Una cosa non esclude l’altra (cercare quella via di comunicazione con tuo figlio, recuperare un contatto più sereno con te). Per questo mi ripeto: hai un terapeuta che sia per TE uno spazio? – non so ovviamente se sia la cosa ‘giusta’, è quella che mi viene in mente.
Buongiorno. Già, uno spazio tutto per te stessa come dice Luna. Capisco bene cosa si prova quando manca il rispetto, e capisco che tu possa avere la tentazione di gettare la spugna. Questo puoi farlo con tuo marito, non con tuo figlio. Tuo figlio è in una fase della sua vita molto complicata e sicuramente non gli giova vedere tensione tra sua mamma e suo papà. Però con un figlio non si deve mai mollare! Il rispetto da parte di un figlio bisogna pretenderlo, ma bisogna anche insegnarlo e dare l’esempio. Io sono convinta che chi semina raccoglie, proprio con i figli questo è evidente. Ora può allontanarti, disprezzarti, odiarti…ma non è maturo e sta crescendo, quini a lui è concesso essere in crisi con il mondo intero. Sei tu la persona adulta che deve trovare la strada giusta per mettersi in contatto con lui. Penso che la sincerità e la schiettezza siano fondamentali per spianarsi la strada. Non devi aspettarti comprensione da lui, perchè lui non è in grado di comprendere in questo momento, ora lui ha bisogno di essere compreso. Una mamma che ti dice “me ne lavo le mani” sicuramente non trasmette un messaggio positivo. Un genitore, pur restando fermo quando dice al figlio “stai sbagliando” non si deve spostare, deve dare comunque un segnale chiaro di “io sono qui appoggiati”. E’ evidente che anche tu hai bisogno di un supporto, di una valvola di sfogo e di trovare un modo per elaborare il comportamento di tuo figlio nei tuoi confronti. Certo non essendo serena fai fatica a trasmettere serenità, quindi il mio consiglio è proprio come ha detto Luna..trova uno spazio tuo per sviscerare il problema, per parlare di come ti senti e mettere ordine. Però non abbandonare tuo figlio! il punto non è che tu l’hai portato in grembo per 9 mesi, il punto è che sta crescendo e gli serve una guida sincera, dove la verità, anche la più dolorosa, non sia respinta in nome della confusione e dell’omertà. Se ci sono problemi si inquadrano, gli si dà il nome che gli spetta e ci si rimbocca le maniche per risolverli quando si tratta di figli.Un adolescente non è in grado di inquadrare e risolvere i problemi, ne ha già troppi per conto suo e non è suo compito prendere le difese dell’uno o dell’altro genitore. Lascia perdere l’atteggiamento di tuo marito, concentrati sul rapporto con tuo figlio. Quando sarà un uomo tuo figlio ti ringrazierà per aver insistito, ma se lo lasci ora non capirà mai le ragioni dell’abbandono da parte tua e potresti perderlo davvero.
Anche il mio ex ha sempre cercato di screditarmi, di farmi apparire indegna e pazza di fronte a mia figlia e lo sta facendo anche adesso. Ma io non ho mollato e non mollerò mai! La mamma vera in carne ed ossa che mia figlia vive ogni giorno, non corrisponde affatto a ciò che suo padre dice di me. Spero che Dio mi assista e ti auguro tanta forza anche a te.
Non voglio creare allarmismi, ovviamente, solo a titolo informativo:
avete mai sentito parlare della PAS, sindrome da alienazione genitoriale? Naturalmente non so se sia questo il caso, però è sicuramente vero che può essere molto difficile riuscire a trovare un “ponte” verso un figlio che si trova in un’età difficile e insieme in una situazione così particolare e nella posizione di essere insieme oggetto di molestia psicologica (l’allontamento da una figura centrale da parte dell’altro genitore lo è), confusione, essere messo di fronte ad un’apparente necessità di schierarsi, trovare “un colpevole”, pensare che ci di debba mettere in una posizione di offesa/difesa, incarnare, in una sorta di copione, un ruolo per cercare inconsciamente di difendersi dal dover incarnare un altro ruolo “più debole”…
Penso che il fatto che ci sia un supporto psicologico sia fondamentale, anche per comprendere e dipanare la matassa che sta dietro agli atteggiamenti e le dinamiche.
Un figlio non si abbandona, è vero, e non oso immaginare il dolore che possa provare una madre nel pensare che sta lasciando suo figlio in “ostaggio” all’egoismo e alle dinamiche del padre. Però Neri certo è fondamentale che tu ti faccia aiutare a trovare non una via passiva e dolorosa, e distruttiva anche per te, ma una via assertiva e costruttiva per trovare un’armonia con tuo figlio, per fargli sentire che lo ami, ma è giusto che tu ami anche te stessa.
per fargli sentire che non stai rifiutando lui, ma una serie di atteggiamenti.
Purtroppo immagino che questa differenza tra il dire no ad un atteggiamento e dire no alla persona non sia qualcosa che tuo figlio ha potuto respirare e conoscere, non da parte di tuo marito.
Se la situazione è come mi pare di leggerla (non sto dicendo che non lo è, il mio se è nel senso che ovviamente non la conosco, tantomeno nel dettaglio e quindi posso aver capito male io) tuo figlio, come te, avrà combattuto sin da piccolo per restare in equilibrio in una situazione difficile, situazioni che portano nei figli a incarnare ruoli da aggressività difensiva, autoresponsabilizzazione e colpevolizzazione o da “risolutore”, a volte anche tutti contemporaneamente. Se tuo figlio ti ha sempre vista difenderti in un ruolo passivo ora anche il tuo sano egoismo di autoconservazione (non contro di lui, ma pro te stessa) può sembrargli qualcosa che non comprende. Perché non lo conosce.
Di fronte ad una situazione di forte stresse e violenza l’essere umano, se non può affrontare direttamente ciò che percepisce come “nemico” scappa, si nasconde (mimetizza) o si adatta.
Lo “spostarsi” in modo sano, non aggressivo, ma costruttivo, è una delle cose che spesso si fatica di più ad imparare nella vita o a ricordare, se si è dimenticato cosa sia.
Non è una mia esperienza personale, e ci tengo a precisarlo perché è corretto dire “è facile parlare da fuori”, pur con tutta l’empatia possibile.
Quello che posso dirti è che ho conosciuto uomini e donne (non è una questione di genere) trovarsi nella situazione di dover spostarsi da una situazione lesiva e violenta, avere dei figli in fortissima crisi, essere in fortissima crisi anche per questo, ovviamente, e dover cercare sia il modo di spostarsi dal centro della guerra, sia di dover trovare una via assertiva e costruttiva per far comprendere al o ai figli di non averli abbandonati, bensì coltivare ogni giorno, comunque, un legame, quale fosse il rifiuto rabbioso o il dubbio da parte dei figli.
Comunque l’adulta sei tu, e la madre sei tu. E’ vero che “spetta” a te il cercare e trovare la strada, perché anche attraverso la dimostrazione di cercare la strada, una strada diversa dalla violenza e dall’abbandono, mostrerai a tuo figlio che non esiste un solo copione per stare al mondo, che l’offesa, il rancore, la violenza verbale non sono la strada, non esiste solo abbandonare per non sentirsi abbandonati, alzare la cresta per non sentirsi più deboli.
Ricordati che tuo figlio può provare un inconscio disagio anche perché non ti ha vista difenderti adeguatamente dalla violenza o perché non si è sentito in grado di proteggerti o perché pensa che i suoi genitori non sono stati in grado di proteggerlo e assicurargli la serenità, e allora senza rendersi conto gli viene da “schierarsi” dalla parte di chi lo manipola in un certo modo o gli sembra incarnare la forza versus debolezza. Ovviamente io non so se sia così, scusa Neri, faccio solo delle ipotesi di adattamento.
E’ assolutamente corretto secondo me che tu mostri a tuo figlio che non intendi accettare i suoi atteggiamenti molesti, violenti o aggressivi, perché non funziona così.
Ma il messaggio non deve essere: rifiuto te perché tu sei così semmai mi sposto da un certo tipo di atteggiamenti. Ci sono, e sono pronta ad accoglierti, dare, esserci, costruire insieme a te, ma non è questa la via.
Facile a dirsi, mi rendo conto.
Ma è per questo che penso che sia fondamentale un valido supporto psicologico, per aiutare tuo figlio, ma anche per aiutare te. A non sbattere contro un muro fino a sanguinare, ma neanche ad avere un atteggiamento di resa totale e incondizionata.
I genitori che conosco che hanno combattuto e combattono queste battaglie hanno trovato una via per esistere, essere, coltivare una propria serenità e cercare di trasmettere ai loro figli, sempre, che non li avevano abbandonati. Che erano lì, per loro, per sostenerli, per amarli, sempre, ma che con loro e per loro volevano creare uno spazio di serenità, assertività.
Non puoi chiedere a te stessa di essere una donna/madre zerbina che assorbe violenza neanche in nome del fatto che ami tuo figlio, questo hai scritto Neri, vero? Lo comprendo. Bisogna cercare e trovare un’altra strada. Esiste, Neri? io credo di sì. E ti abbraccio
Ciao!
Ciò che ha scritto Luna è proprio vero. Io posso dire di aver capito che dovevo separarmi dal mio compagno proprio perchè la nostra storia così malata stava contagiando mia figlia. Io ho attraversato un grande stato confusione, rabbia, depressione. Per calmare il mio compagno dovevo respingere mia figlia, per respingerla dovevo violentare me stessa, quando non la respingevo comunque ero in crisi perchè lui era pieno di rabbia, invidia. Guarda neri21, ho cercato più volte di prendere un appuntamento con lo psicologo, ci sono riuscita quando mia figlia aveva quattro anni e mezzo. Già a quell’età la bimba era combattuta tra il fare la bambina innocente e con la certezza che mamma e papà siano al mondo per lei, e il proteggere me cercando di far capire a suo padre che era il suo papà e che gli voleva bene. Non c’è una graduatoria, essere genitori non è una competizione, un lavoro dove puoi fare carriera a gomitate. Il genitore è un ruolo difficile dove bisogno tenere in primo piano il fatto che stiamo aiutando una persona nuova a diventare grande. Il mondo è pieno di squali e i bambini devono imparare a difendersi, ma devono anche sapere che ci sono i delfini e che ne conosceranno molti se sapranno essere equilibrati e pieni. Vedi neri21, una bambina molto amica di mia figlia che all’epoca aveva 10 anni, un giorno mi confidò che mia figlia parlava molto di noi, della sua mamma e del suo papà e le cose che mi disse mi spezzarono il cuore. Ho deciso che mia figlia doveva vivere la sua infanzia, semplicemente da bambina e non da mediatrice coscenziosa per i conflitti in famiglia. Quando ho cominciato a difendere la mia persona, a ricostruire la mia autostima, ho concretamente fatto vedere a mia figlia cosa voglia dire il rispetto. Tu non immagini quanto sia serena adesso, a distanza di 6 mesi dalla separazione. La vita è meravigliosa.
Trova il coraggio di andare avanti, da donna, da mamma e cerca un supporto….una lanterna che ti aiuti a dissolvere le ombre.
Bacioni
ciao aleba e luna
vi ringrazio di cuore nel senso della parole che mi avete scritto, non vi conosco, non so quanti anni avete, non so chi siete, involontariamente sono arrivata in questo sito o letto le vs. lettere e parole e mi hanno preso, ho voluto sfogarmi senza pretendere niente da voi, mi avete aperto il cuore e gli occhi, vi sento vicine come delle amiche dell’infanzia, credetemi avete colpito, sto raccogliendo i pezzi, avevo perso la mia strada sopratutto con mio figlio, avete ragione devo farmi aiutare e so gia di chi sicuramento non dallo psicologo dell’uomo del monte, devo avere uno spazio tutto mio, questa altalena mi divora e non mi fa vedere le cose obiettivamente. Ho voluto stampare le vs lettere x leggerle in continuazione, sono un toccasana, piango x la disperazione ma nello stesso tempo mi fanno vedere la strada per andare a avanti. Con mio figlio ho gia cambiato atteggiamento e anche se e passato poco tempo almeno ci parliamo da civili. Sicuramente avrò una lunga strada da percorre ma e mia. Lunedi telefono alla psicologa e vado quanto prima perche ho la sensazione che mi devo muovere, devo dare una svolta a questa situazione x il bene dei miei figli e mio. ciao e grazie di cuore , grazie di cuore. bacioniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
grazie a te Neri. E un grande grande abbraccio. Son contenta di leggere questa bella energia nelle tue parole. (ps: io ho 38 anni).
Mi unisco a Luna, coltiva la tua energia. E io ho 40 anni…
Ciao ragazze
Un saluto a voi tutte care Aleba, Luna, Maria. E anche alla nuova neri21. Ho letto il tuo sfogo neri. Mi rifaccio a quel che ho detto più volte ad Aleba. Non riesco a capire come possano esistere certi uomini. Uomini che umiliano, che trattano a pesci in facci le proprie donne senza ritegno. Capisco anche la tua sensazione nei confronti di tuo figlio e mi rendo conto che non è facile gestire una situazione simile. Quello che posso dirti è che hai comunque qualcosa per cui lottare: l’altro tuo figlio e…quello che adesso sembra ti sia contro. Può darsi anche che abbia ripreso dal padre. Però a quell’età non si è convinti di molte cose. Deve solo capire e so che non è facile.
Aleba, Luna, Maria: per quanto riguarda la mia situazione vi rimando al mio ultimo post: non so cosa dire. Sto vedendo, valutando, cercando di capire il tutto. Mi sto rendendo conto ogni giorno che non è facile. Però non voglio buttare questa opportunità, perchè in me c’è tanto amore per la mia donna. Ma…voglio capire. Ripeto quanto vi ho scritto ultimamente. Posso capire la mia testa ma, ciò che passa nella testa altrui soprattutto in questo momento non sono sinceramente in grado di capirlo.
Dovrei scrivere molte cose, tante sensazioni, tante parole che ci stiamo dicendo. Ce ne sono di significative che sembrano indirizzate verso una ricoconciliazione totale. Però adesso e, correggetemi se stosbagliando a pensarla così, sto cercando di capire cosa le sia realmente passato per la testa e per il cuore e cosa le sta realmente passando adesso. Il suo cambiamento sembra “quasi” totale. Mi prendo il “quasi” per scaramanzia. Però “voglio capire”. Voglio capire cosa c’è dentro il suo cuore e perchè in questi due anni ha fatto dei passi così determinati e sicuri contro di me. Paradossalmente sono in difficoltà anche più di prima sotto certi aspetti. Forse anche perchè adesso ho perso l’angoscia che avevo prima perchè è stata sostituita dal dolore. Dal dolore sordo e continuo di ogni giorni che ho per la perdità del mio papà.
Un bacio a tutte e grazie sempre per come sapete stare vicino alla genete.
Grazie davvero.