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Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

di aleba
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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1.662 commenti

Pagine: 1 53 54 55 56 57 167

  1. 541
    maria -

    aleba- mi piacciono le tue massimee anche cio’ che ti schisse quel poeta. e’ vero,ogni passo che si fa’ si riflette cio’ che e’ stato, anche cio’ che scrivi tu, mi fa riflettere, ma sento dentro di te che stai facendo il percorso giusto e come dice alessandro sarai piu forte nel tuo futuro e vedrai che poco per volta che avrai sciolto i tuoi nodi,questa esperienza diventera’ sempre piu lontana.
    su’ con il morale Aleba, voglio vederti sorridere dentro. Ora,contate solo tu e la tua piccola. Impara a contare solo su te stessa come faccio io d’altronde, e’ un percorso con grossi ostacoli, ma alla fine ti rafforza ed imparerai ad non avere piu paura di te stessa e degli altri.
    un’abbraccio maria

  2. 542
    Fuori dal Coro -

    Aleba
    Se fosse successo un incidente o cose simili mi sarei precipitato punto e basta. I miei errori sono come dici tu sul corteggiamento serrato (lo chiamo come lo hai indicato tu). Io non so se lei si sia sentita trascurata per questo. Io non lo so. Certo è che se avessi solo immaginato che poteva accadere quello che poi è successo non avrei esitato a cercare quantomeno di provare ad essere “al top” ogni giorno.Io non so perchè non si è sentita valorizzata, perchè si è sentita trascurata, (così mi rinfacciato). Io mi sono comportato con lei come ci si comporta con una moglie con un’amante con un’amica che si conosce da tanto tempo. Non so quali meccanismi scattano per far pensare ad una donna che un uomo la stia trascurando. A volte mi viene da paragonare l’amore al sole. Il sole c’è sempre ogni giorno. Ma a volte non si vede perchè è coperto dalle nuvole e sembra non ci sia…ma c’è. Lei in questi due anni mi ha detto che l’amore va alimentato come un fuoco che altrimenti si spegne. Io so solo che se il fuoco si spegne se c’è amore sotto la cenere rimane la brace ardente e ci vuol poco a ravvivarlo. Non so se sia come dici tu Aleba che scrivendomi “ma tu mi vuoi bene ?” in realtà si chiedeva se me ne volesse lei. Se fosse così perchè mi avrebbe scritto l’altro messaggio “E’ che io ti voglio tanto bene solo che tu….non capisci niente”. Io non racconto frottole Aleba. Non ne avrei motivo. Per farmi dare ragione quando in realtà sono distrutto dai sensi di colpa ? Io sto cercando di raccontare la mia storia. A questo punto non solo per cercare di capire perchè sia finita ma anche e soprattutto cercare di capire la storia stessa. Perchè continuo a sostenere che sia stata una storia magica quando da due anni mi sembra di capire che per lei sia stato un inferno ? Aleba 15 anni sono tanti. Ed io sono ancora sotto shock nel sentire lei che mi rinfaccia ogni cosa che per me appariva normale. Anche a me come il tuo compagno mi capitava a volte di sbuffare. Magari se c’era da comprare il pane. Sbuffavo perchè le dicevo “Ma scusa avevo modo di prenderlo prima perchè non mi hai telefonato per dirmelo ? Sarei andato io ?”, sbuffavo, a volte, quando c’erano da piegare le lenzuola, ma poi quando mi avvicinavo a lei con le lenzuola piegate le davo un bacio. E’ grave questo ? Ma qui credo si stia parlando di quotidianità alla quale a volte si può reagire in un determinato modo. Lo faresti anche con te stesso se in un dato momento non ti andasse di fare una cosa: “Oh Madonna, mi sono dimenticato di comperare il pane, Ma non potevo pensarci prima ?”
    Ma come si fa cara Aleba a vivere per 15 anni con gli ideali di un’altra persona. Eppure ti assicuro mia moglie era una persona molto matura, intelligente. Come può aver fatto così confusione ? Si è vero mi ha rinfacciato di aver subito la mia personalità. Ma io ero solo me stesso. Lei me ne ha dette di cosa Aleba dopo essere uscita di casa: che ero un’egoista, che non volevo responsabilità, che la trascuravo….

  3. 543
    LUNA -

    FUORI DAL CORO: forse il punto è che tu, in questo analizzare, ripercorrere, far passare sullo schermo il nastro mille e mille volte fermandoti sui frames, in questo tuo farti la pagella, giudicarti, interrogarti dai per scontato che debba esserci una sorta di errore centrale e che debba essere tuo, per forza più tuo. una tua mancanza.
    come se una relazione fosse qualcosa che dipende da uno dei due che deve saper far funzionare le cose. Questo anche perché, così pare leggendoti, la persona che se n’è andata, ti ha dato appunto tutta la responsabilità. Ma pure se lei ti ha dato tutta la responsabilità ciò non significa che sia vero. Quello che dicevo sulla psicologia cognitiva non vale solo per te, ovviamente vale pure per lei. E per tutti noi.
    E ciò non significa che tu avresti potuto, anche comportandoti in un certo modo, evitare che lei lo leggesse attraverso la sua emotività, la sua personalità, i suoi pensieri, le sue crisi, cose anche sue irrisolte.
    Messa così sembra che siamo tutti allo sbando, ma il senso è, invece, Fuori dal Coro, che comunque, neanche quando potremmo darci in teoria una medaglia, possiamo controllare gli altri. E se in questo momento può sembrarti angosciante, forse più in là potrebbe anche invece risultarti liberatorio. Io so cosa sia un trauma, e so anche perché il trauma enfatizza le cose. Ne parlavo ieri con una persona:
    ho vissuto per dieci anni in una storia bella e normale in cui pregi e difetti, dare e avere, arrivare cinque minuti in ritardo o dimenticare l’acqua sul fuoco erano semplicemente delle cose normali in un contesto normale. Come diceva Aleba non si è sempre al top, nessuno. E anche il concetto di essere al top è relativo. perché anche la donna che può dire: come ha potuto lasciarmi se la casa era sempre perfetta? potrebbe sentirti dire: in realtà tu passavi l’aspirapolvere invece di guardare la partita di calcio con me. E io mi sentivo solo.
    Forse però il punto sta anche nel dire: mi sentivo.
    Perché non me lo hai detto prima?
    E il tuo sentirti solo dipendeva davvero dalla partita e dall’aspirapolvere? ed eri davvero in grado di decodificare il TUO (generico, intendo ore, no tu tu) stato d’animo?
    voglio dire che alla fine, anche se dopo un trauma o esperienze davvero drammatiche, si tende a dover ragionare molto, a trovare dei parametri, a dividere le responsabilità o non rischiare di prendersele tutte (o di darle tutte, altra faccia della medaglia che nella vita, secondo me, non conviene, per quanto si possa intravedere un vantaggio nello scaricare le scelte della propria vita sugli altri… ma è DIPENDENZA pure questa) alla fine la differenza forse sta anche nel fatto che prima, quando le cose accadevano, si chiamano non tribunale di inquisizione, ma vita. Ora non sto parlando di casi estremi come quello di Aleba o delle situazioni estreme in cui anch’io ad un certo punto mi sono trovata, ma parlo del prima, parlo di quando io mi sono trovata a lavorare di più e lui si è sentito più solo, ma

  4. 544
    LUNA -

    anche se con il senno di poi io potrei dire: “maledetto il momento in cui ho lavorato di più, perché ho perso l’amore” non è vero.
    e guarda che questo io me lo sono detta, eh, uh! e sapessi quanto!
    Anche perché, con il senno di poi, lui mi ha detto: “tanto la nostra storia era finita in quegli anni”.
    Era finita in quegli anni in cui eravamo comunque sempre insieme?
    In chi comunque io condividevo con lui la mia vita, che era fatta anche di uscite “mondane” (e sapeva benissimo con quale atteggiamento io le affrontavo, cioè restando sempre me stessa e trovando anche un lato positivo che esulava completamente dal fatto “superficiale” o “brillantini e pailettes”, ma era un lato umano, in cui io comunque guardavo il mondo, il circostante, le esperienze sempre insieme a lui) ma in cui io l’ho sempre voluto al mio fianco, ma non costretto ad essere al mio fianco, e da cui poi scappavamo insieme per stare da soli. Certo, io capisco che poteva essere dura avere meno tempo, ma era capitato nella vita che fosse lui ad avere meno tempo, che fossi io a modulare la mia vita per riuscire a stargli dietro, ed era oggettivo e lui lo sapeva benissimo perché avevo meno tempo. e soprattutto non credo di aver mai tolto dell’intensità al nostro tempo. Perché quando andavamo in ferie io cambiavo persino numero di telefono pur che nessuno ci disturbasse. Tra l’altro molte delle cose che abbiamo condiviso sono state utili anche a lui per conoscere nuove cose. Guarda che io vedo tutta la sua generosità in quegli anni. E vedo anche che alle volte magari io non ero al top perché umanamente si può essere più stanchi o presi o preoccupati. Ma d’altra parte quando lui era preso dalle sue cose, nella vita, io le ho sempre rispettate, e magari studiavo stando nella stessa stanza, per condividere ma senza costringerlo a pensare che doveva darmi attenzione ogni cinque secondi.
    E’ chiaro che io posso andare indietro e vedere degli episodi e dare loro un carico enorme con il senno di poi. Anche episodi bellissimi, come il fatto che lui mi fosse accanto, possono diventare lame taglienti. Lui può sembrare l’angelo che c’era, io il demone che non se ne rendeva conto. Ma non è così. In quel periodo più che mai ho pensato che noi fossimo una squadra e che ci amassimo molto. In quel momento io facevo fatica, ma con amore, per essere il più possibile al top. La differenza è che non potevo immaginare che mi attendeva una catastrofe. Perché? Perché colui che poi mi ha detto: è finita in quegli anni, al contempo è vero a volte brontolava, ma mi diceva anche: sono fiero di te.
    e perché, se io pure avrei potuto forse fare di più e di meglio (probabilmente si può sempre, con il senno di poi, ma è anche vero che è quando siamo nelle circostante che facciamo il nostro meglio in quel momento) forse anche da lui mi aspettavo, per la stima che avevo in lui, una maturità maggiore nel rendersi conto che quella era una fase. La vita non è statica (continua)

  5. 545
    Fuori dal coro -

    …che pensavo alle mie cose (quali cose ?) e che chiaramente non volevo un figlio. Mentre scrivevo il primo post ad Aleba ho letto l’intervento di Alessandro (post n. 539). Alessandro ok l’amore non si dimostra con i bigliettini nè con i fiori. Ma come allora ? Con il corteggiamento serrato così come diceva Aleba o in quale altro modo ? Un gesto, una parola quotidiana, quale può essere Alessandro ? Certo io lo ammetto non stavo ogni giorno a dirle che l’amavo però che so mi complimentavo come detto più volte per la sua bravura in cucina, per come sapeva fare ogni cosa. Scherzavo con lei, l’abbtacciavo spesso mentre lavava i piatti. E poi Alessandro, non scordiamoci che viaggiavo con lei ogni giorno per andare al lavoro. Parlavamo in macchina. Spesso giocavamo chiamandoci “Amore” e giocandoci sopra. La sera mi sedevo spesso con lei sul divano per vedere la tv insieme. Magari capitava di addormentarmi. Onestamente Alessandro vorrei davvero cercare di capire dove ho realmente sbagliato. Al punto tale da non aver diritto ad una chanche di riabilitazione. Ok il probabile intervento di una terza persona. Ma da una donna come lei. Anche a detta di chi ci conosceva chiaramente innamorata del proprio marito tutto ciò non te lo aspetti. Ripeto quanto ho scritto nel post n. 535: non starei qui a confrontarmi a chiedere pareri se la mia fosse stata una storia come tante. Finita per manifesta mancanza d’amore, per incompatibilità caratteriali o quant’altro. Caspita Alessandro in un matrimonio che ha termine difficilmente mi pare di aver visto crollare tutto senza situazioni manifeste. Nel mio caso si tratta di due persone che, sia pure con caratteristiche diverse, si amavano. Una coppia che mai nessuno ha sentito litigare e che comunque nessuno, me compreso pensava ad una fine così improvvisa. La cosa strana è che che non mi vede da qualche tempo rimane stupito dal fatto che non siamo riusciti a mettere le cose a poste. Ognuno si chiede cosa di tanto grave fosse successo ad una coppia che sembrava affiatatissima agli occhi di tutti.
    Risultato finale di tutto è che io non riesco ad accettare la realtà. E che soprattutto sono fermo al palo senza possibilità alcuna di andare avanti, di tornare a vedere la luce. Questa cosa mi ha distrutto interiormente per tutti i vari motivi che ho scritto più volte. Sono estremamente sincero quando dico che non stacco mai dal problema. Ho lo stomaco perennemente in subbuglio e la testa sempre ferma lì. Non ho interesse per altre donne e mi sento perennemente solo. Come se vivessi in un mondo nel quale non ho mai vissuto. E’ un disagio forte, estremo, che non ho mai provato in vita mia. E quel che è più grave peggiora con passare del tempo. Neanche il supporto psicologico mi sta aiutando. Tutt’altro. E se devo dirla tutta noto difficoltà anche in chi mi segue. Se non sarò presente in questi giorni è a causa di una breve vacanza che spero quantomeno mi faccia staccare un minimo. Ci credo poco però.
    Ciao

  6. 546
    aleba -

    Stacca Fuori dal Coro, stacca e rilassati. Vedi, come dice Luna, tu cerchi la colpa tua per assolvere lei e per avere una certezza della pena. Tu stai passando le pene dell’inferno, quindi una qualche colpa grave la devi avere e se non la trovi, la inventi. Io forse mi sono spiegata male, ritengo che in una coppia collaudata non sia necessario il corteggiamento serrato.Invece sono perfetti gli atteggiamenti dolci, docili, l’accoglienza. Pur negli sbuffi.

  7. 547
    Alessandro -

    @Fuori dal coro. Perche’ vuoi torturarti cercando colpe che non hai?
    Mi chiedi come si puo’ dimostrare l’amore, ti rispondo che non vi e’ una regola, l’amore della compagna lo respiri e allora tutto e’ piu’ semplice, un gesto, una parola, la complicita’, un mix inspiegabile. Tu mi dici che il vostro era vero amore e allora ti chiedo : Perche’ ti ha lasciato? Tu mi rispondi : perche’ voleva un figlio e allora ritorniamo al punto di partenza. Chi ama non lascia mai! Solo in casi di storie parallele accade, amori che non troveranno mai appagamento alla luce del sole e quindi destinati a morire con immane sofferenza ma in alcuni casi l’amore e’ talmente forte da superare l’ostacolo dei figli, della famiglia, delle critiche per essere vissuto pienamente. Devi accettare la cruda realta’ : lei non ti amava piu’! finita la fase dell’innamoramento ha iniziato a guardarsi intorno, tu non ti sei accorto di nulla perche’ ne avevi piena fiducia e mai avresti immaginato.., quando inizierai ad accettare questo sarai sulla strada della guarigione, non hai colpe, sei una vittima e da tale devi reagire per non soccombere.

  8. 548
    aqleba -

    Per Maria, sono consapevole di essere sola…senza un uomo intendo. Anche prima ero sola.
    Per Alessandro, restando con lui avrei compromesso anche il futuro di donna di mia figlia. No, non potevo permettere che lei crescesse pensando che sia “normale” ciò che ho vissuto io. Ci si tira su le maniche e si va avanti, è dura ma è fattibile.
    Per Fuori dal Coro, Morelli (lo psicologo) scrive una cosa interessante sui matrimoni senza litigi, dice che una coppia che non litiga non è una coppia eterna, anzi è probabile che si sciolga. Dice che sono proprio le discussioni, i confronti che consentono ai due componenti di progredire nel rapporto, di aggiustare il tiro, di essere consapevoli delle proprie posizioni, questo rafforza l’unione. Certo non ai livelli psicotici del mio ex, ma in un clima civile di confronto schietto e diretto.
    Baci

  9. 549
    Fuori dal Coro -

    Luna
    Purtroppo i miei errori ci sono. Non li vado a cercare per forza. E non perché lei mi ha addossato tutta la responsabilità. Il fatto che anche lei possa avere delle colpe non mi solleva. Io so gli errori che ho commesso e non riesco a perdonarmi. Non posso farlo. Non ho la capacita di poter leggere nel futuro. Ma sono convinto che se avessimo avuto un figlio e fossi stato leggermente più “attento” tutto questo non sarebbe successo. Lo so che con i se e con i ma non si arriva da nessuna parte. Però la mia storia e ciò che si è sbagliato appare piuttosto chiaro. Tu mi dirai che adesso, con il senno di poi mi appare chiaro, mentre prima no. Posso risponderti onestamente dicendoti che non credevo di commettere chissà cosa di grave. Pensavo, e già l’ho detto in precedenza, che bastasse essere se stessi per poter vivere un matrimonio sereno. Onestamente, davvero, non credevo fosse così complicato. Non pensavo davvero, durante il mio fidanzamento, e a maggior ragione durante la mia convivenza di stare un giorno a parlare di queste cose. Sentir parlare di aspirapolvere passati, di partite viste o non viste alla tv, di sentirsi solo perché tua moglie non guarda la partita con te perché invece tiene la casa perfetta. Tutto questo e altre cose simili a questa mi sembrano assurde, inconcepibili, pazzesche. Qui stiamo parlando di problemi psicologici allo stato puro. Sarà che sono sempre stato una persona logica e chiaro: questo mi piace, questo no, questo lo voglio, questo non lo voglio, oggi mi va, domani non mi va. La vita è già tanto complicata di suo, rendersela complicata per certe cose mi sa proprio di situazioni da manicomio. Tu Luna mi citi il fatto che ti sei messa a lavorare di più e lui si è sentito solo ? Ma lui te lo ha detto che non volevo che tu ti mettessi a lavorare di più ? O se lo è tenuto dentro spiattellandolo dopo tanto tempo ? Io nella mia semplicità se mia moglie si fosse messa a lavorare fino alle 21 le avrei detto chiaramente che non ero contento di ciò e che avrei preferito guadagnare di meno piuttosto che privarmi per tanto tempo della compagnia di mia moglie. Lo stesso sarebbe dovuto essere se fossi stato io a lavorare fino alle 21 e lei ad esserne scontenta. Non puoi rinfacciarlo in seguito. Ne parli chiaro e fai presente che ciò ti da fastidio. Poi bisogna sempre distinguere la necessità dalla non necessità. Insomma Luna le cose son semplici. Siamo noi che ce le rendiamo complicate. Io ero chiaro non volevo figli perché non mi andava di cambiare quella vita che conducevo con lei. Ma se a lei tutto questo non andava bene doveva parlare chiaro. Non limitarsi a chiedere per sentire il mio parere. Ma soprattutto farmi capire quanto effettivamente fosse importante questo figlio al punto tale da compromettere il rapporto di coppia.
    Certo Aleba io sto passando le pene dell’inferno. Sto vivendo un tormento interiore pazzesco. Ma il motivo maggiore è che io amo mia moglie. L’ho sempre amata e tutto questo che è successo tra…

  10. 550
    Fuori dal Coro -

    ….di noi mi sa di assurdo, di incredibile. A me molto semplicemente manca lei, la mia vita con lei, tutto quello che abbiamo fatto insieme e il pensare che la separazione possa essere dipesa dal non aver generato un figlio o dall’aver fatto o non fatto determinate cose in un determinato momento mi manderà prima o poi al manicomio.
    Alessandro non posso dire di non aver colpe. Ce le ho. Anche se, figlio a parte, non le ritengo così gravi da giustificare un distacco improvviso. O quanto meno senza discussioni e frasi certe che ti facessero capire ciò che stava succedendo. La mia incredulità, il mio tormento, la mia non rassegnazione gioca sul fatto che lei, lo ribadisco, era una persona equilibrata, chiara, precisa, pulita, e soprattutto leale e corretta. Non accetti tutto questo da una persona del genere. Non lo accetterai mai. Mai te ne farai una ragione soprattutto se sei una persona che crede a certe cose e che ha degli ideali. Chi ama non lascia mai. Grande verità Alessandro. Anch’io sono del tuo stesso avviso. Io, infatti, il più freddo apparentemente, quello che poteva stare un minuto o un giorno senza la propria moglie, ma che non poteva stare senza la moglie, non avrei mai lasciato mia moglie. Semplicemente perché l’amavo. Pur mantenendo il mio modo di essere. Pur non annullandomi. Pur non dicendole tutti i giorni “Ti Amo” e mancando qualche volta di coccole e attenzioni. Sostanza vs. Forma. Dici bene anche quando affermi che non mi sono accorto di nulla perché avevo piena fiducia in lei. Grande verità Alessandro: fiducia estrema senza mezzi termini. Avrei potuto contare il numero di mattonelle che percorreva ma la stima e la fiducia che avevo nei suoi confronti era immensa.. Nonostante tutto non mi sento vittima. Sono pieno di dolore questo sì angosciato e conscio di aver commesso degli errori che data la mia esperienza non avrei dovuto commettere. Forse l’essere troppo sincero. Il<mostrarsi per quello che si è. Ogni giorno ogni momento. Bastava buttare un po’ di “fumo agli occhi”…accontentarla e tutto sarebbe andato per il verso giusto ne sono convinto….

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