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Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

di aleba
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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1.662 commenti

Pagine: 1 50 51 52 53 54 167

  1. 511
    LUNA -

    si dovrebbe evincere che lei ha agito in un certo modo.
    Il modo che andava bene a lei secondo le sue considerazioni.

    Ti ho già detto molte volte che il fatto di relativizzare le logiche e le “giuste cause” non ti serve a NIENTE.
    Nel momento in cui tua moglie ti avesse detto: caro, abbiamo un problema, avreste anche potuto portare le cause e i problemi di fronte ad un terapeuta o comunque discuterne insieme per trovare delle soluzioni, ma visto che così non è la realtà dei fatti è comunque preponderante rispetto alle cause.
    Ciò non significa che tu non possa stare male per ciò che trovi assurdo e shoccante dal tuo punto di vista, ma significa che comunque STAI ANALIZZANDO LA COSA DA SOLO e in modo autocolpevolizzante, e stai rifiutando di accettare il fatto che questo matrimonio è comunque finito da due anni.
    Poi non posso sapere se come Liz e Richard Barton vi sposerete altre due volte o quante erano, ma in questo momento QUESTO MATRIMONIO NON C’E’.
    Che ti sembri giusto, ingiusto, logico, illogico COSI’ E’.

    Tu stai lì a massacrarti con questa cosa che non hai dato un figlio alla donna che amavi come se tu avessi la certezza che, dandole un figlio, le cose sarebbero andate diversamente.
    Quando però lei appunto ti ha detto una serie di cose che esulano dalla questione specifica.
    Pensa, tu ti massacri con questa cosa magari per i prossimi vent’anni, convinto. Poi un giorno magari la incontri e lei ti dice:
    ma davvero ti sei massacrato con questa ragione? Scusami, forse avrei dovuto mandarti un fax o dirti a voce che in seguito, pur non volendo tornare con te, mi sono resa conto che quella non era la principale ragione per cui avevo messo fine al nostro matrimonio, ma perché, in un mio periodo particolare, avevo visto le cose da un certo punto di vista.
    Oppure potrebbe anche pensarla come la pensa per i prossimi 50 anni, ma ciò non significherebbe che sia la TUA verità, anche.

  2. 512
    luna -

    fuori dal coro: insomma lei è comunque giustificata almeno in parte, perché tanto ‘con una donna che vuole un figlio non si ragiona’ e anche se avesse voluto un figlio indipendentemente se con te, mentre tu non hai comunque giustificazioni, ma ti spettano colpe, rimpianti e rimorsi, facendoti totale carico anche di cosa lei ha fatto-non fatto, detto-non detto? – la tua storia non è poi così assurda, quello che colpisce è come però ti fai carico di tutto. Ora ti chiedo: visto come ha gestito il tutto pensi che, in presenza di una terza persona, lei ti avrebbe detto ‘me ne vado perché i miei desideri e scelte mi portano da un’altra parte’? Perché sparire senza un confronto e dire ‘è tutta colpa tua. Tu hai sbagliato tempi e modi. Mi son disamorata a causa tua. Non ho parlato, ma mica è stata una mia mankanza etc’. Non potrebbe anche essere la via più facile invece di dire ‘ho scelto di separarmi perché andava bena me’?

  3. 513
    Fuori dal Coro -

    Luna Cara
    Forse a volte non ci capiamo. Io non dico che sia più facile accettare la fine della tua storia a differenza della mia. Dico solo che una storia che va avanti con 7 anni di crisi sia indice che comunque nella storia qualcosa non va. Sette anni non sono pochi. E’ la durata del mio matrimonio. Se vivi sette anni di crisi ti rendi comunque conto che qualcosa non funziona. E se arrivi alla fine della relazione è perché evidentemente hai provato di tutto.
    A me non è successo questo. Io mi sono trovato al fatto compiuto senza il benché minimo segnale di crisi. E comunque andare a trovare una nonna in ospedale e prendere una casa in affitto non credo sia la stessa cosa che impazzire di ansia dinanzi a tua moglie in sala operatoria o tirare fuori migliaia di euro in un solo colpo, i risparmi di una vita e comperare una casa due mesi prima del fatto compiuto insieme alla tua compagna. Credo che siano due cose che attestino che esiste amore e progettualità tra la coppia, non crisi. Non tiri fuori tutti i tuoi risparmi di una vita per acquistare casa con tua moglie sai di attraversare anni di crisi, con la coscienza quindi che tante cose non vanno.
    Io non vivevo queste cose. Tu invece mi pare che hai raccontato in qualche tuo post che il tuo compagno era entrato in crisi con se stesso e con il rapporto di conseguenza. Segnali inequivocabili di cui eri pienamente cosciente. E per i quali non credo fossi così serena.
    Certo, io sapevo che lei voleva un figlio. Ma non evincevo dai comportamenti di ogni giorno che ci fossero problemi che potessero minare il nostro rapporto. Soprattutto considerando il fatto che io ero assorto spesso in pensieri che potessero convincermi all’idea di formare una famiglia. NON PENSI A CONVINCERTI DI FARE UN FIGLIO SE TIRA ARIA DI CRISI.
    Tu da fuori mi dici che leggendomi avrei potuto avere io le ragioni per sapararmi da una donna così inaffidabile, ma soprattutto di portare un cero alla madonna per non aver avuto un figlio in quella situazione che lei mi ha palesato in modo retroattivo. Potresti aver ragione. Ma ti assicuro che mia moglie tutto era fuorché una persona inaffidabile. Anzi l’esatto contrario. Ed è questo uno dei tanti motivi per cui mi massacro e mi distruggo all’idea che questa relazione possa essere finita.
    Giustamente tu senti una sola campana. Ma come altrettanto giustamente dici, io mi autocolpevolizzo. Non credo tu mi abbia mai sentito parlar male di mia moglie. Se non relativamente a questi due anni di separazione in cui onestamente mi ha fatto del male come non mi sarei mai aspettato. E’ chiaro che come dici tu lei ha agito secondo le sue considerazioni. E capisco benissimo quando mi dici che io sto rifiutando di accettare il fatto che questo matrimonio sia finito da quasi due anni.
    Io capisco tutto Luna, capisco tutte le considerazioni che fai. Ma ti assicuro è difficile per me se non impossibile accettare non solo la fine ma il modo in cui è finito questo matrimonio. E dici altrettanto…

  4. 514
    Fuori dal Coro -

    …bene quando sostieni che io sto a massacrarmi per non averle dato un figlio con la certezza che le cose sarebbero andate diversamente.
    Cara Luna questo aspetto del figlio è la cosa più devastante di tutte. La parola figlio, famiglia, è presente ogni momento della giornata. Non puoi vedere un film, entrare in un centro commerciale, vedere uno spettacolo televisivo, andare al cinema per non sentire parlare dei figli. E ogni volta mi distruggo il cervello all’idea che io mi sia rifiutato all’idea di formare una famiglia. Mi arrovello il cervello nel domandarmi il perché non sia stato in grado di superare questo ostacolo e soprattutto perché mi sia ostinato a rifiutare di farlo. E’pazzesco questo. Ti fa diventare matto.. Per questo nella mia testa è poco importante quanto e perché abbia sbagliato mia moglie. La cosa grave e che ti impedisce di continuare a vivere è che sei cosciente del fatto che tu hai fatto qualcosa che in partenza non era regolare. Lei per anni me lo chiesto ed io mi sono rifiutato manifestando una testardaggine tale che oggi non concepisco. Il comportamento di mia moglie è chiaro. Mi amava, pensava di essere d’accordo con me sulla questione figlio ma poi la natura ha bussato e lei ha sbattuto contro un muro. Finchè, forse anche spinta da qualche mia risposta sbagliata si è allontanata da me, forse anche attratta da una terza persona che magari le proponeva cose che io rifiutavo. E tu sai benissimo che voi donne (in genere) siete facili a perdere la testa nei confronti di chi vi fa vedere la luna, semplicemente usando modi gentili e attenzioni che vi mancano in un determinato momento. Questa è storia del mondo Luna.
    Detto questo, passo all’ultima parte del tuo post sul fatto che se lei in presenza di una terza persona avrebbe accettato il confronto evitando di dire che non era solo colpa mia. No Luna non l’avrebbe fatto e ne ho le prove. Lei in ogni modo è voluta uscire pulita da questa storia nascondendomi ciò che invece io avevo scoperto.
    Ma questa è la seconda cosa che mi addolora Luna. Perché quando credi davvero in una persona. Quando credi a lei come ai tuoi genitori è terribile scoprire l’inganno. E’ un serpente che si morde la coda la mia storia Luna. Da una parte l’assurdità del mio comportamento riguardo la creazione di una famiglia: la cosa più naturale e bella di questo mondo. Dall’altra la bellezza e la purezza del nostro rapporto fondato sulla lealtà e fiducia reciproca. Anni e anni meravigliosi, i più belli della mia vita. Di contro il non voler salvare il matrimonio (bastava un deciso confronto a due) e il nascondere una crisi interiore che ha sfociato nell’intervento di una terza persona..
    E in tutto questo una sola domanda/risposta: se avessimo avuto un figlio sarebbe successo tutto questo ? Io sono convinto di no. Ma in ogni modo non avrei avuto nulla da rimproverarmi. Avrei continuato ad amare mia moglie. E quel che è certo ne avrei dato ancora di più a chi di certo non lo avrebbe rifiutato: mio figlio.

  5. 515
    Fuori dal Coro -

    Luna
    Intanto vorrei invitarti a leggere (se non lo hai già fatto) questa lettera scritta su questo sito: “Cos’è l’Amore? (2)”
    E’ una delle ultime, mi pare sia del 26 o 27 gennaio 2012

    A parte questo. Alcune ultime considerazioni:
    Quello che vorrei cercare di far capire è che il mio stare male esula dall’accettazione della realtà dei fatti.
    Credo che il tutto nasca da come si è vissuto il rapporto. Io e parlo di me perchè a questo punto devo parlare singolarmente, ho vissuto un rapporto che può essere considerato “da favola”.
    Nel senso che era un rapporto che mi faceva estraniare dal mondo. Con una persona che vedevo diversa da qualunque altra. Ma non solo perchè fosse mia moglie e, pertanto, logicamente fosse diversa da chiunque altra.
    Ma proprio perchè “razionalmente” vedevo questo mio rapporto come una “favola”
    Nei nostri quasi 20 anni ho avuto spesso modo di confrontarmi con altre realtà di coppia, e mai dico mai ne ho invidiata qualcun altra.
    Mi sembrava davvero di vivere nel mondo delle favole. Anche se come tutti vivevamo la realtà. Non è che non seguissimo le vicende del mondo. Ma per me, il rapporto con mia moglie mi sebrava davvero “unico” e vedevo lei come persona “speciale”, incapace di fare del male, incapace di ingannare. Così come me. Io non so fingere Luna. Se provo a farlo mi si legge in faccia. Ma nessuno me lo ha mai letto perchè non ho mai finto.
    Oggi senza quella “favola” mi sento solo. Mi sento precipitato in un mondo che non conosco. E il solo pensiero di non riuscire più a parlare con mia moglie, di non averla più vicino, di non riuscire più semplicemente a scherzare con lei mi fa rappresentare me stesso come il famoso dipinto “L’urlo”. Che descrive esattamente l’angoscia.
    Ecco io quasi ogni giorno sono angosciato al solo pensiero che lei non ci sia più. Tutti bene o male si fanno una ragione di un abbandono, di una separazione. Io non riesco. Forse perchè alla fine vivevo una “non realtà” ma una favola.
    Io giuro, e mi devi credere Luna quando lo dico, che non riesco a rendermi conto del fatto che io possa averla ferita quando le rifiutavo un figlio. Non riesco davvero capire quando e se realmente le ho fatto così male. Tanto a tal punto da modificarsi così.
    Io credo che chiunque quando si sposi o conviva pensi che la sua storia potrebbe terminare. Io no. Mai avuto questo pensiero, questa sensazione. E questo è stato un male. Perchè non consideravo l’eventualità talmente la fiducia che avevo in lei. Io poi mi tenevo fuori gioco perchè mai avrei potuto porre termine alla nostra relazione. E me ne sono capitatre di occasioni. Ma per me nulla contava più di lei.
    Leggiti quel post Luna. L’ho letto oggi. Mi ha fatto molto riflettere e credo ci siano moltre, troppe verità. Vorrei sapere il tuo parere.
    Ciao Buonanotte.

  6. 516
    luna -

    fuori dal coro: ora è molto tardi, torno domani e leggerò la lettera. Alcune considerazioni: i miei 7 anni io li metto in relazione ai tuoi due, non a quelli precedenti. Comprendo quando dici che io ho avuto la possibilità di tentare dopo lo shock post favola e tu no, ma di fatto io ho avuto a che fare con un atteggiamento chiuso che non mi invidieresti. Tu ‘paragoni’ te di ora a me dopo 7 anni. Io ti dico che durante quei 7 anni mi sono sentita riguardo la favola e il dolore come te ora. Ma il punto non è chi peggio chi meglio, più o meno ragionevole o facile. Mi è chiaro perché stai male e ne hai ogni diritto, il problema è che se ti riconosci tu stesso un trauma e uno stato di malessere che ti ossessiona puoi aver bisogno di uno specialista per questo problema. Non relativizzare ciò che è importante per gli altri e che significato ha. TUTTI quando si sposano e amano mettono in preventivo che può finire e TU no? Ma che dici? E certo che so cosa significa pensare favola e eterna. A parte ciò: non era una nonna, era la MIA per me. E la persona che anche lui amava come una persona speciale. E mia nonna per me è stata una presenza stracentrale. E l’hanno strappata, allora, alla morte. Io ho capito che stai malissimo e perché e rispetto il tuo dolore. Dico che così però ti fai ancora più male. Mi è anche chiaro che per te siete stati unici e perché. Ma quando ti dici che nessuno ti può veramente capire sei tu che non riesci a cogliere che capiamo ma che così tu non aiuti te stesso

  7. 517
    aleba -

    Ciao a tutti. Quando sei nel profondo della crisi sentirsi dire che la vita va avanti, che qualcosa di meraviglioso ti accadrà quando meno te lo aspetti, quando hai tirato i remi in barca, suona stucchevole retorica che non hai proprio voglia di sentire. Gli anni trascorsi con tua moglie, Fuori dal Coro, sono stati una favola…ma sono passati. E’ terribile dover pensare che è tutto finito, che quel tempo non torna e che qualcosa ha bruscamente cambiato la vostra destinazione, separando le vostre strade. Il tuo rifiuto di avere un figlio sarebbe stato, dunque, così netto e IMPOSTO da indurre tua moglie ad un colpo di testa inaudito?? No Fuori dal Coro, la responsabilità non è solo tua. Tu sai come stanno le cose, solo che non le vuoi accettare. Tua moglie ha manifestato benessere e gioia anche se dentro era frustrata a disagio. Che lo abbia fatto per proteggere te o sè stessa si è comportata in modo molto immaturo. Dei problemi si parla, non si sbatte in faccia il fatto compiuto. Non con tuo marito, non in famiglia soprattutto quando CREDI nel tuo legame con una persona. Mentre da parte tua è mancata la comunicazione riguardo i ragionamenti personali che stavi facendo proprio perchè erano intime paure e perchè forse hai agito in modo ingenuo e fiducioso (visto che si trattava delle donna che amavi riamato ..una favola), da parte sua la comunicazione è mancata in modo conscio, e da un certo punto in poi, in modo fraudolento. Già, perchè lei non ha voluto passare attraverso i raggi X per mettere a nudo tutto di sè stessa, per assumersi la responsabilità del non aver chiaramente esposto la sua esigenza, dell’aver rivolto ad una terza persona le sue confidenze, dell’aver deliberatamente ignorato la sofferenza che ha inflitto all’uomo che aveva dichiarato di amare. Uscire pulita, questo era il suo pensiero. Ok, tu non vuoi ancora passare attraverso l’attribuzione delle responsabilità a lei..perchè hai bisogno di essere certo che ciò che hai vissuto con lei fosse reale, pur somigliando ad una favola. Era reale, Fuori dal Coro, lo è stato fino al fulmine a ciel sereno. Anche mentre ti trattava amorevolmente, prima del fulmine, era reale…era la realtà che lei voleva farti vivere, non sapeva quando sarebbe esploso il tutto. E’ vero che se tieni sotto pressione un recipiente sigillato e piano piano aumenti la pressione, ad un certo punto cede. Lei ha ceduto e tutto quello che si era tenuto dentro, tutti i suoi ragionamenti unilaterali sono usciti alla rinfusa sommergendoti nell’unico modo possibile. C’erano stati segnali? preavvisi? Qualcuno pagherà i danni?? Lo so che ti servono risposte per metterti l’anima in “pace” ma se lei non ammette il confronto, noi qui possiamo fare solo supposizioni. Analizziamo, studiamo ipotizziamo. L’unica verità è che si è concluso un capitolo, in modo inaspettato ma si è concluso. Il libro non è finito, scrivi Fuori dal Coro, ritrova la voglia di scrivere, non lasciare pagine bianche,vai oltre un giorno per volta.Baci

  8. 518
    LUNA -

    io credo nell’approccio della psicologia cognitivo comportamentale, e ci credo, a parte per esperienza personale, perché secondo me è vero che i problemi emotivi “siano in gran parte il prodotto della rappresentazione soggettiva della realtà”.
    Cioè non sono gli eventi e creare e mantenere problemi psicologici (intendo ansia, angoscia, panico, depressione), emotivi o di comportamento, ma anche le strutture attraverso cui guardiamo e interpretiamo il mondo.
    Ciò non significa che non esistano le emozioni, l’amore, il dolore, la tristezza, la gioia, ma significa che di fronte ad un evento vissuto come traumatico possiamo reagire in diversi modi.
    E ciò non significa neppure cambiare la propria personalità o i propri valori. Significa piuttosto renderci conto che, anche essendo chi siamo, non esiste una “strada sola”, e che un trauma ha una risoluzione interna possibile.
    Mi rendo conto che può essere difficile spiegare quello che voglio dire, ci provo:
    relativizzare non ti serve a niente, anche se magari lo usi per “autorizzarti” a stare così male o per spiegare come ti senti. Ricorre spessissimo nei tuoi post (così pare a me, è la mia percezione) qualcosa tipo:
    non riesco a spiegare quanto soffro e l’entità del mio trauma e perché io non possa superarlo
    voi non capite quanto sto male e perché
    voi non capite cosa mi ha veramente traumatizzato e quanto

    e per fare capire relativizzi di continuo con le esperienze altrui, non rendendoti conto però che il motivo per cui le esperienze altrui ti sembrano meno “cariche” o “più cariche” è perché le guardi da fuori. Ma è come stai guardando TU la tua realtà che ti distrugge, anche attraverso il blocco e l’autocolpevolizzazione.
    Sono frasi come: @io credo che CHIUNQUE quando si sposi o conviva pensi che la sua storia potrebbe terminare. Io NO. Mai avuto questo pensiero, questa sensazione

    anche quelle con cui ti freghi. Ma perché, secondo me (ovviamente posso sbagliare) ti muovi costantemente tra relatività e assoluti.
    Sottolineando queste frasi non è che dici che gli altri non soffrono e tu sì, che gli altri sono meno sensibili e tu sì, che la tua esperienza è stata spaziale e le altre no, ho capito che lo dici per gridare quanto tu stia male, quale sia la tua grande sofferenza proprio in base al tuo modo di sentire e al tuo modo di vedere la vita, e di aver visto e vissuto questo rapporto. Ma è appunto per quello che ti ho indicato l’approccio cognitivo comportamentale.
    Lo dici tu stesso: poiché io sono fatto così e penso così e sento così questa cosa per me è devastante.
    la sensazione di incomprensione ecc che provi mi è invece di per sè comprensibile. Quello che ti dico però non è che non puoi stare così male, che esageri, che è solo una storia d’amore e perché la fai così lunga… Ti dico: ho capito.
    e quando ti dico “ma i fatti sono che” non lo dico perché non capisco che al di là dei fatti ci sia l’emotività personale o il modo di affrontare le situazioni e le esperienze, anzi…
    Ma quello che ti

  9. 519
    LUNA -

    dico è che nel momento in cui io mi fisso in un pensiero ricorrente che mi logora il pensiero ricorrente è un sintomo di un malessere che non sto risolvendo. O meglio, un pensiero ricorrente può essere anche la manifestazione dei miei pensieri e del mio trauma subito e del mio dolore, ma nel momento in cui questa cosa mi invade totalmente, mi sovrasta ripetermi: è così e basta ed è ovvio perché ho troppo sofferto o perché i fatti mi sono insostenibili o perché è chiaro che una cosa così non si può accettare e superare

    non ti serve a niente.

    io non ho avuto tempo di leggere quella lettera che mi dicevi, poi lo faccio, ma se vai in giro per il forum troverai centinaia di lettere in cui le persone esprimo un stato di “fissità”, ma in seguito anche di averlo superato. Perché? Perché i pensieri ricorrenti non sono una conseguenza diretta degli eventi, ma un nostro modo in cui stiamo reagendo agli eventi.
    Nessuno dice che tu non possa stare male perché senti la parola figlio e fai una serie di considerazioni, nè che tu non possa stare male per la fine del tuo matrimonio, nè che tu possa essere shoccato per come si è svolta la questione e continua la questione, nè che tu non possa avere amato e avere una tua idea di cosa sia l’amore, nè che tu non possa stare male, nè che tu stia male anche perché non trovi risposte nè che sia assurdo di per sè che tu stia cercando risposte…

    ma, a questo punto, il fatto che stai male TU per come stai vivendo la cosa è molto più in rilievo della fine del tuo matrimonio, se pure la causa scatenante del tuo malessere è quella. Ma, appunto, come dici tu, la fine è stata traumatica anche per come tu guardi la vita e vivi questa esperienza.

    Ora devo scappare, e mi rendo conto che è difficile spiegare ciò che intendo. Se per caso Marquito passa di qua e ha capito cosa intendo (penso di sì) magari può darmi una mano a spiegarlo meglio. Ma anche Aleba o Maria forse hanno capito ciò che intendo dire.

    Bacio

  10. 520
    Fuori dal Coro -

    Ciao Luna
    Perdonami ma non si possono mettere in relazione i tuoi 7 anni di crisi con i miei 2. Per un semplice motivo: i tuoi 7 anni di crisi li hai vissuti in casa con il tuo compagno. Io no. Potevate dialogare ogni giorno cercare di capire i suoi comportamenti i suoi atteggiamenti…io no. Noi per due anni eravamo separati di fatto. Di punto in bianco. Senza aver avuto la possibilità vera, reale, di parlare, di capire cosa stesse succedendo. Mi sembra una differenza sostanziale.
    Poi Luna devi credermi. Io non pensavo proprio che la nostra storia potesse finire. Forse ingenuamente per carità. Ma mi sono visto insieme a lei, diversi dagli altri. Con delle basi troppo solide sperimentate nel tempo. Lo so che era tua nonna alla quale eravate legatissimi. Ma si trattava comunque di un’altra persona. In ogni modo estranea a voi due. Quando ero in ansia in ospedale, in sala operatoria c’era lei, mia moglie. Non so se riesco a spiegarmi come vorrei.
    Ciao Aleba, grazie del tuo intervento. Capisco quello che scrivi. Ma ti rendi conto che dicendomi ciò non fai altro che confermarmi l’assurdità di quanto è avvenuto nella mia storia ? Mia moglie che manifesta benessere pur sentendosi frustrata ed io che non riesco a capire questo stato di cose ? E’ semplicemente pazzesco. E avvalora ancora di più il mio sentirmi in questo stato di estrema depressione e autolesionismo. Una persona che ha passato da un pezzo la soglia dei 40 anni che non si rende conto che la propria moglie sta attraversando un periodo di crisi (anche se lo cela) a causa della mancata maternità ? E una donna ultratrentenne che ti tratta amorevolmente non sapendo che di li a poco ti avrebbe sferrato una coltellata micidiale ?
    Io lo so che la realtà è questa. Che lei mia moglie si è tenuta tutto dentro per poi scoppiare come una pentola a pressione. E lei quando si è confrontata con me non ha fatto altro che accusarmi di questo. Cioè di non essere stato in grado di capire che lei stesse soffrendo. Che io con il mio modo di essere egoista e di pensare, a suo modo di vedere, a me stesso, non ho voluto vedere la sua sofferenza perché mi faceva comodo così. E tutto questo cara Aleba visto dal mio punto di vista è tremendo, è pazzesco, è assurdo, è devastante, è terribile. Ti fa sentire un fallito, un insensibile, una persona che ha buttato la sua vita per non essere stato attento, per aver sottovalutato alcune cose importanti della vita. A me non servono risposte per mettermi l’anima in pace. La mia anima non sarà mai in pace. Come mai esserla. Potrei accettare il dato di fatto che lei non è più con me. Che lei si è voluta separare da me. Ma l’anima in pace io non l’avrò mai. E soprattutto non sarò mai in pace con me stesso. E’ questo che tutte le persone che mi stanno vicino non riescono a capire. La pace in me stesso. Quella non la riavrò mai qualunque sforzo io possa fare.
    Ritorno a Luna:
    Luna ho letto il tuo post riguardo la psicologia cognitivo comportamentale. E’ chiaro che io…..

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