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Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

di aleba
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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1.662 commenti

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  1. 501
    aleba -

    Una cosa l’ho capita, anche se ancora non riesco a metterla in pratica costantemente. Esci da una situazione che ti ha corroso l’anima, davanti c’è l’ignoto e tu sei una sopravvissuta. Per un pò è anche giusto rimanere a pensare a quanto sia stato ingiusto vivere male quel tempo, avere solo rovine fra le mani. E ti guardi dietro le spalle con tanti perchè senza risposta. Queste domande costringono il cervello e il corpo a rimanere in quella condizione irrisolta. Come un bovino gigantesco che rumina tonnellate di fieno e la sua giornata è tutta incentrata sul ruminare. I pensieri negativi, le domande senza risposta prendono un sacco di posto nella mente e nel cuore, posto che potrebbe essere occupato dalla gioia di vivere, dalla consapevolezza di esistere indipendentemente da tutto e da tutti. Farsene una ragione non vuol dire fregarsene e non provare sentimenti riguardo al proprio passato e a come sono andate le cose, per la perdita subita, per il terremoto che ha distrutto tutto, per il fulmine a ciel sereno che ha disintegrato la tua vita. Vuol dire capire che il passato non si cambia, non torna. Per fare pace con il passato bisogna accettarlo e per accettarlo bisogna prendere le distanze da esso. Io ci provo. Spesso mi viene in mente che avremmo potuto avere una vita meravigliosa, se solo avessimo avuto una vera comunione di idee e di sentimenti. Ma che senso ha pensare a “se io” “se lui”. Ho sprecato anni arrovellandomi sui “se”, massacrando me stessa perchè non riuscivo a far mi amare da lui. Doveva amarmi, qualsiasi uomo “normale” non sarebbe stato male con me. Non lo dico perchè mi ritengo perfetta, sono strapiena di difetti.., lo dico perchè so che mi piace amare, che è nella mia indole prendermi cura delle persone che amo e che non sono soffocante. Ho impiegato talmente tante energie a cercare le mie responsabilità ad incolpare me stessa di non averlo capito, di non essere stata all’altezza, di averlo deluso, di non aver trovato le parole giuste l’atteggiamento giusto, di non essere stata zitta, di non aver parlato. Quando è nata nostra figlia sono andata in corto circuito! Si, tutto sballato ed ho cominciato ad odiare l’amore. Anni, Fuori dal Coro! anni per chiedere aiuto. . ho sacrificato tutto, ho cinicamento calpestato la profondità del sentimento che mi aveva legata a lui, ho chiuso per sopravvivere. Ma non voglio stare nella condizione di SOPRAVVISSUTA in eterno…io voglio VIVERE…voglio ritrovare il desiderio di amare, voglio superare la rabbia, i sensi di colpa, i rimpianti. Oggi! Oggi sono qui, domani non so, oggi ho bisogno di vivere accettando anche i pesi nel cuore come parte di me. Tu, Fuori dal Coro, hai trascurato alcuni aspetti del metter su famiglia che ora generano rimpianto in te. Ma se a quel tempo non eri pronto, non avevi elementi per ragionarci a fondo, non eri al corrente di cosa avesse in mente tua moglie…hai agito in base a ciò che conoscevi allora e hai agito nel modo migliore. Grazie Luna, grazie Maria

  2. 502
    luna -

    fuori dal coro: ti ringrazio di avermi risposto, perché mi rendo conto che la mia risposta, soprattutto la parola umiltà, poteva infastidirti. In realtà io credo (posso ovviamente sbagliarmi e comunque non sono te) di comprendere abbastanza di quelle cose che, dici, son difficili da spiegare. Ma nel senso che per esempio comprendo come si vivano certe fasi e emozioni, il salvare un amore e una persona dentro sè, anche a scapito di se stessi, etc. Fuori dal coro, ti invitavo a considerare che alcune delle persone che riescono a leggere delle ragioni, incompatibilità forse sono anche in una fase differente. Tu dicevi la cosa della morte di un giovane o di un anziano e ho capito ciò che intendi. A me però è successo, in 3 giorni, anni fa che sia morta mia nonna, che adoravo, e un amico in un incidente. Per quanto riguarda la nonna, a parte che se fosse stato per lei avrebbe vissuto altri cento anni con entusiasmo è chiaro che ha vissuto la sua vita. E che nessuno è eterno. Però lei era unica, e anche se accetto le logiche è la sua unicità, la sua persona, la nostra complicità che mi manca. Lei mi amava moltissimo e non ha neanche scelto di lasciarmi, lasciarci. Chi ci lascia, restando su questo pianeta, invece sceglie. Che le ragioni a noi sembrino valide o no. E c’è modo e modo. Ma anche nel senso

  3. 503
    luna -

    che quel modo, per quanto possiamo torturarci per capire che cosa abbia portato ha, ci dice qualcosa su una persona, che a noi piaccia o no è una risposta. Qualsiasi lati, anche reali e contingenti, ci abbia mostrato in passato, o potrebbe mostrarci in un ipotetico futuro, nel qui e ora ci mostra di sè ciò che ci mostra. Avevo un’amica sorella anni fa e non ho dubbio alcuno su ciò che abbiamo vissuto, dialogo, affetto, sostegno. Morì suo padre, di colpo, un padre che, tra l’altro, non l’aveva mai considerata. Io fui la prima che chiamò. Andai a casa sua, le stetti accanto. Mi era già capitato, purtroppo, e anche più giovane, di condividere situazioni simili con amiche vere, ‘sorelle’. Rapporti importanti che continuano, e son continuati nella gioia e nel dolore, salute e malattia, benessere e esaurimenti, soldi e miseria, singletudine e sposalizi, e nascita di bimbi. Con lei non è stato così. Pochi mesi dopo quel lutto lei era diversa, non solo con me, ma anche. Irraggiungibile. Come se fosse saltato il ponte, il contatto radio. Io c’ero. Lei? Lei pensava che non ci fossi? Era lei diversa, in lotta? Ero io che, restando me stessa (nel senso: colei che aveva sempre conosciuto. E tra noi non c’erano mai state dipendenza, competizione. Due personalità anche pari, seppure differenti) l’avevo involontariamente delusa? Involontariamente perché, nel suo momento di crisi, che credo sia durato anni, poi, leggeva molte cose diversamente. Non lo so. O meglio questa è la risposta che mi do, non avendole mai avute. Io so che la nostra amicizia è stata vera, profonda. Basata anche su un dialogo intenso. Eppure è finita senza apparenti valide ragioni e risposte.

  4. 504
    LUNA -

    PS: Fuori dal coro: vero, stavo parlando di amicizie e non di amore, ma, a parte che è stata certamente una forma di “amore” (ovviamente non sensuale, ma sorrido ancora con tenerezza e simpatia pensando a quando, da studentesse con pochi soldi in tasca ci compravamo una coppa di gelato in due, in un bar in cui facevamo pausa a chiacchierare e raccontarci le emozioni, le fatiche, i sogni della vita, con una tale condivisione anche materiale che un giorno avemmo l’impressione che forse il gestore pensasse che eravamo “fidanzate”) – e complicità enorme, persino “telepatica” talvolta, quella che ha legato me e lei. Lo dicevo a proposito di quelle cose che sembrano non avere senso e invece ce l’hanno. Io, ti dicevo, delle risposte non le ho avute. La penultima volta che la vidi mi disse una frase sibillina, ma era una frase “chiusa”, non di chi cerca un confronto o una risposta. Quel giorno peraltro non posso dimenticarlo perché fu l’ultima volta che vedemmo un nostro amico, ammalato di schizofrenia, e dicemmo che lo vedevamo stare meglio. Quel giorno lui sorrideva e parlava in modo più coerente. In realtà, anche se non saprò mai se così lui avesse voluto salutarci – sarebbe egocentrico pensarlo – o fu un caso, pochi giorni dopo lui si uccise. E insieme andammo a casa dei suoi genitori, il giorno dopo che accadde…).
    Non ho avuto delle risposte chiare, anche perché, tempo dopo lei cambiò modo di vestire, cominciò a frequentare persone diverse, in seguito anche si trasferì… non si “spostò” solo da me, ma un po’ da tutto, cercando penso se stessa, non so se dicendosi “cerco me stessa” o che. La persona che io conoscevo me lo avrebbe detto, lei non me lo disse.
    Io non ho mai forzato per avere delle risposte, anche se non ho avuto un atteggiamento menefreghista. Delle mie “teorie” le ho: la nostra amicizia non aveva subito alcuna scossa nonostante noi fossimo fidanzate anche in precedenza, ma in quel momento lei aveva vissuto uno scossono profondo e uno profondissimo, il primo quello di essere lasciata da un ragazzo che amava e poco dopo la morte di suo padre. Come ti ho già detto io c’ero, però io avevo anche appena incontrato lui, il grande amore. Ciò non significa che io fossi distante o l’avessi abbandonata, ma forse in quel momento lei percepì per la prima volta una distanza tra la mia vita e la sua. Tra ciò che lei provava e che pensava che io potessi essere veramente in grado di comprendere. La mia storia nascente e il suo amore finito, che la faceva sentire più sola, la mia famiglia, con la quale potevo anche litigare, ma che comunque era quella che lei non aveva mai avuto. Io so quanto il lutto enfatizzi la sensibilità, le percezioni, è un marasma di emozioni.
    Questa storia non c’entra nulla con la tua, ma voglio dire che per lei sentire, agire, essere ha avuto assolutamente senso. Se ha pensato che io l’avessi abbandonata ovviamente mi dispiace, se ha voluto “abbandonarmi” ne ho preso atto allora.

  5. 505
    LUNA -

    Io – certo è più facile in un’amicizia rispetto ad un marito o una moglie – ho fatto quello che ero in grado di fare, non forzare in alcun modo quel suo bisogno di essere ciò che era, al contempo cercando di farle capire che, comunque, c’ero. Ma c’è un tempo per ogni cosa, e quello evidentemente non era più il nostro tempo.
    Non mi sto togliendo delle responsabilità che posso certamente avere avuto, intendiamoci. Ma sto dicendo che non sarei fuggita di fronte a nessuna critica, che potessi giudicarla fondata o no. Comunque il mio atteggiamento interiore era di protezione nei suoi confronti visto il periodo che stava vivendo. Per il resto lei mi conosceva e sapeva benissimo che non sono una persona pressante. Sempre aveva saputo dove trovarmi, sempre mi ero fatta trovare.
    Qualsiasi “film” lei possa essersi fatta però, anche riguardo il mio comportamento, come lei lo leggeva, o riguardo un suo calo di affetto o quel che era, non l’ha condiviso. E già questa, mi pare, è stata una risposta. Il ponte… radio caduto.
    Fu quella la prima volta nella mia vita in cui vidi una persona cambiare di colpo, non nei miei confronti soli, lo ripeto. Per dire lei se n’era sempre fregata della politica, ma si unì ad un gruppo, penso perché aveva bisogno più del gruppo, in quel momento, che dell’ideologia. Cosa che peraltro di per sè non avrebbe cambiato nulla tra me e lei, che comunque avevamo anche sempre avuto amicizie diverse e a volte anche amicizie che non c’entravano una cippa con l’una e l’altra. Cominciò a vestirsi in modo diverso, divenne estrema in una serie di cose. Se una persona ti dice “sto male” puoi anche aiutarla, ma se una persona ti dice “sto bene” o “sto meglio così” e taglia “il ponte radio” chi sei tu per poter realmente sapere se non sta dicendo la verità? (non so se riesco a spiegarmi). A me, per come la conoscevo, pareva che l’avessero rapita gli alieni (non glielo dissi) per lei magari invece aveva trovato finalmente la sua strada, o ciò che a me pareva strano le era di conforto. E’ chiaro che se l’avessi vista veramente in pericolo forse avrei fatto… irruzione. Ma lei non era in pericolo, era solo diversa. Lei aveva avuto una sua “conversione”. Mi ripeto, è chiaro che in amore non è così facile (infatti con lui, il mio lui, ci ho messo anni per gettare la spugna…), ma se io dicessi: la vera amicizia non può finire così direi una bugia. Lei mi ha voluto bene davvero, non ho nessun dubbio. Poi è andata così.

    ALEBA: @Farsene una ragione non vuol dire fregarsene e non provare sentimenti riguardo al proprio passato e a come sono andate le cose, per la perdita subita, per il terremoto che ha distrutto tutto, per il fulmine a ciel sereno che ha disintegrato la tua vita. Vuol dire capire che il passato non si cambia, non torna. Per fare pace con il passato bisogna accettarlo e per accettarlo bisogna prendere le distanze da esso. Io ci provo.

    io anche 🙂 e anche a non incazzarmi troppo con me 😛
    “ruminare da bovino” rendeva benissimo 😉

  6. 506
    Fuori dal Coro -

    LUNA – ALEBA
    Ciao ragazze. Credo vi appaia evidente il fatto che state scrivendo ad una persona in piena crisi interiore. Una crisi motivata, lucida, una crisi causata. Ma pur sempre una crisi. Durante la mia vita mi sono posto spesso domande su tante cose, ho avuto dubbi, incertezze e chi ne ha più ne metta. Ma sono sempre riuscito a darmi risposte più o meno esaurienti. Ho considerato l’imponderabilità, l’ingiustizia. Ma bene o male non sono mai andato in crisi. Luna capisco cosa vuoi dirmi quando parli della tua amica. E’ capitato anche a me. E ci ho sofferto. Ma come giustamente dici tu l’amicizia non è amore. Che non vuol dire non soffrirne. Ma soffri credo in maniera diversa. Anche se ammetto che ogni caso fa storia a sè. Da come l’hai descritta mi sembra che fosse molto più profonda della mia. Quindi riesco a capire cosa hai provato. Io sono in crisi, in crisi profonda perchè sono stato colpito nel profondo di me stesso. Nell’anima. E faccio una distinzione. Se ti colpisce nell’anima un individuo anonimo è un discorso se ti colpisce la persona più importante della tua vita è un altro. Oltre ciò sono in profonda crisi per il rimpianto, il rimorso, il senso di colpa per non aver creato una famiglia con la donna che amavo. Ed è dura ragazze…durissima. Ma la cosa era risolvibile. Se il problema era questo si era in tempo per affrontare come si doveva la questione e porvi rimedio. Non si è voluto. Non ha voluto. Perchè ?
    E’ dura, durissima, alzarsi da due anni la mattina e avere come primo pensiero lei. Lei che non è più con te. E non sai realmente perchè non è più con te. Sai solo che dice di non amarti più. Ma non sai in verità perchè. Non ti spieghi così come te Luna perchè quella persona è cambiata in quel modo nei tuoi confronti. Io ci vivevo ogni giorno, ci parlavo ogni giorno, ci scherzavo ogni giorno. Perchè mi chiedo…perchè ? E continuerò sempre a chiedermelo. E non mi basta sapere che le persone possono cambiare Per assurdo potrei al limite accettarlo ma perchè non dirmi ciò che ti sta accadendo. Anni e anni insieme. Fiducia. Tanta. Immensa. Da parte di entrambi. Condivisione. Confidenza profonde, intime, segrete, fatte per anni e anni. E poi un bel giorno, senza preavviso tutto cambia. “Tu non ha voluto vedere” mi ha detto. Cosa avrei dovuto vedere ? Tra due persone che si sono sempre dette tutto perchè non parlare di quello che sta succedendo.
    Io non ho idealizzato mia moglie. Ho solo pensato dopo anni e anni che fosse una persona leale, onesta, pulita. Nonostante tutto so che lo è tuttora. Ma perchè con me non lo è stata ?
    La mia crisi, la mia crisi interiore nasce dal fatto che io come persona non capirò mai e poi mai perchè chi sei sicuro che ti ami non possa amarti più. Non si può staccarsi dalla persona con cui hai condiviso tutto fino all’ultimo. Ben inteso Luna e Aleba: accetto i casi in cui ci siano dei problemi esistenti così come nei vostri casi. Luna 7 anni di crisi, Aleba un marito che faceva quel che sappiamo..

  7. 507
    Fuori dal Coro -

    LUNA – ALEBA
    …ma noi che fino all’ultimo abbiamo condiviso gioie e dolori. Io che fino a tre mesi prima mi stavo lacerando dall’ansia davanti all’ingresso della sala operatoria dove la stavano operando. Con il terrore che non uscisse viva da lì, con il cuore che mi batteva a 1000 all’ora. Noi che due mesi prima avevamo acquistato insieme un appartamento mettendo tutti i nostri risparmi. Noi che due mesi prima facevamo in allegria il “nostro” albero di Natale e il presepe.
    Noi che adesso dovremo andare di fronte ad un’aula del tribunale per sancire una “separazione”
    Sono in crisi per tutto ciò. Una crisi che mi sta distruggendo ogni giorno sempre di più. Perchè il mio io non riesce ad accettare il fatto che quel passato fatto di tante e tante cose belle possa essersi dissolto così senza un preavviso. Ma a parte questo la mia testa, il mio cuore non capiranno mai come ci si può staccare definitivamente da una persona dalla quale non potevi stare staccata un attimo. Dalla persona che era per te il primo pensiero.
    Non immaginate ma a me sembra di essere precipitato in un istante in un altro mondo, dove c’è un altro cielo, un’altra terra, un’altra lingua. In un mondo dove non mi ritrovo. E dove spesso mi domando: “ma io qui cosa ci sto a fare ?”
    E’ difficile da spiegare ma quando si crede davvero poi non ci si riprende più. E’ come non avere più stimoli. E ti dai colpe. Pensi di aver sbagliato tutto. Pensi che se avessi capito la normalità delle cose (fare un figlio) tutto questo non sarebbe successo. Perchè poi in fondo la mia crisi nasce anche e soprattutto da questo. Dal rimorso di aver causato tutto ciò. Mi guardo allo specchio. Non sono più io. Ho il viso stanco, invecchiato. Ho gli occhi spenti. Il sorriso che non esiste. Eppure ci sono persone che mi stanno vicino. Anche donne che mi vogliono bene. Ma sono io che non sto bene. E per fortuna che ci sono i miei genitori. Mia madre soprattutto.
    Luna, Aleba, sono in crisi perchè credo alle cose semplici, genuine, vere. Posso sbagliare, sono un essere umano. Ma non bluffo.
    Sono in crisi e penso ad Aleba. Aleba sei tu che hai lasciato. Sei tu che hai abbandonato. Ma stai male. Stai ancora male. Eri in una situazione assurda, incredibile, hai preso una decisione ma come me vieni qui a scrivere perchè comunque stai male. Pensi ancora a cosa puoi aver sbagliato. Perchè tu Aleba credi nell’Amore, quello vero, come me e come Luna sicuramente. Nonostante tutto Aleba, nonostante il male che ti abbia fatto sono sicuro che provi ancora qualcosa per il tuo ex, perchè gli volevi bene davvero. Sai da mia moglie mi son sentito dire che non ha insistito con il discorso del figlio perchè aveva paura di perdermi e di ferirmi. Vi prego, analizzate questa frase, ditemi cosa vuol dire. Hai paura di perdermi, di ferirmi e poi ? Poi mi butti via e invece di ferirmi mi accoltelli alle spalle ?
    Sono in forte crisi interiore care ragazze. E sto cercando aiuto, disperatamente. Ma non so cosa fare.
    Un bacio a voi.

  8. 508
    aleba -

    Ciao Fuori dal Coro, la tua crisi è evidente ed è chiaro che stai ancora drammaticamente precipidando, devi toccare il fondo..capire che oltre non si va per avere la chance di scegliere se lasciarti andare nelle tenebre o se cominciare la risalita verso un viso disteso, un sonno sereno, la voglia di sorridere. Hai ragione, Fuori dal Coro, io credo nell’amore, anche se ho dovuto rinnegare l’amore che mi legava a lui. Purtroppo l’amore non basta, perchè non esiste un amore incondizionato tra adulti. Forse verso i figli, ma anche li è facile cadere nella trappola della proiezione di sè stessi, dimenticando che i figli sono persone autonome con diritti e doveri propri e mai e poi mai dovrebbero essere chiamati a vivere la vita che vorremmo noi. Questo per dire che l’amore, ho sempre pensato e lo penserò fino alla fine a costo di rimanere sola, deve basarsi sulla comunicazione. Comunicare a cuore aperto! Tua moglie dice che non voleva ferirti e quindi non ha affrontato con determinazione la questione figlio. Ora, secondo me, lei non aveva paura di ferire te ma temeva un rifiuto netto e definitivo da parte tua. Una volta che tu avessi rifiutato categoricamente la paternità, lei avrebbe dovuto scegliere, rimango con lui perchè lo amo e non divento mamma, oppure lo lascio pur amandolo perchè vorrei diventare mamma….ma mamma di chi? se lascio l’uomo che amo, chi mi garantisce che avrò un altro amore nella mia vita? Nessuno! E’ rimasta con te senza affrontare l’argomento, ma dentro sè stessa l’avrà affrontato in mille modi. Errore gravissimo, perchè ha perso di vista la sua scelta di tacere e ha cominciato a pensare che taceva per colpa tua, perchè tu non volevi sentire. Lei si è sentita delusa da te, perchè non l’hai capita. Ma da quello che scrivi lei non ha provato neppure a capire te. Come poteva pensare che ci fosse comprensione reciproca in mancanza di una comunicazione, chiara…sincera, aperta! Se davvero voleva essere capita, doveva essere pronta a capire te. Scusa Fuori dal Coro, ma non mi piace pensare al rapporto tra un uomo e una donna come a un ponte di corda sospeso nel vuoto dove solo uno dei due si arma di coraggio per attraversarlo tutto e raggiungere i pensieri più intimi del partner. Così è come ho vissuto io. No! Ci troviamo a metà strada sul ponte, il pericolo di ferirci lo affrontiamo insieme. Starsene ad aspettare che l’altro/a capisca che deve attraversare l’inferno per vedere che non sei proprio a tuo agio, non va bene. Apri la bocca cribbio. Se qualcosa non va dimmelo e dai un nome preciso a quella cosa in modo che io sappia riconoscerla e possa trovare il modo di organizzarmi per affrontarla.
    Abbraccione

  9. 509
    Fuori dal Coro -

    Ciao Aleba
    Si sto ancora drammaticamente precipitando. E forse non ce la farò a risalire una volta che, chissà quando, avrò toccato il fondo. Troopi sono i sensi di colpa che ho dentro di me: Lei voleva un figlio, non è stata determinata ma lo voleva. Ero io che non lo volevo e che ero ancorato al mio modo di pensare, alle mie paure e al mio voler vivere la nostra vita di coppia. Io ero il muro di gomma che rifiutava la paternità. Anche se ad ogni sua richiesta mi tormentavo con la speranza di riuscire a risolvere la questione e riuscire a decidere di fare un figlio. Ci provavo mi tormentavo l’anima ma non ci riuscivo. E li ho fatto l’ennesimo errore non comunicando a lei che ogni volta tentavo di superare l’ostacolo. Lei si è ritirata in sè. Ma lì è entrato in gioco il suo carattere, il suo modo di pensare, il suo non obbligarmi. Perchè nella sua mente, giustamente a mio avviso, un figlio si desidera non si obbliga. Certo lei non ha preso in considerazione il mio tentativo di riuscire a convincermi. Ma non gliene ho dato modo. E lei si è rintatanata in sè stessa, probabilmente spalleggiata da una terza persona che è subentrata al mio posto. Lei ha accettato la corte di un’altra persona e alla fine ha scelto di lasciarmi. A nulla è valsa la mia maturazione, il mio amore sincero, i miei anni puliti verso di lei. Per lei ormai contava il figlio che probabilmente poteva ottenere con un’altra persona. Su questo lei non è stata leale perchè ha giocato con i miei sentimenti. Forse ha pensato che rifiutando il figlio non l’amassi o volessi farle del male. Spesso con le donne che desiderano fortemente un figlio non si ragiona. Io questo non l’ho capito, l’ho sottovalutato. Ingenuamente ho anche pensato che un vero amore non potesse essere soppiantato da un desiderio seppur importante come quello di un figlio. Anch’io desidero un figlio adesso ma non riuscirei a farlo con nessun altra donna perchè amo mia moglie. La differenza sostanziale sta qui. Io amavo mia moglie e non pensavo ad una famiglia. Lei mi ha amato fino a che è sopraggiunto il desiderio di un figlio che ha soppiantato il mio amore per me. D’altra parte per una donna è più importante avere un figlio che un marito. Lei ha sbagliato a non dirmi che il mio rifiuto avrebbe potuto causare un suo allontanamento. Avrebbe dovuto farlo se davvero mi amava. Ecco la sua colpa. Se lo avessi saputo per amor suo avrei sicuramente vinto le paure e le mie incertezze. D’altra parte l’ho dimostrato nel momento in cui mi ha comunicato l’intenzione di riflettere alcuni giorni. Nessuno mi obbligava a fare un figlio. L’avrei potuta lasciare andare dicendole che purtroppo un figlio non lo desideravo. Ma non l’ho fatto. Il mio amore per lei mi ha fatto scattare quella molla che mi avrebbe permesso di diventare padre. Un padre esemplare come sempre diceva lei. E’ una storia assurda la mia. Pazzesca. Per questo non credo che riuscirò mai a risalire. I sensi di colpa, i rimpianti, i rimorsi sono tanti…troppi.
    Ciao

  10. 510
    LUNA -

    @Ben inteso Luna e Aleba: accetto i casi in cui ci siano dei problemi esistenti così come nei vostri casi. Luna 7 anni di crisi, Aleba un marito che faceva quel che sappiamo..

    ARIDAJE 😉

    a parte che la realtà la si accetta comunque, perché quella è (lei non sta più con te, lei ti ha detto e dice che non ti ami più), perché il solo modo per affrontare la realtà è affrontarla per quella che è, stringi stringi, innanzitutto, ti ho già detto che:
    a) Io che fino a tre mesi prima mi stavo lacerando dall’ansia davanti all’ingresso della sala operatoria dove la stavano operando. Con il terrore che non uscisse viva da lì, con il cuore che mi batteva a 1000 all’ora. Noi che due mesi prima avevamo acquistato insieme un appartamento mettendo tutti i nostri risparmi. Noi che due mesi prima facevamo in allegria il “nostro” albero di Natale e il presepe.

    Lui che fino a tre mesi prima veniva con me da mia nonna in ospedale, assolutamente partecipe, noi che pochi mesi prima avevamo preso una casa in affitto e che a noi pareva stupenda, noi che fino a cinque minuti prima ridevamo scherzavamo ecc ecc.

    Tu accetti la fine della mia storia, perché hai deciso TU che nella mia c’è la logica e nella tua no, ma mi sembra abbastanza ovvio ed evidente che in ogni caso sia più facile vedere delle logiche nelle storie altrui che nelle proprie nel momento in cui la propria realtà la si vive come inacettabile.
    Per quanto mi riguarda potrei dirti che non vedo grande differenza tra una o l’altra immaturità nell’affrontare le questioni importanti della vita in modo realmente empatico e democratico.
    Per me che leggo da fuori potrebbe essere assurdo che tu ti massacri con il rimpianto di non aver avuto un figlio con una donna che ha trattato la questione della maternità in maniera così autoreferenziale, solipsista, che non ha verbalizzato i suoi conflitti e si nasconde anche dietro il fatto che comunque sarebbe colpa tua se non l’ha fatto perché LEI aveva paura di perderti.
    Che ti ha messo davanti prima alla sua mancanza di chiarezza e poi con il fatto compiuto della sua decisione senza appello, evitando di parlare prima, in modo diretto e chiaro, ma poi lasciandoti da solo, con un biglietto pagato, per sederti, appunto da solo, a guardare un film che si è girata tra lei e lei dai titoli di testa, ai titoli di coda, e in cui non ci sono neanche i ringraziamenti perché ha pure girato, a tuo dire, tutto in negativo.
    per quanto mi riguarda potrei dirti che da fuori non solo ci sono tutte le ragioni per pensare di separarsi, tu, da una persona così inaffidabile, ma anche di portare un cero alla madonna per non aver avuto un figlio in una situazione come quella che lei ti ha palesato in modo retroattivo.
    E’ ovvio che io non ho sentito la sua campana, non posso sapere come sia giunta alle sue conclusioni, e che ti conosco appunto in un momento di crisi, però se guardo il tuo punto di vista (cioè quello che tu racconti, perché in realtà il tuo punto di vista è autocolpevolizzante

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