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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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@ Fuori dal Coro:
Bé; adesso che ti sei spiegato abbiamo un quadro più realistico della situazione, e per noi è molto più semplice comprendere il tuo dolore, la tua rabbia e la tua disperazione. Purtroppo né io né LUNA siamo chiaroveggenti; quindi non possiamo dirti quali motivi abbiano indotto tua moglie a interrompere dopo tanti anni la vostra relazione. Lei tira in ballo il desiderio di maternità ma in questa versione dei fatti c’è sicuramente qualcosa che non quadra. Se l’unico problema era il figlio, perché non è restata insieme a te quando tu le hai garantito di condividere appieno questa sua aspirazione? Perché non è restata insieme a te quando tu l’hai rassicurata e ti sei dichiarato disponibile a costruire una famiglia di tipo tradizionale ? Forse perché avevi compreso le sue esigenze con un po’ di ritardo ? Ma ti pare possibile che una donna innamorata getti alle ortiche un matrimonio per un motivo così futile ? Di errori ne commettiamo tutti, e in ogni caso tu ti eri convertito alla sua visione della coppia, quella che trova il suo coronamento nel concepimento di un figlio. Forse lei non credeva alla tua conversione e pensava che avessi accettato il figlio soltanto per opportunismo… Questa potrebbe essere la spiegazione più logica, ma tu affermi di avere aderito al suo progetto con reale entusiasmo e di avere fatto tutto il possibile per dimostrarglielo. Scusami se mi esprimo con franchezza, ma in tutta questa storia c’è qualcosa di poco chiaro (SEGUE)
Fuori dal Coro, io ho vissuto un’esperienza abbastanza simile alla tua, nel senso che sono stato abbandonato dalla donna che amavo senza ricevere uno straccio di spiegazione. Tu una spiegazione l’hai ricevuta, ma si tratta di una spiegazione poco convincente, che lascia adito a mille dubbi e a mille perplessità. Il fatto è che certe volte dobbiamo rassegnarci a non capire … Lo so che si tratta di una situazione devastante; soprattutto quando si è innamorati e ci si è convinti che “quella” donna fosse proprio la donna giusta. Ma a cosa serve continuare eternamente a macerarsi nel dubbio ? Io ho riflettuto a lungo e alla fine mi sono adagiato in una spiegazione di comodo, che serviva più che altro a lenire il mio dolore e la mia sofferenza … mi sono convinto che quella donna fosse fuggita proprio perché mi amava tanto e perché non intravedeva nessuna possibilità di costruire un futuro in comune. Questa “spiegazione” mi ha aiutato a tirare avanti per moltissimi anni, anche se poi mi restava il rammarico di non essere riuscito a farle comprendere l’intensità del mio Amore (io l’avrei seguita anche in capo al mondo, ma questo fatto probabilmente, andava al di là della sua capacità di comprensione). Adesso, a distanza di quasi dieci anni, che cosa penso di questa mia interpretazione ? Penso che sia insoddisfacente e che colga soltanto un aspetto del problema. La verità integrale, la verità tutta intera, io non la conoscerò mai. Così è anche per la spiegazione fornita da tua moglie … non dico che sia del tutto inconsistente, ma anche nella migliore delle ipotesi è una spiegazione insoddisfacente, parziale ed incompleta.
Per un problema tecnico non sono riuscita ieri a finire il post.
Dicevo, Fuori dal Coro, che si è evidenziata una incompatibilità, in quel momento, secondo me, perché comunque lei non ti ha detto (o come dice Marquito non è riuscita a dire, non riuscendo però lei comunque, per indifferenti quali ragioni, a tirare fuori i suoi conflitti REALI in modo aperto) cosa le passava per la testa, mentre tu avevi bisogno che lo facesse. Se tu, con tutti i tuoi pregi e difetti, paure e idee, sei convinto che alla base del rapporto ci sia anche il fatto di mettere bene in chiaro le cose per poterle affrontare e discutere, se tu credi che l’empatia non debba venire meno, e che sia importante che ciascuno guardi bene in se stesso anche prendendosi le responsabilità di cercare di far chiarezza in se stesso, allora in quel momento lei è stata incompatibile con te. Siamo diversi Fuori dal Coro, ma io questo punto lo capisco molto bene, ed è per questo che ti dico che secondo me siete stati incompatibili. Tu dici che avete sempre parlato, molto. Ma lei ti ha veramente detto con la stessa chiarezza tua nei suoi confronti le cose che voleva, sentiva?
Tu in altri post sei arrivato al punto di dire, se non erro: le ho manifestato presto, da subito, i miei difetti, in modo che mi conoscesse per come sono. Ora, a parte il fatto che io non credo che possiamo davvero fare una carta d’identità di noi stessi esaustiva, neanche con la “più buonissima” (esagero apposta, per far capire quanto) volontà, e che comunque anche la percezione dell’altro rispetto ai nostri pregi e difetti è personale, io ho l’impressione che anche questo dimostri quanto tu avessi bisogno di vivere in un mondo in cui il più possibile si potessero evitare dei conflitti (non nel senso che non eri pronto ad affrontarli, anche per amore, ma che forse, nel tuo concetto di armonia e protezione dell’armonia, c’erano degli aspetti come il fatto di dire: io sono così, puoi amarmi per come sono? puoi accogliermi veramente per come sono? non voglio che un giorno tu possa dirmi che sei delusa perché non ti ho mostrato dei lati di me. ecc). Tu dici che per te l’amore è semplice e che sei una persona semplice, e ciò che ho scritto tra le parentesi non significa dirti che sei una persona complicata. A parte che ci troviamo molto più a interrogarci e a doverci interrogare in caso di conflitto che in caso di armonia, come sta accadendo a te. Io non sono una persona che in caso di armonia e quiete e serenità si fa mille pippe mentali. Non sono una che complica il pane, come si suol dire, ma se il pane è complicato mi ritrovo anche a domandarmi perché. Rispetto a chi mette le questioni sotto il tappeto (fermo restando che tutti, inconsciamente, possiamo farlo o non accorgerci che c’è una questione) sono una che preferisce sapere ed affrontare le cose. Anche a me fa molta più “ansia” l’idea che una persona non mi dica che c’è o vede un problema che l’inverso. Per me una vita tranquilla non è una vita in cui non
esistono conflitti (non nel senso che vado a cercarmeli, ma nel senso che mi pare naturale che gli esseri umani possano provare dei conflitti interiori o che nella quotidianità ci possano essere dei momenti in cui, anche con la più buona ottima volontà, e grande amore non si sta camminando allo stesso identico passo, ecc), ma una vita in cui so che le persone che ho attorno, che siano parenti, amici, compagno, marito, un figlio se un giorno ne avrò, mi dicono quello che secondo loro non va, dandomi così anche la possibilità di sapere qual è la situazione, anche di fare autocritica, di aggiustare il tiro se necessario, di rassicurare se ne ho la possibilità, di dire il mio punto di vista, di riflettere, di correre ai ripari. Per me è molto più grave che un problema non sia portato all’ordine del giorno, che a un nodo non sia dada la possibilità di essere sciolto che il fatto che possa esistere un problema o un nodo da sciogliere.
Banale? non so quanto. Forse in teoria lo diciamo tutti questo, o molti, ma quanti di noi riescono a farlo sul serio, o anche a farlo in maniera assertiva? Marquito dice una grande verità: una persona in crisi ha difficoltà a leggere dentro di sè, quindi la sua difficoltà a verbalizzare un conflitto può essere a monte. Forse le persone più abituate all’introspezione (e anche a non averne paura) sono più capaci di fare questo, di chiedere aiuto, che sia nella maniera migliore, neutra o peggiore, senza delegare completamente all’altro le responsabilità o un ruolo da “interprete”. Poiché anche a me è capitato di essere in crisi nella vita so quanto possiamo non accorgerci fino in fondo anche dei sintomi esterni della nostra crisi, o non afferrare noi stessi dei nostri comportamenti. Mi spiego con un esempio: durante un periodo particolarmente intenso, in cui vivevo dei conflitti emotivi di coppia e all’esterno, persone a cui volevo molto bene, vivevano dei grossi problemi, io spostai inconsciamente l’attenzione all’esterno. Parlando con una delle mie migliori amiche le dissi quanto fossi preoccupata (era vero) per queste persone che stavano male. Lei mi conosceva e sapeva che era vero, al contempo mi disse: ma la tua vita dov’è? (cioé: come stai tu?). Quella frase mi colpì molto e mi fece riflettere. Allo stesso modo, nel momento in cui lei era in crisi con il marito e ancora nessuno lo sapeva, poiché la vedevo strana diversa, non in modo eclatante, ma a istinto coglievo delle sfumature pur senza riuscire a capirne il vero significato e l’origine, io le chiesi se andava tutto bene, in modo generico, non invadente. Lei mi disse di sì. Due giorni dopo mi raccontò che invece no, non stava bene. Però se chiedi ad una persona: tutto bene? e quella persona ti risponde sempre di sì è ragionevole, in assenza di sintomi molto evidenti, e rassicurato/a sul fatto che va tutto bene, pensi di aver avuto la risposta. Cioè (continua)
sono contenta aleba che ti stai riprendendo, assulutamente con i tuoi tempi, a piccoli passi per te per tua figlia a poco a poco riprenderete il vostro equiliquio interiore.
diventerai forte da combattere qualunque e chiunque persona e lui rimarra’esterefatto da chi sei tu e non riuscira’ piu’ a raggiungerti per distruggerti. ciao maria
può capitare che siamo così persi in una nostra crisi da non riuscire a dire “sono in crisi e per questo e quest’altro” ed è certamente importante che la persona che ci ama e amiamo, conoscendoci, si accorga che c’è qualcosa che non va. Ma può accadere che non accada. E non è solo per egoismo. E se uno non è in grado di “vedersi”, “ascoltarsi”, “verbalizzare in modo chiaro” e l’altro vede, chiede, ma gli viene data una risposta fuorviante (“no, sono solo stanco”) o con gli elementi che ha (c’è stato un ricovero, abbiamo cambiato casa, abbiamo avuto anni pesanti, ecc) pensa di avere visto delle ragioni, è davvero colpa di qualcuno? – La persona con cui sono stata io ha avuto per anni accanto qualcuno che gli diceva chiaramente le sue sensazioni, i suoi dubbi, paure. Se ho paura che mi vuoi meno bene o mi stai trascurando o che ci sia un problema tra noi non mi faccio un film solitario in tecnicolor, te ne parlo. Anche perché, è ovvio, spero che mi rassicuri. Se mi rassicuri ti credo. Anch’io, pure se mi sono trovata a dover scandagliare di qua e di là, per istinto guardo il quel che è. E poter basarmi sul quel che è mi rassicura. Se mi sorridi non penso che in realtà ti sto sulle palle, penso che mi stai sorridendo. Lui ha sempre avuto più paura di portare un problema all’ordine del giorno, dicendomi che in questo io ero molto più coraggiosa. Io ho imparato che poi, anche se protestava, quando lo facevo io, comunque ci rifletteva su. D’altra parte lui era (è, comunque rimane un suo “talento”) capace di cogliere anche un semplice sfumatura sul mio viso, di fatica, turbamento, conflitto. Anche per questa ragione mi ha dato per anni ottimi consigli e a sua volta mi ha portato a riflettere. Ad un certo punto ha usato questa sua sensibilità, purtroppo, anche contro di sè, unita al fatto di essere troppo introspettivo. Così da un lato non riusciva (veramente) a vedere la sua crisi, standoci troppo dentro, dall’altro non riusciva a dire in modo assertivo qual era il problema, dall’altro ancora si sentiva non abbastanza compreso e “salvato” e rassicurato (ma senza essere capace di dire in modo chiaro cosa voleva davvero), dall’altro ancora leggeva il mio viso e i miei comportamenti in un modo che gli cagionava insicurezza, dolore o giungendo alle sue conclusioni. Lungo da spiegare, ma non posso che dare ragione a Marquito. Purtroppo queste cose possono accadere. E se è successa a te probabilmente hai fatto il possibile, e lei è convinta di averlo fatto. Il punto è però che tu ti interroghi anche sul tuo ruolo attivo, lei, mi sembra, lo attribuisce solo a te, e a se stessa riserva un ruolo “passivo”. Anche se ci sbatti la testa contro tutto il giorno, e anche se scrivi cosa secondo te è giusto e quanto e come amavi lei, non puoi cambiare il fatto che una certa dinamica sia accaduta. Tu le hai comunque ampiamente spiegato che non intendevi “negarla” come madre, quali erano le tue paure. Trovo che ci sia una profonda differenza tra le due cose, comunque
MARIA – ALEBA – LUNA – MARQUITO
Ciao Maria ben trovata. Spero intanto tu stia bene. Ti rispondo in maniera abbastanza semplice. E’ ovvio, non sto facendo passi avanti, anzi a dir la verità sto facendo passi indietro. Ho un blocco psicologico ? Può darsi, anzi sarà sicuramente così. Difficile, davvero difficile in queste consizioni trovare una ragazza che ti faccia perdere la testa, perchè la testa come dici tu è sempre rivolta a lei. Sai una cosa Maria ? E’ abbastanza facile difendersi o allontanarsi da chi ha mostrato cattiveria o menefreghismo verso di te. Quello che è difficile è difendersi o allontanarsi da chi ti ha amato e ti ha voluto bene. In questi casi sei disarmato, sei senza difese perchè non te lo aspetti e se ti ferisce una persona del genere ti ferisce a morte perchè non ti aspetti suoi fendenti, non li conosci. E ogni parola, ogni rinfaccio ti risuona come una coltellata.
I sensi di colpa poi la fanno da padrone è vero. Non c’è bisogno di scavare nel passato. Il senso di colpa è abbastanza evidente e riguarda la questione figlio ho già esaustivamente parlato nei post seguenti quale disagio interiore mi provoca questa cosa.
ALEBA
Ogni volta che ti leggo, ogni volta che sento i tuoi racconti riguardo il tuo compagno rimango allibito ed incredulo. Ma può davvero un uomo compiere certi gesti e pronunciare certe parole ? Forse si ma in atti di rabbia isolati. Ma qui pare che ciò fosse la regola. Usi parole come astio e disprezzo. Ma perchè ? Cosa gli facevi di tanto grave per indurlo a provare certe emozioni nei tuoi confronti. Più ti leggo e più non capisco. O forse capisco e penso di collocare il tuo uomo tra i malati di mente. Ma poi mi dici che al di fuori era una persona normale. E allora non so che dirti. Mente perversa, personaggio dalla doppia personalità o forse talmente debole da volersi rifare su una persona in quel momento più debole. Più debole solo perchè lo amava ed accettava ogni suo sopruso.
MARQUITO: adesso la questione è più complessa. Mi chiedi perchè non è restata insieme a me quando le ho garantito di condividere appieno la sua aspirazione. Non lo so Marquito non lo so. Lei dice che ormai si era disamorata. Certo mi ha accusato di opportunismo. Che io accettavo l’idea di avere un figlio solo per riprendermela. Ma secondo lei avrei giocato sulla vita di un bambino ? Non lo so Marquito, ripeto non lo so. La presenza di un altro uomo ? Ma allora perchè non essere onesta e dirmelo ? Si qualcosa non torna e non torna neanche a me. Fatto sta che una cosa mi appare certa. Lei ora travisa la realtà. Quella passata sicuramente. Perchè non fa altro che rinfacciarmi le cose. Molte, troppe. Come se avesse accettato i miei pensieri, le mie azioni solo per farmi piacere. E questa è una delle cose più brutte. Perchè vi giuro io ho fatto di tutto per cercare di essere in armonia, in serenità. Ho espresso le mie idee ho cercato di metterle in atto. Ma la rendevo sempre partecipe di tutto. Le chiedevo ogni cosa. E ascoltavo…
MARIA – ALEBA – LUNA – MARQUITO…segue
…i suoi pareri, i suoi consigli. Non so Marquito, 20 anni sono tanti per poter pensare che non le sia andato bene il mio modo di essere, il mio modo di fare. Forse avrà subito incosciamente la mia personalità accettando passivamente cose che in fondo non condivideva. Ma onestamente io ricordo il suo viso sorridente e non forzato, ricordo i suoi discorsi e ricordo anche quando qualcosa non le andava bene come era in grado di farmela notare. No perchè qui sembra che sto parlando della famosa bambolina che fa no no no no, come dice la canzone. Ripeto mi piacerebbe davvero conoscere la verità integrale come dici tu.
LUNA: mi chiedi se lei ha espresso con la stessa mia chiarezza le cose che sentiva e che voleva ? Si Luna credo proprio di si. Poi Luna hai colto nel segno quando dici che io avrei voluto vivere in un mondo in cui si potessero evitare il più possibile i conflitti. E’ un dato di fatto, ho cercato e ho sperato di poter vivere in serenità ed in pace. Ho sempre vissuto male le liti tra i miei genitori e mi ero riproposto che a me una cosa del genere non sarebbe dovuta capitare. Scambio di idee, dialogo, ma nel più assoluto rispetto e calma. Non ricordo davvero a mia memoria di avere mai alzato la voce in casa e ho sempre ascoltato ciò che lei diceva. Anche se lei è convinta che non avesse voce in capitolo, che io non l’ascoltassi, che io facessi solo quello che avevo in mente. Chissa cosa poi !!!! Ci giro sempre intorno ma non so davvero se la questione figlio abbia influito in maniera chissa quanto grande nella sua mente nella sua psiche. Il mio rifiuto, secondo lei, di lei stessa intesa come madre. Anche qui, realtà travisata. Io sto cercando di capire Luna, perchè voglio capire. Voglio sapere chi avevo realmente al mio fianco, o cosa le sia successo per modificarle tutto il suo credo. Sembrerebbe tutto semplice: l’intervento di una terza persona che le ha fatto vedere la vita in una maniera diversa, che le ha posto la mia immagine come quella di un uomo egoista e incapace di amare. Scrivo questi post senza nascondere nulla esponendomi a eventuali critiche proprio per capire. Anche se so per certo di aver commesso un errore madornale, pazzesco che va al di là di un grave errore “di coppia”. Ormai lo vedo come un errore un grave errore anche semplicemente mio personale.
So solo che vorrei capire, vorrei tanto capire anche se ciò difficilmente mi aiuterà a tornare a vivere in serenità come ho fatto soprattutto in questi 20 anni anni vissuti con lei.
Ciao a tutti
fuori dal coro, il ‘grande errore’ è stato esprimere ciò che tu in quel momento sentivi riguardo una scelta così importante? E non importante perché le famiglie normali fanno figli o perché ‘ho paura che sennò mi pento’ o per le proiezioni che ciascuno può attribuire a paternità e maternità, ma perché si sta parlando di una creatura che per un tot del tempo avrà anche un bisogno fondamentale e viscerale si sentirsi amata e accolta. E non è erode chi si guarda dentro e dice “come mi sento rispetto alla paternità’.
e’ chiaro che sento solo la tua campana e posso anche immedesimarmi in una persona in crisi con se stessa e anche in un desiderio frustrato di maternità. Ma quando racconti il suo punto di vista e le sue recriminazioni a riguardo perché sanno tanto di autoreferenzialità? ‘tu hai voluto negarmi il ruolo di madre’ (comunque non per farle un dispetto e c’erano in gioco anche i TUOI equilibri) e ‘ora sì solo per riavermi’ (cioè un bambino ‘dimostrativo’ in entrambi i casi? E il tuo percorso personale in tutto ciò non esiste? Il fatto che tu, mettiamo pure anche partendo tu da una tua esperienza come figlio e avendo visto delle disarmonie tra i tuoi avessi da fare un percorso? E tu non potevi essere stanco e confuso perché avevate passato dei forti periodi di stress? Ma sai che non ho capito quanto tempo è passato da ‘vorrei un figlio?’ a ‘non ti amo più, ciao’?). Ti ho già detto che non giudico la valenza che lei può aver dato alla maternità in quel momento e al tuo non essere immediatamente d’accordo. Nè giudico chi si sente, che lo sia o no, ad un bivio e dice ‘io voglio un figlio, non ne avremo, esco da un vicolo cieco’. Ma era un vicolo cieco? E possiamo dire ‘non ti amo più e ho scelto così’ ma pure non tornando con te avrebbe potuto (evidentemente no) essere più empatica. Anche solo dicendoti ‘mi spiace per i nostri tempi diversi’ che è diverso da dare tot la colpa all’altro, e giudicare ‘sbagliati’ e ‘non validi’ i suoi stati d’animo. Si può restare feriti da qualsiasi cosa, ma vedere un dolo volontario dove non c’è e quando l’altro si svena per dircelo è diverso. Lei è troppo presa da come si è vissuta la cosa per ‘vederti’. E che ti ami o no il tuo blocco psicologico mi pare in buona parte causato anche dal fatto che comunque ti abbia caricato di tutto il peso. O sei tu a leggere così il suo abbandono? Di fatto però una persona che aveva bisogno di fare un suo percorso per un tema importante, e ne aveva sul serio bisogno, vive ciò come una colpa cristallizzata. Ma se non ti aiuta lei a liberarti di questo blocco comunque tu devi farlo, per te. Stai vivendo questa cosa del figlio in modo autolesionista.