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Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

di aleba
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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1.662 commenti

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  1. 431
    LUNA -

    Lui sa com’è sua madre. Io so com’è sua madre. Io so com’è mia madre. Lui ha provato anche fastidio verso mia madre, vedendo quando lei era “ingiusta” con me.
    E’ chiaro che non posso riassumerti in poche righe cosa ho capito, di tutta una serie di cose. Io comunque mi sento meglio ad averle capite, perché servono a me. E’ vero che in certi casi lui mi ha incasinato di brutto gli equilibri, e quanto! E’ vero che certe osservazioni che pure lui faceva però erano puntuali. Io per prima so quanto sia difficile riuscire a guardare i propri genitori con obiettività, riuscire a svicolarsi da certi sensi di colpa e responsabilità. Capire il perché si è assunto un certo ruolo in una dinamica famigliare. Trovare una giusta distanza. Cosa che non ha nulla a che vedere con l’essere mammoni o bamboccioni.
    Riporti di tua figlia frasi che denotano, in tenera età, un grande spirito di osservazione, sensibilità, intelligenza emotiva. Perdonami se ti dico questo: nel tempo, forse (ovviamente non posso saperlo) lei avrebbe potuto però usare tutto questo suo grande tesoro per tentare di proteggere te. Avrebbe potuto domandarsi perché la sua mamma non riusciva veramente a proteggersi abbastanza. Avrebbe potuto da un lato allontanarsi da casa il più possibile, per “respirare”, e al contempo, non riuscire a darsi spazio pensando sempre che non poteva lasciarvi da soli a rischiare di esplodere.
    Perdona se cito degli estremi, è ovvio che non ho idea.
    Però penso a lui. Per lui, credo, sia stato così.
    Io credo, Aleba, che tu abbia fatto veramente una cosa importantissima, per te e per lei. Anche per lui, se riuscirà ad essere un padre migliore del compagno che è stato. Sennò sarà una sua responsabilità essersi mostrato a sua figlia in un modo piuttosto che in un altro.
    Cmq tua figlia ha una mamma che le vuole bene e lei lo sa.
    Un giorno una persona mi disse una cosa pesante e quanto mai vera, di fronte ai sensi di colpa e responsabilità che mi facevo nei confronti dei miei genitori (che non sono dei mostri). Mi disse: un giorno moriranno.
    E quella frase voleva dire tante cose. Voleva dire anche: pacifica dentro di te una serie di cose.
    Qsti anni sono stati per me anche un viaggio in questo senso. Forse ho anche conosciuto i miei genitori meglio di quanto li avessi conosciuti prima. Alcuni difetti sono identici, ma io li vivo in modo diverso. E vedo che il mio viverli in modo diverso ha cambiato delle cose.
    Lui qsto, secondo me, non è ancora riuscito a farlo. Gli auguro di cuore, un giorno, di sentirsi più leggero. Di non farsi carico di ciò che non è suo. Resta il fatto che il carattere di m… e un certo egocentrismo è assolutamente “roba sua”. E, Fuori dal Coro, quando si parla di gelosie, invidie, compensazioni, equilibri, paure, questi sono i “sottotesti” che ciascuno di noi può avere. A volte la vita o come ti senti ti porta a sentire di aver bisogno di capire di più. Sennò te li tieni così e vai avanti come sai. E Cmq sempre a volte sai meglio altre peggio

  2. 432
    Fuori dal Coro -

    ALEBA, LUNA, MARQUITO
    Ciao a voi tutti. Vorrei innanzitutto rispondere ad Aleba, in merito ancora alla questione sui suoi nonni. Si tua nonna ha sposato tuo nonno “per procura”. Ma credo anche lui a questo punto. L’avrà tradita ? Chi lo sa ? Forse no. E mi parli di folle Amore. Ma oggi riesci a vedere il folle Amore ? Dov’è ? O si tratta solo di passioni effimere ? Se il 40% delle coppie si separa, poiniamo che un altro 30% sta insieme per i figli. Che rimane un altro 30%, che si amano alla follia ? Io non credo. Tu lo credi ? Voi Aleba e Marquito lo credete ?
    Non pensi che sia stato meglio tuo nonno gentile e rispettoso che tuo marito ?
    Tu e Luna mi parlate dei vostri di rapporti come guerre psicologiche. A cui si può porre rimedio (giustamente) solo con la separazione. Cosa si è raggiunto oggi a differenza dei tempi di tua nonna ? Dov’è il folle amore a cui aspirava lei ? Esiste o è una chimera ? Se pensi di averlo trovato magari si “spegne” dopo un po’ perchè magari l’altra persona non desidera essere amata in quel modo ma in un altro. Basta un calo di attenzioni per andarsele a cercare in altri lidi. Non sapendo che anche gli altri lidi subiranno lo stesso calo.
    Si parla di vite infernali. Si desiderano i figli che poi si affidano alle baby sitter. Si pensa di essere genitori premurosi ma poi il lavoro è sempre al primo posto.
    Prima è vero le donne subivano violenze in casa, magari anche ora in alcune case, ma possono fuggire. Di contro però non si può dire una parola fuori posto perchè si ferisce a morte e non c’è perdono. Aleba tu sei un caso fuori dal comune ma ti garantisco che è così.
    Poi il cambiamento è la giustificazione a tutto. Si cambia, nella vita si cambia. Basta questo per giudicare un cambio di direzione in famiglia.
    Certo è vero, in un famiglia dove non regna la pace, i bambini soffrono, sentono il peso psicologico, assorbono tutto. Ma quale peso psicologico subiscono i figli di genitori separati che si trovano a vivere insieme a “due padri” o “due madri” ?
    Spesso anzi direi quasi sempre i figli vengono affidati alla madre, quando magari il padre ha sempre avuto un ottimo rapporto con i propri figli. E lì quale peso psicologico può sopportare un figlio che vede uscire dalla propria casa l’amato padre. Che poi vedrà ogni 15 giorni se va bene.
    Qui siamo tre persone: io Luna e Aleba, Maria e anche Marquito mi pare che stanno o sono state psicologicamente a pezzi dopo un rapporto affettivo. Ognuno con le proprie motivazioni. E la separazione ha giovato a qualcosa ?
    Adesso cosa speriamo ? Di ritrovare un’altra persona che non ci dia le stesse problematiche della precedente ? Certo magari ce ne drà delle altre. Come trovare un ago in un pagliaio.
    Io capisco tutto, comprendo tutto. Ma in questo modo di agire, di vedere, di interpretare non mi ci rivedo proprio. Che senso ha sposarsi ed avere figli a questo punto ? Allora viviamo di relazioni del momento e…finchè va va. Senza crearci troppi problemi.
    Ciao a tutti ragazzi

  3. 433
    Fuori dal Coro -

    Marquito tu scrivi che:

    “Premesso che i sentimenti delle persone possono anche cambiare, e che la crisi può subentrare anche dopo molti anni di matrimonio, la mia impressione è che la maggior parte delle coppie sia oggettivamente male assortita”

    Premesso quello che sempre sostengo e che cioè se il sentimento è VERO, non può cambiare (ma rispetto la tua opinione), vorrei dirti che in merito al discorso sulle coppie “male assortite”, bè mi dispiace dirlo ma la coppia “uomo/donna” è normalmente “male assortita”. Si tratta di due elementi diametralmente opposti, che ragionano in maniera diversa, che hanno cervelli diversi, tempi diversi e nature diversi.
    Quindi è già difficile se non impossibile far coincidere l’assortimento tra i due generi umani. Troppo, troppo diversi. Detto in parole molto semplici, se non ci fosse l’attrazione tra i due sessi perchè un uomo dovrebbe stare con una donna e viceversa ?
    Ciao Marquito, rispetto le tue opinioni comunque, si sente che sei in gamba

  4. 434
    aleba -

    Cara LUNA, ti spieghi benissimo. Forse perchè qualcosa di simile l’ho vissuto anche io, ma il tuo modo di descrivere le situazioni anche se mentre scrivi ti sembra di essere nel caos, è perfettamente chiaro. Molti temono di mettersi seduti e dire chiaro qual’è il problema, dirlo prima di tutto a sè stessi. Questa paura nasce dalla consapevolezza che se inquadri il problema, poi non avrai più scusanti se non ti impegni per risolverlo. Non parlare dei problemi, non affrontarli a volto scoperto costi quello che costi, porta solo a perdersi in un vortice di risposte a domande sbagliate, e a trovare innumerevoli alibi per sè stessi e per chi ci circonda. Cercare giustificazioni non porta lontano. Le domande fondamentali non sono a largo spettro e richiedono risposte semplici immediate, di solito semplicemente un SI oppure un NO. Ciò non toglie che quando siamo letteralmente immersi in una situazione da molto tempo, anni, risulta molto difficile selezionare. Se al primo appuntamento con il mio ex lui mi avesse detto “odio i gatti” o anche semplicemente “non voglio animali in casa”..io avrei detto ok, allora non sei un uomo del quale voglio approfondire la conoscenza. Ma se l’odio per i gatti e il rifiuto di tenere animali in casa viene dopo anni e solo a seguito del fatto che a ME gli animali trasmettono benessere, io mi trovo spiazzata. Quel NON FAI PER ME non è più così immediato, devo ragionarci su, sviscerare in ogni modo, capire su quali basi ho vissuto fino a quel momento, indagare sui motivi che mi hanno portato a credere una cosa che in effetti era totalmente diversa. Ed è ciò che ho fatto. Se un uomo mi avesse detto “non voglio figli”, allo stesso modo avrei salutato e sarei andata oltre. Il non volermi sposare è arrivato dopo anni durante i quali comunque io avevo dato fondo a tutto quanto di me stessa per alimentare la relazione. Avevamo persino seguito il corso prematrimoniale della parrocchia. Tutto falso da parte sua? Falso non credo, ma tirato per i capelli sicuramente. Sforzandosi, ma senza darlo a vedere, ha fatto certi passi che inducevano me a stargli vicino e a crederci. Bacione
    Per Marquito: condivido l’impressione sul fatto che le coppie sono per la maggior parte male assortite. Spesso due persone diventano una coppia per i motivi più svariati, tranne che per quello più giusto: si conoscono e si piacciono. La conoscenza iniziale troppe volte si basa su “idee” di come vorremmo che fosse l’altro/a o come vorremmo essere visti. Poi, una volta messa la fede al dito, tutto è ammissibile…anche far venire fuori il peggio del peggio….tanto la famiglia è coibentata, protetta dall’omertà. Basta che le mura esterne della casa siano sempre dipinte di fresco, che i fiori siano tutti in posa e che, soprattutto a Natale, non manchino decorazioni e addobbi. Che dopo la sporcizia sia accumulata dappertutto dentro alle mura, e nella desta delle persone che ci abitano..poco importa: basta che da fuori sembri tutto bello.

  5. 435
    aleba -

    @Fuori dal Coro: “E la separazione ha giovato a qualcosa ?” Parlo per me, solo per me…SI ha giovato. Ho buttato via anni della mia vita, anni accumulati in quella casa dove c’è tutto quello che ho vissuto, fatto, amato, odiato, nei 17 anni che sono stata con lui. Ho mollato, ho detto basta e ho buttato nel cesso tutto, perchè a me non è rimasto nulla e non riesco neppure a passare nella strada vicino a quella che conduce alla “mia” ex casa. Ha giovato perchè mia figlia è SERENA e lo ha detto chiaramente. Mia figlia è sciolta, libera di essere bambina. Mi dice che il papà le manca, parole sue “papà mi manca e vorrei che fossimo tutti e tre assieme…ma per risolvere i problemi ci vuole amore”. I suoi compagni di scuola la vengono a trovare a casa, prima non potevano perchè lui non voleva vedere gente in giro. Facciamo cose, assieme, che prima non potevamo nemmeno immaginare di fare. I bambini traggono giovamento dall’esempio che gli forniscono gli adulti.. e soprattutto i bambini devono fare i bambini, non possono essere trattati da adulti perchè nella vita bisogna imparare presto che c’è da soffrire. Vedo tanto schifo nel mondo e credo che la maggior parte delle persone non pensa altro a “cosa me ne viene in cambio”. Laseparazione ha giovato a me anche se devo ripartire da zero. L’amore folle permanente non esiste, Fuori dal Coro, anche se da come parli di tua moglie sembra che tu sia follemente innamorato di lei. L’amore è un lavoro, non ti limiti a dire TI AMO e tutto è a posto. L’amore richiede impegno e fatica. L’amore è modulazione, non si può sbattersi in faccia al partner e dire o mangi sta minestra o salti dalla finestra. Ma quando ami non temi le spine, quando il tuo amore è accolto e ricambiato anche gli errori vengono riparati. Questo è utopia? Questo vuol dire che resterò sola ?? OK no problem, non ho bisogno di un uomo vicino per rendermi conto di essere al mondo…sono qui e, guarda un pò sto respirando…
    LUNA le tue parole sono un balsamo…
    Nella vita non si finisce mai di impare, questa è una verità. Chi crede di avere già imparato tutto, sbaglia.

  6. 436
    Marquito -

    Quando diciamo che due cose sono bene assortite ci riferiamo sempre a due cose diverse. Idem per quelle male assortite. Se le persone fossero dei cloni non sentirebbero nemmeno il bisogno di accoppiarsi. L’Amore è un’esperienza così esaltante proprio perché crea l’armonia fra due esseri diversi.

    A parte questo:
    Io mi domando se il vero problema sia la facilità con cui ci si separa o non sia invece la faciloneria con cui ci si sposa. E’ una domanda che mi pongo spesso perché fra tutte le coppie che conosco ce ne saranno appena due o tre che possano dirsi veramente armoniose, felici e realizzate. Tutti gli altri, chi più chi meno, vanno avanti senza la minima passione e senza il minimo entusiasmo; spesso si cercano delle relazioni extraconiugali e sembrano uniti soltanto dall’interesse economico, dalla pigrizia e dalla paura di restare soli. Ed è proprio su questo punto che vorrei richiamare la vostra attenzione, perché secondo me si tratta di una questione veramente cruciale.
    L’incapacità di stare da soli è il principale motivo per cui moltissime persone stanno insieme. In certi casi rappresenta addirittura l’unico collante. Ci sono delle unioni che appaiono fin dall’inizio votate al naufragio, un po’ per il motivo che ho già detto e un po’ perché l’incompatibilità caratteriale è evidente a tutti tranne che ai diretti interessati.
    Una grande lezione che ho imparato dalla vita è che potevo permettermi una relazione stabile solo se ero capace di stare bene anche da solo. Purtroppo, nella grande maggioranza dei casi, ci si mette insieme spinti dalla propria solitudine e dalla propria sconfinata disperazione. Si prende quello che passa il convento nella speranza che un caso fortunato riveli, a posteriori, delle grandi affinità caratteriali. Ci si convince di essere innamorati, si arriva addirittura a ingannare sé stessi e magari, proseguendo su questa strada, si arriva perfino a stipulare un regolare contratto di matrimonio …
    Avete fatto caso al rancore che tanta gente concepisce per il proprio partner nel momento stesso in cui viene abbandonata ? Queste persone hanno sempre affermato di provare un grande Amore; come è possibile che dall’Amore scaturisca di colpo tutto questo odio ? Capisco la delusione, capisco il dolore, capisco anche la rabbia e le inevitabili recriminazioni, ma un odio così feroce si concilia male con le grandi professioni di Amore a cui queste persone ci avevano abituato … Siamo sicuri che fossero davvero innamorate ? Siamo sicuri che non abbiano semplicemente subito una ferita narcisistica ? Come è possibile che tutto il loro Amore si sia dissolto nel giro di un minuto ?
    Mi piacerebbe sapere se qualcuno ha una percezione del problema simile alla mia.

  7. 437
    luna -

    torno dopo e leggo tutto bene bene. Fuori dal coro: dal mio punto di vista la ‘guerra psicologica’, perdonami, te l’ha fatta anche tua moglie, volens o nolens, nel momento in cui, a tuo dire, non assertivamente ti ha scaricato addosso ogni responsabilità, ha palesato una sua crisi retroattiva, non ha accettato uno scambio di opinioni e responsabilità paritario, non ha accettato un confronto più assertivo e, a tuo dire, di punto in bianco ha chiuso. Se non ti ha volontariamente agito a tuo scapito e ha fatto semplicemente ciò che valutava meglio per sè -il che di per sè non è giudicabile e sindacabile- comunque apparterrebbe a quella categoria che secondo te rinuncia, non parla, prende sottogamba, non tenta e lo fa anche in modo non assertivo. Tu sembri suddividere in categorie, tra separazioni lecite e non lecite, a senso o no. Da un certo punto di vista, seppure male, il mio ex è stato apparentemente molto più combattuto di tua moglie anche nel conservare l’unione.

  8. 438
    luna -

    tu, poiché non accetti la fine del tuo matrimonio, porti costantemente le tue tesi per cui un matrimonio come il vostro non è ragionevole che finisca. Dicendo anche: i vostri sì, ma il mio no. – ma nel momento in cui ragioni da solo e con noi e non con lei, sia pure da un consulente matrimoniale, su tutto ciò già qualcosa non torna. Già qualcosa non ha funzionato e non è irrilevante. E non è ‘in quel momento non ho voluto un figlio’ perché ci son mille modi per reagire a ciò. La tenuta e reazione è stata questa. Son io la prima ad aver parlato di cosa non ha funzionato nel mio rapporto (dopo dieci anni) e di contingenze e annessi e connessi. Ma anche noi due, prima, eravamo due a cui non sarebbe ragionevolmente e emotivamente mai successo. Lui non ha ‘tenuto” come lei non ha ‘tenuto’. Poi che lei si sia trincerata dietro una porta e lui abbia fatto un botto palese, ciò stringi stringi resta. E lui fino alla fine ha cercato i miei piedi nel letto. Per questo ti dico che dividere il ragionevole dall’irragionevole non so quanto ti serve davvero.

  9. 439
    LUNA -

    CIAO 😀 scusate, spero di non arrivare con i miei post tutti di fila :/ mi sono ricollegata ora, e gli argomenti mi stimolano assai.

    FUORI DAL CORO: tra la vita della nonna di Aleba, sposata per procura ad un uomo onesto, ma che non amava, e tra il fatto di amare un uomo con cui vivi malissimo… beh, direi che forse il meglio è vivere assieme a qualcuno che ami e che ti ama e con cui stai bene. E’ chiaro che posso anche scegliere razionalmente di sposarmi con un uomo che non amo, anche se non è un cattivo uomo, per avere una serie di sicurezze e una vita apparentemente senza scosse nel senso migliore del termine… ma la nonna di Aleba non ha neppure scelto. Un conto è parlare di persone totalmente inconsapevoli che mettono le dita nella presa della corrente ogni mese, anno, ogni dieci anni perché altrimenti non si sentono vive, un conto è il fatto che gli esseri umani non sono fatti solo di doveri e ragione, ma anche di emozioni. E questa è una realtà che non mi sembra affatto deprecabile. Allora, se è vero che non posso vivere la vita come se gli altri dovessero dispensarmi sempre una vita al top di emozioni che magari io stesso non sono in grado di darmi (per riallacciarmi al discorso di MARQUITO sull’incapacità di stare bene da soli… condivido, alcuni dicono chiaramente che da soli non riescono neppure a concepirsi), o un senso di identità e sicurezza che io stesso non sono in grado di darmi, o mettere solo me stesso (o stessa) su un piano di umanità, ma quasi figliale, e mettere l’altra (o l’altro) su un piano di genitorialità ideale… beh, però rimane il fatto che anche la persona più sincera nei propri sentimenti, più innamorata, più fedele al partner e ai propri valori, prova emozioni, positive e negative, anche in relazione alle emozioni dell’altro fuori da sè. E, riallacciandomi alla nonna di Aleba, penso che fare l’amore anche solo una volta con una persona che non ami, che sia pure la persona più simpatica e onesta del mondo, racchiude un mondo di emozioni e non emozioni. Perché non stiamo parlando di un amico, un parente, o un socio alla pari in un’azienda, seppure famigliare, stiamo parlando di un marito. E allora puoi scegliere se non farci l’amore che per fare dei figli o farlo sapendo che tu non provi amore. E non è il solo punto legato alle emozioni, ma è uno dei punti.
    Abbiamo toccato tanti punti. Io comprendo assolutamente perché ALEBA dice che la sua separazione, che comunque è stata tutt’altro che una facile decisione, ed è arrivata dopo un lungo percorso, ha giovato eccome. A se stessa, oltre che a sua figlia. Ma capisco che la separazione ha giovato anche in situazioni meno estreme della sua. Già solo perché vivere male insieme è una delle cose più faticose e dolorose che possano accadere nella vita. E non serve, mi ripeto, che accadano cose pazzesche per vivere male insieme.
    Cosa intendo per male? Intendo quando si vive in sofferenza, FUORI DAL CORO, che la cosa parta da due o che parta da uno e si irradi

  10. 440
    LUNA -

    all’altro. Intendo anche cercare di tirare avanti e avanti, in nome del dovere, o di cosa è più giusto, ma soffrire. Soffrire anche negando di soffrire, ma soffrire. E non te lo dico con faciloneria, questo. Mi sono già più volte espressa su cos’era (ed è) per me l’amore.

    Io ti ho detto più volte che capisco questa tua fase, non fatta solo di dolore e incredulità, ma di tanti aspetti. La mia non è durata un momento, e ha avuto molte fasi. Mi sono fatta molte domande, mi sono data delle risposte. Alcune ovviamente riguardano me, me rispetto ai sentimenti e alle relazioni. Posso dirti anche che non ho fretta di darmi tutte le risposte, perché mi rendo perfettamente conto che mi è successo qualcosa che mi ha mandata in tilt. E, mi ripeto, non per il fatto che lui si sia comportato in un modo o nell’altro, ma rispetto alle mie sensazioni rispetto ad una storia che sentivo “per sempre”. Quindi capisco anche quando ti dici: l’amore VERO non cambia.
    Io forse questo, ecco, non me lo sono mai detta. Perché non ho mai pensato ad una staticità, che le persone possano cambiare, nel senso di vivere diverse fasi della vita, avere anche delle crisi personali, che possano esserci delle rinegoziazioni, che si possa conoscersi sotto diversi aspetti nel corso della vita l’ho sempre pensato. Semmai ho sempre pensato però: l’amore VERO non finisce.
    Però l’amore vive all’interno di una relazione, a meno che non sia l’amore unilaterale che hai per quello della IIIB e che vive solo dentro di te. Quindi è chiaro che la mia esperienza mi ha portato a farmi delle domande. Perché ho 37 anni, e la vita non finisce qui. E, anche se condivido quello che dice ALEBA sul fatto che si può stare da soli, perché non mi sono mai innamorata o ho vissuto una relazione per paura della solitudine, non posso neanche concepirmi per tutta la vita come un’incidentata dell’amore. Lo sono stata per anni, e il mio dolore non era per il modo in cui la crisi si è sviluppata, anche, ma non è l’aspetto principale. Il mio grande dolore, emotivo, fisico fino a non respirare non è stato di dipendenza, è stato il dolore che si prova all’idea di perdere la persona che ami. Qualcosa di simile (anche se non mi permetto di fare paragoni, per ovvie ragioni) a quello che puoi immaginare si possa provare quando, alla fine della vita, la persona che ami non c’è più, prima di te. Solo che io avevo 30 anni

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