Salta i links e vai al contenuto

Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

di aleba
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
Condividi su facebook: Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

1.662 commenti

Pagine: 1 41 42 43 44 45 167

  1. 421
    aleba -

    Per Marquito: tu dunque mi puoi capire, riesci a comprendere quando dico che nella scelta di separarmi è stato fondamentale, per me, vedere la sofferenza di mia figlia. Mi ha esplicitamente chiesto di tirarla fuori da quella confusione che trasmetteva di tutto fuorchè sicurezza e amore. Mi ha detto “mamma, noi è meglio che ci troviamo un’altra casa..ormai lo abbiamo capito che questa è casa sua”. Per non parlare di quello che mi ha raccontato una sua amica di qualche anno più grande….povera la mia bimba.Marquito la cecità di fronte agli indifesi che si aspettano la tua protezione è deleteria. Il mio ex ne è la prova adulta vivente. Riproponeva il modello sbagliato di famiglia che aveva vissuto da piccolo.
    Un abbraccione

  2. 422
    luna -

    ciao 🙂 – capisco ciò che intende dire aleba sui nonni. Vedi, fuori dal coro, tu giustamente, anche, dal tuo punto di vista parli del restare insieme, di affrontare, anche rifacendoti al concetto di continuare a stare insieme bene e veramente. Poiché hai avuto il trauma di passare, per quanto ti riguarda, da una situazione che per te era consolidata e armonica ad una rottura improvvisa senza appello ovviamente non riesci a immaginare, col carico di rabbia, fastidio, scontentezza che tua moglie ti riversa da lontano come sarebbe stato viverci accanto e immerso. Guarda che io capisco il tuo punto di vista che esprimi sulla promessa, il restare insieme, tentare di risolvere. Ma parli col tuo animo, col tuo punto di vista. Ma la quotidianità, anche in crisi, non l”avresti ‘gestita’ e creata da solo. In questo momento comprendo perché due che sono rimasti insieme, come i nonni di aleba, ti sono ‘identificativi’ di un valore portato avanti. Ma mi è chiaro il discorso di aleba. Il mio amico che citavo è stato sposato 25 anni. 2 figli sui 20, il piccolo di 10

  3. 423
    luna -

    ammette serenamente che dieci anni fa al momento ne fu turbato. Poi, dice ‘sono ringiovanito io di dieci anni quando è nato’. Adora i suoi figli e dopo la separazione si fa in mille, ti dicevo. E’ per il piccolo, in particolare, che si commuove. Sua moglie non lo ha lasciato per un altro. Lo ha lasciato, punto. E non è un mostro. Lui le ha dato anche tot ciò che ha chiesto. Lui dice che una ragione valida non la vede se non quella che per lei evidentemente le ragioni erano valide. Non parla mai male di lei, fa la sua vita. Per due anni ha vissuto e convissuto con chi non lo amava più. Non lo considerava. Ha perso kg e salute, concentrandosi per salvare l’insalvabile. Perché se l’altro o l’altra non vuole, non se la sente nessuna promessa, amore, caparbietà bastano. E non serve avere a che fare con un mostro. E è proprio nelle cose che fanno unione, anche piccole, che vedi che sei solo. Anche stando ancora insieme. Per questo io capisco che lui accetta la separaz. Non era vita quella, per nessuno. Se tua moglie è come è ora quel tanto di meno che l’avrebbe fatta restare, anche a tentare, non ti avrebbe ridato la vita che rimpiangi. Molti di coloro che pensi si lasciano con facilitá han provato prima quel limbo. Che nasca anche da uno solo è un inferno. E non servono mostri. Nessuno discute i tuoi sentimenti, ricordi, idee. Nessuno dice che hai torto nel dire che lei era e non capisci. Ma lei ha reagito così. Questa, ANCHE, è lei.

  4. 424
    Marquito -

    @ aleba:
    Cara aleba, con me sfondi una porta aperta. Mi viene in mente una battuta di Woody Allen che recitava più o meno così: “I miei genitori non si sono mai lasciati … sebbene io li supplicassi”.
    Vedi; cerco anche di sdrammatizzare, ma se c’è una cosa che non sopporto sono quelli che tirano in ballo i figli come pretesto per non separarsi. Come se ai figli facesse bene respirare certe atmosfere … come se ai figli facesse bene vivere in mezzo al caos, assistere continuamente a litigi ed a scenate, scoprire che il babbo e la mamma si tradiscono … come se ai figli facesse bene fungere da parafulmini ed assorbire tutta la rabbia, la frustrazione, l’insoddisfazione dei propri genitori … Mi rendo conto che ogni caso è a sé stante e che ci sono delle famiglie in cui i due coniugi riescono a conservare una certa parvenza di normalità. Ma ti assicuro che i figli percepiscono comunque quel clima di gelo e si rendono conto che nel comportamento dei genitori c’è qualcosa di profondamente artefatto. I bambini sono come delle spugne; assorbono tutto… e siccome non hanno ancora la maturità per comprendere la causa profonde di certe situazioni, finiscono per essere le vittime di manipolazioni e di raggiri. Quando ero piccolo mio padre mi ha praticato un vero e proprio lavaggio del cervello, volto a convincermi che la mamma era stupida e inferiore. Lui, che era un piccolo uomo affetto da narcisismo patologico, aveva bisogno di un figlio che lo adorasse, che lo considerasse un dio e che fosse sempre schierato dalla sua parte. Fino a una certa età il gioco gli è riuscito … Mia madre era sempre nervosa ed aggressiva e sfogava su di me tutto il suo malessere sottoponendomi a vere e proprie torture psicologiche; lui invece pareva quasi un gigante buono … Crescendo mi sono reso conto che mia madre aveva dei validissimi motivi per essere insoddisfatta, il che non giustifica certo il suo comportamento nei miei confronti, ma getta sicuramnete una luce inquietante su quello di mio padre. Insomma; come avrai capito mio padre aveva creato una vera e propria “alleanza disfunzionale” volta a nascondere tutte le sue magagne, i suoi tradimenti e il suo fondamentale menefreghismo.
    Non è di queste situazioni che un figlio ha bisogno. Un figlio ha bisogno di pace e di serenità e se questo obiettivo può essere raggiunto solo tramite la separazione, allora ben venga la separazione.
    Riguardo alle separazioni ed ai divorzi, io sono convinto che non si stia affatto esagerando e che moltissime coppie vadano avanti soltanto per vigliaccheria, per indifferenza e per forza d’inerzia. Ovviamente ci si potrebbe chiedere il motivo per cui tante coppie entrano in crisi … Perché così tante coppie sono male assortite ? Se avete voglia di proseguire avremo sicuramente occasione di parlarne.

  5. 425
    LUNA -

    Chiedo scusa per l’ulteriore post.
    ALEBA: tua figlia è persino riuscita ad indicarti i suoi bisogni, e anche a dirti quanto si fida di te.
    MARQUITO: il padre del mio ex mi ha sempre detto: “Sono rimasto per i miei figli”. E nel dirlo non lo ha mai detto per dare un peso ai suoi figli (che comunque possono averlo sentito eccome lo stesso), lo diceva perché è vero (è un uomo semplice, un uomo con i suoi difetti certamente, ma di base molto sensibile), cioè davvero questo è stato un elemento importante, lo dice perché questo dà un senso ad una sua scelta che comunque è stata fonte di frustrazione e dolore nella sua vita, lo dice anche perché comunque lui, è comunque vero, non ha avuto il coraggio di fare diversamente o di darsi una diversa possibilità. Se poi non abbia avuto questo coraggio perché altre cose lo hanno tenuto, perché in questa scelta ha trovato e scelto un equilibrio (seppure costosissimo), se il suo senso di dovere o di tenerezza verso i suoi figli sia stato superiore… beh, probabilmente c’è un po’ di tutto in questa sua scelta. Anche l’attaccamento comunque ad una moglie con cui la vita è stata infernale, ma che, come nel caso della nonna di Aleba, anche se con costi aperti quotidiani maggiori, è stata pur sempre la persona che ha avuto accanto tutta la vita. Vivendo veramente separati in casa sempre, seppure con il contatto di parole sprezzanti da parte di lei, e l’equilibrio di trovare fuori casa una serenità, anche banale, di trovarla nel fatto di avere i figli attorno a cena (in cui comunque lei non gli ha mai risparmiato di tormentarlo e tormentare), e dicendo, anche scherzosamente (ma quanta amarezza del vivere?) “SIAMO liberi!!!” quando lei partiva per il suo paese per tot mesi all’anno. Papagallini inseparabili? Sì, ma in che tipo di danza? Io non giudico, gli equilibri e squilibri che li hanno portati ciascuno a tenere in piedi questa danza. Voglio dire che è chiaro che sarebbe bastato il fatto che lui uscisse dalla porta per cambiare comunque degli equilibri. Se ho capito bene (e ho capito bene) lui non voleva lasciare i suoi figli soli con lei anche perché restando ha fatto comunque da cuscinetto. E posso anche dire che è vero che il mio compagno è andato in tilt quando siamo andati a convivere, ma credo (e in fondo un giorno lui me lo ha anche confermato) che, essendo il figlio più piccolo, il figlio che era rimasto per ultimo a casa, pur avendomi detto lui “devo andare via di casa” con le lacrime agli occhi, per le dinamiche di sua madre (che pure ovviamente ama, anche perché sua madre non è solo le sue dinamiche) quando abbiamo deciso di affittare una casa, lui si sia sentito in colpa, o comunque in fortissimo disagio, a lasciarli da soli. Senza più nessun cuscinetto. E’ difficile riassumere questa dinamica, perché è stata molto complicata. Probabilmente lo è anche più di quanto io riesco a vedere. Peraltro io alcuni tasselli li ho compresi via via. Vedi, il mio ex non è mai stato un mammone.

  6. 426
    LUNA -

    (ho perso un commento? riscrivo, buh). Ha amato sua madre, per i suoi pregi effettivi e per il viscerale amore che lega ad un genitore, al contempo ha sempre riconosciuto i suoi difetti. Ha passato la vita a barcamenarsi emotivamente e attivamente con il fatto di vivere una situazione di quel tipo. Lo so perché c’ero. Lo so perché la prima volta che abbiamo parlato sul serio, dopo esserci conosciuti, lui tra le prime cose mi ha parlato, seppure scherzosamente, di sua madre, e di quanto fosse difficile. Cioè, in sintesi ha messo in primo piano un problema suo, che invadeva la sua vita (la sua situazione a casa) e mi anche avvertito. Il mio ex è venuto su bene, per essere figlio di quella situazione. Voglio dire che per fuggire o barcamenarsi avrebbe potuto fare scelte pericolose, assurde. Ma essendo un introverso si è fatto probabilmente più male da solo. In una vita tutto sommato regolare, ma con dei pessimismi fortissimi, con dei problemi suoi. Con una tristezza di fondo che solo chi ha vissuto in un “paese sempre in guerra”, e in guerra sull’emotività, può capire sino in fondo. Non mi sorprende che le persone vedano in lui una brava persona. Lo è. Al contempo è stato davvero un molestatore morale. Non mi sorprende che i miei amici, che sanno che lui mi ha causato sofferenza, vedano anche la sua. Non in modo giustificativo, assolutamente no, ma che provino comunque anche dispiacere per lui, conoscendo i suoi lati di fragilità. Io lo provo. Non con buonismo.
    Forse tra qualche tempo, anno, riuscirò a dire con una qualche certezza “Mi ha amato/Non mi ha amato”. Io credo che mi abbia amato per come poteva, oggi credo questo. Io credo che sicuramente avrebbe potuto fare “meglio”. Affrontare diversamente. Non ledere se stesso, e soprattutto me. Io credo che ci siamo trovati in mezzo, ad un certo punto, a molte cose. Molto grosse. Lui era consapevole dei suoi problemi a casa, anche di certi suoi limiti. Lui stava in qualche modo in equilibrio. Forse un domani ti dirò “semplicemente non mi ha amato come credevo, non abbastanza. Forse sono stata qualcosa d’altro”. In questo momento non me lo chiedo. Ho passato anni, come Fuori del Coro, a rompermi la testa. Ho passato anni a rompermi il cuore. E quello non per le molestie morali, ma perché lo amavo moltissimo. Il mio cuore si sarebbe rotto comunque già solo per questo. Il resto è stato un disgraziato in più. Non mi sono “ammalata” per una dipendenza, mi sono ammalata prima di tutto perché un dolore d’amore fa male. Comunque sia, sarebbe lungo da spiegare, ma credo che quando si è allontanato da lì degli equilibri suoi siano esplosi. E solo da poco ho intuito che sono esplosi anche perché si sentiva in colpa ad essersi spostato. Forse anche a vivere, chissà. Forse anche per questo quando lei ha alzato il controllo su di lui lui glielo ha permesso. Lui che se n’era sempre difeso. E aveva a suo modo difeso anche me. E ciò che amava di noi, di me, pur con tutto il suo terrore che la storia potesse ripetersi

  7. 427
    aleba -

    Buongiorno amici.
    Marquito, la tua vicenda personale è un esempio concreto di quanti danni possa fare il “staremo insieme finchè morte non ci separi”. Quando metti al mondo un figlio il tuo scopo principale DEVE essere quello di aiutarlo a crescere seguendo le sue naturali inclinazioni. Quando i genitori si fanno la guerra, apertamente o con mezzi subdoli, i figli crescono male. Anche il mio ex voleva l’adorazione della figlia, non voleva occuparsene e molte volte le diceva “sei una rompic.” oppure alzava il volume della tel. pur di non risponderle. Però cercava di mettersi in buona luce con lei sminuendo continuamente me e trattandomi come una pezza. A tavola spesso lei gli diceva “basta di dire queste cose a mamma, qui nessuno è stupido” ovviamente lui mi aveva appena dato della stupida perchè in tavola non avevo messo la bottiglia d’acqua. Poi le diceva “tua madre è nervosa..è uscita a fumare” oppure “tua madre non capisce niente” e questo è il minimo che mi sento di scrivere. Solo che la mia bimba ha occhi che ci vedono bene e non si è fatta prendere in giro, anche perchè lui se ne usciva anche con frasi contro di lei che mettevano in evidenza il fatto che per lui essere padre e basta, senza inganni per essere visto come un Dio, fosse un peso. Io non metto in dubbio che lui ami la bimba, solo che il suo disprezzo verso di me e il suo bisogno di sentirsi onnipotente sono più forti e lo acciecano.
    Parliamone Marquito, mi serve moltissimo!!
    Luna, il quadro è perfetto…. tu, come me, hai cercato di capirne ogni dettaglio, ogni sfumatura, ogni ombra per comprendere e ci hai impiegato anni!! i nostri ex hanno buttato un’occhiata veloce e con fastidio, su quel quadro…nulla di più.

    Avanti sempre, e con curiosità per i risvolti della vita.
    Baci

  8. 428
    Marquito -

    Bé; la questione è infinitamente complessa. Già il fatto di postulare una “crisi della coppia” può essere fuorviante e può rappresentare una pericolosa petizione di principio. Quando parliamo di crisi della coppia diamo per scontato che ci sia stato un tempo in cui le cose andavano bene, in cui le coppie erano molto più affiatate, felici e soddisfatte. Secondo me è proprio questo presupposto che dovrebbe essere messo in discussione. Chi tira in ballo l’aumento delle separazioni, e attribuisce questo fatto al “degrado dei costumi”, dovrebbe rendersi conto che in passato le donne non avevano materialmente la possibilità di separarsi. Se vogliamo storicizzare il problema dobbiamo farlo a 360 gradi, e non possiamo prescindere da questo dato di fatto inoppugnabile.
    Io credo che costruire una relazione armoniosa sia oggettivamente molto difficile, tanto è vero che la maggior parte di noi non ci riesce oppure ci riesce solamente dopo molti tentativi. Spesso sentiamo dire che “la gente si separa per un nonnulla” e che questo fatto va attribuito alla “mentalità mordi e fuggi” tipica della nostra epoca e della famigerata società dei consumi. Non dico che queste affermazioni siano del tutto prive di fondamento, ma secondo me colgono soltanto un aspetto del problema e lo enfatizzano in modo esagerato. Premesso che i sentimenti delle persone possono anche cambiare, e che la crisi può subentrare anche dopo molti anni di matrimonio, la mia impressione è che la maggior parte delle coppie sia oggettivamente male assortita. Ma prima di andare avanti, e di esporre il mio punto di vista in modo più dettagliato, mi piacerebbe conoscere la vostra opinione su questo argomento.

  9. 429
    LUNA -

    ALEBA: Ciao cara 🙂
    Non so se abbia dato un’occhiata veloce. Forse ci ha dato cinquantamilioni di occhiate mentre cercava di stare in equilibrio, ma senza affrontare veramente e dando occhiate, anche in modo ossessivo, ma da punti di visuale “sbagliati” (sbagliati perché non veramente funzionali o fuorvianti). Scaricare l’ansia in un certo modo faceva sì che l’ansia aumentasse in modo esponenziale. Non risolveva il conflitto interiore, non risolveva il conflitto esteriore.
    Lui mi ha sempre detto (quando diceva davvero) che io ero più capace di andare a fondo (non nel senso di sprofondare, ma di affrontare le cose. Ma per affrontare le cose devi vederle, e non sempre ci riesci. In questo mi metto anch’io. Per quanto io abbia sempre cercato di guardare le cose in faccia, in generale, nella mia vita, anche le mie medesime, c’erano ovviamente cose che non vedevo. Non è che dobbiamo vedere TUTTO, in un ossessione di andare nel profondo. Possiamo tenerci le nostre nevrosi, possiamo tenerci dei nostri antifurti, possiamo tenere delle paure e dei limiti, è per tutti così. Il punto è che dipende quanto queste cose ci condizionano la vita o ci fanno stare male. Il punto è sempre l’equilibrio. Il senso di serenità. Forse non riesco a spiegarmi…).
    TUTTI gli esseri umani credo cercano di stare in equilibrio.
    Il punto è che se stai in equilibrio partendo da determinate basi che credi immutabili e solo gestibili in un solo e determinato modo, rischi di avere dei costi salatissimi.
    E’ chiaro che, rispetto, alla sua situazione famigliare, era impossibile dire: “è una bella situazione”. E’ chiaro che sua madre non cambierà mai ed è chiaro che i meccanismi tra suo padre e sua madre sono affari loro. E’ chiaro che lui si sia trovato a subire certi meccanismi, a cercare di gestirli, anche a livello emotivo e nei rimbalzi su di sè, la sua personalità, il suo carattere, la sua visione della vita ecc ecc.
    Quello che io ho cercato di dirgli sempre era che quella era la loro vita e lui aveva la sua. quella era la loro personalità, lui aveva la sua, che poteva somigliare un po’ ad entrambi, e al contempo avere cose solo sue. che loro avevano fatto delle scelte, in base a determinate emotività, pesi e misure, contingenze, ragioni, ma che era la loro vita e lui poteva fare delle scelte in base alle sue emotività, pesi e misure e contingenze e ragioni. Qualsiasi esse fossero, ma SUE. So che non riesco a spiegarmi bene, ma una cosa la so, l’ho sempre sentita, il fatto che non riuscisse a vedere quanto loro fossero “responsabili” delle loro scelte, quanto non ci fosse un copione, quanto la loro storia dimostrasse la loro storia, non una regola. Basta poco, veramente, poco, perché due dinamiche che sembrano uguali non lo siano. Nel nostro caso già la partenza era totalmente diversa. Il modo in cui loro si erano scelti e in cui noi ci eravamo scelti. Le diverse personalità. Banalità?
    Io mi rendo conto anche che ha perfettamente ragione chi dice che i legami famigliari son

  10. 430
    LUNA -

    territori talmente delicati per ciascuno di noi che è vero che in qualche modo sono un discorso tabù. Voglio dire che è chiaro che ogni volta che si parlava dei suoi genitori (ma come dei miei) la cosa aveva un peso emotivo fortissimo. Lui sa com’è sua madre. Io so com’è sua madre. Per lui sapere com’è sua madre è fonte di grande sofferenza. Perché la ama, ma non può che detestare delle cose di lei. Lui sa com’è andata tra i suoi genitori (forse non delle dinamiche che io da fuori posso vedere con maggiore distacco e chiarezza, senza supponenza, intendo, anche solo a istinto… cioè, forse gli sfuggono certi incastri) e il vedere com’è andata ha segnato la sua vita, perché lui ha visto rinuncia, castrazione, prepotenza, sofferenza. Ha visto due persone chiudersi, comunque entrambe, dentro una scatola buia. Il punto è che io non avrei mai toccato quel tabù, crescendo poi men che meno. Voglio dire che andando avanti acquisti anche una maggiore sensibilità, si spera, dal punto di vista di capire cosa non puoi andare a toccare nell’altro. Ma quella cosa ci ha invasi. E’ diventata un nostro problema. Allora io dovevo dirlo (o meglio sentivo la necessità di), dirlo che noi eravamo un’altra cosa e che cercava di stare in equilibrio, ma non gli stava riuscendo. O se da un lato sì questo modo di stare in equilibrio aveva per lui stesso, forse, dei costi troppo elevati. Da come ti parlo forse può sembrare che io avessi i miei suoceri tra i piedi tutti i giorni. NO! Non era una questione di averli in casa, era una cosa più complicata. Al contempo io non sto dicendo che è stata colpa di sua madre. Lui è lui, questa è una parte, ma suo è stato il modo di gestire. Nel momento in cui sua madre ha messo in tavola certe carte che servivano a lei, per stare in controllo e in equilibrio, lui ha scelto o comunque agito. La cosa che mi lasciava sconvolta, anche se le cose le vedevo via via, è di aver percepito da subito certe stonature, averle viste e non aver potuto farci niente.
    E’ chiaro che tutto questo entra comunque in un calderone anche di sue cose da risolvere, di un suo esaurimento, delle sue paure e forse anche del fatto che non mi amava poi come credeva di amarmi ecc ecc.
    Quello che posso dire è che, quando lui ha iniziato ad essere “strano” (stanco, più incazzato, più confuso, più negativo, più ansioso) io ho cercato di dire a sua madre, e in modo assertivo, e a suo fratello, che forse gli serviva un po’ di tempo per pensare a cosa lui voleva, meno pressione. E in questo, credimi, Aleba, mi mettevo pure io, eh. Cioè, voglio dire che io notavo questo stato di stress e confusione e quindi non è che volessi stargli addosso io mentre dicevo che gli altri non dovevano stargli addosso.
    Comunque sia io non sto dicendo che io ero un mostro di saggezza zen, che non avevo nessuna cosa da risolvere. Io stessa avevo i miei equilibri da mantenere e

Pagine: 1 41 42 43 44 45 167

Lascia un commento

Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.

Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.


▸ Mostra regolamento
I commenti vengono pubblicati alle ore 10, 14, 18 e 22.
Leggi l'informativa sulla privacy. Usa toni moderati e non inserire testi offensivi, futili, di propaganda (religiosa, politica ...) o eccessivamente ripetitivi nel contenuto. Non riportare articoli presi da altri siti e testi di canzoni o poesie. Usa un solo nome e non andare "Fuori Tema", per temi non specifici utilizza la Chat.
Puoi inserire fino a 2 commenti "in attesa di pubblicazione" per lettera.
La modifica di un commento è possibile solo prima della pubblicazione e solo dallo stesso browser (da qualsiasi browser e dispositivo se hai fatto il Login).

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 caratteri disponibili