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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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@ Fuori del Coro:
Ovviamente rispetto la tua opinione, che peraltro è condivisa anche da moltissimi altri utenti. Io resto del parere che l’emancipazione femminile sia stata un elemento decisivo e che sia stata molto più importante di questo presunto “crollo dei Valori”. Tra l’altro mi piacerebbe molto capire di quali valori stiamo parlando, perché non credo che l’unità della famiglia sia di per sé un valore … Sicuramente non sono valori l’ipocrisia e il formalismo che imponevano a tantissime coppie di restare unite quando l’amore, la stima e il rispetto erano finiti da un pezzo. Se devo essere sincero preferisco di gran lunga la situazione attuale, in cui le coppie restano unite soltanto se c’è vero Amore da parte di entrambi, e le donne sono finalmente libere di scegliere in piena autonomia mentre prima erano schiave del sistema e facilmente ricattabili (tu dici che lavoravano anche prima, ma l’occupazione femminile è aumentata in modo impressionante, e adesso le donne hanno accesso a quasi tutte le professioni, mentre prima lavoravano prevalentemente come sarte e come mondine …).
Quando ho parlato degli uomini che addossano tutte le colpe alle loro ex non mi stavo affatto riferendo a te.
Evito di innescare inutili polemiche e concludo rapidamente con una breve osservazione. Io credo che i sentimenti delle persone possano anche cambiare e che questi mutamenti (dolorosissimi da accettare quando si è innamorati) siano parte integrante della nostra esistenza, perché siamo esseri umani pieni di difetti e di imperfezioni, e come tutti gli esseri viventi siamo anche soggetti al mutamento.
Buona fortuna !
Ciao Marquito
Non so quanti anni tu abbia, ma si sente che ragioni da persona matura. Te ne do atto. Detto questo mi trovi completamente d’accordo riguardo a quanto hai scritto nel tuo post n. 400. Purtroppo devo ammettere, con dolore, di aver “sottovalutato” la questione relativa all’esigenza di un figlio da parte di una donna. Credo di essere stato piuttosto “ingenuo e disinformato” sul problema. Con tutta sincerità ammetto che, nonostante prima di mia moglie io abbia avuto molte relazioni non ho mai approfondito realmente questa cosa. Prima di conoscere mia moglie (avevo già più di 30 anni) non avevo mai affrontato la questione “figlio”, anche e soprattutto perchè le mie relazioni non erano così “profonde” da farmi pensare che potessero avere un seguito “stabile”. Ecco perchè nei miei post parlo spesso di “Vero Amore”. Nelle mie relazioni precedenti avrò potuto essere innamorato, aver avuto infatuazioni. Ma non ho mai provato quell’Amore (Vero) che ti fa provare sensazioni diverse. Che fa sì che tu vuoi bene realmente all’altra persona e che sei pronto a condividere con lei le cose che tu ami. Quando ero più giovane pensavo ad un figlio come ad una cosa che “bisognava fare”, senza mai peraltro avere coscienza di ciò. Dentro di me pensavo che sì, sicuramente un giorno avrei avuto un figlio. Poi più passavano gli anni più mi accorgevo di non sentire questa esigenza. E sono sicuro, lo dico adesso con certezza, che ciò è avvenuto perchè spesso durante la vita di tutti i giorni, non mi sono ritrovato con le idee di famiglia che la società attuale impone. Spesso vedevo figli sbandati, senza ideali nè valori. Figli spesso nati da genitori seri ma che purtroppo venivano risucchiati dai ritmi vertiginosi e dalle regole non imposte, ma comunque obbligate di oggi. Pian piano che passavano gli anni aumentavano i miei dubbi circa la possibilità di generare un figlio. Dubbi causati appunto dalla paura. Null’altro che paura. Già prima di sposarmi non sentivo parlare altro che di separazioni e grossi problemi tra genitori e figli. Problemi che, a mia memoria, non penso di aver dato a mio padre e a mia madre, così come mia sorella. Ho notato chiaramente l’incapacità oggettiva di poter seguire e/o controllare realmente i propri figli. Anni fa la scuola, seppur con tutti i difetti di allora era un luogo piuttosto sicuro. Poi spesso le donne non lavoravano, a volte c’erano i nonni a casa. Le droghe, l’alcool, il sesso facile, la pedofilia, esistevano, ma non ai livelli assurdi di oggi. E poi non dovevi combattere con elementi esterni tipo televisione, computer e internet che sono sì belle invenzioni, tecnologicamente parlando. Ma sono pur sempre “mine vaganti” su cui un genitore, anche il più attento, non può avere nessun controllo. Quindi caro Marquito, per quanto mi riguarda, su questo aspetto, la paura l’ha fatta da padrone. Ognuno ha le sue paure. Io avevo questa. Un paura razionale. Inoltre si è aggiunto il fatto che con mia moglie mi trovavo a meraviglia..
Marquito…segue
…sia sotto il profilo caratteriale che come condivisione di ideale. E sull’argomento più importante, il figlio, ho sempre parlato con chiarezza, fin dai tempi del fidanzamento. E lei si era mostrata d’accordo. Anzi, spesso era lei a farmi vedere tante coppie giovani e anziani, che senza figli erano sereni e spesso felici.
Purtroppo, come hai scritto tu all’inizio del tuo post n. 400, ho sottovalutato il problema strettamente “femminile” legato all’esigenza di un figlio. Non ho capito e non immaginavo davvero come e quanto la donna possa trasformarsi quando desidera un figlio a tutti i costi. L’ho capito solo ora. Per loro, per le donne, quando scatta l’istinto naturale di diventare madri, non conta più nulla, nemmeno l’uomo che ami e con il quale hai condiviso i momenti più belli della tua vita. Ed è una realtà anche quando parli del fatto che il marito passa in secondo piano dopo l’arrivo di un bimbo. Un avvocato matrimonialista con quasi 40 anni di esperienza sul campo mi ha confermato il fatto che una donna quando desidera a tutti i costi un figlio diventa “spietata”. Nel senso che per lei non ha quasi importanza “con quale uomo fare un figlio” l’importante è che riesca a placare il suo desiderio. Non so quanto sia vero ciò, fatto sta che mi è stato riferito da chi ha a che fare tutti i giorni con situazioni di separazione.
Premesso tutto ciò io non voglio assolutamente sentirmi esente da colpe riguardo questa cosa. Anche perchè oggi, ma è già così da più di due anni sento realmente il desiderio di un figlio. Ho capito quanto sia importante e so quanto potrei dare ad un bambino in termini di amore e tempo. Io non so se per mia moglie la questione figlio sia stata un pretesto per interrompere la relazione. Posso dire che negli ultimi tre anni mi ha chiesto un figlio. Senza però manifestarmi apertamente questa sua esigenza come basilare. Io non ho capito dalle sue richieste di avere un figlio che la mancata maternità avrebbe potuto causare una rottura. Io amavo mia moglie e stavo bene con lei e credevo che anche lei mi amasse e stesse bene con me. Io sono del parere che no, non avrebbe dovuto “impormi” di avere un figlio. Ma di essere piuttosto esplicita. Nel senso di farmi capire realmente, anche con discussioni e litigate, che non abbiamo mai avuto, che il suo desiderio di famiglia stava minacciando il nostro essere coppia. Io questo non l’ho capito. Fino all’ultimo ho visto la nostra coppia unita e stabile. D’altra parte non che avrebbe dovuto fare molto. E’ bastato che mi dicesse che voleva passare alcuni giorni dai suoi genitori per pensare per farmi fare “marcia indietro” sull’argomento. E ti assicuro non lo avrei fatto in maniera forzata. Caro Marquito se un uomo un figlio non lo vuole non lo fa. E poi scusa vorrei avere la capacità di leggere nel suo pensiero e capire se realmente, conoscendomi, avrebbe pensato che dopo la nascita di nostro figlio, avrei potuto “invidiare” il nostro bambino….
Fuori dal Coro, (ricambio bacioni!) leggendo il tuo commento riguardo a me, non so se essere lusingata o se sentirmi una scema. Sono una donna e mi piace la femminilità. Non ritengo di avere diritti extra solo perché sono femmina. La coppia, la famiglia sono importanti e penso che vada coltivata la vita in comune, come si farebbe con l’orto. Le tue idee riguardo le donne di una volta, penso siano il frutto della tua esperienza personale. Sono contenta che tu abbia vissuto in ambienti dove gli ingranaggi familiari venivano sottoposti continuamente ad una accurata manutenzione e nessuno, né l’uomo né la donna, si sarebbe mai inventato di mancare al dovere di lavorare per la felicità e l’unità della famiglia. Io ho visto cose diverse, ho conosciuto gente che ha vissuto anni matrimoniali orribili..ma non ha rotto il patto per non contravvenire a regole non scritte di “sopportazione”… arrivando a festeggiare le nozze di diamante al fianco di una persona che non solo non amavano, ma odiavano profondamente. Vale la pena sprecare la vita per assolvere a obblighi sociali, religiosi, per mantenere l’apparenza a tutti i costi? Oppure per paura, per mancanza di autostima o per la solitudine che incombe? La famiglia del mulino bianco non esiste, su questo siamo tutti concordi…. forse il problema sta nel fatto che ai tempi dei nostri nonni si cresceva in fretta e le responsabilità , per la gente comune, erano tante e pesanti fin da giovanissimi. Oggi tanti ragazzi/e non sanno cosa vogliono fare da grandi e magari sono già grandi… e pensano che mamma e papà provvederanno alla pappa per sempre…. Mio padre era già papà a 24 anni e aveva la carriera già impostata.
Marquito: concordo pienamente sulla questione figli.
Baci
Fuori dal Coro, scrivi, “Per loro, per le donne, quando scatta l’istinto naturale di diventare madri, non conta più nulla, nemmeno l’uomo che ami e con il quale hai condiviso i momenti più belli della tua vita” messa così sembra una guerra..non condivido. Certo, ormai so che ci sono persone che pensano di essere al di sopra di tutto e di tutti, persino dei figli. Torno a ripetere che i figli bisogna volerli in due. Certo l’istinto naturale esiste e può essere più o meno sviluppato a seconda dei retaggi culturali. In Gran Bretagna le mamme trovano “normale” lasciare che il neonato pianga fino ad addormentarsi per sfinimento, in Italia i figli vengono trattati come bambini anche quando sono adulti, in vari stati africani si ritiene che i figli che ancora non sanno camminare debbano stare attaccati alla mamma 24h/24h e se li tengono legati al corpo.
Che i genitori debbano dedicare attenzioni in primo luogo ai figli neonati è fuori dubbio. Certo l’affiatamento dei genitori è indispensabile per la crescita dei piccoli, perchè i bambini sono indifesi e si affidano ciecamente agli adulti per veder soddisfatte le loro necessità e sono gli adulti che devono trasmettere sicurezza. Le tue paure riguardo alla società, Fuori dal Coro, le capisco molto bene. Io sono spaventatissima all’idea che mia figlia cresca in questo mondo avido e senza scrupoli, dove per un pò di felicità effimera i giovani svendono il loro futuro. Ma qui entra in gioco il ruolo del genitore. I figli crescono!i primi anni sono i più importanti per dar loro le basi per diventare adulti. Da piccolissimi sono spugne e ciò che hanno assorbito gli rimarrà per sempre. Io ho oltre 40 anni ormai, ancora oggi i miei amici di quinta ragioneria ridono di me perchè oltre venti anni fa rimasi scioccata nel vedere a scuola (in un paesino di provincia) le squadre antidroga con i cani. Quel giorno arrestarono vari ragazzi miei coetanei.
La mia speranza è di essere in grado ascoltare mia figlia sempre, perchè lei sappia che io ci sono e non sono un giudice che infligge solo punizioni. Il dialogo, la comprensione reciproca e l’esempio! Non posso dire a mia figlia “non mangiare cioccolata” mentre mi sto rimpinzando sul divano di biscotti al cioccolato. Poi sai i genitori perfetti non esistono, non c’è il libretto di istruzioni e non possiamo proteggere i nostri figli dal mondo, quindi dobbiamo fornirgli mezzi adeguati per affrontare la vita e per credere in sè stessi e nel valore della persona. Certo è che ci vuole amore, amore per tra i genitori l’uno verso l’altro e amore dei genitori per il figlio. Il pensiero ossessionante per il mio ex è come contrastare i miei sistemi educativi, come ostacolare il mio ruolo di mamma, come mettermi in cattiva luce di fronte alla figlia.A fare il papà quando ci pensa? Non erano le donne le arpie che mettono i figli contro i padri? Mah..
Ciao ragazzi 🙂
sono molto contenta che Marquito, persona di cui stimo molto intelligenza e sensibilità, intervenga in questa lettera, portando il suo punto di vista.
Già ai tempi dei Romani si parlava di tempi passati migliori di quelli presenti… andando avanti nel tempo si perdono delle cose, alcune si conquistano, altre non cambiano, perché fanno parte dell’essere uomo (inteso come essere umano) ma le guardiamo anche nella posizione di chi le vede, le analizza, ma non le vive le cose…
voglio dire che dovremmo chiedere a quelle mondine, in quei determinati momenti, come si sentono. E dovremmo anche considerare tutta una serie di fattori e anche il significato che dava, una singola persona, al concetto di famiglia. Ma il discorso, appunto, è complesso…
Posso dire però che i miei nonni avevano fratelli e sorelle, quindi tutti della stessa classe, e non per questo hanno avuti tutti vite e caratteri identici, no?
certo, anch’io riflettevo ieri sul fatto che per esempio (ma anche qui il discorso sarebbe lungo) ci troviamo in un periodo in cui al fatto che oggettivamente viviamo tra maggiori pressioni economiche, incertezze politiche e sociali e professionali, ecc ecc, si aggiunge il fatto che una marea di persone vivono questa situazione, chi volente e chi volente, da un punto di vista individuale… e spesso anche moltiplicando le fatiche e le spese (emotive, oltre che economiche) invece di unire le forze…
Aspe’, che forse non riesco a spiegarmi.
Voglio dire pensiamo alle stesse situazioni politico/econimico/sociali ma con due persone che mantengono UNA casa, e uniscono le forze per mantenere se stessi, e i propri figli mettendo quello che possono e hanno in uno stesso “salvadanaio”.
Poi pensiamo a due persone che invece si separano e quindi comunque si trovano a mantenere, già solo, due case. E ad avere una forte dispersione economica.
Non sono materialista, cerco di essere realista.
Detto questo però, che è un’osservazione su un certo piano (penso ai miei amici separati con figli, ai costi dovuti all’abbandono di uno dei due del tetto coniugale, alle spese legali, ai costi anche emotivi per se stessi, i figli…), rimango d’accordo con Marquito. A parte per il fatto che tali costi pesantissimi, soprattutto a livello emotivo possono esserci anche in una famiglia teoricamente unita (ma anche costi a livello sanitario e di energie, e anche moltissimo a scapito dei figli) per il fatto che, come diceva Marquito, non si può controllare i cambiamenti dell’altro e che ogni situazione è a sè.
E’ chiaro, FUORI DAL CORO, che mi commuove vedere i miei nonni stare insieme da una vita, ma anche i miei genitori, e starci SUL SERIO, e di cuore. Ma va anche detto che parliamo di coppie di due persone che entrambe hanno desiderato stare insieme per 40, 60 anni.
Se uno dei due fosse scappato dalla finestra o l’avesse pensata in altro modo potremmo parlare quanto vuoi (e lo capisco) di cosa è giusto e sbagliato e cosa conta o non conta, ma
la coppia, mi ripeto, si fa in due.
Puoi parlare dei tuoi valori, di come la vedi, di cosa pensi sia giusto e sbagliato e del tuo sentire per post e post e anni e anni, ma rimane il fatto che lei non l’ha vista come te.
Inoltre, parlando del VERO AMORE, e di cose è o non è, di come ci si comporta o non comporta, di cosa comporta, di quali scelte si fanno o non si fanno, hai l’assoluta certezze di non essere mai stato guardato come VERO AMORE, con la stessa visione che tu hai di te, di lei, di questa storia, da qualcuno che hai perso o lasciato per strada dietro a te?
Certo, tu parli di scelte, la promessa di matrimonio, cioè una scelta anche certificata, un passo che ha avuto un particolare significato per te. Non hai sposato un’altra, non avresti sposato un’altra, hai sposato lei.
Ma sei certo, assolutamente certo, che nessuna abbia guardato te come la persona che avrebbe sposato, te e non un altro, te e non qualcun altro prima di te, e che non si sia sentita defraudata, non abbia provato un senso di ingiustizia perché, quando si prova un vero amore, ci sono cose che dovrebbero succedere e altre che non dovrebbero succedere, perché non hanno logica?
Io credo che Marquito (fermo restando che sarebbe bello che ciascuno trovasse l’anima gemella reciproca e ci restasse in armonia e gioia tutta la vita) dica una grande verità quando dice che tutti, per la maggior parte, abbiamo provato ad essere lasciati e lasciare, quali e quanti fossero i nostri valori. E che sono esperienze che ci hanno anche insegnato qualcosa. Esperienze anche che, seppure viviamo con dolore la fine di quello che per noi è stato il grande amore, quello che ha un’aura di eccezionalità, quello che è capitato quando NOI eravamo ad un certo punto del cammino e pronti anche a fare una serie di passi, possono anche farci riflettere sul fatto che è vero, come dice Marquito, che siamo essere umani, tutti, con le nostre motivazioni, le nostre sensazioni, oltre che i nostri valori.
Che le relazioni sono dinamiche, e che i fattori, al di là delle giuste, onestissime teorie che condivido, sono molteplici.
Dicendo questo non ho detto niente, lo so. Però oltre un grande amore e una donna in particolare tu rimpiangi anche il significato che hai dato, tu, ad una serie di anni che avete condiviso, alle aspettative che tu avevi. Al punto da sentirti defraudato di te stesso, delle tue idee sulla coppia e i sentimenti, perché lei non si è dimostrata all’altezza o ti ha colpito dicendo che tu non lo sei stato. Lo sai come la penso sulla questione “figlio”, da quello che racconti. E mi dispiace che tu ti tormenti in questo modo. Ho un amico che di figli ne ha 3, la moglie lo ha lasciato a 50 anni. Lui non le ha fatto nessuna guerra, pur essendo stato spennato e le ha lasciato il lavoro nell’attività di famiglia. Lui ha accettato la fine, vive ma si fa in 1000 perché ai figli non pesi la rivoluzione. Lei di lui dice: è un egoista. E ne è convinta. Punti di vista.
Marquito…(segue)
…come si fa ad invidiare il proprio figlio ? Poi è chiaro che stiamo parlando di due persone che si conoscevano da più di 10 anni. Credo di aver dato a mia moglie diverse prove di essere una persona seria, stabile e sensibile. E come avrebbe potuto una persona del genere invidiare suo figlio ?
Non condivido, perdonami alcune parti del tuo discorso relativo al post n. 401. Non lo condivido nel senso che, a mio parere, come ho ripetuto più volte, il Vero Amore o c’è o non c’è. E se c’è non può finire perchè altrimenti non è mai esistito. Ripeto un uomo e una donna che amano davvero accettano i pregi e i difetti del partner. Perchè nessuno è immune da difetti. Tutti li abbiamo. Infatti spesso le relazioni finiscono perchè non ci piacciono i difetti dell’altro. Ma perchè li stiamo conoscendo nella relazione. Ma nel caso mio io non ho nascosto nulla. Mi sono mostrato sempre per quello che ero. Anzi ho evidenziato i difetti durante il fidanzamento proprio per non nasconderli. E sono rimasto lo stesso anche durante il matrimonio. Infatti ciò che mi rinfaccia mia moglie non sono altro che le stesse cose che prima accettava o addirittura esaltava. Io i pregi e i difetti di mia moglie li ho accettati. E durante il rapporto non ne ho mai sofferto. Così come in questi due anni non glieli ho mai rinfacciati. Perchè per me non sono mai stati un problema. Se fossero stati un problema non l’avrei sposata o quantomeno avrei fatto di tutto per farle capire che non li sopportavo. Ma non sarei scappato così come ha fatto lei.
Marquito, io non sono contro l’emancipazione della donna, nè contro la separazione. Ma l’emancipazione deve essere intese come una conquista di diritti paritari non come strumento per decidere il bello e il cattivo tempo. E la separazione l’accetto nei casi come quello di Aleba. Poverina cosa doveva fare quella donna ? Subire ancora le angherie del marito per anni ed anni ? Ma quando la separazione diventa uno sport bè allora non ci sto. Io sposando mia moglie l’ho fatto essendo sicuro di invecchiare con lei. E lo avrei fatto se lei non fosse scappata. Ok c’era una divergenza (che cmq avevo fatto presente per anni e anni), ma in ogni modo ho fatto marcia indietro e ho messo in discussione le mie idee. Perchè “punirmi” con l’abbandono se io “non ho capito” il suo malessere ? Io non ho fatto nulla con cattiveria. La pensavo a quel modo. Sicuramente sbagliavo perchè mi sono fatto vincere dalla paura e forse, invece di affrontarla ho agito come un muro di gomma. Ma perchè lei ha “covato dentro” la sua insoddisfazione invece di evidenziarmela con decisione ? Io ho impegnato la mia vita nella nostra storia. Ci credevo. Come si fa a non amare più una persona perchè manifesta un’idea che tu conosci da tempo ? Non ti sta più bene ? Non è che sia molto d’accordo ma comunque visto che si tratta di una cosa molto importante perchè non evidenziarla a tal punto da far capire che si tratta di un qualcosa che rischia di minare…..
Marquito….(segue)
…il rapporto di coppia ?
Insomma Marquito, a me sembra che adesso con le separazioni si stia un po’ esagerando. Fermo restando che le situazioni di conflitto insanabili non possano essere risolte altrimenti se non dividendosi. Ma un po’ più di buon senso nel capire che è perfettamente normale un certo assestamento durante il matrimonio. Che non esistono perennemente le farfalle sullo stomaco. Che è normale che dopo un po’ volino via lasciando spazio al sentimento vero. Ma se volano via, come è logico, non ci può attaccare a qualsiasi stupidaggine per andarle a ricercare negli occhi di un altro uomo o di un’altra donna.
Ciao Marquito
Aleba
Ciao Aleba. Intanto volevo dirti che nelle mie famiglie di origine gli ingranaggi non scorrevano così perfettamente. Tutt’altro. E ti assicuro di aver visto anch’io cose che non mi sono piaciute. Ma detto questo posso dirti che onestamente non sarei mai riuscito a vedere ne prima nè ora, ne mia madre, nè mio padre, nè i mie nonni con altri uomini o altre donne. Ma non perchè io non riuscivo a vederli. Ma perchè loro non ne sarebbero stati capaci. Quante se ne sono dette mio padre e mia madre. Quante “vere” litigate. Eppure dovresti vedere come oggi mia madre accudisce mio padre malato. Così come hanno fatto le mie nonne con i miei nonni. Ma così come ha fatto mio zio con la moglie. Quello è amore, rispetto, fiducia, sentimento. Cose che oggi con tutti gli studi che possiamo aver fatto neanche ci sognamo di avere.
Aleba, questa frase: “Per loro, per le donne, quando scatta l’istinto naturale di diventare madri, non conta più nulla, nemmeno l’uomo che ami e con il quale hai condiviso i momenti più belli della tua vita” la confermo. Ma non perchè lo dico io. Semplicemente perchè è così. L’ho verificato con mano sulla mia pelle e con gli esempi delle persone che ho citato negli altri post. E poi studi e ricerche confermano questa cosa. Non me la invento Aleba.
Per quanto riguarda tua figlia vorrei davvero tranquillizarti dicendoti che basta il ruolo del genitore perchè riesca a crescere sana. Basterebbe in realtà. Ma non ce la fai. Troppe sono le pressioni esterne. Devi fare i conti anche con la scuola, con gli insegnamenti. I pericoli ci sono anche nelle aule. In genere prima il maestro era anche “maestro di vita”. Oggi potrebbe essere il primo tuo antagonista. Come ho scritto prima non ce la si fa a controllare la televisione, internet, le discoteche. I ritmi sono vertiginosi. E poi oggi i genitori lavorano in due. Chi segue i figli ? Le baby sitter ? Oppure bastano quelle poche ore la sera ? E durante le altre ore del giorno i figli dove sono ? Sbattuti qua e là. Fin da piccoli ben inteso. E’ difficile Aleba, molto più difficile di anni fa.
E poi, le famose famiglie allargate ? Ti sembrano una cosa giusta per i figli ? A me oggettivamente no.
Detto ciò cari amici. Dopo aver attaccato il sistema e la società mi fermo e…penso ancora a mia moglie. Mi manca…tanto…troppo.
Ciao
errata corrige: ‘chi volente e chi NON volente’ intendevo scrivere (mi persi un NON) riguardo il ritrovarsi ad affrontare la vita e i problemi, ma anche la semplice quotidianità (di colpo, per una certa fase) in modo ‘individualista’ o con un nuovo, diverso assetto famigliare o una diversa ‘concertazione’ genitoriale. Ci sono tanti single, separati. Alcuni hanno scelto, altri sentono di aver subito una scelta, altri ancora hanno scelto per non subire, altri ancora scelgono di accogliere una nuova impostazione di vita nel migliore dei modi, restando se stessi, non vivendo per sempre solo nel ruolo di chi ha subito una scelta altrui. Comunque anche riguardo la motivazione che può sembrare insufficiente o superficiale da fuori per dire ‘stop’ chi dice stop sarà convinto di avere le SUE valide ragioni.