Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via
di
aleba
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Ciao Aleba, ciao Luna, Ciao Maria e ciao a Marquito.
Buon anno a tutti innanzitutto. Sono entrato più volte qui in questi giorni e avevo letto l’ultimo post di Luna. Oggi ho letto anche quelli di Aleba, Maria e Marquito.
Volevo scrivere già qualche giorno fa ma…onestamente non ce l’ho fatta. Troppo, veramente troppo giù di morale. Poi le feste accentuano tutto. Ho fatto il possibile per cercare di stare…meno peggio. Ma purtroppo non ci sono riuscito. No non è facile. Almeno per me. Non riesco. Non sono capace di accettare la situazione. Capisco ciò che scrive Marquito quando magari ci sono davvero delle infelicità in famiglia. Però a me sembra che al giorno d’oggi queste “infelicità” siano un po’ di moda. Mi pare impossibile che in Italia si parli di oltre il 40% di separazioni. E’ un po’ troppo. Credo si faccia un po’ troppa confusione.
Per quanto mi riguarda ho cercato di “arieggiare” come suggeritomi da Luna. Ma l’aria nuova non fa effetto. Purtroppo o per fortuna, questo ancora non lo so, io sono stato una persona che ha sempre saputo ciò che voleva. Sapevo ciò che non potevo ottenere e ciò che era impossibile da ottenere. Ho avuto probabilmente qualche paura nella vita. E voi tutte sapete qual è stata la principale. E quando una persona sa quello che vuole può pure succedere che quello che vuole ce lo aveva e ora non lo ha più. E magari quello che aveva per lui era la cosa fondamentale. D’altra parte mi sento come uno zoppo che prima non lo era e che correva i 100 metri e che facendo ciò si sentiva felice.
Io ho provato di tutto in queste feste. A stare in famiglia, ad uscire con gli amici, ad andare fuori. Ma…niente. Ho prvato a non fargli gli auguri per Natale e per Capodanno. Ma non me la sono sentita. Anche se da parte sua probabilmente non sarebbe arrivato nulla. Sto soffrendo ancora tanto. Molto. Forse più di due anni fa. Mi manca sempre, dovunque. E forse non credo lei abbia mai capito fino in fondo fino a che punto io l’amassi veramente. Forse sono stato anche io a non farglielo capire non so. Però è certo che da parte mia nei suoi confronti non c’era un “bene fraterno” così come molte coppie vogliono far capire di provare dopo tanti anni di convivenza. Io Amavo mia moglie. Nel vero senso del termine. Anche se non stavo tutti i giorni lì a dirle “Ti Amo”.
Ciao Maria, la mia serenità è in costruzione. Ciao Marquito, anche io condivido ciò che hai scritto. Tante case sono belle e ben addobbate da fuori, soprattutto durante le feste. Ma dentro sono poco accoglienti per chi le abita e per chi le visita. Così era la mia casa di prima. Ciao Fuori dal Coro, anche io non sono riuscita a scrivere in questi giorni. Forse hai ragione sulle troppe separazioni, forse oggigiorno le persone sono talmente incentrate su sè stesse che si dimenticano che vivere in coppia, in famiglia significa condividere. Molte persone si comportanto con il partner come se fossero davanti allo specchio, vedono solo sè stessi! poi un bel giorno lo specchio si incrina e la persona che si ritrovano davanti non gli piace, dunque cambiano e cercano un altro specchio. Per come la vedo io non esiste contratto o promessa che possa implicare la morte dell’anima di una persona. Si muore quando non si hanno sbocchi, quando non si può crescere, quando non si trova empatia, comprensione. Muori dentro quando sei profondamente sola anche se qualcuno condivide il letto con te. Muori dentro quando tendi la mano e vieni sistematicamente respinta.
Sai Fuori dal Coro, non credo sia necessario dire “Ti Amo”, però deve trasparire dai gesti, dagli sguardi, dalle piccole attenzioni che ti fanno sentire a casa dovunque tu ti trovi.
Baci
ciao a tutti e un abbraccio. Mi dispiace che tu fuori dal coro stia ancora così male. Chiuderai anche tu il cerchio, sentirai più pace, sentirai le tue risposte, anche se ancora adesso sei in una fase, tua, diversa. Anch’io sono d’accordo con marquito. Per essere una famiglia almeno in due, in quel senso, bisogna essere. Se uno dei due ‘molla il colpo’, di cuore e atteggiamento che sia, quel senso di famiglia, purtroppo, si infrange. Anche se l’altro non avrebbe ragionato con quella ‘facilità’ di rottura che dici. Ma se tua moglie ti dice che non ti ama e non vuole più continuare di per sè il grande problema e la condizione altamente problematica è quella. Indifferente se il motivo di partenza ai tuoi occhi sia grave o futile. Sul disamore la chiusura la resa un matrimonio non continua e una famiglia non è felice. Per il resto sai già come la penso. E lo penso nei panni di chi alla famiglia e ai valori di cui parli fortissimamente crede. Arieggiare e stare tra chi ti vuol bene comunque ti giova più che non farlo, anche se le tue risposte e la tua pace le troverai in te
Ciao Aleba, Ciao Luna
Non avevo finito il mio post ma ho dovuto chiudere sperando di poter continuare dopo ma non mi è stato possibile. Capisco tutto quello che dite ragazze. Lo capisco, lo comprendo. Ma permettetemi, certe cose in certe situazioni proprio non le accetto. Per carità, ripeto, così come ha scritto Marquito, quando capitano situazioni familiari che oggettivamente sono allo stremo e dove malgrado ogni sforzo non è possibile porvi rimedio alzo le mani e dico ok, non si può davvero fare nulla. Ma troppe sono le situazioni dove con troppa facilità si pone fine ad un rapporto che si è costruito mattone dopo mattone. Si Aleba, si Luna, io parlo di quel tipo di rapporto. Quello che si costruisce lentamente, dove non si bluffa, dove si è se stessi, dove ci si pone senza armature nei confronti del proprio partner. Ecco io sono così sono alto 1,90, quindi non potrò mai essere 1,50 a meno che non mi segano le gambe. E nel tempo rimango 1,90 non vado a cercare di raggiungere i 2 metri. E se dopo anni di conoscenza di accettazione consapevole delle qualità e dei difetti dei rispettivi compagni si decide di compiere il passo che porta al matrimonio allora vuol dire che si è convinti di amare quella determinata persona così com’è e non con la speranza/certezza di volerla cambiare.
I cambiamenti, quelli di cui tanto ho sentito parlare in questi due anni possono avvenire. Ma credo che una donna di più di 30 anni ed un uomo di quasi 40 siano abbastanza grandi per poter sapere chi siano e cosa vogliono dalla vita. Altrimenti vuol dire che la società attuale è piena zeppa di gente irresponsabile, immatura e priva di una minima qualità morale. E’ facile cambiare bandiera, è facile trovare differenze in un altro uomo o in un’altra donna. Anzi direi che è perfettamente normale. Ma se si è consci di voler cercare differenze bè allora prendiamoci le nostre responsabilità e stiamocene a casa senza stare a giocare con i sentimenti degli altri. Non si può pensare continuamente che ogni giorno ci siano queste famose “attenzioni” che tanto pare siano importanti e vitali in un rapporto di coppia. Io credo che se un uomo o una donna vivono da soli non credo stiano tutti i giorni a concedersi “attenzioni” verso se stessi. Capiteranno i giorni nei quali saranno stanchi, magari nervosi o stressati o avranno qualche problema per la testa per cui non si guarderanno nemmeno allo specchio. Succede a noi stessi perchè non può succedere nei confronti degli altri pur amando più di ogni altra cosa il proprio partner. Io non volevo un figlio, lei lo sapeva e ha accettato. Lei ha cambiato idea, io non ci sono riuscito. Ma poi ho fatto un passo indietro e ho cambiato idea pure io. Ma lei non ha più voluto. Ci sono cose che sembrano naturali che costano fatica. Io ho faticato molto, forse troppo per convincermi. Ma per me era una difficoltà. Forse potevo gestirla meglio con le parole. Ma una, due parole dette male non possono distruggere un Amore se è Amore vero…….
….D’altra parte in questi giorni ho sentito storie che hanno qualche similitudine con la mia che mi hanno fatto pensare male sul conto delle donne. Perdonatemi per questo Aleba, Luna e Maria. Ho sentito di donne che hanno avuto un figlio. Un figlio che era la pianificazione numerica stabilita dalla coppia prima di concepire. Poi la donna voleva il secondo figlio. Il marito non era d’accordo anche perchè così erano i patti fin dall’inizio. La moglie è diventata rabbiosa. E’ cambiata nei suoi confronti. E’ mutato l’Amore. Il marito ora si ritrova con la moglie che non lo ama più. Così anche una mia amica, madre di una bambina. Vuole un secondo figlio che il marito non desidera. “O lo facciamo o lo caccio di casa” è stata la frase che mi ha pronunciato questa donna. Un’altra mia amica in questi due anni mi ha detto che noi uomini non riusciamo a capire perchè le donne “preferiscono un figlio ad un marito”.
Perdonatemi Aleba, Luna e Maria ma queste cose che vi ho citato mi inorridiscono. Personalmente se mia moglie fosse rimasta incinta e ci fossero stati problemi per partorire. Se il medico mi avesse detto che se nasceva il bambino moriva la madre e che se moriva il bambino viveva la madre e fossi stato io a dover scegliere bè…non avrei avuto dubbi. Se potevo salvare uno solo dei due avrei salvato mia moglie. Allo stesso modo posso dire che se mi fossi trovato di fronte ad un incendio in cui fossero intrappolati mia moglie e mio figlio e avessi potuto salvare solo uno dei due, anche lì non avrei avuto dubbi. Avrei salvato mio figlio. Fermo restando il fatto che se avessi potuto mettere a repentaglio la mia vita per salvarli entrambi lo avrei fatto. Senza alcun dubbio. Non sono questi pensieri del momento. Pensati e scritti in questo momento. Ci ho pensato più volte quando ho sentito raccontarmi quelle situazioni sopra descritte.
Ho citato solo tre esempi di persone che la pensano a quel modo. ma vi assicuro che ne ho sentite e incontrate tante in questi due anni. Ma anche prima, solo che prima ci facevo meno caso. E’ come quando ti parlano di mal di denti quando tu non ne hai mai sofferto.
E sentendo queste cose mi meraviglio sempre di più quando vedo che esistono persone come Aleba che nonostante ciò che hanno subito si sentono addirittura in colpa per aver lasciato chi veramente le faceva soffrire, volutamente e con cattiveria.
A volte mi chiedo se allora è vero che bisogna trattare male le persone per essere rispettati. Non bisogna essere leali, non bisogna essere se stessi. Soprattutto con le donne (perdonatemi Luna, Maria e Aleba, forse sto dicendo una cattiveria o una cosa non vera) bisogna non essere sinceri, bisogna prenderle in giro, dir loror che tutto va bene, riempirle di parole dolci anche se non si pensano e poi fare i propri comodi. La storia pare dica questo.
Un bacio a voi tutte e scusate lo sfogo, voi non c’entrate nulla.
@ Fuori dal Coro:
Ciao. Ho letto tutti i tuoi ultimi post e mi dispiace sapere che non sei ancora riuscito a riprenderti. Sui motivi che hanno determinato l’aumento delle separazioni si potrebbe discutere per anni. Io credo che si enfatizzi troppo la cosiddetta “mancanza di valori” (anche l’ipocrisia è un valore ?), sottovalutando il peso dell’emancipazione femminile, che ha garantito a moltissime donne l’indipendenza economica. Non sono d’accordo con chi mitizza il passato, affermando che le nostre nonne fossero molto più serie ed affidabili. Se le nostre nonne fossero state economicamente indipendenti si sarebbero comportate esattamente come le donne di oggi, che giustamente chiedono la separazione quando un rapporto sentimentale è entrato in crisi irreversibile e la convivenza fra uomo e donna rischia di trasformarsi in un teatrino.
Credo che tutti (salvo rarissime eccezioni) abbiamo sperimentato entrambe le situazioni: quella di chi lascia e quella di chi è lasciato. E anche se la mia affermazione potrà suonare paradossale, io penso che per crescere e maturare sia importante averle sperimentate entrambe. Quando veniamo abbandonati abbiamo la possibilità di riflettere sui nostri errori e sulle nostre manchevolezze, sul fatto che probabilmente abbiamo sottovalutato alcuni segnali o che abbiamo dato troppe cose per scontate … Nel caso che il nostro partner si sia rivelato una persona del tutto inaffidabile, o che sia emersa una grave incompatibilità caratteriale, possiamo interrogarci sui motivi che ci hanno portato a compiere una valutazione sbagliata.
Anche io ho sofferto moltissimo quando sono stato abbandonato dalla donna che amavo; anche io ho vissuto numerose delusioni sentimentali. In certi casi sono stato io a interrompere il rapporto, prendendo atto che non c’erano più i presupposti per potere costruire un futuro in comune. Ma ti assicuro che da ogni fallimento ho imparato qualcosa di utile. Se avessi continuato a recriminare, a vivere di rimpianti, a addossare tutta la colpa alle mie ex (come fanno tantissimi uomini profondamente immaturi) a quest’ora, probabilmente, sarei ancora solo come un cane e non avrei neppure riconosciuto la donna giusta quando il destino l’ha posta sulla mia strada.
Ciao a tutti. Fuori dal Coro, inorridisco anche io di fronte ai discorsi che hai trascritto. Credo che si tratti sempre dello stesso problema, ci sono persone che pensano di essere al di sopra di tutti, che sono convinte che essere amati significhi essere idolatrati. Se non facciamo il secondo figlio lo caccio di casa. Che arroganza, che abuso di potere e poi chi gliel’ha dato quel potere? se lo è preso facendosi mettere la fede al dito. Io so che avrei dovuto cacciarlo di casa il mio ex, invece sono rimasta. Sono rimasta perchè credevo che sarei stata in grado di aiutarlo, non di cambiarlo. Lui ha un disperato bisogno di aiuto e io ho cercato in tutti i modi di fargli arrivare il mio amore. Ho visto cani bastonati e tenuti alla fame, costretti a combattere con il sapore del sangue in bocca, li ho visti tornare a fidarsi dell’essere umano, ritornare cuccioli e accogliere l’amore che gli è stato offerto ricambiandolo con immenso e incondizionato amore, di un amore più intenso di quello che sono disposti a dare i cani vezzeggiati e viziati fin da cuccioli. Forse era quello che pensavo sarebbe successo con il mio ex. Ho capito che non posso rimediare io alla sofferenza che gli è stata inferta da piccolo. Lui crede di esserne uscito solo perchè ha una bella casa ecc.. ma il lato affettivo, quello schiacciato, lo ha curato cercando di schiacciare a sua volta qualcuno. Una cosa che gli dicevo spesso era “ti prego, non trattarmi come tratti tua madre”. Invece lui proprio non riusciva a evitarlo, anzi neppure ammetteva che mi metteva sullo stesso piano di sua mamma (donna totalmente diversa da me)… inoltre per sua mamma valeva sempre la classica “alla fine è sempre mia madre, non posso cacciarla”, mentre con me si è ben parato il c. non sposandosi e ha sempre sputato sopra ogni cosa mia, su ogni mio gesto per non darmi mai la sensazione di aver fatto qualcosa di positivo e per farmi sentire sempre in debito perchè abitavo in casa “sua”. Suo fratello maggiore a 14 anni è finito al CSM e non ne è più uscito. Il mio ex crede di essere un grande uomo, e di fronte alla comunità fa bella scena di sè, ma io so che per essere veramente Uomo dovrebbe affrontare i suoi drammi interiori, interrogarsi su sè stesso e fare un percorso doloroso di riconoscimento della propria fragilità. Io ho abbandonato, ne sono consapevole…è la parola “abbandonato” che mi fa sentire in colpa. E’ vero, Fuori dal Coro, a volte sembra che le persone si leghino di più se vengono maltrattate, forse io sono stata una di quelle forse ho volontariamente rimandato di volta in volta la decisione di alzare bandiera bianca e arrendermi, forse non troverò mai una persona che camminerà al mio fianco senza difese e senza farmi inciampare per accusarmi di essere incapace, però è anche certo che farò di tutto per fornire a mia figlia gli strumenti per evitare i rapporti trappola perchè per il tempo della nostra vita il countdown scatta appena veniamo concepiti, non aspetta nessuno.
Marquito
Non sono d’accordo neanche io con chi mitizza il passato. Però che le donne di una volta così come gli uomini fossero più serie ed affidabili bè…ci penserei un po’ di più.
Ogni epoca ha i suoi errori per carità. Però non credo che oggi si enfatizzi la cosiddetta mancanza di valori. I valori sono decisamente crollati. E non solo quelli economici. E non è poi neanche vero che le donne prima non lavoravano. Smitizziamo anche questo fatto. Quante donne in tempi passati lavoravano nei campi ? Non è un lavoro quello ? Anzi diciamo pure che in questo modo lavoravano alla pari degli uomini, forse di più perchè poi si occupavano della famiglia. Ma questo è un altro discorso.
A me sembra davvero strano invece il fatto che in Italia ci sia più del 40% di separazioni. Un po’ troppo davvero. Possibile che siano realmente tutte coppie in crisi ? O ci sia in realtà solo la voglia di cambiare così come si cambiano i telefonini ? Anche se i vecchi telefonini funzionano ancora alla grande ?
Si certo anch’io ho sperimentato entrambe le situazioni. Ma sai che c’è ? Io penso che nella vita esistano le cose importanti e le cose meno importanti. Le cose serie e le cose meno serie. Io all’epoca odierna se avessi 22 anni dopo 1 anno di frequentazione non mi sposerei mai. Per sposarsi bisogna conoscersi a fondo e convincersi di saper accettare i pregi e i difetti del proprio partner togliendomi dalla testa l’idea di cambiare la sua di testa e viceversa.
E poi bisogna mettersi in testa che nella convivenza non si può essere perfetti. E poi Marquito, sto discorso dei “segnali” proprio non mi va giù. Io conosco i segnali stradali. Per il resto c’è il dialogo. Si parla, si discute, eventualmente si litiga. Cosa sono sti segnali ?
Io poi non addosso le colpe alla mia ex. Anzi mi prendo anche quelle che non ho.
E’ che purtroppo oggi tutto viene preso alla leggera. Alla prima difficoltà si va in tilt. E quando si va in tilt basta un uomo o una donna all’esterno che ti fanno saltare tutto. Troppo semplice, troppo facile.
E poi no Marquito non credo proprio che le nostre nonne si sarebbero comportate come le donne di oggi. Certo se fossero nate ai tempi di oggi si. Perchè già si cresce privi di ideali. Vedi oggi come è nromale dire che “si cambia ?” Pare che siamo diventati tutti dei camaleonti. Si cambia. A 20 anni forse si cambia, si cresce. Ma poi ci si stabilizza. O vedi nero o vedi bianco, al massimo puoi cambiare sfumature. Ma se una donna non è stabile a 35 anni quando lo è ? E se un uomo non è stabile a 40 anni quando lo è ?
Una volta ci si fidava delle proprie moglie dei propri mariti. Oggi non puoi. Ma quando mai ci si poteva immaginare 40 anni fa le lotte “sanguinose” nelle aule del tribunale.
No. Non è normale tutto questo
Ciao Marquito
Aleba
O tu non sei una donna, o hai 85 anni oppure sei una giovane donna con una mentalità rarissima al giorno d’oggi.
Da quello che scrivi e se quello che scrivi (ne sono sicuro) corrisponde a verità non c’è altra spiegazione.
Oppure è vero quello che hai scritto in ultimo. Cioè che le donne devono essere maltrattate.
Altre spiegazioni per spiegare la tua diversità nei confronti di tante donne di oggi onestamente io non ne vedo.
Bacioni
Quello delle donne che desiderano ad ogni costo avere un figlio, e che antepongono questa loro esigenza alle stabilità della coppia, è un problema terribilmente complesso e terribilmente delicato (chissà se qualcuno si ricorda ancora la lettera di Loredana, quella che parlava con un tono fortemente polemico degli “uomini di cartone” …).
Io credo che questo argomento meriterebbe un forum a sé stante, anche perché su questo tema la divergenza di sensibilità e di opinioni può veramente essere grandissima. Quello che mi sento di dire è che su un punto così importante bisognerebbe assolutamente essere d’accordo, e che ci dovrebbe essere fin dall’inizio la massima chiarezza da parte di entrambi. Nel caso della tua compagna, Fuori dal Coro, mi sembra di capire che questa chiarezza sia clamorosamente mancata. Bisognerebbe anche capire se il desiderio di maternità non sia stato soltanto un pretesto per interrompere la relazione, e se la sua insoddisfazione non avesse delle motivazioni più profonde e magari inconfessabili.
Secondo me, se un uomo non desiderava avere figli, e lo ha detto in modo esplicito fin dall’inizio della relazione, non gli può essere assolutamente imputata alcuna colpa. Penso anche che sia molto pericoloso imporre al proprio partner un figlio non voluto … pericoloso per il figlio e anche per l’armonia della coppia. E’ pericoloso perché l’uomo può avere l’impressione di essere soltanto uno strumento finalizzato alla procreazione e può perfino arrivare ad invidiare inconsciamente il bambino per tutte le coccole e le attenzioni che riceve dalla moglie. Temo che molte coppie siano entrate in crisi proprio perché il marito si è sentito improvvisamente defraudato dell’affetto gli spettava.