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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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LUNA – ALEBA (segue)
riafferrare la relazione e per modificare la situazione in atto: da coppia a famiglia.
Adesso cara Luna il fatto che, come dici tu, per costruire e per fare andare avanti una relazione bisogna essere in due e che in fondo è stata lei a non tendermi la mano non mi consola affatto. Io sono distrutto e mi sto maciullando internamente al solo pensiero che questo matrimonio si è deteriorato perché non sono state fatte o capite cose normali. Ieri sera dopo aver scritto ad Aleba ho rivisto alcune nostre foto. Caspita. Leggevo la serenità nel volto di mia moglie. Ma non solo. Leggevo la sincerità, la lealtà, la correttezza e l’entusiasmo di una persona che sta bene con l’altra. Io purtroppo non riesco a rassegnarmi che quel viso, quel sorriso non esista più per me. Non posso pensare che per un errore di sottovalutazione di un problema si sia arrivati a questo punto. Abbiamo viaggiato per anni sempre sulla stessa lunghezza d’onda. Cosa le ha fatto cambiare idea ?
Questa frase di Aleba mi ha colpito: “ …Quando si è accorta di avere esigenze che non collimavano con le tue, doveva parlartene con il cuore in mano e pretendere la tua attenzione. Magari avreste anche litigato, ma come potevi tu sapere fino a che punto stavate arrivando, se lei ti ha tenuto all’oscuro? Il fatto che lei non si sia preoccupata di ferire te, anzi mi sembra che stia infierendo rinfacciandoti anche episodi del fidanzamento (e cadi dalle nuvole perchè dici ma cosa mi hai sposato a fare??), è perchè ti ritiene responsabile non solo di non aver capito, ma anche di averla “costretta” ad adeguarsi a te……Si è ritirata Fuori dal Coro, quella battaglia .. quella per il figlio, la spaventava troppo! spaventava più LEI che TE, però non aveva il coraggio di ammetterlo. Tu l’avresti fatto il figlio, tu avresti accresciuto la famiglia perchè avevi le idee chiare….”
Si Aleba alla fine credo sia andata proprio così…si è ritirata. Si è ritirata quando ha visto che “io il figlio non lo volevo” e probabilmente, anzi sicuramente complice anche una terza persona ha pensato che in fondo fuori dal nostro mondo poteva esserci di meglio di ciò che offrivo io. E se ne è andata.
Ma io non posso non sentirmi in colpa di tutto ciò perché ripeto quel che ho detto all’inizio di questi post: “Nessuno è perfetto. Tutti possiamo sbagliare. Tutti possiamo correggerci.”. E questo vale per me e vale per lei.
So solo una cosa care Luna e Aleba. Giorno dopo giorno invece di dimenticare non faccio che maciullarmi dentro. Io non credo, anzi sono sicuro che lei non abbia bluffato nella nostra storia. Perché lei l’ho vista serena e felice insieme a me. E come la vedevo io la vedevano gli altri. Persino mia madre. E voi mi insegnate quanto l’occhio di una madre veda meglio di tanti occhi in certe cose che riguardano i propri figli.
Ora purtroppo care Luna e Aleba non so spiegarvi bene cosa mi accade dentro. Cosa io realmente stia soffrendo emotivamente. Sono tre mesi che scrivo qui e credo….
Vedi, Fuori dal Coro, diciamo la stessa cosa. Tu ti chiedi se ti stesse mentendo quando diceva SI alla visita dell’amico per la partita in tv, mentre ora te lo rinfaccia. Secondo me si, mentiva. Non di una menzogna sporca, ma si costringeva a calzare una scarpa troppo stretta nella “speranza” che tu ti accorgessi che sentiva male al piede e la invitassi a togliersi quella scarpa per massaggiarle il piede. Ma come facevi tua a capire? Lei camminava tranquilla, non zoppicava neppure. Si deve parlare!! e soprattutto non addossare ad altri la responsabilità del proprio malessere, la scarpa non te la metti se ti fa male. Quindi il punto è sempre lo stesso. Tu, pover’uomo (se lo dicessi al mio ex puntuelizzerebbe subito: io non sono povero!) credevi di vivere in mezzo a sorrisi leggiadri, invece erano sorrisi che celavano malumori e rancori. Piccoli rancori che però l’hanno portata ad isolarsi nella cosa più importante: il figlio. Passi che “ti faccio felice” lasciando che venga il tuo amico, mentre io volevo spaparanzarmi sul divano….ma non sto zitta per lasciarti tranquillo quando mi accorgo che vorrei un figlio. Ne parlo fino allo sfinimento, mi devi chiedere tu di non parlarne più ma non mi fermo comunque prima di aver detto tutto quello che ho da dire sull’argomento. E poi ricomincio a parlarne. Un figlio non viene una volta a cena per vedere la tv, un figlio è per sempre e implica lo sconvolgimento totale della vita. Se il figlio lo voleva davvero, se voleva davvero che tu ne fossi il padre, non rimaneva in disparte a rimuginarci sopra…tra l’altro esibendo sempre un lieto e accogliente sorriso. Te ne accorgi se una donna è infelice, Fuori dal Coro, anche il più imbranato degli uomini si accorge se la sua donna è giù di corda, a meno che lo scopo principale della vita di quella donna è essere sempre e comunque amabile. Ecco il problema, l’amabilità forzata crea contrasti interiori che prima o dopo esplodono. E’ controproducente sorridere su tutto, anche se ti fa sembrare dolce e carina. Questo potrebbe spiegare il suo cinismo degli ultimi due anni, forse si è ritrovata talmente tanto amaro dietro a quel dolce che ha esternato nel tempo, che ha dovuto esprimerlo tutto in un colpo. E il primo della lista eri tu.
Vorrei davvero che lei scrivesse qui, ma per come la vedo io, concordo con te. Lei non cerca in “opinioni” su ciò che le è capitato, non indaga, non vuole arrivare al nocciolo e non le interessa districare la lana per riavvolgere il gomitolo. Lei ha tranciato il filo, soluzione netta, pratica e che esclude qualsiasi forma di confronto diretto, onesto e schietto. Chiuso, out. Non credo che lei stia bene, a meno che non ha trovato un valido aiuto a livello psicologico/emotivo non può stare bene.
Aleba
Ciao Aleba. Grazie del tuo post. Penso che sia tutto vero quello che dici. Sta di fatto che io, a prescindere dai suoi malesseri celati o meno, avrei dovuto farlo questo figlio. Per me, per lei, per noi. La creazione di una famiglia. Alla fine lo scopo della vita. Ripeto ho avuto paura, non me la sono sentita, un po’ d’egoismo, quel che si vuole. Fatto sta che ora sto pagando a caro prezzo tutto questo. Anche perchè ripeto così facendo mi sono “castrato”. Nel senso che conoscendomi sarei stato un ottimo padre. E lei un’ottima madre.
Fatto sta cara Aleba che sto distruggendomi. Guarda ti assicuro descrivere ciò che sento dentro è impossibile. Provo davvero qualcosa di terribile. Uno stato di tensione emotiva continua. Ho sempre davanti l’immagine di lei com’era. La sua gentilezza, il suo sorriso, la sua disponibilità, il suo volermi bene. Ora di me non vuole vedere nemmeno l’ombra. Con questo atteggiamento lei mi ha letteralmente distrutto. Perchè fondamentalmente non riesco ad odiarla nè tantomeno a dimenticarla. Ho solo davanti meravigliosi ricordi e assurdità per come è andata questa storia. Vedo tante coppie in giro e mi chiedo perchè noi siamo arrivati a questo punto. Perchè oggettivamente siamo due ottime persone, senza grilli per la testa. E lei è una ragazza come non se ne trovano in giro. Hai detto bene. Lei ha tranciato il filo. Con me e con tutto ciò che riguarda me. Io non so se lei stia bene. Ma credo che senz’altro stia meglio di me visto che ha deciso lei di troncare il tutto senza darmi una possibilità di appiglio. Aleba ti assicuro è tremendo trovarsi in una situazione simile. Perchè sei fermo, impotente di fronte a tutto. Potresti fare tante cose ma non riesci a fare nulla rischiando clamorosamente di restare solo. Perchè così facendo allontani chiunque. Il tuo viso il tuo sguardo non cerca nessuno. Non ha interesse per nulla. E tutto ciò che ti piace o ti piaceva lo associ a lei. Perchè facevi tutto con lei. Tante cose mi sarei aspettato nella vita. Belle o brutte che potessero essere. Ma una cosa del genere no. Non me la sarei mai aspettata. E il problema è che non so come uscirne. Sto facendo veramente di tutto. Ma nulla e niente mi dà sollievo. Ho provato ad uscire con donne. Donne che alla fine ti si avvicinano perchè trovano del buono in te. Ma tu non riesci a dare. Non te la senti. So che la vita è una e non va sprecata. Ma forse l’ho sprecata nell’unica vera occasione della mia vita. Sai Aleba difficilmente piangevo. Oggi invece faccio fatica a trattenere le lacrime. Sono sempre lì pronte ad uscire a farti stare con gli occhi rossi. Non so davvero cosa fare. So solo che davvero non ce la faccio più a stare in queste condizioni.
Un bacio Aleba e grazie
Comprendo il tuo stato d’animo, Fuori dal Coro. Anche io ero così come te negli ultimi anni. Il mio stato d’animo è peggiorato da tre anni a questa parte. Il biennio 2010/2011 è stato molto brutto. In ufficio improvvisamente mi scendevano le lacrime e i colleghi non capivano. Mi capita anche in questo periodo. Basta che si affacci un pensiero, e io piango. Basta una canzone. Però qualcosa è cambiato adesso. Merito del mio analista, merito delle riflessioni che mi ha chiesto di mettere per iscritto. Ho capito che la vita non solo non va sprecata, ma va anche vissuta attraverso questi dolori. Lo so che non ti aspettavi un simile cataclisma. Ad un certo punto io ho cominciato a fare meno pensieri negativi riguardo al futuro. Il futuro arriva un giorno alla volta e anche se non mi porterà la felicità domani, ho capito che non devo escludere a priori che questa possa arrivare. Anche io non riesco a fare spontaneamente riflessioni rosee per me come donna per il futuro. Razionalmente mi viene da pensare che non voglio più uomini nella mia vita. Mi faccio due conti in tasca e nel cuore e concludo che non voglio rischiare, si tratta di investimenti troppo pericolosi. Però oggi come oggi sono più lucida, non sono più avvolta in quella nebbia che mi faceva sbandare pericolosamente, non penso più come se fossi nel buio assoluto. Qualcosa di positivo già lo vivo, trascorro delle ore molto intense, serene e piene di gioia con mia figlia. Questo capitava raramente quando vivevo a casa del mio ex. La maggior parte del tempo eravamo silenziose e tristi.
Tra pochi giorni è Natale. Sento forte il rammarico per non essere mai riuscita a viverlo serenamente con il mio ex. Ti assicuro Fuori dal Coro, anche guardando le fotografie di quel giorno mi vengono in mente situazioni spiacevoli che rovinavano la festa. Ad esempio, l’albero di natale. La ditta dove lavoro opera in un settore che non si ferma mai, noi lavoriamo fino alle 19 della vigilia, come fino alle 19 del 31. Lui invece ha sempre avuto ferie sotto Natale, inoltre finiva di lavorare sempre e comunque alle 17 in inverno. Lui ha sempre fatto l’albero di sua iniziativa, come piaceva a lui, quando era solo in casa (perchè io ero in ufficio) e NON per farmi una sorpresa…ma per recriminare sul fatto che lo DOVESSE fare lui. E io sempre a dirgli, ma aspetta che rientro che lo facciamo assieme. Niente, tutti gli anni la stessa storia. Quando nostra figlia aveva 4 anni ha regalato il nostro albero di natale!! ho dovuto comprarne uno in tutta fretta perchè l’ho scoperto quando ormai il natale era alle porte. L’anno successivo ha buttato l’albero che avevo comprato e io ne ho acquistato uno nuovo. alto 1.70 cm, era in offerta. Quando l’ho portato a casa mi ha accusata di averlo preso troppo grande. MAH, in un salone di 45 mq un albero di 1.70 sembra addirittura troppo piccolo, inoltre io l’albero l’ho preso per nostra figlia, perchè dovevo prenderne uno piccolo? L’ho addobbato io nel 2010. Da sola. Una tristezza..
..davvero deprimente fare l’albero l’anno scorso. Con la bambina mi sforzavo di essere allegra, ma dentro morivo. Ormai mi era chiaro tutto, mentre lui non capiva (come non capisce oggi) dove stavamo andando.
Quest’anno l’albero l’abbiamo fatto assieme io e mia figlia. Con un cd di musica natalizia a di sottofondo. In armonia e piena collaborazione. Io ho addobbato la parte alta mentre lei mi preparava le palline con i ganci, lei si è occupata della parte bassa. L’albero è meraviglioso. Ogni dettaglio esprime l’anima di mia figlia e la mia gioia di essere con lei. E’ una esplosione di luci e colori e ne andiamo molto fiere. Sotto l’albero c’è il presepe. Non è tanto grande, ma minuziosamente studiato da lei. Ogni sera accendiamo le luci colorate, e ci sediamo al buio sul grande cuscino a parlare tra noi. Questo è essere serena per me. Non voglio più pensare alle cose brutte che pensavo nei mesi scorsi, non voglio credere che sarà tutto buio e triste il futuro. Ne ho le prove in queste sere, perchè nonostante la malinconia cerchi ancora di smantellare la fiducia che a poco a poco sto conquistando in me stessa e nel futuro, quando accendo il nostro albero tutto si illumina di una dolce luce soffusa.
Vedi Fuori dal Coro, a poco a poco smetti di fare pensieri così totalitari di diniego verso il futuro. Una piccola cosa positiva per volta ti verrà incontro, ne sono certa. Devi solo fare tutto il percorso, purtroppo è un percorso doloroso e difficile.
Buona notte, baci
😀 😀 aleba, per l’albero di natale tuo e della bimba e le cose stupende che hai scritto, mi pareva di vedervi. Ti (vi) abbraccio forte! – fuori dal coro: lo so che ciò che si diceva, come sottolinei tu, non ti consola. Ma i dati di realtà, semplici, concreti, son quelli da cui si può ripartire. E non dico che si riparta ballando la samba, ma tu in questo momento (mi si perdoni la metafora) sei come uno che invece di prendere atto di una diversa condizione, anche con dolore e rielaborazione, ma prenderne atto, misura se stesso e la realtà in base ad un arto fantasma. Io ti capisco fuori dal coro, siamo 2 persone diverse, ma quando dici ‘non riesco a spiegare’ ti spieghi benissimo invece. Capisco anche questa tua ossessione, passami la parola, per il passato. – io ti dico situazione simile perché l’atteggiamento di lui, il cambiamento di botto, il revisionismo storico, lo sputare frustrazione retroattiva e il dare la colpa ad un episodio dopo anni di dialogo, complicità, tranquillità ecc invece sono assai più simili di quanto riesco a farti percepire. La differenza è che noi abbiamo continuato a vivere insieme, ma non sempre, e la cosa sì, è stata più contorta, ma quando fai l’esempio di siena, della partita di calcio e quindi del cambiamento di botto è uguale. E cambiamento irreversibile. In realtà certo, ha avuto sprazzi in cui è parso tornare lui, cosa che lei non ha fatto, ma di fatto, come lei si stava ‘vivendo il suo film’, un film in cui veramente non
mi ha più fatto entrare, come lei non fa entrare te. Ove, per fare entrare, intendo anche il fatto di ascoltare veramente la versione emotiva anche dell’altro. Non so se riesco a spiegarmi, sarò semplicistica: posso provare frustrazione perché mi son caricata di frustrazione e non l’ho mai detto, ma mettiamo che io provi frustrazione perché mercoledì sera non sei venuto alla mia festa di onomastico. Ci tenevo e penso che te ne sei fregato, di qcosa che per me è importante. Ma un conto è cancellare il tuo numero di tel, un altro chiamarti e dirti cosa ho provato e perché e sentire cosa hai da dirmi. se ti ascolto magari posso scoprire che nella tua famiglia non avete mai dato importanza all’onomastico e non avevi capito, pur volendomi bene, quanto fosse importante per me. O scoprire che stavi arrivando ma hai avuto un contrattempo. Allora posso rasserenarmi anch’io rispetto al fatto di rimuginare da sola. Ma quando uno o una si fa il ‘suo film’ che puoi farci? Io questo ti dico. Mi ha amato lui? Probabilmente sì, perché so che ha sofferto pure lui, e tantopiù perché il suo film era molto più negativo -contemplava un mio abbandono, come lei accusa te di averla abbandonata sulla questione figlio – piuttosto di un film cmq personale ma in cui uno o una ammettono ‘sono stato amato, molto, ma io, per mie ragioni, ho smesso. Io”. Invece nè io nè te, pur con tot la possibile autocritica, possiamo dire di averli mollati, abbandonati, di essercene fregati. Ti pare poco? Tu da 2 anni ribadisci la tua disponibilità, la tua buona fede, l’empatia e l’autocritica. Hai rassicurato. Tardi? Quando ti-ci è stato fatto capire. E comunque non hai ammazzato nessuno. Se io volessi davvero un figlio, davvero, da un uomo e l’infelicità fosse che mi sta dicendo no, x come tu la metti (cioè no non mi va ma per tamponare dico sì, bensì lo desidero davvero) si scioglierebbe il nodo. Il suo invece nn si è sciolto e continua col suo film, in cui saresti
Luna
Ciao Luna. Ti rispondo anche se i tuoi post non sono ancora completi. Ossia credo ne manchi almeno uno. Lo so ho capito il concetto. Quello che tu dici, quello che tu spieghi. Purtroppo io non riesco ad uscire da questo incubo che incubo non è. Perchè da un incubo ci si risveglia. Mentre qui è realtà. Oggi sono qui in Ufficio a festeggiare il Natale. Ma con un dolore dentro che è pazzesco. Non ce la faccio più davvero. Forse saranno anche questi giorni che ho sempre amato ma mi sento davvero a terra sotto il profilo emotivo. Non faccio che pensare a lei e a quello che può essere successo. Perdonami se ti dico che forse se la cosa doveva finire avrei voluto trovarmi al tuo posto. Magari non cambiava niente. Però vivere 7 anni in una dimensione di infelicità mi avrebbe fatto toccare con mano che la cosa non poteva andare. Invece io fino all’ultimo vivevo bene con lei. E questo suo “smettere di botto” mi ha distrutto. Perchè fino all’ultimo mi sembrava che le cose andassero bene. Luna qualche settimana prima facevamo il corso di lingua inglese la sera. Ho letto l’esempio che fai dell’onomastico. Del fatto che magari chi ci tiene molto ad una cosa del genere può non sapere che dall’altra parte un onomastico non è mai stato preso in considerazione.
Quell’esempio che tu hai fatto calza a pennello con la nostra storia. Forse lei si aspettava di essere amata in un’altra maniera. Non era sufficiente che non mi dimenticassi di un compleaano, di un anniversario, di un onomastico. Che le regalassi fiori o cose del genere. Non era sufficiente che la elogiassi per le sue qualità culinarie mettendola davanti addirittura a mia madre. Non era sufficiente che le dicessi qualche volta delle parole importanti: io sto bene solo con te, mi piace fare le cose con te, per me ancora oggi andare a mangiare una pizza insieme è un’emozione. Non era sufficiente chiederle consiglio su tutto, non prendere una decisione senza prima averla consultata. Non era sufficiente essere sincero, dirle sempre quello che pensavo, non bluffare mai. Non era sufficiente non averla mai tradita e non pensare a nessun altra donna all’infuori di lei. Non era sufficiente cercarla come donna così come il primo giorno. Non era sufficiente aspettare il Natale per fare l’abero e il presepe “insieme”. Non era sufficiente non vedere l’ora di fare un week end o un viaggio insieme. Tutto questo veniva cancellato da un mancato bacio della buonanotte, dalle mie passioni che secondo lei venivano prima: il tifo per la mia squadra, la fotografia, e il fare filmini. Tutto questo veniva cancellato perchè io non me la sono sentita di fare un figlio perchè avevo paura di cambiare vita. Perchè mi piaceva vivere con lei. Perchè avevo paura si rompesse un equilibrio perfetto. Non ha capito o non ha voluto capire che dietro la scorza di un uomo sicuro di sè poteva nascondersi qualche paura, qualche timore di alcune cose della vita.
Io non ce la faccio ad odiarla o ad avercela con lei. Per me rimane la mia..
LUNA…segue
…donna. Quella donna che ho portato sull’altare vestita di bianco. Quella donna che ho amato e che il mio cuore continuerà ad amare sempre perchè il vero Amore non può avere fine. Non posso, non riesco a pensare che questa donna così premurosa, così innamorata del marito possa d’un tratto essersene dimenticata Con quali occhi ha cominciato a vedermi ? E perchè ? Dove ha visto questo mio egoismo esasperato che tanto l’ha fatta soffrire ?
Cosa e chi hanno modificato il suo modo di vedere me ? Io sono sempre la stessa persona. Quella che ha conosciuto anni fa e quella di cui si è innamorata. Dove l’ho delusa ? Sul fatto del figlio ? Ma lo sapeva. So per certo di essere stato un buon marito. Le sono sempre stato accanto e quando ha passato momenti difficili io c’ero sempre vicino a lei. Mi dicono che l’Amore è così, che può finire senza un perchè. Io non ci credo Luna. Non ci credo. Perchè altrimenti non ha senso nulla. Se tu ami ami. Non puoi lasciare le persone a cui vuoi bene. E non mi si venga a fare il concetto di differenza tra bene e Amore. A una donna, ad un uomo che si sposa non si può voler bene come a un fratello o a una sorella. E’ innaturale. E se succede ciò vuol dire che a quell’uomo o quella donna non hai voluto veramente bene. Forse può calare la passione con gli anni. Ma questo è normale. Forse si può smettere di stare insieme per forti incompatibilità caratteriali. Ma questo può succedere quando ci si sposa da giovanissimi quando il carattere non è ancora esploso come dovrebbe. Altrimenti non ci credo Luna. Non è possibile. Io non so che film stia vivendo in questo momento o che film le stiano facendo vedere. Io so solo che con me ha visto solo film belli. Mi dispiace per il figlio e sono realmente distrutto per questo. Ma ho fatto di tutto per farle capire che ero disposto a tornare indietro sulle mie decisioni. Caspita Luna si sbaglia a volte. Anche non volendo. Dici bene Luna: noi non ce ne siamo fregati, noi non li abbiamo mollati. Noi siamo stati abbandonati. Io non avrei mai abbandonato la donna che ho sposato. L’avrei protetta sempre e comunque di fronte a chiunque. E avrei dato la vita per lei. Ed è vero questo non è una parolona. Mi pare di averlo scritto qualche volta in un post. Noi viaggiavamo spesso in auto ed io tante volte pensavo a cosa avrei dovuto fare se fosse capitato qualche incidente. A cosa avrei dovuto fare per salvare lei anche a discapito della mia vita. Magari buttandomi sul suo sedile proteggendola con il mio corpo. Certe cose si fanno per altruismo e per le persone importanti. Un egoista questo non lo fa. E mi fa male sapere che lei pensa che io sia una persona così egoista quando io ogni giorno che ci poteva essere un pericolo pensavo a queste cose. Io non so come stai realmente Luna. Se veramente sei riuscita ad uscire fuori emotivamente dalla tua storia. Io come vedi sto ancora in alto mare e soffro. Di una sofferenza che non vorrei avere. Ma che non riesco ad allontanare.
Ciao
Ciao, Fuori dal Coro, grazie per la tua risposta. Sì, dovevo continuare, ma poi non ho avuto il tempo, scusa. Comunque il concetto era che trovo assurdo, da quello che racconti, che lei ti dipinga come una specie di insensibile “Erode”.
Non volere un figlio di per sè non rappresenta un cosmico egoismo.
Ho conosciuto persone che non hanno figli e si impegnano nel sociale, e anche in giro per il mondo, concretamente (non mandando un bonifico bancario), anche dove cadono le bombe, e non mi pare che si possano definire egoiste e insensibili.
Certo, tu non sei sotto le bombe ecc, però quello che voglio dire è che forse anche il rapporto che abbiamo con la paternità biologica e la maternità biologica merita rispetto, anche quando tentenniamo verso un no. Ho conosciuto una donna che ogni giorno con la sua forza e la sua sensibilità cura bambini oltre che adulti in luoghi martoriati della terra. Un figlio suo no, per ragioni che lei sa, ma al contempo immagino che ricordi il volto e il nome di ogni bambino che ha incontrato.
Non è una questione: io però questo non lo faccio, quindi potevo anche avere un figlio.
La questione è: non credo che per forza chi non se la sente di diventare padre debba essere erode o uno stronzo. Anche perché, appunto, tu non hai chiesto a tua moglie di abortire un figlio vostro, ma stavate parlando della possibilità di averne uno, e una differenza dire che c’è.
Nella vita si resta uguali a se stessi e allo stesso tempo si può evolvere. A volte la vita ci mette di fronte della situazioni per cui scopriamo, riscopriamo delle parti di noi, o ci troviamo ad affrontare con noi stessi delle questioni che non erano prima preponderanti.
Tu per molti anni della tua vita hai vissuto il fatto di non desiderare un figlio in un certo modo, poi la vita ti ha posto di fronte ad una proposta e quindi una situazione per cui ti sei trovato ad affrontare dei tuoi perché. Di per sè oggi forse tu sei anche più sereno con te stesso rispetto al tuo immaginarti padre e genitore (seppure ancora in astratto). Il problema è che queste considerazioni (che avresti potuto anche non fare mai, e non per questo saresti stato un mostro… intendo dire se tu avessi avuto accanto una persona che non desiderava un figlio come te – e non per questo sarebbe stata “Eroda” – o che non poteva averne e non voleva affrontare un faticoso percorso per riuscire ad averne o per l’adozione – tu ora non staresti a riempire pagine e pagine sulla “colpa” di non aver voluto un figlio dalla donna che amavi. Non ti dico questo per andare nei “se”, ma per mostrarti la relatività del senso del “tragico” che connette, nella tua esperienza, il fatto di non volere e poi sentirti pronto per un figlio, cioè di confrontarti con una parte di te stesso, e la fine di una relazione in modo violento.
Di fatto quindi un tuo percorso anche positivo, se vogliamo, di maggiore incontro con te stesso è associato ad un evento traumatico.