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Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

di aleba
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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1.662 commenti

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  1. 321
    Fuori dl Coro -

    LUNA, ALEBA

    A volte quando leggo i vostri scritti cerco di trovare delle analogie con me e con la mia storia. In certi momenti le trovo anche. In certi altri invece noto come i vostri rapporti di coppia e il vostro modo di compartarvi in essi siano un po’ diversi dal mio.
    Io mi sono trovato a conoscere una donna con la quale non ho mai avuto quei conflitti che descrivete voi. Quelle lotte, quelle molestie di cui scrivete. Noi ci siamo incontrati, ci siamo piaciuti e abbiamo cercato di star bene insieme nel modo più naturale possibile. Io venivo da decine di storie con altre donne. Storie senza un costrutto, senza una minima impostazione futuribile. Quando ho conosciuto mia moglie l’ho fatto proponendomi di farmi conoscere per quello che ero, con tutto ciò che di bene o male avevo. Mi sono presentato a lei dicendo: questo sono io: parlo così, cammino così, la penso così ecc ecc.
    Ci siamo trovati, almeno così ho sempre pensato. Non ho mai nascosto nulla di nulla. E così pure lei a me. Non è stata sin dal primo giorno semplice attrazione fisica. C’era di più. C’era la voglia di stare bene con una persona dell’altro sesso. Cercare di capire se queste due persone che chiaramente “si piacevano come uomo e come donna” avessero in comune tante altre cose. E così è stato. Eravamo sereni. Pur se nella quotidianità di tutti i giorni, perchè anche da fidanzati ci vedevamo tutti i giorni o quasi, ci poteva essere il giorno che uno o l’altro era più pensieroso, aveva o meno voglia di parlare. Ma niente di più. Non c’erano conflitti. Solo voglia di condividere. E così è stato anche nel matrimonio. Dove io ammetto di aver mostrato quella titubanza tipicamente “maschile” ad abbandonare il ruolo di “celibe”.
    Ora, cosa sia successo durante la convivenza che ha portato alla rottura, ancora sto qui a chiedermelo. Ieri ero nella casa dove abbiamo vissuto. Non ci entravo da quattro mesi. L’emozione fortissima come sempre. La grossa difficiltà a non piangere a dirotto. Mi giravo, guardavo ogni angolo, tutte le cose appese ai muri, tutti i nostri ricordi, le piantine. Vedevo solo “Amore”. Non sono riuscito a vedere in ogni centimetro quadrato un qualcosa che potesse far ricordare qualcosa di brutto di negativo. Le foto, quelle ch scorrono sulle cornici. Le foto sono attimi. Ne ho visionate tantissime e vedendole noti si solo l’attimo in cui viene scattata la foto. Ma se fai mente locale vai a ricordarti cosa è successo prima e dopo quello scatto. E io vedevo solo situazioni di serenità. Erano foto che coiprivano tutti gli anni del nostro matrimonio e non solo.
    A questo punto mi attacco al discorso di Luna. Alla “castrazione” della maternità. Si è sentita “castrata” e dentro di lei è successo un subbuglio emotivo pazzesco ? L’unica spiegazione plausibile e veramente valida. Ma visto che ero un “muro di gomma” sul quale rimbalzavano le sue richieste perchè non mettersi “a tavolino” e discutere in maniera “seria, concisa, decisa, reale, incazzata” riguardo questo….

  2. 322
    Fuori dal Coro -

    LUNA, ALEBA…(segue)

    …fatto ? Perchè non mettere in chiaro le proprie necessità. Le proprie “frustrazioni” ? Eravamo due persone senza altri conflitti. Parlavamo di tutto. Io avevo le mie idee ma non facevo valere le tue. Perchè far diventare una cosa “normale” una cosa “anormale” ? Ok, io ti negavo una cosa che sentivi. Io non “vedevo” non “capivo” che le stavo facendo “inconscaiemente” del male. Perchè tu che mi conosci da anni. sai che sono un “distratto”, uno che non fa le cose “con cattiveria”. Perchè nonostante i miei “no” e le mie “ragioni” non esponi con decisione le tue e mi dici chiaramente che in questo modo non può più andare avanti ? Non stavo lì col bastone. Avevo solo la parola, pur con voce bassa, eventualmente a controbattere le sue richieste. Non mi sentivo pronto, non ne avevo voglia, volevo continuare a vivere quel tipo di vita. Ok tutto quel che si vuole. Ma non c’era null’altro da capire. Io ero piuttosto chiaro: non mi andava, non me la sentivo, avevo paura di cambiare vita, forse un po’ di egoismo, magari paura del mondo che vedo sempre più pericoloso per i giovani. Ok. Tutto questo. Ma non c’era nulla da analizzare. Ero chiaro. Non c’erano conflitti interni. Se non quelli che ho descritto poco sopra. E allora perchè ? Perchè covare dentro un malessere con la speranza che questo malessere venga riconosciuto da sensazioni ? O perchè nascondere eventuali altri malesseri venuti fuori forse in conseguenza del malessere principale ?
    Io per primo, pur non avendo mai convissuto, sapevo benissimo che la convivenza era un terno al lotto. Perchè si incontravano due mondi, due essenze che mai avevano vissuto insieme prima. Ma proprio per questo io soprattutto non ho mai nascosto i miei modi di essere, fare e pensare. Onestamente non ho mai visto in questi anni di matrimonio una sua insofferenza al mio modo di fare. Nè io l’ho vista in lei. Luna. Aleba, vi giuro. Sono due anni che ho un pensiero fisso, costante nella mia mente. Che non mi fa dormire, che mi fa svegliare di soprassalto, che non mi permette di concentrarmi al lavoro. Che non mi fa vivere. Il perchè sia successo quello che è successo in una coppia come noi. Glielo ho detto più volte in questi due anni: “Ma se manifestavi con decisione il tuo malessere, se ti incazzavi, se facevi capire che così non riuscivi più ad andare avanti, ma cosa credevi che potesse succedere, che ti avrei lasciato ? Ma dove, quando e perchè ?” Intelligente come è. Perchè continuo a ripetere che mia moglie è una donna “speciale” avrebbe dovuto capire che al massimo avremmo potuto stare qualche tempo per conto nostro a pensare. A riflettere. Avrei chiesto aiuto a qualcuno, a qualche mio amico, ai miei genitori. Avrei potuto anche essere preso da ansia per carità. Ma ho talmente tante persone che mi vogliono bene che in molti si sarebbero prodigati per farmi riflettere. Si trattava di un figlio non di andare sulla luna. Ma perchè quando lei ha deciso di “riflettere” io sono immediatamente….

  3. 323
    Fuori dal Coro -

    LUNA. ALEBA….(segue)

    …tornato sui miei passi ? Le ho detto “Ma se il problema di tutto è il figlio…lo facciamo”. Ma caspita, cosa pensava ? Che avessi giocato sulla vita di un bambino ? Che se fosse successo qualcosa glielo avrei rinfacciato ? Due anni dietro a dirle le stesse cose. E lei due anni dietro a dirmi che l’avevo ferita. Io non capisco. Mi ci sto ammalando me ne rendo conto. Ma lei adesso mi tratta e mi vede come se fossi il diavolo. Vuole solol chiudere la mia storia con me. Quasi non fossi mai esistito. Luna e Aleba. Io vi giuro su quello che ho di più caro non ho fatto nulla di diverso da quello che ho scritto e vi sto scrivendo. La mia passione per il calcio, per la fotografia, per la tecnologia. Io non so care Luna e Aleba se faccia parte della vita, del gioco “stancarsi” della stessa persona. Io non mi sono mai stancato di lei. E mai mi sarei stancato. Eppure avevo le mie “tentazioni”. Ma non me ne importava nulla. Io credo che stando a contatto tutti i giorni per anni forse certi difetti che già conoscevi magari danno più fastidio e forse fai fatica a sopportarli.
    So solo che lei, per quanto possa sforzarmi di ricordare, non mi ha mai fatto notare un difetto che la infastidiva oltremodo. Io capisco che l’amore “va alimentato” come una piantina. Altrimenti “muore”. Però a questo punto mi chiedo cosa vuol dire “alimentare l’amore”. Io non so come era il vostro “quotidiano” care Aleba e Luna. Voi avete scritto molto sui “conflitti” che esistevano con i vostri compagni. Per cui mi pare alquanto superfluo sapere cosa succedeva nelle normali giornate. Io so solo che le nostre giornate non vivenao nella routine del “non far niente”. Si lavorava 5 giorni alla settimana. Si viaggiava in macchina anche più di 2 ore al giorno. Si parlava in macchina, si scherzava, si ascoltava la musica, la radio. Poi si lavorava. E dopo spesa, passeggiate, o visite ai genitori, o magari cinema. Insomma spesso si andava via alle 9 e si tornava alle 20 od oltre, magari con cena in qualche pizzeria. Non ho ricordi di domeniche passati a vedere la tv. A parte la mia partita di calcio. Se non si usciva i sabati o le domeniche erano contemplate davanti al camino dove sia a pranzo che a cena mi ero cimentato in cotture alla brace che non credo siano prerogative di molti di noi.
    A volte ho la netta sensazione che la nostra rottura sia dovuta quasi esclusivamente alla presenza di “una terza persona” che sia intervenuta a colmare il “vuoto emotivo” dovuto alla mancata gravidanza. Perchè onestamente per quanto mi possa sforzare non riesco a vedere situazioni in grado da giustificare un allontamento per altri motivi.
    Luna, Alema, credetemi io ci sto male. Ma tanto male. Perchè tranne la situazione legata al figlio non riesco davvero a vedere null’altro.
    Pochi giorni fa dopo tanto tempo ho tentato di parlarle telefonicamente. E’ stata una telefonata “abbastanza tranquilla”. Votata dal mio punto di vista alla ripresa di un discorso. A cercare di capire…

  4. 324
    aleba -

    Ciao Fuori dal Coro, ciao luna.
    Fuori dal Coro, non c’è una spiegazione valida che districhi i nodi dove ti trovi impigliato. La tua storia d’amore è bella e rimarrà sempre una delle esperienze di vita più importanti che hai avuto occasione di vivere, la ragione per la quale si è bloccato tutto ad un certo punto e lei abbia cambiato strada la devi cercare proprio nel fatto che la vita non è un salotto dove una volta arrivati ci si siede e si resta fino alla morte. La vita è una camminata, a volte serena e leggiadra in mezzo a prati fioriti, a volte nella nebbia, a volte nel buio più totale, a volte le sabbie mobili che se non c’è qualcuno che passa a tenderti la mano, vai giù senza speranze, a volte è una salita faticosa e piena di pericoli, a volte è essere in cima alla vetta e ammirare rapiti panorami mozzafiato. A volte c’è qualcuno che cammina con noi, ma bisogna stare attenti ai bivi e tenersi sempre per mano. Interrogarsi reciprocamente sulla strada che si sta percorrendo e prestare ascolto a cuore aperto, perchè è un attimo sciogliere l’intreccio e trovarsi lontani mille miglia senza più memoria di come fosse la via che si stava percorrendo. Fuori dal Coro, io ti credo in base a ciò che scrivi. Tu hai seguito con grande maturità e attenzione la strada che stavi percorrendo. Sapevi dei pericoli e hai pensato che li conoscesse anche tua moglie. Lei del resto non ti ha mai detto che ci fossero passaggi che la spaventavano profondamente, non ha mai manifestato disagi camminando con te. Non in maniera chiara e decisa. Però ad un certo punto ha tolto la mano e, senza girarci troppo intorno, ha preso la mano di un altra persona che l’ha allontanata da te. Non ci sono persone paragonabili al mio ex, e a quello di Luna…non le incontri tutti i giorni. Anche io ho guardato le fotografie questo fine settimana, come scrivi tu si tratta di attimi colti e fermati. Che bello, ho un ricordo di quel giorno, pensi tra te e te…ma quando io ripenso a cosa era successo prima e dopo lo scatto della foto, mi rendo conto di quanto misera fosse la mia vita. Ti dico solo questo: mia figlia ha quasi sei anni, ho scattato migliaia di foto io, e ricordo che il più delle volte lui mi rimproverava perchè avevo sempre la macchinetta in mano. Ho immortalato la bambina con suo papà tantissime volte….mentre le foto mie con la bambina sono tutte frutto di autoscatto. Già, lui in sei anni mi avrà scattato 10 foto. Se non avessi fatto da sola io avrei solo 10 foto in 6 anni con mia figlia. Che triste questa cosa. Poi ci sono foto che hanno immortalato proprio l’atmosfera cupa e depressa che aleggiava sempre intorno a noi, la rabbia serpeggiante per questioni stupide in giorni che dovevano essere solo di gioia. Le sabbie mobili, quelle di cui ho scritto sopra. Lui ha le gambe incastrate nelle sabbie mobili e non ha mai cercato di uscirne, il suo pensiero fisso era che io mi ci incastrassi con lui e che andassi a fondo per prima. Fuori dal Coro, se lei si fosse seduta a ..

  5. 325
    aleba -

    ..a tavolino con te e avesse parlato chiaro, ora avreste un bimbo ne sono certa. Non ti conosco, ma ho la sensazione che sia un uomo del quale ci si fossa fidare a parlare di cose importanti. Non sei uno che glissa, sfugge oppure prende a pugni in faccia quando non gli piace l’argomento. Ha sbagliato lei, lei ha perso di vista l’importanza di ciò che avevate non ha pensato neppure per un minuto che insieme ce l’avreste fatta. Ha tratto le sue conclusioni e questo mi dice che non ti amava, non dell’amore quello con la A. Il suo era un amore di bambina, quanti uomini ha avuto prima di te? Tu dici che hai avuto decine di storie, questo ti ha creato la base per capire cosa volevi dalla vita. Lei te lo ha dato, ma ha vissuto per questo e ha persino rinunciato a priori alla maternità, pur di stare con te. Ti amava, ma non in modo adulto. Inoltre crescendo e rendendosi conto che un figlio forse lo avrebbe voluto, ha mancato gravemente non coinvolgendoti nella questione. Fuori dal Coro, HA SBAGLIATO io non avrei mai ragionato da sola su una cosa così importante, pur alla fine dovendo accettare la sua decisione perchè lui E’ IL PADRONE, io ho sempre scavato in ogni modo per esporre i miei disagi. Sono sempre stata sola a parlare e quando i toni si facevano accesi dovevo avere paura. Io si dovevo avere paura, non credo che tua moglie dovesse aver paura di parlare. Paura di trovarsi con la casa in frantumi, sui mobili della casa del mio ex ci sono i segni dei suoi attacchi d’ira perchè IO VOLEVO PARLARE. Mi sento triste ogni volta quando ti leggo. Se un giorno un uomo camminerà ancora al mio fianco, dovrà essere un uomo che cammina davvero con me, non uno che devo trascinare o dal quale trovarmi trascinata. Una persona matura, che sappia che nella vita l’unica cosa alla quale non c’è rimedio è la morte, perchè il resto si supera e si supera sempre grazie all’amore per sè stessi e per la propria famiglia.
    Baci

  6. 326
    Fuori dal Coro -

    LUNA, ALEBA…segue

    …cosa ci sia stato di così insanabile. Ma lei..niente. E’ ferma sulle sue decisioni. Non ha niente da dire. E’ riuscita a rinfacciarmi cose assurde addirittura risalenti ai tempi del fidanzamento. A volte resto attonito. Ma più che attonito continuo a star male. Ho letto da qualche parte su questo sito che a volte le donne, anche le più innamorate, nel momento in cui hanno qualcosa per cui sentirsi in colpa, tipo un’altra persona colpiscono duramente l’uomo sotto il profilo emotivo. Lei non sta facendo altro se non colpirmi sempre sotto lo stato emotivo. Sembra quasi una “vendetta”. Ma vendetta di che ? Come può una persona che hai sposato per amore, con la quale hai condiviso ogni cosa risultarti così “nemica”. Mi sfugge. Sfugge al mio cervello. Al mio modo di capire. Sembra quasi che durante i nostri anni non ci sia stato niente di bello. Sembra che lei abbia solo “sofferto e penato” insieme a me. Eppure vi giuro, e continuo a dirvi vi giuro, tranne quella questione non so cosa possa aver scaturito questa rabbia nei miei confronti. Anche la gente che ci parla rimane allibita. Pensa a cosa posso aver fatto io per avere scatenato in lei una simile reazione. Il problema però ormai è il mio. Quando vi leggo noto in voi come una consapevolezza che in pratica “non era cosa”. Io no. Non ho pace. Io scrivo qui. Ma quando mi stacco dal computer non è che riesco a trovare pace. da qui fino alla sera, alla notte, iol mio cervello non stacca mai da questa cosa. Io ho solo le immagine di tanti anni di vita serena. Le luci di Natale che vedo in giro non fanno altro che riportarmi indietro agli anni in cui, insieme, addobbavamo la nostra casa. Quando appena alzati, andavamo subito ad accendere, luci albero e presepe. Quando darei per poter davvero capire cosa c’è nella sua mente. Se davvero quel ragazzo che ha conosciuto tanti anni fa e che è diventato suo marito sia davvero sparito dalla sua mente e dal suo cuore. Se si vorrei sapere il vero motivo. Di gente in giro ce nìè tanta. Gente falsa, gente perbene, gente cattiva, gente onesta. Mia moglie faceva parte della gente perbene e onesta. E sono sicura che lo è. Guarda avanti mi dicono tutti. Il passato è passato. Come si fa ? Io se mi lego ad una persona, a un amico, a una moglie, ci metto una catena con seimila lucchetti. Ogni lucchetto e marchiato “S”…Sentimento. Non sono un uomo finto, un uomo falso. Un uomo che sbaglia senz’altro, che può fare piccoli errori quotidiani. Si dice sbaglia anche il prete sull’altare. Mi spiegate voi come può fare un uomo come me a provare Amore per un’altra donna quando il suo cuore è stretto da decine e decine di quei lucchetti ? Luna e Aleba. Io credo di essere una persona normale, come tante altre. Ma sono uno che non bluffa. Mai. E si attacca ad una persona quando ci crede. Figuriamoci se crede ciecamente nella propria moglie. Ma quanto soffre nel momento in cui gli succedono cose come queste. Tutto il resto perde importanza.
    Scusatemi. Baci

  7. 327
    LUNA -

    FUORI DAL CORO, non hai niente di cui scusarti, e io capisco i tuoi stati d’animo più di quanto credi. Però credo che stiamo parlando di due cose diverse, e non perché il mio ex sia stato (anche) un molestatore morale, ma perché non stiamo parlando di quanto si stava bene o male prima (anche se certo una differenza lo fa), ma comunque di cosa succede quando un amore finisce, o sembra finire da una parte.
    E poiché per essere in coppia bisogna essere in due, amarsi in due e dirselo e anche per combattere insieme contro le avversità, di qualsiasi natura siano, bisogna essere in due, e per incontrarsi a metà strada o fosse pure a tre quarti o un quarto è comunque così allora se la mettiamo su questo piano in questo momento, anche se comprendo il tuo stato d’animo e tutto quello che dici anche sui lucchetti, e credimi e così, è la realtà con la quale tu ti confronti. Orribile realtà, ma è questa.
    Poi, se tua moglie ti telefona domani o accetta di parlare con te VERAMENTE, se ti/vi dà una possibilità il discorso cambia. Ma non lo sta facendo da due anni e potrebbe non farlo mai più.
    Mi dici – non posso e non voglio parlare per Aleba, parlo per me – che io sono riuscita a dirmi: NON E’ COSA.
    Ci ho messo SETTE ANNI per dirlo.
    SETTE ANNI, mi segui? Vuoi dunque che io non capisca la cosa dei lucchetti e tutto il resto?
    E se ci ho messo sette anni non è perché ero una scema (non ho detto che tu pensi che io sia scema eh!) che non si rendeva conto che lui si comportava male con me, ma perché, poiché avevo vissuto dieci anni precedenti veri, belli, importanti, intensi avevo ragione (o s-ragione) di credere che le cose potessero tornare a funzionare. Che un grande amore non muore così. Che se ci sono problemi si risolvono e che i NOSTRI problemi non erano gravi. Ora, certo che i nostri problemi erano gravi visto come abbiamo vissuto quei sette anni. Ma i problemi su cui lui puntava l’attenzione non erano gravi dal mio punto di vista, come tu pensi quando analizzi ciò che avevate e non avevate e ciò che avevate supera di grandissima lunga il possibile negativo che sia pure una crisi da superare o un malinteso da chiarire o una questione importante da rinegoziare.
    Anche a me è successo che all’improvviso, sottolineo all’improvviso veramente, la persona con cui stavo da dieci anni mi ha detto: non ti amo più e è sembrato manifestare di colpo tutto un suo mondo di elucubrazioni di cui mi mostrava solo lo scontrino finale. E neanche tutto. Il suo scontrino era talmente incazzato, deluso, frustrato o che ne so dal suo punto di vista che non me lo diceva nemmeno del tutto perché era arrivato alle sue conclusioni e perché me lo stava dicendo con quella freddezza, stranezza, rancore. Quando io dico che dall’oggi al domani mi sono trovata di fronte un alieno io ti dico la verità e penso che tu possa capirmi. Solo che tua moglie se n’è proprio andata mentre lui è rimasto. Lui era come tua moglie, solo che, poiché la colpa era mia (come nel tuo caso) e chiarire non si

  8. 328
    LUNA -

    poteva mai veramente (come nel tuo caso) in maniera assertiva, e poiché la ferita più grande era comunque e sempre la sua (come lei, mi pare, comunica a te) era colpa mia in ogni caso. Quando c’ero ero la persona che lui aveva tanto amato e per cui si era tanto sacrificato ma che gli aveva fatto così male che ero diventata chi andava tenuta lontana e che, attraverso una serie di atteggiamenti, anche ferita e punita. Quando andavo via, fisicamente via, ero colei che lo stava abbandonando e allora lui era quello ferito. Questa è l’incoerenza spaventosa che ha aggiunto al mio senso di colpa per ciò che IO avevo sbagliato e al senso di disperazione e irrealtà perché sentivo perso, lontano, cambiato il mio grande amore e perché le cose che parevano enormi (non le molestie morali, non la crisi successiva, ma le ragioni per cui lui fosse andato così in crisi contro di me) tanta più confusione e disperazione. Immagina come se io fossi te, ma in più tua moglie oltre a chiudere la porta desse a te anche la colpa di andartene. Come se non solo tu ti trovassi nella disperazione di sentirti dire: non ti amo più, non è cosa dall’altra parte, ma anche con la disperazione di sentirti dire che sei comunque tu, ancora, che stai facendo andare male le cose. Almeno (so che è terribile quello che ti dico dal tuo punto di vista) tu sai che sei stato lasciato, è già un punto. Io sono stata quella che era lasciata e quella che lasciava. Quella che non era amata ma che non amava. Tu mi hai chiesto se era depresso. Beh, io posso dirti che ho pensato che fosse: depresso, esaurito e comunque preda di una crisi.
    E non perché mi aveva detto “Non ti amo più”, perché non è che uno deve andare fuori di testa per non amarti più. Ma perché appunto in 24 ore mi aveva prospettato il risultato di un suo percorso in cui indubbiamente aveva anche sofferto, ma il punto è che se si era sentito così solo e così incazzato era anche perché non le aveva dette le cose. non aveva fatto capire nè quanto delle cose le vedesse gravi, mentre sembrava andasse tutto bene, nè mi aveva reso partecipe di un suo dubbio che non era reale, non aveva la realtà e la consistenza che lui ha dato alle cose, ed è diventato un mostro con ottatacinque teste che lo ha e ci ha divorato.
    Lui dopo 5 anni è riuscito a dirmi: il mio trauma è stato questo. Il suo trauma è stato che lui ha creduto che io fossi innamorata di un’altra persona e che avessi scelto di restare con lui non si sa bene perché. Ma talmente lui si era convinto di questa cosa, e non mi ha chiesto: scusa, ma tu sei innamorata di quella persona? che lui si è sentito tradito senza esserlo, si è sentito abbandonato senza esserlo, si è sentito scelto per comodità (?) e non per amore ecc ecc ecc.
    Bastava che lui me lo chiedesse, che io sapessi che cacchio gli era passato per la testa e io gli avrei potuto dire: NO. e spiegare punto per punto dove si era perso pensando che A è uguale a C e D è uguale a F. Ma lui questo NON LO HA FATTO, come non lo ha

  9. 329
    LUNA -

    fatto tua moglie. E se mi dici che è folle che lui ha fatto questo percorso introverso di distruzione e autodistruzione in solitaria e non ci credi io ti dico che però tua moglie ha fatto la stessa cosa. O ha coperto con un pretesto altre frustrazioni e altri suoi problemi, o ha coperto con un pretesto il fatto che non voleva più la vita che aveva, o si è chiusa in una sua crisi e dà la colpa a te, oppure si è fatta un SUO film in cui il fatto che una persona ti dice: non me la sento ora fa diventare quella persona un mostro di insensibilità. Oppure tutte queste cose insieme. Come forse ha fatto anche lui. Ma la cosa sicura è che CI HANNO LASCIATO FUORI, accusandoci di essere noi dei mostri che non hanno saputo amare, dare, capire, essere, arrivare al momento giusto quando uno stato d’animo prendeva una certa piega, ma senza che sapessimo che stava prendendo una certa piega. Io ho rivisto il film dei 10 anni precedenti 299809392020930230290 volte, per anni e anni. io non vengo a dirti che la mia storia era perfetta, ammesso che le storie perfette esistano. Ti ho detto che all’inizio c’erano stati dei problemi (non all’inizio inizissimo, un anno dopo) ma li avevamo superati. Certo, li avevamo superati anche perché io avevo due palle così e perché mi ero resa conto che se avessi ceduto io lo avrei perso. Ma ti posso dire che in seguito è successo anche il contrario. Ti ho detto che lui era particolare in certe cose e che non mi piaceva il fatto che non riuscisse a discutere e scappasse via, ma non scappava via perché non gli fregava di chiarire, ma perché si sentiva male. Io insistevo per chiarire perché a me faceva male il contrario, e quindi veniva fuori un casino. Ma alla fine ci incontravamo sempre a metà strada. Se tu mi dici: ti faceva male il fatto che non sapesse chiarire subito una cosa? Ti rispondo di sì. Ma al contempo posso dirti anche che nella globalità di cosa eravamo quella era una cosa importante ma lo erano anche tutte le altre, quelle buone. Perché lui mi è stato vicino nei momenti importanti della vita, perché lui si è anche preso cura di me come io di lui, perché avevamo rispetto l’una dell’altra, perché alla fine quando parlavamo noi parlavamo veramente di tutto, perché ci chiedevamo/davamo consigli, perché guardavamo il mondo insieme, perché dopo anni e anni non c’era giorno che non lo passassimo insieme, da soli o anche nella vita sociale, perché non ci annoiavamo mai, perché adoravo il fatto che magari uscivamo per stare fuori poco e poi facevamo le sei del mattino perché invece la serata aveva preso una piega diversa, perché ci eravamo inventati pure un nostro linguaggio buffo, perché ci facevamo gli auguri di mesiversario e dopo anni e anni

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    LUNA -

    avevamo passione, risate, anche un po’ di scene da “casa vianello” ma con simpatia. Quando ancora non avevamo una casa facevamo di tutto per poter stare insieme ogni giorno potendo stare vicinivicinivicini, vicini a scambiarsi anche i pensieri. Sì, lui mi ha fatto anche soffrire all’inizio della nostra storia e qui, tu mi dirai, è diverso perché voi due invece avete avuto l’idillio da subito. Ma lui non mi ha fatto soffrire perché andava a donne, o perché mi trascurava, o perché se ne fregava o perché mi insultava. POI sono arrivati gli insulti e il farmi sentire sola. Perché LUI si era sentito abbandonato. Allora io dovevo capire cosa vuol dire, forse è anche questo. Io ti ho detto che lui ha pensato che io mi fossi innamorata e volessi lasciarlo, ma la ragione è questa: io non ho mai capito quanto lui si sentisse insicuro nei miei confronti, non l’ho mai capito non perché lo davo per scontato, ma per quanto io lo stimassi, e a ragione. Non ho mai capito che lui pensava che io fossi più avanti di lui o che lui non mi bastasse. Non ho mai pensato che lui potesse credere che io potessi preferirgli un altro, perché io incontravo mille persone al giorno ma nessuno per me era migliore di lui. Non ho mai capito che temeva che il mio lavoro potesse portarmi lontano perché io non sarei mai andata lontano senza di lui. Non ho mai capito quanto lui avesse il terrore che io potessi lasciarlo perché avevo incontrato lui quando una storia precedente era in crisi. Non ho mai capito quanto lui fosse insicuro in queste cose, perché per me, conoscendomi, era al sicuro. Non pensavo che lui fosse in soggezione di avere una donna che aveva studiato più di lui perché io queste cose non le penso e perché lui sapeva tante cose che io non so e mi è sempre piaciuto com’era. Lui è rimasto destabilizzato quando il mio lavoro mi ha aperto una vita sociale e dei ritmi diversi e nuovi entusiasmi, ma io non l’ho capito perché l’ho sempre coinvolto. Non ho capito che odiava che la gente dicesse, pensando di fargli uno scherzoso complimento, che lui “era un santo”, cioè che io ero un vulcano creativo pazzerello e lui il compagno dolce, buono e serio. Lui ci leggeva: sei il principe consorte scemo. Lui un giorno mi ha detto: forse io sono il tuo freno a mano. E io sono caduta dalle nuvole perché lui era il mio amore e semmai io ero così creativa proprio anche grazie al nostro amore e non vedevo l’ora di mettermi in ciabatte o ridere insieme a lui. Qdo una persona che faceva il mio lavoro ad alti livelli mi ha detto: “dovresti partire per darti un’occasione di crescere” io ho detto no. Ma lui si è messo in competizione. Ecco, è arrivato qualcuno che ama di lei ciò che io amo di lei, ma con cui lei starebbe meglio che con me… Ma è stato un SUO film… Io non sono partita perché per me avevo già tutto quello che c’era di più importante e sarei partita solo se lui fosse venuto con me. Io non ho immaginato le sue paure proprio perché lo amavo. Ti rendi conto del paradosso? Così è.

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