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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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però mi è chiaro che nel momento in cui tu hai un atteggiamento così colpevolizzante nei tuoi confronti e così deresponsabilizzante nei suoi, anche fermo restando che tu possa essere un uomo tendente al concetto di protettività nei confronti della sua donna (che di per sè è anche un’ammirevole qualità) tu stai negando il fatto che comunque una coppia è un territorio di parità e reciprocità. E che, ti posso dire? lei aveva diritto di desiderare un figlio ma tu avresti potuto anche non desiderarlo, e questo non avrebbe fatto di lei chi aveva ragione e di te la persona che ha torto, e responsabile della fine della relazione. Perché girando la prospettiva anche chi vuole un figlio a tutti i costi e si incazza a morte se ciò non avviene può allora far finire una relazione. Ho capito che tu dici: ma io poi lo volevo il figlio e non avevo dei validi motivi. Evidentemente per te in quel momento erano validi. E noi viviamo nel presente, non nelle considerazioni a posteriori.
Ebbene, però il fatto che non foste sulla stessa identica lunghezza d’onda nel medesimo momento perché per forza dovrebbe significare una tua sola responsabilità e colpa?
Se io voglio andare in america e il mio compagno vuole restare in italia per forza uno dei due ha ragione?
per forza le motivazioni di uno sono più nobili e più importanti di quelle dell’altro?
E se avesse mancato lei di sensibilità nei tuoi confronti non comprendendo le tue resistenze? Non sapendo guardare oltre il fatto che mentre dicevi di non voler semplicemente cambiare vita forse le tue paure erano altre? se non avesse considerato lei che dire: “Ho paura di pentirmene, se non faccio un figlio adesso” può non essere molto rassicurante per chi sta pensando se fare un figlio?
E se far finire una relazione come ha fatto lei, e senza permettere un confronto diretto e chiarificatore, fosse una sua prova di immaturità? se fosse lei ad averti deluso? se tu ti dicessi: ma avrei fatto bene io ad avere un figlio da una persona che di fronte a delle difficoltà ha reagito in questo modo?
allora, se lei avesse voluto iscrivere il figlio al nido e tu no? se lei avesse voluto iscriverlo ad una scuola privata “perché ho paura di pentirmene” e tu no? Quello che ti sto dicendo non è che debba essere per forza tutta sua la responsabilità, ed è chiaro, mi ripeto, che il tuo metterti in discussione sul fatto che cercare di non dare per scontate le cose può essere in generale e comunque utile a te. Ma se lei avesse dato per scontato che tu le avresti detto sì?
Quello che voglio dire è che forse è nel momento in cui smetterai di prendere tutte le responsabilità su di te e di negare la capacità di scelta, di gestione delle sue emozioni e azioni di tua moglie e il fatto che comunque eravate alla pari forse riuscirai ad avere una visione più obiettiva di quello che può essere successo.
Tu credi veramente che se tu le avessi dato un figlio in un momento in cui non eri convinto e avevi delle tue resistenze le conflittualità di sarebbero sciolte come neve al sole? Ne sei certo? Non puoi esserne certo. Tu ora guardi le cose dalla prospettiva: poiché l’ho persa farei qualsiasi cosa per non perderla se potessi tornare indietro.
Una prospettiva molto naturale nel momento in cui una storia a cui teniamo finisce.
Ma non stiamo parlando del fatto che lei ti chiedeva di tornare prima la sera invece di fermarti al bar con gli amici a sbevazzare e tu facevi orecchie da mercante, mi pare.
Mi pare che si sta parlando di una questione importante e che cambia la vita non solo di chi il figlio lo desidera ma anche di chi in quel momento ha delle perplessità. E poiché è anche la vita di chi ha delle perplessità che cambierà mi sembra corretto rispettare anche il fatto che uno non dica: ma certo cara, ti accontento.
anche se non è convinto.
Perché avere un figlio non è come decidere se cambiare macchina o comprarsi una giacca o se cambiare luogo in cui passare le vacanze estive.
Non è una decisione che possiamo prendere solo per far contenta un’altra persona e per assicurarci del fatto che non ci lascerà.
Può darsi in effetti che tu non abbia considerato quanto fosse importante la cosa per lei in quel momento. Ma lei si è confrontata davvero anche con la SUA emotività e le sue motivazioni oltre a scaricarti addosso ogni responsabilità? Anche con il grado emotivo che ha dato al sentirsi delusa dal tuo atteggiamento?
E se lei ti ha detto di essere stata male anche prima (se ho capito bene) prima che quel conflitto maggiore avvenisse, perché voleva un figlio da una persona non convinta in quel momento ma verso la quale serbava altre perplessità e rancori?
Un figlio avrebbe spazzato via il fatto che lei pensava di essersi sacrificata mangiando patate fritte invece che lesse?
Non volevo farti più confusione, scusami Fuori dal Coro, però mi sembra che tu ti stia flagellando come se tu potessi essere al contempo un marito e una sorta di deus ex machina capace di risolvere ogni conflitto, anche interiore suo.
Forse lei ti dice che tu dovevi essere questo, ma tu comunque non potevi essere questo.
Forse lei ha smesso di amarti, ma trovare delle responsabilità solo all’altro è un modo per mettersi in pace la coscienza.
Forse ha ragione lei ed è delusa e incazzata, però comunque ti ha detto che non è interessata a chiarire e non si prende carico, mi pare, della tua parte di emotività. Mentre tu ti prendi carico della tua e della sua.
A me certamente dispiace che ti strapazzi in questa maniera per qualcosa che non puoi cambiare. Perché il passato non lo puoi cambiare e il presente, perché sia di chiarimento e di superamento di un conflitto a due, esige che siano in due le persone disposte a dialogare.
Certo LUNA, condivido su tutta la linea.
Probabilmente è ancora presto per essere “normale”, di sicuro mi riprometto quotidianamente di non abbassare più le difese, e di mantenere sempre quel distacco che consente di essere “assenti” a scopi difensivi. La questione del parcheggio…beh per uscirtene con un esempio così, hai proprio vissuto esperienze sovrapponibili alle mie!
Fuori dal Coro, Luna ha inquadrato perfettamente. E’ inevitabile cercare in tutti i modi di conservare qualcosa di buono, almeno nella memoria, evitando a tutti i costi, anche autodistruttivi, di prendere atto del fatto che le responsabilità non sono solo tue ma anche della donna che ami. Fino a quando continuerai a considerarla una specie di Dea non potrai ripartire da te stesso. Ammiro tanto il tuo modo di amarla, ma se accendi le luci, se la inviti a scendere dal piedistallo dove l’hai elevata, vedrai che, come diceva Luna, da donna adulta che si stava ponendo il dubbio se diventare madre o meno, si è comportata in modo molto immaturo.
Abbraccio a tutti
per aleba e fuori dal coro-
vi saluto stacco la spina per un po’, anche perche’ nessuno dei tre riesce a far capire all’altro che se non impariamo a tirarci su le maniche da soli, non ne verremmo mai fuori.
buona fortuna a tutti e grazie per il vostro aiuto.
LUNA: Non avevo terminato il mio post n. 269. Volevo farlo ieri sera. Ma ero talmente nervoso che non riuscivo a mettere una riga dietro l’altra. Poi mi hai anticipato con la tua nuova risposta.
Luna che vuol dire che lui ha usato l’arma del disamore ? “Palesava un conflitto interiore che diventava conflitto di coppia ma si rifiutava di ammetterlo e di affrontarlo, sia perchè faceva la guerra ad un’idea di me che non ero io”. Che significa ?
Lui dimostrava distacco ma anche attaccamento. Io onestamente rimango allibito. Cioè sembra che il rapporto di coppia sia diventato un campo di concentramento. Io ripeto sono e mi ritengo una persona semplice. Ma soprattutto coerente. Se voglio bene a una persona, se la amo, le voglio bene e basta, la amo e basta. Poi è chiaro ognuno ha il suo carattere. 17 anni sono tanti. Cosa è successo a lui dopo 10 anni per farti questa “guerra” che non ho ben capito su cosa si basa ? Forse semplicemente non andavate d’accordo caratterialmente ?
Non ho capito davvero. Ho letto e riletto i tuoi post. Ma mi sforzo a comprendere. Forse soffriva di forti crisi depressive ? O ne soffrivate entrambi ? Ho letto che scrivi che “è un vero casino” e che “è veramente impossibile da riassumere in poche righe”.
Io penso sinceramente che la società di oggi ci stia distruggendo con i suoi ritmi e con le sue imposizioni di modo di vivere.
Non riesco a comprendere cosa entra nel meccanismo del cervello delle persone per arrivare a questi livelli. Mi hai detto che più volte ti ha detto che non ti amava più, non voleva stare con te o ti trattava male. Io non dico una cosa del genere. Per carità in un momento di rabbia può scappare di tutto dalla bocca. Ma poi si torna in sè. Si chiede scusa. Si fa pace. E tutto è ancora più bello. Ma da quel che racconti queste cose avvenivano un po’ troppo spesso.
Mi hai paralto di crisi interiore. Di una tua crisi interiore. Forse sono queste le cose che effettivamente minano in rapporti. Che tipo di crisi avevi ? Eri insoddisfatta di cosa ? Non di sentimenti mi pare che tu abbia scritto. E di cosa allora ?
Io ammetto di essere in crisi in questo momento. Molto in crisi. Ma non tanto con me stesso. Io so cosa voglio dalla vita. L’ho sempre saputo. So cosa mi faceva e mi fa paura. Ma ne parlavo senza problemi. Infatti avevo paura di fare un figlio. Ma lo dicevo. Di fronte e tutti non solo a mia moglie. E ne spiegavo i motivi. Adesso non è che questa paura sia passata. C’è tuttora. Ma riuscirei ad affrontarla.
Mi dici che mi prendo troppe reponsabilità e a lei non do colpe. Io a lei do solo la colpa di non aver manifestato apertamente il suo disagio, camuffandolo. Si Luna lei aveva il diritto di desiderare un figlio ed io di non desiderarlo. Però ti dico una cosa. La vita è questa. Se ci si sposa è perchè si vuole formare una famiglia. Altrimenti si mettono in chiaro le cose prima. Io onestamente l’avevo fatto. Avevo messo in chiaro tutto. Poi a lei è venuto il deisderio (legittimo) di avere….
MARIA: grazie a te, anche a me i tuoi interventi sono stati d’aiuto.
La cosa buona del forum è anche che si attacca e si stacca la spina quando lo si sente 🙂
Io in realtà vedo una buona energia “rimboccarsi le maniche” in questa lettera. Non solo perché l’ho letta comunque in chi scrive, che con le sue maniche sia più avanti o più indietro, ma anche perché nel momento in cui ne parliamo, di rimboccarci le maniche, anche riguardo un altra persona, e ci riflettiamo su, penso che comunque è anche a noi stessi che stiamo parlando.
ALEBA: diciamo che so cosa comporta dover sentirsi sempre in tensione, ecco 😉 è come bruciare nella stufa quintali di legni anche se è agosto 😉 per riuscire anche a tenere tutto sotto controllo. Anche se per natura non si è controllori. Ma poiché l’ansia e lo stress fanno sì che si abbia ancora più paura di perdere il controllo dell’emotività o di tutti i settori della vita o di uscire in ciabatte per sbaglio o di non mettere il freno a mano all’auto in discesa o di avere un cedimento fisico o mentale, ecco che tanto più il carico di stress e di risposta automatica di difesa e adattamento sono alti (appunto soprattutto se nel luogo in cui in teoria lascio fuori il mondo con il suo casino e mi riposo e mi riprendo le energie) e tanto più l’ansia generalizzata – anche inconsapevolmente – aumenta e comincia a condizionare la vita, diventando un parametro che sembra naturale. Perché ha uno scopo di adattamento/difesa.
Nel senso:
se io ho sempre paura (oggettiva) che qualcuno a casa mi sbuchi dietro l’angolo facendo “BUH!”, se non posso programmare neanche cosa farò tra 2 ore perché non so che casino può succedere nel frattempo, se devo tenere i miei sistemi di difesa e gli ormoni come il cortisolo e l’adrenalina sempre ai massimi livelli per risolvere continui imprevisti e anche per reggere l’aggressività altrui che mi viene scaricata addosso ma io non posso (non posso anche per carattere, per civiltà, per lucidità, per paura) reagire invece uscendo in vestaglia urlando in 45 lingue diverse neanche servisse l’esorcista perché sono pieno/a come una pentola a pressione e non perché sono indemoniato… dicevo, se così è, è FISIOLOGICO che il mio fisico e il mio sistema di difesa/adattamento viva in allerta.
Se non fosse così?
non saprei reggere l’aggressività?
non saprei risolvere gli imprevisti?
andrei alla deriva?
finirei in galera perché gli lancio un piatto e lo becco in fronte?
non avrei la lucidità sufficiente ad analizzare la situazione in tempo reale per capire problema/soluzione quando l’altro mi sta ponendo un ostacolo illogico e assurdo mentre sto andando a lavorare?
di fronte al pericolo l’essere umano conosce la fuga, il mimetizzarsi/nascondersi, l’aggressione a sua volta, l’adattamento.
Se il pericolo c’è, se la tensione costante c’è l’essere umano usa queste difese, quelle che può.
L’ansia genera ansia.
Il fatto è che in casi come questi l’unica soluzione è rimuovere la causa che genere il
castello di adattamento/difesa/confusione/tensione/ansia/compulsione/stress.
Tu, Aleba, hai diritto di prenderti tutto il tempo di cui hai bisogno per ricomporre il tuo puzzle, come dicevi, e anche per disintossicarti dalle bombe difensive di cortisolo, adrenalina ecc. Pur appunto sapendo che, di fronte alle dinamiche di lui, però senti di poter contare su te stessa e le tue difese (all’occorrenza). Difese non di adattamento, quando di rifiuto del conflitto.
un bacio
LUNA…segue
….un figlio. A quel punto si doveva resettare tutto e far capire che così non si poteva andare avanti. Per una persona logica come me questo non va bene. Perchè noi si era parlato prima di sposarci. Ed io non faccio una cosa così importante accettandone un’altra ancora più importante. Comunque alla fine chi era fuori dal normale ero io. Lei voleva un figlio. Io dovevo comprendere l’importanza. Magari farmi aiutare.
Certo è vero come dici tu dire “ho paura di pentirmene” non è molto rassicurante. Certo anche come dici tu: far finire una relazione senza un confronto chiarificatore è da immaturi. Si aggiungo io. Non solo da immaturi. Ma di egoisti. Egoisti veri. Certo anche come dici tu: “ma io avrei fatto bene a fare un figlio con una persona che di fronte alle difficoltà ha reagito a questo modo ?”. Giustissimo. L’ho pensato. Va tutto bene Luna. Vedi io sono convinto che se ci fossimo lasciati ed avessimo avuto un figlio oppure ci fossimo lasciati senza figli, ma perchè i figli non venivano sarebbe stato diverso. E’ vero. Sarei stato male. Molto male. Ma non starei con questi continui sensi di colpa. Il problema è che ho sbagliato su un tema importante. Un figlio, la famiglia. Tutte cose a cui credo. Fondamentalmente non credo a questa Società nella quale far crescere i figli. Questo si. Anche oggi ne sono più che convinto. La Società di oggi non ha nulla di buono. Nel senso di valori. Poi certo oggi ci è permesso di andare in aereo quando prima era impossibile per gente di ceto medio.
Luna, tutte quelle domande che ti sei fatte riguardo la mia storia me le sono già fatte. Però non posso rispondere. Non sono in grado. Io so dove ho sbagliato. Quello che non riescoi a comprendere è perchè lei sia cambiata in questo modo. Ripeto era una donna speciale. E non so davvero cosa le sia balenato nella testa. Cosa c’era che effettivamente non andasse nel nostro rapporto al di là del conflitto riguardante il figlio. Io son rimasto quel che ero ai tempi del fidanzamento. La persona di cui si è innamorata. Con la differenza che vivevamo insieme. Quello che facevo prima l’ho fatto dopo. Non ho cambiato nulla. Non ero pantofolaio e non lo sono diventato. Non mi piaceva la discoteca prima e non mi è piaciuta dopo.
Certo lei è delusa e incazzata. Almeno così fa capire. Io so solo che fino all’ultimo non mi ha fatto capire il suo disagio. E ciò che mi fa star male è che io. Ma non solo io, abbiamo visto mia moglie non come una dea sul piedistallo. Ma come una persona dalla quale non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere. Ok lei ce l’aveva con me. Ma cosa c’entravano i miei genitori. Lei ha chiuso con tutti. Neanche una telefonata. Perchè ? Allora forse hai qualcosa da nascondere ?
Purtroppo torniamo a bomba. Una persona come me logica e semplice nei sentimenti non riesce ad accettare cose simili. Non le accetterà mai. Non si può pensare di vedere una persona doipo 15 anni cambiata così. Tu Luna hai avuto i tuoi conflitti. Io no
Ciao Luna, Maria..arrivederci, ciao Fuori dal Coro.
I conflitti dei quali parliamo Luna ed io sono illogici, sono irrazionali. Io ho vissuto ai limiti della psicosi, mi accusava di cose assurde che viveva solo nella sua testa. Eppure era di fronte a me, ma non c’era. Era nel suo mondo personale e io dovevo entrarci a gomitate in mezzo alla sua convinzione di essere il GIUSTO. Ancora oggi ci sono momenti nei quali mi accuso di aver gettato la spugna. Poi ripenso a uno o due fatti e mi tranquillizzo. Fuori dal Coro, tua moglie ha sicuramente maturato in un lungo tempo il suo distacco da te eppure non ha fatto trapelare la minima difficoltà. Per questo penso che si tratti di una persona che non si conosce, fondamentalmente immatura.Ha condiviso una scelta con te e l’ha fatto sicuramente per amore.Ma non per amore verso sè stess, bensì per amore verso di te.Per te era importante e per lei agli inizi era una lontana eventualità, talmente lontana che la vita sembrava poter scorrere immutata e felice per tanti anni.Ma gli anni passano e ne sono passati tanti, tu sei rimasto sulla tua posizione, parlandone apertamente, lei ha cominciato a vedere altro. Sebbene non sapesse esattamente cosa voleva, ormai era chiaro che forse non voleva ciò che volevi tu. Come dirtelo quindi?Come fare senza perderti.Allora non ci mette enfasi, ne parla ogni tanto ma non centra il problema. Neppure lei sente impellente il bisogno di maternità, sembra quasi che sia come se stesse perdendo una opportunità.Forse se fosse rimasta incinta “per sbaglio” sareste stati costretti ad affrontare la questione. Sarebbe stata costretta a scoprire il viso e dire chiaramente sono incinta e voglio questo figlio.Così invece rimane tutto nell’aria, si respira ma non soffoca.Eppure lei si sente soffocare perchè piano piano, il suo tentativo di non farti sentire in obbligo, obbliga sè stessa al silenzio. Ma da qualche parte tutto quello che avrebbe da dire deve fluire, deve uscire.Non esce con te e lei si stacca completamente.Ha fatto tutto lei,Fuori dal Coro.Tu non avevi elementi per capire,non potevi sapere.Hai commesso l’errore di pensare che nulla sarebbe mutato,ma tua moglie nel frattempo ha cambiato posizione.Fuori dal Coro,il suo scarto improvviso che ti ha gettato lontano dalla sua vita, non è frutto di un colpo di testa, di un dolore violento e subitaneo.E’il risultato di un lungo periodo durante il quale tu hai avuto accanto una donna che non era più quella che avevi sposato,stava seguendo altri passi.Non mi stupisce che abbia chiuso con tutti,che non si esponga al confronto.Se avesse il coraggio di mettersi calma di fronte a te, ai tuoi genitori e parlare di quello che è successo,avrebbe due alternative, o riconosce di non aver lottato nel modo giusto,di aver sbagliato rotta e ammette di aver mancato gravemente pure lei quando comunicava tramite la telepatia,oppure ti dice la vita è mia,ci faccio quello che voglio e tu attaccati al tram.Il silenzio è da vigliacchi.
FUORI DAL CORO: io non parlo volentieri dei fatti e della mia esperienza, che è complessa, e anche dolorosa, ma piuttosto delle riflessioni che ne sono scaturite. Ciò anche perché devi considerare che io non sono all’inizio di quella esperienza, quando non capivo cosa stesse succedendo, ma in un’altra fase.
Posso anche tentare di spiegarti meglio. Però una domanda mi sorge spontanea: non è che chiedi per vedere quanto può essere vicina o lontana l’identificazione? Perché, di fronte ad atteggiamenti che Aleba riporta del suo compagno o io del mio, tu tendi a dire: però io non sono così, io non ero così, io con lei non mi sono comportato così.
(cioè, in parte ti rassicura sapere che rispetto a certi estremi tu sei stato più “corretto”, più logico, più “normale”, anche se al contempo non ti spieghi perché, allora, ciò non sia stato sufficiente?).
Forse nel mio caso però (dico nel mio perché sto parlando io) “sbagli” l’identificazione, anche se è anche abbastanza naturale che ti venga più facile, essendo l’uomo, cercare di capire come si è comportato l’uomo… però forse è la mia situazione ad essere più simile alla tua. Tu mi dici: tu hai avuto dei conflitti, io no.
Ma – considerato comunque che stiamo parlando di storie e persone diverse – in realtà i miei dieci anni possono essere simili ai tuoi quindici per l’evoluzione, la complicità, l’equilibrio, mentre lo scoppio della bomba inaspettata, e il domandarsi: ma cosa sta succedendo? ma chi ho davanti ora?
può essere affine. Comunque io e te abbiamo avuto a che fare con due persone che si sono fatte i conti da sole con le loro sensazioni/emozioni/conclusioni, non hanno verbalizzato a sufficienza il percorso che ha portato alle loro conclusioni, non hanno accettato il confronto, hanno accusato di mancanza di empatia ma hanno mancato a loro volta di empatia. Due persone che, con rancore, si sono chiuse sulle loro posizioni. Due persone che sono scappate dalla relazione e dicendo: è così e basta, non puoi farci niente, non voglio parlarne, punto stop, ciao. E: è irrimediabile.
Fermo restando che è un diritto il fatto di chiedere una separazione e di rifarsi una vita (per brutto che sia per chi non è d’accordo, è ancora innamorato, ha investito sentimenti, energie, aspettative… ma voglio dire, anche la legge lo permette e non si può costringere qualcuno a stare dove non vuole più stare) e al di là del fatto che per te sia ancora inaccettabile l’allontanamento di tua moglie e la fine del vostro matrimonio, a mandarti così in crisi è, mi pare di capire, anche il suo atteggiamento di rancore, chiusura, aggressività sia pure passiva, colpevolizzazione, negazione. Non dico che saresti un fiore se lei ti avesse parlato della vostra separazione in maniera più assertiva, considerando anche la separazione una cosa che comunque riguarda entrambi e dicendo: