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Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

di aleba
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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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  1. 1601
    Fuori dal Coro -

    Ciao Luna
    Non mi è dato sapere se Lei avesse paura del significato di avere un figlio. Per come sono andate le cose non credo. D’altra parte prima di sposarci ero io quello che tentennava, quello che aveva paura del “cambiamento”. Ma poi quando finalmente mi ero deciso e si era quindi al dunque, a Lei incominciavano a “tremare le gambe”. Quindi tutto può essere in questo senso.
    Certo hai detto bene quando scrivi che le persone che nascono con l’idea che gli amori finiscano non sono persone che si piegano alla superficialità dei rapporti su un piano consumistico. Come ho scritto in post precedenti, personalmente sono una persona che fa delle distinzioni. Cioè tra relazioni e matrimoni e/o convivenze. La relazione la vedo più come una prova, una conoscenza per vedere se due persone vanno d’accordo, si vogliono bene sul serio e hanno dei punti in comuni. La convivenza (quella seria) la vedo più come un vero banco di prova: andiamo a convivere per vedere come va. Personalmente vedo il matrimonio in maniera più “seria” rispetto alla convivenza. Hai meno vincoli insomma, che a mio parere influiscono non poco sulla scelta di fare o no quel passo. Nel matrimonio ti impegni in toto. A mio parere sei più motivato a pensare che stai facendo una cosa che richiede estrema responsabilità. Mentalmente la convivenza ti dà modo di pensare che se non va bene, alzi i tacchi e te ne vai. Con il matrimonio ti impegni un po’ davanti a tutti: ai genitori, ai testimoni, agli amici, ai parenti. Dici “si questa è la mia donna, questo è il mio uomo” davanti alle persone più importanti della tua vita. Per me ha significato. Con questo non sto dicendo che la convivenza non sia altrettanto importante. Io parlo per me, per la mia storia, per il significato che sia io che mia moglie abbiamo dato facendo quel passo. Solo che Lei lo ha rinnegato. Io no. Proprio perché ci ho pensato con serietà e convinzione. So che non sarai d’accordo su questo punto. Ma se vuoi possiamo affrontare meglio l’argomento.
    Luna, i matrimoni un tempo duravano quasi sempre in eterno. A prescindere che l’intensità dell’amore fosse rimasta inalterata o meno. La felicità credo sia difficile ottenerla. Oggi come ieri. Comunque i valori della famiglia erano più forti un tempo a prescindere che l’amore durasse o meno. A parte coloro i quali picchiavano le mogli o tornavano a casa ubriachi credo che i valori ed i sentimenti fossero più forti nell’800 e ai tempi di catullo che oggi. Forse nelle epoche passate potevano esserci, a volte, dei motivi validi per far si che un matrimonio finisse. Oggi invece di motivi veramente validi ce ne sono ben pochi. Basta pochissimo per rompere un’unione decennale. E questo dimostra una totale assenza di sentiimenti e regole
    Io sono del parere che le crisi, quando ci sono, vadano affrontate. Ma con lo spirito adatto per risolverle. Non come un pretesto per far si che ci si possa distaccare. Prima ti parlavo della differenza che personalmente riscontro tra matrimonio….

  2. 1602
    Fuori dal Coro -

    …e convivenza. A mio parere, e ripeto, a mio parere, durante la celebrazione del matrimonio pronunci delle frasi che personalmente ho detto non come se fossero barzellette. Ma come frasi importanti, serie, con un significato. E che soprattutto contenevano un impegno. A volte mi viene da pensare che chi si presenta davanti al prete o al sindaco non pensi a ciò che sta facendo o dicendo. Ed è qui l’errore secondo me. Ecco perché sostengo che oggi si prende un po’ tutto in barzelletta. E che i valori e i sentimenti lasciano il tempo che trovano. E che oggi non è più come un tempo…purtroppo.

  3. 1603
    LUNA -

    FDC, il punto su cui non sono d’accordo con te lo sai, ma allo stesso tempo non siamo neppure in disaccordo, visto che tu stesso dici che molte persone prendono comunque, secondo te, sottogamba le parole pronunciate davanti al sindaco o al prete. E così era anche ieri, lo sai? Solo che c’erano anche tante altre ragioni, sociali, economiche, di facciata, di timore del giudizio o legali per cui le persone restavano insieme. Quando ami qualcuno non vuoi veramente che resti con te solo per queste ragioni, vuoi che resti con te perché ti ama.
    Attorno a me vedo anche persone che si sono messe insieme in un’altra società e sono rimaste insieme, ma non per questo sono rimaste veramente sposate per come intendi tu. O io.
    Poi sono d’accordo con te, le persone oggi affrontano meno le crisi, ma a farlo sono quelle persone che non lo fanno, non è la società.
    Non lo avrebbero fatto neanche ieri, solo che sarebbero rimaste sposate. Un esempio è mia suocera, che ha presto 80 anni. Lei è rimasta sposata sempre, ma i problemi non li ha mai affrontati. Del matrimonio è rimasto solo il contenitore. Poi, certo, sono ancora insieme. Ciò ha anche dei vantaggi, degli aspetti, tuttavia per come ti leggo tu non avresti mai voluto vivere come vivono loro. Tu avresti voluto una vita in cui il rispetto del contenitore non è solo formale e conta ciò che ci sta dentro.
    Quindi la differenza non sta tra sposarsi o meno, ma tra come una persona si pone nei confronti della relazione e della vita. Non conta ciò che sta fuori, ma cio’ che sta dentro.
    Vedi, non è che non comprendo ciò che dici sulla promessa di cui rendi partecipi parenti, amici, la società. Il punto è però che conta comunque come tu stai vivendo intimamente la cosa. Ci sono persone che se non si sposano si sentono defraudate di una loro immagine rispetto alla società, tipo: cosa diranno mia madre, mio cugino, le miei amiche e le amiche di mia madre se non mi sposo?
    A quel punto però questa questione può essere anche più rilevante di ciò che provano. Se non avessero nessuno a cui dirlo, una cerimonia da fare di fronte al mondo, se si trovassero solo lui e lei a scambiarsi una promessa, che sia pure davanti ad un sindaco o davanti a Dio, avrebbe lo stesso significato? Intendo per la rilevanza sociale che danno a quel momento.
    Forse non riesco a spiegarmi, ma per molte persone, credimi, è così.
    Alcune non se ne rendono neppure conto.
    Guarda che io non vedo con scarsa importanza la condivisione con le persone che ami di un momento speciale. Comprendo benissimo quando la mia amica, che non voleva battezzare il figlio, pensava di voler fare una grande festa, nel suo giardino, per condividere quel momento di gioia con le persone a cui tiene.
    Però la nascita del figlio veniva prima, il rapporto con il compagno e il figlio veniva prima, l’amore prima del fatto di fare un annuncio sociale.
    Per sua suocera invece quello era fondamentale. Se non si fa in un certo modo la gente cosa dirà?

  4. 1604
    LUNA -

    Io, come ti ho già detto, non sono contro il matrimonio, potrei anche sposarmi. Ma non sarebbe una questione sociale, non sarebbe che i miei sentimenti o le valenze delle mie parole sarebbero più intense perché le pronuncio davanti ad altre persone.
    Non vorrebbe dire: adesso è diverso, perché davanti a voi ho detto questo e quest’altro. O perché, per parlare con Dio, ho avuto bisogno di una formula.
    Le parole che tu dici di aver pronunciato io le ho sempre sentite dentro di me e le ho vissute. Non è che prima pensavo cose diverse, nè i miei genitori o parenti hanno pensato che il mio impegno emotivo e concreto fosse meno serio o sentito perché non ho fatto quel passo.
    Per le persone che mi e ci circondano noi siamo sposati. Per chi ha il terrore che il matrimonio non basti allora forse è stato perché non ci siamo sposati, ma non è vero.
    Perché al di là del contenitore conta come le persone si pongono di fronte alla vita e al rapporto, e ai passi che compiono.
    Tu mi dici che vi siete sposati in chiesa e non ho dubbi che tu ti sia sentito come affermi.
    Ma ti faccio una domanda: sei un cattolico praticante?
    Vedi, se domani io dovessi sposarmi in chiesa non mi sentirei coerente e non perché non ho una spiritualità, ma perché mi sposerei in una chiesa cattolica. Essere cattolici vuol dire molte cose, oltre ad essere praticanti. Vuol dire anche per esempio considerare sbagliate delle cose che io non considero sbagliate, come la fecondazione assistita. Posso fare delle considerazioni personali, legate alla salute e all’iter che comporta, per pensare di non farla io, ma so di cattolici che si sono rifiutati di conoscere i nipotini nati con la fecondazione.
    Considerare giuste delle cose che io non considero giuste, come il fatto che sia stato negato a delle donne che conosco, che hanno sposato degli uomini divorziati (tra l’altro una ha potuto sposarsi in chiesa, e tra l’altro entrambi sono stati lasciati dalle precedenti mogli, non sono loro ad aver messo fine a quei matrimoni) di fare da madrine di battesimo. Una religione che si dice magnanima nei confronti dei peccati delittuosi e di accogliere i peccatori e i diseredati poi fa una discriminazione rispetto al fatto che se una donna, che tra l’altro non ha mai divorziato lei, ha sposato un uomo che è tornato libero perché un’altra si è fatta i cavoli suoi.
    E così via. Allora io dico, credi a quello che dici quando lo dici, e puoi dirlo, anche tra te e Dio, la tua spiritualità e i tuoi valori, ovunque sei, anche su un prato, e rendere partecipi le persone che hai intorno di quanto ami qualcuno semplicemente amandolo, essendo e dando chi sei. Ma conta come te la vivi tu, anche quando sei in chiesa, perché per il resto ci sarebbero in gioco mille altre cose, come la verginità, che bypassi. Sensibile ai valori personali e al valore della promessa più intima, ai miei passi personali nulla ha tolto solennità,profondità,impegno. Al contempo il matrimonio in sè non impedisce a chiunque di essere chi è.

  5. 1605
    Chiara -

    “Mi dispiace che stai passando questo brutto periodo. Mi metto a tua disposizione. Ho i miei problemi è vero. Ma ho notato che quando mi metto a pensare a quelli degli altri in quel momento penso solo a loro. Quindi se ne vuoi parlare, qui o in altra sede, io ci sono”.

    Ciao Fuori dal Coro, è molto bello e vero quello che hai scritto. Aiutare gli altri ci fa concentrare sui loro problemi e molto spesso credo che possa aiutare anche noi… E’ molto difficile, invece, a volte, avere la lucidità di capire i nostri problemi, specie se si sta male e si è molto confusi, come anche io (cosa che mi capita raramente, devo dire: momenti difficili ne ho avuti, ma molto spesso, analizzando, riflettendo, confrontandomi con altri, leggendo, riuscivo almeno ad avere una mia idea riguardo un mio problema) in questo momento. Ti ringrazio e se vuoi o puoi lasciarmi qui una tua mail sarò lieta di poterti parlare dei miei problemi, in particolare della cosa che mi sta più a cuore in questo momento.

    Tornando a te. Al momento, in effetti, avendo qualche dato in più che prima non avevo, riguardo alle modalità del tradimento della tua ex moglie… E vale a dire mentire, nascondere, fino a non poter più negare l’evidenza, quando l’avevi scoperta… Mi dispiace, ma se ritengo ancora che lei abbia sofferto molto per qualcosa, da un certo punto in poi, dentro di sé, e potrebbe essere certo per il figlio, ma anche per quella “crisi esistenziale” di cui ti avevo accennato, non ritengo invece ora che la causa maggiore… Della vostra rottura, cioè della sua decisione di rompere, possa essere stata la mancanza del figlio, quanto – purtroppo – che lei aveva “perso la testa” (te lo disse lei: questo lo ricordo, riguardo il suo amante) per un altro. Considero anche, nel rigettare il suo comportamento, che io senz’altro come te giudico, in generale, teoricamente, una gravissima mancanza di lealtà, che se il tempo dei fatti nascosti, che durava da un po’, potrebbe non tanto avere a che fare con la slealtà di per sé, ma con il tenerci ancora, e molto, alla persona che si tradisce…

    Non credo di dire qualcosa di nuovo… Questo accade. Se non ci troviamo di fronte a una persona infedele e sleale, potrà comunque mentire, nascondere e negare finché può, finché non “scoppierà” tutto, trovandosi da una parte con un marito che fino a poco prima deve avere amato molto, e forse ancora ama, da un’altra con una persona “nuova”, che entusiasma, e che non si riesce a evitare, se non la si è evitata fin dall’inizio… Ti avevo scritto che in questi casi, se si vuole risolvere il problema col marito, non si può farlo avendo in mezzo una terza persona…

    Caro Fuori dal Coro, mi dispiace molto…
    Il fatto che lei, poi, attribuiva a te, in qualche modo, la responsabilità della fine, tu potresti pensare che sia un tipico modo, di chi tradisce, di prendersi la VERA responsabilità.

  6. 1606
    Chiara -

    Purtroppo, se lei almeno ti avesse detto: è finita perché amo un altro, e solo per questo, tu avresti forse potuto accettare meglio questa fine. Si capisce che solitamente, almeno io questo credo e vedo, se finisce un rapporto in cui si è investito molto, raramente non si prova rabbia, delusione, o si ha qualcosa da dire, riguardo, secondo noi, la fine di un sentimento. Tendiamo a cercare cause, che spesso attribuiamo all’altro. Onestà vorrebbe, io penso, che perlomeno si possa dire: non ti amo più oggi, amo un altro, ma secondo me la crisi tra me e te è nata per questo e per quest’altro, e OGGI, anche se cambiassero quelle condizioni, o se tu cambiassi, non cambierebbe niente: perché è tardi, perché non ti amo più, perché amo un altro. Non so se sono riuscita a spiegarmi.
    E se tua moglie, invece, ti amava, e aveva avuto una “crisi esistenziale” piena, secondo me, prima o poi, si sarebbe fatta viva, e te lo avrebbe detto, per il rispetto e l’amore che aveva avuto per te. Ti ho lasciato perché non ero più me stessa. Ero in crisi. Cercavo me stessa. Ma tu meriti che io te lo spieghi, che te lo dica. Anche questo, penso, avrebbe potuto alleviare, almeno un poco, la tua pena. Avrebbe potuto, forse, “liberarti”. Almeno un poco.

    E’ per questo che questo suo comportamento risentito, da quando leggo la tua storia, mi faceva sospettare comunque un forte sentimento, ancora. A meno che, Fuori dal Coro, purtroppo la “crisi” della tua ex moglie non l’abbia portata a cambiare, e molto, come persona: per cui non si riconosceva più in certi valori che aveva.
    E che se una persona ha, è difficile che possano scomparire nel nulla, facendoci comportare come persone completamente diverse…

    Ripeto: forse lei, semplicemente, non accetta la responsabilità. Il prendersi la responsabilità: perché vuole, almeno di fronte a qualcuno (sua madre, ma forse anche te), conservare quell’idea di “perfezione” che lei aveva (o doveva avere), o che voleva che gli altri continuassero ad avere.

    Scusa, forse ho scritto molto confusamente. Un abbraccio.

  7. 1607
    Aleba -

    Ciao FdC, ciao Luna e ciao Chiara.
    Luna concordo pienamente con te: Allora io dico, credi a quello che dici quando lo dici, e puoi dirlo, anche tra te e Dio, la tua spiritualità e i tuoi valori, ovunque sei, anche su un prato, e rendere partecipi le persone che hai intorno di quanto ami qualcuno semplicemente. Cosa distingue una coppia sposata da una convivente?? ci sono moltissimi aspetti o nessun aspetto, dipende dalle persone coinvolte nella coppia. Per dire il mio caso. Io amavo il mio ex profondamente, gli volevo bene!! riconosco che ad un certo punto il mio volergli bene si è tramutato in una specie di sottomissione, dovuta alle sue manipolazioni, ma posso assicurarvi che io ho vissuto intensi anni di tentativi (rivelatisi vani) di renderlo felice, di fargli fare pace con il passato, con la sua infanzia e con il mondo intero. La convivenza per me, per il mio cuore e per la mia anima era del tutto paragonabile ad un matrimonio spirituale. Per lui la convivenza è stata una buona strada per tenermi quel tanto che bastava a “usarmi” senza incastrarsi. Si, lo ha detto apertamente lui ha scelto di convivere per non sposarmi perchè aveva il terrore che sposandomi sposandomi avrebbe perso il suo denaro quando ci saremmo lasciati. Vedi?? Io convivevo pensando al “per sempre”, lui conviveva pensando al “quando finirà lei mi rovinerà” Vedi??
    FdC…rispondi tu stesso alla domanda, metti il punto e cambia pagina.

  8. 1608
    LUNA -

    Ciao Aleba. Penso sia estremamente difficile accettare che a farci del male sia una persona che NOI abbiamo amato. Guarda, ho visto quanto e’ stato duro il percorso della mia amica, dopo che suo padre e’ scappato, cancellando tutti e fregandosene che sua madre potesse mancare anche la casa e il cibo… Per me lui era come uno zio ed e’ stato uno shock anche per me il suo comportamento vigliacco e inumano (in cui per pararsi il didietro con i parenti cercava di non ammettere che se n’era andato con un’altra e dipingeva sua moglie come un mostro… Ma con motivazioni assurde e inventate o gonfiate). Pensa cosa e’ stato per la mia amica… E per la moglie certo!!! Dico amica per il rapporto viscerale tra padre e figlia. Lei lo amava moltissimo. Eppure ce l’ha fatta a metabolizzare che anche questo e” suo padre. Lo stesso che lei vedeva… Come tu hai visto tua moglie.

  9. 1609
    Luna -

    Lui se ne e’ andato in 24 ore da moglie figli e nipoti cancellandoli dal pianeta e dicendo pure a dei parenti che erano i figli che avrebbero dovuto cercare lui.. Lui che in anni non ha mai neanke mandato gli auguri di compleanno alla sua nipotina. Se ne e« andato dipingendosi come una vittima. Tempo prima la sua amante stava in un hotel vicino a dove faceva le ferie in famiglia scattando foto sorridente. Ma qsto la figlia lo ha scoperto dopo… Lui aveva tentato pure di lasciare un codazzo di presunti sensi di colpa negli altri… Finche” edulcori e giustifichi per tentare di proteggere te Fdc non ti fai un buon servizio. Forse se accetti di vedere le schifezze per quello che sono poi dopo un periodo di rabbia e disgusto, pur andando avanti, tra i tuoi ricordi conserverai anche il benesy – Aleba, mia suocera: “la casa dovevs essere soloste kasciati” sua nel caso vi foste lasciati” – “voi non siete mai stati sposati” (per mio suocero lo siamo sempre stati e delle idee maccjinose di sua mogkie non aveva idea)..
    al mio compagno lei non la mise giu« cosi diretta. Per quanto seppe lavorarsi delle sue paure vhe tra l«altro derivavano dalla sua infanzia e proprio a causa di lei.. Noi avevamo sempre condiviso tutto e anche la nostta prima casa,che piu’ fu la celebrazione piu tangibile,romantica,democratica del nostro matrimonio. Il resto venne poi… Non avevamo cominciato pensando “e se finisce”… Quella era una malattia di lei

  10. 1610
    Aleba -

    L’animo umano è costellato da punti bui dove i contrasti con la coscienza vengono sedati attraverso le menzogne. Mentire a sè stessi è deleterio, inquina i rapporti con gli altri al punto da renderli tossici. Un padre che pensa siano i figli a “doverlo” cercare sta mentendo e sè stesso per risparmiarsi il confronto. Credo fermamente che scegliere nella verità sia il modo più sano di vivere. A costo di farci male, a costo di fare del male…la verità è la base per rifiorire più vigorosi di prima.

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