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Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

di aleba
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1.662 commenti

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  1. 151
    aleba -

    Tutto si riconduce alla vogli a di mettersi in discussione, di capire e alla disponibilità a spiegarsi bene. Aver paura di parlare, non mettersi in condizione di ascoltare creano distacco tra i partner. Fino a quando tutto gira bene, forse si può andare avanti anche anni a vivere così pensando che sia una vita serena, magari felice. Ma se capita un intoppo, un problema di quelli pesanti come può esserlo un tumore, o il bisogno estremo di comprensione da parte di uno dei due partner, allora si rivelano le ammaccature, i pensieri autonomi che hanno portato ad imboccare strade diverse.

  2. 152
    Fuori dal Coro -

    Aleba – Luna

    Ciao Luna, Ciao Aleba. Stavolta scrivo una lettera unica. Oggi credo sia il mio ultimo giorno di lavoro e dove andrò non credo che avrò la possibilità di connettermi ad Internet. Ma questo lo dico adesso. Non so se partirò. Purtroppo non l’ho mai detto nei miei post ma credo che in quest’ultimo periodo (un mese circa) credo stia attraversando una fase davvero critica. Non so se può chiamarsi depressione o qualcosa di simile. So solo che non sto bene. Non sono quello di prima. Lo shock dei primi mesi, il pianto, la determinazione che ho avuto nel cercare con tutti i mezzi di riconquistarla, gkli sforzi mentali che ho fatto per farle capire che adesso quel figlio lo volevo anch’io, che ero pronto ad aiutarla dove e come avrebbe voluto, la rabbia per il suo tradimento. Bene tutto questo si è trasformato in angoscia, in nervosismo, in insicurezza, in paura di fare tutto, in un pensiero continuo al mio amore per lei, a ciò che avevo e che sapevo di avere, e soprattutto all’incredulità di fronte ad un cambiamento (almeno nei miei confronti) di una persona in cui ho creduto fortemente e che era diventata sullo stesso piano dei miei genitori.
    Tutto questo mi ha portato ad una condizione per la quale mi sento perso nel mondo. In un mondo nel quale non mi sono mai trovato bene perchè non amo questo tipo di società fondata su falsi valori su ideologie sbagliate e falsità.
    Io comunque, con tutti gli errori che un uomo può commettere in buona fede, sono un uomo pulito, sincero. Ma soprattutto un uomo leale. La lealtà mi vanto di sbandierarla come mio pregio. Sono e mi ritengo un uomo leale. Un uomo che ha sempre saputo quali fossero le due o tre cose che avrebbero potuto buttarlo giù: un lutto, una malattia, una forte delusione dalle persone in cui credi ciecamente.
    Ecco nella mia vita non sono mai contati i soldi, la carriera o quant’altro. Ma quelle tre cose. Su di un lutto prima o poi interviene la rassegnazione. E’ dura, durissima ma sai che è una cosa che avverrà. La malattia magari non te l’aspetti. Penso tra le tre sia la cosa più brutta. Ma se sei attaccato alla vita puoi lottare per tentare di sconfiggerla. Sulla terza non puoi fare nulla. Un amico una donna per la quale fino a ieri eri tutto il mondo e alla quale credevi ciecamente dandole la fiducia massimale ti si rivolta contro. Magari anche con delle ragioni. Ti accusa, ti attacca, ti guarda con rabbia e con odio, ti tradisce. E’ terribile per chi crede in certi valori.
    La persona sulla quale fino a ieri ti sei appoggiato e sulla quale facevi sentire il tuo appoggio. Questa persona che non ti considera più per il quale sei diventato il niente. Questa cosa ti uccide. A me uccide dentro.
    Ho provato in questi due anni a parlarle con calma. Nonostante lei mi parlasse con rabbia e mi guardasse con odio urlandomi che era colpa mia se era successo tutto questo. Le ho chiesto scusa su qualunque cosa potessi aver sbagliato. Ho fatto di tutto anche sbagliando….

  3. 153
    Fuori dal coro -

    Aleba – Luna….(segue)

    …a volte urlando la mia rabbia. Io che non ho mai urlato. Io che non ho mai manifestato rabbia. Sempre calmo e pacifico. Ho chiesto una possibilità, una chance per farle vedere che era tutto un equivoco. Che non era vero che non credevo alla famiglia e che non avrei amato mio figlio. Non me la sentivo e basta. Vivevo una vita a mio parere fantastica con mia moglie e…mi bastava lei per vivere felice. Non sentivo il desiderio, il bisogno di un figlio, anche se a volte ci pensavo. Ma pensavo che un figlio avrebbe creato problemi. Che ci avrebbe impedito di fare quel tipo di vita che ci eravamo prefissata e che credevo anche lei volesse fare con me. Nonostante le sue richieste cara Luna (Aleba già lo sa), non ho mai avuto la sensazione che mia moglie desiderasse così tanto un figlio. Una volta mi disse questa frase: “vorrei averlo perchè ho paura di pentirmene”. Questa frase mi è sembrata equivoca. Una frase detta da qualcuno che forse vuole una cosa perchè “si deve fare”. Non ho capito il deisderio.
    Ma oggi care Luna e Aleba sono in un tunnel senza via d’uscita perchè ho capito che probabilmente un figlio lo negassi a me stesso proprio per paura. Una paura camuffata dal desiderio di vivere una vita senza ansie. Mi manca mia moglie. Mi manca la vita con mia moglie. Mi manca un figlio che vorrei da mia moglie.
    Io sono una persona tranquilla. Mi sono sposato con l’intento di fare le cose per bene. Non comandando nessuno. Cercando di non dire mai parole fuori luogo. Cercando di vivere serenamente. Rispettando genitori suoceri e parenti. Ma soprattutto cercando di essere felici. Non ho mai pensato care Aleba e Luna che il matrimonio fosse un percorso così difficile. I cambiamenti, gli umori. No. La mia mente non contemplava ciò. Ci eravamo conosciuti troppo bene. Sapevamo tutto uno dell’altra. Ci siamo detti tutto. Io le ho detto tutto. Ho sempre cercato di evidenziarle i miei difetti. Per farglieli capire. Per dirle: “questo è il mio massimo del male, oltre non posso fare”. Lei stessa diceva che la cattiveria non esisteva in me. Mi difendeva davanti a tutti. Oggi mi attacca davanti a tutti.
    Ma io sono qui ancora a cercare di capire perchè. Io la sogno di notte. Sogno i nostri dialoghi. Tutto.
    Luna, Aleba. A te Luna ti ho letto poco, Aleba molto di più. Siete entrambe bravissime a scrivere e a far capire i concetti. Leggendovi capisco alla mia età quando sia difficile oggi “sopravvivere” ad un matrimonio. Onestamente credevo fosse più semplice. Per me la base fondamentale era il Sentimento. E sul sentimento doveva girare tutto. Oggi però sembra che i sentimenti vadano e vangano. A mio parere si da importanza a troppe cose e tutto diventa complicato così come è complicata qualsiasi cosa della nostra vita. Basta girarsi attorno e guardare come le cose semplici siano dibentate complicate.
    Aleba faceva l’esempio delle due macchine in garage. Ma come si può arrivare ad urlare per una cosa simile ?

  4. 154
    LUNA -

    Ciao a entrambi 🙂

    Fuori dal coro: io capisco il tuo stato d’animo. E ti dico sinceramente che quando una persona si rende conto di avere un malessere come quello che tu dici di provare, e ha l’intelligenza e la sensibilità e la consapevolezza per rendersi conto che così non va, non solo non c’è nulla di male nel chiedere aiuto, ma è un atto di intelligenza e amore verso se stessi, in primo luogo. Se non ci si ama più è importante tornare ad amare se stessi, se si ha l’impressione di non riuscire ad amare se stessi e la vita come prima idem. Tanto più se idee che cominciano a sembrare “ossessive” girano in testa 24 ore al giorno.
    Tu sei sconvolto e io lo capisco. Capisco anche che in questo momento tu non riesci a credere che mai potrai stare meglio di così. Potrai invece, perché in questo forum ci sono tante persone che hanno purtroppo attraversato tempeste emotive e personali ed esistenziali come la tua. Non sto banalizzando e minimizzando la tua, nè ti dico che ORA tu dovresti stare bene come un fiore, che sia strano che tu ti senti come dici di sentirti. Sei scioccato, è naturale.
    La frase che lei ha detto e che riporti: paura di pentirmene, riguarda chiaramente un SUO percorso personale, in cui lei faceva i conti forse comunque anche con delle contraddizioni dentro di sè.
    Perché, hai ragione tu, è diverso dire: “sento di desiderare un figlio ora” o “ho paura che in futuro potrei pentirmi di non averci pensato ora”.
    Per quanto riguarda le tue paura, Fuori dal coro, erano le tue paure.
    Puoi darti addosso quanto vuoi per averle avute, ma in fondo confrontavate due ansie futuribili oltre che due diversi desideri in quel momento.
    Lei temeva di pentirsi domani e di non saper gestire in futuro guardare indietro e non aver avuto un figlio.
    Tu temevi di pentirti domani di averlo voluto un figlio, e di non riuscire a gestire una vita diversa.
    certo, non tutto si riassume in una frase, però è comprensibile, per il tuo modo di essere che quella frase ti abbia colpito. Avrebbe colpito anche me.
    Perché neanch’io sono una schematizzata ma se una persona mi dicesse: “desidero un figlio da te ora, perché ti amo” e percepissi entusiasmo e gioia la prenderei diversamente che se una persona mi trasmettesse ansia dicendomi: “credo che dovrei avere un figlio ora, perché sennò un domani potrei pentirmene”.
    io non sto giudicando lei, perché i suoi pensieri sono comprensibili.
    D’altra parte forse lei ha visto in se stessa una questione emotiva (quindi più “valida”) e in te una questione “pratica” (voglio vivere esattamente come adesso, voglio stare in pace, non cambio idea). Sulla carta l’una può sembrare meno egoista dell’altra. Ma anche se è verissimo che esiste l’egoismo, e in entrambi i sensi, rimane il fatto che tu parli di paura. Tu avevi paura di cambiare vita. Tu avevi paura di scuotere un equilibrio?
    Perché?

    Tu Fuori dal coro mi sembra (posso ovviamente sbagliarmi) forse avevi bene chiaro in mente cosa dovrebbe essere il matrimonio felice.

  5. 155
    aleba -

    Ciao Fuori dal Coro. Si percepisce chiaramente quanto tu sia emotivamente distrutto, angosciato; quanto l’amore per tua moglie stia diventando come un pensiero ossessivo che intacca ogni aspetto della tua giornata. I sentimenti sono tutto nella vita, almeno questo credevo. Sono convinta che la natura del tuo sentimento sia pura, assolutamente limpida e non equivoca. Sulla base di cosa pensi di dovermi dire che avresti amato tuo figlio? Amare un figlio, soprattutto quando si ama il proprio partner, è assolutamente naturale. Certo, come dicevamo qualche tempo fa, i papà a volte realizzano l’immensità dell’amore per i figlio quando se li ritrovano tra le braccia. Tu sapevi che avresti amato un eventuale figlio, però giustamente ti rapportavi con la vita vissuta fino a quel momento, nella quale un figlio non era previsto. La frase di tua moglie, quella sul “probabile pentimento futuro” per me è la conferma della confusione enorme che regnava dentro il suo animo, e che penso vi regni ancora. Non ha affrontato l’argomento sotto ogni possibile aspetto, nè con sè stessa e neppure con te. Il figlio è rimasto un concetto aleatorio, sospeso in un limbo nell’incertezza se poterlo desiderare o meno. Questa sua incapacità di mettere le carte in tavola, ha inevitabilmente compromesso anche la tua possibilità di mettere le carte in tavola. Se ad un certo punto le condizioni cambiano unilateralmente ma la controparte non ne viene debitamente informata, allora si può parlare di truffa, colposa o dolosa…ma sempre di truffa si tratta. Tu conducevi la vita di sempre, non percependo minimamente quanto stava accadendo in realtà. Il fatto che lei aggredisca te e ti consideri l’unico colpevole della fine del vostro matrimonio, questo dimostra che non è cosciente dei suoi errori, o meglio…probabilmente li conosce bene ma pensa di poterli arginare nascondendoli sotto il tappeto. Purtroppo non ci sono vie di uscita, nessuno può essere costretto ad esaminare con chiarezza la propria vita, se non ha la volontà di farlo. Io so quali sono le mie colpe, e stanno tutte nella mia assurda disponibilità a fare da zerbino a lui. Già, nonostante io esprimessi continuamente il mio disagio nella posizione zerbinale, non mi sono spostata per anni concedendogli di fatto di pulirsi le scarpe a piacere. Quando una posizione crea malessere, è giusto verso sè stessi cambiare posizione e allontanarsi il più possibile se necessario. Tua moglie ha vissuto un malessere profondo e confuso che ha preferito tenere per sè, tu non avevi modo di capire. Mi auguro che tu vada via,Fuori dal Coro, che cerchi qualche occasione per rilassarti e per raccogliere i pezzi. Vorrei poterti dire che continuando a coltivare il tuo amore per lei, un giorno ne verrai a capo e sarete di nuovo felici insieme.Forse un tempo ti avrei parlato così,oggi penso che sia indispensabile riconoscere che nei rapporti tra esseri umani,difficilmente lo scambio sia semplice e diretto come dovrebbe essere soprattutto in famiglia

  6. 156
    LUNA -

    In questo senso anche tu sei stato “conforme”, conforme con quella che era la tua idea di relazione.
    Non è una critica, voglio dire che anche le persone che si definiscono “anticonformiste” hanno un’idea di cosa sia la vita in modo conforme al loro modo di essere.
    Di per sè nè il conformismo nè l’anticonformismo ci tutelano da non soffrire nella vita o non scontrarci con dei conflitti o delle delusioni. Lo sa chi ha seguito uno schema preciso fidanzamento-matrimonio-figli pensando che questo bastasse di per sè a tutelarlo dagli scossoni della vita ed è rimasto sconvolto nel momento in cui si è accorto che comunque e invece sempre le relazioni sono dinamiche.
    Lo sa chi, come me (e come te, probabilmente) invece poiché ha pensato di scegliere di cuore ma in modo libero, spontaneo senza forzature, senza “questo deve succedere perché così dev’essere” ha visto che neppure questo di per sè tutela dal fatto che le relazioni sono fatte da persone e sono dinamiche.

    @Leggendovi capisco alla mia età quando sia difficile oggi “sopravvivere” ad un matrimonio.

    Fuori dal coro, io di anni ne ho 37 e anche se non mi sono mai sposata davanti ad un prete o il sindaco, quello è stato il mio matrimonio, ed è comunque durato 17 anni, in cui per dieci anni mi sono sentita come te nei tuoi 15, anche con tutti gli idealismi che dici, e nei seguenti mi sono sentita come te in questi due. E in particolare mi sono sentita come te nel momento in cui a questi problemi si sono aggiunti un lutto vicino e uno di un amico, dei problemi di salute di un famigliare e miei. E mi sono sentita non solo come se la mia storia e il mio amore mi mandassero in tilt e disgregassero tutte le mie certezze (non su una persona, ma anche su cosa io avevo sempre pensato della vita) ma in generale in un buco nero. Quindi nulla del tuo stato d’animo mi stupisce, solo che quello che vorrei dirti è che questo stato d’animo che hai non ti deriva solo dal male d’amore o dal fatto che non puoi vivere senza di lei, ma anche dalla botta che hai preso e dal fatto che per due anni interi ti sei mangiato la testa e il fegato ripercorrendo come se tu guardassi un film, fermando ogni frame, quello che è stato, non solo per rimpianto ma anche in autocolpevolizzazione. In questi due anni tu hai fatto di tutto per rimediare, e da solo, ma di fatto per te sei ancora sposato con lei, sei ancora al primo giorno in cui lei se n’è andata, solo con un carico di stress e frustrazione lungo due anni in più. Non è che non guarisci, è che non hai ancora mai cominciato a rielaborare veramente il lutto mi sa. La mia non è una critica, spero si capisca. Inoltre ti sei fissato sulla questione del figlio perché anche lei ha contribuito a fissarti lì. Ma le relazioni non esplodono mai per una cosa sola

  7. 157
    aleba -

    il più delle volte qualcosa macina sotto la facciata. Magari in maniera inconscia, magari ereditata dai modelli ricevuti da piccoli, però è sempre un qualcosa che, se non affrontato e risolto, potrebbe danneggiare il rapporto. Non voglio dire che assolutamente tutti hanno dei tarli interiori, qualcuno è perfettamente integro, qualche altro è completamente marcio. Per come ho vissuto io con il mio ex, posso dire che con il tempo è peggiorato tantissimo, certo ha contribuito la sicurezza che gli dava il fatto che io fossi sempre li al suo fianco, nonostante tutto, ma la botta peggiore è arrivata con la famosa eredità. L’avidità di potere, il circolo vizioso denaro/potere è la rovina della nostra società. Sembra che l’immediatezza e la semplicità di un sentimento possa essere calpestata solo perchè intangibile. Io non so cosa voglia dire avere a fianco qualcuno che si occupa di me, non so come ci si senta a non essere trasparenti, a ricevere risposta alle domande, potrei raccontare decine di episodi, negli anni, che farebbero accapponare la pelle alle persone “normali”. Nel trasloco ho ritrovato le lettere che gli ho scritto nel corso degli anni. Alcune avevano un tono talmente disperato che mi chiedo proprio cosa mi abbia trattenuto così a lungo vicino a lui, alla sua portata! Lettere scritte con tutto il cuore, parole bagnate da lacrime imploranti che non hanno portato a niente, anzi penso che il fatto che io gli scrivessi abbia peggiorato la sua opinione su di me. Lui odia chi scrive, lui odia chi legge. I miei libri sono volati fuori dalla finestra più di una volta.
    Tornando a te, Fuori dal Coro, probabilmente stai attraversando la fase più brutta, sei nel tunnel e ancora non vedi la luce che indica l’uscita. E’ la presa di consapevolezza, è la dichiarazione in tutta onestà verso te stesso, che prendi atto di come sono andate le cose. Riconosci i tuoi errori e sei quasi pronto a dichiarare che non avresti potuto fare di meglio. Anche lei, non avrebbe potuto fare di meglio, capirai anche questo. Il tunnel è lungo, sembra interminabile e ti servirà tempo e tanta tanta energia. Fare passi, piccoli passi ogni giorno. Anche scrivere qui è un passo!
    A presto
    Aleba

  8. 158
    LUNA -

    con questo non ti invito ancora di più a scandagliare istante per istante dove tu o lei potete aver sbagliato. Ti dico una cosa invece (e ricorda per piacere che te lo dice una persona che sa cosa provi) che forse ti suonerà ora inaccettabile, ma che io credo, per me, che abbia un senso, e vedo se riesco a spiegartela, perché è una cosa che dentro di me sento ma che forse non so dire bene a parole: non fissarti su un equilibrio che tu definisci perfetto e che si è rotto, pensa che la natura fa emergere gli squilibri e cerca nuovi equilibri. Che magari in un primo momento noi non sappiamo accogliere, perché crediamo di sapere che ne esisteva solo uno perfetto. E pensa che non esistono equilibri perfetti, ma solo equilibri che in quel momento funzionano.
    Non esiste relazione che ogni giorno non si confronti con il concetto di equilibrio, secondo me. Anche il rapporto con gli amici, il lattaio, i colleghi di lavoro. E si partecipa sempre in due, persino quando uno dice sempre di sì all’altro e invece cova frustrazione ma non lo dice (e poi rinfaccia di aver sempre detto sì… ma ha detto sempre sì anche perché in quel momento, funzionale o no che fosse, sentiva un “vantaggio” funzionale a dire sempre sì, fosse pure tacere il terrore invece di scappare), si partecipa sempre in due anche quando uno è un manipolatore e l’altro la vittima (la vittima può essere anche inconsapevole, ma al contempo nella sua reazione o inazione – non parlo di colpe, nb, parlo di gioco delle parti, partecipa), persino quando si è manipolatori in due, o in due ci si fa da salvagente a vicenda.
    E’ chiaro che nelle relazioni positive questo si avverte molto meno, mentre tanto più una relazione è disfunzionale tanto più il meccanismo da fuori può saltare agli occhi. Con questo voglio dire che c’è stato un preciso momento della sua vita in cui tua moglie ha scelto un uomo che aveva determinate caratteristiche e che nel corso del tempo ha deciso di tenerselo e ad un certo punto ha deciso di lasciarlo. E ogni giorno ha comunque rinnovato la sua scelta, in base a com’era la persona di fronte, in base al proprio stato d’animo, in base ai propri schemi, in base a vari fattori. Lo stesso vale per me nei confronti del mio ex e per Aleba e per loro nei nostri confronti. Forse non mi spiego. Comunque non sto proponendo affatto una visione poco romantica o meccanica e utilitaristica dell’amore. Dico che la tua ex aveva il diritto di evolversi con nuove esigenze, aveva il diritto/dovere di manifestarle, aveva il diritto di desiderare che tu le accogliessi, ma che, al contempo, tu eri chi eri, non chi voleva che tu fossi, e l’uomo che lei aveva scelto, pure con i tuoi difetti, con le tue modalità, con le tue paure. Questo non significa che non possa dire: ciò o cioaltro mi ha fatto del male. E ha il diritto di operare una scelta di distacco. Però tu non devi farti carico di essere stato il solo coreografo di un paso doble durato 15 anni, nel bene e nel male. Nè io e Aleba.

  9. 159
    LUNA -

    Mi scuso per la lungaggine, e concludo:

    a te fa male, Fuori dal coro, anche forse il fatto di sentirti costretto a rivedere le tue idee e il tuo modo di essere, cioè, nel senso che è come se per un lungo periodo della tua vita tu ti fossi sentito in equilibrio con la tua identità, con il tuo modo di vedere i sentimenti e l’unione, con il tuo modo di usare e gestire il tempo, con il tuo modo di guardare il presente e il futuro, e avessi trovato in questa relazione proprio ciò che sembrava far collimare tutte queste cose in un’evidenza di essere sulla strada giusta. Poi arriva qualcosa, una tranvata micidiale, che di colpo è come se ti svegliasse a bastonate e ti dicesse o 1) era sbagliato tutto ciò in cui tu credevi 2) mentre eri disattento e pensavi di stare in armonia in realtà non era così 3) tutto quello in cui tu avevi fede (non l’altra persona, il tuo modo di essere, pensare, valutare, vivere) era un’illusione 4) tutto quello che ecc ecc non potrai esserlo mai più.

    Forse non è così, forse lo dico perché penso a me. A come mi sono sentita la sera in cui di colpo, mentre dicevo “cosa facciamo domenica?” una persona mi ha fatto crollare il mondo in testa. mi sembra ancora di sentirlo lo sgregolarsi del mondo. Mi ricordo che il mattino dopo sono andata a lavorare e che TUTTO mi sembrava diverso. ero sotto shock. E io sino a poco prima pensavo di essere “al sicuro”. Non al sicuro grazie a lui, non al sicuro grazie ad una relazione, ma al sicuro per il modo in cui guardavo il mondo e in cui avevo gestito la mia vita sino a quel momento. io ero fiera della mia relazione, e non in base ad uno schema per cui a quell’età era meglio stare con qualcuno che stare soli o chissà che. Ma io ero fiera e contenta del mio mondo. Ero appena uscita da un periodo duro, in cui avevo passato ogni giorno in ospedale per una persona cara ammalata, che si era salvata per miracolo. Pensavo: ora mi rilasso, vivo, persino più di prima il valore di tutto quello che ho, e a cui già prima davo valore, perché ho visto il mio cuore rigirato come un calzino da un dolore vero. Invece…
    per anni, e tanto più mentre attraversavo situazioni che me prima erano state inimaginabili, mi sono sempre detta: MAI io sarò come prima di quella sera in cui dicevo: cosa facciamo domenica?
    MAI E POI MAI. Ed era anche questo a sconvolgermi. Perché vedevo il mio mondo interiore irrimediabilmente connesso con il fatto che lui ne facesse parte e vedesse noi stessi e il mondo come io lo avevo sempre visto. Quindi poiché lui era andato in tilt anke il mondo, anche in modo retroattivo e futuro, era irrimediabilmente stato solo illusione ecc. Così come la dolcezza che io avevo sempre saputo trovare nella vita. In realtà il mio mondo interiore è nato e si è formato anche prima di lui. E’ chiaro che il mio è stato un lungo percorso e lo è. Ma oggi riesco a dirmi più spesso del contrario e più ad alta voce: qlla famosa sera è crollato un mondo, non il mondo e non il MIO mondo. e una differenza la fa

  10. 160
    Fuori dal coro -

    Aleba – Luna

    Vi chiederete perché oggi sono ancora qua e vi sto scrivendo mentre dovrei essere altrove. Bè sarei dovuto partire ieri ma non ce l’ho fatta. Non so spiegarvelo. Ma mi è presa come una paura, un terrore di dover partire. Avevo un appuntamento con un mio amico stamani per partire. Ma ho avuto una sorta di “attacco di ansia” che mi ha impedito di farlo. Gli ho telefonato dicendogli “non sto bene non me la sento di partire domani”. Non ho mai avuto questi problemi. Sono andato fino in capo al mondo senza paura di niente e di nessuno. Qualche forma di ansia credo che più o meno capiti a tutti. Ma ciò che mi è capitato tutto non credo sia normale. Almeno per me. Mai successa una cosa simile. Ho dovuto soccombere. Spero di poter superare la cosa e raggiungere il mio amico domani o dopodomani. Non lo so lo spero. I miei genitori mi hanno visto in una situazione in cui non mi avevano mai visto prima. Glielo ho detto. Ho paura. Paura di tutto. Una paura razionale da una parte e irrazionale dall’altra. Forse sto toccando il fondo. Forse il mio fisico si sta esaurendo a questo stato di tensione che mi accompagna da quasi due anni. Due anni di lotta per la riconquista, due anni di delusioni. Due anni in cui mi colpevolizzo e non mi perdono. Non sto in pace con me stesso e non riesco a far pace con me stesso. La mia vita, il mio modo di pensare sono stati sempre improntati alla logica alla semplicità. Oggi mi trovo a confrontarmi contro i pensieri della mente. Quando vi leggo lo faccio nel modo più attento possibile. Scrivete meravigliosamente bene. Non so esprimere bene i concetti così come li esprimete voi. Quando vi leggo, ogni giorno che passa rimango sempre più colpito da ciò che avete elaborato. Ripeto quel che ho scritto qualche post fa: non credevo che il matrimonio fosse così complicato. Non pensavo che in un rapporto di coppia la mente di due persone potesse arrivare a determinati contrasti. Ho sempre pensato che la semplicità, la parola fossero due elementi basilari per risolvere qualsiasi conflitto. Nel mio caso non pensavo ci potessero essere così tanti conflitti interiori in questo caso nella mente di mia moglie. Io con tutta onestà mi ritengo essere stato la chiarezza fatta persona. Non ho mai cambiato il mio modo di essere nei suoi confronti. Mi sono comportato così come lei mi ha conosciuto. Lei conosciuto i miei amici ultraquarantennali che le hanno confermato nei discorsi che si facevano la mia semplicità del mio modo di essere.
    La mia mente purtroppo non contempla i cambiamenti radicali. Quelli si ci possono essere. Ma quando si è giovani. Poi non credo ci si possa modificare più di tanto.
    Vorrei raccontarvi una “favoletta” che a mio modo di vedere “racconta” la mia storia: Io e mia moglie abbiamo seguito una strada: Via della Coppia. L’abbiamo percorsa insieme felicemente per 8 anni durante il fidanzamento. Poi durante questo percorso abbiamo incontrato un negozio, si chiamava Negozio del Matrimonio. Ci siamo….

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