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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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Luna
Ci siamo incartati sul discorso del matrimonio sul quale siamo sostanzialmente d’accordo. Il mio discorso sul matrimonio era solo incentrato sul fatto che è come “un impegno in più”. Sai, per molti la convivenza è come una “prova”. Quasi come per dire “vediamo come va”. Certo, non per tutti. Ma spesso è una cosa mentale. Il matrimonio di per sé già presuppone un impegno. Ovvio per chi lo prende seriamente, come me ad esempio. Ma comunque ripeto, sono d’accordo con te.
Luna, non dico che non esiste una storia simile sul pianeta. Dico solo che finora, in oltre tre anni di confronti non ho trovato niente di simile. Psicologicamente forse starei meno peggio se trovassi qualche storia confrontabile. Mi sentirei meno “unico” nella negatività della storia. Come si suol dire “mal comune mezzo gaudio”. Mi attacco a tutto come vedi.
Si certo non riesco a fare a meno di mettermi in discussione. Ogni tanto leggo i tuoi scritti qua e là sul sito. A volte rifletto su quello che dici. Da qualche parte hai citato una tua amica che poteva sentirsi frustrata a seguito di alcuni problemi col marito.
Ecco, la frustrazione. Questa parola fa spesso capolino nella mia mente. E mi chiedo continuamente quanta frustrazione abbia (io) causato in mia moglie. Quanta, al punto tale da farla disamorare e comportarsi così come ha fatto. Ti ho parlato di “studiare le donne, il matrimonio”. Si confermo. Mi sono presentato impreparato sotto un certo punto di vista. La frustrazione no, non l’avevo considerata. Oggi se frequento una donna sto bene attento a ciò che dico. E se c’è stata una discussione o qualcosa che non è filata per il verso giusto a fine giornata faccio una piccola “revisione”, come un esame di coscienza. E magari il giorno dopo, parlando, cerco di chiarire qualche piccolo errore o presunto tale che può verificarsi. Non lascio più nulla in sospeso.
Vedi Luna, quando ero con mia moglie, relativamente al discorso figlio pensavo a tre possibili conseguenze: la prima, la più probabile, che io cambiassi idea. La seconda, che la cosa scemasse da sola. La terza, che ci fosse una bella discussione a tavolino, con una presa di posizione sul da farsi. La quarta, quella che poi si è verificata, non l’avevo proprio presa in considerazione.
Molto probabilmente se fossi stato più attento e, come scritto nel post precedenza, avessi avuto più conoscenza del modo di pensare delle donne avrei agito quantomeno come sto facendo ora. Accertandomi cioè, o provando a farlo, che a seguito di certi discorsi non si scatenasse una frustrazione di fondo.
Purtroppo continuo a sentirmi in colpa per la fine del mio rapporto. Nonostante di fondo non abbia fatto nulla di male. Ma è proprio questo che mi dà angoscia: la sensazione di aver buttato la cosa più importante della mia vita per una disattenzione. Per non aver capito in sostanza che le donne sono troppo diverse dagli uomini. Se fosse stata lei a non volere un figlio ed io a volerlo, a me non avrebbe creato frustrazione….
…Anzi sarei andato a fondo della cosa. Avrei insomma creato il problema, ma mai sarei scappato o mi sarei innamorato di un’altra donna per una cosa del genere.
Ma a me non interessa giustificare o condannare Lei. A me interessa il mio comportamento. Quello che cioè potevo fare o non fare io, a prescindere da Lei.
E’ ovvio che comunque il suo atteggiamento mi ha devastato. Perché comunque non me lo aspettavo. Proprio perché, conoscendola bene, non la credevo capace di comportarsi come si è comportata.
Purtroppo per me, su questa situazione il tempo che passa non fa nulla. Anzi più passa e più sento la devastazione dentro di me. Perché si cerco di reagire, di fare ma….alla fine non mi soddisfa più nulla. Sento una sensazione di fallimento totale, mista ad angoscia e nervosismo per aver perso la persona sulla quale avevo puntato la mia vita e che nonostante tutto, nonostante i comportamenti attuali non riesco a buttare giù dal piedistallo. Anzi paradossalmente più faccio confronti più sale su questo piedistallo.
Si sul piedistallo, perchè comunque mi baso sul passato. Nel passato ho visto l’emblema della donna perfetta. Che oggi non lo sia più con me, non significa nulla. E’ con me che non è perfetta, ma normalmente suppongo che lo sia ancora.
Io ricordo i nostri anni passati insieme. E non valuto solo il fatto che Lei mi amasse. Ma anche e soprattutto come si comportava, il suo modo di essere, di fare, di parlare, di agire, di sorridere. Il suo essere completa e in gamba. E il nostro stare bene insieme che non capisco ancora come possa averlo cancellato.
Se vuoi guardare te, te in quanto tale, questa esperienza puo’ servirti,certo. E non solo riguardo le TUE mancanze. Ma se insisti con la storia della donna perfetta e che lo e’ ancora ma non con te perche’ tu sei stato imperfetto di fronte cotanta perfezione ti rifiuti non di rielaborare cosa e’ successo a voi ma quanto tu avessi e hai bisogno di pensare che la perfezione esiste. Ed e’ a questo punto un problema tuo. Lei la sua parte l’ha fatta per dimostrarti che e’ un essere umano e come tutti imperfetto. Che e” sempre stata un individuo di questo mondo e non un qualcosa da caricare di simboli e significati troppo importanti per te da considerare che non era un angelo planato dall’alto per. Metti in discussione questo, questo tuo bisogno di pensare che ad un certo punto arriva una creatura sopranaturale che sveglia il bello addormentato. Metti in discussione questo nodo che forse a nessun terapeuta hai permesso di aiutarti a sciogliere perche’ ci hai costruito su troppe strutture. Liberati di questo fardello e poi occupati della vostra relazione e anche se vuoi di tutte le tue mancanze. Non esiste una vita priva di alcuna frustrazione
E tanto piu’ nelle relazioni umane. E se una persona non ti palesa le sue frustrazioni e cova anche in questa persona puo’ esserci una dose di immaturita’ nel vivere un rapporto che dura nel tempo. La cosa del figlio e’ emersa in seguito e hai detto tu stesso che in precedenza lei pensando di essere incinta si era spaventata e aveva un rapporto inverso a quello che ha avuto in seguito. E comunque se si era stufata e ha fatto un revisionismo totale tu dai per scontato sia colpa tua. Se ha scelto di tradire ma non accetta di averlo fatto perche’ la perfezione che lei stessa si attribuisce non glielo consente e scarica il 100% della responsabilita” a te di aver tradito e chiuso una relazione tu te lo pigli sto 100%. Non mi piace, Fdc. E sai perche’? Perche’ puoi sentirti sul serio frustrato/a, fare le tue considerazioni, tradire. puoi metterti a tavolino e dire “io mi sono sentito cosi perche’/io ho scelto cosi perche'” ma anche prenderti le responsabilita’ delle TUE azioni e a chi hai tradito dopo anni comunque dire che hai sbagliato anche tu, che sai di aver ferito andandotene in un certo modo piuttosto che in un altro, di non aver detto “facciamo una pausa per riflettere” o di aver appunto tirato fuori le cose prima. Non sempre ci si riesce e si fa quel che viene? Ok, passato un certo tempo si tirano fuori le palle e si guarda in faccia anche la propria parte. Ci si prende la responsabilita’ di avere cambiato idea, di avere scelto di porre fine a una relazione. Forse lei lo fa ma pare da cio’ che scrivi che sia tu ad averla fatta diventare un’adultera, senza figli e separata. Palle. Avete fatto la vostra relazione in due e quando lei ha tradito e quando e’ scappata e quando tu hai detto voglio un figlio e lei ha. .deciso che “adesso non vale” agiva. Il …anche lei e per se’.
Ciao Luna
Non esiste la donna perfetta.Lei era perfetta per me. Nel senso che, come tutti, anche Lei aveva i suoi difetti. Ma che a me andavano bene. Perché l’avevo presa con tutto il pacchetto. Tu hai ragione quando fai la tua analisi. Ok, sicuramente non avrò il 100% delle responsabilità. Ma avrò, forse, il mio 50% ? D’accordo. Ma qui sta il nocciolo della questione. Questo mio 50% mi fa star male, molto di più del suo 50%. Perché dopo anni continuo a chiedermi il perché non ho cercato di evitare di commettere certi errori. Tu mi dirai che con il senno di poi è facile.
Ma io ci tenevo a quella relazione e continuo a rammaricarmi del fatto di essere stato disattento. Di non aver fatto in realtà nulla di male, di essere stato un marito presente, un amante e quant’altro. Ma ho sbagliato in qualcosa in cui dovevo migliorare. Continuo a ripetere che probabilmente “non ho studiato” il comportamento femminile, ciò che loro vogliono in realtà. Io credevo che continuando ad essere me stesso, essendo leale, presente e non tradendola, bastasse a far si che un matrimonio filasse liscio senza intoppi. Invece no, in certi casi devi “imparare” a capire quello che non sai, quello che non capisci. Ho capito oggi che se ci tieni veramente alla tua donna non puoi “distrarti” e devi cercare di capire le sue esigenze anche se non le vedi. Sarebbe bastato chiederle “come stai ?” anche se la vedevo sorridente. Per me informarla di qualsiasi cosa accadesse, chiederle consigli, pareri, non decidere nulla senza prima averla interpellata mi sembrava metterla al centro dell’attenzione. Preoccuparmi della sua salute e accertarmi che fosse andato tutto liscio se io non ero con lei mi sembrava più che sufficiente. Regalarle un mazzo di fiori nel giorno del suo compleanno, festeggiare l’anniversario del matrimonio, ricordarmi del suo onomastico o di altre date particolari mi sembrava una bella cosa. Credevo che lasciarle i suoi spazi fosse un modo per non opprimerla. Così come mostrami geloso senza assillarla. Invece no, non bastava. Dovevo capire che per una donna un figlio è più importante di un marito. E che una frase infelice può rendertela nemica anche se non te lo fa notare. Perché certe cose magari possono far allontanare, possono far disamorare. Perché una mancata carezza quella determinata sera può far sembrare che tu sei distratto, che a te non importa nulla di Lei. Mentre magari c’è qualcun altro che le dice che farebbe pazzie pur di sfiorarle il viso.
Ecco questo è il mio 50%.Questo è ciò che non ho considerato. Io non dovevo permettere che accadesse ciò.Al di là del suo 50%. E’ il mio che continua a non farmi vivere.
Perché magari Lei non è perfetta, è un essere umano. Però sicuramente non era una str….za. Ma una donna semplice, dolce, tranquilla. Che forse “pretendeva” più attenzioni. Perché quelle che le davo non erano sufficienti. Questo vuol dire conoscere le donne e la propria donna.E non riesco a perdonarmelo al di là che Lei abbia fatto le sue caz..te.
Leggevo ieri in qualche articolo di psicologia che mi vado spesso a cercare, che non sia tanto importante, a un certo punto, il PERCHE’ una relazione sia finita, quanto il COME affrontare una relazione finita, o un altro problema. Certo, a mio avviso, i perché sono importanti, sempre, per capire, noi stessi, gli altri, e le cose che ci accadono. Tuttavia, dopo avere analizzato ed essersi fatti almeno una vaga idea dei perché, occorre spostare la propria attenzione sul PRESENTE, e sul PROPRIO COME, e vale a dire COME risolvo un problema: qualsiasi tipo di problema io abbia. Iniziando a fare questo, nonostante un (comprensibilissimo) disagio e sofferenza, si vedrà che si avrà un (quasi) immediato sollievo: da quello stesso disagio e sofferenza. Purché ci si impegni con tutti noi stessi a insistere sul quel COME, a tenersi fermi lì, e dunque ad AGIRE in tal senso, tenendo la barra dritta, come si dice.
Caro Fuori dal Coro, mi dispiace per come ti senti. Io mi sono fatta una mia personale idea, del tuo caso. Non so se sia utile o inutile dirtela, no, non lo so so, comunque ci provo lo stesso, non ricordo più ormai se dopo mesi o un anno, da quando sono capitata qui a leggere la tua storia e ho continuato a seguire la tua sofferenza di cui mi spiace, ma spero che possa servirti a qualche cosa, la mia interpretazione.
Io credo che la tua ex moglie, quando si è sposata con te (e negli anni successivi, apparentemente felici e sereni per entrambi) fosse sostanzialmente ancora “immatura”, non ancora ben strutturata nella sua identità, nella sua personalità, purtroppo. La tua maggiore età rispetto a lei, nonché la tua personalità, hanno influito fortemente sulla sua vita e le sue scelte. Tu credevi, in buonafede, che lei volesse, semplicemente, le stesse cose tue. Anche lei, in buonafede, credeva di volerle. Tuttavia, profondamente, non era così: lei doveva ancora trovare se stessa. Ecco perché tu non ti capaciti di suoi comportamenti che non avresti mai creduto possibili, e rifiuti, ancora oggi, di pensare così, puramente, “cose negative” di lei. Cattiverie ecc. Ed ecco perché lei, sostanzialmente, e sbagliando, ti diceva: mi ero annullata per te.
Sbagliava, ma non perché fosse “cattiva”: è che lei era in un grandissimo casino suo, personale.
Non avrebbe potuto, intendo, avere la lucidità, la capacità di analisi, la consapevolezza, per dire: amore mio, cerco me stessa, ho sbagliato, non ero ancora “matura”, non avevo ancora trovato me stessa.
Questo, a volere essere ottimisti, ed essendoci stato comunque un grande amore, io non escludo affatto, che possa accadere, un giorno.
Un giorno in cui lei ti cercherà, e ti dirà queste cose: ecco, ho trovato me stessa. Adesso so che non è stata né colpa tua né mia. Ci siamo amati, ma ho sbagliato. Non lo volevo, ma credevo di star vivendo, di far bene, di volerti bene.
Io credo che l’amore sia per pochi. Un sentimento, anche profondo, siamo in molti capaci di provarlo, e dimostrarlo. Ma un amore “maturo”, no.
Quello che voglio dire è che si può provare un sentimento profondo, ma si possono avere problemi del tutto personali: come il non sapere, ancora, che cosa si vuole fare nella vita. Quanti matrimoni, o relazioni, sono finiti perché “strada facendo” ci si accorge che non era quella la nostra strada? O ci si sentiva fuori luogo? O ci si sentiva di aver fatto qualcosa, ma poi strada facendo, che quel qualcosa non era proprio quello che noi desideravamo?
Ciò ci accade per tutte le cose che ci riguardano. Ci accade quando scegliamo un percorso di studi, e poi ci pentiamo. Ci accade quando facciamo “carriera” nel lavoro, e poi non era quello che volevamo. Ci accade quando “rinunciamo” alla carriera per una famiglia, e poi invece non volevamo solo la famiglia, ma ci manca il lavoro, o la carriera, o insomma la nostra crescita personale.
Forse, per trovare un poco di sollievo, si dovrebbe riportare il nostro personalissimo caso, a un “caso” più generale, che è quello dell’essere umano: che vuole una cosa ma ne vuole un’altra, che non è nero o bianco, ma pieno di contraddizioni, di luci e ombre, di ambivalenza, di gioia e dolore, di ricerca di stabilità e inquietudine. Di cose che possiamo sperare che ci “vadano bene”, finché non ci vanno male. Eccetera.
Una vita felice non può essere quella in cui ci va tutto bene, ma quella in cui ci rialziamo quando cadiamo, quella in cui riusciamo ad “adattarci” a sfortune, sventure, in cui cerchiamo un nuovo assestamento, un nuovo equilibrio, e lo ritroviamo.
Dovremmo sempre tenere presente che l’equilibrio, nell’essere umano, non è una cosa che ci è data PER SEMPRE, così, per FORTUNA.
E’ un lavoro, continuo.
E se è un lavoro per il singolo, lo è, ancor più, in una coppia.
Ciao Chiara ben ritrovata. Come stai ?
Ho letto con molta attenzione la tua analisi. E devo dire che alcuni punti mi hanno veramente colpito. Oggi non credo di avere molto tempo per risponderti ma intanto volevo scriverti queste poche righe. La tua analisi merita una risposta dettagliata.
Ti ringrazio di essere tornata.
A presto.
Ciao Chiara, sono d’accordo con il concetto che viviamo nel presente e che identificare quale sia il problema presente attiva anche le nostre risorse. Concordo anche con la tua chiusa e sull`amore maturo e la consapevolezza ecc. Fdc, francamente anch’io credo, e non e’ la prima volta che te lo diciamo, che questo continuo andare indietro con il nastro ti sia davvero utile. L’autocritica e’ costruttiva, pensare che avresti potuto indovinare ogni pensiero ecc stando sempre in allerta significa in realta’, secondo me, ancora una volta, pensare che tutto o comunque troppo dipendesse da te quando una relazione comunque si fa in due. Non saresti comunque potuto essere un uomo con 12 braccia, avere gli occhi aperti anche mentre dormivi, indovinare ogni cosa e dire sempre la cosa giusta. Se pensi che dovevi essere cosi attento fino ad entrare in qualsiasi piega della mente altrui sino a quasi prevedere sembri parlare di un uomo che sarebbe dovuto essere ossessionato e/ossessionante e di una donna talmente immatura da essere incapace di palesare le cose in modo chiaro tanto piu’ se importanti o talmente egoista da esigere un marito che vivesse totalmente in funzione di indovinare, sopperire, prevedere, risolvere tutto e accontentare in ogni cosa. o lei ha dodici anni di eta’ emotiva e mentale o e’ realmente cosi egoista e ti ha rimproverato cose assurde o stai esagerando tu nel pensare che se tu fossi stato un semidio chiaroveggente il tuo matrimonio non sarebbe mai finito
Con tutto il rispetto le persone anche quelle che si amano sbagliano. pero’ anche se lo dicono. se non se lo dicono la responsabilita’ non sta solo nella mancata chiaroveggenza. Se sto insieme a una persona da anni e una sua frase mi tocca particolarmente o mi ferisce lo dico. puo’ non capire, l’altro, cio’ che gli dico o non rimediare per come e’ fatto o per la fase che vive, ma non dirlo neppure o dirlo dopo che ci rimugino da mesi o anni significa non dare una possibilita’ costruttiva di chiarimento. Perche’? Qualsiasi ragioni si dia chi non dice sono le sue ragioni che si da’. E che possono essere legati a mille fattori interni alla persona stessa e anche a cose che non riguardano neppure te. Se mio marito non mi fa una carezza una sera e l’indomani faccio un paragone a suo sfavore con uno che conosco da tre minuti e mi dice: impazzirei per farti una carezza dipende solo da mio marito? o mi piace chi mi parla? scusa Fdc ma uso il tuo esempio perche’ di uomini che ti dicono seibravabellafotomodella puoi incontrarne diversi anche solo prendendo il tram. e sta anche alla propria maturita’/selettivita’ ricevere un complimento come tale o l’enfasi che gli si da’. Sta anche nel fatto pero’ se uno ti piace. Se uno non ti piace ti puo’ dire anche che ti ruba la luna e che tuo marito e’ un cattivone… e’ vero che una puo’ essere anche inconsciamente piu’ predisposta e confusa se e’ scontenta perche’ vuole cambiare vita perche’ ha una SUA crisi. Allora pero’ potrebbe anche essersi stufata del marito piu’ indovino del mondo. Se si sente trascurata ok: se la trascuri veramente e’ un problema vostro, se si sente trascurata anche se ci sei pero’ a quel punto tu che puoi veramente farci se non parla e non sei indovino? Se non parla. Tu dici che lei il problema non lo ha posto chiaramente. consentimi: pensare di mollare un compagno di vita non e’ decidere se cambiare colore di capelli. Se vuoi salvare la tua relazione (indifferente perche’) parli. Se stai ballando da sola verso una direzione di rottura (indifferente perche’) no. e non lo dici perche’ non vuoi che l’altro intervenga. sulla questione figlio: e’ seria. ma proprio perche’ e’ seria e e’ mutata nel tempo una donna che vuole un figlio da te, come dici tu, se vuole darti un aut aut te lo da’ chiaro. Il figlio conta piu’ dell’uomo? ok se e’ cosi cmq se e’ con quell’uomo che vorresti un figlio e le cose sembrano inconcilabili e’ dura anche perche’ pensi di lasciare quell’uomo quello da cui vorresti un figlio. non e’ solo che ti sta sulle palle perche’ ti dice no. Non e’ solo che ti incazzi mi segui? Io ti amo e per me sei importante, tu. Voglio un figlio e tu no. Quindi per avere un figlio devo rinunciare a te? ok ma fa male sai? ti pare che una cosa del genere non la dici? – e se non la dici la colpa sarebbe solo dell’altro? Una relazione d’amore, seria, e’ a mio avviso una questione seria. Un figlio e’ una questione seria. due questioni serie connesse. E che riguardano anche l’altro come compagno e parte di una relazione. Consentimi: una coppia che fa parla delle tende e di cosa mangiare per cena e di se stessa no? Uno pensa erroneamente che non ce ne sia bisogno? solleva veramente il problema chi si accorge che il problema c’e’. amore maturo e’ anche questo. anche esserci in questo uno per l’altra. essere anche chi mostra che un problema c”e’, in modo reciproco. Se non glielo dico io a mio marito che mi sta o ci stiamo perdendo, se io lo so, chi glielo deve dire? mia zia? maria de filippi? il mio amante? “Guarda che io sto pensando di lasciarti'”. Chi te lo doveva dire se non lei? Eravate voi due e il vostro matrimonio sino a prova contraria. E se per qualsiasi ragione stava valutando di piantarti chi te lo doveva dire? Che fosse per il figlio o qualsiasi altra ragione?