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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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Ci sono sensi di colpa che funzionano come pesantissime ancore, si agganciano al cuore e sprofondando lo trascinano nell’abisso di ricordi strazianti. Come è possibile andare avanti?? Io capisco quello che dici, capisco come ti senti. Per sganciare la zavorra dei sensi di colpa è necessario riconoscere gli errori e chiedere perdono… e prima di tutto prepararsi a concedere il perdono a sè stessi. . Coraggio, insieme ce la possiamo fare
Ciao Aleba
Credo che la cosa sia molto più complicata
Ciao FDC, ciao ALEBA 🙂
vi ho letto, ma oggi vado di fretta. A presto, un abbraccio per ciascuno, grande 🙂
In questi giorni ho letto e riletto i vstri commenti. Anche quello di Myskin. Che dirvi…? Io ce la sto mettendo tutta. Faccio davvero di tutto per cercare di uscire. Ma la sensazione è quella di aver perso il treno della vita. Quasi quaranta anni di vita per raggiungere lo scopo della mia vita, qullo cioè di incontrare una donna con la quale condividere la vita.
E poi accorgersi di aver agito con leggerezza. Di non aver capito che il matrimonio non è come me lo hanno descritto i miei nonni e i miei genitori, non è una “sistemazione”. Ma unqualcosa che se te lo vuoi mantenere devi stare attento. Quanto meno per poter dire: “io ce l’ho messa tutta”.
Fdc, sinceramente non ho mai pensato al matrimonio come una sistemazione. Infatti non ho trovato neppure basilare e necessario sposarmi. Come ti ho gia’ detto per me delle cose “private” erano gia’ cio’ che per altri e’ il matrimonio (“cambia le cose”), nel senso che non ho mai pensato che la mia storia sarebbe diventata piu” seria con un bollino stato/chiesa, ne’ che un bollino stato/chiesa tuteli maggiormente da un punto di vista sentimentale/emotivo. O ci sei o non ci sei. C’e’ gente che c’e’ assolutissimamente convivendo o anche vivendo in teoria in due appartamenti diversi nello stesso stabile (li conosco e sono una coppia unitissima) e chi con la fede al dito e’ come sarebbe senza: cioe’ “male”. Alla fine si e’ chi si e’. Poi e’ chiaro che se per una persona sposarsi simbolicamente assume un maggiore significato avra’ un certo valore personale che gli da’, ma non credo sia il matrimonio a farti “diventare” un marito o una moglie, per cio’ che tu (e infine amch’io) intendi se non lo sei. Se dentro di te non ti senti in un certo modo. Mi sarei potuta e potre sposare o no ma sono io. Io rispetto a chi amo e rispetto ecc. E non lo dico da persona che pensa che la gente sbagli a sposarsi perche’ poi si divorzia e son guai, o cose del genere
Se ti sposi puoi avere piu’ tutele (o anche piu’ rogne) a seconda dei casi, spendi per lasciarti e spendi due volte tra l’altro, cosa su cui dal punto di vista economico si potrebbe discutere (separarsi costa caro, quando due persone spesso, lasciandosi,si ritrovano gia’ con vari problemi… E il fatto che costi non ferma chi si vuole separare, che sia uno o entrambi) ma se ti lasci dopo una storia importante, seria, intensa, in cui si e’ investito molto da ogni punto di vista ecc l’impatto non e’ minore perche’ non vai dall’avvocato. A parte che cmq magari ci vai cmq, per i figli o altre questioni pratiche. Io vengo da una famiglia di unioni lunghe e felici, unioni sentite. Il mio approccio emotivo e’ uguale. Non ho mai pensato pero’ appunto che il matrimonio sistema o sia garanzia. Anche perche’ crescendo ho visto anche genitori altrui non amarsi, mal sopportarsi o lasciarsi. Lasciarsi meno forse un tempo ma non per questo unioni rese rose e fiori o veramente unite per avere detto un piu’ formale o religioso si… Non e’ un’istituzione che ti ha “imbrogliato” dal mio punto di vista perche’ e’ un contenitore ma dipende da chi c’e’ dentro e dentro ci somo delle persone. Francamente da fuori io ppsso anche pebsare che quel momento di crisi vostro sarebbe potuto essere un buon momenro al di la’ di ogni istituzione o concetto teorico per te e tua moglie fi imparare anzi anche qualcosa di nuovo costruttivamenteta l’uno dell’altra e per non stare negli scheni ma piuttosto belle vostre realta’ e dirvi anche le cise che magari prima non vi eravate detti anche perche’ senplicemente il percorso fino a la’ non bw aveva fatto emergere l’esigenza. Ma attenziome lo pemso per entramvi. E penso che sareste potuti uscirne piu’ maturi e consapevoli entramvi anche guarfando in faccis i punti piu’ deboli o forti del vostro rapporto. In tal senso il fatto di non mettere come certo il fatto di avere,volere un figloo ma di confrontare anxhe le proprie ansie sarebbe stato dal mio punto di vista molto piu’ umano che non farlo. Io preferirei di gean lunga che una persona mi esprimesse i suoi timori.l che non lo.facesse. Ma proprio per queste cose che ti fico, visto che ti assumi la percentuale maggiore di responsabilita’ mi.domando se ti rebdi vinto che chi almeno a leggerti ha rifiutato quel momento di caos/crescita in una chiave costruttiva non sei.stato tu e che il garante che il matrimonio dovesse funzionare non eri solo tu. Tu puoi aver fatto tutti gli errori che vuoi ma non li hai fatti da solo. E se lei ha scelto di risolvere un conflitto, una volta emerso, in un certo modo che sappiamo e non altrimenti tu non puoi sentirti responsabile anche di cio’ che una donna adulta da parte sua ha scelto di fare del vostro rapporto. E se non ti rendi conto di questo e parli sempre di cio’ che TU dovevi/non dovevi vuol dire che pensi ke tua moglie e’ una bambina e non una compagna che comunque ha scelto di tradire/chiudere invece di restare. Scelte. Ma ne ha compiute.
Luna, i nostri genitori, i nostri nonni ci hanno sempre fatto vedere al matrimonio come ad una sistemazione. Ed io sinceramente ho sempre pensato al matrimonio come ad un qualcosa di importante. Un matrimonio comunque sancisce davanti a Dio (per chi ci crede) e alla Legge un’unione di una coppia. Anche se il dolore è lo stesso posso garantirti che è molto più semplice lasciarsi dopo una convivenza. E credimi, per me che l’ho provato: trovarsi davanti ad un avvocato che ti cancella uno dei giorni più belli della vita è davvero brutto. Fidati.
Detto questo, che è comunque una parte dolorosa ma non così importante, mi soffermo ancora una volta a parlare di quello che sto passando. Superati i tre anni ormai. Ma niente accenna a diminuire. Il dolore che è sempre lo stesso. E il rammarico per non aver fatto tutto quello che si poteva fare.
Mi confronto sempre, quasi ogni giorno, con altre realtà. Ma non trovo similitudini. Troppo diversa la mia storia. La mia angoscia non è mai diminuita.
Nonostante capisca quello che tu dici, che comunque cioè eravamo in due a gestire il rapporto, io mi soffermo sempre su me stesso. Su ciò che potevo e dovevo non fare.
In me serpeggiano continuamente situazioni negative su come si è vissuto il rapporto. Da un lato mi rendo conto di non aver fatto nulla di irreparabile. Dall’altro mi rendo conto di non essermi “preparato” a dovere ad affrontare il matrimonio. E forse neanche a conoscere le donne. Siete diverse non c’è niente da fare. E questa diversità la dovevo studiare prima. Si studiare è la parola esatta. Mi sono fidato di anni di fidanzamento durante i quali ho visto mia moglie diversa dalle altre donne. Nel suo essere diretta e lineare notavo un lato maschile che la differenziava dalle altre.
Tutto ciò mi ha permesso di essere me stesso. Di parlare liberamente con lei. Di dirle quello che pensavo senza la paura che una frase infelice potesse diventare un boomerang.
A volte mi sembrava di avere a che fare con un amico per quanto mi sentivo libero nel parlare. Credevo “fossimo liberi”.
Oggi analizzando tutto mi sento dire che questo non lo dovevo dire, quest’altro non lo dovevo fare, a una donna non puoi dire questo, una donna ha bisogno di attenzioni, sei tu che la spingi tra le braccia di un altro ecc.. Io, da ingenuo, tutto questo non lo avevo considerato. Mi sembrava di avere accanto una donna fuori dagli schemi. E ne andavo orgoglioso di questo. Lo ripetevo spesso anche a lei.
Ho fatto di tutto di più in questi anni. Ma non riesco a venirne fuori. Mi sento come chi ha perso il treno della vita non c’è niente da fare. Quasi un senso di panico a volte. Il passato mi tormenta, perché è stato fantastico. E non capisco come Lei sia riuscito a cancellarlo o quantomeno a metterlo in un dimenticatoio. Non riesco a capire neanche la rabbia, il rancore e la cattiveria, il veleno che ha sputato su di me, quasi le avessi rovinato la vita. Il darmi continuamente dell’egoista, di chi pensa solo a sé e non…..
….si cura degli altri. Il rinfaccio di aver addirittura sbagliato a sposarmi.
Tutto questo invece di farmi provare rabbia mi crea sconforto, perché non capisco come possa essere successa una cosa del genere.
Vorrei tanto uscire da questa situazione. Ma continuo a non vedere luce.
Sono accecato dalle immagini del mio passato. Dal ricordo di Lei come era. Di quello che mi dava. Mi faceva sentire importante e questo non l’ho mai negato. Ho sbagliato nelle piccole cose lo so. Ma possibile non abbia capito che ero un uomo sincero e che l’amavo davvero ? Possibile che non abbia valutato tanti lati importanti del mio modo di essere ? Quelli che Lei per anni aveva esaltato ? Possibile che di colpo sono diventato colui che non sa amare, che non sa vivere in coppia, che pensa solo a se stesso e che ha tutti i difetti di questo mondo. Continuo a farmi mille domande. Prima fra tutte: “ma che è successo ?” Dove siamo finiti noi due ? Ma soprattutto dove è finita Lei ?
Fdc, capisco cio’ che dici e lo rispetto, ma non sono assolutamente d’accordo che dopo una convivenza «sia piu` facile». Dopo una convivenza tra altre cinque forse, e non e’ manco detto perche’ dipende da cosa una persona ci ha sentito/visto/messo. Dissento in particolare nel caso di una relazione che dura una “vita” e in un certo modo. Peraltro c’e’ chi si sposa in chiesa per la coreografia e scenografia e fa la cresima prima per proforma. Sai quanti? Non lo giudico, ma e’ cosi’. Al contempo non si puo’ giudicare da fuori il fatto che una persona che non si sposa con un rito di una precisa religione o che non si sposa “formalmente” sia meno spirituale o non abbia dei “valori laici” ed etici molto forti. E che chi si divide con una “scrittura privata” soffra meno o che veda cancellato meno. Scusa Fdc so che soffri molto ma certe tue idee del fatto che lei sia un caso a parte, voi un caso a parte, che tutto e’ imparagonabile, che non esiste una storia simile sul pianeta, che gli altri si potevano lasciare ma voi no perche’ perfetti e lei perfetta ecc non fanno bene manco a te. Forse se tiri giu’ dal piedistallo la tua storia e lei inizierai a fare qualche passo avanti. anche perche’ come dici tu stesso
tu non puoi fare a meno di metterti in discussione, lo fai da tre anni, ti dici cosa dovevi/non dovevi fare ma a quanto pare almeno lo stai facendo solo tu. E, con tutto il rispetto, gia’ questo non mi pare un dato irrilevante. “Si, ma io…ma io… ma io…”..si, ma sempre in due eravate/siete: se dopo tanti anni una persona chiude senza mettersi in discussione non e’ un dato irrilevante. Chiaro che il tuo malessere e’ imparagonabile perche’ e’ il tuo, gli altri li vedi da fuori. Una martellata sull’alluce di un altro non sara’ mai paragonabile al male che ti fa sul tuo alluce. Chiaro che a te fa male che e’ finito il matrimonio tuo e non il mio o quello di Gigetto,chiaro che per te era/e’ speciale lei e non chi e’ speciale per un altro… ma da un lato dici che non esiste niente di simile e dall’altro che dovevi studiare a tavolino perche’ le donne son diverse e cc. Fai un gran casino. Io son contenta che nessuno nella mia famiglia mi abbia detto che col matrimonio “ti sistemi”anche se stanno e sono stati insieme una vita. di cio’ che ho visto e respirato intorno non mi e’ rimasta la sensazione che ci si deve sposare, che si devono fare figli, che guai a restare zitelli o che se non ti sposi non e’ uguale. Ne’ che quando ti sposi innesti .il pilota automatico. Quando mi sono separata io non hanno pensato “tanto era una convivenza” semmai non hanno potuto capire sino in fondo quanto male fa perche’ lo sanno in teoria ma in pratica per fortuna no. E posso assicurare anch’io che finche’ non provi puoi empatizzare fino ad un certo punto. Come la perdita di una persona carissima e con cui c’era (c’e’ comunque) un legame fortissimo. Tu ripeti “matrimonio matrimonio” e ho capito il valore che gli dai ma e’ la relazione tra voi che non ha funzionato, una relazione seria e intensa e duratura, ma una relazione e tra voi. E personalmente credo che non e’ che avresti dovuto studiare a tavolino (???) ma conoscere la persona che avevi accanto. solo tua la “colpa” se cosi non e’ stato o se lei invece di essere una figura bidimensionale sempre uguale a se stessa ad un certo punto ha revisionato i suoi sentimenti, il vostro rapporto, le sue priorita’? Prima o poi uscirai da questa fase in cui dai tutta la colpa a te. Ci passa un sacco di gente, con differente durata.e’ contemplata pure dai manuali pensa te… Poi ce ne sono altre… le scoprirai da solo. Mi dispiace per te che duri da tre anni e che lei non abbia ancora mai (sara’ cosi forever? chissa’…) passato quella in cui da’ tutta la colpa a te (e’ piu’ comoda della tua alla fine, puo’ starci anche 50anni… pure se non e’ una gran rielaborazione neanche quella…).