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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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Io ho fatto un minuzioso lavoro di catalogazione di eventi accaduti nel corso della mia relazione. Ho riportato alla mente discorsi. Ho esaminato le ragioni di ogni scelta. Posso dire che non sono stata io a lasciarlo. Certo, io ho dovuto traslocare perchè quella non era casa mia (sebbene potrei ottenerne l’assegnazione) ma il problema “uso” dell’abitazione è sempre stato fonte di enorme stress per lui. E’ il mio ex che mi ha lasciata, facendo in modo che in apparenza l’avessi abbandonato io. Se fosse stato per lui io avrei dovuto rimanere alle sue condizioni. Mi ha detto che “voleva la sua Aleba”. Sapessi che male mi ha fatto con quelle parole. Io sono morta negli anni con lui, e non per le cretinate tipo il mancato aiuto domestico (nonostante io stessi fuori di casa più ore di lui) non per gli sport in tv, non per le sue passioni coltivate senza limiti e senza dare spiegazioni a me, non per la tv e il divano. Io sono morta perchè per lui ero Mrs Nessuno nonostante facessi di tutto per ottenere lo status di “essere umano” prima ancora che di compagna. Un giorno, qualche mese fa, gli ho detto che visto la bassa opinione che ha di me, allora anche lui non è tanto a posto come persona, anzi è addirittura uno scemo, visto che ha trascorso anni accanto a me. Si è offeso, non dovevo dirgli che era scemo.Tua moglie mi fa una rabbia pazzesca. Avere l’amore tra le mani e rinunciare a salvarlo per un abbaglio. Certo, capisco i problemi di salute e la gravidanza. Anche io ho avuto problemi di salute seri. All’epoca avrei dovuto scaricarlo per come si è comportato con me. Sempre e solo considerata una rompic., mai l’amore della sua vita. Per questo ti dico che io non so più come definire la parola Amore. Io amo mia figlia e so che si tratta di amore a fondo perduto. Io so che amo i miei gatti, che ho amato i miei cani e a loro mi dedicherò sempre incondizionatamente per accudirli e per provvedere alle loro necessità. Per amare un uomo, cosa bisogna fare? anzi, cosa bisogna fare, come bisogna essere per meritare l’amore di un uomo? L’unica risposta è amare sè stessi, mettersi al centro in modo chiaro e netto. Il proprio benessere deve essere al di sopra di qualsiasi amore di coppia. La coppia potrebbe anche morire, è obbligatorio tutelarsi a priori per non rischiare di morire con essa. Cinica??
Ok Fuori dal Coro, allora ti leggerò fino a domani, poi ci ritroveremo dopo il 16 novembre. Spero che il tuo viaggio sia positivo e che ti aiuti a mollare la presa, a rilassarti. A volte non pensare è indispensabile.
Baci
Aleba
almeno si facesse una reale chiarezza dentro di sè. Perché la rabbia che provava verso di me, le cose di cui mi accusava, i suoi atteggiamenti parlavano in primo luogo e assolutamente di una crisi di lui con se stesso che con me.
La fine di un amore di per sè non giustificava i suoi atteggiamenti.
Il fatto che lui volesse lasciare me non giustificava il fatto che lui ce l’avesse con me come se fossi io ad avere lasciato lui.
e poi era incoerente, per ragioni troppo complesse e lunghe da spiegare, dovute anche all’ingerenza di sua madre, sono passata da una casa in affitto che avevamo scelto insieme e di cui anzi proprio lui aveva messo in evidenza la necessità immediata (e proprio anche per allontanarsi dalle sue dinamiche famigliari) ad una casa comprata, voluta fortemente da sua madre, ma che era solo a nome suo e che, mi veniva detto in continuazione, non era casa mia. Tuttavia mentre mi diceva questo lui al contempo mi diceva: tu di questa casa te ne freghi. ecc ecc ecc. Ma non ti sarebbero utili i dettagli, per quanto forse non ti sarà utile neanche il resto che sto per dirti:
quello che voglio dirti è che lui si è incastrato, evidentemente, e quindi io comprendo bene la tua sensazione di sgomento e dolore nel vedere tua moglie cambiare, anche nei tuoi confronti, in questo modo. Io non l’ho abbandonato, oltre che perché ovviamente lo amavo e tenevo alla nostra storia, che per me era quella della vita, anche perché sarebbe stato diverso, credimi, se un giorno, in maniera “normale” lui mi avesse detto “non ti amo più” e pure che le sue non fossero state ragioni che potevo condividere fossero state però lineari e non mi fossi trovata di fronte una persona dagli atteggiamenti incomprensibili, che facevano male ad entrambi, non solo a me. E che mi rinfacciava non solo cose risalenti ad anni prima (ma tipo: tu lavoravi e te ne fregavi di me) ma anche cose presenti ma non vere, attribuendomi un carattere, delle intenzioni, delle modalità che non mi appartengono. Per anni gli ho detto che se aveva un trauma, qualsiasi esso fosse, forse sarebbe stato meglio lui per primo se si fosse guardato dentro e avesse scelto, indifferente cosa, ma con serenità. Zero. Eppure mi amava? forse sì, anche se era pieno di una rabbia che era sua, di incastri suoi, e suo era il problema di avermi visto di colpo come una nemica. Ma comunque sia non mi/ci ha mai permesso di risolvere la cosa in maniera funzionale.
Quindi ti dico che purtroppo hanno ragione i tuoi amici,non puoi fare anche la sua parte e anzi rischi di farti sempre più male tanto più quanto lei è chiusa, ostile e ti risulta incomprensibile. Non puoi “salvarla” nè salvare il vostro rapporto se lei pensa di avere ragione ad avercela con te. Anche se pensi che non sia così e le vuoi bene. Ma purtroppo qualsiasi sia il suo trauma o la sua idea sei tu ora che devi affrontare e risolvere il tuo malessere. Il trauma ora comunque ce l’hai tu, indifferente cosa passi a lei per la testa e perché.
Luna
Una sola cosa perchè sto uscendo dal lavoro. Grazie anzitutto per “l’intromissione”. Non hai letto gli altri 130 post, mi sembra normale. Sono tanti. Però volevo solo dirti una cosa intanto poi vorrei risponderti con calma: io sono tornato indietro sui miei passi. ma non quando se ne è andata. Ma solo quando mi ha detto che voleva dei giorni per pensare. Io le dissi che se c’erano dei problemi potevamo risolverli in casa e che se la questione del suo riflettere fosse stata causata dal desiderio del figlio le dissi che ero pronto a ridiscuterne e a fare un passo indietro.
Luna tu non lo sai ma io di fronte alle sue richieste che non riuscivo ad assecondare stavo facendo un percorso interno per riuscire a superare quelle “paure e quel rifiuto” che mi impedivano di desiderare un figlio. Ho sempre amato i bambini Luna. Purtroppo avevo paura di cambiare vita. Quella vita che tanto avevo desiderato con lei. E che mi sembrava una favola. Non credevo che questa favola potesse spezzarsi, concludere. Mi sembravamo fatti uno per l’altra. E non ho capito la sua sofferenza che lei sostiene avermi manifestato. Ma ti giuro io non me ne sono accorto. La vita scorreva tranquilla e serena. Certo c’era stato il prblema dell’intervento chirugico durante il quale le sono stato sempre vicino. Ma avevamo acquistato casa insieme due mesi prima e facevamo “cin cin” insieme a tavola. Non ho visto la crisi. Non ho visto la sua sofferenza che tuttora mi rinfaccia. Io la mia non gliela sto nascondendo. Sono quasi due anni che le sto dietro per riprendere il rapporto che per me non si è mai interrotto. Ma lei non vuole. Ok un figlio. Ma un uomo o più in generale una persona possono sbagliare in buona fede. Lo sbaglio si identifica anche con il dolo.
Sai una cosa è vero che io sono grandicello. Ma vorrei farti un esempio: se hai un bambino che sta facendo qualcosa che non va e tu gli dici “smettila” può darsi che ti sente ma non “ti ascolta”. Tu continui a dire “smettila” e lui non ti ascolta. Ma se lo prendi deciso e gli fai capire chiaramente che quella cosa non deve farla magari strillandogli un po’ è facile che capisca più facilmente. E tu vorrai sempre bene a tuo figlio. E tuo figlio vorrà sempre bene a te.
Ecco vorrei paragonarmi al bambino che non capiva che stava facendo qualcosa che alla mamma non andava bene. Ok anch’io come lui sapevo che dovevo smetterla. Ma quello “smettila” della mmamma così come la richiesta del figlio non ci ha fatto capire ad entrambi quale rischio stavamo correndo. Con questo non voglio dire che doveva essere un ricatto. Ma solo un modo per farci capire che era una cosa importante. Biosgnava fermarsi un attimo e capire che quella cosa stava diventando importantissima per la salute della coppia. C’era un bivio. Bisognava decidere quale strada prendere. Ma bisognava farlo insieme e non prendere da soli la propria strada senza consultare prima l’altra persona. Questo chiaramente se esiste il sentimento. Altrimenti ognuno se….
Luna…segue
…ne frega del fatto di sapere se l’altro voglia continuare o no a percorrere la strada insieme.
Mia moglie alla luce dei fatti ha pensato da sè senza rendermi partecipe di ciò che stava avvenendo nella sua testa. E mi ha colpevolizzato per tutto. Per il fatto che io ero un egoista. Che nnon pensavo agli altri e che non mi ero mai posto il problema di sapere come stava. Rinfacciandomi oltre tante di quelle cose per le quali mi aveva conosciuto e che le erano state bene e per le quali avevamo parlato e riparlato.
Eravamo una coppia modello Luna. Ci siamo smarriti per qualcosa di recuperabilissimo. Perchè eravamo entrambe persone serie e che ci eravamo sposate per amore.
Non era giusto arrivare a questo punto.
Grazie Luna aspetto un tuo commento
ALEBA: scusa, solo una cosa, poi ti lascio alla tua lettera 🙂 non voglio intromettermi, veramente, in questo dialogo sereno ed empatico tra voi.
@forse accettare il cambiamento è l’unico sistema per aprire un altro ciclo.
già, credo proprio di sì!!!
@Io sono morta perchè per lui ero Mrs Nessuno nonostante facessi di tutto per ottenere lo status di “essere umano” prima ancora che di compagna.
una questione che nessuno essere umano dovrebbe porsi, in nessun caso. di base.
Vedi Aleba io capisco quando tu dici:
@Io sono morta negli anni con lui, e non per le cretinate tipo il mancato aiuto domestico (nonostante io stessi fuori di casa più ore di lui) non per gli sport in tv, non per le sue passioni coltivate senza limiti e senza dare spiegazioni a me, non per la tv e il divano.
e
@rabbia per: Avere l’amore tra le mani e rinunciare a salvarlo per un abbaglio
tuttavia spesso mi trovo a riflettere su questo, e cioè che ci sono sicuramente persone che non sanno capire il valore dell’amore o capaci di buttare tutto per aria per delle sciocchezze, o appena arrivano le prime bollette (e prima si scopre di avere a che fare con persone così irrisolte o infantili meglio è) o quando tocca a loro dare e non ricevere, tuttavia credo che a me e te un giorno potrebbe fare bene scoprire o riscoprire che ci si può scocciare, infastidire anche arrabbiare e chiarire questioni come @il mancato aiuto domestico, gli sport in tv e il fatto che uno arrivi ad un appuntamento banale con dieci minuti di ritardo.
Intendo dire che se è vero che probabilmente nè io nè te lasceremmo mai un amore per queste cose abbiamo anche bisogno di ritatare i nostri parametri (o almeno io sì). Perchè ho avuto prima delle relazioni in cui mi potevo scocciare per queste cose, e anche nella mia relazione poi diventata ufo prima era stato così. Perché certe piccole cose fanno parte della quotidianità e certe piccole cose comunque a seconda dei contesti possono alla lunga possono anche deludere e allontanare le persone, se non vengono chiarite e non si trova un reale punto di incontro, pure in assenza di grandi tragedie. pure in assenza di grandi tragedie capita che le storie vadano in crisi o persino finiscano. Magari perché gli equilibri si rompono.
Non sto dicendo che sia bello e giusto, dico però che io e te, Aleba, abbiamo attraversato davvero qualcosa che aveva dei parametri completamente sconvolti. E poter pensare: mi scoccia che tu non metti le tue cose nel cestone della biancheria, forse ci farebbe pure bene. O poter scherzare con un’amica per le piccole manie del partner.
Certo non scocciarsi in modo viziato o isterico autorefenziale al punto da mandare all’aria l’amore. E affrontare insieme i veri problemi, in una progettualità comune e con il dialogo. Ma si capisce cosa intendo?
ti abbraccio.
La chiarezza, questo è mancato da parte della moglie di Fuori dal Coro. Lui era nella sua posizione e può aver peccato di eccessiva tranquillità nello status quo, senza interrogarsi a fondo sullo stato emotivo di sua moglie. La questione figlio veniva archiviata non appena proposta, per quelle poche volte che è emersa. L’archiviazione automatica veniva seguita da un ragionamento unilaterale sull’argomento. Da una parte Fuori dal Coro si proponeva di cercare il modo, prima o poi, di superare la sua ansia per il cambiamento di vita dovuto alla nascita di un eventuale figlio. Mentre la moglie ragionava sul tempo che scorre, sul suo desiderio non condivisibile con il marito (vista la sua netta posizione fin da prima delle nozze) e sicuramente ha trovato ascolto anche in un altro uomo. Però il problema era che l’elaborazione dell’argomento figlio è stata posta in essere su due piani staccati, in modo autonomo. Nessuno dei due ha condiviso con l’altro i propositi maturati, entrambe hanno taciuto. Penso che Fuori dal coro abbia affrontato con troppa lentezza l’argomento dentro sè stesso,proprio perchè dalla moglie non veniva manifestato un malessere,lei non esprimeva disagio, anzi viveva come sempre, con il viso solare. Ha persino comperato una casa, mentre dentro sicuramente stava minando il terreno. Poi si sà, quando le mine sono state collocate, basta una scintilla per farle esplodere. Se il partner non sospetta neppure l’esistenza di un campo minato, allora i danni sono molto gravi e inaspettati. Non dico che lei abbia appositamente collocato l’esplosivo, anzi è stato il risultato inconsapevole dell’isolamento emotivo. Poi il tumore che, anche se brillantemente risolto, porta inevitabilmente a riconsiderare il tempo vissuto. Il non aver fatto qualcosa di fondamentale per sè stessi quando se ne avrebbe avuto il desiderio e l’occasione, scatena dei forti sentimenti contrastanti il più forte del quale è il rancore. Cribbio! se solo si fosse rivolta a qualcuno per capire cosa le stesse succedendo, forse avrebbe avuto modo di coinvolgere Fuori dal coro nel processo di raggiungimento della consapevolezza. Purtroppo, come dici tu LUNA, non si può vivere con i se e con i ma. La vita va avanti in direzioni precise, e le scegliamo ogni volta che pronunciamo un SI o un NO, ma non si può pensare che il nostro partner debba leggercelo nel pensiero quel si, o quel no. A costo di doverlo urlare, bisogna dire chiaro ciò che si vuole! Il dialogo, l’ascolto, la voglia di capirsi sono fondamentali nella coppia. Immaginare che tutto resterà uguale è molto pericoloso, ogni giorno è un nuovo giorno e potrebbe capitare qualcosa che sconvolgerà l’intera esistenza. Bisogna rinnovare la conoscenza del partner, confrontarsi continuamente per poter crescere insieme senza deviare pericolosamente nel corso del cammino. Un abbraccio a LUNA, un bacione a Fuori dal Coro,
ciao, Aleba
Cara Luna, per me la tua “intromissione” è benefica. Sai su quanti punti mi trovo affine a te. I punti che hai sottolineato sopra, le frasi tratte dal mio post, mi hanno fatto un effetto pazzesco a leggerle citate da te. Sai, hai ragione, bisogna ritarare i parametri. Certo spero di non diventare un riccio appallottolato con le spine pronte a pungere, ma ho bisogno di affermare bene e con chiarezza quali sono i punti dove è necessario un accordo comune, con un eventuale partner. Ora sono molto scettica, ho la sensazione che ci sia poca disponibilità alla comprensione dell’italiano stesso da parte della maggioranza della gente. Poi se ripenso a tutte le volte che gli ho chiaramente detto, al mio ex, cosa non mi stava bene. Con dettagli minuziosi, LUNA, addirittura provando a usare sinonimi per riformulare le frasi che non capiva. Ma se io ti dico che se ogni volta che facciamo l’amore, dopo tu ti fai la doccia e esci, a me non sta bene perchè mi sembra di aver semplicemente soddisfatto un tuo bisogno e mi sento come riposta nell’angolo che mi compete. Se arrivo addirittura a dirti, prima di fare l’amore: però questa volta non uscire dopo la doccia per andare al bar, e tu esci lo stesso…ma allora che ci parlo a fare con te? se litighiamo sull’argomento, poi stiamo distanti per settimane, poi torniamo a fare l’amore e tu fai di nuovo tutto come prima. No! basta! se ti chiedo, gentilmente, di poter parcheggiare l’auto in garage anche io, visto che ci stanno due macchine ma tu, arrivando prima di me, parcheggi in mezzo il tuo suv, e tu il giorno dopo parcheggi uguale, alle mie osservazioni rispondi che non ci hai pensato, ma non sposti l’auto. Se poi piove per un mese di fila e tutte le mattine vado in ufficio con le scarpe piene di fango perchè l’auto la parcheggio sull’erba, e ti richiedo con gentilezza “posso mettere la macchina in garage?”, è normale che tu lanci, imprecando, in mezzo al giardino ogni cosa che è riposta in garage per fare spazio alla mia auto?? Poi se per una volta io parcheggio l’auto 2 cm più in avanti di quello che mi hai concesso mi aggredisci dicendomi che sono una deficente? Beh, io non ho abbandonato prima perchè credevo fosse giusto anche solo sostenerlo nelle sue disperate crisi di “sono solo, nessuno mi capisce” ma intanto nessuno sosteneva me e l’unica sensazione di essere apprezzata la trovavo nello sguardo dei miei cani e gatti. Che rabbia!
Fuori dal Coro tu sei in una situazione di stallo, penso ci possa stare anche, ma due anni sono tantini. Quando una persona non vuole entrare in contatto, è deleterio affannarsi alla ricerca di quel contatto. So che forse te lo dicono in troppi, ma penso proprio che dovresti focalizzarti più su te stesso e sulla tua sofferenza.Una parte di te è arrabbiata con lei, questa è una rabbia sana perchè ti offre gli elementi per scagionare te stesso da un buon 50% di colpe e di trovare il modo di perdonarti per il restante 50%. Buona notte, a domani..Aleba
FUORI DAL CORO: ciao 🙂 grazie per avermi risposto, come dicevo non volevo intromettermi nel dialogo tra te e Aleba, che appunto avete sviscerato anche tanti aspetti.
Ho precisato per correttezza che non ho letto tutti i 135 commenti, ma ero già passata di qua e ne ho letti molti.
Quando citavo gli esempi lo dicevo perché appunto situazioni come la tua possono accadere, per varie ragioni, e che i patti, lungo il percorso possono cambiare, perché le persone crescono, cambiano. Anche perché per una donna (ma anche per un uomo, al di là dell’orologio biologico) nel tempo il desiderio di avere un bambino può manifestarsi. E non per una questione di schemi, ma anche in seguito ad altri avvenimenti, che riguardano la persona, gli affetti, nuove consapevolezze.
La mia non era una critica a te, al fatto che tu dovessi intraprendere un percorso dentro di te per arrivare magari anche a regalare a te stesso un figlio, riuscire a concederti una paternità che magari ti eri negato tu stesso. Voglio dire che a volte ci sono questioni per cui possiamo anche negarci la maternità o la paternità, senza averne reale consapevolezza.
Può succedere per esempio a chi ha avuto un’infanzia difficile.
Questo volevo dirti.
Io credo che non si possa mai ricattare qualcuno su queste questioni, così come sulla convivenza o il matrimonio. Trovo corretto che una persona non vada contro se stessa fingendo di non dare importanza a ciò che considera importante, non per schema, per cosa possono pensarne gli altri, parenti, amici, o perché ci sia uno standard da rispettare, ma trovo corretto che due persone si dicano la verità da questo punto di vista, anche se sono in disaccordo, perché altrimenti, vuoi per opposizione, vuoi per conciliazione rischiano con il tempo di emergere conflitti e frustrazioni sopite. Ma non mi pare sia il tuo caso, piuttosto che lei abbia forse, in seguito ad un suo certo percorso interiore, maturato anche per lo shock della malattia, messo delle nuove priorità in primo piano. Se diciamo all’altra persona ciò che è importante per noi e perché non è detto che l’altra persona possa accontentarci. però gli/le diamo la possibilità di riflettere, di tenere in conto che quello che stiamo dicendo per noi ha un valore.
Però in una questione come questa bisogna anche stare attenti a dare dell’egoista all’altro o altra che non la pensa come noi. Voglio dire che da un certo punto di vista può essere egoista anche chi esige un figlio o il matrimonio. Non chi sente il desiderio, ma chi pensa che l’altro debba esaudirlo, mentre se non riesce ad esaudirlo può avere delle motivazioni e resistenze valide quanto il nostro desiderio.
Certo diverso è se non prende neppure in considerazione ciò che stiamo dicendo. Se il nostro desiderio viene semplicemente tappato, non considerato, valutato come qualcosa che semplicemente “ci passerà”.
Fuori dal coro, ci sono persone che si trovano a dover discutere se intraprendere un percorso medico per giungere al concepimento,
Non è scontato che la donna debba sottoporsi alle cure per avere un figlio o per dare un figlio al suo compagno, non è scontato che l’uomo sia in grado di prendersi la responsabilità di affrontare tutto ciò che anche da parte sua la “trafila”, mi si passi la parola, comporta. Ciò vale anche per l’adozione. Cito questo esempio perché le coppie che conosco che hanno affrontato questi percorsi hanno avuto bisogno di essere molto unite, per prendere discutere queste decisioni, per affrontare insieme i lati anche emotivi e psicologici. Alcune coppie si sono perse, alcune perse e ritrovate. Cito questi esempi per dire che il dialogo è importante, ed è importante anche che in una coppia entrambi si mettano sullo stesso piano. In questo senso intendo che anche il tuo no aveva un valore, quanto il suo desiderio. Tantopiù se non era una promessa che tu avevi fatto e poi non avevi mantenuto. Ci sono coppie che si perdono quando guardano in faccia una visione così differente su questioni esistenziali così importanti. Sarebbe più corretto che uno dei due andasse contro se stesso? per contro, te lo dico onestamente, conosco anche coppie che si sono lasciate per questo, e in seguito hanno avuto figli persino coetanei. dunque? Nel caso che cito lei pose la cosa come un ricatto, e lui andò in opposizione. Sbagliarono entrambi, ma sbagliò anche lei, seppure soffrì. Perché credo fece sentire lui, anche se involontariamente, come una banca del seme piuttosto che come un uomo amato con cui voleva condividere la maternità. Per contro lei si sentì meno amata da lui perché lui rifiutava la questione posta in un certo modo. Qualcosa tipo: se non vuoi darmi un figlio allora non mi ami, rifiuti me. Tuttavia forse c’erano anche altre cose sotto, cose che da un lato erano esplose con la questione “figlio” e che d’altra parte se si fossero discusse prima (ma senza il denotatore non sarebbero emerse) sarebbero state risolte. Ora sono entrambi felici in altre due vite.
Aleba, sì, condivido. La mancanza di comunicazione probabilmente ha creato la bomba. Forse anche per la troppa fiducia reciproca del leggere nei pensieri. Io trovo che Fuori dal coro si sia fatto il suo esame di coscienza ma che comunque si stia anche prendendo tutta la responsabilità anche di ciò che non era la sua parte. E’ anche difficile leggendo capire se la moglie fosse “depressa” e quindi cercasse di stare meglio attraverso la maternità, o se fosse depressa perché la maternità era preponderante e la vedeva negata, o archiviata senza che venisse compreso il significato che la cosa aveva per lei. Leggendo ciò come: quello che io sento non conta. Tanto più in entrambi i casi un aiuto le avrebbe fatto bene per essere più serena e cosciente anche delle sue motivazioni interiori. Forse anche per porsi e porre la questione con maggiore serenità. Io non sto dicendo che uno dei due sulla questione precisa abbia torto o ragione, dispiace certamente che il problema non sia stato affrontato e sviscerato diversamente
Tuttavia l’entità del rancore della moglie fa supporre appunto dei lunghi e frustranti soliloqui.
Io ovviamente non posso sapere nè i soliloqui nè perché lei si sia sentita così frustrata.
Nè per quali motivazioni, anche inconscie, Fuori dal coro non sia riuscito a vedere. Trovo però che due anni in cui una persona si mette in discussione, e mi pare con convinzione, valgano qualcosa. Quindi anche se ovviamente non conosco le loro dinamiche (esistono Fuori dal coro anche degli egoismi inconsci, e degli equilibri che possiamo dare per scontati, soprattutto se l’altra persona non ci palesa che per lui o lei hanno dei costi… quindi ignari possiamo continuare a pensarli “scontati”, non nel senso di gratuiti, ma sereni e consolidati) e perché in lei sia maturato tale senso di frustrazione (quando cioè dentro di lei la valanga abbia veramente avuto inizio) mi pare che comunque a questo punto più di ciò che è stato, con una continua analisi del passato, sia da guardare il presente.
Da un lato ciò che emotivamente lui e lei leggono nel passato con gli occhi di oggi e l’emotività di oggi (intendo dire, fuori dal coro, che tu cerchi nel passato cosa sia successo, ma è la lettura che lei ha dato degli avvenimenti, attraverso i suoi stati d’animo, ciò su cui lei riflette, potreste non avere le stesse istantanee anche confrontandole…) da un altro le posizioni attuali.
Intendo dire che è naturale Fuori dal coro che tu ricordi gli anni passati, e la persona che hai conosciuto e con cui hai vissuto e condiviso, ma che la persona con cui ti rapporti, se pure è la stessa, è quella di oggi. So che può sembrare una banalità, ma non credo lo sia.
Chi è oggi Fuori dal Coro?
Chi è oggi lei?
Quali sono le carte in tavola in questo momento?
Non ne faccio una questione razionale, ma anche emotiva.
La sua rabbia se lei dà un valore alle sue motivazioni e se i suoi meccanismi di difesa e reazione sono scattati in una certa direzione, non importa se in seguito ad una reale offesa o a qualcosa che lei ha percepito come tale, o come mancanza, non puoi scioglierla tu.
Non sei tu che puoi sciogliere i suoi conflitti.
Tu le hai detto come stanno le cose per te, quali sono i tuoi sentimenti, quale è stato il tuo percorso in questi due anni.
Hai messo le tue carte in tavola.
Sai di averlo fatto?
Di aver cercato il dialogo, la conciliazione, un punto di incontro e anche di averle offerto il tuo dialogo per acquietare il suo senso di frustrazione se, da parte tua, aveva sofferto per un’incomprensione affettiva? Sai di averle offerto il tuo sostegno se per caso si fosse persa, chiusa in una crisi?
dimmi, cosa potresti fare di più?
C’è una differenza tra urlare all’altro che ci ha causato un trauma e dargli/darci la possibilità di sciogliere i nodi. Se lei non vuole, se lei valuta che non sia il caso, se lei non ne sente la necessità quanto te… Però ciò non significa che tu debba essere punito in eterno dal suo atteggiamento colpevolizzante, che stia con te o no.