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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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Myskyn: Dare tutta la colpa al non figlio, pur avendo un prezzo da pagare altissimo rende possibile non scoperchiare il vaso di pandora. Condivido pienamente, sottoscrivo.
FDC, gli ho dato tante opportunità che poche donne avrebbero concesso. Per me l’importante era la nostra famiglia, costruirla, nutrirla, proteggerla. Per lui l’importante era vendicarsi del mondo intero e sbattere in faccia a tutti quelli che da piccolo lo avevano considerato un fallito, il suo bel patrimonio nuovo di zecca.
Non mi va di pensarci oggi.
Condivido con Myskyn, andare avanti non significa morto un papa se ne fa un altro…anzi può darsi pure che non ci saranno più papi l’importante è non mettersi gli occhiali rosa per guardare il passato.
Bacioni a voi
myskyn, ciao, quoto il tuo post. Il punto è anche si tende a interpretare la frase ‘rifatti una vita’ come ‘rifatti una coppia’. In realtà anche se alcuni la dicono davvero così il senso è un altro e più ampio secondo me. E puoi pensare alla coppia quando ti sei ‘riaccolto’ tu. Quando ti sei messo nell’ordine d’idee che non guarirai in un giorno dal male d’amore, ma che indugiare nel passato, in parte anche rifiutandoti di guardare avanti, non farà tornare il passato. Tra l’altro sarà banale ma bisognerebbe amarsi almeno quanto amiamo un’altra persona. E amare più di noi stessi chi manco ci ama diventa un’idiozia. Ciò non significa che non si soffra, perché si soffre e ci vuole tempo. E stare male perché qualcuno a cui abbiamo voluto bene e in cui avevamo fiducia ci ha lasciato, non ci ama, ci tratta male è umano e ci sta. Ma diverso è investire noi stessi, quei noi stessi feriti, abbandonati e vilipesi pure nell’idolatrare, adorare chi se ne frega, anche di come stiamo. Si può voler bene dopo che è finita, e il vero amore conserva il senso del bene. Ma anche il bene è reciproco. Si coltiva. Qualsiasi tipo di rapporto. Di civiltà o estraneità. FDC, tu vuoi che ALEBA ti dica che se lo riprenderebbe per pensare se lei riprenderebbe te e per darti una ragione per non mettere in conto di tornare a vivere? Aleba ha amato moltissimo il suo ex, ma tra dieci anni preferirei saperla serena e felice che in attesa perenne di una folgorazione damascata. E non penserei che ha amato meno e meno veramente perché il seguire il fluire della vita l’ha portata in una direzione, saprebbe lei quale, di serenità e pienezza. Amare è tante cose, ma non è non vivere aspettando la folgorazione di qualcuno che pensa di essere sulla strada giusta dividendo la sua strada da noi, trattandoci male, non coltivando il rapporto. Aveva molto più senso in teoria per come la vedo io l’attesa di un percorso di un uomo che c’era, lì con lei, che la tua di una donna che ha fatto tutto da sola e se n’è andata e ribadendo per anni e dimostrando per anni di non esserci e di fregarsene del rapporto. Avrebbe più senso in teoria perché per lei non lo ha avuto. E alla tua ‘folgorazione’ -che chiamerei percorso
ha tirato dritto. Anche perché, forse, era molto più concentrata su sè che su voi e su te per interessarsi realmente a cosa stava succedendo anche prima, non solo durante la folgorazione, e dopo, in te e in voi. Perché vedi, FDC, se desiderassi un figlio da un uomo che amo capire bene, ma veramente bene perché mi dice no per me un’importanza l’avrebbe. E perderei (investirei) il tempo non solo a dirgli alquanto chiaramente perché sì, ma anche a capire perché no. Perché per me non è un assioma che uno o una dice no solo per peter pan o per egoismo. E anche del peter pan si può parlare. Prima di andarsene. E se me ne vado due anni son lunghi per riflettere, e anche il momento in cui le questioni pratiche, case diverse, separazione non capitano a caso, ma le vivi. Smettere di vivere il presente non ti ridarà il passato. E se inconsciamente userai il passato per tentare di proteggerti dalle incognite del futuro la tua stessa vita non ti domanderà il permesso per andare avanti comunque. Anche da sonnambulo. La fine di un amore, di una storia importante è devastante. Ci vuole tempo. Ma quando scrivi quella cosa ad aleba sembri cercare giustificazioni al fatto che pensi che solo pensare di poter tornare a vivere sarebbe sbagliato. Non sei pronto per un’altra storia, stai male, la botta è stata enorme. Ma pensare che il vero amore si rifiuta di vivere e si lascia morire è sbagliato. Comunque ci vorrà tempo. Almeno mettiti dalla tua parte, cazzarola, invece che in quella di lei, voi, cupido. Non è che se lo fai ti verrà una lobotomia. Farai un percorso, il tuo, comunque. Ma rielaborerai. Anche ciò che ora è enfasi estrema, in surplus. Tu non lasci scorrere dentro di te la tua parte che guarisce, mi pare. Già è un casino trovare la fonte. Ma tu manco la cerchi. Perché ti sembra che non sia amare.
Io continuo a pensare che non solo si sta con un uomo (o una donna) che non vuole figli e lo afferma da subito perché si pensa che cambierà o non ci si pensa affatto, o per tale amore e abnegazione da sopportare per anni un no sino ad esplodere. Succede, certo, e comunque però si è protagoniste di aver accettato certe condizioni. Ma ci si mette con un uomo che afferma di non volere figli anche perché è l’uomo giusto per quella parte di sè (o la donna) che non ne vuole. Perché tra parlarne con possibilismo o non parlarne affatto o una persona che ti dice non ne voglio una differenza c’è. Come tra uno (o una) che palesa di volere una nidiata di pargoli sin dall’inizio o quando parla anche con altra gente davanti a te. Poi, certo, la vita porta anche a cambiamenti interiori, a maggiori consapevolezze etc etc. E a volte chi pensa di no poi di figli ne fa. Ma ribadisco che non vi hanno scelto a caso così. E credo che ammettere con loro stesse che ha avuto dei vantaggi questa vostra posizione, per anni, o che hanno schivato a loro volta un discorso, indipendentemente perché, sarebbe stato più onesto. Il fatto che il mio lui non fosse uno con la fissa del matrimonio a me è andato strabene. Non son mai stata una frustrata perché non ha chiesto la mia mano. Mai. Secondo me alcune mie amiche, che avrebbero vissuto la cosa ben diversamente, non ci credono, ma è vero. Idem se avesse parlato di pargoli a tutto spiano. E non era perché la convivenza mi pareva più peter pan o meno impegnativa, nè xké io sono erode snaturata. Tornerò su questo punto. Per quanto riguarda gli animali li abbiamo sempre amati entrambi. E pianto insieme qdo è morto il suo cane, nostro, di quando viveva dai suoi. Che avremmo avuto animali lo avevamo sempre detto. E lui sapeva quanto era naturale per me pensare di averne quando avrei vissuto ‘da sola’. Abbiamo salvato cani e tra l’altro lui è pure ‘magico’ nell’interagire con loro. Quando siamo andati a convivere ci son stati i problemi di cui già dissi. Lui ha tirato fuori dei lati appresi da sua madre e scaricato la sua ansia su ordine etc. Quando una notte ho trovato un cane lui ha tirato fuori quel lato lì. Ma l’indomani era con me a cercare i suoi padroni. E, potendo, era già diventato il cane suo. Anni dopo ho desiderato un animale in un momento duro della mia vita, e nostro. Me l’ha negato, impedito tra ansie e ripicca. Il significato era enorme per me. Non riassumo le rocambolesche vicende per cui son riuscita a prendere il mio cucciolo lo stesso. Ero via quando l’ho preso. Io poi però gliel’ho portato. Ed è stato amore tra loro. Non ho mai pensato che odiasse gli animali perché diceva no. E non mi ha neppure detto sì. Certo un figlio è un altra cosa. Non puoi fare un figlio da sola e portarlo a tuo marito. Ma puoi fare varie cose tra cui dire ‘questo penso e sento io, parliamone” e puoi anche dire ‘ti lascio da solo a riflettere, a sentire i tuoi perché’. Credo più a questo che a un ultimatum e un ricatto o una fuga. E’ vero, non sempre siamo in grado di fare la cosa ‘giusta’ o più assertiva che sia. Di errori ne ho fatti anch’io. Ma a me non stupisce che abbiate riflettuto su un tema come questo, rispetto a voi stessi, una volta rimasti soli. Anche se aveste comunque pensato ‘io un figlio non lo voglio’, perché ognuno ha diritto di darsi le sue oneste risposte. Mi stupisce di più che
amando voi e la relazione, una relazione importante, che funzionava, e avendo una certa maturità e anche un piano d’ascolto non meramente egocentrico -indipendentemente da chi ha l’utero e da chi mette il seme, perché genitori si è in due, e se voglio un figlio da un uomo perché è lui che amo è diverso da ‘voglio un figlio’. Per me è diverso, almeno! – non abbiano pensato di darvi un segnale chiaro, sì, e uno spazio per riflettere, in voi stessi, come uomini, individui, e identità eventuali di padri – ma PRIMA di chiudere. Se è così grave da pensare di andarmene prima di andarmene piuttosto mi sposto, ma dandoti anche la chance di pensare, riflettere. E non solo sul fatto che rischi di perdere me, ma su te stesso rispetto una questione così importante. Io la vedo così. E non sarebbe un ricatto, un ultimatum. Sarebbe dire la mia verità e permettere a uno di trovare la sua. Perché mi interessa un vero sì, forse, no. Mi interessa prima di chiudere. Mi interessa anche che uno sappia quello che fa quando mi dice un sì come questo. Che non possa mai dirmi, a meno di non pararsi le chiappe, ‘un figlio l’ho fatto per TE, ma non ero convinto’. Per il resto uomini e donne son fatti anche di dubbi e paure. E un figlio non è un astratto, come dice ALEBA. e un uomo che ammette di avere dei timori forse è quello che sarebbe più disponibile a capire i timori tuoi. Diffido dei superuomini e delle wonderwomen. Certo chi vive in dubbio perenne è inaffidabile, ma chi non ne ha nessuno può essere più superficiale che istintivo. Non avete sbagliato solo voi e se dovessi avere un figlio forse mi fiderei più di voi che delle vostre ex mogli. Io vivo tra persone non superuomini e superdonne che sanno cosa dire, e quel che voglio io, in base a un presunto diritto di natura (la natura umana è molto più varia e declinata in varie personalità) e la telepatia. Non sto dicendo che non potrebbe frustrarmi un no
Ciao a tutti
Intanto Luna ti rispondo io: no mia moglie non ha mai pensato di portare questi problemi da un terapeuta. Ti ripeto, mia moglie mi ha chiesto un figlio ma di crisi non mi ha mai parlato.
Si ricordo la mia frase, anche se non era proprio quella. Comunque si, intendevo dire che alla fine se ci si sposa, la logica conseguenza naturale è quella di mettere su famiglia. E sono d’accordo con te sull’analisi che hai fatto su mia moglie. Il fatto che Lei si sia persa non è certo colpa mia.
Dall’avvocato ci siamo arrivati non per mio volere. Io ho fatto di tutto per evitarlo. Su quello certo io non ho colpa alcuna.
Ciao Myskin, le tue prime righe rispecchiano abbastanza la situazione in cui mi trovo. Anche se in realtà mi sento molto peggio. Capisco il tuo discorso sul vaso di pandora. Può essere senz’altro così. Magari semplicemente Lei si è innamorata di un altro uomo, lo ha confrontato con me, ha messo insieme il discorso del figlio, ha tirato le somme e ha deciso di chiudere. Può senz’altro essere andata così la cosa.
Il problema ragazzi, e parlo per me, non so cosa pensi Fabrizio è che per me ormai è finito il tempo per alcune cose. Il figlio non l’ho voluto e ora ne sto pagando le conseguenze a prescindere dalla fine della relazione. Sto pagando le conseguenze e le sto pagando a caro prezzo perché comunque il percorso che avevo fatto su di me a seguito delle richieste di mia moglie aveva dato i suoi frutti. Nel senso che io oggi il figlio lo desidero. Non so Myskin se tu hai figli, non so quanti anni hai. Tu Luna mi pare che hai espresso l’idea che per te il figlio non era una priorità. Ma ora ? Come state messi su questo discorso ? Io purtroppo sto messo male, perché mi rendo conto che ho buttato gli anni migliori della mia vita a pensare e a ripensare su un qualcosa su cui non bisogna pensare troppo. Bisogna agire e basta. Io ci ho rimuginato sopra facendomi mille pippe mentali. E ora mi ritrovo senza un figlio e senza la donna che amavo.
Ecco pensateci bene. Ogni giorno mi trovo a combattere con questa cosa. A prescindere del fatto se sia vero o no che mia moglie mi abbia lasciato realmente per quel motivo. Anche se ci sono tutte le prerogative perché sia così, anche se c’è stato altro, anche se come dice Luna avrebbe potuto impiegare le sue energie a risolvere i problemi invece che cercare altro. Comunque avevo già 45 anni, un’età già matura per avere un figlio. Cosa dovevo aspettare ? La folgorazione di Damasco sul serio ?
Qui sta il punto ragazzi. E qui è difficile uscire oltre che dalla mazzata per la fine della storia.
Un abbraccio
FDC, capisco le considerazioni che fai, come ti poni la questione. Però se il tuo percorso è stato di un certo tipo è stato quello che poteva essere. E comunque non avevi neanche accanto una donna che ti ha posto la questione prima e diversamente. Andare a ritroso e dire che erano pippe mentali senza senso… Non ha senso. Hai fatto un percorso che per te ne aveva. Peraltro hai detto che quando c’era l’ipotesi di un figlio anni fa tu eri pronto ad accoglierlo assai più di lei. Io non avrei rinunciato ad un figlio neanche a 19 anni se fosse ‘capitato’ e neanche se avessi dovuto crescerlo da sola. Questo te lo dico perché lo so. Ma non ho cercato un figlio. E non perché pensavo alla carriera o sindrome di peter pan. Anch’io ho fatto un mio percorso. Sarebbe potuto accadere negli anni più vicini? Se fossero stati diversi probabilmente anche sì. Come no. Il mio percorso interiore comunque non è legato all’orologio biologico, a una folgorazione damascata, a minor egoismo, a più pippe mentali prima. Nel frattempo peraltro ho visto anche quanto avere un figlio non sia così facile, ho visto un’amica rischiare di morire di parto, gravidanze difficili, fecondazioni e adozioni intorno a me. Ho visto come amici si son vissuti le cose, più o meno uniti. Il concreto, non l’astratto. Ti ho portato esempi ‘faticosi’, comunque voglio dire che rispetto all’idea più ‘astratta’ di queste cose che puoi avere quando sei più giovane e vedi la gente col passeggino ho avuto anche una visuale più realistica e più dentro le cose. E ciò non è successo solo a me. Per realistica intendo anche in positivo, ma no ‘mulino bianco’ o standard. Anche queste cose mi hanno colpito, e non necessariamente pensando di non fare figli mai o di averne sei per non pentirmene.
in realtà il discorso mio è più complesso e insieme più semplice interiormente, perché è ‘de panza’. E’ anche un work in progress, ma va bene così. Perché per me un figlio non è un ‘astratto’, una folle pulsione che ti fa massacrare un marito o avere sempre ragione. Non è un punto di arrivo che dovrebbe dimostrare qualcosa a me di me, o ai parenti o alla società. E lo dico perché per alcune persone è così. Amano i loro figli, ma farli è connesso anche ad altri aspetti, loro. Anche perché tuo figlio lo conosci quando lo vedi, lo senti quando è dentro di te. Ma prima non lo hai fatto nascere perché te lo ha chiesto lui. Quindi è con te che ti stai rapportando. E dov’è scritto che un uomo che scioglie dei suoi dilemmi alla tua età sarà un padre peggiore di uno che fa un figlio a 30anni senza rispondersi? Sai quanti danni nascono dal farsi domande dopo? Domandalo ad una mia amica il cui compagno che pensava di sapere tutto sta scappando da un figlio “reale”. E glielo ha chiesto lui. Perché era ‘l’età giusta’. Non lo sai se non sarai mai padre. Oggi non lo sei. Per tre anni hai detto di sì ad una donna che si metteva le mani sulle orecchie. Col tempo potresti leggere la cosa diversamente da come fai ora. E a differenza di te anche se per certi versi posso pensare che io e lui, raccogliendo con spontaneità sinergici frutti di percorso di figli potremmo averne anche tre, penso c’è una ragione se così non è e essere separata senza figli non mi sembra peggio. E non per mere egoistiche ragioni. Non so se avrò mai figli, oggi 24 ottobre non lo so. Proprio perché un figlio per me non è un astratto o un mero compendio alla MIA identità. Discorso mio, in realtà molto più naturale e aperto. Anche all’adozione, per dire. Cmq FDC le pippe, forse, semmai te le fai ora. Hai questo frutto di percorso sbocciato dentro te? Ok, ne hai preso atto. A lei lo hai detto. E il troppo tardi chi lo ha stabilito? Ma secondo quali reali suoi perché? Hai tutta la “severità” e il suo giudizio e l’atteggiamento punitivo di lei riguardo un tuo percorso addosso, anche per gli egoismi suoi e scelte sue, anche per pippe mentali sue a josa. Se te li scrolli di dosso forse sarai anche aperto ad un senso più ampio del tuo cammino che ora non vedi. Avevi 45 anni, ne hai 3 di più, no 30 in più.
FDC: “Ogni giorno mi trovo a combattere con questa cosa”. Ti capisco!! Ma questo combattimento è praticamente insensato perchè è impossibile modificare gli eventi passati.. Ci sarà sempre una parte di te che si rammarica per certe scelte, che si arrabbia per le scelte di lei, ma farlo quotidianamente vuol dire rinunciare a vivere. Attento FDC, sei tu in questo momento che scegli di rinunciare, non è la vita che ti scivola via. Un giorno in sala d’attesa dal medico ho trovato una coppia. 83 anni lui, 65 lei. Mi sono ritrovata a parlare con quest’uomo che, dallo spirito che aveva gli avresti dato al massimo 60 anni. Lui mi disse: “ho trovato la donna della mia vita, l’amore vero 30 anni fa (quindi aveva 53), mi sono separato a 40 in mezzo a drammi di vario tipo che mi hanno insegnato che nella vita ci sono momenti in cui bisogna salvare il salvabile.” io gli ho chiesto cosa volesse dire e lui ha detto “come quando ti va a fuoco la casa, non stai a pensare ai ricordi, ai cimeli a quello che avresti dovuto fare, a quello che hai sbagliato…salvi quello che più conta che è sempre e solo la vita tua e delle persone che ami. Salvare il salvabile significa accettare che quando un evento drammatico ti sconvolge la vita e mette una croce su tutti i tuoi piani e sulle tue convinzioni, allora devi riconsiderare e capire che la vita è adesso, non ieri non domani. ieri è bruciato tutto, domani è ancora da scrivere .. oggi non lascerò che i drammi passati avviliscano la vita. Questo vuol dire”. La donna era malata, un tumore della pelle che stavano cercando di curare. Lei era molto più giovane, ma sembrava molto stanca.. e dovevi vedere quanta fiducia le dava il marito. AMORE
Ciao a tutti,
Fdc piccolo inciso rispetto a quanto mi hai chiesto, io sono vicino ai 40 anni e non ho figli, quindi rispetto alla tua implicita domanada, Si anagraficamente si puo dire che io abbia piu’ possibilita ma non credo sia questo il punto, e non lo dico per superficialita o boria(tra l’altro eta esclusa sono molti i punti in comune con la mia storia) ma perche credo fortamente non sia questo il centro.
Anch’io capisco bene le considerazioni che fai,ma Il punto e’ che 30 ,40 ,50 o 60 anni non fanno alcuna differenza se (cito Aleba )scegli di rinunciare a vivere : ” sei tu in questo momento che scegli di rinunciare, non è la vita che ti scivola via”
Vedi Fdc gira e rigira, al di la dei mille perche’, al di la dei mille se solo avessi detto, se solo avessi fatto… devi accettare quando successo, la separazione c’e’ stata.Tu stai rinunciando a vivere : nel tuo quotidiano di oggi, tu resti li, rivivendo all’infinito il passato, rigettando il presente (non puo’ essere vero : non a me, non a noi, non dopo tutti quegli anni cosi meravigliosi e felici) e proiettando un unico possibile futuro : una riconciliazione in cui ripartiresti come se nulla fosse successo.
E la disperazione di non poter ristabilire il passato cosi com’era, cancella qualsiasi altra considerazione, qualsiasi altro dolore.
Sai Fdc, ieri rileggievo i post meno recenti e ti invito a riflettere sul fatto che quando avete fatto un tentativo di riavvicinamento (e quindi il grido del dolore dell’aver perso tutto si e’ attenuato) tu sei riuscito ad ascoltarti ed ecco che erano uscite alcune domande, considerazioni, dolori (cito tue frasi):
“””A me sembra che questa donna sia ormai in forte confusione. Confusione con se stessa
Ormai non riesco più ad entrare nella sua testa per cercare di capire. Forse anche prima credevo di conoscerla a fondo ma probabilmente non era così.
ma vedo in lei come una sorta di cambiamento radicale. Prima mi dava serenità. Ora mi mette ansia
Mi ha chiesto un figlio, ciò che io prima non volevo e che “dovrebbe” essere uno dei motivi per cui lei mi ha abbandonato. Io sono d’accordo ma un figlio nasce dall’Amore di due persone. Quell’Amore che adesso in lei non vedo
Io ho sposato lei con Amore, amandola per quello che era, accettandola con i suoi pregi e difetti e non pretendendo di cambiarla. E così ho pensato di lei nei miei confronti, dato che era quello che mi dimostrava. Se lei è in confusione il problema è suo. Non l’ho portata io ad andare in confusione. Se aveva qualche problema con me, qualcosa che non le andava bene, poteva parlarne discuterne. Cosa che lei non ha fatto. “”””
Poi pero’ il tentativo e’ naufragato ed ecco che tutte queste considerazioni sono scomparse, completamente azzerate. E sei tornato indietro di tre anni…. di nuovo hai smesso di ascoltari, vedi solo il dolore di quanto perso.