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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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Fdc,
Un’ultima considerazione, io credo che un’altro motivo, altrettanto fondamentale, per staccarti da questa falsa soluzione (tutto legato al non figlio) sia la dinamica che crea nella comunicazione post rottura con tua moglie.
Te ne parlai in passato, ma piu’ ci penso e piu mi sembra evidente che in lei e’ scattato quel meccanismo (inconscio) molto comune nelle persone che attivamente decidono di lasciare :
Per giustificare la decisione presa e andare oltre a dubbi e dolore lei sta inevitabilmente rileggendo TUTTO il passato in chiave ogni volta piu’ negativa , fino a travisare in maniera
sempre piu’ marcata i vostri vent’anni, facendoti diventare dalla persona che ha scelto per condividere la vita ad un mostro da cui e’ scappata.
Ti invito a riflettere sul suo comportamento post rottura (per esempio importi di restare fuori dalla malattia di tua suocera), e a rileggiere il tuo post nr 96 in cui elenchi quello di cui ti accusa ( alcune sono surreali, dai troppi viaggi allo sbuffare che diventa un reato criminale).
Adesso, per quanto difficile, cerca di estraniarti per un secondo e ti renderai conto che il meccanismo sopra descritto e’ in corso. Lo vedi vero ?!
Ora (anche se non escludo che sporadicamente probabilmente ci sono stati confronti anche serrati con tua moglie) di fondo tu cerchi di prenderti le colpe al fine di facilitare il ricongiungimento ma, secondo me, e’ un tragico e devastante errore : cosi facendo assecondi i suoi ragionamenti ed alimenti il meccanismo.. solo un reale e paritario confronto potrebbi aiutarvi.
Chiudo : piangere chiedendo perdono, magari appellandosi al passato, sembrerebbe poter dare una svolta : come puo’ ignorare dei ricordi cosi belli ? come puo restare insensibile ad una tua sofferenza cosi profonda ed evidente ?? Vedi, secondo me, parodossalmente lei vede la tua richiesta e il tuo dolore SOLO come una ammissione di colpa, e questo le causa l’effetto contrario : e’ come darle un forte e positivo riscontro a quel castello in aria che si e’ costruito.
Per ulterore chiarezza, lungi da me giudicare tua moglie, la mia supposizione e’ relativa solo al meccanismo di autodifesa che ho descritto, meccanismo che scatta a prescindere dalle qualita della persona (che possono essere splendide)
Ciao Myskin, Ciao Luna
Perdonatemi se stavolta non commento i vostri post. A breve avrò la separazione. Non so descrivervi in che stato mi trovo: angoscia, panico, depressione, ansia…tutto insieme. Sono praticamente paralizzato.
Pochi giorni fa sono riuscito a contattare mia moglie telefonicamente. Ho camuffato molto il mio stato d’animo. Ho cercato di parlarle con calma, con lo spirito di chi sa che a breve ci sarà un crocevia e che vorrebbe evitarlo.
Lei non si mette in discussione. Secondo Lei tutto nasce dal mio rifiuto di avere un figlio: io non lo volevo Lei si è disamorata. Il succo è qui. A nulla vale farle capire che ho sbagliato, che fondamentalmente era solo paura e che comunque ho fatto un passo indietro. No a Lei tutto questo non serve. Per Lei il mio non volere un figlio equivale ad egoismo e mancanza d’amore. Lei mi dice che io non immagino nemmeno quanto abbia sofferto per prendere questa decisione. E quanto male è stata e sta riferendo il tutto al figlio.
Lei non prende l’argomento riguardante il tradimento, Lei pone il tutto sul mio no al figlio. Il resto è una conseguenza (lo penso io perchè l’argomento non lo affronta).
Quando le dico che io mi sono messo per due anni in discussione mentre Lei non lo ha mai fatto non si immette nell’argomento…lo evita. Dice di avermi dato una possibilità qualche mese fa quando ci siamo rifrequentati. Mi ha detto che non ero cambiato, che il figlio io non lo volevo. Le ho risposto che in quel periodo Lei non mi ha dato una minima rassicurazione sul fatto che mi voleva bene, che mi amasse. Non si è posta nemmeno il problema di un uomo che, dopo la morte improvvisa del proprio genitore, avendo perso quindi un altro grande affetto della propria vita, sperava, credeva di poter riconquistare quello perso in precedenza. Ma aspettava un abbraccio, un bacio spontaneo, un “ti voglio bene” magari un “ti amo”. No, io dovevo buttarmi, lasciarmi andare durante l’amore, senza pormi minimamente il problema se mia moglie era tornata ad amarmi o no.
Bisogna buttarsi nella vita mi ha detto. Forse è vero, forse ha ragione Lei. Però vorrei chiedervi se in quell’occasione ho sbagliato ancora una volta. Se il mio “lasciarmi andare” poteva o no essere condizionato da un semplice “ti voglio bene”.
Dopo due anni di latitanza, dopo una richiesta di separazione, dopo un tradimento, dopo decine e decine di brutte parole non avevo diritto a sapere (magari anche ad essere preso in giro con le parole) se tua moglie provavo o no amore per te.
Sembro un automa in questi giorni. Guardo le altre coppie, apparentemente felici. Però padri con bimbi sulle spalle, così come avrei fatto io e continuo a chiedermi come chi ha perso una grande occasione “ma perchè non l’ho fatto anch’io, sarei stato come loro..meglio di loro”.
E ora sto qui con mille pensieri per la testa, alcuni gravissimi che non voglio nemmeno descrivere perchè me ne vergogno. E con un’ansia e angoscia tale che faccio fatica a descrivervi….
…Continuo a chiedermi cosa è successo a mia moglie. Se davvero una mia idea, per quanto sbagliata possa averla cambiata in questo modo nei miei confronti. Per un’idea non condivisa, per un desiderio che non si è incontrato con il suo, tutto il resto è stato cancellato.
Al telefono sembrava parlasse con un operatore dell’Enel, come se non fossi mai esistito. Eppure l’ho amata..la amo, di quell’amore vero, di quel sentimento che non fa parte dell’innamoramento no fa parte del bene, quello che si prova per sempre.
Ci siamo sposati senza intoppi, con la consapevolezza che sarebbe stato per sempre. Accordi su tutto.
Mi chiuedo e continuo a chiedermi incredulo come possa essere successo tutto questo. Da due anni leggete di un uomo angosciato, a pezzi. Non immaginate nemmeno quale sia stata la nostra storia: un corpo e un anima. Fino a quando il desiderio di un figlio ha cancellato tutto il resto. Io non lo desideravo…il resto non contava più. Sono uscite fuori accuse e parole che non meritavo, situazione assurde che ho menzionato nel post indicato da Myskin e che spesso…fanno ridere.
Nonostante tutto io so che Lei è una persona speciale, una gran brava ragazza, che mi ha dato tanto. Ma, con la testa e il cuore a pezzi mi chiedo: “perchè ora fa così ?”. Cosa scatta nella testa delle persone più pure in queste situazioni ?
Sono convinto che se domani morissi a Lei non fregherebbe nulla. Io non riesco a passeggiare in un borgo, a fare qualsiasi cosa che mi piaceva fare perchè il ricordo di Lei mi distrugge. Sono fermo, vado avanti ma sono fermo. Non riesco neanche a guardare una partita di calcio. Non so più cosa vuol dire rilassarsi.
Aspetto solo la sera…per dormire. La testa per un po’ scappa…va via…sogna qualsiasi cosa. Ma durante i sogni sono abbastanza sereno. Come mi sveglio ricomincia il tormento. Mi spavento quando mi accorgo che non mi fa più paura neanche la morte. Ne avevo il terrore!
Scusatemi
Fuori dal Coro, ciao. Capisco che per te questo momento di passaggio, la concretizzazione legale della separazione, sia molto duro. Ma mi sento di dirti, onestamente, che trovo questo passaggio molto importante, anche per la tua salute.
No, è solo la mia opinione, ma non credo assolutamente che tu abbia sbagliato mesi fa. Credo che tu ti sia ascoltato e che tu dica delle cose, emotivamente, non solo logicamente, assolutamente sensate.
Trovo che la frase “bisogna buttarsi nella vita” sia assolutamente fuori luogo da parte di chi in realtà ha posto anche il ritorno mesi fa su una posizione di solipsismo e di “controllo”.
Dire: “TU dovevi in quel momento buttarti nella vita” ma mentre lei si poneva in una posizione di zero empatia, zero ascolto dell’altro fuori da sè, zero messa in discussione solo decidendo cosa dovevi essere/provare/fare tu ecc è una baggianata colossale. E’ un atteggiamento narcisista. Lei si stava buttando nella vita perché aveva deciso lei cosa doveva succedere e cosa dovevi sentire tu, vedendo solo se stessa e passando sopra come un rullo al fatto che anche l’emotività dell’altro, le ragioni dell’altro, il sentire dell’altro, l’essere dell’altro esistono?
“Buttarti nella vita” equivaleva ad essere un robot che dopo anni che descrivi lucidamente, questi ultimi anni, solo premendo un bottone, quando per lei era il momento, il tempo, rispondeva come se fosse programmato? rispondeva (tu) non solo concretamente con un sì al “figlio ora, adesso, immediatamente, subito”, ma anche emotivamente dava la risposta che lei era disposta ad accettare, solo quella? Non doveva esistere il fatto che tu potessi essere ferito, anche dalla morte di tuo padre, o che tu avessi bisogno (che c’è di strano?) di sentirti dire ti amo, o di sentirti rassicurato di essere amato?
Forse non riesco a spiegarti questo concetto, ma per me è molto chiaro.
E per me non hai sbagliato affatto. E non hai sbagliato di base perché esistevi anche tu. e ciò che racconti non è una posa, è ciò che sentivi, eri. E non c’è nulla di strano, contorto, sbagliato, a mio avviso, in come tu ti sentivi in quel momento.
Mi appare molto meno un buttarsi nella vita il suo di atteggiamento che il tuo. Il suo, mesi fa, mi sembra un atteggiamento di controllo dell’altro, della realtà, e solipsista.
E’ facile addossare all’altro anche la responsabilità della nostre scelte.
Lei ha scelto, anni fa, come ha scelto durante questi anni, come ha scelto mesi fa. Ha scelto come rapportarsi con la realtà, se stessa, te, le situazioni. Ha scelto.
Poi può dipingersi come vittima, non agente, e dare ogni responsabilità a te, e tu puoi anche continuare a cascarci, ma spero che tu esca presto da questo meccanismo, e che la separazione legale ti aiuti a farlo.
@Lei non si mette in discussione. Secondo Lei tutto nasce dal mio rifiuto di avere un figlio: io non lo volevo Lei si è disamorata. Il succo è qui. A nulla vale farle capire che ho sbagliato, che fondamentalmente era solo paura e che comunque ho fatto un passo indietro. No a Lei tutto questo non serve. Per Lei il mio non volere un figlio equivale ad egoismo e mancanza d’amore. Lei mi dice che io non immagino nemmeno quanto abbia sofferto per prendere questa decisione. E quanto male è stata e sta riferendo il tutto al figlio.
Lei non prende l’argomento riguardante il tradimento, Lei pone il tutto sul mio no al figlio. Il resto è una conseguenza (lo penso io perchè l’argomento non lo affronta).
Quando le dico che io mi sono messo per due anni in discussione mentre Lei non lo ha mai fatto non si immette nell’argomento…lo evita. Dice di avermi dato una possibilità qualche mese fa quando ci siamo rifrequentati. Mi ha detto che non ero cambiato, che il figlio io non lo volevo. Le ho risposto che in quel periodo Lei non mi ha dato una minima rassicurazione sul fatto che mi voleva bene, che mi amasse. Non si è posta nemmeno il problema di un uomo che, dopo la morte improvvisa del proprio genitore, avendo perso quindi un altro grande affetto della propria vita, sperava, credeva di poter riconquistare quello perso in precedenza. Ma aspettava un abbraccio, un bacio spontaneo, un “ti voglio bene” magari un “ti amo”. No, io dovevo buttarmi, lasciarmi andare durante l’amore, senza pormi minimamente il problema se mia moglie era tornata ad amarmi o no@.
Fin qua ti ascolti, ti ascolti e osservi. Osservi le dinamiche, osservi che siete in due e il suo atteggiamento.
Poi ritorni nel calderone. Il calderone del “è colpa mia”.
Non so che dirti, FDC, perché lei te la pone così e tu ci caschi.
Non sto dicendo che lo faccia apposta, ma è quello che fa.
Lei se ne esce da vittima, ed è tutta colpa tua.
Anche se ci sono delle sue inadeguatezze le scarica tutte a te.
Anche se ha smesso di amarti e quindi ha dato un’altra deviazione alla sua e tua vita è tutta colpa tua, quindi si toglie ogni responsabilità anche di aver agito sulla sua propria vita, e non solo sulla sua, perché comunque una coppia è formata da due individui, non da uno totalmente attivo e l’altro totalmente passivo.
Quando tu uscirai dal meccanismo in cui sei intrappolato e pensi pure sia tuo dovere stare ne vedrai di cose, FDC, che ora non vedi, credo. E troverai anche una tua pace rispetto a cose con cui oggi ti tormenti.
Hai preso su di te questo ruolo, il ruolo di essere il responsabile.
Lei ti ha dato e lasciato questo ruolo, è comodo.
Tanto è scomodo per te quanto è più comodo per lei. Mi auguro che tu possa tornare presto libero. Non libero in quanto single, separato, libero da queste dinamiche. Ma devi fare la tua parte anche tu, ti dovresti rendere conto. Vuoi renderti conto che, comunque sia andata, è una visione totalmente antidemocratica? No. Non vuoi. Quando vorrai sarà sempre ora.
Ciao Fdc,
Mi spiace per il momento cosi difficile,capisco quanto nell’immediato possa essere duro, ma concordo con Luna sul’importanza di questo passaggio (troppo il tempo in cui eri nel limbo) e credimi non dico quanto sopra alla leggera o per partito preso… conosco sin troppo bene il dolore che stai provando….
Di mio che dirti… nel momento in cui di fondo di addossi La Colpa( non aver voluto un figlio) diventa assolutamente normale che resti fermo li, su due perche : Perche’ sono stato cosi ingenuo da non aver voluto un figlio a tempo debito ?! Perche’ mia moglie ha rinnegato il passato, ed ora sono per lei un estraneo ?
Ma vedi, (per l’ennesima volta) non e’ cosi,il non aver voluto un figlio e’ una falsa soluzione che ti porta a porti delle false domande…. , ma dentro di te qualsiasi altra riflessione viene spazzata via dalla disperazione che portano le due domande di cui sopra…. lo capisco bene (ci sono passato anch’io) ma devi scuoterti da li, devi scavare e rimossa quell’altissima montagna di dolore trovare un barlume di lucidita, e di amor proprio.
Ma verosimilmente anche questo mio spunto di riflessione non ti arrivera‘ mai,rimbalzato via da quel muro di gomma fatto di dolore e disperazione….
E allora anche se forse non dovrei,cambiero approccio e provero a rispondere alle domande del tuo post precedente (e lo faro dando per certo tutto il bello che descrivi di tua moglie) :
Cosa scatta nella testa delle persone più pure in queste situazioni ?
Lei era ed e’ una meravigliosa persona, ma da quando ha scelto di lasciarti per non affrontare le responsabilita’ che questa scelta comporta, ha inconsciamente trovato una via di fuga. Non c’e’ cattiveria, semplicemente e’ anch’essa schiava di quel tranello di cui parla Luna : ha scelto il ruolo della vittima ; da li, in poi tu sei diventato il carnefice, ed ogni santo giorno questa nuova definizione del Voi diventava sempre piu’ marcata e quindi sempre piu’ lontana della realta. Nella sua mente tu ORA sei l’Orco che ha generato tutto. Il REALE passato non e’ nemmeno uno sbiadito ricordo, tutto e’ stato riscritto.
perchè ora fa così ?
Per le ragioni di cui sopra, perche’ ora ai suoi occhi non sei piu Fdc: l’uomo con cui aveva deciso di condividere la vita, sei un nemico, ed ogni volta che sente dalla tua voce, si ho sbagliato ma ho capito e sono cambiato, non ascolta il tuo messaggio per intero,
sente solo : si ho sbagliato,non tutto il resto. Vede solo che tu confermi di essere l’orco.
Fdc, cerca di riconoscerti che quanto stai subendo e’ profondamente ingiusto : se in una relazione amore, chiarezza e lealta sono presenti (dentro di te sai che tu avevi questi caratteristiche) una soluzione si sarebbe trovata.
Scuotiti Fdc, lo devi a te stesso, e alla fine anche a tua moglie: che sta basando il suo presente e futuro su un castello in aria che si e’ costruita.
Sono d’accordo con te, myskyn. Questa dinamica rischia veramente di diventare ‘patologica’ nella sua fissità, perseveranza, nel ‘gioco di ruoli’.
Ciao Myskin
Grazie delle tue belle e profonde parole, e grazie anche a Luna.
A breve avrò l’udienza per la separazione. Una firma che cancellerà quello splendido giorno che è stato quello del nostro matrimonio. Un giorno in cui io, ma sicuramente anche Lei, credevamo in quello che facevamo.
Quel fantastico giorno verrà cancellata da una fredda sentenza di tribunale che non tiene conto di emotività e sentimenti.
Non so davvero cosa sia scattato nella testa di mia moglie. Forse realmente ha sofferto più di quanto io possa immaginare per la mia negazione di un figlio.
L’altro giorno, quando l’ho sentita, mi ha parlato ancora una volta, con le lacrime agli occhi di quanto aveva desiderato un figlio con me.
Ma allora perchè, perchè non ha accettato il mio passo indietro. Sono maturato, ho capito…che c’è di tanto strano ?
C’è stata e forse c’è ancora un’altra persona nella sua vita. Io non ho detto niente a nessuno, per proteggerla, nella speranza di aggiustare tutto tra di noi. Ma Lei questo non l’ha capito. Lungi da Lei ammettere la relazione. Agli occhi di tutti risulta da sola. Lei incolpa solo me che sono la causa di tutto, anche del suo tradimento. L’orco come dici tu Myskin.
Agli occhi di tutti qualche mese fa mi ha dato una seconda possibilità che io ho buttato al vento per “non essermi lasciato andare” in un momento in cui avrei voluto sentirmi dire “ti voglio bene, ti amo”. Agli occhi di tutti non sono il marito tradito, ma quello che non le ha dato un figlio. Lei è la donna sfortunata.
Ma come può una donna meravigliosa come Lei (perchè lo è Myskin), agire in questo modo. Mi butta fango addosso sapendo che io so cosa ha combinato, e sapendo che io ho taciuto per amor suo. Perchè ?
Perchè scegliere il ruolo della vittima ? E anzi perchè far credere a tutti che io voglio passare da vittima solo perchè ho detto di stare male ? So che accade di peggio nella vita. Ma da Lei questo no, non me lo aspettavo. Lei che tremava al funerale di mio padre.
Non so se realmente Lei sta basando il suo presente e il suo futuro su un castello in aria che si è costruita. Io son convinto che tra poco Mister X uscirà fuori e sarà tutto normale perchè agli occhi di tutti è ormai una donna separata.
A me non resta l’amaro in bocca ma il fiele. Perchè alla fine di tutto una famiglia non me la sono costruita pur avendone avuto le possibilità. E pur desiderandola fortemente oggi non riuscirei a pensare di fare un figlio con una donna che non sia mia moglie. Sarebbe bello avere un figlio ma quanto dolore proverei nel tenerlo in braccio sapendo che non è figlio di Lei che per anni mi ha chiesto di voler essere sua madre.
Grazie ragazzi, non so se c’è ancora un ulteriore fondo da toccare
FDC, fermo restando che il futuro non lo conosciamo, e che già a volte “stare nel presente” risulta difficile (lo dico per i tuoi continui rimandi al passato, ma in realtà è proprio ciò di cui avremmo più bisogno lo stare nel presente…) mi pare abbastanza naturale che tu OGGI non riesca a pensare di avere un figlio da una donna che manco ancora conosci e di cui ancora non sei innamorato. Non sto dicendo che ti innamorerai per forza, nè che non sia naturale anche che tu in questo momento formuli un pensiero di questo tipo, ma è chiaro che in questo momento stai parlando di un’immagine mentale teoricamente futura, ipotetica, ma con le tue sensazioni di oggi, 3 ottobre 2012.
Mi auguro che se un giorno, più o meno prossimo, avrai un figlio da una donna non avrai di questi pensieri, no? ora ti vedi come uno a cui improvvisamente viene catapultato un figlio in braccio, se pur suo, da una perfetta sconosciuta con cui non c’è un forte legame… ma quella donna, al momento, non esiste… è una proiezione della tua mente, del fatto che tu adesso NON ti senti in un certo modo…
@una fredda sentenza di tribunale che non tiene conto di emotività e sentimenti.
Perdonami, FDC, ma quella fredda sentenza di tribunale come fa a diventare un soggetto che non tiene conto? intendo dire, non è mica venuta a cercarvi la sentenza, non è che una mattina un avvocato si è sognato che voi due dovevate dividervi, senza tener conto della vostra emotività e dei vostri sentimenti.
Qualcuno l’ha chiesta e voluta quella separazione, o no?
Una persona che si mette in posizione passiva – tu abitualmente la metti, oggi, in questo post finalmente no, o molto meno – l’ha voluta. Tenendo conto, perlomeno, della propria emotività e dei propri sentimenti. Ciò che il Mister X appaia o no.
In una relazione non basta che uno voglia che la relazione ci sia, in questo senso il 50 per cento del no pesa in una separazione più del 50 per cento che vorrebbe il sì. Le ragioni per cui pesa di più mi sembrano abbastanza evidenti.
Questa separazione legale, tra l’altro, giunge dopo tre anni. Non dopo un litigio sbattendo la porta. Non certo l’indomani.
Io non so perché tua moglie ponga così la questione davanti agli altri. Personalmente, forse, non l’avrei neppure posta davanti agli altri, indipendemente da avere la coda di paglia o meno. Intendo dire che non serve spiegare agli altri perché un amore è finito, o di chi sono le responsabilità. Oggi ho incontrato una mia amica d’infanzia e riguardo il suo matrimonio, in crisi, ha fatto semplicemente un’espressione eloquente. L’espressione di chi è dispiaciuto che quella decisione convinta, dieci anni fa, per loro, stia avendo altri esiti. Non mi ha detto che è colpa sua, nè che è colpa di lui. Non mi ha detto niente. Ha fatto un’espressione eloquente, che non era di rabbia, nè di rivalsa, nè di vittimismo. D’altra parte io non le ho neppure chiesto: ma la COLPA di chi è?
E’ ovvio che se un giorno volesse parlarmi l’ascolterei e ovviamente non posso sapere se con altre persone ne dice di tutti i colori su suo marito o si prende tutte le colpe del mondo.
Non posso sapere a che punto sia della sua rielaborazione. Ma poiché io non sono andata a dirle: è tutta colpa mia/è tutta colpa di lui, riguardo me, posso capire benissimo anche perché una persona non lo fa. Anche perché può metterci del tempo per non prendersi tutta la colpa o darla tutta all’altro, allorché una storia d’amore importante finisce.
La mia storia è stata estremamente importante e anche estremamente bella e vera, intensa e complice, al di là dei suoi anni bui lo è stata. Non so cosa ti dirò tra uno, due, tre anni. Credo che non potrò mai rinnegare ciò e non soltanto perché è stata lunga due decenni. Io rifuggo dal fermarmi a parlare con persone che mi chiedano: perché?
E non perché mi vergogno del fatto che sia finita, non perché penso che io abbia colpe da nascondere celandole con altre colpe, nè perché temo il giudizio altrui. Di analisi, ovviamente, ne ho fatte molte,
le rielaborazioni non sono finite, lo shock non è del tutto riassorbito, l’incredulità credo sia propria di chiunque abbia creduto fortemente in un amore, compreso, ovviamente, il proprio.
A dire il vero ho sempre provato la sensazione, anche quando tentavo di spiegare le cose, di essere sempre troppo parziale o troppo poco imparziale. Di non riuscire comunque a dire quel tutto, quel groviglio di cose che non è soltanto una crisi ma ciò che proviamo di fronte a certe situazioni. Un po’ come accade con la malattia di una persona cara, con la morte di una persona cara.
La persona cara, il tuo rapporto con la persona cara, la sua malattia, la sua presenza, la nostalgia… un mondo di cose, così tante da non stare nelle parole. Un mondo di cose che una persona, da fuori, può involontariamente ferire, violare involontariamente anche cercando di dirti la cosa migliore che gli riesce, o una sua razionalizzazione, proiezione.
Anche quello che provo rispetto alle persone che ho perso, ma anche alle persone a cui voglio bene, è uno scrigno prezioso, qualcosa per cui le parole non bastano. Nel bene e nel male, in certi casi. Eppure poi ti capita di incontrare uno sguardo, come qllo della mia amica di oggi. Qualcuno che ha vissuto qualcosa che non sarà mai identico a ciò che hai vissuto tu, già solo xké il tuo vissuto sta dentro di te, il suo in sè, eppure non servono neppure molte parole.
Dopo il tempo delle tante parole, tante analisi, tanti pensieri aggrovigliati e del tentare di contenere l’ansia attraverso una COLPA ecc spero che tu, se la cosa può giovarti (credo sinceramente di sì), ti conceda il tempo di un silenzio, di un’introspezione più costruttiva e quieta. Non ho detto meno dolorosa ora, ho detto però più costruttiva. Senza tanto rumore, anche delle sue parole, dette a te e agli altri, giustificazioni, versioni. A qualsiasi cosa siano servite a lei.