Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
Pagine: « Prec. 1 … 135 136 137 138 139 … 167 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 … 135 136 137 138 139 … 167 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
si chiama depressione, probabilmente, ma se non te la fai diagnosticare e non la curi… Comunque ‘tu sei la mia guida’ a me non pare una gran frase. Capisco il significato emotivo che le dai, ma è una frase dipendente. Che spiega, forse, perché a te non era concesso sbagliare mai. Anche se eravate due adulti. Se non centri questo e vedi solo come positivo questo modo di vederti da parte sua non ti è facile uscirne, no. Non eri nè suo padre nè il suo tour operator nell’esistenza. E se lei non è stata capace di vedervi alla pari, per quanto tu ci veda un valore, l’errore è suo quanto tuo.
Ciao Luna
Non so se sia depressione. Circa due anni fa consultai una neurologa la quale mi disse che si trattava di “depressione reattiva”. Non mi diede nulla se non un po’ di xanax al bisogno. A questo punto vorrei chiederle un nuovo consulto per vedere cosa è e cosa posso fare.
Di certo così non posso andare avanti. Mi sforzo ogni giorno, per fortuna mangio e dormo. Certo è che faccio molte cose ma tutto senza entusiasmo semplicemente perchè in qualsiasi cosa che faccio mi assale il ricordo di Lei. E non riesco a pensare ad altro se non al nostro periodo felice. In quella frase c’era scritto che non solo ero “la sua guida” ma anche “la sua gioia di vivere”. Personalmente avevo dato più importanza alla prima frase che non alla seconda.
Si eravamo due adulti hai ragione. Credo che alla fine Lei sia passata dal vedermi da adulto a bambino visto che a mio parere il suo cambiamento nei miei confronti può essere stato causato dal fatto che non volevo assumermi delle responsabilità, con evidente riferimenti alla responsabilità di avere un figlio. E forse può essere uno dei motivi per cui si è disamorata. Strano però che mi vedesse non responsabile solo per quel motivo. Perchè per il resto non mi risulta di essermi mai tirato indietrro di fronte a nulla.
Ciao
neanch’io so se lo sia. Però stai cosí ora, non due anni fa. La depressione reattiva ha un suo corso, peggiora o migliora etc. Direi che andare a fare un controllo, un tagliando, male non può farti. Non so se ti ha visto bambino, ma se secondo lei tu, a differenza di lei, non potevi tentennare, sbagliare mai (ma questo sarebbe un errore suo, anche di dipendenza e di ruoli) comunque ciò non significa che a te non fosse, sia, concesso di essere umano quanto lei. Nè che tu avessi il dovere di essere infallibile mentre lei no. Non so perché, realmente, lei si sia disamorata, ma ciò lo dico a te perché TU ti massacri per non essere stato infallibile. Attribuendo solo o prevalentemente a te una dinamica di coppia. Perché lei te l’ha messa giù così. In realtà già dicendo, come donna adulta, sei la mia guida, pare a me che lei già dimostra anche una sua impostazione. Da adulti nell’altro non dovremmo vedere una guida, semmai un compagno di strada. E’ anche comodo dire che è l’altro a guidare. Potremo rinfacciargli di avere scelto quando però abbiamo usato il suo lato decisionista quand’era comodo.
guidi tu, tu tieni la mappa, tu scegli se andare a destra e sinistra. Me lo chiedi sempre dove voglio andare, però mi tolgo responsabilità perché comunque guidi tu, sai tu, sei più “grande” (tra 2 adulti?), ci sei. Poi però quando mi è sempre andato bene darti un certo ruolo -per quanto sia andato bene anche a te- quando arriva una decisione in cui (ma confusa) la guida alpina ha il dovere di decidere ‘giusto’ anche in modo telepatico (nota la deresponsabilizzione). Dicendo no è colpa tua, se dicevi sì ad aver voluto un figlio era stato la guida. Perché non dirlo chiaro? Prendersi la netta, chiara, responsabilità di dire ‘io voglio un figlio?’ . Più facile dire che il tour operator della relazione DOVEVA capire, DOVEVA scegliere lui per entrambi. Anche nel sì.
Ciao Luna
Ultimamente sto parlando spesso con un mio amico con il quale ci conosciamo da più di venti anni, esperto di psicologia di coppia. Dalla sua analisi non riesce a capire come un uomo come me posso aver scaturito in mia moglie tanta rabbia e quasi odio. La sua “diagnosi” si è fondata sul fatto che, da quel che racconto, ho agito con una personalità tale da rasentare l’imposizione. Un’imposizione dalla quale lei non si è saputa esimere, fin quando, probabilmente supportata da una terza persona è riuscita ad uscire “dalla prigione”.
E’ quasi un mese che parlo con questa persona. Non so se dargli torto o ragione. Io so solo che nella mia vita non ho mai imposto nulla a nessuno. Ho solo espresso le mie idee. Ho solo fatto chiarezza, nei casi in cui era necessario, come in un rapporto di coppia, come ero fatto, cosa mi piaceva e cosa non mi piaceva. Questa cosa, secondo lui, ha il valore di chi alla fine pensa prima a se stesso e poi agli altri. Non so se sia vero. Io cerco sempre di farmi conoscere, di non nascondermi. Di tirar fuori i miei limiti, soprattutto quando mi trovo di fronte a situazioni importanti quali possono essere una relazione duratura e altresì un matrimonio. La sua analisi si basa sul fatto che “di fronte a me non furon cose create”. Come se io aspirassi al mio benessere a discapito di quello degli altri. Io mi sento di dire che ho sempre cercato di raggiungere il benessere/equilibrio psico/fisico, ma non a discapito degli altri. Certo è che se una persona mi crea disagio lo faccio presente. Quello che posso dire e che ho sempre cercato persone con le quali potesse esserci sintonia. Così come con mia moglie. E continuo a ripetere che se ho fatto un errore è stato quello di non aver voluto un figlio. In questo caso a suo dire mettendo in secondo piano le esigenze altrui, ergo quelle di mia moglie. Non credo di essere questo tipo di persona. Io combattevo con me stesso per risolvere una questione che credevo di aver chiarito e cercavo di convincermi ad accettare quel cambiamento di vita susseguente all’arrivo di un figlio. A volte con questi discorsi mi sembra di essere messo alla gogna, quasi fossi l’esempio unico di egoismo. Mah
Ciao
Ciao Luna, Fdc
Fdc, mi riallaccio al mio ultimo post e alla tua risposta: so che e’ inconscio ma i tuoi meccanismi di autodifesa sono cosi alti che non finiscono di sorprendermi per come riescono a farti sgusci via… quando non puoi dire che determinate riflessioni non sono inerenti alla tua situazione, ecco apparire il non capisco..
Cerco di spiegarmi meglio, la semplificazione : ” e’ tutto dovuto al non aver voluto un figlio”, anche se fonte di profondo dolore allo stesso tempo ti permette di lasciare intatto ed immacolato il passato (incluso l’immagine di tua moglie in quel periodo).
Vedi Fdc (ritorno su un’ altra parte di un precedente post da cui ti sei divincolato…) nel tuo percoso di comprensione di quanto successo eri arrivato a valutare se (cito ancora le TUE parole) :
“Onestamente mia moglie non è chiara. Mi spiace dirlo nonostante io la ami. Ma lei non è chiara. Se veramente voleva un figlio dal marito e amava suo marito avrebbe dovuto anche lei fare un passo indietro così come l’ho fatto io”
“Però io ho agito con sincerità e lealtà. Lei comunque no. Lei ha agito in maniera subdola ”
Io credo che il mettere in discussione ed affronatre quanto sopra sia stato per te cosi devastante che hai cercato con tutte le forze una via di fuga.. e l’hai trovata dando come risposta un UNICO singolo evento, “il non figlio”.
Aggiungo un altro elemento, anche la ( naturale e stragiustificata) speranza di arrivare ad una riconciliazione ha giocato un ruolo centrale nel falsare la tua percezione di quanto successo. Vedi io credo che tu abbia avuto paura che un reale confronto a 360 gradi con tua moglie abbia inevitabilmente portato ad un punto di non ritorno… mentre addossarti tutta la colpa e legare tutto ad un solo evento, e’ piu semplice e, soprattutto, sembrerebbe lasciare aperta la porta ad un lieto fine : tua moglie ti perdona per il tuo unico errore e tutto ricomincia… perfetto come prima..
Pero, e’ una falsa soluzione,e ahime finche non ti smuovi da li purtroppo temo non potrai che scivolare sempre piu‘ giu.
@Luna,Grazie 🙂
Ciao Myskin ben trovato, spero tu stia bene.
Si, credo sia tutto vero quello che dici.
Queste frase: “Onestamente mia moglie non è chiara. Mi spiace dirlo nonostante io la ami. Ma lei non è chiara. Se veramente voleva un figlio dal marito e amava suo marito avrebbe dovuto anche lei fare un passo indietro così come l’ho fatto io” “Però io ho agito con sincerità e lealtà. Lei comunque no. Lei ha agito in maniera subdola ”
sono effettivamente terribili per me. Perchè in realtà è quello che è successo.
E in effetti mettere in discussione e affrontare quanto sopra sarebbe stato per me devastante. E’ vero.
Non ho la palla di vetro, ma ho sempre dentro di me la netta sensazione che se tutto fosse andato liscio, se cioè normalmente come la maggior parte delle coppie formano una famiglia non sarebbe successo nulla di trascendentale.
Purtroppo caro Myskin non riesco a pensare a qualcosa di diverso. Sostanzialmente posso solo pensare che ad un certo punto lei abbia tirato delle somme, non abbia più sopportato qualche mio immancabile difetto e abbia scelto di percorrere un’altra strada visto che con me non si cavava un ragno dal buco.
E’ ovvio che non facendo un passo indietro ha ammesso implicitamente che non mi amava più.
In questi due anni non ho fatto altro che mettermi in discussione. Mettere in discussione il mio carattere, il mio modo di agire, per capire dove ho sbagliato al di là del figlio.
Le mie paure, i mie dubbi le mie incertezze, il mio non ascoltare gli altri.
Insomma per farla breve. So bene dove ha sbagliato mia moglie e ciò mi ha deluso molto, anzi mi ha fatto davvero molto male.
Però nello stesso tempo vorrei capire dove ho realmente sbagliato io e perchè. Soprattutto perchè ripeto: mia moglie non sarà perfetta, avrà fatto i suoi errori ma credo che raramente si incontrino persone come Lei.
Per questo non riesco ad uscire dalla mia situazione.
Aspetto tuoi commenti
Ciao
FDC: ciò che tu riporti di ciò che ti ha detto il tuo amico è comunque filtrato da te, che sarai colpito anche da una cosa piuttosto che da un’altra. Non sto dicendo che non sei affidabile nel dare un resoconto, è normale che io ti dica questo perché non sto sentendo cosa dice lui e come lo dice. Però concordo con Myskyn (ciao!), come mia percezione, ovviamente, che tu in effetti in generale sgusci.
comunque, se posso, mi piacerebbe sapere cosa intendi per: un amico esperto di psicologia di coppia, che è una definizione abbastanza seria.
Non ho capito: è uno psicologo?
è un terepeuta di coppia?
è un cultore della materia?
è una persona che ti sembra particolarme portata a fare una serie di ragionamenti?
perché comunque la differenza è sostanziale tra un amico e uno psicologo, tanto che, per avere la massima oggettività, chiamiamola così, spesso due amici psicologi neppure si farebbero “terapia” vicendevolmente, credo, nella maggior parte dei casi.
@La sua “diagnosi” si è fondata sul fatto che, da quel che racconto, ho agito con una personalità tale da rasentare l’imposizione. Un’imposizione dalla quale lei non si è saputa esimere, fin quando, probabilmente supportata da una terza persona è riuscita ad uscire “dalla prigione”@
@n questo caso a suo dire mettendo in secondo piano le esigenze altrui, ergo quelle di mia moglie@
messa giù come la metti tu (io non sento parlare lui) questa “diagnosi” – mi sembra piuttosto giudicante e unilaterale per venire da uno psicologo.
O forse semplicemente tu la leggi e riassumi così.
Io non sto dicendo che il tuo dialogo con il tuo amico non possa avere un’utilità, farti bene, darti spunti, nè che il tuo amico non possa essere un uomo intelligente e un’ottima persona, nè che non si stia impegnando nell’analizzare con te la situazione. Peraltro ti sta ascoltando, sta dialogando con te da un mese.
Ma ciò che intendo dire è che comunque sia tu ti poni di fronte alla questione, e al nocciolo della questione, in un preciso, determinato modo, molto univoco, molto più di quanto tu ti rendi conto, secondo me, e che quindi il dialogo probabilmente verte comunque in un certo ambito molto stretto di possibilità.
Intendo dire che comunque il fatto che tu credi di trovare più risposte nel parlare con una persona che conosci da 20 anni potrebbe essere invece persino fuorviante, perché comunque una persona che ti conosce da 20 anni ha anche una certa idea, oltre alla sua idea proiettiva, forse.
Poi ripeto, non so se questo tuo amico sia uno psicologo di coppia, perché la tua definizione di “esperto di psicologia di coppia” è ambigua. E se lo fosse io certamente non dovrei intromettermi in un lavoro che state facendo insieme (per quanto starebbe facendo il terapeuta di coppia parlando con un individuo solo di una coppia scoppiata), ma da ciò che scrivi (che sia pure come tu filtri delle informazioni e delle riflessioni) c’è qualcosa che mi stona. Mi stona il fatto che nei casi in cui io ho avuto a che fare con dei
terapeuti l’approccio alle sensazioni e ai fatti era molto diverso da quello che descrivi.
Per carità, non tutti i terapeuti saranno uguali, però mi sembra strano che non si lavori su un altro piano (che è poi quello da cui tu sgusci).
Quello, appunto, che riguarda il tuo sentire e non quello di un’altra persona, assente.
Quello che esula dal giudizio e da “etichette”.
Quello che esula dai singoli fatti.
Quello che non presuppone vittime e carnefici ma dinamiche in cui ogni individuo conserva un suo margine, e non ristretto, di responsabilità, funzionamento personale, sue proprie ragioni di equiliibrio…
In sintesi, FDC, a me sembra un po’, onestamente, anche se posso ovviamente sbagliarmi, che tutto ciò che faticosamente fai per sciogliere un nodo sbattendo sempre contro però allo stesso ristretto margine di analisi e “diagnosi” ti allontani in realtà da una risoluzione di un conflitto (che è interiore, ancor prima che esterno) e anzi ti porti fuori strada.
A mio avviso tu hai molto più bisogno di qualcuno superpartes che non abbia dei preconcetti su chi sei o saresti tu o chi è o sarebbe lei per guardare il tuo malessere e ok anche le dinamiche in modo molto più obiettivo.
Questa la mia opinione.
Beninteso non ti sto dicendo che questo tipo di “lavoro” tu puoi farlo in un forum. Non ti sto dicendo che sono gli sconosciuti di un forum che possono darti quella oggettività e quel tipo di “procedimento”. Nè sto dicendo che tu non possa chiacchierare con gli amici o che tu non possa farlo in un forum. Dico però che questo incastro che tu hai dentro di te, anche con questa questione sul figlio e la valenza che TU, innanzitutto TU dai a quella questione, alla connessione con il resto della vicenda e delle sensazioni, all’opinione che ne assumi di te stesso, ecc ecc sono cose che dovresti affrontare in adeguata sede e con adeguati esperti.
Mi hai detto che vai dallo psicologo.
Quanto ci vai permettendoti di fare un lavoro insieme a te? Sai, perché dipende anche quanto tu ci vai già con le tue tesi precostituite e un’idea troppo precisa di cosa dovrebbe fare per te.
Quando dialoghi con questo tuo amico secondo te cosa stai cercando?
Perché comunque, qualsiasi cosa lui ti dica, di per sè lui non può cambiare i fatti, nè cosa passa per la testa a lei. Cosa che neanche sa.
Stai cercando che ti dica che puoi assolverti?
Stai cercando che ti dica che invece puoi continuare a darti addosso?
Cerchi il conforto quando ti sfoghi?
Cerchi di capire… capire cosa? perché comunque tu cerchi di capire a posteriori il passato perché non accetti di accettare il presente, mi pare.
Tu con queste “analisi” basate su presupposti arbitrari, anche tuoi, FDC, non fai che ingripparti in cervello e basta. La parte razionale messa così “male” a servizio di un problema emotivo crea solo più casino in te. Ma è un concetto che ti sfugge in questo momento…
@falsa soluzione, finche non ti smuovi da li purtroppo temo non potrai che scivolare@ già…
Ciao Fdc,Luna
Fdc, qui tutto ok grazie. Mi spiace molto sapere che gli ultimi giorni siano stati particolamente tetri, conosco bene l’angoscia e tormento del (come l’hai giustamente definito) “non vivere “,ti sono vicino.
Tornando sul tuo ultimo post, anche se capisco la tua necessita di analizzare il piu’ a fondo possibile quanto successo alla ricerca del “dove ho realmente sbagliato” credo sia arrivato il momento di fermarti, sono ormai almeno due anni che ti analizzi al miscrosopio e la riflessione rischia di tramutarsi in ossessione.
Cerca di fare davvero tuoi, e tieni sempre in evidenza due punti dei tuoi pensieri
– indipendentemente da tutto hai agito con sincerita e lealta
– se tua moglie veramente voleva un figlio dal marito e lo amava avrebbe dovuto anche lei fare un passo indietro (il problema non risiede qui, eventuali errori, fatti in buona fede, sarebbero stati superabili)
Vedi Fdc, secondo me tu sei ancora nella prima fase del dolore : la negazione e rifiuto di quanto successo.
A rischio di essere ripetitivo:
sono sempre piu convinto che dentro di te la speranza di una riappacificazione ti stia allontanando sempre di piu’ dal cuore del problema.
Non accettando quanto successo, e volendo con tutte le tue forze ristabilire il passato cosi com’era, non affronti il presente.
Ancora una volta: se il problema viene solo da te e dai tuoi comportamenti, allora il semplice perdono di tua moglie renderebbe possibile fare tornare ESATTAMENTE tutto come prima (come se questi tre anni fossero stati un bruttissimo incubo) Ma NON e’ cosi : in ogni caso (anche il piu’ positivo) il futuro non potra piu’ essere una replica del passato.
Aleba aveva fatto un paragone molto calzante con un terremotato e la sua casa (il vostro rapporto ventennale). Fdc, per ripartire devi prima accettare che il terremoto c’e’ stato. Struggerti pensando : ah se solo avessi fatto delle migliorie antisismiche (che sia un figlio o qualsivoglia altra tua decisione/atteggiamento) oggi a terremoto AVVENUTO, non ti porta da nessuna parte.
Devi aprire gli occhi e accettare la realta, dei fatti : ad oggi la casa e’ inagibile, solo cosi potrai muoverti nel futuro, e accertare se possibile ricostruire i danni del terremoto. Ricostruire con NUOVI materiali, indietro nel tempo ahime non si puo’ tornare.