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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore aleba.
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Ciao FDC. Le sensazioni che descrivi in chiusura mi sono alquanto chiare. So. Il tempo è una variabile che si aggiunge al senso di spaesamento/nostalgia, etc. Intendo dire che non serve essere stati insieme 20anni per sentirsi come dici. Conta come ci si è posti nei cfr di una persona, dei progetti, della storia, delle aspettative, dei sentimenti, del senso di fiducia, complicità e ‘eternità’. Di per sè il tempo non basta, conta come hai vissuto le cose e/o a che punto eri. Neanche mio ‘zio’ avrà potuto resettare del tutto, suppongo, 40anni con sua moglie, due figli, una nipote, tutto un mondo di abitudini, affetti e ricordi, luoghi. Formalmente lo ha fatto, è sparito da 3 anni, ma i ricordi li avrà. Però li legge come chi un’altra vita se l’è fatta eccome. Anche se all’inizio sarà stato spaesato, la spinta ad andarsene è stata maggiore. Quindi, di per sè, il tempo non basta. E’ un problema in più, certamente, per lo spaesamento di chi resta, di chi sta dalla parte tua. E mia. Il fatto è che il solo modo per ricominciare a vivere è farlo. Anche cambiare delle abitudini e accettare che siano cambiate. Non conservare un luogo identico, in attesa, come se fossero passati 3 minuti (cambiare la fisionomia della casa, i mobili della camera da letto anche è stata una cosa stra-sana
che i suoi figli han fatto per mia ‘zia’, che non si è opposta, sentendo che era meglio così), conoscere gente nuova e frequentando quella ‘vecchia’ smetterla di parlare sempre di lei, del passato, cercare/trovare un pretesto per nominare chi non c’è, fare le stesse domande rivolte all’indietro e avere le stesse, anche banali, ad un certo punto, risposte. Non banali per chi vive quelle risposte, ma anche ovvie. ‘si vede che era tardi’, cosa che trafigge te. Ma cosa potrebbe dirti razionalmente qualcuno? – buttare via foto e filmini o almeno spostarli davvero, chiuderli a chiave. Ciò non guarisce in 5 minuti, ma aiuta più del contrario. Alzare lo sguardo e tentare di starci davvero nel presente. No nel futuro ipotetico, nel presente. No nel passato ipotetico. Per il resto ha da passa’ nuttata, sconti non ce ne sono, ma ci si può fare peggio invece di meglio, anche nella notte. Se qualcuno dice così ti fai male non è che non capisce. Sul fatto che le donne spesso si aspettano che l’altro capisca, beh, rimane un errore se una persona, uomo o donna, lo fa. Microscopico o macroscopico a seconda di cosa si tratti. Nel caso di un figlio e di un legame importante non mi sembra microscopico nè un semplice dato di fatto di genere. Mi sembra quantomeno una altrettanto pesante concausa.
comunque se lei è giù dal piedistallo inizia a concentrarti sul tuo recupero, davvero, invece di usare energie per chi ti ha abbandonato e dato pesantemente addosso. Tu non hai capito? Hai detto no? Ci son mille modi di reagire anche a questo. E andarsene nel modo in cui ha fatto etc è un dato di fatto. Lo ha fatto lei. Fa male, ma è cosí. E anche lei, mi pare, non ha capito te. Stai scivolando sempre più perché sei chi ha subito un abbandono e prova le sensazioni che dici. E in più ti dai addosso. Come puoi stare meglio? Guarda, è già talmente ‘faticoso’ ciò che ti è successo, talmente, e tu in più ti dai anche addosso. Ai tuoi amici racconti le cose in modo parziale, solo ciò che dà contro a te. Comunque ti dicono di smetterla. Ma in ogni caso dipingi lei come una vittima del tuo no. Ma lei quante responsabilità si prende? Manco mezza. Guarda fdc nella mia storia è lampante chi ha fatto gli errori peggiori eppure a parte che io mi son massacrata di autocritica anche laddove non avrei dovuto anche ora che lo faccio meno delle responsabilità comunque me le prendo anche se le mie reazioni erano normali conseguenze, anche se cattiveria non ne ho mai avuta e anche se è molto più ciò che ho fatto ‘verso’, pure troppo. Però eravamo in due, quindi vedo anche la mia parte, anche se una durezza etc come tua moglie non l’ho mai avuta e anche se io non ho mai pensato che mi si debba leggere nel pensiero e difronte ai problemi non ho mai reagito come lei. Chi somiglia a lei semmai è lui, autocritica costruttiva zero etc. E anche totale colpevolizzazione ma autogiustificazione. E vera empatia? Zero. Come a te da tre anni.
Ciao Luna
Hai scritto cose veramente sagge. Ho pensato di spostare i mobili di casa ma…strutturalmente non posso farlo. Dovrei cambiare proprio i mobili e non mi sembra il caso. Ma non credo sia tanto quello il problema. Perchè nella nostra casa ci vado poco o nulla ormai.
E’ verissimo quanto dici quando fai riferimenti a tuo zio. E’ ovvio e chiaro che chi abbandona fondamentalmente vive i ricordi con un altro stato d’animo. Però credimi…anche questo distrugge. A me distrugge il pensiero di sapere che Lei possa aver resettato tutto.
Purtroppo la realtà dei fatti è solo una: Lei è ancora straordinariamente viva dentro di me. Hai voglia a conoscere gente…non c’è confronto. Non che io mi metta a fare paragoni. Ma è proprio così. E non è neanche che io stia cercando una donna che la sostituisca perchè sarebbe assurdo. Io non sto cercando nessuna in realtà. E’ solo che quando frequento gente nuova, anche soltanto amici, mi si stringe ogni cosa dentro, pensando che tutto non è come voglio, che tutto non è come prima, come veramente volevo.
Nella mia vita non ho mai pensato di essere capito senza mettere in chiaro ciò che volevo. Se qualche volta lo facevo (da piccolo) mettevo il muso per ore per ricevere attenzioni. E per forza di cose qualcuno doveva chiedermi “cos’hai ?” Nella nostra unione io non ho visto musi lunghi che mi avrebbero spinto a dire “cos’hai ?” Poi che dirti Luna, forse in tutto questo meccanismo di cose dette e non dette entrano in gioco i caratteri. Il fatto di non sentirti capita può farti disamorare ? Non lo so. Onestamente non ci capisco più niente Luna. Posso solo dirti che al di là di quanto io possa apparire “lucido” mentre scrivo o parlo con qualcuno mi trovo in totale confusione con me stesso e con la vita in genere. Perchè non mi riconosco più e non mi riconosco più nella vita. Io non so come hai vissuto il tuo disagio. Per il mio ho una sola parola: “tormento”.
E se hai vissuto anche tu una cosa del genere sai bene cosa significhi: significa “non vivere”
Ciao
Ri-Ciao Luna
Un piccolo importante inciso che nonn ho scritto nel precedente post.
Mia suocera sta male. Da un po’ di tempo. Malata gravemente. Lei mi sta tenendo lontano da questa situazione. Io ho avuto un rapporto meraviglioso con i miei suoceri e con lei in particolare. Ho passato dei momenti che vanno al di là del rapporto suocera/genero. So che sta male, so che sta soffrendo. Ed io mi trovo dall’altra parte della barricata. Lontano e impedito a fare qualsiasi cosa. So che quando succerà la cosa peggiore per me sarà un’altra ulteriore mazzata. Ma nel frattempo non passa giorno che io non ci pensi. E terribile pensare che in un momento del genere tu ti trovi impossibilitato a stare vicino ad una persona con la quale hai condiviso tanti momenti della tua vita e con la quale provi un sentimento vero, un bene profondo quasi fosse un secondo genitore.
Tutto questo acuisce il mio tormento. Alla morte di mio padre, ma anche prima le mie porte erano sempre aperte e non avrei mai negato a nessuno la possibilità di stare vicino negli ultimi momenti di vita a chi hai voluto bene.
Persone a me care mi hanno detto di rispettare il volere degli altri.
A volte mi chiedo se davvero io possa essere adatto a vivere in questo mondo in cui non mi riconosco.
Ciao di nuovo
Forse non ti rendi conto di quanto stai misurando ‘questo mondo in cui non ti riconosci’ in base al comportamento di lei. Lei ha diritto di non farti ‘entrare’ e di non capire ciò che scrivi, ok. Io adoro mio suocero (e lui vuole tanto bene a me). Quando lui stava male io l’ho saputo dopo, parzialmente. Questo non è il ‘mio mondo’ tanto quanto non è il tuo. Io avevo un bellissimo rapporto col padre del mio ex di quando avevo 18 anni. Anche dopo se ci incontravamo chiacchieravamo con affetto. Quando è morto in un incidente, anni dopo, strano sarebbe stato non dirmelo e che non andassi e fossi al funerale. E anche per il mio ex e famiglia. Non sono invadente, tra noi è finita 20anni fa, non ci facciamo gli auguri di natale, non esistono strascichi e rimpianti, ma il mio rapporto con sua zia è indipendente da ciò. E’ tra me e lei. Nel tuo caso lei non ti ama, pare, tu sì. Anche questo può complicare il tuo ruolo. Sarebbe più ‘semplice’ in teoria se foste divorziati da tempo e anche tu te ne fossi fatto una ragione. Tuttavia a volte quando parli di un mondo che ti pare strano per te e o ostile tu parli di come ti fa sentire lei da tre anni, di come ragiona lei riguardo voi e te. E lo estendi al mondo, mentre rimpiangi ciò che in lei e di lei non è. Il mondo ti fa sentire spaesato o inadatto? Sicuro? O la fonte del tuo malessere è come ti tratta o non caga lei?
fdc, io ti auguro che la tua situazione si smuova, a breve, in positivo. Ma se così non fosse ti do un consiglio che non ascolterai. Di fissare una data, vicina, non il 2013, in cui, se la situazione non si smuove, andrai dall’avvocato per la separazione legale. Tu stai sempre peggio, è vero, ma sei in una situazione stagnante da 3 anni, anche perché tu per primo la vivi in modo stagnante. Tu per primo non fai che una… Coazione a ripetere, senza mettere una punteggiatura. E ciò fa anche molta differenza, credo, rispetto a come ti senti tu. Poiché a lungo, e ben più a lungo di te, non l’ho fatto so bene perché non lo si fa, stando in bilico, più che in equilibrio, anche su mezze soluzioni. Ma non va, non fa bene. No se la situazione non evolve o semmai pure in peggio. Non son mai stata e credo mai sarò una che rinuncia o si separa “facilmente’, ma c’è un’enorme differenza tra dire e vivere un affrontare cmq insieme una crisi o ciò che ho vissuto e che stai vivendo tu. Io so benissimo perché ho dato tante possibilità al mio amore, perché ho vissuto le cose in una certa ottica, perché mi son sentita in certi modi.
ma se tornassi indietro ti assicuro che metterei la mia qualità di vita e la mia salute al centro. Perché questo non bisogna dimenticarlo mai, per quanto possiamo amare qualcuno e per quanto possiamo idealizzarlo ancora o per quanto i nostri valori siano fortissimi. Anche la qualità di vita e la salute sono valori importanti.
Anzi, centrali.
E’ chiaro che per qualità di vita non intendo la villa con piscina, la macchina di lusso… intendo altro.
Intendo il fatto che se da tre anni ti stai facendo male, anche tu stesso, per come sta andando la tua vita privata, per come è andata la tua storia, per quanto fosse centrale per te, mi dispiace FDC ma stai sbagliando anche tu. E non nei suoi confronti, nei tuoi.
E per quanto tu possa pensare di avere da “espiare” il torto maggiore così lo stai facendo alla vita. Ma in questo caso veramente.
ALEBA cara, spero che tu stia bene. Ti penso.
Ciao Luna
Quasi una settimana di assenza. Ma a volte mi capita di non aver neanche la forza di battere un tasto. Mi hanno colpito e molto gli ultimi due post. (1357 e 1358).
La situazione non evolve e Lei che non ne vuole più sapere e la separazione a breve ci sarà anche se non l’ho chiesta io, io non la chiederò mai. Scrivi di aver dato tante possibilità al tuo Amore. Se senti parlare mia moglie anche Lei dice di avermene date tante di possibilità (durante il nostro rapporto).
La qualità della mia vita praticamente non esiste da tre anni. E’ un continuo rimuginare sul passato. Lo so che sto facendo un torto a me stesso. Ma a volte penso che il torto a me stesso l’ho fatto anni addietro quando non ho vissuto il rapporto come avrei dovuto. E non parlo solo per la questione legata al figlio. Riavvolgendo il famoso nastro non ho trovato nulla di grave. Però forse non ho capito che a volte in un rapporto di coppia bisogna comportarsi in maniera diversa. Ripeto la lealtà e la fiducia sono stati il mio punto di forza. Ma forse in un matrimonio non bastano. Forse in un matrimonio, in una convivenza serve altro, serve capire, capire con gli occhi più che con le orecchie e soprattutto capire quello che può non apparire chiaro. Perché non tutti siamo uguali anche se pensiamo che la persona che abbiamo a fianco l’abbiamo scelta proprio per le similitudini che ha con te. Infatti credevo questo. Oggi rileggo in maniera diversa i suoi messaggi sul telefonino o le sue parole dettemi con il sorriso. Io che ho sempre letto tra le righe non sono stato capace di leggere tra le parole. Non sono stato capace, non mi do pace per questo. E credo che la qualità della mia vita non migliorerà finche non avrò pace. Perché è la pace che mi manca. In fondo non ho fatto pace con me stesso e non so se riuscirò mai a farla. Sono deluso per carità, anche dal suo comportamento post rapporto e fondamentalmente dal mio punto di vista mi chiedo anche perché non si sia comportata in maniera semplice quale io sono per dirmi chiaro ciò che la faceva realmente soffrire. Da un suo scritto io ero “la sua guida e la sua gioia di vivere”. Credevo quindi che se io ero quello che scriveva dovevo continuare ad essere quello che ero, a vivere come vivevo, a parlare come facevo, a continuare ad essere me stesso.
I tuoi consigli sono saggi Luna ma non so se riuscirò a metterli in pratica. Mi manca troppo Lei, il suo modo di fare, di essere, di amarmi. Quello che adesso non vedo più in Lei. Sinceramente non so cosa sia più forte dentro di me: i mie valori, il mio legame con Lei che ritengo indissolubile o la salute e la qualità della mia vita.
Un tempo la salute era ciò a cui più tenevo…oggi non so. C’è qualcosa più importante dentro di me che me l’ha fatta passare in secondo piano.
Un abbraccio con tanto affetto