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Il coraggio di chiudere, la colpa di chi va via

di aleba
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Lettera pubblicata il 26 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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1.662 commenti

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  1. 1081
    Fuori dal Coro -

    …cambiare tanto per cambiare. Prima c’erano le famiglie patriarcali oggi le famiglie allargate. Prima i figli venivano seguiti dai genitori. Oggi i genitori sono occupati entrambi dal lavoro. Lavoro che spesso serve ai consumi facili e non al sostentamento. Mi fermo qui perché non basterebbero tre post.
    Si certo Aleba. Io non volevo un figlio. E quando è successo il patatrac non stavo compiendo i primi passi ma ero arrivato quasi alla fine del cammino. Io non volevo perdere Lei è ovvio Aleba ma se un figlio non lo vuoi non lo vuoi. Quante casi ci sono stati di donne che se ne sono andate di casa desiderando un figlio mentre il compagno non ha mosso un dito. Forse non era poi così vero che un figlio non lo volevo. Forse era troppa la paura che mi frenava. L’altra volta ho portato l’esempio del matrimonio. Non è che cambi molto la cosa. D’altra parte Aleba mi sembra che quando sei uscita di casa il tuo ex non abbia mosso un dito per trattenerti. Vogliamo considerare questa differenza ? Tu hai detto che la colpa di “essere se stessi” non esiste. Ed io ero me stesso. Nel bene e nel male. Male inteso come essere un po’ testardo. Perchè male davvero io non ne ho mai fatto. Come scriveva Maximum mia moglie mi ha fatto davvero del male a livello psicologico. Si perchè per anni ha condiviso con me tante cose. E mi ha fatto credere di condividerle davvero. Salvo poi rinnegare tutto. E rinnegare i miei comportamenti, i miei modi di pensare. Il pensare “fuori dal coro” così come appunto il mio nick a volte non va bene. O fai parte della massa o sei fuori. O sei pecora del gregge o sei pecora nera. E la pecora nera viene fatta fuori. Ed io avevo la colpa di avere delle idee. Ora è certo che pur avendo delle idee non si può essere infallibili. E si può sbagliare, magari credendo di far bene. Purtroppo per capirmi, per capirci dovremmo cambiare argomento e parlare delle cose che funzionano e che non funzionano e capire perchè a volte gente come me può dar fastidio. Perchè non accetta il pensiero della massa. Io accetto i cambiamenti ma quando sono giusti. Se andate in Canada, in Svezia, in Danimarca, in Olanda, in Norvegia, in Finlandia vi accorgerete come la civiltà sia più evoluta. Come ci sia rispetto tra le persone, come l’ordine regni sovrano. Quelli sono cambiamenti che dovremmo attuare. Ma quelli non li facciamo. Stiamo qui e continuiamo ad essere i soliti menefreghisti, intrallazzoni, corrotti e con pochissimo senso civico. Ma a noi di questo cambiamento interessa poco. Ecco Aleba, ecco le mie idee, i miei modi di pensare. Il caos delle nostre metropoli mi creava nervosismo perchè facevo fatica ad accettarlo. Quando ti confronti con la civiltà vera il caos ti va stretto. Io ero quello che contestava la politica dei corrotti, le leggi italiane, la burocrazia, gli anni per le cause, i processi interminabili, la corruzione del calcio. Ma ero uno con le idee. Uno che contestava troppo.
    Un bacio con affetto Aleba

  2. 1082
    Chiara -

    “Rideva e scherzava” e dentro ci stava male. Bene. Ora non scrivermi: oddio lo so ha sofferto è per quello che io sto male eccetera. Lo abbiamo capito. Lei deve mettere in conto che ha sofferto: è stata una scelta sua, Fuori dal Coro, fino a quando, quanto, e come, soffrire. Non è una tua colpa. Ognuno, nei limiti, SCEGLIE, Fuori dal Coro. Lei ha scelto (io credo per anni) di soffrire, ma SPERANDO. Lei non voleva soffrire. Secondo me sperava. Moltissimo. E certamente tantissimo è il tuo dolore e la tua delusione. Come però era tantissimo il suo dolore e la sua delusione, iniziati io credo anni prima. Tu hai sofferto tutto insieme, dopo. Lei poco alla volta (e nemmeno ora credo che stia bene, no, non lo credo: ma credo che abbia CHIARO almeno che cosa, perché, quando eccetera, l’abbia fatta soffrire).

    La montagna che cresceva, la gobba sotto al tappeto, era quella sofferenza (di lei), graduale, gradualissima, quella impotenza che cresceva e diventava rassegnazione..

    Hai provato e riprovato. Ma Maximum secondo me dice cose giuste. Come io ti dicevo tempo fa “fai in modo che lei venga allo scoperto”. Quindi cambia strategia. Non le telefonare. Fatti vedere sorridente con altre. Eccetera. Quello che ti pare ma non fare quello che hai fatto fino a ora. E’ LEI che deve decidere. E se tu hai capito che lei ha già deciso: lasciala andare.Se lei ha deciso, Fuori dal Coro: lasciala andare. Se sai che lei ti ha dato tutto quello che poteva, in buona fede, con onestà. Se sai che ti ha dato tutto. Se sai che non ce la fa, o te lo ha fatto capire in mille modi e tu non lo vuoi accettare, ti dico, e ripeto: lasciala andare. Lasciala che si esprima. Che faccia quello che crede. Che desidera. Lascia che sia lei ad alzare il telefono. A cercarti. A dirti “ti amo”. Lascia che sia lei a fare. Tu così soffochi le cose sul nascere o che potrebbero rinascere, forse non te ne rendi conto. E’ inutile che tu dica: ma io ho capito l’errore, sono andato a dirglielo, mille volte. Lei ti ha ascoltato, ma qualcosa è cambiato: dentro di lei. E ancora ti parla al telefono. Ma no, Fuori dal Coro: deve essere lei a chiamarti. Le si deve smuovere qualcosa dentro. Lascia che si esprima. Uscite da questa dinamica negativa. Molla la presa, FDC, ti fai del male, le fai del male e la costringi a farne a te del male. Molla la presa. Sai che queste cose te le dico con rispetto e perché mi dispiace che tu, e anche tua moglie, vi facciate del male. Quando una storia importante finisce – se finisce: non è detta l’ultima parola – in nome dell’amore che c’è stato secondo me occorre rispettare il sentimento di quella stessa persona, e non imporre un sentimento che noi decidiamo che dovrebbe esserci, magari solo perché riteniamo che “la logica lo suggerisce”. La tua logica, come i tuoi sentimenti, non possono essere la fotocopia di quelli di un altro: anzi, ti devi porre in ascolto, cercare di capirli, li devi rispettare, ma in profondità, Fuori dal Coro, non in superficie. Un abbraccio

  3. 1083
    Cinica -

    Salve a tutti. Seguo da un pò questa discussione anche se non assiduamente. Noto alcune affinità con la mia storia che ormai è acqua passata, ma ci sono ancora degli interrogativi che mi pongo, anche se forse non dovrei.
    La mia storia finisce proprio a causa del mio desiderio (da lui non condiviso) di avere un figlio. Non ho mai compreso se ho sbagliato i tempi, i modi o… la persona, ma questo mio desiderio è stato la causa della fine della nostra storia. Penso ancora ora che sia stata solo la famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma poi riflettendo mi rendo conto che l’argomento è così importante da poter decretare la fine di un rapporto. Quello che ricordo delle sue motivazioni è “non sono pronto” “un figlio ti cambia la vita” “ma lo vuoi da me o in generale” (che domanda del cavolo quest’ultima che poi ho sentito fare da parecchi in questo sito, e non mi riferisco a Fdc). E mi chiedo come cavolo sia possibile dopo tanti anni insieme e arrivati diciamo alla più che piena maturità (direi anche in stato troppo avanzato) non desiderare un figlio dalla donna che si ama. Gli uomini cadono dal pero, anche quelli che poi alla fine il figlio lo fanno e dicono che mettere al mondo un figlio in questa società è da irresponsabili, che hanno paura di compromettere il rapporto di coppia, adirittura ho sentito dire che poi in caso di separazione è sempre l’uomo che ci rimette ed ovviamente l’intramontabile cavallo di battaglia che si tratta di un desiderio egoistico e che loro si sento solo come dei mezzi di procreazione. Io non capisco se sono io che non riesco a calarmi nei loro ragionamenti o se è giusto che sembrino, come a me pare, dei ragionamenti insani. Capisco se uno l’argomento figli non lo hai mai trattato, o se l’uomo magari in più di una circostanza ha messo in chiaro che lui di figli non ne vuole. Ok massimo rispetto. Ma quelli che non si sa… che forse…. che non si sono mai posti il problema… o che ponendoselo non si sono dati una risposta… Insito ho sempre pensato che l’argomento figli per il mio ex sia stata un pò il movemente che l’ha fatto rendere conto di non voler più stare all’interno del rapporto, ma dopo aver sentito tante storie simili penso o che stò movente è inflazionato, o che c’è un probela di fondo…

  4. 1084
    LUNA -

    fdc, si potrebbe anche pensare che tua moglie, semplicemente, ti dica ‘non ti amo più – non voglio tornare con te. Punto’ che è il centro della cosa. Ma poiché tu non lo accetti lei continua a doverti dare delle motivazioni. Mentre il centro è ‘non ti amo più’. Indipendentemente perché. Indipendentemente perché se una persona non ti ama più non puoi farci niente. Tua moglie non ti chiama, non ti cerca, non ne vuole sapere. Può volerti anche bene ma non amarti più. Peraltro io capisco che a sua madre puoi voler bene, io voglio bene, ricambiata, per esempio, alla zia di un mio ex. Ma io li vivo totalmente distinti. Come son in ottimi rapporti con l’ex di una mia cara amica. Entrambi hanno la loro vita. Però fdc il punto è che ha ragione maximum. In questo momento tu ci sei troppo dentro e quindi è il momento in cui sua madre per te è tua suocera, legata a lei, non è ancora un tuo affetto che comunque ti rimane. Sai quando funzionano questi rapporti, che vuoi mantenere? Quando hai rielaborato la fine della relazione. Poi ovviamente fai come credi. Ma per stare meglio dovresti staccarti. Tagliare questo cordone ombelicale. Anche queste chiamate. Vivere un tempo di autentico distacco. – dicevo, comunque tu non accetti che lei abbia detto basta. Ma c’è anche da dire che lei non si comporta con la coerenza opportuna nel momento in cui per anni la mette in modo ‘definitivo’ e ‘univoco’ e poi torna in quel modo, con quelle premesse e insieme quelle ‘pretese’ e poi ricomincia con il solito andazzo. Perché allora quello è anche un bel modo egocentrico e totalmente autoreferenziale di giocare con la vita degli altri. Tanto eri lì che aspettavi (e lo sa BENISSIMO), tanto lei può fare l’offesa, l’incazzata, la revisionista, la ferita (solo lei), la colpevolizzante etc etc. Tanto sei lì. Torna a fare una prova e poi ti rimanda a cag. E il manchevole sei sempre tu. E ricomincia con la stessa dinamica. Tu non hai idea di come si senta una donna. Lei di come ti senta tu manco si pone il problema. Neanche della sua prepotente incoerenza. Ma sta separazione legale c’è? Non la concedi tu? Anche a lei sta bene sto limbo? A quest’ora eravate quasi divorziati. Niente vi impediva di ‘cambiare idea’, entrambi, e di tornare insieme sul serio. Ma se lei non sta per niente con te ma continua a trattarti così è perché la situazione glielo permette, e tu.

  5. 1085
    LUNA -

    cinica, ciao, benvenuta. Sì, penso anch’io che a volte ci son passaggi nella relazione che fanno anche riflettere e ‘mollare’. La moglie di fdc, in fondo, un figlio da lui potrebbe averlo da due anni e anche l’ultima volta che è tornata, in fondo, ha messo le cose in un modo per cui il figlio, dal punto di vista ‘concreto’, non si potesse fare. Ovviamente non sto nella sua testa, ma se avesse amato fdc e avesse voluto sul serio un figlio da lui avrebbe agito così? E se avesse usato lei anche inconsciamente (scaricando le sue scelte e responsabilità, come dice maximum) la ‘scusa’ del figlio per uscire dalla storia? Capita anche questo. Fdc da 3 anni si massacra e magari lei ha usato un motivo per andarsene, tanto è colpa sua. Di lui, che già non amava più. Nel frattempo cova frustrazione però perché quando ha mollato lui pensando ‘tanto mi rifarò una vita’ con tizio (visto più affine) o come concetto sta nuova storia con figlio non si è realizzata. E fdc farà sempre da capro espiatorio. Non lo so, ovvio, ma neanche questa sarebbe fantascienza. Capita, anche questo. Ciò che io so è che ho avuto due suocere diversamente terribili. Nel primo caso giunta al limite neanche se fosse accaduto un miracolo. Però non ho passato anni a rinfacciare. Ho centrato il punto e non ho mai rinnegato il bene. Nel secondo caso se le mia necessità fosse stata accolta anche con una mediazione (non parlavo in modo estremo, tipo buttare giù dalla torre) sicuramente non avrei continuato a dire ‘no/ma è colpa tua’. Crisi ne ho avute anch’io, e anche di grande confusione, ma non con la modalità di lei e non per tre anni, dicendo ‘no/ma è colpa tua’. Certo ognuno è fatto a modo suo. Capisco, se amavi il tuo lui, che a te sembri assurdo ‘vuoi un figlio da me o vuoi un figlio?’, perché tu lo volevi da lui e con lui. Ma non è una domanda così assurda, di per sè. Sarebbe assurda per te e per me, ma per alcune persone no. Comunque ho un amico che è diventato padre a 47 anni, è felicissimo. Con la sua lei di ora, che ha 42 anni, e un figlio di 14, è venuto naturale. Prima no. Non era il tempo, non era la relazione, non è detto che non fosse amore. Io non sono d’accordo che chi non vuole un figlio sia egoista per forza. C’è anche chi i figli li fa con egoismo. E chi teme di metterli al mondo in questo mondo può trovare scuse ma anche avere più sensibilità che meno su come va il mondo. Ho un’amica oncologa infantile che figli non ne ha, è un’egoista? Il fatto è forse che se una persona non si sente pronta forse ascoltando le sue ragioni, reali, può scoprire quali siano, uomo o donna, e scoprire anche che invece potrebbe vedersi genitore e con gioia. Almeno nel caso di fdc a lui è successo. Ma sua moglie, a parte decidere per sè (corretto) decide anche cosa sente lui e perché, ed è questo che è violenza. Puoi dirgli ‘ormai è tardi per noi” ma non “ciò che dici di aver capito per te non vale niente, è una bugia, saresti un pessimo padre”. Le sue rielaborazioni in tal senso lui le ha fatte. E se uscisse da un incastro sterile e si innamorasse di una donna che non gli parla del dare la vita come una questione tragica, connessa continuamente alla ‘sterilità’ e al rancore, al dolore magari sarebbe già padre. Come il mio amico.

  6. 1086
    aleba -

    Fuori dal Coro, però ti allarghi troppo con i ragionamenti! Capisco che è tutto collegato, ma l’analisi che ti ho suggerito è mirata: perché Fuori dal Coro non riesce a scogliere i nodi e liberarsi dai sensi di colpa? Che strada può intraprendere per guardare il presente da un punto di vista più luminoso? Preciso che anche io, come te, non sopporto le ingiustizie e questo paese del cavolo è il regno del caos e del magna magna, arraffa arraffa, fai solo i tuoi interessi e fregatene del tuo vicino, della tua città, della tua nazione. Io sono nata in un paese di stampo anglosassone e la parola CORRUZIONE faceva indignare e portava a conseguenze penali certe. L’ INQUINAMENTO, anche solo di un mozzicone gettato a terra era gravissimo. L’evasione fiscale era un reato contro la popolazione, persino copiare a scuola era considerato da disonesti.
    Tornando a noi, FdC, il cambiamento è un processo naturale e necessario. Al di là dei peggioramenti, che purtroppo vanno di pari passo con le migliorie, è proprio il pianeta terra, l’universo, che ci dimostra come essere “adattabili” sia sinonimo di “sopravviventi”. Certo i cambiamenti epocali o addirittura geologici richiedono centinaia di migliaia di anni, ma nella breve vita di un misero essere umano possono verificarsi eventi di tale portata che segnano un punto di svolta, allora essere capaci di svoltare nel modo meno traumatico possibile è indispensabile.
    Poni, ad esempio, di essere un uomo molto ordinato, che detesta la polvere, che non usa i bagni pubblici, che non mangia cose delle quali non è assolutamente sicuro e che ogni sera controlla un paio di volte di aver chiuso tutto perfettamente prima di andare a dormire. Ora, poni che la tua casa crolla durante un terremoto. Sei costretto a trasferirti in una tendopoli, in mezzo alla polvere e al caos, perdi la privacy, devi condividere bagni chimici con altre decine di persone e il cibo è quello che è. Che fai? Non ti adatti? Stai li a consumare energie preziose per dannarti a cercare le ragioni di ciò che ti sta capitando? Ti alieni dal mondo perché è un cambiamento troppo repentino? Ti flagelli perché quando hai acquistato alla casa non ti sei accertato che fosse antisismica?
    Esempio un po’ forte, ma ciò che ti è successo è a tutti gli effetti il tuo personalissimo intimo terremoto. O prendi atto che questo cambiamento è già avvenuto, che per capirlo devi prima accettarlo e che per accettarlo devi cambiare prospettiva, oppure rimarrai fermo a porti un sacco di domande inutili mentre la vita continua a scorrere con o senza di te.
    Non ho mai detto che tu ti consideri infallibile, da quanto ti fustighi è chiaro che ti attribuisci tante colpe. Il mio ex non ha mosso un dito pechè anche lui voleva che tra noi finisse, solo che voleva essere lasciato per fare ancora una volta la vittima. Il cerchio si è chiuso, nella sua testa.

  7. 1087
    LUNA -

    ALEBA: ciao, grazie per il tuo post, 1086, anche se non era rivolto in modo specifico a me, e anche per gli altri.
    E anche se tu avessi letto una rivista di gossip? 😉
    Intendo dire che quello che ti è mancato (anche e molto) è il fatto di fare quello che ti va di fare, senza che debba esserci un motivo, una giustificazione. Certo, ho capito cosa intendevi dire, il parametro che lui ti proponeva, il fatto che anche di fronte a libri che non erano nemmeno comunque una perdita di tempo lui in modo assoluto era giudicante, oppositivo, soffocante ecc.
    Lui strappava le pagine, certo, è un estremo, il sentire la necessità di gestire sempre ciò che è fuori da sè e il sentirsi in realtà inadeguati a gestirlo, sopportarlo, a gestire e sopportare ciò che in realtà sta dentro. Ma ovviamente non serve strappare le pagine di un libro, non serve neppure parlare, anche uno sguardo di disapprovazione, il puntare l’attenzione su ciò che non viene fatto, di “veramente utile”, diventa una violenza, più sottile, ma…
    Quando leggo FDC leggo un uomo che subisce questa dinamica, da anni, nei confronti di ogni parola, idea… qualcosa che va al di là di una semplice opinione diversa. E’ una sorta di “ogni cosa che dirai/ogni cosa che sei sarà usata contro di te”. E’ un allargare una frase, anche banale, ad un concetto esteso. Qualcosa tipo: da come pieghi il tovagliolo si capisce che tu saresti così e colà in un ambito totalmente diverso.
    Certo, tutti possiamo avere le nostre opinioni, le nostre divergenze di vedute, anche interessi diversi. Ma un conto è questo, un altro quando ogni cosa diviene uno spunto per demolire, accusare.
    Chi esce da queste situazioni di solito comincia a vedere la varietà, anche delle cose banali. Al di là della massificazione, ok, che da un punto di vista c’è certamente, però se vai in un negozio di vestiti, di musica o anche in un supermercato ci sono tanti colori, tanti tipi di canzoni, frutta, verdura, a piacere personale… Dico una banalità? Beh, però io questa sensazione l’ho provata. E ho cominciato ad osservare una cosa che prima trovavo assolutamente naturale. (anche ora, solo che poi mi ha, in qualche modo, confortato). Come ciascuno di noi esprima se stesso, la sua personalità, nel modo di vestire, anche in cosa e come lo mangia ecc. Se guardo me e le mie amiche, per esempio, pur essendo affini ciascuna ha la sua spiccata personalità, anche nelle piccole cose. Aleba, tu racconti di un mondo in cui ciò non era possibile, neanche le piccole cose. Ma anche FDC, di questi tre anni, sembra raccontare qualcosa di simile. Certo, lui probabilmente è rigido su certi punti, tuttavia, onestamente, sua moglie mi sembra molto più rigida e solipsista di lui. E non solo sulla questione del figlio, ma più in generale. L’ho già detto che anche questa sua convinzione di sapere che lui sarebbe un pessimo padre e, per contro, cosa è sicuramente giusto, cosa lui avrebbe dovuto pensare e dovrebbe pensare, mi impressiona un po’. Io più che vedere una

  8. 1088
    LUNA -

    donna che si è annientata e ora sbotta, una donna a cui sono state tarpate le ali (naturalmente non c’ero, non so), vedo, da ciò che FDC racconta una donna rigida almeno quanto lui. Prova ne sia, per me (certo, posso sbagliarmi) una fissità di modalità anche in lei, di pensiero, di reazione. Poi la motivazione alla base di certi comportarmenti sta probabilmente nelle cose che dice Maximum, o comunque nel fatto che scaricare tutte le responsabilità all’altro, anche del proprio sentire/non sentire, può apparire molto più comodo, anche quando non lo è. A volte le persone non si rendono conto di quanto sia liberatorio invece anche prendersi le proprie responsabilità. E conoscersi, come giustamente dici tu, Aleba.

    FDC, tu hai molto questo concetto del cambiamento in senso negativo. Io quoto totalmente ciò che ti ha scritto Aleba. Cresciamo nella vita anche grazie ai cambiamenti e a come ci poniamo nei loro confronti. Molto spesso la sofferenza nasce dal fatto di continuare a “pisciare contro vento”, in non accogliere le nostre risorse riguardo il cambiamento. Certo, ci sono cambiamenti più sconvolgenti, che sembrano strapparci le radici dentro di noi, che ci disorientano in modo terribile. Come i lutti. L’ho sperimentato, lo sperimento e lo so. Richiedono tempi di rielaborazione, non di forzatura all’accettazione. Tuttavia quando si entra nella forzatura (anche inconsapevole) della non accettazione si sta malissimo, molto di più.
    Anch’io penso (so, l’ho fatto anch’io parlando di colori e verdure, ma si riferiva a quanto sia importante anche vivere serenamente la propria unicità, pur nella relazione con gli altri) che tu allarghi il discorso al… cosmo, alla società mentre in questo momento il tuo problema è dentro di te e nella tua micro-società. Il cambiamento è già avvenuto, sono d’accordo con Aleba. E comunque si evolvano le cose saranno diverse. Il mondo che rimpiangi non sarebbe mai identico. Ma intanto il cambiamento è già avvenuto, il tuo matrimonio non c’è, la donna che hai davanti (o meglio non hai davanti) si comporta in un modo che pure fosse inedito e sconvolgente per te è ciò che è.
    Andare da uno psicologo come ci sei andato tu spiega anche perché non ti sia servito. Quando deciderai di andarci per te, e prenderai atto del fatto che stai male tu, come individuo, in questo momento, forse ti renderai conto che la psicologia serve. La psicologia serve anche a tirare fuori le nostre risorse, i nostri strumenti, ma ci sono anche risorse e strumenti che tu ti rifiuti di considere. Perché vivi ogni strumento solo in funzione di lei, di cià che è stato, di mutare la realtà attuale per evitare un cambiamento già in atto. Quando uscirai da questo nodo “percettivo”, di cui senti l’inutilità e il dolore in realtà (il tuo malessere parla chiaro), ricomincerai a “muoverti”. Però dovresti considerare il nodo come un problema e non come un qualcosa da difendere a spada tratta, anche davanti ad uno specialista. Ciao a tutti, baci

  9. 1089
    Fuori dal Coro -

    Ciao Chiara,
    Sono contento di rileggerti. Spero che, riguardo i tuoi problemi, non si tratti di nulla di grave. Passo a commentare la frase che ti ha colpito. Chiara, io non sapevo che era fatta così. Non sapevo assolutamente che ogni volta che mi chiedeva un figlio mi stava dando una possibilità. Le parole che hai ripreso dal mio discorso non sono mie ma sue. Tu scrivi che io stesso ho scritto come Lei ragionava. Si Chiara, l’ho scritto io, ma me lo ha detto Lei, adesso, in questi tre anni e non prima. Io prima neanche mi sognavo che ragionasse in questo modo. Perché mi ha dimostrato per anni di ragionare in maniera diversa.
    Per me, ma credo per chiunque, non è normale dare delle possibilità in quel modo, soffrire dentro e poi ridere e scherzare.
    Sono d’accordo quando dici che intendeva rispettare il patto di origine. Ma se non ci riesci devi farlo presente: io non me la sento più di andare avanti in questo modo.
    Dalle parole che ho scritto è normale che non esca fuori il ritratto di un tipo risoluto e aggressivo. Se fosse stata un tipo aggressivo non sarebbe mai diventata mia moglie. Io non amo le donne aggressive. E ‘d’altra parte non è che serviva aggressività per dirmi che voleva un figlio. Quando ha deciso di andarsene di casa per “riflettere” non ha mostrato un minimo di aggressività. Ma tanto è bastato per riprendere il discorso sul figlio e per dirle che ero pronto a farlo.
    Lei ha detto basta quando e come ha voluto, rompendo non solo un patto ma tutti i patti possibili. In particolare il patto di lealtà e fiducia.
    Il fatto che Lei ridesse e scherzasse dopo i miei no, non lo vedo tanto come una questione di delicatezza, ma come un modo di mandare fuori strada le persone.
    Vedi Chiara, se io ho sbagliato l’ho fatto alla luce del sole, guardandola in faccia, non nascondendole nulla. Lei anche se incosciamente, e mi dispiace dirlo, ha usato l’inganno. Io non l’ho mai ingannata Chiara. Avrò risposto male talvolta ma l’inganno non fa parte del mio vocabolario.
    Lei lo ha usato: prima nascondendomi ciò che realmente sentiva, elaborando nel silenzio il suo malessere che poi sarebbe sfociato nell’abbandono improvviso. E la seconda volta con il tradimento. Tradimento uguale Inganno..
    Io mi sento colpevole lo sai e mi fustigo pur se mi sono comportato da uomo leale. Mi fustigo per averla fatta soffrire inconsciamente e per non aver capito l’importanza di una famiglia. Lei invece continua a colpevolizzarmi pur essendo conscia di avermi accoltellato alle spalle.
    Nonostante tutto io sono qui. A dichiararle il mio Amore. A dire che si può ricominciare. A perdonarla pur senza esimermi dalle mie responsabilità.
    Io non so se Lei sappia davvero cosa significa Amare una persona. Certo in cuor suo pensa di aver fatto di tutto perché si è annientata e si è castrata. Nessuno le ha chiesto di farlo. Tantomeno io. Figuriamoci se volevo che Lei si annientasse. Io volevo solo che Lei fosse felice. E pensavo che lo fosse insieme a me. Come io lo ero..

  10. 1090
    Fuori dal Coro -

    …con Lei.
    Non funziona così l’Amore. Non ci si annienta per l’altro/a per poi rinfacciare tutto al momento opportuno. Distruggi psicologicamente l’altra persona. Maximum me l’ha scritto: “…tua moglie ti ha danneggiato notevolmente a livello psicologico…” Per forza. Lei sapeva come ero fatto. Non ci voleva molto, sono stato un libro aperto, le confidavo ogni cosa, anche le mie debolezze. Perché mi sono fidato di Lei.
    Adesso è facile dire “lasciala andare”. Lasciarla andare…certo. Dopo che per anni l’ho messa al centro del mondo. Sarò stato un uomo con la mia personalità, con le mie idee, ma non c’era una cosa che facessi senza prima aver chiesto la sua opinione.
    Lo so che dovrei darvi retta. Non cercarla più. Ma il sentimento pulsa dentro di me. E anche se a volte provo rabbia e delusione per come si è comportata, il mio cuore continua a voler sapere “come sta”. L’ho scritto in qualche post. A volte capita che, di nascosto, da lontano riesca a guardarla mentre cura piante e fiori. Mi fermo a guardarla con tenerezza e lacrime agli occhi…da tre anni.
    Ma Lei che ne sa di tutto questo ?
    Un abbraccio…ti leggo sempre con piacere Chiara

    Ciao Cinica
    Piacere di conoscerti. Bè, durante il nostro rapporto non mi sono mai sognato di dire a mia moglie “ma un figlio lo vuoi da me o in generale ?” Ero talmente sicuro del suo Amore che non mi sarei sognato di farle una domanda del genere. Il discorso degli anni insieme credo non voglia dire nulla riguardo al discorso di fare un figlio o no. Poi è chiaro dipende dalle situazioni. Io amavo mia moglie e non desideravo altri se non Lei. Però non mi sentivo pronto all’idea di cambiare vita. Giusto o sbagliato era la verità. Sul fatto che in caso di separazione è sempre l’uomo che ci rimette è una sacrosanta verità. Puoi constatarlo di persona. Alla donna spetta casa, mantenimento e figli. C’è poco da discutere su questo: la legge italiana tutela le donne..è un dato di fatto.
    E’ chiaro che io non conosco la tua storia. Non so se avete mai parlato di figli o meno. Io so solo di aver usato chiarezza…sempre, anche quando son tornato sui miei passi. Certo, se leggi la mia storia ti renderai conto che il problema me lo son sempre posto…eccome. Non sopporterei neanche io un uomo che il problema non se lo pone per nulla. Forse io, paradossalmente me ne sono posti troppi.
    Se vuoi continuare ad esporre la tua storia possiamo confrontarci. Credo di essere abbastanza ferrato sull’argomento figli (al maschile) per cui potrei esserti di aiuto a chiarire qualche tuo dubbio.
    Mi stanno aiutando in tanti qui. Sarei felice di poter dare io una mano a qualcun altro.
    Ti aspetto con piacere
    Ciao

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