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Lettera pubblicata il 4 Aprile 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore C18.
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Cosa diversa da chi ha provato terrore e quindi si rifiuta di ulteriori prove, anche se ci sarebbe ancora spazio per un’altra prova, in quanto la prima potrebbe essere una conseguenza del pregiudizio ed una seconda potrebbe rivelarsi invece piacevole ecc…
Ritenere assurda le mia asserzione: “una simile esperienza può essere fatta da chiunque senza ledere in alcun modo le proprie convinzioni ed il proprio modo di essere”, io sarei un po’ più cauto. Posso ritenere ragionevolmente che ferire un senso, mettiamo l’udito, fino a rompere il timpano o lederlo fino ad inibirne la percezione di una certa frequenza sonora allora posso essere d’accordo con te, ma sottoporlo all’ascolto di una certa strofa musicale è perfettamente plausibile indipendentemente se poi quel pezzo piaccia o meno. Se vado su una spiaggia frequentata da nudisti e non mi viene obbligato di togliermi il costume, io posso restare a prendere il sole ed eventualmente anche fare amicizia con qualcuno, senza che ciò mi procuri nessuna lesione a meno ché non sia un bacchettone che mi senta male per lo spettacolo che sono obbligato a vedere. In questo caso però mi sarebbe facile allontanarmene senza problemi, in tutti gli altri casi, darsela a gambe, restare lo stesso ma schifato, o dare di stomaco, allora è probabile che possa esserci veramente un problema, ma esclusivamente in me.
Alla mia donna piace molto vestirsi in modo molto provocante, cosa che però non riuscirebbe mai a fare perché si sentirebbe giudicata una tro.., cosa che gli darebbe enormemente fastidio, senza contare i rischi che correrebbe a farlo normalmente. A me invece piace cogliere gli sguardi eccitati e d’invidia degli altri. Ad entrambi poi, piacciono i commenti, le battute dirty e le nostre intime e stuzzicanti complicità nei confronti degli altri. Tutte cose che naturalmente non potremmo provare in nessun altro modo e che non ledono nessuno, se non forse qualcuno che desidererebbe andare oltre, tutti però sono consapevoli che nulla gli è dovuto e quindi stanno al gioco. Non vedo cosa ci possa essere di così ripugnante in questo gioco, posso capire che tutto ciò possa lasciare assolutamente indifferenti alcune persone, altre le possa eccitare, ma che ciò possa far rivoltare lo stomaco proprio non lo comprendo, probabilmente per una mia limitazione.
Certamente tu in questo momento potresti fare mille altre cose più piacevoli invece di leggere le mie idiozie, ed ogni momento della nostra vita potremmo trascorrerlo in tantissimi modi migliori, eppure abbiamo scelto di perdere il nostro tempo per seguire questo dibattito o stenderci al sole ad oziare o chiuderci in casa a studiare. Ogni volta che abbiamo scelto di fare qualche cosa, non ne abbiamo fatte mille altre, ed ogni volta c’è stata una ragione che ci ha spinti a scegliere, alcune volte queste ragioni si sono rivelate sbagliate se non addirittura dannose, eppure le abbiamo scelte perché in quel momento avevano un significato.
Mi ricordo quando studiavo quella lezione che proprio non mi garbava e sentivo le grida dei miei compagni in strada che giocavano, ed era così difficile capire perché non potevo anch’io essere con loro. Oggi sono così come sono anche grazie a quella lezione che ho imparato e forse sarei potuto essere diverso, forse migliore, forse peggiore, chi mai potrà dirlo. Chi lo sa se quella volta che non mi sono spaccato i maroni per un’ora e mezza non mi avesse permesso poi di fare un buon manicaretto. Senza dubbio milioni di coppie vivono, hanno vissuto e vivranno senza mai sapere cosa significa il tiro con l’arco, lo scambismo e miliardi di altre cose ed anche noi viviamo bene senza sapere cosa significa vivere in un igloo e non credo neppure che ciò ci possa interessare. Non mi è difficile comprendere che riguardo alla vita sul ghiaccio gli eschimesi siano più evoluti di me, ma questo a me non interessa, come a te non interessa che io sia più evoluto rispetto allo scambismo ma non vedo cosa ci sia da scaldarsi tanto. Ritenere che quella coppia di miei amici siano “più evoluti sotto tutti i punti di vista”, è indubbio che si tratti di una mia valutazione, ed è indubbio anche che i parametri secondo cui io le valuti sono scelti da me, è evidente che l’evoluzione che io intendo nei loro riguardi sia riferita al tema che stiamo trattando, non certo al tiro con l’arco che non so neppure se abbiano mai visto. Un po’ meno indubbio è il fatto che questa mia valutazione sia dettata da un pregiudizio, sono infatti consapevolmente convinto che non noi “trasgressivi” abbiamo inventato la coppia “trasgressiva”. Semplicemente essa è una conseguenza sociale di un malessere diffuso, anche se non universale, della coppia che scoppia ed è perciò un’evoluzione della stessa. Se questa evoluzione si rivelerà un fallimento, questo non ci è dato sapere, e non lo stabilirà nessuno di noi ma sarà il tempo a decretarlo.
Io non tifo per niente e per nessuno, non conosco neppure il significato del termine “tifo”, io non provo nessuna sensazione a vedere delle persone che corrono dietro un pallone indipendentemente da quale maglietta indossano. Altra faccenda è fare una partita con gli amici dove io sono coinvolto direttamente, ho provato, non mi piace. Che male c’è?
CB: effettivamente il tuo tono in questo caso è stato più pacato e più assertivo nello spiegare il tuo punto di vista, te lo riconosco. E hai spiegato il valore che TU dai alla tua esperienza scambista. Hai parlato di TE. Ciò è molto più comunicativo che parlare di sociologia o rifarsi ad altri pensatori. Potrei dire che, forse per la prima volta, ti sei messo maggiormente in gioco in prima persona in questo dialogo, e con maggiore empatia. Cosa che forse ti ha chiesto Marquito, ma che tu non hai colto.
Per quanto riguarda l’ottovolante e il ristorante cinese non sono d’accordo con te, dal mio punto di vista ovviamente, nel senso che il rifiutarsi di salire sull’ottovolante o di andare in un certo tipo di ristorante è già stabilire un tipo di esperienza connessa all’ottovolante e al ristorante. Guardare l’ottovolante e dire: non voglio salire già rappresenta una scelta rispetto ad una cosa che, di per sè, sta provocando una serie di emozioni, sensazioni, non solo in base a “credenze” o “idee” ma per gli elementi in proprio possesso.
Cioè: non ho bisogno di salire sull’ottovolante per sapere di che esperienza si tratta, perché già gli elementi in mio possesso riguardo l’ottovolante (l’altezza, altro) non mi sono affini. Quindi non rifiuto l’esperienza in base alla non conoscenza, ma in base alla conoscenza, per quanto per te ciò sembri un paradosso.
Non ho bisogno di mangiare al ristorante cinese perché già per esempio l’odore che emanano i cibi del ristorante cinese, elemento in mio possesso, non mi è affine e non mi provoca uno stimolo piacevole.
Mi spiego?
Quando tu parli dello scambismo sostieni che non possiamo sapere cos’è e non provando l’esperienza non possiamo essere in grado di conoscerla. Però non tieni conto che, seppure è vero che non siamo mai stati ad una riunione scambista, ciascuno di noi sa cos’è il sesso e ha idea di cosa sia per lui piacevole o spiacevole. Quindi è in grado di fare una scelta non in base agli elementi che non sono in suo possesso, ma quelli che sono in suo possesso e ritenerli sufficienti, per sè, per operare una scelta. Se questi elementi siano limitati o sufficienti non è una persona esterna che può stabilirlo. Ciò che per te può essere elemento insufficiente per me non lo è, e viceversa. Nel tiro con l’arco, come nel modo in cui vivere la socialità e il sesso.
Il fatto che non mi interessi parlare in modo dirty o che io non senta il bisogno di un determinato contesto per vestirmi in modo provocante perché altrimenti se lo facessi mi sentirei una tro.. (non vedo perché una debba sentirsi una tro.. perché si veste in modo provocante, a meno che non le piaccia l’idea che il vestirsi in modo provocante sia qualcosa di proibito. Ma conosco persone che si vestono in maniera provocante anche per andare a fare la spesa, e stanno bene così. Il fatto che altre persone possano pensare di loro che sono tr... per come si vestono non le sfiora neppure. Per loro sono semplicemente vestite come va a loro. Oppure amano
il loro lato esibizionista mentre vanno a fare la spesa, e le sensazioni che provoca in loro fare la spesa e rapportarsi con un determinato esterno in un certo modo, ognuno per sè. Ho un’amica che si veste sempre in maniera superprovocante e suo marito adora che si vesta in maniera provocante. Lei non è mai volgare, però senza dubbio si veste in maniera provocante, in qualsiasi contesto si trovi. Non giudica diverso chi si veste in un altro modo. Non sono scambisti, non sono una coppia aperta, non si definiscono trasgressivi, non usano linguaggio dirty in mezzo alla gente. Per molti versi lei è più tradizionalista di me che mi vesto in maniera meno provocante di lei. Per lei l’anticonformista sono io).
Come ti ho già detto non ho nessuna difficoltà a credere che lo scambismo possa rappresentare per te e la tua compagna un luogo dove esprimere certe parti di voi stessi e certi desideri o convinzioni, non ho nessuna difficoltà a credere che lì tua moglie possa trovare un luogo dove esprimere cose che altrimenti magari non si concederebbe di esprimere in libertà ecc. Il discorso è che ci sono persone che non hanno bisogno di quello di cui voi potete aver bisogno. Non è un giudizio nè una critica. Intendo dire che io ho adorato per esempio le mie esperienze nel teatro, che per me hanno un significato, anzi molti. Il significato che io dò all’esperienza non sarà mai uguale a quella di un altro, anche se è condivisa. e anche se l’aspetto di condivisione di un’esperienza artistica è una cosa fantastica e ho avuto modo di vedere i suoi risvolti positivi in modo sociale e terapeutico. Non è solo esibizionismo, non ci vedo neanche un luogo di espressione altrimenti non concessa, perché io un’improvvisazione teatrale mi metto anche a farla in autobus all’ora di punta e me ne frego o da sola a casa mia. Tuttavia riesco a capire che non a tutti può interessare, nè penso che se dicessi alla gente “venite a vedere” a loro cambierebbe per forza qualcosa. Non penso sia un pregiudizio il fatto di non avere i miei stessi interessi. So che il teatro mi crea benessere per mia esperienza personale, ma posso capire benissimo che non a tutti debba fare per forza bene o interessare. eppure a me, personalmente, ha regalato sempre emozioni molto molto intense. Ma posso capire che per qualcuno ciò può essere il teatro sia altro, anche se in apparenza le… corde che si mettono in gioco sono molto diverse.
Tornando a @Semplicemente essa è una conseguenza sociale di un malessere diffuso, anche se non universale, della coppia che scoppia ed è perciò un’evoluzione della stessa. Se questa evoluzione si rivelerà un fallimento, questo non ci è dato sapere, e non lo stabilirà nessuno di noi ma sarà il tempo a decretarlo.
Io non ci leggo ciò perché se vestirmi provocante o dire cose dirty facesse parte di me ciò sarebbe indipendente da una mia crisi e perché personalmente nessuna mia coppia è scoppiata per ragioni di frustrazione erotica o ragioni che tu hai elencato.
Cara LUNA sono contento che si sia entrati un po’ più in sintonia, anche se le nostre idee possono rimanere comunque distanti. Io però non posso esimermi, come del resto fai tu, dal criticare, cioè confrontare il mio ed il tuo modo di vedere per averne un giudizio, ovviamente ciò non al fine di dire: tu sbagli mentre io sono in possesso della verità, bensì nel senso di far chiarezza sulle differenze al fine di apprendere ampliando il proprio comprendere. A ben vedere le nostre idee sembrano dissimili in quanto si basano su modalità di sentire o interpretare in maniera diversa alcuni termini espressivi. Quando ad esempio dici: “Quindi non rifiuto l’esperienza in base alla non conoscenza, ma in base alla conoscenza, per quanto per te ciò sembri un paradosso”, certamente sono d’accordo sul fatto che le scelte vengono svolte, anzi ritengo “sempre svolte”, su una base di conoscenze e quindi non rilevo nessun paradosso come tu presupponi. Il dissenso nasce nel momento in cui, o non si è disposti a valutare la possibilità di ampliare le proprie conoscenze e quindi scegliere di soggiacere ad un pregiudizio, oppure si è invece disponibili a metterle in discussione arricchendole o acquisendone altre, uscendo da giudizi pregiudiziali rendendoli esperienziali.
Salire o meno sull’otto volante può essere dettato da due atteggiamenti dissimili: 1) valutare la propria base di conoscenza come staticamente fissata, la propria scelta quindi si basa in modo pregiudiziale, salgo perché sono sicuro che mi piacerà oppure no perché sono sicuro che non mi va; 2) valutare la propria base di conoscenza dinamicamente modificabile, aperta perciò a costante aggiornamento, quindi il pregiudizio diviene consapevole ed evolvibile, potrei scegliere di non salire perché in questo momento non me la sento o perché ho necessità di conseguire altre informazioni, ad esempio raccogliendo le sensazioni di chi ne è appena sceso, oppure salendoci per arricchire la mia base delle conoscenze.
Naturalmente io mi esprimo sempre in senso generale è non giudicando questo o quello, primo perché non m’interessa alimentare il mio narcisismo ma piuttosto la mia conoscenza, secondo perché non conosco nessuno di quelli che intervengono ed anche se li conoscessi, non potrei mai sapere tanto a fondo quale motivo li spinge verso le loro modalità di scelta, anzi dirò di più, anche per la maggior parte delle scelte che io stesso faccio, non sono in grado di garantire di conoscerne tutti i risvolti che hanno portato a farle, e qui possono intervenire psicologia, filosofia, sociologia e chi più ne ha più ne metta. Le valutazioni che faccio sono perciò sempre generalizzate, anche se possono prendere spunto da un particolare caso espresso. Come tu scrivi, la tua scelta di fare teatro può non coincidere con quella di chiunque altro faccia la stessa scelta. Un eventuale giudizio quindi di fare o meno teatro, si basa su fattori generici e non corrispondenti ai tuoi o a quelli di nessun’altro.
Ciò che vorrei esprimere è: se alla tua amica piace farsi vedere con una gonna sopra il ginocchio o una minigonna inguinale, è sicuramente una sua scelta personale che non ci interessa indagare, e probabilmente condivisa da suo marito, ma altrettanto sicuramente dettata anche dalle condizioni ambientali, infatti non le sarà certo possibile andare in piazza indossando solo un microscopico tanga. Le sue scelte sono perciò limitate da fattori esterni, andare invece in un ambiente dove questi limiti non esistono, lei si sentirebbe libera di mettersi una gonna lunga quanto vuole oppure andare nuda, sarà soltanto lei a deciderlo.
Tempo fa la mia donna ed io abbiamo conosciuto una ragazza che ci ha raccontato quanto le piaceva stuzzicare gli uomini mostrandogli tutto il piacere che provava a consumare il famoso gelato “calippo”, mimando con erotico trasporto tutte le varie possibilità che la sua fantasia le suggeriva, lei affermava: “andare in un club dove gli uomini sono abituati a vedere ben altro, mi fa perdere il gusto del gioco”. Un giorno però è riuscita a salvarsi per miracolo da uno che aveva perso la testa a seguito dei suoi giochini e stava per stuprarla. Ora ha trovato una sua dimensione proprio in un club, scoprendo che gli uomini presenti, non sono per niente indifferenti anzi…, ma sono costretti a darsi un contegno adeguato pena l’espulsione, e lei ora si può permettere tutto ciò che vuole, definendo personalmente i limiti che vuole imporsi e senza più correre rischi, ed il suo gioco si è enormemente arricchito. Certamente non tutte le donne sono interessate a questo, ma io l’ho riportato solo per esprimere come lei che si rifiutava di frequentare luoghi per scambisti per un suo ragionamento presunto, invece ha trovato proprio lì, dove non lo riteneva possibile, la soddisfazione del proprio essere.
Un’altra cosa è utile focalizzare, tu puoi spiegarmi nei dettagli più minuziosi ciò che provi davanti al fegato, ma comunque mai potrei sapere ciò che provoca in te.
Il fatto che tu vivi un rapporto di coppia straordinario e non scoppiato, non impedisce all’ISTAT di stabilire che le coppie scoppiano, al massimo il tuo rapporto può decretare una piccola riduzione percentuale del fenomeno.
Un problema invece molto più profondo ed interessante è quello che si riferisce al proprio modo di essere. Io ho moltissime volte potuto costatare quante cose sono cambiate nella mia vita, gusti, paure, comportamenti ecc… Alcune cose che da piccolo mi risultavano sgradevoli, oggi mi appaiono addirittura desiderabili e viceversa. Il nostro continuo cambiamento cellulare determina, insieme a quello culturale, una modifica della nostra base informativa e dell’interpretazione che di essa facciamo determinando un cambiamento complessivo del nostro essere. Sono giunto a concludere che è inutile opporsi a questo evolversi ed è invece molto meglio accondiscenderlo, sicuramente si ottengono risultati molto più utili e sinergici.
Gentile Cibì, forse però alla persona che citavo non interessa indossare il tanga in piazza, e quindi è soddisfatta di come vive indossando quello che le pare. Forse anche se all’esterno le piace anche indossare una superminiinguinale il tanga le piace mostrarlo solo al marito. E non per un fatto di morale o società o di concetto, ma perché magari il loro gioco può basarsi sul fatto che all’esterno, insieme, è concesso solo un tot, ma rimane una parte di sè, corpo, non solo sentimenti e anima, che rimane loro soltanto.
Quello che voglio dire è che se non metto in dubbio che la signora che citavi, quella del calippo, possa aver trovato una sua maggiore espansione nel poter leccare calippi in luogo pubblico, ma protetto, ma che per esempio c’è anche chi, se proprio vogliamo usare l’esempio del gelato, trova molto più eccitante farlo a casa sua per una persona specifica che farlo davanti a vari spettatori che possono guardare, ma non toccare o varie.
Insomma, come ti ho ampiamente già detto che non discuto assolutamente sul concetto che ad una persona possa far bene, se vuole 10 e vive 1 in una cosa cercare il suo modo di espanderla al 10. Ed è una cosa che non riguarda ovviamente solo il sesso.
Una persona a cui piace correre potrà trovare il suo 10 nel decidere di percorrere una ultramaratona. Ma non a tutti piace correre e non tutti vivono la corsa nella stessa maniera, e se per uno la sua espansione è correre l’ultramaratona per un altro può non esserlo.
E quindi due persone possono essere ugualmente felici e soddisfatte nel loro modo di vivere la corsa anche se il loro concetto di espansione è diverso.
E non è quindi solo una questione che per alcuni l’1 e già il 10, ma che per persone diverse, e in qualsiasi campo, lo stimolo di espansione, l’interessa di espansione, l’ambito di espansione da 1 a 10 non è uguale.
Così io posso comprendere perché la signora del calippo sia stata contenta di trovare quella soluzione a sua dimensione, e non metto in dubbio che lo scambismo possa rappresentare per varie esigenze, incluso un certo tipo di voyerismo, un luogo in cui manifestarlo. Ma, ti faccio un esempio banale, quando mi è capitato di andare a prendere il sole senza costume (e non è una cosa che sento come esigenza fondamentale) la mia voglia di togliermi il costume (ripeto, non sento il fatto di tenerlo un limite che mi causa sofferenza) non è stata dettata dal fatto che mi piaceva l’idea che qualcuno mi vedesse senza costume. Anzi, mi sono scelta un posto in cui stare in pace. Quindi intendo dire che non sempre l’espressione libera, a cui tu hai fatto riferimento, significa esibizionismo, o voyerismo. Quindi è ovvio che di per sè lo scambismo può essere un luogo di espressione libera se è un certo tipo di espressione che vai cercando, in varie sue sfumature, ma non rappresenta la libertà in senso assoluto. Potrei mettertela così, molto serenamente, per farti capire:
Tu continui a parlare dello scambismo e del fatto che una persona non può sapere se non va ad una riunione scambista, ma, mettendola giù terraterra, al di là del fatto che per me appunto non rappresenta alcuna attrattiva il fatto di essere scambiata da mio marito o scambiarlo o il sesso di gruppo, anche tutti gli altri esempi che fai sulla libertà di espressione per me equivalgono a come se tu dicessi: “Guarda che là se ti piace collezionare francobolli potrai trovare il Gronchi Rosa, potrai parlare liberamente di francobolli e potrai vestirti tu stessa da francobollo, leccando francobolli sulle buste davanti a tutti!”. il che dev’essere una figata, come no per chi vorrebbe collezionare francobolli e leccare francobolli davanti a tutti ma non può o se lo vieta e pensa quanto sarebbe bello poter vestirsi da francobollo senza essere giudicato in mezzo a gente che lo capisce…
Ma a me non piace collezionare francobolli. Ho proprio altri concetti di cosa sia gradevole o libero per me.
E ti dirò di più (senza alcuna offesa o giudizio, eh, si tratta di gusti personali): certe cose che a te sembrano esaltarti come trasgressive a me sembrano noiose o totalmente indifferenti. L’idea di gente che parla in linguaggio dirty in una stanza non mi sembra eccitante, e semmai mi fa sbadigliare. Ti sembrerà incredibile, ma è così.
Mi fa sbadigliare come quando al bar arriva uno che racconta le sue prodezze sessuali e pensa di essere figo, e invece io penso: che noia, ma se lo è scoperto stamattina? Contento lui…
Non mi sorprende che la gente possa eccitarsi anche vedendo il/la partner con addosso la maglietta della salute e non attribuisco particolare importanza ad un abbigliamento di un certo tipo o di un altro come stimolo sessuale. Non ho fantasie esibizioniste.
E peraltro, senza voler giudicare nessuno, ma la cosa del calippo che non metto in dubbio possa essere anche eccitante per le sue ovvie allusioni sessuali, non mi sembra denotare tutta ‘sta grande fantasia e trasgressione, perché è da quando hanno prodotto il calippo (cos’erano? gli anni 80?) che mezzo mondo fa doppi sensi sulla sua forma fallica. Non sto giudicando, ma dico che forse era più originale se si leccava un tostapane. (magari non acceso, ma degustibus).
Chiaro che la cosa non stava nel calippo ma nell’esibire la calippità, lì sta la trasgressione. Ma in quanto ad originalità non sono un’esperta del genere, ma immagino che un qualsiasi spettacolo in un night offra le stesse identiche e anche maggiori performances. Quindi il discorso non riguarda il gesto, ma il fatto che a lei piaceva appunto l’idea di esibirsi e farsi guardare. Riguarda una sua idea di cosa le piace fare e trovare una sua dimensione per farlo. Quindi ha cercato/trovato il contesto adatto. Ma adatto a soddisfare una SUA fantasia, non una fantasia per forza collettiva.
Non siamo tutti uguali, CB, e non solo la nostra idea di cosa sia la vita a due (chiusa o aperta) lo è, ma non lo sono neanche le fantasie.
Cara LUNA condivido con te quasi totalmente ciò che scrivi, credo che il nostro dissenso non sia tanto sui contenuti, quanto sulla metodologia analitica o meglio a quanto sottesa ad essa. È evidente che quanto esprimiamo sia in certa misura estremizzato al fine di sottolineare un aspetto del dibattere, la realtà è molto più articolata e coinvolge più intimamente il nostro essere. Se analizziamo insieme le tue battute, non possiamo non cogliere un certo altalenare tra le tue convinzioni inconsce e quelle consce. Io ritengo che ogni persona effettui le proprie scelte sempre in base ad un sentire personale ed intimo, anche se può coinvolge persone terze che sono quindi soggetti esterni. In una coppia invece quell’intimo sentire trova espressione nella condivisione, nell’essere complici, cosa che non può avvenire con estranei, almeno non in maniera così intima come tra i partners di una stessa coppia.
Io ho trascorso gran parte della mia vita in maniera meravigliosa e non la rinnego in nessuna delle sue parti, improvvisamente però tutto è andato perduto e per due anni mi sono ritrovato in un limbo di confusione dove ogni mia certezza si è sgretolata e dissolta. Al risveglio da questo torpore mi sono ritrovato in un mondo totalmente diverso dove ho dovuto ricostruire la mia vita rinnegando alcune scelte fatte prima ed accettandone altre che mi ero sempre rifiutato di considerare. Questa mia esperienza mi ha permesso di esperire alcune cose che io stavo tentando di trasmettere, non affinché si seguissero, ma semplicemente perché ognuno potesse, se lo voleva, raccoglierne l’essenza.
Proseguendo nel mio percorso evolutivo ho appreso che una visione così partizionata corrisponde alla realtà soltanto in parte, se vogliamo meglio adeguare il nostro sentire a ciò che oggettivamente avviene è necessario considerare le nostre analisi in modo più ampio e multi-comprensivo.
Quando scrivi: “Chiaro che la cosa non stava nel calippo ma nell’esibire la calippità, lì sta la trasgressione. Ma in quanto ad originalità non sono un’esperta del genere, ma immagino che un qualsiasi spettacolo in un night offra le stesse identiche e anche maggiori performances. Quindi il discorso non riguarda il gesto, ma il fatto che a lei piaceva appunto l’idea di esibirsi e farsi guardare. Riguarda una sua idea di cosa le piace fare e trovare una sua dimensione per farlo. Quindi ha cercato/trovato il contesto adatto. Ma adatto a soddisfare una SUA fantasia, non una fantasia per forza collettiva”, si evincono diverse condizioni interagenti, esibire la calippità non riguarda il calippo in quanto tale, ma la sua pulsione espressiva, la necessità a soddisfare l’esprimere il proprio bisogno esibizionistico verso se stessa, la collettività che assiste alla sua esibizione è semplicemente il reagente alla sperimentazione personale. L’esibizione nel leccare il calippo o nel mettersi una minigonna inguinale o qualunque altro tipo di espressione non è rilevante.
Sono stato un convinto ed intransigente oppositore dei fumatori, poi improvvisamente mi sono ritrovato a fumare anche un pacchetto al giorno. Oggi comprendo diversamente le ragioni dell’uno e dell’altro schieramento e le mie scelte non sono più dettate da convinzioni pregiudiziali, ma sono intimamente consapevole della personale posizione che ho assunto, cosciente che è mia e solo mia. Quando acquisisco una metodologia d’indagine ampia e multidimensionale posso considerare la possibilità di ritenere la mia base delle informazioni sufficientemente valida per intraprendere una decisione consapevole e non pregiudiziale, mentre una conoscenza inconsapevole delle basi fondative non può essere considerata come esaustiva.
Saresti in grado di dire quali ragioni ti hanno spinto a toglierti il costume per restare nuda? Sicuramente in quel momento hai sentito di agire in quel modo, tu scrivi: “quando mi è capitato di andare a prendere il sole senza costume […] non è stata dettata dal fatto che mi piaceva l’idea che qualcuno mi vedesse senza costume”. Quali sono stati i meccanismi inconsapevoli che ti hanno spinta a fare ciò però non li conosci. Sapevi del desiderio di farlo e di quelli culturali che ti hanno spinta a cercare il posto idoneo, ma cosa mi dici del perché hai percepito quel desiderio? Forse il tuo corpo aveva bisogno di recuperare quelle sensazioni perdute nel tempo, aveva bisogno di ritornare a quella dimensione vissuta da piccola dove essere nuda non comportava problemi, sentirsi ancora bambina senza le restrizioni che si hanno da grandi, in te era forse scattato il meccanismo di ritrovare la fanciullezza perduta. Probabilmente uno psicoanalista potrebbe svelarti l’arcano, ma tu non vuoi, a te basta essere stata bene ed ora puoi riprendere il tuo percorso quotidiano. Il futuro però è segnato, una molla tesa è ora dentro di te pronta a scattare al momento opportuno, un momento che però non conosci e non puoi sapere quanto opportuno sia per te.
Posso concludere che non ritengo assolutamente che lo scambismo sia il modo di perseguire la libertà, qui si discuteva di coppia aperta e quindi lo scambismo è divenuto il fulcro del nostro dibattere, ritengo però che la libertà non si esprima in questa pratica se non in piccolissima parte. I naturisti perseguono uno stile di vita volto al naturale, i nudisti possono trovare una coincidenza nel loro mettersi nudi in questo stile di vita ma nulla più, un esibizionista può trovare nel nudismo e quindi nel naturismo, un suo spazio coincidente, ma non può giudicarsi un nudista né tanto meno un naturista.
Quando mi esprimo sullo scambismo, indico in particolare due cose: 1) una condizione sottesa a questa pratica utile ad una conoscenza della stessa più consapevole; 2) una eventuale possibilità di trovare in essa punti di sintonia del proprio essere. Non sono certo qui a promuovere la causa dello scambismo, cosa assolutamente distante dal mio interesse e dalla mia volontà.