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Lettera pubblicata il 4 Aprile 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore C18.
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@ CB:
Dio mio che pazienza …
Citami un solo caso in cui abbia giudicato i tuoi gusti sessuali dal punto di vista morale. Citami un solo caso in cui ti abbia dato del maiale, dello zozzone o del pervertito. Citami un solo caso in cui abbia messo in discussione i tuoi diritti. E già che ci sei spiegami anche in quale post io abbia preteso di imporre agli altri utenti i miei personalissimi canoni estetici.
Ho sempre ribadito che il mio è soltanto un punto di vista soggettivo e che non pretendo che tu mi dia ragione. Qui i casi sono due: o io parlo arabo, o tu soffri di una fastidiosa forma di amnesia retrograda. Dal momento che tutti gli altri utenti (a cominciare da LUNA) hanno compreso perfettamente il mio punto di vista, propenderei decisamente per la seconda ipotesi.
Le tue obiezioni sono del tutto inconsistenti e denotano una conoscenza rozza e grossolana delle teorie antropologiche propugnate dalla scuola Junghiana (a proposito, mi spieghi cosa c’entra Lacan, che io non ho mai citato e che non appartiene affatto a quella scuola ?) L’inconscio collettivo è un serbatoio di Archetipi a cui tutti possiamo attingere, ma il modo in cui lo facciamo varia sensibilmente da individuo a individuo, per il semplice motivo che ognuno di noi è condizionato dalla sua storia, dai traumi che ha subito, dal suo carattere e dal suo temperamento. E’ per questo che alcuni di noi sono particolarmente sensibili al fascino di ALCUNI simboli mentre altri si sentono attratti irresisistibilmente dal richiamo di ALTRI simboli. La “congiunzione degli opposti” ha sempre esercitato un’enorme potere di suggestione su milioni di esseri umani, come testimoniano migliaia di romanzi, di racconti, di opere teatrali, di quadri, di sculture e di composizioni musicali; ma questo non significa che TUTTI debbano essere sensibili al fascino del numero 2. E’ possibile che tu e la tua compagna siate più sensibili al fascino del Sé e all’Archetipo della Totalità universale.
Inutile dire che il relativismo etico è perfettamente compatibile con le teorie antropologiche di Carl Jung e di James Hillman.
Come vedi sono stato molto gentile, perché mi sono preso la briga di rispondere alle tue obiezioni malgrado tu non abbia mai risposto alle mie ed abbia completamente ignorato quelle di Eme (in che modo la cosiddetta “trasgressione” sarebbe in grado di risollevare le sorti di una coppia in crisi ?).
Dai, CB, permetti alla tua donna di esprimere un pensiero che non sia stato partorito dal tuo cervello … diventeresti subito molto più credibile.
CB: ti ringrazio per le tue precisazioni. Io non trovo però che Marquito si sia espresso come dici, io trovo che abbia espresso il suo modo di vedere le cose ribadendo più volte il fatto che egli non giudica le scelte degli altri, ma che tuttavia ciò non significhi che debba vederle confacenti al suo modo di sentire e vedere. Ti ha spiegato il significato che lui dà e perché alla sua scelta monogama che include anche l’aspetto sessuale. Ti ha spiegato perché per lui la coppia aperta o il sesso di gruppo non rapprenta un’attrattiva. Perché, nel suo modo di vivere il sesso e l’amore, l’idea di includere altre persone non gli provoca un senso di attrattiva e piacere, ma disgusto. A lui. Tu vedi come un fatto personale e un giudizio le sue sensazioni interiori rispetto a se stesso. Ma lui ti ha detto la sua verità che lo riguarda, come tu dici la tua.
E, come ho già detto, credo che il problema non sia mai stato il fatto che tu esprimi ciò che è giusto e ottimale per te, ma che tu abbia detto fatto altre affermazioni e che le persone che la vedono (anzi io direi: la sentono, diversamente non tengono conto di una serie di cose che tu elenchi, in qualsiasi modo tu l’abbia fatto, e che quindi non sono consapevoli che la loro visione è limitata. e, anche se tu non vuoi ammetterlo, è questa – forse preso dal tuo entusiasmo personale per cosa vivere certe esperienze o leggere certe cose ha rappresentato e rappresenta per te – la cosa che tu hai espresso.
Personalmente io non comprendo fino in fondo perché tu difenda la libertà allo scambismo con tanto fervore. Cioè, mi spiego: credo che tu abbia l’assoluta libertà di scegliere, oggi come oggi, cosa vuoi fare della tua vita di relazione. Peraltro, se non erro, a differenza di una coppia omosessuale se può scontrarsi con una maggiore evidenza sociale (da vivere con maggiore o minore naturalezza… anche se i miei amici omosessuali, onestamente, non hanno nessun problema ad uscire insieme tutte le sere, fare shopping, andare in vacanza e uscire tutti insieme in pizzeria e dire chi è dei due che fa la lavatrice e che sono molto innamorati anche in una tavolata mista con coppie etero, single, e persone bisessuali), che può combattere o meno per poter ottenere la possibilità di sposarsi (alla maggior parte delle coppie omosessuali che io conosco di ciò non importa, importa semmai di stare insieme e di poter tutelare l’altro riguardo la casa o i beni in caso di morte ecc, e di poter vivere serenamente come ciascuno di noi, ma non di poter dire: siamo sposati) o di adottare un figlio (di questo a diversi importa), tu puoi scegliere, per la società, di convivere o sposarti e avere figli, pur continuando a vivere la tua sessualità come credi e come tu trovi corretto per te che sia. Per la società,se tu non dici che ti piace fare sesso in gruppo, sei parte di una coppia etero a tutti gli effetti, con tutti i diritti di una coppia etero tradizionale come la chiami tu. Quindi non hai neanche una serie di problemi
con cui può scontrarsi chi decide di vivere invece attraverso una formula diversa. Ovviamente io non so se vuoi due siete sposati o conviventi, o in attesa del divorzio di uno dei due o entrambi,se vivete nella stessa casa o in due case, se avete figli o meno, insieme o nati da precedenti unioni, se avete 20, 40, 60 anni, da quanto siete insieme, se siete “nati” come coppia aperta o se invece ad un certo punto avete deciso di diventarlo, se eravate entrambi scambisti o no precedentemente. E il mio non è un interrogatorio, sto dicendo che proprio non ne ho idea. Ma che da quello che scrivi la formula è che comunque per lo Stato o per i vicini di casa anche solo siete una coppia che, al di là di cosa decidete di fare del vostro letto e del vostro tempo e delle vostre frequentazioni, può non aver nessun problema a sedersi in tavola anche con l’anziana zia carmela a cui verrebbero i capelli dritti se lo sapesse perché basta non dirglielo. Mentre alcuni miei amici omosessuali magari nella famiglia di uno possono andare per mano e nella famiglia dell’altro per anni hanno dovuto dire: lui è il mio amico Gigi, anche se tutti sapevano benissimo che l’amico Gigi era il suo fidanzato.
Per quanto riguarda la monogamia mi pare evidente che Marquito ed Eme si riferiscono anche ad una monogamia sessuale. I due aspetti coincidono. Per te non coincidono.
Anche per me coincidono. E la questione non è che l’altro non venga mai a saperlo, o che lo sappia ma che abbia un atteggiamento comprensivo, tollerante o empatico o propositivo. Non significa neppure che non si possa saper riconoscere l’eventuale differenza tra sesso e amore, o tra infatuazione o la persona centrale per tutta la vita, tra incontro in cui si verifica un certo piano, altro, di scambio, e ciò che comunque resta immutato, ecc.
La questione è proprio: quella coincidenza “monogamica” non è fonte di limite, bensì causa, proprio nel suo coincidere, semmai una sensazione di benessere, ad ampio raggio. Che non ha radici razionali, schematiche, filosofiche, ma istintive prima di tutto. Forse non sarò stata in grado di spiegartelo, ma è quel che è, come per te è quel che è una tua visione differente che, dici, ti appaga, appaga la tua identità e la tua visione di relazione.
In generale, se hai letto di psicologia e sessualità saprai certamente che la libertà sessuale non si misura in quantità di esperienze o in tipo di esperienze nè in adrenalina.Tanto è vero che se esiste l’anoressia sessuale esiste però anche la bulimia sessuale, in cui il bisogno di fare continue esperienze non è molto differente dal fatto di mangiare quintali di cose per riempire un vuoto o il fare fuori la carta di credito. Si può “donarsi” troppo anche in continua fuga da se stessi. Ho un’amica, che aveva subito molestie sessuali da piccola, per cui tutto quello che tu chiami in generale espansione è stato un sintomo anestetico e scollegamento da sè. L’importante quindi è stare bene con se stessi, mi pare, no? ciao!
Cari ragazzi avete scritto tre post pieni zeppi di cose a cui dovrei e vorrei dar seguito, però è chiaro che mi sarà difficile perché sarebbe necessario avere a disposizione molto più spazio ed anche molto più tempo. Cercherò di essere il più sintetico possibile anche se in realtà gli argomenti presentano una notevole complessità che non è possibile trattare in maniera troppo semplicistica. Inizio da Marquito in quanto è il primo in ordine di tempo.
Ho imparato alcune cose anche per averle sperimentate sul campo e le ricordo molto bene nonostante la mia amnesia retrograda, una di esse è che in una qualunque esposizione esistono diversi livelli di comunicazione sia espliciti sia impliciti, ed esistono anche diversi livelli d’interpretazione che ogni singolo interlocutore può avere sia consapevolmente che non. Ciò che esprimi, in realtà contiene molte più informazioni di quelle che consapevolmente trasmetti. Se ad esempio prendiamo la tua espressione: “A me lo scambio di coppia provoca un’indicibile senso di nausea”, il mio “SE” o il mio “IO” o “l’Archetipo” che li sottende, mi suggerisce che mi trovo di fronte ad una persona che non solo la pensa in modo diverso ma che prova addirittura un’avversione cosi profonda da ripercuotersi perfino fisicamente sulle sue funzioni biologiche, indipendentemente se a scatenarle sia stato il gusto, la morale, il pregiudizio o altro, scorrendo poi i vari interventi si ritrovano innumerevoli conferme a questa sensazione. È evidente che io mi predisponga a tenere alta l’attenzione su una persona che non soltanto giudica il mio campo d’azione in maniera fortemente negativa, ma che prova verso chi frequenta quel campo un’avversione che prima o poi sfocerà in aggressione. Tutto ciò è solo una sensazione e nulla più, è perfettamente plausibile che una frase può essere stimolata da innumerevoli cause esterne, pertanto occorre attivare una procedura di controllo e di filtro su ciò che sarà espresso in seguito, tenendo però presente che l’attenzione massima si dovrà porre proprio su frasi che si propongono come “innocue”.
In realtà inizia a prendere forma ciò che nel campo della “A.I.” (intelligenza artificiale) si chiama “base di conoscenza”, e proseguendo nel tempo le cognizioni tendono ad affinarsi, sia nella raccolta sia nella composizione della struttura di questa “memoria a lungo termine”.
Nel momento che noi ci troviamo di fronte ad esempio ad un’asserzione come questa: “C’è una domanda cruciale a cui i teorici dello scambismo dovrebbero rispondere, Si tratta della questione capitale, di quella da cui dipende il senso steso di questa discussione”. Da un’analisi accurata si evince che: “i teorici dello scambismo”, non semplicemente la categoria degli scambisti, ma i “teorici”, vale a dire coloro che studiano e propongono, in pratica l’elite”, contiene sia una mia supposta arroganza in quanto teorico di questa modalità, sia anche una negatività latente rafforzata da: “domanda cruciale”;
la domanda non è solo una domanda, ma è “cruciale”, cioè d’importanza fatale a cui però gli scambisti “dovrebbero rispondere”, sottolineando quindi che non lo si fa. Perché la cosa non passi inosservata si sottolinea ripetendo: “Si tratta della questione capitale, di quella da cui dipende il senso steso di questa discussione”. Qual è questa domanda? Vediamo: “QUESTI RAPPORTI SESSUALI CHE VOI PRATICATE CON I VOSTRI “AMICI” SONO O NON SONO EMOTIVAMENTE CONVOLGENTI ?”; la domanda contiene un elemento subdolo ed inquietante e cioè il fatto che i rapporti possono essere o no emotivamente coinvolgenti, e l’indicare le presupposte possibili risposte, A) e B) del tipo “Vero” o “Falso” si decreta l’unicità della “emozionalità” cioè si tenta di esprimere che l’amore è quella emozionalità, del resto le supposte risposte lo suggeriscono, difatti nella A) si dice: “…ci troviamo di fronte a un semplice svago…”, equivale a dire che se l’amore non c’è ed è solo sesso, allora la coppia non esiste, non lesinando una ulteriore sottolineatura negativa come: “…non c’è bisogno di scomodare…”; mentre se la risposta è B) l’amore viene coinvolto allora la coppia è poligama, ed anche in questo caso si tiene a sottolineare la negatività del sottoscritto che addirittura “infrangere le più elementari regole della logica”. Naturalmente non si prendono in considerazione, non so quanto consapevolmente, altre forme di emotività, né la possibilità che esistano più emotività coinvolte. Nella realtà l’analisi porterebbe a fare ancora altre considerazioni che io naturalmente tralascio anche perché ritengo sufficienti quelle fino a qui espresse ed anche perché lo spazio è praticamente finito nonostante non abbiamo neppure fatto fronte alla prima questione riportata: “Citami un solo caso in cui abbia giudicato i tuoi gusti sessuali dal punto di vista morale”. Naturalmente ritengo la domanda superata, ma per non essere tacciato di sottrarmi alle questioni riportate, consideriamo l’ultimo termine utilizzato, giusto per essere precisi: “morale”; cioè che si riferisce ai costumi, agli atti, ai pensieri umani considerati rispetto al bene e al male. Nella solita “A.I.” ed in particolare nei “sistemi esperti”, il “motore inferenziale” non avrebbe difficoltà ad estrapolare una soluzione adeguata esprimendo che: SE pattern, cioè condizione 1 = Negativo AND pattern 2 = Negativo AND etc. ALLORA corpo, cioè “giudizio morale espresso” = Vero. Traducendo si può rispondere che questo è un caso in cui hai espresso un giudizio morale negativo nei miei confronti. Naturalmente questo non è il solo caso, ve ne sono moltissimi altri ed espressi anche in maniera più evidente. Lo spazio però è veramente finito e non riesco a continuare ma non mi voglio sottrarre a questo compito, perciò mi riservo di rispondere quanto prima, nella speranza che il moderatore, se ancora presente, non ci cacci in malo modo.
@ CB:
Non c’è bisogno che il moderatore intervenga; ormai se ne sono andati tutti. CB; ma ti rendi conto di cosa stai dicendo ? Il modo in cui inferisci che io abbia pronunciato dei giudizi morali è totalmente assurdo e inconsistente e non c’è bisogno di aver studiato logica per rendersene conto. Dal mio punto di vista (del tutto individuale e soggettivo) una coppia che pratica rapporti emotivamente coinvolgenti con altre persone non può essere considerata una vera coppia … si tratta di un’opinione strettamente personale, che sei liberissimo di non condividere, ma che certamente non presuppone alcun giudizio morale nei confronti delle persone coinvolte. Dire che secondo me A e B non rappresentano una vera coppia non costituisce affatto un giudizio morale per il semplice motivo che non considero una colpa il fatto di non essere una coppia. E per quel che mi riguarda A e B potrebbero essere benissimo delle bravissime persone.
Assolutamente delirante è l’affermazione secondo cui la mia “avversione” (?) sarebbe destinata inevitabilmente a sfociare in “aggressione”. Lo scambismo mi provoca un fortissimo senso di nausea, ma questo fatto non implica nel modo più assoluto che io abbia formulato un giudizio morale nei tuoi confronti e ovviamente (lo capirebbe anche un bambino) non significa affatto che io sia destinato ad aggredirti.
Il problema, come ha giustamente sottolineato LUNA, è di natura prettamente psicologica. Tu non riesci ad accettare il fatto che una persona abbia dei gusti differenti dai tuoi. Intendiamoci, CB; non sto dicendo che la colpa delle nostre incomprensioni sia da attribuire solamente a te. Anche noi avremo sicuramente commesso degli errori. Ma il problema di fondo resta quello individuato da LUNA: tu prendi come un fatto personale il senso di disgusto che noi proviamo quando pensiamo a un’ammucchiata o a uno scambio di coppia. Non riesci a distinguere i giudizi estetici dai giudizi etici e soprattutto mostri una suscettibilità impressionante ogni qual volta si affronta l’argomento “scambismo”. Se prendessi consapevolezza di questo tuo problema riusciresti a interagire con gli altri utenti in modo più sereno e più equilibrato.
Il dibattito presuppone sempre una certa reciprocità, e se tu mi poni delle domande o delle obiezioni devi essere anche disposto a rispondere alle mie. Nel corso della discussione ti abbiamo posto dozzine di domande e di obiezioni a cui tu non ti sei mai degnato di rispondere.
Vedi, CB, se io fossi un emerito ******* potrei analizzare tutti i tuoi post e dimostrarti in modo irrefutabile che ti sei contraddetto per decine di volte… Fortunatamente possiedo ancora un po’ di senso del ridicolo … Come si fa a prendere sul serio un utente che si firma “Coppia” Biricchina e che dopo 196 post non ci ha ancora fatto leggere una sola volta il parere della sua compagna ?
Adesso, visto che ci tieni tanto a avere l’ultima parola, seguo l’esempio degli altri utenti e ti lascio definitivamente al tuo soliloquio.
@È evidente che io mi predisponga a tenere alta l’attenzione su una persona che non soltanto giudica il mio campo d’azione in maniera fortemente negativa, ma che prova verso chi frequenta quel campo un’avversione che prima o poi sfocerà in aggressione
quella del prima o poi sfocerà in aggressione francamente CB lascia molto perplessa anche me.
A me non piace l’aglio nei cibi. Anzi, mi fa stare pure male. Ma oltre a non farmi bene, mi disgusta proprio l’odore. Un’altra cosa che mi disgusta (non solo il sapore, ma anche l’odore e il vederlo) è il fegato. Non posso manco entrare in una stanza in cui si sta cucinando del fegato. Dunque prima o poi sono destinata ad aggredire verbalmente o fisicamente chi mangia aglio o fegato? Ma ti pare? Potrei incazzarmi con mio marito se, sapendo benissimo che detesto il fegato, mi facesse trovare per cena per forza del fegato e volessi obbligarmi a mangiarlo e la casa che puzza di fegato cucinato che non si può manco entrare. Ma non sarei incazzata con lui perché è un mangiatore di fegato.
Peraltro conosco gente che mangia l’insalata con l’aglio a pezzettoni. La mia ex suocera aveva la fissa che l’aglio fa bene e quando io le dicevo che a me NON PIACE e che se in piccole quantità lo tollero ma un po’ di più mi fa MALE lei mi diceva che avevo dei pregiudizi. Perché per LEI era impensabile che una persona possa non gradire l’aglio.
Una mia amica dice che non si metterebbe mai con un uomo che non mangia aglio e cipolla, perché lei adora metterne chili. Siamo amiche lo stesso, anche se quando invita a cena anche me tiene conto del fatto che io non ne mangio chili. Sicuramente se mi piace una persona il fatto che possa mangiare aglio non sarà una ragione per la quale non la sposerò, anche se mi è compatibile maggiormente chi in cucina non ne usa dieci chili, ma il fatto che io non adori baciare chi si è appena mangiato uno spicchio d’aglio come fosse una mentina non è certo un pregiudizio.
Ok, mi dirai, forse: stiamo parlando di sessualità, non di cibi.
Bene, infatti ho citato il bacio aglioso. Ma altro esempio allora:
ho amiche a cui piacciono le donne, non mi sconvolge minimamente il fatto che a loro piacciono le donne, non mi sconvolge se mentre andiamo a fare shopping guardano una donna tipo apperò! Anzi, posso pure fare un commento pure io, sebbene da etero. Ecc.
Come ho amici maschi e non penso che io debba per forza piacere loro o che debba vedere malizia in ogni loro parola o gesto o complimento così sicuramente non penso che per forza io devo piacere ad una donna a cui piacciono le donne.
Peraltro se una donna a cui piacciono le donne mi fa un complimento lo prendo come un complimento e ringrazio. Certo dipende come lo fa, ma nello stesso modo in cui dipende come me lo fa un uomo. Così, quando molti anni fa in discoteca, quando ero giovincella, una che era alticcia cercò di abbordarmi in maniera pesante, anche mettendomi le mani addosso, cioè tirandomi per un braccio, e io le dissi di mollarmi
lei se ne uscì con il fatto che io ero piena di pregiudizi e retrograda. Ma io le dissi di mollarmi esattamente come avrei detto di mollarmi ad un uomo che si fosse comportato nella sua stessa identica maniera. Se mi ricordo ancora la scena non me la ricordo perché era una donna, ma perché, in sintesi, mi aggredì. E il fatto che mi avesse aggredito in quel modo non c’entrava sicuramente con le sue preferenze sessuali, o con il fatto che fosse in abbordaggio, ma con il suo carattere, il suo modo di rapportarsi con gli altri e forse il fatto di non tenere l’alcool. Se mi avesse semplicemente detto “Bevi qualcosa” e “che musica ascolti” le avrei semplicemente detto di no gentilmente e fatto capire che non era cosa come avrei fatto capire che non era cosa ad un uomo che non mi piace. Che non era c’era quella lunghezza d’onda. Poi ciò non mi avrebbe sicuramente impedito eventualmente anche di chiacchierare per 3 ore e mezza o diventare amiche o iscriverci insieme ad un corso di taglio e cucito.
Penso che il concetto sia chiaro.
Non mi fa senso pensare che due donne si baciano, ma a me non attira baciare una donna. l’idea di baciare una donna non mi viene neanche in mente, ma se ci penso (ne parlavo un giorno con una che sosteneva che tutti in realtà hanno una parte bisessuale) mi fa lo stesso effetto di pensare di baciare un uomo che non mi piace e non mi attira fisicamente.
Se un giorno mi innamorassi di una donna non avrei problemi ad andare a vivere con lei e presentarla, se lei fosse d’accordo, come la mia compagna, ma è abbastanza difficile che io possa innamorarmi di una donna perché non vedo le donne da un punto di vista omosessuale. Detto ciò se avessi una storia con una donna comunque dubito fortemente che la scambierei come non scambierei il mio uomo.
Dunque, riferendomi ora a Marquito, non comprendo perché il fatto di dire: l’idea di fare sesso di gruppo PERSONALMENTE non mi attrae e mi disgusta dovrebbe corrispondere a dire che chi lo fa fa schifo al rogo al rogo.
E tanto più che quel senso di personale mi piace/non mi piace corrisponda ad un pregiudizio, ad un giudizio morale o nasconda un’aggressività che prima o poi si paleserà.
“SE pattern, cioè condizione 1 = Negativo AND pattern 2 = Negativo AND etc. ALLORA corpo, cioè “giudizio morale espresso” = Vero. Traducendo si può rispondere che questo è un caso in cui hai espresso un giudizio morale negativo nei miei confronti. Naturalmente questo non è il solo caso, ve ne sono moltissimi altri ed espressi anche in maniera più evidente”.
Penso che negli ultimi quasi 200 post Marquito abbia sottolineato la differenza tra giudizio estetico e giudizio etico più di quanto abbia scritto il proprio nome e cognome nell’arco della propria esistenza.
Sembra quasi, CB, che tu voglia portarlo ad essere veramente aggressivo (per stanchezza e comprensibile rottura delle palle) in modo da poter scappare urlando “cai cai cai Marquito mi ha moralmente morso”.
Fossi in te utilizzerei gli immensi strumenti a tua disposizione e il tuo poliedrico e multidisciplinare cervello (:-)per studiare a fondo questa inquietante tendenza al vittismo.
Come ti ha ampiamente (e purtroppo, credo, inutilmente) spiegato LUNA, il fatto di non condividere un’opinione, un’emozione, un modo di fare o di pensare non significa necessariamente essere destinati ad evolversi in peggio, a trasformarsi nell’ incredibile Hulk e ad impugnare una clava per imprimere il proprio diverso punto di vista nel cervello dell’interlocutore.
Tu hai un opinione e ottomila teoremi che la spiegherebbero, Marquito ha la propria opinione e sufficiente stima di sè e delle proprie capacità cognitive da non modificarla semplicemente leggendo l’impressionante lista di nomi e citazioni che riporti un post si e un post no.
Citazioni, peraltro, spesso forgiate a tuo uso e consumo, estrapolate dall’alveo originario e fatte accomodare alla bene e meglio nel tuo settore di interesse.
Purtroppo Marquito e LUNA sembrano non rispondere al comando del “ha ragione chi grida più forte” modificato in “ha ragione chi fa il maggior numero di citazioni”.
Io, di certo, non ho mai perso la vista leggendo libri su libri alla ricerca del perchè la monogamia sentimentale e sessuale mi attirasse e pratiche come lo scambismo e l’apertura mi disgustassero.
Mi dovrei trovare in uno stato di profondo imbarazzo e di abissale vergogna per il mio NON essere dotata di strumenti socio-psico-filosofi&filologici per ribattere alle tue complicatissime costruzioni multi ed interdisciplinari.
Invece provo un po’ di imbarazzo conto terzi (tu sei terzo)…..mischiato al fastidio e a quella tenerezza che facilmente tracima nella pena.
Personalmente trovo un pò ridicolo ed esagerato il tuo sciorinare tutto il tuo immenso sapere (:-) in un campo in cui lo stomaco sarebbe in grado di riferire la propria opinione anche se fosse analfabeta.
Comunque, ognuno di noi, agisce come crede, come sa, come può.
Io ho sempre una domanda in sospeso.
Sempre la stessa: in che modo l’apertura della coppia sarebbe in grado di risolvere i difetti ed i problemi della coppia cd chiusa.
Vediamo se ho ben capito: se esprimo una tesi, questa è una stronzata; se faccio una citazione per avvalorare la mia tesi, sbaglio a farlo; se uso il vocabolario per spiegare il significato di un termine, sono arrogante; se porto delle dimostrazioni logico-matematiche, voglio solo dimostrare di saperne di più; se rispondo alle domande, non sono chiare e quindi non sono considerabili come risposte; se chiarisco una posizione o un’espressione che ritengo non ben interpretata, sono tacciato di rivoltare la frittata; se non scrivo per niente, sono arrogante lo stesso; se invece scrivo, qualsivoglia cosa, sono così come voi mi descrivete.
La domanda è: siete proprio sicuri che gli improperi che mi rivolgete rappresentino proprio tutti il sottoscritto?
In questa discussione, per la prima volta in vita mia, sono stato raffigurato in una maniera in cui proprio non riesco a riconoscermi.
Quando la nostra Eme scrive: “Tu hai un opinione e ottomila teoremi che la spiegherebbero, Marquito ha la propria opinione e sufficiente stima di sè e delle proprie capacità cognitive da non modificarla semplicemente leggendo l’impressionante lista di nomi e citazioni che riporti un post si e un post no”. ok, quindi riassumendo Marquito ha ragione perché è Marquito ed io ho torto semplicemente perché non sono Marquito, veramente un bel teorema. Non male. Veramente non male. Vorrei sapere come faccio a rispondere a domande di chi applica questo teorema. Quale possibilità ho di far comprendere ciò che dico?
Giusto! Zero!
Ma tra le altre cose, io sono anche un gran testardo perciò ci riprovo ancora ok? L’ultima domanda riproposta è: “in che modo l’apertura della coppia sarebbe in grado di risolvere i difetti ed i problemi della coppia cd chiusa”
Naturalmente questa domanda presuppone che io abbia affermato che la coppia aperta risolve i problemi della coppia chiusa, cosa che però io non ho mai fatto. Io ho asserito che oggi, la coppia, quella che i dati ISTAT dicono che fallisce per circa il 50% dei casi (peraltro in aumento e senza calcolare tutte quelle che rimangono coppie anche se solo formalmente e neppure quelle che non sono formalmente considerate coppie), tutte quelle che il sentire comune chiama coppie, tutte quelle che gli specialisti del settore dicono in crisi; in realtà ha bisogno di essere riformulata. Attualmente si propende a considerare un rimedio aiutare i singoli partner ad essere più maturi, si fa ricorso quindi a degli specialisti nel tentativo di risolvere specifici casi, ma un’idea generale sul come debba essere cambiata la coppia che scoppia non esiste, si lascia l’individuo da solo a trovare una soluzione. Alcuni hanno provato con sperimentazioni che sono state definite “trasgressive” in quanto non seguivano il comune schema di coppia. Non so se questo sia sufficientemente chiaro, sperando che non si perda la vista nel leggere ciò che scrivo, anche perché se non mi si legge, non si potrà certo pretendere di capirmi.