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Lettera pubblicata il 4 Aprile 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore C18.
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dire a noi come lo fa. E che la sua affermazione si riferiva a certe tue affermazioni per cui le coppie non aperte ad esperienze sessuali esterne parevano persone che lo fanno in maniera noiosa e ripetitiva e senza creatività.
E non credo neanche Marquito si offenda perché tu definisci le sue come PSEUDO trasgressioni, perché a Marquito non interessa dimostrare di essere trasgressivo. E quando fa l’amore o sesso che sia si concentra su altri aspetti.
Solo che nel momento in cui tu definisci le tue vere trasgressioni e quelle degli altri pseudo si capisce quanto per TE sia fondamentale che la vita tua sessuale sia trasgressiva e in un certo modo.
Ma non siamo tutti uguali, CB, in questo senso. E ammesso che mi interessasse farmi gli affari suoi in tal senso, e non mi interessa, perché considero che sia la sua vita privata, e siano le sue emozioni, io non ho bisogno che Marquito mi descriva la sua vita sessuale e cosa fa o non fa per credere al fatto che la sua vita sessuale sia soddisfacente.
Allo stesso modo, se tu hai piacere di farlo, posso leggere la tua testimonianza del perché tu hai scelto per te lo scambismo e se tu credi che sia importante dire in cosa consistono le tue esperienze sessuali. Ma le ascolterò non da persone esibizionista. Il che non è un pregiudizio, è che quando mi dici che ti provoca piacere il fatto di dire ad alta voce una frase intima tua e di tua moglie posso capire che significato può avere questa azione per te, ma per me è molto più eccitante un codice privato. Quindi ciò che per te è eccitante non lo è per me, e viceversa. Ma non mi pare che questa sia una cosa tragica, mi sembra normale.
Se ho l’abitudine di confrontarmi con gli altri in senso di dialogo e idee non ho l’abitudine di confrontarmi con gli altri in termini che ora esporrò, ma il tuo frequente ricorso al concetto di adrenalina e anche a concetti scientifici mi ha fatto venire in mente una cosa.
Esistono persone che producono automamente una minore o una maggiore quantità di adrenalina? Ci sono persone che hanno bisogno di esperienze per loro più estreme per sentire salire l’adrenalina? mentre altre persone no? Insomma ci sono persone che raggiungono livelli simili di adrenalina attraverso esperienze molto diverse? E non mi riferisco solo alla trasgressione sessuale ma anche per esempio agli sport estremi. La mia non è nè una domanda polemica nè retorica.
E’ possibile che altre persone, CB, a differenza di te possano raggiungere lo stesso livello tuo di adrenalina nel fare sesso di gruppo facendo sesso con il loro partner, da soli, mentre a te l’adrenalina non si alza? Ci hai mai pensato? Può essere che abbiano meno bisogno di dopparsi di adrenalina o che abbiano punte di adrenalina salvando vite al pronto soccorso o partecipando al festival di sanremo o girando un film o facendo gli inventori? non per mera sublimazione. sei sicuro che davvero nella vita godano, in senso più ampio, meno di te o si sentano meno liberi ed espressi liberamente?
@ LUNA: Ti sono infinitamente grato per quello che hai scritto in questi due ultimi post. Come sempre sei stata lucidissima e hai centrato alla perfezione il nocciolo del problema. Ammiro moltissimo il tuo self-control e la tua pazienza, che ti permettono di “cantarle” all’astronauta senza mai trascendere né perdere la calma.
Io qui dentro non tornerò mai più per i motivi che ti ho già spiegato. Perché devo perdere il mio tempo polemizzando con una persona affetta da narcisismo maligno, che si è appena sputtanata di fronte a tutti gli altri utenti aggredendomi e insultandomi con una violenza bestiale ?
A presto, cara amica, ma su un altro forum 😉
Cara LUNA rispetto a quanto affermi nei confronti di Eme e Marquito, non lo metto assolutamente in dubbio, il problema secondo me nasce dalla loro avversione profonda e pregiudiziale nei confronti dello scambismo e degli scambisti, cosa che li ha spinti a riversare su di me tutta la loro rabbia repressa. A me dispiace solo che si sia preteso d’interrogarmi con l’intento di trovare il capro espiatorio alle loro frustrazioni. Come ben si sa in psicologia, i bisognosi d’aiuto si oppongono ad ogni intervento in questo senso. Peccato!
Se vogliamo discutere del nostro tema, ritengo che prima di tutto si debbano chiarire tre punti:
(1) sono perfettamente consapevole che ciò che scrivo è frutto di mie deduzioni espresse allo scopo di essere dibattute, confrontate e scomposte al fine di accrescermi/vi, che è poi lo scopo di ogni dibattimento.
(2) che i vocaboli fondamentali del nostro dibattere siano unici e condivisi, mentre tutte le altre espressioni servano esclusivamente a trasmettere un sentire e quindi da considerare solo come portatrici del valore ad esse sotteso.
(3) l’ambito di valutazione della nostra indagine è relativa essenzialmente al sesso in quanto i fattori emotivo-sentimentali si possono considerare comuni all’intero insieme delle coppie.
Ho inteso sottolineare questi tre aspetti, non solo per la loro importanza ma anche perché continuo a rilevare defezioni che portano ad incomprensioni. Tu dici: “Continuo a pensare che ogni relazione si crea delle regole dinamiche al suo interno e non rigidamente stabilite dall’esterno, che sia pure monogama.” Prima di tutto sottolineo ancora una volta l’utilizzo improprio del termine “monogamo”. Tutte le coppie, quindi anche la mia donna ed io, sono monogame così come lo sono i tantissimi trasgressivi e naturalmente i convenzionali. Veniamo però al contenuto concettuale della frase. Prendiamo la nozione di coppia che avevano i nostri nonni, notiamo come essa sia specifica della loro epoca e diversa dalla nostra, anche se le specificità delle coppie è salvaguardata. Sicuramente all’epoca dei nonni non esisteva il divorzio ad esempio e questo già comporta delle diversità di concepire la coppia nel suo insieme, naturalmente non si tratta solo di ciò. Le famose lenzuola alla finestra del primo giorno di nozze piuttosto che un sesso fatto solo al buio e coperti, oppure di uomini autorizzati a frequentare i casini e donne prigioniere in casa, ecc…
Oggi possiamo affermare di aver ampiamente superato questi limiti anche se ne possiamo riscontrare altri a mio parere diversamente insidiosi e pericolosi, come il concepire il sesso quale componente dell’amore e quindi consumabile esclusivamente nell’ambito di questo sentimento. In questo contesto è chiaro che sono da ritenere trasgressivi coloro i quali ritengono il sesso svincolato ed indipendente dall’amore e quindi comunque consumabile, anche se perpetrato esclusivamente tra i due partner ma con libertà di rappresentazioni erotiche dissimili.
Alla luce di quanto scritto riaffermo che il sentire comune determina il concetto di coppia che è da tutti condiviso e quindi convenzionale. Qualora si verifichi il trasgredire di queste regole condivise, si determina una etichettatura di questi defezionisti in “coppie trasgressive”.
Questo sentire comune tende in qualche modo a delegittimare le coppie che non si attengono ai canoni condivisi dalla collettività e questo costringe questi ultimi a sentirsi obbligati a difendersi in modo pregiudiziale e tutti gli altri a perseguitarli con la stessa modalità.
Credo di aver già espresso in passato queste mie modalità di pensiero che poi sono anche delle risposte, non riconosciute come tali purtroppo, alle domande rivoltemi nel corso di questo dibattito. Spero che questa mia sintesi sia sufficientemente chiara per comprendere il mio sentire e le conseguenti affermazioni espresse.
Naturalmente io aborrisco quanto affermi: “Stando a quello che dici tu praticamente tutte le coppie sono trasgressive nel momento in cui ragionano”. Né condivido il considerare la coppia in cui lei stia sotto e lui sopra come tradizionale mentre quella in cui lei è sopra e lui sotto, trasgressiva o viceversa, e neppure se i partners stiano sette giorni su sette insieme oppure no.
Come puoi costatare, io non rispondo a degli interrogatori né giudico chicchessia e neppure pretendo di esprimere il Verbo, piuttosto dibatto civilmente sulle argomentazioni proposte in relazione al mio modo di vedere. Sono meno contento quando mi si dice: “tu non capisci” o “tu non vuoi capire” perché presuppone il concetto “io capisco e tu no” che non è bello esprimere al proprio interlocutore. Evidentemente io non riesco a comprendere un vostro concetto di limite.
Il continuo rimarcare che “ciò che tu fai o non fai a me non interessa” è il segno di un disagio personale, io comprendo benissimo che non stiamo a giudicare le scelte altrui ma soltanto ad esprimere un concetto. Ciò che però io ritengo disturbi il dibattito è il fatto di essere vittime di pregiudizi. Se io voglio parlare di elettricità senza saperne una mazza, non mi è possibile, al limite posso parlare di quali sono gli effetti che vedo e di quali sensazioni provo davanti ad un filo scoperto, certamente non posso pretendere di spiegare ad un elettricista come si muovono gli elettroni lungo un filo.
Spero vivamente che si possa proseguire su questo percorso che a me pare costruttivo 🙂
Sinceramente, me ne frego delle considerazioni sulla “roba assunta” e sui due neuroni.
In fondo sono andata al sodo del mio pensiero senza fermarmi ad approfondire e senza perdermi in argomentazioni.
Avrei potuto farlo, sarei in grado di farlo e, probabilmente, mi sarebbe piaciuto farlo.
Però mi è bastato ciò che ho visto…..LUNA e Marquito hanno ampiamente argomentato e buttato le basi per un dialogo civile, sereno …..ed il risultato?
Lasciamo stare…
Marquito è tutto ciò che vorrei essere per potermi considerare una persona meravigliosa. Marquito lo si può solo ammirare o invidiare 🙂
E LUNA…..LUNA è un’amica speciale che ha fatto tanto per me, con le sue parole. Un’ amica particolare anche se non so neppure che aspetto abbia 🙂
E qui chiudo!
Senza argomentare, senza approfondire, senza apportare linfa vitale ad un dialogo che potrebbe essere civile se non ti implicasse, caro CoppiaBiricchina.
Bé; a questo punto un’ultima osservazione mi pare doverosa … concedetemi quest’ultimo svago e poi (ve lo prometto) mi dirigerò definitivamente verso altri lidi.
Avete notato con quanta destrezza Coppiabiricchina ha dismesso i panni del teppista per indossare nuovamente la cravatta e il doppiopetto ? In un certo senso lo ammiro … se avessi una faccia di tolla come la sua avrei fatto molti più soldi e molta più carriera :-))
Siccome sono di Firenze, e non mi piace “passare da bischero”, desidero ricordare a tutti gli utenti quello che Coppiabiricchina ha scritto appena 24 ore fa, ovviamente in lettere minuscole:
1)”Non mi è mai capitato di trovarmi a discutere con persone come Eme e Marquito, veri campioni di idiozie” (Post n. 102)
2)”Le pieghe del vostro cervello non possono essere stirate in alcun modo” (Post n.102)
3) Per Eme e Marquito: non disperate, sto cercando un bimbo in grado di tradurvi ciò che ho detto in un linguaggio più consono al vostro modo di comprendere .. io intanto cerco dei disegnini che rappresentino le cose che dico” (Post n. 105)
Questo è il signore che adesso si ripresenta qui come se niente fosse, affermando che io sono carico di rabbia nei suoi confronti e che avrei fatto di lui il capro espiatorio delle mie frustrazioni (quali frustrazioni ? Quelle derivanti dall’amare una donna meravigliosa che ricambia in pieno il mio amore e che desidera trascorrere con me il resto dei suoi giorni ?)…
Personalmente credo che ogni commento sia superfluo. L’aspetto più incredibile della faccenda consiste nel fatto che questa aggressione violentissima sia giunta in un momento in cui non avevo scritto praticamente niente che potesse indispettire Coppiabiricchina.
Non dico niente sull’evidente dinamica paranoide che spinge Coppiabiricchina a proiettare su di me la sua aggressività, la sua intolleranza e i suoi pregiudizi. LUNA che di psicologia si intende, comprenderà sicuramente ciò che sto dicendo …
Mi sono divertito moltissimo ( e sto ridendo ancora adesso) nel constatare quanto sia povero e banale l’immaginario erotico di questo grande trasgressore … Nel Post n. 104 Sigmund “Froid” scrive: “Probabilmente [Marquito] si riferiva a qualche posizione particolare, fuori dagli schemi, che lui ha in testa ? Guardare qualche filmino porno mentre si fa ? Usare qualche oggetto ?”
Di fronte a certe osservazioni non si prova più nessun rancore verso chi ci ha aggredito … si provano soltanto un’infinita compassione e un’infinita pena.
E adesso vi saluto per davvero 😉
Marquito: Firenze? Ho ricordi bellerrimi della tua città 🙂
Eme: ricambio ogni parola tua 🙂
CB: @l’ambito di valutazione della nostra indagine è relativa essenzialmente al sesso
e chi lo stabilisce? chi stabilisce i confini dell’indagine, CB?
tu? e che brutta parola indagine, poi.
dunque la persona che io conosco e che ha un marito e una compagna e vivono come una famiglia, dove non esiste solo il sesso, o meglio esiste come componente di qualsiasi relazione, ma insieme vanno in vacanza, a fare la spesa e si mettono d’accordo su chi da da mangiare al gatto e chi va a prendere le ricette dal dottore cosa sono?
Perché è vero che sono un tris. Ma se guardassimo la cosa dal punto di vista della coppia, lui e lei, si potrebbe dire che lui ha accettato una formula di coppia aperta per venire incontro al fatto che lei è bisessuale. Oppure che a lui va bene così. Forse non avrebbe accettato di avere un altro uomo in casa e due donne sì. D’altra parte però, per andare a letto con due donne, non credo che avrebbe avuto bisogno di stipulare un accordo emotivo.
Mi sembra che tu abbia dei pregiudizi nel momento in cui concepisci, nella tua indagine, come coppia aperta solo quella in cui il sesso è disgiunto dai sentimenti e la coppia scambista.
Allora, mentre tu parli di generosità, defindendo il rapporto scambista più generoso, io potrei dire: invece mi pare più generoso questo marito che è venuto incontro alla bisessualità della moglie?
Comunque questa discussione ha preso veramente una piega sterile. E anche per questo:
@Il continuo rimarcare che “ciò che tu fai o non fai a me non interessa” è il segno di un disagio personale.
Lo hai letto in un test estivo di cosmopolitan?
Scusa, CB, ma se c’è una cosa che un po’ mi fa mal di pancia è quando si tenta di usare la psicologia in maniera superficiale e per luoghi comuni. E quando si tenta di usarla per zittire l’altro o prevaricare l’altro. Tipo: tanto qualunque cosa dici io dirò che tu sei frustrato.
Peccato che nel tuo cercare di usare questo meccanismo hai tirato in ballo Eme e Marquito, che in questo forum, e nel corso di anni, non di quattro commenti, le modalità che tu dici (scaricare la frustrazione, capro espiatorio, ecc ecc) non le hanno mai usate.
Le ragioni per le quali loro si sono incazzati sono abbastanza evidenti, e non mi pare abbiano nulla a che fare con la ricerca di un capro espiatorio.
La verità, CB, è che chi non sembra riuscire a parlare serenamente della coppia aperta, paradossalmente, sei proprio tu. Forse perché effettivamente sei stato perseguitato da qualcuno, nel tuo vissuto, per le tue scelte trasgressive?
Io ovviamente non posso saperlo.
Per quanto riguarda il concetto che secondo te celerebbe disagio io leggo invece il rispetto del libero arbitrio.
E penso che se ti è stato ripetuto più volte è stato perché tu insisti con il fatto che sei perseguitato tu fa gente piena di pregiudizi. Tanto è vero che quando qualcuno ti dice: per me il fatto che tu
scambismo è indifferente, io non sono interessato/a a fare scambismo o tiri fuori il pregiudizio (che è evidentemente non c’è, perché non sono interessata neanche a collezionare tappi di bottiglia, ma non è che ho un pregiudizio nei confronti dei tappi o di chi colleziona tappi) o non potendo tiri fuori il fatto che chi lo dice esprime un disagio.
Insomma, non esiste che delle persone possano sentire diversamente da te. Almeno in questa lettera.
Al contrario se qualcuno dice quello che a te piace sentirti dire è degno di stima e guadagna 1000 punti. Finalmente qualcuno che sa andare contro i suoi pregiudizi! Ma avere un’identità emotiva consapevole sarebbe un pregiudizio? Ma da quando? Non mi risulta.
Per quanto riguarda l’elettricità sei tu che forse, mi permetto di dire, usi impropriamente la metafora. Non è che tu stai parlando di elettricità con gente che non sa cos’è. Se l’elettricità è la sessualità e l’orgasmo tu non stai parlando dell’elettricità, ma è come se parlassi di che gestore elettrico hai scelto o di come preferisci usare i fili. Ma l’elettricità non è una prerogativa degli scambisti.
Quello che non capisco CB è per quale motivo, nel parlare di scambismo, tu non riesca a parlare di scambismo.
Cioè per quale motivo tu dal primo momento hai tirato fuori un confronto con la coppia tradizionale e, come si diceva, nei suoi aspetti più degenerativi.
Quindi tu hai cominciato a fare scambismo perché la tua coppia stava andando a putt… come si suol dire?
Probabilmente no.
Io immagino che le persone che hanno voglia di fare sesso in un certo modo abbiano semplicemente voglia di fare sesso in un certo modo.
E lo farebbero anche in un mondo in cui tutti lo fanno in quel modo (o non sarebbe più trasgressivo e quindi la cosa perderebbe adrenalina?). Quindi che c’entra il confronto con una realtà altra, nella quale non ti riconosci?
Per far capire agli altri? ma quando gli altri ti dicono che hanno capito il tuo punto di vista ma che vivono sereni e soddisfatti diversamente tu dici che hanno pregiudizi e non possono capire perché non hanno mai provato.
e quindi non se ne esce.
L’esempio che facevo della famiglia a tre, visto che l’oggetto era “relazione meno schematica”, mi pare esprima il fatto che ciascuno di noi è libero di cercare la modalità di relazione che più gli somiglia, e nel momento in cui trova una persona che la vede allo stesso modo di viverla o con quella persona, o quelle persone, di trovare un equilibrio. Se così non è si realizza uno squilibrio che può sfociare in una rottura o in un nuovo equilibrio. Non mi sembra un discorso astratto, ma molto realistico e, peraltro, che vale per qualsiasi tipo di relazione e del sentire e delle inclinazioni sessuali.
Personalmente penso di avere anche troppo ampiamente espresso il mio pensiero. Mi sembra giusto lasciare spazio ad altri che abbiano il desiderio di esprimere opinioni, esperienze, testimonianze, e stati d’animo inerenti all’argomento.
Cara LUNA, se tutti i presenti al post vogliono considerarmi presuntuoso, arrogante e tutto ciò che il sig. Marquito e la sua degna compagna Eme hanno espresso nei miei confronti, a me và bene, non ho certo bisogno di giudizi espressi da persone che neppure mi conoscono. Io però trovo irritante la menzogna in quanto la giudico parte integrante dell’ingiustizia che è l’unica cosa che mi indispone ed infastidisce enormemente e sempre, non quando è diretta a me, ma in tutti i casi in cui essa si manifesta. Detto questo ti pregherei di rileggere il primo post di Marquito, il n° 26 in cui egli esprime, entrando per la prima volta in un dibattito un suo punto di vista scrivendo tra l’altro: “Non capisco per quale motivo le persone che prediligono un rapporto esclusivo debbano essere considerate tradizionaliste, antiquate o perfino retrograde (“schiave dei pregiudizi”). Non capisco perché i teorici della coppia aperta debbano essere considerati persone moderne, trasgressive e dotate di una mentalità più aperta.”
Secondo me se in un dibattito in cui non si conoscono i partecipanti ed in cui non sono mai stati espressi giudizi simili, si entra con queste affermazioni, siamo in presenza di pregiudizi belli e buoni. Se questi poi non si ritengono tali, allora mi si spieghi cosa sono. È evidente che con questi presupposti, dove io, sostenitore di un certo modo di concepire il rapporto di coppia, sia considerato aprioristicamente un presuntuoso che considera il suo “credo” il migliore, ho scarse possibilità di esprimere alcunché che possa essere preso in considerazione.
Ritengo che l’affermazione di Eme “E tu tanfi di arroganza persino quando non scrivi” post 94 sia più che emblematica. Io sono giudicato aprioristicamente in quanto appartenente a quella categoria di sozzi che fanno cose immonde e quindi non degno di profferire parola, anzi neppure di stare zitto. Le mie risposte, forse troppo articolate anche per quanti siano interessati ai loro contenuti, immagino come si siano invece rivelate allettanti per chi cerca esclusivamente di trovare motivi di discredito, come Marquito ha fatto sottolineando innumerevoli volte il mio errore nello scrivere Froid invece di Freud.
A me dispiace che tu ti sia lasciata trascinare in questa delirante diatriba, basterebbe riuscire a cassare i pregiudizi e leggere le mie perle di saggezza, come dice Eme, per accorgersi che ciò che scrivo non è così assurdo come loro lo descrivono. Io non pretendo che nessuno cambi la sua opinione o le sue scelte di vita ma piuttosto, che le renda più consapevoli. Sbaglio?
A me dispiace veramente, lo dico nella maniera più sincera e sentita possibile, che Eme soffra così profondamente per le sue disavventure ma ancora di più perché accanto ha un compagno che non sarà mai in grado di aiutarla fattivamente. In psicoanalisi è risaputo che i soggetti bisognosi sono coloro che più di ogni altro si rifiutano di sottoporsi ai trattamenti curativi.
@In psicoanalisi è risaputo che i soggetti bisognosi sono coloro che più di ogni altro si rifiutano di sottoporsi ai trattamenti curativi.
CB, la psicanalisi dice molte cose, ma non dice per esempio che l’approccio personale alla psicanalisi faccia di noi degli psicanalisti in grado di stabilire se una persona abbia bisogno di cure e nello specifico di quali. O che abbiamo la facoltà di tentare di aprire, in modo maldestro, delle porte negli altri, dandone una nostra interpretazione, porte che non siamo ovviamente in grado di gestire e di chiudere.
Anche perché, se non erro, gli psicanalisti prima di esercitare fanno un percorso che limiti, il più possibile, un atteggiamento proiettivo nonché di controllo nei confronti delle persone che andranno a seguire.
Chi semplicemente si interessa di psicanalisi o ha seguito un percorso di psicanalisi può sapere cosa un percorso psicanalitico ha significato per lui stesso, e può anche riconoscere da fuori alcune dinamiche, o credere di riconoscerle (anche in forma proiettiva, appunto) ma non conosce tutta una serie di tecniche, chiamiamole così, e di filtri che un professionista conosce e che fanno sì che sia in grado di entrare, non a forza, ma insieme a chi si rivolge a lui o lei che sia, in vari strati. Inoltre se sei interessato a questi argomenti saprai certamente che oggi esistono molte strade attraverso le quali le persone possono, volontariamente, avvicinarsi ad una maggiore conoscenza delle loro dinamiche, esistono terapie a lungo e a breve termine, con approcci anche diversi, e spesso con approcci di tipo integrato. Saprai che esistono anche vari tipi di terapie, chiamiamole così, anche per affrontare il concetto di trauma, i sintomi d’ansia, le fobie, le situazioni che creano disagio.
Insomma, il discorso è lungo e complesso e non si riduce ad una lettura di Freud. Il percorso personale nella conoscenza di sè è talmente, appunto, personale, e fatto di tappe, momenti, personali, resistenze e abbandoni personali, che mi secca molto anche fare la seguente affermazione:
paradossalmente ci sono persone in grado di seguire un lungo percorso di psicanalisi, ma mantenendo sempre un certo atteggiamento di resistenza rispetto a quella che tu chiami “cura”. E quell’atteggiamento di resistenza può essere necessario a mantenere un equilibrio e fare esso stesso parte della cura. D’altra parte anche il concetto di cura non è basato su un criterio esterno, ma riguarda un concetto meno semplicistico ed interno di armonia. Ho già detto che ovviamente il mio discorso è necessariamente semplicistico e riduttivo, però l’affermazione che hai formulato alla fine del tuo post ha un peso. Il peso non sta nel parlare di percorsi di autoconoscenza