Anche quest’anno è arrivato il mese di febbraio che, oltre al carnevale, porta nelle case di molte famiglie il modulo relativo alla domanda di iscrizione all’anno scolastico successivo dei loro figli. Contestualmente però, alla modulistica per l’iscrizione e all’eventuale richiesta di pagamento delle tasse a favore dell’agenzia delle entrate, ci vediamo recapitare, da parte della scuola, anche la richiesta di pagamento dl c.d. Contributo scolastico, contributo che ormai ha raggiunto cifre consistenti: dagli 80 ai 130 euro a figlio a seconda della scuola.
Tale contributo è però da considerarsi sempre e comunque “volontario” in quanto non si tratta di tassa. (non viene versato nel conto delle entrate c/c 1016).
Chiedo: come mai nelle domande di iscrizione l’aggettivo volontario non appare mai? equivoco o mero premeditato tentativo di disinformazione?
Tanto che ogni genitore si sente obbligato a pagarlo non sapendo che, da detto contributo ci si può esonerare.
Qualche istituto, più sensibile al momento delicato che le famiglie italiane stanno vivendo, insieme alla domanda di iscrizione, ha fatto pervenire anche una tabella che va a redifinire l’importo da versare per il c.d. contributo, in base alla certificazione ISEE presentata dal nucleo familiare.
Ciò significa semplicemente che l’importo del c.d. contributo viene calcolato in base al reddito percepito da ogni singola nucleo familiare.
Ritengo che questa scelta non debba essere lasciata alla sensibilità del singolo istituto scolastico ma adottata da tutte le scuole.
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Scuola