Buongiorno, ciao a tutti;
volevo aprire questo topic perchè tra questi post, tra tutte queste pagine, ho sempre trovato orecchie sensibili e comunque pronte ad ascoltare, cosa decisamente non scontata, nonostante ci si trovi nell’era delle comunicazioni facilitate.
Cercherò di farla breve: qualche tempo fa, così e quasi per caso, tramite contatti in comune, ho conosciuto e iniziato a parlare per vie traverse con una persona; dapprima in maniera più superficiale e man mano in modo sempre più approfondito. Abbiamo iniziato a conoscerci meglio, prima solo con chiamate, videochiamate o tonnellate di messaggi, fino al giorno in cui ci si è voluti incontrare, giorno al quale mi sono e ci siamo avvicinati con i timori e le fragilità di un quattordicenne al primo appuntamento. Nonostante avessi vissuto già almeno una relazione di un certo peso (con convivenza di anni, per far capire), mai e giuro MAI una persona mi aveva fatto sentire in quel modo, con niente, mi aveva reso felice sapendo sempre cosa dirmi, nonostante una conoscenza che era, in definitiva, una non-conoscenza.
Ci siamo incontrati, ci siamo raccontati un mondo di cose, abbiamo sviscerato un sacco di caratteri in comune che non erano mai emersi prima, e ci siamo semplicemente sentiti bene come forse non ci ricordavamo nemmeno. Sono stati solo due giorni, 48 ore, pochissimo, ma due giorni che mi hanno (e ci hanno) fatti tornare a respirare aria buona. Pian piano abbiamo cominciato a sentirci una coppia; una coppia con un livello di affinità mai provato prima su praticamente ogni cosa. Stiamo insieme e siamo entrambi felici.
La questione qual’è? I quasi 700 Km che ci dividono.
Premesso: per la stragrande maggioranza del tempo va tutto benissimo; vengo da rapporti in cui ci poteva anche considerare vicini, ma mancava tutto il resto, e lì si che era un problema..
Comunque: ci si vede ogni volta che si può, solitamente almeno ogni due settimane, con io che viaggio nei weekend per motivi di lavoro, piccole trasferte di due giorni, e lei che, avendo a tratti più tempo, riesce a venire da me anche per una settimana intera, periodi che cerchiamo di goderci al massimo possibile. Non sto a dire che, ogni volta, il separarsi è un trauma.. Ma questo ci sta ed è un’altra storia.
Tornando a noi: stiamo bene, molto bene, ci sentiamo quotidianamente, facciamo i nostri sforzi per poterci vedere appena possibile; per farci una sorpresa e arrivare all’improvviso, in due occasioni diverse, abbiamo fatto fatto i salti mortali tra treni, aerei e mezzi pubblici (e queste piccole cose, sintomo di grande voglia di vedersi, sono oro colato e testimonianza di poter dare e avere grande fiducia nell’altro), in attesa che qualche situazione cambi e si possa fare qualche cosa in più.
Però.. Però, soprattutto da parte mia, a volte capita di fare un pò fatica a gestire la lontananza. Come detto, a parte a livello “spirituale/figurativo”, non ho mai avuto esperienze dirette di distanze simili.
Ci possono essere giornate particolari, periodi molto più pesanti per questioni di salute in famiglia che sto affrontando, e (senza girarci troppo attorno) certe volte mi sembra di avere bisogno di un qualcosina in più, di un abbraccio, di una chiacchierata. Anzi: quella già c’è (ed è oro colato..), ma fatta guardandosi negli occhi è e sarà sempre un’altra cosa.
Una cosa a volte molto difficile, ad esempio, sono i weekend. E perchè? Perchè magari sono un pò meno oberato dal lavoro e dagli orari, ci sono meno impegni, con, allo stesso tempo, molto più tempo per pensare. Il destino, le amicizie che ho da sempre, hanno fatto sì che tanti compagni di 1000 e più avventure ora abbiano altre cose molto più importanti a cui pensare, meno tempo per uscire, e quindi spesso capita di trovarsi soli senza far nulla.
Al contrario, capita che lei legittimamente esca, senza fare chissà che, ma scatenando comunque in me intanto la voglia di essere con lei e vivere insieme quel tempo libero che in settimana nemmeno ci sogniamo, e poi, senza vergognarmi a dirlo, anche un pò di gelosia e voglia di essere presente in determinate situazioni.
Sottolineatura doverosa e grande come una casa: NON è questione di fiducia. Posso giurarlo su me stesso, sono totalmente tranquillo riguardo il suo comportamento così come lei lo è del mio. Quello che mi capita di desiderare è semplicemente la voglia di essere presente, perchè (credo sia oggettivo, non solo un problema mio) non è così semplice essere a casa e sapere che la tua compagna è a 700 km in giro/a qualche festa/in una normalissima situazione da sabato sera. E questo non col pensiero del geloso patologico tipo “oh, chissà che fa, con chi è, potrò fidarmi, boh”. No. Ma siamo tutti persone adulte, e sappiamo che molte volte, come è assolutamente normale, ci sono occasioni in ci si rapporta, si prova a parlare, si “baccaglia e flirta” (termini molto tecnici.. :D) ecc, e a volte, il non poter essere li in quelle situazioni, mi manda ai matti. Molto oltre quello che dovrebbe. Facendomi vivere malissimo giornate o serate intere.
Così come (anche se meno) capita anche a lei. Ne abbiamo intanto parlato tra di noi, siamo d’accordo sul dover stare tranquilli, ma delle volte ci sono reazioni “automatiche”, forse di autodifesa involontaria per cose che abbiamo vissuto in passato in ambito affettivo, meccanismi che il nostro (maledetto) cervello mette in atto senza tener conto della nostra volontà.
Niente.. Questa cosa è da affrontare, e per vivere il benessere che ho ricominciato a sentire dopo troppo tempo affronterei ben di peggio.
Quello che volevo chiedere è se magari qualcuno di voi ha o ha avuto esperienze di relazioni a distanza e se ha qualche consiglio per gestire il tutto (sempre che ne esistano) da dare a un neofita della cosa.
In ogni caso grazie per lo spazio di sfogo, e buona giornata a tutti
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Categorie: - Amore e relazioni
Non saprei cosa risponderti perché il senso di gravità nella distanza, per quanto mi riguarda, dipende o dall’età anagrafica o dalla permanenza in ambienti in cui la libertà è sottoposta a restrizioni significative. Per un certo tempo potrebbe funzionare con un uomo più grande. Con un coetaneo mi sembra impossibile anche solo parlarne quando di mezzo non c’è la scuola. I pesi sono importanti. Pesi e contrappesi. Ma ti dirò di più: è difficile che un ragazzo della mia età mi possa coinvolgere senza un progetto e/o senza impegnare un capitale. In questo senso vedo nella famiglia un’opportunità e nonostante la mia timidezza mi verrebbe spontaneo mettermi in discussione con la madre, la sorella, ecc. Proprio per recuperare il senso di gravità, sempre ammesso che ci siano le condizioni. Da un ragazzo di famiglia agiata pretenderei le nozze. Per me è una questione morale. Lo spirito mi consuma. Non potrei mai identificarmi nella coppia. Ecco tutto.
Per amore sarei disposta a perdere: a lasciar andare. Todo cambia. Nella vita, lavorando sodo, si può fare fortuna. La persona giusta è quella che arriva nel momento giusto o quantomeno quando si creano le premesse per camminare sulla via della salvezza. Non credo nella sfortuna e mi dispiacerebbe mettere un’etichetta ad un ragazzo. Non sono tanto egoista. Il mondo è pieno di donne. Tardi o presto arriverà anche l’uomo giusto per me. “Aria”.
700 km sono una fregatura, vedrai che tiri avanti altre tre settimane e poi capisci anche tu che stai perdendo tempo, denaro ed energie. Nel frattempo occhio al palco di corna che sta spuntando… ma occhio non vede e cuore non duole, come disse il cardiologo al guercio.
Ciao ci sono passato anchio una volta…capisco bene il tuo stato d’ animo perché provavo le tue stesse sensazioni. Quello che ti posso consigliare è di non passare troppo tempo in distanza perchè alla lunga il non potersi vedere come una normale coppia logorerá la vostra relazione è inevitabile. Non so da quanto tempo state insieme ma dopo un anno un anno e mezzo,se ci tenete veramente l’ uno all’ altro, è imprescindibile decidere chi dei due si dovrá trasferire per raggiungere l’ altro. Decisione difficile ovviamente ma che non si può evitare o rimandare pena la fine della relazione come è successo a me.
@Yog: come capita spesso sul web (ma questa è anche una mia colpa, che continuo a credere di poterci trovare consigli pertinenti alla richiesta, fatti da persone che hanno piacere di consigliare senza godere nel buttare m**da) ti sbagli; non sono un ragazzino, so a cosa vado incontro, andandoci oltretutto ben più cauto del normale, avendo vissuto le peggio cose da persone che stavano a soli 100 Mt, ben meno di 700 Km.
“vengo da rapporti in cui ci poteva anche considerare vicini, ma mancava tutto il resto, e lì si che era un problema..”
E si guarda proprio questo è il problema. Possibile che nel prato vicino casa è sempre mancato tutto il resto? Mah..da pazzo visionario quale sono, azzarderei un “o te li scegli male o sono giusti ma ti stancano” (possibilità queste tutt’altro che remote).
La distanza, in un primo momento, amplifica tutto perchè all’inizio si è presi bene: ogni volta che ci si saluta con quel senso di “vado via e sono triste per quel che nelle prossime ore poteva essere invece non sarà” ecc. ecc.
Quando poi subentrerà la routine (voi donne siete maestre in questo) e credimi arriverà, poi il viaggio sarà un peso, un dispendio di soldi ed energie, dispendio di tempo ecc.ecc. film già visto. Comunque sia è ovvio che devi vivertela ma ne sei già consapevole.
Ci sta che quella possa essere un’opinione, tua e legittima, ma (come in ogni caso) il fare di tutta l’erba un fascio, il generalizzare, il dire per forza che “distanza=fregatura/inc****ta” è solo sintomo di chiusura mentale e parziale ignoranza. Tempo, denaro ed energie ne ho spesi a manate in passato, ma mai queste cose sono state ben usate come in questa occasione. Sul palco di corna: che ti posso dire per dimostrare che non è così? Nulla e nemmeno mi interessa farlo.
Noi sappiamo gli sforzi che facciamo per vederci, io so che, per essere più comoda economicamente negli spostamenti, ha persino iniziato un lavoretto extra per qualche soldino in più, nonostante studi e già lavori per mantenersi, così come me, essendo persone normalissime e non ricche. Facciamo davvero i salti mortali. E questo è molto più di quello che farebbe una persona a cui non frega niente, tanto più conoscendo il suo e il mio carattere; fidati che se ci fosse scarso interesse o se fosse ora di chiudere il tutto mi verrebbe detto e le sarebbe detto chiaramente. Mi spiace per i tuoi trascorsi evidentemente traumatici, ma tra noi no, non ci prendiamo in giro. Preferiamo deludere e far star male per il tempo necessario, senza tirare avanti cose finite, perlopiù sbattendoci come soldi e tempo per tirarle avanti.
Io so quale sia il mio e il nostro passato, relativamente all’argomento, so il rispetto reciproco che c’è, tutte cose che (legittimamente e giustamente) tu non puoi sapere; elemento che però non ti autorizza a sputare fango e sentenze su vicende di cui non sai assolutamente nulla ma solo per il piacere di intervenire e dire la tua, provando probabilmente quasi piacere nell’insinuare dubbi in storie delle quali conosci zero.
Detto ciò: il web e il post sono luoghi pubblici, ed è legittimo che ognuno possa dire la sua, anche tu. In tutta franchezza, quando vedo discussioni con argomenti dei quali non so nulla e non potrei essere d’aiuto tendo a passare oltre, cosa che ti consiglio di iniziare a fare. Se una persona arriva a chiedere qui, è perchè ha piacere di sentire consigli riguardo ciò che chiede, non sentenze sputate da ignoranti in materia che non sanno i dettagli. Starà poi a lui valutare tutti i pro e i contro di quello che sta sta facendo, senza bisogno dello Yog di turno che venga a ironizzare (in modo abbastanza squallido, tra l’altro). Ti do un consiglio, ma quasi in amicizia: lascia stare quello che non sai, vivi questo sito come un’occasione per aiutare qualcuno su quello di cui ha bisogno, non come una valvola di sfogo per dire la tua sempre e in ogni caso. Non ce n’è davvero bisogno. Vedremo fra queste famose 3 settimane; per ora siamo prossimi ai 12 mesi: non un’eternità, ma già più di quanto la tua onniscenza avesse previsto