Come moltissimi di voi, a me mi piacerebbe scrivere qualcosa riguardo la mia vita, tipo un’autobiografia, oppure dei bellissimi racconti, romanzi, poesie o qualsivoglia storia reale o di fantasia; per lucro naturalmente, ma non avendo i mezzi ed il tempo necessari, mi sono limitato a sporcare questo foglio di pura cellulosa, ricavato da chissà quale albero piantato apposta, o nato per caso, allo scopo di dare a quei poveretti come me, la possibilità di fotografare su di esso quei pensieri odierni e ricorrenti, che mi accompagnano, da non so quanto tempo. Certo dispiace sapere che questa carta sia una delle tante, consumate così, per un disegno od un manoscritto inutile come questo; ma io svolgo un lavoro in un ambiente, nel quale ho avuto l’opportunità di vedere con i miei occhi (ve lo giuro), una montagna di libri di testo, relazioni, manuali, mensili, quindicinali ecc. ecc., che a vederli così di sfuggita, danno l’impressione che non servano a niente, mentr’invece, aprendoli e leggendo le prime righe e spesse volte i titoli, l’immagine che loro hanno trasmesso al mio misero intelletto, è stata quella di un miscuglio di benemerite CAZZATE. E così, mi sono domandato se anch’io economicamente povero operaio, avessi la capacità di scrivere idiozie, riflettenti la realtà che mi circonda, e volessi provare a dare soluzioni ai miei problemi ma, io non sono un giornalista o un imprenditore, un uomo dello spettacolo o un magistrato, un laureato o un professore che fanno politica, sentendosi in obbligo di risolvere le gravi situazioni che si presentano, con temi basati su chissà quale fondamenti storici, statistici e tecnici. Ora io non voglio con questo, denigrare l’operato di queste menti eccelse, ma mi sono reso conto, che sono contornato da una miriade di extraterrestri, ed il loro intento non è di mangiarci, ma di fare il meno possibile con il maggior guadagno, a scapito della credulità di noi poveri e pochi lavoratori. Tra le loro teorie, supposizioni, spiegazioni e risoluzioni, indirizzate forse ad altri tecnici come loro, ultimamente, ho notato che veniva sempre più citata la parola “crisi”; che sia un nome in codice di un’arma a noi sconosciuta con la quale annientarci definitivamente dopo averci provato con virus e malattie di tutti i tipi? Perché si deve aver paura della crisi? In fondo io lavoro, ho uno stipendio, consumo. La crisi è la loro, è di quei tecnici dell’economia che non riescono a far quadrare i conti della nave madre. Perché io lavoratore devo pagare lo scotto di mancate entrate, a degli organi con cui io non ho niente a che fare? L’Europa ordina che quest’anno il pil dovrà risultare…, e allora facciamo una manovra; mi si crea immediatamente una delusione per un ulteriore sacrificio d’affrontare, ed al tempo stesso una sensazione di rivalsa verso il mio datore di lavoro. Perché me la prendo con lui? Poverino, io so cosa affronta quotidianamente, ma non so se lui sa cosa affronto io. Comunque questa rabbia non la dovrei rivolgere a lui, ma contro i quali, fanno sì che riducano il mio vivere quotidiano ad un nulla, cioè a lottare contro me stesso, perché manca quella voglia, quella scintilla, per affrontare una qualsiasi giornata di lavoro con serenità e giusta retribuzione. Retribuita in base alle loro decisioni sui rincari, sulle loro leggi della domanda e dell’offerta di mercato. Non l’ho chieste io queste leggi, ma però a me mi ci rode. E chi l’ha deciso che ma però e a me mi non si può non solo scrivere ma addirittura neanche dire? Allora io non ho il potere neanche di esprimermi a mio piacimento, l’unica possibilità di scelta che ho capito di possedere è la decisione di poter pagare o no le multe della ztl, delle strisce blu, dei semafori rossi, delle targhe alterne, dei parcometri fuori orario, dell’esposizione dell’assicurazione, dell’oltraggio a pubblico ufficiale, le more per scadenza delle bollette, le tasse di un anno di MIEI sacrifici, l’abbonamento tv, il bollo auto, la tassa sulla radio, l’autostrada, la ricarica del telefonino, il bollettino della posta, l’iva, irpef, irpeg, ghvlfln, la tassa sul camino, l’immondizia, l’acqua, il canone del telefono, l’ici, le tasse delle buste paga, il ticket, , , oooh ma già sono finite? E sì, sto invecchiando, la mente comincia ad abbandonarmi, meglio così. Con la mente così malridotta posso esimermi dal pagamento, tanto a quelli in queste condizioni non possono fargli nulla; un essere interdetto è escluso dalla società e vengono meno i suoi diritti; al contrario, una persona che intellettualmente rispecchia i canoni del vivere secondo l’odierna società, ha la facoltà di avvalersi dei propri diritti; quindi io ho, od avevo dei diritti, che bello! È vero, ora che ci ripenso, sull’ultima capocciata nella zona della ztl, ho chiesto informazioni telefoniche al comando dei vigili urbani di competenza, e pensate mi ha risposto una voce sensuale e femminile di quelle che ti rimangono impresse; ovviamente la sua risposta è arrivata dopo circa un mese di telefonate giornaliere di venti minuti l’una; ed ovviamente la sua risposta è arrivata sempre dopo aver chiamato polizia e carabinieri per sporgere un’eventuale denuncia. Fatto sta che io avrei dovuto scrivere al giudice, spiegando la mia presenza in zona ztl, dopo essermi perso per ANDARE AL LAVORO. Le multe erano due, perché per uscire dalla zona, sono incappato in due zone precluse agli alieni come me (forse ce la fanno a farmi diventare come loro). Ora, se il giudice decideva per il condono della seconda, come da mia richiesta, avrei pagato solo la prima; ma però, se al contrario riteneva giusta la mia colpevolezza, avrei pagato direttamente il doppio della sanzione amministratiprrrrr. Dopo un’attenta ed oculata valutazione economica, in base anche ai diritti a me spettanti, ho pagato. Mi sono fatto schifo!
Assistente contrario.
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Da leggere tutta d’un fiato, con erogatore e bombole e senza, assolutamente senza cercare di capirci alcunche’.
Complimenti al Gianni Rodari del 21 secolo. Bravo!
G.