Una rondine non fa primavera …. o forse si’.
Qualche sera fa ho dato un sussulto di gioia cosi’ forte nella mia bara, che tutto il Famedio del monumentale di Milano si è risvegliato.
Ho sentito uno dei giornalisti più seguiti sulle reti televisive italiane, Enrico Mentana, pronunciare la parola configlio, accettando cosi’ il suggerimento di alcune settimane fa del presidente onorario dell’Accademia della Crusca, Francesco Sabatini, di utilizzare il termine configlio, invece di step child, o figliastro, termine quest’ultimo che gli italiani non vogliono pronunciare perché a loro sembra una bestemmia.
Attraverso un’eco sinistra, la parola step child era arrivata alle mie ceneri facendole fibrillare. Avessi un ventilatore, le avrei mandate a posarsi sul capo di quei cronisti da quattro soldi che ne fanno sfoggio a tutte le ore e a tutte le latitudini, scimmiottando i capi di governo, i ministri e i politici che finora non hanno capito che significa figliastro.
Addirittura, udite udite, adesso per alcuni di loro l’articolo cinque della legge in discussione non è l’articolo cinque, da approvare o meno, è “la step child”, cioè la figliastra.
Si può’ essere più …. più…. più qualunquisti?
Mi è sembrato un buon esempio, quello di Mentana; spero segni l’inizio di una svolta culturale importante, una in cui i grandi nomi del giornalismo ritrovino il loro orgoglio e la loro immaginazione e la smettano di voler sembrare più intelligenti perché LORO l’inglese lo parlano.
Come se gli altri, poveri stupidi, non lo parlassero.
Bravo Mentana, un piccolo grande passo!
La criticheranno per questo; ma se a costoro il termine configlio non piacesse proprio, consigli loro la versione 1.0 : figliastro. C’è ancora sui dizionari italiani.
Don Lisander
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