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La Comunicazione durante il Coronavirus

di massimo magrini

Gent.Le Direttore
Durante questo periodo non passa giorno in cui non assistiamo a notizie spesso in contraddizione tra loro e quel che peggio purtroppo dalle stesse fonti; trovo la comunicazione spesso sia sensazionalistica sia nei toni positivi ma anche in quelli volti ad evidenziare notizie negtive.
Un titolo di Repubblica di ieri 21 aprile, anzi l’apertura della pagine on line recitava: “ Gran Bretagna , tra il 4 e il 10 di aprile una persona su due è morta di Coronavirus”. Leggendo poi l’articolo escono i numeri e si capisce probabilmente che dei morti totali in Gran Bretagna giornalieri , il 50% è stato per causa del Coronavirus.
Letto di fretta sembrava l’annuncio di un ecatombe tragica per cui morissero il 50% dei cittadini britannici.
Ora il Direttore vive vicende intimidatorie gravi , ma credo si dovrebbe fare più attenzione a quanto gli editorialisti e collaboratori fanno.
Chiedo scusa per intromissione, non sono un giornalista ma amo la scrittura e credo che insieme alle persone anche le parole vadano rispettate.
Buon Lavoro
Massimo Magrini
Ravenna

Lettera pubblicata il 22 Aprile 2020. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Riflessioni - Salute

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    Trader -

    Massimo, hai ragione, ma credo che si sia fatto apparire la situazione più grave di quanto sia in realtà, per fare in modo che la gente seguisse spontaneamente le disposizioni dei decreti. Mi spiego meglio.
    La comunicazione è fondamentale.
    Credo che le informazioni siano state date in modo da tenere in apprensione la popolazione, affinché spontaneamente segua le disposizioni dei decreti ministeriali, la cui legalità è peraltro opinabile. Se la popolazione non prendesse seriamente questa emergenza, non ottempererebbe agli obblighi di restare a casa e sarebbe impossibile far stare a casa sessanta milioni di Italiani usando la forza.

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