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Lettera pubblicata il 24 Agosto 2015. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore chaponine.
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@marinella
Ciao, la delusione a cui ti riferisci è avvenuta tempo fa, ma ormai ho imparato a conviverci bene. Si mi sono sentito umiliato da lei, più che altro rifiutato e dalle sue corna, anche se lei non lo ha mai ammesso…Ma la vita va avanti. Diciamo che come scrivevo nel post quando sei umiliato, la ferita la porti avanti tutta la vita. Nel frattempo da quel giorno sono passate nuove donne, nuove avventure, ma quel gesto rimane ancora li e non se ne va. Bisogna conviverci 🙂
“L’uomo a livello istintivo é sempre un animale, solo quando usa il cervello supera quella condizione.”
Golem eggià!.. basterebbe capire questo semplice concetto e i rapporti e anche l’ intera società andrebbero decisamente meglio!
Ciao Chaponine, grazie per la tua risposta e aver condiviso con me… Conosco bene la ferita di sentirsi rifiutati e abbandonati. Perssonalmente ho deciso di lavorarci su, vorrei andarci fino in fondo e capirla questa sensazione, per poi poterla lasciare andare via e guardarla come cicatrice di guerra, magari farci sopra un bel tatuaggio decorativo 🙂 portarla addosso tutta la vita penso faccia male alla salute 🙁 se ti fa piacere ti consiglio un libro di Lise Bourbeau, si chiama ‘Le cinque ferite e come guarirle’, magari potrebbe essere utile anche a te. So che non hai chiesto niente e comunque non questo bello specifico, ma sentivo di volerlo condividere. In bocca al lupo, ciao ciao
@marinella
Hai fatto benissimo a consigliarmi questo libro, sicuramente lo leggerò. Non farti problemi sullo scrivere(riferito a ciò che scrivevi”anche se non hai chiesto niente”), a me piace parlare e confrontarmi. Il mio tatuaggio decorativo me lo sono preso da tempo guarda, dove la vedo annaspare tra contrattini a giornata mentre io nel frattempo ho attuato il mio sogno, vederla arrivare a fine mese con l’acqua alla gola è una soddisfazione che non puoi immaginare 🙂
@ marinella
“Il mio personalissimo parere é che non ci si ‘comporta bene’ per avere un tornaconto ben preciso”
Non sono molto convinto!
Credo che sia molto inconscia la cosa, ma l’essere gentili o leali, lo si fa proprio per avere un tornaconto. O meglio, per sperare che anche l’altra persona lo sia con noi e proprio per questo, quando questo non avviene ci rimaniamo male.
Se io sono gentile con te, mi aspetto che tu lo sia con me. Idem se sono fedele etc etc…
Nel momento in cui scopriamo che una persona si comporta male con noi, anche il nostro modo di essere nei suoi confronti cambia. Quindi il “nostro essere” nei confronti dell’altra persona è molto relativo, quasi speculare, perchè nutriamo delle aspettative.
Giusto?
Ciao Chaponine, sono contenta ti interessino questo tipo di libro e possa essere utile… Non so se la tua sia vera soddisfazione, perdonare non tanto per lei, ma per te sarebbe una manna dal cielo, perché non t’importerebbe piu e anzi umanamente proveresti compassione nella consapevolezza che spesso il male non é cosi male come sembra, come dice il proverbio non tutto il male vien per nuocere, ma questo lo so può vedere solo in prospettiva.. Ciao
@Feanor: il fatto è che non possiamo controllare il comportamento degli altri, ma solo il nostro. Sta a noi stare attenti e non farci trattare male, stabilire i confini, credo.
Hai mai lavorato in ristorante? Io lavorandoci, a contatto con clienti (e parlo dei maleducati) magari sono stata trattata male perchè qualcosa non era di loro gradimento, e loro si aspettavano il meglio visto che stavano pagando. Quindi io potevo essere trattata come una sguattera, visto che mi stavano pagando. Sono le classiche persone che parlano degli altri per categorie “tanto è solo una cameriera” oppure “tanto è solo un bambino”. Per lavoro io dovevo essere gentile, e certo sarebbe stato auspicabile che mi avessero trattata bene, nonostante in quel momento fossi “solo una cameriera”, ma così a volte non è avvenuto. E allora? Avrei potuto prendermela con loro, ma non avrebbe avuto senso. Eppure io ero stata gentile! Ma dal loro punto di vista, mi stavano pagando e quindi non era necessario essere gentili con me, anzi! Questo per dire che ogni persona agisce per le sue categorie, ma aspettarsi di gentilezza solo perchè si è gentili e buoni credo sia una via che porta solo all’infelicità. Sempre un parere assolutamente personale e parziale…..
Marinella,
“ogni persona agisce per le sue categorie, ma aspettarsi di gentilezza solo perchè si è gentili e buoni credo sia una via che porta solo all’infelicità. Sempre un parere assolutamente personale e parziale….” – concordo, anch’io a livello puramente soggettivo.
per quanto mi riguarda, tutti vorrebbero essere “riconosciuti” per come si sforzano di essere, se tale sforzo deriva da indole naturale ed è orientato all’armonia. finché non entrano in conflitto i relativi ego, di solito tutto resta confinato in norme caratteriali.
in caso contrario, l’attitudine si sdoppia in ambivalenza, che serve a prendere le distanze da chi si è rivelato troppo diverso per poter portare avanti una sintonia anche solo di superfice. tutto quello che nell’altro si desiderava vedere in positivo si trasforma automaticamente nell’opposto. reazione che ritengo comune agli esseri umani quando in essi prevale il raziocinio, che divide, invece dell’innata tendenza alla comprensione e alla solidarietà, che dovrebbe spingere all’unione. ecco che allora compaiono le categorie, e si finisce di percepire il prossimo in base ad esse. se contenute in una propria mappa mentale, sono pressoché indispensabili per un orientamento soggettivo; diverso è invece quando le si affibbia al prossimo in modo plateale e deleterio, ritenendo che debbano avere per tutti la stessa valenza. bisognerebbe ricordare che sempre di opinioni personali si tratta, mai di assoluti!