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Lettera pubblicata il 1 Aprile 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore feliz76.
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ABUSO EMOTIVO E VERBALE IN TERAPIA
Tutte le categorie dell’abuso verbale ed emotivo possono essere applicate alla relazione terapeutica. Ci sono comunque, delle differenze tra la relazione terapeutica e le altre relazioni. Uno è lo squilibrio del potere inerente alla situazione. Il terapeuta abusante può credere che esercitare controllo sul cliente possa essere giustificato, perché considera il cliente malato emotivamente o socialmente inadeguato. Un’altra caratteristica di certi approcci terapeutici è l’enfasi data al “transfert”. Col termine “transfert” si indica che i sentimenti del cliente riguardo al terapeuta non sono causati dalla situazione terapeutica, ma da altre persone ed eventi che sono, o/e sono stati importanti nella vita del cliente. Mentre il transfert c’è ad ogni grado in tutte le relazioni umane, l’etichetta può essere usata da terapeuti abusanti come un mezzo per invalidare le percezioni e la realtà del cliente. Infine, il terapeuta può credere che la sua maggiore conoscenza e l’esperienza possono fornire una giustificazione per dirigere lontano la discussione riguardo gli argomenti di cui il cliente vuole parlare, ed anche per sminuire gli scopi che le percezioni del cliente. Mentre la terapia non deve essere di per se abusante, le caratteristiche della situazione possono rendere il cliente in terapia particolarmente vulnerabile all’abuso. Gli esempi seguenti sull’abuso verbale ed emotivo sono specifici alla relazione terapeutica.
Un terapeuta abusa quando:
Controlla il cliente, trattenendo informazioni che lo riguardano; prende ostentativamente delle note e rifiuta di mostrargliele.
Rifiuta di dare al cliente informazioni personali su se stesso senza alcuna ragione o rifiuta di rispondere a domande ragionevoli.
Rifiuta di tentare di capire il modo in cui il cliente vede una situazione; etichetta i pensieri del cliente come incorretti, o immaturi.
Afferma che il cliente ha frainteso riguardo quello che lui ha detto.
Scherza inopportunamente riguardo agli attributi o ai comportamenti del cliente.
Scherza inopportunamente riguardo agli attributi o ai comportamenti del cliente.
Rifiuta di permettere al cliente di parlare di argomenti che il cliente vede come importanti. Occupa il tempo della seduta parlando delle proprie credenze ed opinioni senza considerare le credenze ed opinioni del cliente.
Continua su: psicoterapiagiusta.blogspot.com
Non riesco ad aggiungere il resto.
Ciao
Immagina che al tuo posto a quest’ora quella incompetente sta rovinando altre persone già fragili di loro per affrontare una terapia,fossi in te ci proverei non è giusto che questa stronza possa aggravare o rovinare altri pazienti,non soprassederti sull’omertà.
Bla bla bla. Vai in giudizio civile e vedi un po’, il resto è chiacchiericcio vacuo.
Siamo in tanti ad aver avuto spiacevoli esperienze( per non dire di più) con questi psicoterapeuti o supposti tali. Lo sapevate che la laurea in psicologia italiana all’estero, stiamo parlando di paesi civili come Inghilterra, non è spendibile perché vale ben poco ? Sapevate che le scuole di specializzazione non sono per nulla selettiva e basta solo pagare per avere il titolo di psicoterapeuta? Sapevate che in giro ci sono alcuni che non hanno neppure una laurea in psicologia, ma sono laureati in filosofia? In Italia per quanto riguarda i psicoterapeuti e le psicoterapie è un far west, e il cliente-paziente è solo una terra da conquistare, e guai ad aveva qualche accenno di pensiero critico e reagisci e/o cerchi di andartene, giù lì con le manipolazioni emotive, che ti lasciano un segno doloroso e profondo. Dovremmo cominciare ad agire assieme creando un’associazione, incontrandoci e parlandone , perché se continuiamo a parlarne tra di noi affrontando individualmente e da soli questi personaggi e l’Ordine non otterremo mai nulla, anche perché i “matti” siamo noi.
Io grazie a Dio nei 2 momenti della mia vita che ho avuto bisogno di parlare con uno psicoterapeuta non posso che ringraziarla, però non oso immaginare trovare un ciarlatano quanto deleterio sia per il paziente che si trova in estrema sensibilità.
Certe persone andrebbero decapitate, purtroppo la legge italiana è dalla loro parte, siamo in mano a nessuno.
Io la mia esperienza ce l’ho avuta positiva, quindi non ho nulla da dire contro il terapeuta, anzi, avere avuto un appoggio professionale in un determinato periodo è stato un toccasana.
Auguri.
i nomi, tiriamo fuori questi nomi
Deborah Colson terapeuta in Milano! totalmente incapace di gestire una situazione inaspettata. sono stata definita la sua più grande delusione professionale e questo prima di sedute mesi di vacanze, se mi fossi buttata sotto una macchina sarebbe stata totalmente responsabilità sua.
Giovanni Conte, psichiatra a Milano e forse Brescia, rifiuta di aiutarmi in un momento di grande crisi adducendo motivi insensati. quattro anni prima mi aveva suggerito per distrarmi di preparare la confettura. ad una mia risposta basita e acida si è offeso e ora dopo aver sostenuto di avermi dato due chances parlando al telefono,quasi fosse dio in terra, rifiuta di aiutarmi e, peggio, rifiuta di darmi un nominativo in alternativa perchè “non si fida”
Non offendo reputazione che non meriti di essere segnalata, mi limito a citare i fatti così come sono accaduti, ovvio che non ho registrazioni a comprovare quanto affermato ma ritengo che la gente debba sapere a chi va incontro. una persona depressa non cerca uno psicoterapeuta o uno psichiatra per giocare a burraco, e costoro, molti di loro approfittano delle nostre debolezze. E questo è vergognoso e causa danni gravissimi se non irreparabili.
Iniziamo a sputt@nare sta psicolabile da 4 soldi facendo nome e cognome, in luoghi pubblici, sui social, passando la voce. Perché un vero psicologo (e ci sarebbe da polemizzare anche su questo in realtà), non giudica, non critica, ma ascolta, indirizza e guida.
Ciao a tutti, concordo si deve fare qualcosa e qualcosa per bene, qualcosa che richiami veramente l’attenzione su questo grandissimo problema che c’è in Italia, cioè di una professionalità cioè i psicoterapeuti che sono inquadrati professionalmente come PROFESSIONE SANITARIA, ma non hanno alcuna formazione sanitaria e medica, sono dei semplici laureati in materie umanistiche, che fanno una la scuola di specializzazione a pagamento, magari del loro Prof. di università. Scuole di specializzazione , che come tutto il privato in Italia sono solo dei “specialifici”, basta solo pagare, (come i diplomifici nelle scuole private italiane). Certo …..certo i “psicoterapeuti”che bazzicano qua diranno :-Ma …noi abbiamo anche ore di terapia . Generalmente , si va a fare terapia con i prof . della scuola di specializzazione o con altri consigliati dai loro Prof. del suddetto corso. Dopo di che secondo voi , questa gente è in grado veramente di aiutare gli altri……..? E non dico, solo le delusioni della vita, ma cose dolorose e difficili come lutti, malattie, violenze familiare…..ecc. La mia risposta……..dopo…..le mie esperienze, e le esperienze di altri, e la possibilità che ho nel mio lavoro di osservare chi fa questo professione, è NO.
Si chiama quindi Dottore uno , che non lo è, anche se per la legge italiana posso fare psicoterapia. La verità è che si va da gente, che ha più grossi problemi di te e che è talmente ottusa da darsi pure delle arie e vede narcisisticamente il paziente-cliente come uno specchio su cui riflettere se stessi. La mia domanda è allora questa CHI è VERAMENTE IL “MALATO”? Sara, lo psicoterapeuta non guida né dirige, il vero psicoterapeuta aiuta a farti scoprire la tua guida interiore, ti ascolta in modo che tu ti possa ascoltare, non ti giudica in modo che tu non ti possa giudicare, e ti sostiene…….., non sostiene la SUA IMMAGINE DI SE. Si deve fare qualcosa, dobbiamo parlarne , raccontare le nostre storie, magari scrivere…
Scrivere e pubblicare. Ci sono un quantità di libri di quello o di quell’altro psicoterapeuta, che parla dei propri paziente. Mi domando spesso se abbiamo chiesto il permesso di pubblicare le loro storie e la loro interpretazione delle storie dei pazienti. Se non sbaglio, (io non ne ho incontrata, almeno in Italia, all’estero si parla già da parecchio di abusi psicologici in ambito psicoterapico) non esiste bibliografia per quanto riguarda i paziente-clienti che scrivono dei loro terapeuti. Delle mediocrità , delle loro ottusità, degli evidenti opportunismi, della loro assoluta mancanza di conoscenza dell’ABC delle emozioni, ovviamente tutto questo per la controparte sono: violenze e abusi psicologici ed emotivi, quindi sofferenza che si aggiunge a sofferenza. E questo non è giusto. SI DEVE FARE QUALCOSA.
Ops…….dimenticavo, un’altra cosa, la SUPERFICIALITà, tanta enorme superficialità, quella stessa che ha portato, probabilmente, lo psichiatra di Chiara Spinelli a suggerirle di fare la confettura. Un tale suggerimento non te lo aspetti proprio da uno psichiatra, te lo aspetti…..e neanche, dalla vicina di casa…….ma…..da chi ti dovrebbe sostenere………ed è “competente”… non di certo. Cara Chiara, con questa frase il “signore” ha sminuito e svalutato le tue emozioni di sofferenza e le tue problematiche………, indirettamente ha espresso un giudizio, la strada più facile ,…..ma assolutamente deleterea per il cliente-paziente. Se si dovesse applicare a questo “signore” le “analisi” manipolanti e fuorvianti che noi pazienti-cliente subiamo troppo spesso, possiamo dire che ha un comportamento evitante, ma io da persona terra terra, dico comportamento incompetente , irresponsabile ,privo di etica e professionalità. Ciao a tutti