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Comportamento scorretto di uno psicologo, come denunciare il fatto?

di feliz76
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 1 Aprile 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 835 commenti

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  1. 721
    Milly -

    (continua)…anche dicendo dei no, allontanando le persone tossiche (anche dei parenti, degli zii, dei parenti di mio marito), a rispondere in maniera educata ma decisa agli insulti ed offese (anche se indirette), a mettere i paletti, a dire cosa non mi andasse bene, e per cominciare a camminare a testa alta.
    Ho iniziato ad affermare la mia persona. E chi mi sta attorno lo ha notato. Non ho più paura che qualcuno si possa allontanare, perché ho capito che coloro che mi restano accanto sono quelli che mi vogliono bene per come sono. Ed ho capito cosa non voglio per me. E ho perdonato me stessa per non aver reagito in passato alle angherie subite (e assicuro che ne ho subite, anche di molto pesanti).
    Il mio percorso non è ancora finito, ma so che il suo completamento non è lontano.
    È vero, ci sono psicoterapeuti pessimi, li ho incontrati anch’io, ma ce ne sono tanti che sanno fare il loro lavoro. A noi pazienti spesso sembra di no, e che siano tutti scadenti, perché spesso vorremmo…

  2. 722
    Milly -

    …che vi fossero subito dei risultati, non abbiamo molta pazienza (altra cosa che ho imparato ad allenare), o perché le nostre ferite sono così profonde da non riuscire subito a fidarci di chi ci sta davanti.
    Ripeto, so che vi sono tanti psicoterapeuti incompetenti, ma altri umani e davvero bravi.
    Qualcuno dice di cambiare se non ci si trova bene con quel professionista, e qualcun altro ha risposto che il paziente spesso è debole per accorgersene.
    Invece anche il paziente più debole se ne accorge…basta ascoltare la pancia.
    Il fastidio che si prova è maggiore di quello provato a causa dei problemi che si hanno. E quando si pensa “questo qui mi sembra che abbia atteggiamenti strani” è il nostro istinto che parla. E se parla sta dicendo la verità.
    Cambiate subito, al primo fastidio. Nel momento in cui, andando da uno psicoterapeuta non proverete fastidio, avrete trovato la persona giusta. Ma dovete cambiare al primo fastidio. Parlo per esperienza.
    Abbiate pazienza e…

  3. 723
    marc -

    I tuoi commenti Milly sembrano convincenti per quel che riguarda la tua storia, ma purtroppo non sono d’accordo sul fatto che anche il paziente debole ha l’istinto di capire se lo psicoterapeuta che ha di fronte è disonesto o incompetente.
    Le persone che si rivolgono a un professionista sono persone insicure, confuse e quindi facilmente influenzabili e suggestionabili, gli si potrebbe far dire ad alcuni di loro con astuzia e furbizia ciò che non vorrebbero dire e fare cose che non vorrebbero fare.
    Stiamo parlando di gente che ha studiato la psiche umana e che comunque ha la sua autorità di fronte al paziente il quale ha un ovvio e naturale timore riverenziale e in cui lui è il malato e il professionista è il dottore.
    Poi molti quì si sono accorti della disonestà del professionista dopo 1,2,3 anni o più e dunque quanti anni potrebbero passare prima di trovare un buon psicoterapeuta considerando l’alta percentuale di professionisti disonesti o incompetenti che sembra che ci siano.

  4. 724
    marc -

    Prendi il caso dell’autrice di questa lettera feliz76 che si accorta del comportamento anormale della propria psicoterapeuta solo dopo che l’ha lasciata il ragazzo, invece di aiutarla, di supportarla sembrava che gli volesse dare il colpo di grazia facendogli perdere la testa urlando e trattandola male.
    Questo tipo di psicoterapia è pericolosa è dannosa e loro lo dovrebbero sapere meglio di noi.
    E se vuoi quì ce ne sono di esempi come l’autrice di questa lettera e anche più gravi.
    Comunque apprezzabile il tuo incitamento alla “difficile” ricerca del buon psicoterapeuta.

  5. 725
    Beatrice -

    Ho letto i commenti e devo purtroppo unirmi alle vostre disavventure. Vado in terapia da tre anni da uno psicoterapeuta. Avevo dei soldi da parte, che utilizzavo (anche) per la terapia. Lui questo lo sapeva. Pertanto, avendo bisogno di fare molte sedute, lui mi ha fatto un po’ di sconto. Guadagnava molto con me…. poi, mi sono trasferita e la disponibilità economica è calata, dovevo infatti far fronte ad altre spese. Morale della favola???? la relazione che avevo con lui, in cui mi sentivo libera di esprimermi, “ improvvisamente” cessa di esistere, poiché non posso più andare come prima. Conclusioni: Mi ha alzato la tariffa. Io che ero solita mandargli messaggi quando non stavo bene, sebbene questi prima fossero da lui tollerati, ora mi ha bloccata ovunque, lasciandomi la possibilità di fare la terapia e basta! L’ultima volta mi ha fatto notare che non andavo più con la frequenza di prima, quindi mi avrebbe alzato la tariffa. Ho una dipendenza forte da lui, non so che fare.

  6. 726
    marc -

    Hai fatto bene a scrivere anche la tua testimonianza purtroppo sono sempre più convinto che il vero psicoterapeuta non esiste in quanto dovrebbe essere perfetto a livello professionale, morale e di conoscenza della materia.
    Non esiste nessun essere umano con queste caratteristiche, la psicoterapia che esiste da decenni è solo un surrogato della vera psicoterapia in cui si riescono ad avere dei buoni miglioramenti anche grazie all’impegno e alle capacità naturali dello stesso paziente (non è bravo solo lo psicoterapeuta ma è bravo anche il paziente).
    Quindi, Beatrice in un momento di difficoltà econominca invece di venirti incontro alza la tariffa? Non una tariffa covid ma una tariffa maggiorata da chi ha deciso di sceglere una facoltà umanistica e aiutare il prossimo!!
    Personalmente la mia idea su questo argomento è sempre più delineata, senza conoscenza della psicologia ma con il solo uso della semplice logica penso che chiunque possa arrivare a sentire puzza di bruciato.

  7. 727
    marc -

    Guarire un paziente sempre che se ne sia in grado significa perdere guadagno, elementare no!!
    Sono sempre più convinto che questo dovrebbe essere l’argomento più commentato anche se non sarà facile.
    Tu hai scritto “Ho una dipendenza forte da lui”.
    Sono la maggioranza ad essere nella tua stessa situazione.
    Anche se penso che dovresti chiedere consiglio ai tuoi familiari se vuoi il mio consiglio io ti direi di trovarti una psicoterapeuta donna.
    Fra voi donne a livello di psiche e sensibilità vi capite meglio, il tuo psicoterapeuta non mi pare un grande professionista e se hai usato la parola dipendenza immagino che non avrai avuto grandi miglioramenti con lui.
    Ma sia ben chiaro non per colpa tua ma per colpa sua. A volte anche avvenimenti che a te paiono negativi possono trasformarsi in positivi. Si chiude una porta si apre un portone, chissa forse sarai fortunata e conoscerai una psicoterapeuta che ti aiuti a vivere più serenamente, anche se un pò di disagio sarà sempre presente in ogni esistenza.

  8. 728
    Beatrice -

    Grazie per le risposte. La dipendenza come si supera? Preciso che questo terapeuta molte volte chiude gli occhi mentre parlo ecc.. tipo ipnosi. Non so come disintossicarmi.

  9. 729
    marc -

    Ovviamente quella che tu chiami dipendenza non è dipendenza, potrebbe essere dipendenza emotiva, potrebbe essere attaccamento ad una figura paterna oppure vedi in lui la persona che ti farà stare bene.
    In base a quello che hai raccontato per me tu devi trovarti “una psicoterapeuta”.
    Ma se hai qualche perplessità, ripeto che sarebbe meglio che tu parlassi anche con i tuoi familiari e andare magari con uno di loro a raccontare questa storia al tuo medico di base.

  10. 730
    rossana -

    Marc,
    “il vero psicoterapeuta non esiste in quanto dovrebbe essere perfetto a livello professionale, morale e di conoscenza della materia.”. per me esiste ma è raro come le mosche bianche.

    per lui è più importante che per altre figure professionali l’aspetto morale, in quanto gli è più facile approfittare della fragilità psichica delle persone che prende in cura.

    forse uno dei pochi casi in cui si deve valutare l’essere umano prima di accertarsi delle sue capacità di cura. scelta molto difficile, da farsi preferibilmente con il supporto ombra di una persona di fiducia, esperta di vita ed equilibrata.

    più che mai, nel suo caso, vale il principio: 1°, non nuocere…

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