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Lettera pubblicata il 1 Aprile 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore feliz76.
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Marc,ad ognuno le proprie responsabilità.
Vuole lavorare meno ore? Verrà pagata per quelle.
Marc, non conosco tua sorella ne quali problemi affronti dal suo psicologo. Non sembra tuttavia che stia ricevendo un abuso quindi mi sembra inutile continuare a parlarne qui. Certe personalità immature hanno bisogno di tempo per diventare adulti e prendersi le loro responsabilità,lo psicologo non può forzare la situazione. E’ anche vero che certe persone maturano o cambiano nel momento in cui sono costretti a farlo,quindi ti consiglio di suddividere l’attività lavorativa da quella familiare. Tua sorella non cambia diventando quello che vuoi tu,ed inoltre guarda un po cosa fa tua sorella con te,vorrebbe fossi tu a cambiare come fa comodo a lei. Su certe situazioni è conveniente essere “burocratici”.
Angela dato che mia sorella non e’ migliorata andando da una psicoterapeuta per me la colpa ricade sul professionista incapace o che specula su mia sorella.
Questo per me e’ un comportamento scorretto e puo’ rientrare nel titolo di questa lettera e chissa quante/i ce ne sono nelle stesse condizioni di mia sorella senza che se ne accorgono perche vittime di una specie di lavaggio del cervello.
La nevrosi puo’ essere vista come una forma di immaturita’ e il lavoro di uno psicoterapeuta e’ anche aiutare una persona a maturare.
Comunque ho capito che vi sto annoiando con questo problema ma come dice qualche amico mio sono uno dalle mille risorse, trovero’ sicuramente una soluzione.
aeee belli! Vi posto un link di una testimonianza che ritengo molto valida,ad essa aggiungo la mia considerazione riguardo la pessima gestione della categoria professionale in Italia a monte, e cioè a partire dagli studi,specializzazione e l’assenza in Italia di una selezione dei soggetti adatti alla professione. A differenza della Francia dove,prendendo ad esempio le percentuali su 1000 studenti solo 50 alla fine avranno accesso alla professione.
Il Terzo Mondo è più sicuro dell’Italia.
https://www.guidapsicologi.it/domande/controllo-su-psicoterapeuti
Ho scritto molti commenti su questo argomento, non so realmente quanto è stato capito. Spero che comunque aiutino, anche grazie a quelli di altri utenti, ad avere una visione più realista di questo argomento e dei pericoli che si nascondono.
Sono intervenuto a fin di bene su questo argomento e penso che nella vita importante è provarci e io ci ho provato anche se i mie commenti non hanno ottenuto i risultati sperati. Pazienza non posso fare altro.
Marc, giusto per ribadirti l’ovvio: i tuoi commenti valgono, almeno quanto i consulti degli psicologi.
Valgono uguale.
Si, è successo anche a me. Nessuna prova, solo indizi. Non posso denunciare. All’ Ordine, dopo i vostri commenti, non è il caso.
Ma un esposto, quello almeno si. Non è una denuncia nè una querela. Si può fare in Procura, dai Carabinieri o in Questura.
Aumentano i disagi e cresce automaticamente il numero dei venditori di fumo. Rassegnatevi. Meglio un buon amico.
Fare un esposto, a chi? all’Ordine degli psicologi? Agli stessi che vi hanno preso per i fondelli?
Marco Pontas ti va di condividere la tua esperienza?
Per marc.
Purtroppo il percorso di psicoterapia non è facile ed occorre tempo per raggiungere dei risultati, soprattutto se il paziente fa resistenza, più per paura che altro.
Parlo per esperienza.
Ho impiegato un anno per iniziare a smettere di fare resistenza ed ho iniziato a vedere i primi timidi risultati. Erano piccoli, ma c’erano. Non ho smesso, nonostante a volte lo volessi fare perché il percorso non era indolore. Ma ho imparato tanto. Superato quell’anno, a un anno e mezzo, i risultati sono stati più evidenti.
La resistenza la si attua per difendere ciò che si era diventati (non si nasce a quel modo, ma lo si diventa a causa di una serie di cose, anche se tanti ti dicono che quello è il tuo carattere…baggianate), che ha funzionato per un po’, ma dopo un po’ di tempo non più, perché nonostante i problemi dentro si cambia e perché la propria vera persona che abbiamo dentro comincia a scalpitante. Si fa resistenza perché si ha paura di scoprire come si è, anche se…
…(continua)…nel profondo sappiamo già come siamo. Lo abbiamo messo a tacere per compiacere le persone a noi più care (e spesso la cosa si allarga ad altri…amici, conoscenti), per non deluderle, per essere considerate amabili. E si fa resistenza perché le cose che lo psicoterapeuta dice ci sembrano strane, lontane da noi e dal nostro modo di fare, e iniziare a farle ci fa sentire strane. Un esempio…io dicevo sempre, ad ogni frase, “sì…ma..”, “sì…però..”, “devo fare…”. Ho impiegato del tempo per capire che il verbo dovere è sbagliato. Andrebbe usato solo in casi circoscritti, tipo “non dovrebbe mai essere usato”. Ma quando si tratta, ad es., di andare al lavoro, non si dice “devo andare in palestra alle 18” ma “vado in palestra..” perché lo abbiamo scelto. Oppure mi auto insultavo…quando sbagliavo una cosa mi dicevo “cretina/baccalà dovevi fare così” stessa cosa se dimenticavo di fare una cosa. Ho impiegato tempo per imparare a amarmi di più, a rispettarmi…