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Lettera pubblicata il 1 Aprile 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore feliz76.
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Alda per te saranno scuse, per me significa solo cercare di evitare che mi faccia ancora più danni di quanto ha già fatto. Se mi denunciasse a sua volta, come ne verrei fuori? Non ho capito se tu,denunciando, sei arrivata a qualcosa alla fine oppure lui continua a lavorare indisturbato..
in ogni caso se qualcuno (anche tu Alda) vuole confrontarsi su questa cosa, vuole raccontarmi la sua esperienza o ha il dubbio che abbiamo condiviso la stessa brutta situazione con lo stesso terapeuta (eventualità quasi impossibile ma non si sa mai) lascio la mia mail eleluce18@gmail.com
Appunto! Se vuoi evitare per paura non fare niente! Scusami ma questo da molto fastidio!! A me, ovviamente come giusto che sia, hanno accolto la mia denuncia fatta dall’avvocato! Mi hanno creduto senza mettere in dubbio mai niente! Ricordati del patrocinio gratuito! Ti dico che sono scuse perché io sono andata avanti contro tutti che mi dicevano di lasciar perdere, che non mi avrebbero creduto, che mi avrebbe a sua volta denunciato etc etc… In questura erano felicissimi della mia denuncia, perché raramente si ha il coraggio di farlo, non hanno potuto procedere ma il tutto è stato lasciato in sospeso in attesa di un’altra eventuale denuncia che purtroppo fin ora non è ancora arrivata pur avendo la certezza che altre ragazze hanno subito quello che ho subito io ma che per paura o per vergogna, come te, non denunciano… Bastera’ solo un’altra denuncia, sono un’altra…e lui smetterà di lavorare…
Non è lo stesso terapeuta ma da quello che hai scritto mi sembra proprio la stessa identica situazione!
Domanda come si fà a denunciare un professionista senza uno straccio di prova?
Non avendo nessuna ricevuta e capendo che la psicologa non testimonierà in tuo favore il mio consiglio è lascia perdere, anche perchè le tue paure sono fondate forse Alda aveva delle ricevute altrimenti non capisco come ha fatto a fare la denuncia.
Non tutte le situazioni sono uguali e se ho capito bene se lo denunciassi saresti mal vista dagli altri e forse anche derisa.(hai raccontato la storia ma hai giustamente omesso i particolari)
Però io al posto tuo farei ugualmente la domanda alla tua nuova professionista se è disposta a testimoniare in tuo favore contro lo psicoterapeuta.
Preparati e vedrai un pò di paura nel suo volto che loro dovrebbero eliminare nei loro pazienti, ma che sono presenti in loro stessi. Buffo no? Se decidi
di mettere alla prova la tua terapeuta fammi sapere sono curioso.
Anche se l’argomento è delicato spero che tu abbia chiesto consiglio a qualcuno che ti vuole bene come un famigliare o altro.
Esatto Marc. Chi non ci è passato ha molte difficoltà a capire che potere possono avere le parole o i gesti del terapeuta.
Mi è stato domandato: “Ma tu non potevi andare via?” Oppure “Perchè ci ritornavi?” Non mi spiego neanche io come possano essere accadute certe cose, come ho potuto accettare quella situazione e non reagire prima. Mi fidavo. Anche se era assurdo quello che mi chiedeva, anche se quando gli chiedevo spiegazioni lui costruiva dei discorsi incomprensibili che mi sforzavo con tutta me stessa di capire ma che alla fine non capivo, anche se quando dicevo no lui alla fine trovava sempre un modo per indurmi a dire ok, anche se dentro di me sentivo che c’era qualcosa di strano..non volevo che fosse così. Credevo che lui fosse la mia unica speranza di stare bene e riprendermi la mia vita. Ha approfittato del mio transfert,della mia fragilità e del delicato contesto in cui vivevo per fare quello che voleva. Lui non merita di farla franca ma io non merito altra sofferenza…
Io avevo solo le prime ricevute, poi niente di niente e nessun straccio di prova… Ma è mai possibile che nessuno sapesse che tu andassi da lui? Qualcuno ti ha mai accompagnato? Io te lo chiedo davvero per favore, non ascoltare chi ti dice di non fare niente, nemmeno la tua nuova terapeuta. Ti dico che a me hanno consigliato proprio i tanti terapeuti che ho consultato, una decina, di denunciarlo, ma non all’ordine, direttamente in questura. Quindi qualche terapeuta onesto che crede nel proprio lavoro c’è e in nome della loro professionalità mi hanno chiesto di andare avanti e così ho fatto
Primo passo: vai da un avvocato, in quanto dovrebbe sempre rientrare nel patrocinio gratuito, racconta tutto, e lui stilerà la denuncia.
Secondo: verrai chiamata in questura per un colloquio, saranno tutte donne e davvero gentilissime.
Importante: non denunciare prima all’ordine, così aveva stabilito l’avvocato, sarà la questura a fare il tutto. Non parlarne con nessuno, almeno per ora.
Tu sei nel giusto. Davvero, per favore non lasciar perdere. Per te, per chi svolge a dovere il proprio lavoro e chi subisce o subirà quello che hai subito tu. Dimenticavo, il nuovo terapeuta ha il dovere, da codice deontologico, di denunciare all’ordine, io avevo fatto firmare una liberatoria dove sollevavo loro dal farlo in quanto in corso una denuncia in questura. Agisci subito. Tranquilla che non potrà davvero succederti proprio niente. Loro giocano sulla paura che si prova. Poi magari non si arriverà a niente, perché una denuncia non basta, ma un po’ di disturbo a questo Signore glielo sì…
…fino si spera ad un’ eventuale altra denuncia, e poi saranno cavoli amari. Io l’ho fatto prima di tutto per me, per me stessa, per senso di giustizia… E perché tutti i terapeuti che ho girato nella disperazione totale mi hanno pregato di denunciare…
Ultima cosa, non meno importante, nel caso fortunato di finire in tribunale, il tutto si svolgerà a porte chiuse, esiste l’assoluto anonimato. Vai avanti senza raccontare nulla in giro, allora sì che il Signore potrebbe rifarsi contro di te, fai il tuo DOVERE, denuncia! ?
Per Marc! Questi mica sono scemi, agiscono sicuri in una botte di ferro, appunto niente ricevute e niente di niente! La prova è appunto la denuncia, che non è sufficiente per poterlo incastrare, ma con la seconda credimi che inizierbbero i controlli sul caro Signore fino ad incastrarlo…
La faccenda di Bibbiano però, dovrebbe farvi capire che sbrogliare la matassa nella quale questi cialtroni vi hanno avvolte è un’impresa pressoché impossibile. La soggettività che sta alla base di queste situazioni non è esattamente un buon punto di partenza per iniziare un azione legale, con gratuito patrocinio per di più. Non siamo in una fiction televisiva, ci vuole un mare di grana per dimostrare “violenze psicologiche” che saranno sempre opinabili. Anche di fronte a prove “visibili” ma interpretrabili. Si capisce che non avete idea di cosa succede nei tribunali italiani.
A questo punto io mi accontenterei di aver almeno scoperto con chi si aveva a che fare. Non è rassegnazione quella che consiglio, ma semplice valutazione della “mano” che potete giocare in un tribunale. Neanche se aveste registrato le “sedute”.
In effetti la domanda “perchè non hai mollato il colpo quando hai percepito la violenza” potrebbe essere plausibile. Fate bene i conti prima di cacciarvi in altre sofferenze.
Alda i fatti risalgono ormai a due anni fa, non so se questo può influire. Ci ho messo moltissimo a “liberarmi” da quella situazione e dopo mi sentivo così confusa e sfiduciata che non ho iniziato subito un’altra terapia, poi il tempo è passato senza che me ne rendessi conto. Ci ho messo moltissimo ad elaborare definitivamente che avevo fatto bene ad andare via perchè tornava ogni tanto quel maledetto pensiero che forse ero io a non capirlo, che non ero abbastanza intelligente per seguire i suoi metodi e che forse lui voleva solo aiutarmi come aveva fatto con tutte le altre (follia!). Razionalizzato il tutto, ho iniziato a pensare che senza prove non avrei comunque potuto mai fare niente e avrei dovuto semplicemente buttarmi alle spalle tutto. Ma non ci riesco. Non faccio che pensare che se una sola paziente mi avesse detto come stavano realmente le cose me ne sarei andata prima e oggi non starei così.