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Lettera pubblicata il 1 Aprile 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore feliz76.
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Amico Golem,dato che la psicologia studia il comportamento umano e in particolare le emozioni anche se impalpabili sono però visibili nel volto di una persona.
Una in particolare può e di fatto crea problemi con le sue varie intensità specialmente se troppo presente nella vita di una persona. Si chiama paura, molto spesso nata nell’infanzia, che ci blocca e ci disturba non permettendo di vivere un esistenza serena. Ad essa si affiancano anche i conflitti interiori del tipo faccio in questo modo o in quell’altro ma sono mossi sempre da una paura di sbagliare. Paure che hanno anche le persone normali ma non sono così invalidanti.
A questo punto entra in campo la psicoterapia nata proprio per risolvere questi problemi con diversi tipi di psicoterapia ognuna indicata e usata per
determinate malattie psicologiche funzionali (nevrosi-migliorabili fino addirittura alla risoluzione del problema-disturbo).
La psicoterapia è un colloquio che permette oltre che esaminare le tue paure sulla reale fondatezza o sulla loro reale infondatezza, permette di usare
delle tecniche che ti aiutano ad avvicinarsi alla propria paura piano piano il più rilassato possibile (desensibilizzazione sistematica) prendere confidenza con la propria paura.
Anche se non sono uno psicologo conosco abbastanza bene la psicologia cognitivo comportamentale che è scientificamente provato che se ben fatta può portare al miglioramento o alla risoluzione del problema.
Mentre scrivo leggo i vostri commenti in cui avverto un radicale scetticismo di Golem e Maria Grazia sull’esistenza di bravi psicoterapeuti fino a percepire l’inutilità della psicologia e psicoterapia.
Penso che tutto questo non ha bisogno di commenti.
Se prima ho chiesto a chi ha fatto psicoterapia di scrivere la propria esperienza adesso vi chiedo di non farlo tanto sarebbe tempo sprecato.
E anche io mi congedo.
Dunque Marc, facciamo un po’ di ordine. Questo dibattito nasce dal titolo che ha questa lettera, che denuncia delle incompetenze da parte di una precisa categoria professionale. E non è una lamentela, ma diverse. Personalmente ne ho sentite altre dello stesso tono, e ho avuto modo di “tastare” con le mie modeste conoscenze della materia, l’inconsistenza di diversi psicologi professionisti o semplicemente laureati. Il fatto che si teorizzi sulla funzione che “dovrebbe” svolgere la Psicologia non ha niente a che fare con gli obiettivi che, attraverso quei professionisti, raggiunge nei fatti. E a quanto pare ne raggiunge pochi. Questo è il punto.
Che ci sia chi ritiene di averne tratto giovamento, non cambia percentualmente la questione, anche se volessimo riferirci ad una semplice media matematica estratta dalle testimonianze qui riportate. Ripeto e ribadisco che la materia è ancora troppo aleatoria e carente, troppo frazionata in scuole di pensiero diverse e professata da troppi praticoni, se non addirittura psicologicamente labili a loro volta (si legga la testimonianza di Angela, credo, e dello psicologo che le dava della tro..). Se però malgrado ciò siete contenti di provarci, fatelo. Qui spendereste meno e forse avreste risultati non peggiori.
Marc,
aggiungo al dibattito qualcosa in più, ricavato dalla mia esperienza. innanzitutto distinguo la psicanalisi, di lunga durata, utile per problemi molto seri, di non frequente accesso perché di fatto alquanto costosa (quella a cui mi sono sottoposta era di scuola freudiana) dalla cosiddetta terapia d’appoggio, più breve, e meno impegnativa, ora mggiormente in auge, più affine alla ricerca di sostegno attraverso il confronto con persona psicologicamente più preparata del comune uomo della strada.
perché l’ausilio possa essere percepito e valorizzato, in entrambi i casi, secondo me sono indispensabili alcuni presupposti di base:
1) si deve essere convinti di dover rivedere poco o tanto di quanto concerne il passato rispetto al nostro modo di essere e alle scelte che ne condizionano il futuro. in breve, si deve VOLERSI rimettere in gioco con noi stessi.
2) il terapeuta deve avere meno pregiudizi di quanto tutti abbiamo di norma e beneficiare spontaneamente di una visione esistenziale molto ampia, meglio se del tutto priva di credenze religiose. non deve giudicare ma sforzarsi di comprendere l’altro, anche quando questi sia diametralmente diverso da lui. se si percepisce troppa differenza troppa, meglio cambiare…
segue…
segue per Marc
3) per quanto mi riguarda, il prezzo pagato in sofferenza è stato ben più elevato di quello pagato in denaro. dal momento in cui ho ripreso a lavorare, in un’ottima azienda, con un minimo di assicurazione sanitaria integrativa, non ho più dovuto sostenerne il costo. le sedute mi erano prescritte da uno psichiatra e totalmente rimborsate.
4) per i tributi da pagare, in tempo e dolore, dev’esserci una FORTE motivazione a trovare un nuovo equilibrio fra sé e il resto del mondo. si deve riassestare il bilancio tenendo conto dei propri limiti e potenzialità. non quelli di moda o riconosciuti da altri ma quelli concreti, da identificare correttamente nel nostro mondo interiore. esserne consapevoli rappresenta buona parte del miglioramento di vita che ne può derivare.
5) non ci si deve aspettare che il terapeuta risolva i nostri problemi: ha il compito di sostenere e talvolta d’indirizzare ma chi DEVE mettere in atto il lavorio del cambiamento, in uno o più aspetti esistenziali, nevrotici o psicotici, è il diretto interessato. nessuno lo può fare per lui.
per me, i presupposti elencati rendono ben diversa la seria terapia con un professionista dal confronto con un amico, anche se empatico e intelligente.
Marc, io non penso affatto che non esistano i bravi psicoterapeuti. Ma è molto raro trovarli, sicuramente non sono alla portata di chiunque ( e non parlo di “cachet” ) e questi professionisti non accettano di trattare TUTTI i casi indistintamente, ma solo quelli di persone che ritengono abbiano problematiche risolvibili. E comunque una buona terapia non dura mai oltre i due anni. Chi è convinto del contrario è fuorviato.
Chi pensa che la psicoterapia consista esclusivamente nel sostegno morale al paziente e nell’ ascolto, e che possa essere valida per tutti coloro che vi si sottopongono, non ha capito assolutamente nulla di questa metodologia che è in continuo divenire proprio per la complessità della materia che tratta. Il confronto con il paziente è improntato sul dialogo, questo si. Ma per motivi diversi da quelli che si leggono qui ( cioè il trovare “conferme” ).
Un bravo psicoterapeuta secondo me deve sempre partire dal presupposto che chi ha di fronte potrebbe essere una vittima così come anche Hannibal Lecter. E quindi regolarsi di conseguenza analizzando obiettivamente i fatti, un pò come farebbe un avvocato ma senza tutta l’ impalcatura giuridica e l’ infarinatura tipica di questa figura.
..Deve scavare in profondità ma senza darlo a vedere, in modo “chirurgico”. Insomma raga, un lavoraccio! Altro che palle. Dubito che una cosa del genere – per cui occorre una predisposizione e un’ evoluzione particolari – sia alla portata di qualunque cretinetti che consegue una laurea o di qualunque signora di buone maniere che ti butta lì due paroline consolatorie.
La mia impressione è che molti si accostano a questo argomento con un’ ignoranza di fondo e una confusione costituzionale su quello che è la psicanalisi, confusione alimentata in gran parte da “miti” e luoghi comuni su quello che la figura dello psicologo dovrebbe essere.
Angela,
ti preciso qualcosa in più sulla scelta del professionista di riferimento. negli anni ’70, non esisteva l’albo a cui in seguito si poterono iscrivere solo psicologi abilitati da riconoscimenti scolastici e, forse, da tirocinio.
prima che questo entrasse in vigore, la mia terapeuta aveva seguito anni di studi e si era sottoposta a una lunga psicanalisi con il promotore dell’indirizzo psicologico freudiano in Italia. inoltre, effettuava periodiche “verifiche di sanità mentale” con il suo maestro. tali erano all’epoca le regole di formazione e di attuazione di terapie psicologiche.
molto raramente sono stata da lei senza attendere che terminasse la seduta con il paziente precedente, che se n’andava salutando da un’uscita diversa da quella d’ingresso al suo studio.
l’avvento dell’albo sconvolse la sua vita lavorativa, la ridusse in miseria e privò la società di una validissima professionista, a cui so di non essere l’unica a dover apprezzamento e riconoscenza. nè mi sembra che in seguito l’albo abbia dato maggiori garanzie…
segue…
segue per Angela
comunque, così come la mia psicologa si era presentata a me nel nostro primo incontro, dopo aver verificato l’iscrizione all’albo del professionista prescelto, credo non ci sia niente di strano nel chiedergli qualcosa in più sulla sua preparazione e sul suo indirizzo di studio.
al di là del tipo di formazione e di scuola o di professione, la differenza sta, come in TUTTE le altre scelte, nel soggetto che l’esercita, nelle sue capacità pratiche, nella sua esperienza sul campo e, soprattutto in ambito psicologico, in un’apertura umana e mentale non troppo difforme di chi a lui si affida.
scelta che si presenta molto più difficile del solito per la diversità e la vastità di ogni singolo elemento umano da accogliere, interpretare e comprendere.
nei post per Marc ho dimenticato di riportare il ricordo di uno dei più proficui, RARI, interscambi con la mia terapeuta: quello della sua MINIMA interpretazione dei sogni, nel senso che mi aiutava soltanto a distinguerli, non mancando mai di sottolineare quelli che, a suo avviso, mi apportavano messaggi positivi. alcuni di questi fanno tuttora parte del mio bagaglio più ricco e più sereno.
Per Rossana,
la psicologia è una scienza che studia il comportamento umano, la psicoterapia è quella che cura chi ha disturbi psicologici, questo è in breve quello che c’è scritto sul dizionario italiano e in tutti i dizionari del mondo.
Purtroppo è vero che ci sono psicoterapeuti disonesti e incompetenti più di quanto si pensa ma nessuno può stabilire delle percentuali.
Quello che conta è il fatto che sei notevolmente migliorata affrontando la vita in modo più sereno e con una stabilità economica.
Ora che il peggio è passato e che hai il vento in poppa, ma sempre con i piedi per terra, puoi anche gioire delle vittorie personali e dei risultati solidi che hai conseguito che in quanto oggettive nessuno può confutare.
Oltre ad una serenità interiore che si percepisce dal tuo modo di scrivere, hai una conoscenza della psicologia, sei razionale e intelligente che cosa vuoi di più?
Per il resto posso dire che ho espresso le mie opinioni, ma questa discussione si è arenata e dato che Nessuno può portare prove oggettive per poter convalidare le proprie ipotesi o addirittura affermazioni di fatto non si arriverà mai a delle tesi e a delle certezze, rischiando di far durare questa discussione all’infinito.