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Lettera pubblicata il 1 Aprile 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore feliz76.
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..Fenomeni simili si sono registrati sia in terapie personali che di gruppo. Nel caso delle terapie collettive, inoltre, i pazienti rafforzano la loro accettazione delle regole imposte dal terapeuta tramite elementi di Controllo Sociale, legano affettivamente tra di loro e tendono a rifiutare il mondo esterno e rinchiudersi nella relazione terapeutica. Una sorta di emulazione reciproca e di desiderio di compiacimento si instaura, e i pazienti ambiscono all’attenzione e gratificazione del terapeuta fino al punto di disputarsela con grotteschi atti di «fede» e sottomissione. Non di rado il terapeuta-guru instaura relazioni di vero e proprio sfruttamento economico, emotivo e sessuale nei confronti dei propri pazienti.
Al1’esatto opposto della terapia, il culto terapeutico instilla nei membri sentimenti paranoici, mira a creare dipendenza totale anziché autonomia, non cura in alcun modo, anzi di norma aggrava, i loro stato mentale di debolezza o difficoltà per mantenerli vulnerabili e dipendenti. Gruppi di questo genere possono protrarre la loro esistenza per decenni, provocando danni psicologici e materiali
irreparabili.
Molte sono le cause intentate contro i responsabili di questi gruppi terapeutici di tipo cultuale da ex-membri e familiari, Le sentenze parlano di «processi di sistematica influenza sociale e situazioni di dipendenza forzata idonei ad un lavaggio del cervello, spacciati per forme di psicoterapia>. I passaggi individuati nelle sentenze sono quelli che oramai il lettore conosce assai bene: rendere vulnerabile e impotente il soggetto, isolarlo da legami familiari o affettivi di sostegno, inserirlo in un contesto di condizionamento basato su premi e punizioni. Gli obiettivi non sono la modifica di opinioni politiche ola confessione per fini di propaganda, ma lo sfruttamento economico, affettivo e sessuale delle vittime.
Il metodo
Uno dei vantaggi immediati dei guru che sfruttano la Psicoterapia per creare il proprio «regno» è ……(continua…..
….la selezione volontaria delle loro vittime sacrificali. Si tratta di persone con gravi problemi di autostima, di instabilità e di debolezza, ed è proprio questo tipo di persone ad essere più ricettivo verso le forme di condizionamento. In un perverso meccanismo di selezione naturale, le vittime più vulnerabili si offrono ai loro carnefici spontaneamente. Ovviamente i terapisti non si affidano al caso e promuovono la loro attività con tutti i mezzi: volantini, manifesti, inserzioni nelle riviste.
Quando il fine è lo sfruttamento economico, è sempre importante ingrandire il numero dei pazienti, anche perché spesso non tutti mostrano la stessa ricettività e si mostrano facili prede del Mindfucking. Un’ampia agenda permetterà di mantenere un buon margine nel caso di perdita di uno o più membri e del loro portafogli. Sono riportati casi in cui più terapeuti-sfruttatori tenevano un’agenda comune di possibili nuovi clienti, girandosi l’un 1’altro i pazienti-vittime in eccesso.
Una volta avviata la terapia, sono le stesse vittime a fornire ai loro aguzzini le chiavi della propria schiavitù. Sono i pazienti difatti a confidare ai terapeuti i propri punti deboli, le paure e gli altri elementi chiave su cui fare leva per ottimizzare il condizionamento e ottenere qualsiasi cosa. Il metodo di norma segue il medesimo schema: l”isolamento dai familiari e altri soggetti con cui le vittime possano avere legami viene ottenuto con motivazioni di tipo terapeutico, suggerendo ad esempio che il distacco serve alla riuscita della terapia, oppure agendo direttamente sulla mente del paziente, instillando in essa la convinzione che la colpa delle difficoltà sia tutta dei genitori o dei familiari, rafforzando una sorta di rancore che rende i rapporti ancor più difficili se non impossibili, o convincendo la vittima che allontanarsi da questi legami è l’unico modo per procedere nella guarigione.
……(continua…….
…Il paziente viene poi avviato a terapia personale durante la quale si individuano i punti chiave per piegare la sua volontà. Al tempo stesso viene costruita una prima relazione che da un lato stabilisce l’ autorità del terapeuta e dall’altro vieta critiche o forme di dissenso rispetto alle sue osservazioni, suggestioni o richieste. Di norma tale rapporto viene affiancato da un legame affettivo, talvolta anche intimo, che indebolisce le resistenze del paziente e attiva una forma di dipendenza. Quando la vittima È ritenuta <pronta›, viene sottoposta alle forme di attacco emotivo più varie, sovente in gruppo, e il processo di condizionamento entra nella sua fase più acuta.
La condizione di sottomissione viene sancita pubblicamente, il mondo intero viene racchiuso nel ristretto cerchio del «gruppo di terapia», dove ci sono soltanto due classi sociali: il leader infallibile e i suoi figli-discepoli. Si predica la separazione dal resto del mondo, visto come corrotto e malato. I pazienti vengono mantenuti in profonda e spesso critica condizione di instabilità, le loro nevrosi e difficoltà vengono aggravare e la loro dipendenza rafforzata in ogni modo possibile. Tutte le espressioni di Mindfucking proseguono e spesso vengono accresciute nel tempo, così come le modalità di sfruttamento e sottomissione, che talvolta raggiungono i livelli grotteschi già visti in alcune forme di culto. Abusi sessuali, violenze fisiche, torture mentali, umiliazioni pubbliche, controllo delle espressioni sessuali e modifica del linguaggio, sono tutti strumenti
atti a perseguire «la causa». Qui non si utilizza come supposto obiettivo la «salvezza dell'anima›› bensì la «cura della mente», ma meccanismi e scenografie sovente sono identici.
Spero di esservi stata utile come questo capitolo di Mindfucking lo è stato per me.
Ciao a tutti
Leggo questa lettera a distanza di anni. Mi addolorano le vostre esperienze. Io tra il 2011 e il 2013 ho cambiato quattro psicoterapeuti e due psichiatri (facevo anche terapia farmacologica). Ero in terapia per depressione maggiore. La prima mi ha messo contro mia madre e tutte le volte che tornavo a casa non sapevo come comportarmi, in più non ha fatto opposizione quando volevo mollare la scuola, per fortuna i miei familiari hanno insistito e ce l’ho fatta. Il secondo mi prendeva in giro per il mio look.. E mi raccontava le sue passioni i suoi successi.. Questo era un cognitivista. Insomma niente di gravissimo dai. Però volevo dirvi che i professionisti bravi esistono. Ora non sono più in terapia ma l’ultima psicoterapeuta che ho avuto la porto nel cuore, mi ha fatto arrabbiare mi ha fatto litigare forse in alcuni momenti l’ho odiata, ma dopo un lungo percorso ho ottenuto dei risultati, una persona a cui sarò grata per sempre. Lei è freudiana. Io sono della Bassa Lombardia se qualcuno è interessato do volentieri il nominativo. Un percorso doloroso purtroppo è inevitabile ma l’esito è vittorioso. Chiaro che uno stesso psicoterapeuta può non andar bene per tutti, ma la garanzia della professionalità non può mancare
Uno va dallo psicologo per stare meglio e dopo un pò si accorge di essere stato truffato e sta ancora peggio…roba da matti…ho idea che questi che studiano psicologia si accorgono quando vanno a lavorare di aver studiato qualcosa di interessantissimo, ma poco utile a far star bene una persona, si adoperano a cercar di sopravvivere ingannando la gente…l’ultimo cognitivista dove sono stato si è contraddetto diverse volte quanto basta per capire che ci stava provando a trattenermi il più possibile…che schifo…quando poi non fai quello che ti dicono di fare perchè non ti convince allora la colpa è tua e finisci a fare la parte dell’arrogante…tanto da parte loro tutto può essere rigirato e il tuo ruolo è fare l’umile scavandoti ancor più la fossa…a qualcuno poi viene pure la compassione per questi poveretti che devono in qualche modo sopravvivere…una volta gli psicologi non c’erano e si viveva lo stesso, si tirava fuori la grinta per superare le difficoltà o si accettava di cambiare vita e lavoro in seguito ad eventi nefasti della vita…
Sono preoccupanti i meccanismi del plagio descritti sopra…
Diciamo che si può aprire un ampio dibattito epistemologico sulla scientificità della psicologia già a partire da Karl Popper che giudicava la psicoanalisi come pseudoscienza e valutava l’analisi e la terapia fuorviata inevitabilmente dal punto di vista dell’analista. La stessa cosa mi è capitata col cognitivista che non capiva quanto è difficile trovare lavoro oggi con la crisi e quanto perfomante devi essere sul lavoro insistendo su alcuni lati della mia personalità a suo dire nefasti, a mio avviso corretti.
Comunque già Kant nel settecento aveva smontato il dualismo cartesiano anima-corpo col fatto che la mente è inevitabilmente l’attività del cervello. Infatti se uno prova a dare una testata al muro e mette fuori uso il cervello anche la mente va fuori uso. A questo punto il passo è breve e la causa del disturbo che può nascere da fattori ambientali-psicologici diventa inevitabilmente organico-biologica da rintracciare nel malfunzionamento chimico del cervello, magari anche dovuto o aggravato da caratteristiche ereditarie.
Ed è strano pure che quando vai da uno psichiatra per depressione questo non ti prescrive un check-up completo per escludere tutte le numerose cause che producono la cosiddetta depressione secondaria ovvero causata da malattie o malfunzionamenti organici. Quando uno si permette di farlo presente al medico ti dicono come al solito che non è ritenuto opportuno, ma questo non è scrupolo scientifico basato sul metodo sperimentale è solo statistica ovvero massima verosimiglianza e la statistica si sà ti può dire anche male con tutte le eccezioni, a meno che l’interesse del medico è un altro.
Questo purtroppo ne è un tragico esempio:
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/lecce/cronaca/15_marzo_31/tumore-scambiato-depressione-gallipoli-muore-donna-66-anni-2ae48794-d794-11e4-9611-dedafed584c3.shtml
E nove volte su dieci lo è Pippo, e quanti ci cascano. Ma per fortuna c’è LaD. Per questo da tempo vado dicendo che è cento volte meglio l’orecchio di un amico che la scrivania di uno di questi “professionisti”. La scrivania? Si l’unica che ti ascolta, in molti casi, ma i soldi li prende quello che ci sta dietro.
Ciao ciò di cui scrive Stefano Re, sono delle vere e proprie tecniche di condizionamento mentale, usate da alcuni psicoterapeuti, regolarmente iscritti all’Albo, in particolare nelle situazione di gruppo (come è accaduto a me) che disorientano, distraggono, destabilizzano la parte sinistra del cervello, sede del pensiero razionale e analitico, dove c’è la nostra considerazione del bene e male, di ciò che è giusto o sbagliato ecc. ecc., per dare comandi, “suggerimenti” e persuadendo direttamente la parte sinistra sede delle emozioni, delle sensazioni ecc. ecc. Con delle tecniche precise ti possono far fare e dire ciò che vogliono, o almeno tentano……è incredibile come siamo influenzabili e condizionabili. Ho visto l’effetto su di me e l’ho visto sugli altri, le clienti-pazienti vittime non si sono neppure accorte di ciò che stava accadendo loro. Lo scopo è chiaramente lo sfruttamento economico, ma credo anche un certo evidente narcisismo che li fa godere nel vedersi specchiati negli occhi delle loro prede-pazienti. Vi consiglio di leggere anche il godibilissimo libricino di Matteo Rampin. al gusto di cioccolato, come smascherare i trucchi della manipolazione linguistica. ILLUMINANTE nella sua semplicità e ironia. Ciao
Aggiungo un ultima cosa: il comportamento di persuasione, plagio e quant’altro da parte del terapeuta si instaura per effetto della “collaborazione” del paziente forzata a sua volta dal suo comportamento educato, corretto e rispettoso dell’autorità…se ciò non accadesse cioè il paziente cominciasse a criticare liberamente, a far valere il proprio punto di vista, ad alzare la voce contro la manipolazione verrebbe preso per maleducato, deviante dalle norme sociali, al limite “pazzo”…mentre a me pare che qui il vero deviante delle norme sociali è chi non emette fattura truffando lo Stato.
E qui caro Pippo, in relazione a ciò che dici, aggiungo un altro libro: Le armi della persuasione. Come e perché si finisce col dire di sì. di Robert Cialdini. Quella che tu chiami educazione , non è altro che rispetto dell’autorità, impegno e coerenza, reciprocità ecc. ecc. ecc…..in tutto sono sei principi psicologici. Ebbene ho scoperto con orrore e molto dispiacere che l’essere coerente e muoversi nella vita con impegno e rispetto nei confronti degli altri e un’arma nelle mani di questa gente di……,perché sfruttano gli automatismi connessi. Quello che facevano le cialtrone psicoterapeute. In sostanza ho capito che tra un truffatore, il santone delle psicosette e questi psicoterapeuti regolarmente iscritti all’Albo, nei metodi non c’è alcuna differenza. I terzi fanno più danni non solo psicologici ma anche sociali……. si consuma un vero e proprio tradimento sociale, a partire anche proprio dalla ricevuta fiscale non emessa. Già quello è un elemento di affidabilità e correttezza. è necessario cominciare a diffondere l’idea che da gente così è meglio non andare, perché si sta peggio.All’inizio hai la sensazione di stare meglio, ma non è altro che il tuo entusiasmo e perché i cialtroni sono abbastanza furbi da lasciarti parlare. Non “si manifestano” subito. Se proprio vuoi fare psicoterapia devi andare da qualcuno veramente affidabile, ma non per sentito dire, o perché te lo ha detto l’amico o l’amica che ha già la testa in pappa…… è già ben plagiato. Si sa quando qualcuno è conosciuto e riconosciuto come una persona brava e affidabile, una persona per bene e professionalmente molto molto molto competente. Io personalmente penso che l’uomo abbia più risorse di quanto oggi, nella società del consumo ci facciano credere. Ci vogliono deboli, così consumiamo di più, e le psicoterapie fanno parte di quel consumo. Le tecniche usate sono quelle delle vendite , che creano acquiescenza e accettazione nel “pollo”. La psicologia e le psicoterapie, pseudoscienze, non sono altro che prodotti inutili e dannosi della società moderna. Ciao a tutti