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Lettera pubblicata il 1 Aprile 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore feliz76.
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per Massimo.
la psicoterapia dal momento che è l’incontro tra due persone, che arrivano li dove sono con la loro storia e le loro esperienze, tutto può essere tranne che scientifica.
e te lo dico da professionista del settore.
se parli con qualcuno che insinua il contrario, lascia perdere subito.
poi una consa fondamentale: il processo terapeutico (e quindi la RELAZIONE terapeutica) non è un qualcosa che ha a che fare SOLO con la logica: questa serve solo come processo finale a dare un’elaborazione cognitiva di quanto accade.
le persone stanno male per le emozioni, non per i pensieri.
per Alda Merini:
forse non in questa discussione, ma sicuramente in altre, l’avrò scritto 20 volte. l’italia è piena di psicoterapeuti: se quando vai in seduta senti qualcosa che non ti piace, CAMBIA TERAPEUTA. uno che ti tocca e si dichiara amico, come psicoterapeuta va evitato come la peste. E bada bene che il terapeuta non può essere un individuo neutro (come vorrebbero gli psicanalisti): io partecipo alla vita delle persone e vi partecipo con tutta l’umanità possibile.
quello della Psicoterapia è un mondo, e come tutti i mondi ci sono i professionisti e ci sono i mediocri.
MA INFATTI UNA PERSONA DEBOLE NON RIESCE AD EVITARE TUTTO QUELLO CHE HO DESCRITTO, GLIELO ASSICURO, E QUESTI PSICOTERAPEUTI ESISTONO, GARANTITO!
VISTO CHE è DEL SETTORE ALLORA MI DICA, IN QUESTI CASI, QUANDO SI HA IL CORAGGIO DI DENUNCIARE QUALI RISCHI INCORRONO QUESTI PERSONAGGI?
PER ME NON DOVREBBERO PROPRIO ESISTERE…. E NON VOGLIO ESPRIMERMI PERCHE’ DIVENTEREI VOLGARE.
TUTTO QUESTO E’ A DIR POCO AGGHIACCIANTE
Beh, per “riderci” intendo dire di non credere alle parole e all’aura di scientificità. E’ necessario però fare qualcosa seriamente per evitare che le persone siano danneggiate da una falsa cura.
Notate bene la risposta del professionista: ho detto forse che la psicoterapia ha a che fare SOLO con la logica? La logica verifica la pertinenza delle teorie.
Non è necessario che i professionisti si mettano sulle difensive, se sono onesti studino, critichino le loro teorie e cerchino la massima trasparenza con i clienti. Le discipline serie cercano la falsificazione per migliorare. Credo sia meglio che le persone non si fidino troppo e che i professionisti onesti comprendano di aver scelto una strada irta di equivoci ed interessi. Dopo anni di formazione non so come potrebbero rendersene conto ma credo nella ragione, nel confronto con l’esterno, con altre discipline, con professionisti esteri.
Però, il sistema teorico importa eccome! Non si risolve il problema accettando l’idea che la psicoterapia “non è scienza”. Per esempio, se le teorie mediche fossero sbagliate i medici sarebbero tutti soggetti a sbagliare. Però non si tratta solo di “beccare” i disonesti come alcuni sembrano credere, mi pare invece si tratti di criticare il sistema e la disciplina. Ci sono tanti professionisti onesti ma NOI che operiamo con le scienze umane dobbiamo essere molto autocritici. I nostri strumenti sono molto meno raffinati di come pensiamo e ci inducono in errore.
Vi va bene questo?
ciao
Per Giovanni
probabilmente sei una brava persona, ma credo che tu non abbia chiaro la grande responsabilità, che lo psicoterapeuta ha rispetto al cliente, per tanti motivi, che ti invito a ricercare e a capire. Non si può dire…… e ridurre la questione con CAMBIATE TERAPEUTA, SIAMO IN TANTI ECC, ECC. ECC.
La psicoterapia è l’incontro tra due persone con la loro storia e la loro esperienza?
Accidenti…….che assurdità, in cui si possono insinuare facilmente possibili abusi di potere psicologico e in alcuni casi sessuale. La relazione terapeutica non è un incontro tra pari.Da qui la responsabilità totale delle vostri comportamenti.
Vero, siete in tanti, troppi, e il sistema non vi forma adeguatamente e l’autocritica non è il vostro forte.
Per Alda Merini
Non è tua la colpa per quello che è successo, tu sei andata da uno “psicoterapeuta”, è una cosa che accade, che chi subisce quello che hai subito tu, si sia sentita confusa e inerme. Non è normale invece, quello che ti ha fatto il vigliacco. La responsabilità non è tua.
Per Massimo
trovo i tuoi due interventi molto interessanti e chiari. Il mio non era una critica a ciò che hai scritto, anzi….è stato un voler affermare e aggiungere che dietro le discussioni distaccate di chi osserva e vede e ha la correttezza intellettuale di fare critica e autocritica, ci sono delle vite e delle persone, che per aver subito non possono esserlo.
per Angelica:
la responsabilità che ha il terapeuta nei confronti del cliente, credimi, ce l’ho ben chiara in mente.
per quanto riguarda quella che tu chiami “assurdità”: non so se tu abbia mai incontrato un terapeuta, ma il processo terapeutico è proprio questo: due persone che si incontrano. e quando si incontrano due persone, che ti piaccia o no, si incontrano (e a volte scontrano) esperienze, valori.
tutto questo non giustifica gli eventuali comportamenti non etici del professionista.
e poi guardate bene che io non ho la pretesa di convincere nessuno: i terapeuti fanno parte della grande categoria delle persone e quindi ci saranno buoni e cattivi, professionali e non, ecc.
la resposnsabilità nostra come cliente è quella di allontanarci da una situazione qualora risultasse sgradevole.
ed è interessante che alcuni non si riconoscano questa possibilità.
un saluto.
Ecco, appunto non si è proprio alla pari, assolutamente.
Altrimenti quello che succede, quello che mi è successo non sarebbe successo.
E’ stato un incubo, mi sembra quasi un sogno, ero come ipnotizzata quando entravo in quello studio.
La rabbia è che a queste persone alla fine cosa fanno? niente! L’ordine dice che protegge il cittadino!
Ma quando mai!? Proteggete solo voi stessi, scusate, ma a me fatte abbastanza schifo.
Eliminerei questa scienza dalle vostre mani, e l’affiderei solamente ai medici, ai cosiddetti psichiatri che applicano la psicoterapia, e che sanno riconoscere le malattie, cosa che non sanno fare i semplici psicologi psicoterapeuti, in quanto non hanno studiato per farlo.
Molto, ma molto schifata.
Eccome se vi ho incontrato. In parecchie occasioni della mia vita. E continuo a incontrarvi, anche per lavoro.Ho persino, provato l’ebbrezza della relazione psicoterapica. Ma dai……è veramente “interessante che alcuni non si diamo la possibilità di andare via dalle cose sgradevoli.” Hai sentito mai parlare di abusi psicologici? Sembra proprio di no!!!Di come le vittime (questo temine non mi piace, ma devo usarlo in questo contesto per chiarezza) non si accorgano della “sgradevolezza” dei rapporti per bassa autostima, perchè si reagisce all’automatismo del principio psicologico di autorità, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.ecc. E questa è esperienza……… Tranquillo più parlate e più è evidente la vostra vacuità. Mi sembra difficile che tu convinca qualcuno.
ah ah si si l’unico termine è vittima.
E l’approccio con l’ordine dei psicologi nell’esporre i fatti e a dir poco, non so, agghiacciante, vergognoso, al di fuori di ogni termine che si potrebbe usare.
Il tutto non è evidente, nel senso che non è come un colpo di pistola al cuore dove tu constati che la persona è morta o gravemente ferita per sempre.
Ma andate va, siete una casta chiusa, un paradosso della società, volete aiutare ma quando distruggete come persone fanno è sempre tutto lecito, un orrore invisibile, che se lo fosse molti di voi non eserciterebbero più.
Io sono stata distrutta, e se lei sapesse e se avesse una coscienza, perché il dubbio è che psicologi di quel genere proprio non ce l’abbiano, rimarrebbe agghiacciato all’istante.
E’ difficile considerarmi vittima, non vorrei, ma purtroppo è così, perché se cerco di spiegare, di capire è peggio che mai…
Potrei scrivere per ore ma lei sono sicura che ci riderebbe sopra, e la vostra “coscienza”. si limita a questo.
Ciao a tutti.
Le testimonianze di abusi e violenze in ambito psicoterapeuti languono.
Vi inserisco una parte del libro che sto leggendo di Stefano Re MINDFUCKING. Come fottere la mente. Il capitolo sul “nuovo modo di fare psicoterapia” mi ha chiarito meglio il mio accaduto nel supposto gruppo di autoaiuto. So anche da racconti di amici, a cui presto particolare attenzione ormai, che questa è una prassi nella “psicoterapia” soprattutto di gruppo. Sono condizionati, ripetono a pappagallo quello che lo/gli psicoterapeuta/i dice loro……
“Nel nome della cura: i gruppi di terapia
Consapevole dell’importanza e della solennità dell’alto che compito e dell’impegno che assumo, giuro:[. . .] di perseguire come scopi esclusi 1a difesa del-la vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale.
Dal Giuramento di lppocrate
Di solito parliamo di <strizzacervelli› per indicare in termini un po' dispregiativi, ma spesso simpaticamente sarcastici, la professione dello psicoterapeuta. In realtà ci sono molte forme di terapia, che differiscono anche notevolmente tra loro, così come diverse sono le figure di terapeuta che può capitarci di incontrare. Lo psichiatra è altro dallo psicanalista, ed entrambe le figure sono altro ancora dai tanti sedicenti «specialisti» che spuntano come funghi ovunque si manifestino disagio e necessità. I veri dottori della mente sono persone con una preparazione di tipo medico, con anni di studio rigoroso alle spalle, iscritti ad albi professionali e dotati di licenze e attestati che ne comprovano le capacità, ma soprattutto l'affidabilità.
Le armi più efficaci in mano a chi utilizza la Psicoterapia come strumento di controllo e modifica del pensiero altrui sono invece, come sempre, le tecniche di attacco emotivo e destrutturazione dell'Io, ….(continua…..)
……… approfondimento di fratture emotive e l’intensificazione di conflitti interiori dolorosi, alfine di indebolire il senso del sé e rendere la vittima vulnerabile, malleabile e propensa ad accogliere ogni gesto di affetto e considerazione come un premio; aumentare le ansie, i timori e altri elementi di vulnerabilità chiudendo le vittime in una paranoia indotta che le costringa a diffidare di chiunque altro, in particolare di amici e parenti; favorire emergere di sensi di colpa e inferiorità per creare sempre maggiore dipendenza. Il terapeuta manipolatore tenderà a rendere la vittima dipendente da lui, aggravando le sue condizioni di instabilità, cosicché la terapia debba proseguire indefinitamente. In alcuni casi lo stress l’esaurimento psicofisico sono stati volutamente intensificati per ottenere esperienze di tipo allucinatorio considerate, appunto, «terapeutiche» (p. 39). Allo stesso modo spesso il dolore inflitto durante gli interrogatori, o nell’ambito di Programmi di Riforma del Pensiero, viene motivato come un metodo per ottenere risultati «terapeutici»
Certo è che nessuno più di chi ha studiato ed è allenato a utilizzare i meccanismi mentali è in grado di attuare processi di Mindfucking. Per questo una laurea in Psicologia è uno dei requisiti più
richiesti da aziende che si occupano di pubblicità e sicurezza, come dai Servizi Segreti di ogni Paese.
In questo capitolo vedremo come il Mindfucking sia stato applicato, talvolta perseguendo ottime intenzioni, in più o meno ragionevoli tentativi terapeutici.
Culto della terapia
Di norma la terapia diviene un culto quando il terapeuta avvia i propri pazienti a una relazione che da un lato innalza se stesso a livello di divinità e dall’altro fissa il paziente in uno stato di continua dipendenza e instabilità. Spesso i pazienti accettano questo stato di cose come naturale, adorano il terapeuta e accolgono ogni forma di sfruttamento che ne consegue. ……(continua……..