E’ difficile per un genitore accettare quello che è successo alla propria figlia. Mi chiedo se devo accettare e lasciare il fatto che venga dimenticato; ma non posso, ritengo che sia troppo grave. Mia figlia è stata profondamente offesa, ha subito un offesa particolare:
gli è stata sbattuta una porta in faccia con tutta l’intenzione che quel gesto comporta, perchè chiedeva quali errori avevano determinato la bocciatura ad un esame scritto.
Ha subito questa offesa all’Università di Bari da un docente.
Voglio soffermarmi e invitare a riflettere chi legge queste poche righe su questo avvenimento.
E’ possibile che debba funzionare così l’Università di Bari?
Si pensa al danno morale che un fatto come questo determina nella psicologia di una giovane che cerca di costruire le fondamenta del suo futuro?
Purtroppo l’avvenimento non è isolato, perchè il docente in questione ha l’abitudine di offendere i giovani anche nel corso delle lezioni, e mia figlia non è stata la sola a subire la superbia di questo docente. Ho ascoltato persino una registrazione di una lezione, in cui offendeva con parole dure un giovane che beveva dell’acqua minerale in aula.
Un adulto, con il compito di educare i giovani, di insegnare, di trasmettere loro la conoscenza, il sapere, di guidarli quasi per mano sulla strada del futuro, dovrebbe avere altri modi per relazionarsi con i giovani.
Testimonianze di altri campus in Italia portano in tutt’altra direzione. In altri centri i giovani sono rispettati e aiutati in tutti modi a raggiungere i loro obiettivi. Ma a Bari è tutta un’altra storia: si va dalla disorganizzazione ed inefficienza che trionfano, a docenti assenteisti con scarsa voglia di lavorare che trascinano centinaia di giovani da un rinvio ad un altro di esami, lezioni con ritardi che pesano prima sui giovani e sul loro avvenire e poi sulle loro famiglie costrette a sopportare tali situazioni di degrado culturale.
Ma siamo al Sud è forse tutto è lecito per i cittadini italiani, mentre per i docenti la paga è uguale a quella dei colleghi più laboriosi.
Grazie per aver letto questo sfogo di un genitore mortificato che vede umiliati i sacrifici di sua figlia e che non trova risposta da darle.
Comportamenti offensivi dei docenti all’Università di Bari
di
VINCENZOS
Lettera pubblicata il 8 Marzo 2008. L'autore, VINCENZOS, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
La lettera ha ricevuto finora 14 commenti
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+ che università io la chiamerei baronia, senza generalizzare troppo, ma è uno schifo e nn solo a bari.
ma guarda che puoi segnalare la cosa a chi di competenza, alla presidenza, ai rappresentanti univ, ai sindacati ecc. e forse puoi chiedere che tua figlia sostenga l’esame con un altro docente.
Gen.le Sig.ra, chi le scrive è una ex- studentessa universitaria e purtroppo quello che lei racconta non mi stupisce più di tanto. Di storie così le facoltà son piene e raramente si riesce a ottenere giustizia senza attirarsi le antipatie e le ritorsioni dei docenti. Questo non perchè tutti i docenti sono uguali, ve ne sono di molto preparati e di pari pari educazione e gentilezza, ma è inevitabile che in mezzo a loro ve ne siano di altrettanto sgarbati, magari frustrati da un contratto insoddisfacente, magari frustrati dal livello sempre più scadente di preparazione degli studenti – la qual cosa comunque non dipende certo dagli studenti ma dal sistema scolastico che va sempre peggio- e si lasciano andare a soprusi di tal genere. Personalmente ricordo il caso di una studentessa della mia città che a seguito di un esame andato male si era sentita dare della scema e della imbecile dal docente. In quel caso la studentessa in questione si erra rivolta senza indugio al preside della facoltà e aveva fatto le sue rimoostranze specificando che la sua scarsa preparazione non era motivo sufficiente affinchè le si mancasse di rispetto. Il docente era stato richiamato e costretto a scusarsi ma credo anche che sia stata “fortunata” ad aver trovato un preside di facoltà che abbia ascoltato e creduto alle sue parole perchè diversamente per ottenere delle scuse sarebbe stato necessario un apparato tale che il gioco non avrebbe valso la candela. Sua figlia può, se se la sente, rivendicare presso il preside della facoltaà, il suo diritto di sapere in quale parte della preparazione è stata carente e di avere consigli per la successiva prova, dal momento che un esame è innanzi tutto una cartina sole per gli studenti per testare, appunto, la loro preparazione e certamente se si concludesse con un mero voto numerico non avrebbe alcun senso Purtroppo però son cose che capitano e capiteranno sempre e credo che per quanto riguarda le risposte da dare a sua figlia esse possano basarsi solo su un piano di realtà. Certo non va affatto bene accettare di essere umiliati gratuitamente ma proprio perchè capiterà ancora, conoscendo come va il mondo in generale e non solo la facoltà da cui uscirà per cercare lavoro prima o poi, sarebbe bene cogliere l’occasione per rendersi conto innanzi tutto che si è chiamati non solo a rispondere della propria preparazione ma anche a far fronte a un mondo che a volte non è come vorremmo, e questo perchè il danno morale come lei dice non sia eccessivo. A volte davvero il principio ” chi ha più educazione la mostri”.
A Napoli succede lo stesso,io frequento l’università FedErico II e vi assicuro che l’andazzo è lo stesso,difficloltà,umiliazioni,disorganizzazione in una delle più prestigiose università d’Italia ma come le i ha detto siamo al sud e tutto è permesso;siamo destinati a questo destino e nulla cambierà,le differenze tra nord e sud sono evidenti e destinate a crescere negli anni,ancora oggi nel 2008..è una vergogna..
Non accade solo al Sud, ma anche al Nord, a Milano come a Torino (le due università che ho frequentato) i cafoni non hanno locazione ma solo una madre sempre incinta.
ChiaraMente……………. “Purtroppo però son cose che capitano e capiteranno sempre “…….. e tutto un tono burocratico la risposta come se la cosa fosse normale……….. ohhhhhhhhh ma qui le cose vanno cambiate, vanno migliorate.
Forse alla ex studentessa ChiaraMente non è mai capitato……… però, cerchiamo di essere civili e maturi perfavore sig.ra ChiaraMente e mettersi nei panni degli altri ed essere propositivi.
Si figuri, Sig. ChiaraMente che io nel 1998 non sono potuta andare al liceo in gita in Spagna perchè nessuna compagna voleva accompagnarmi in carrozzina.
Ma certo Lei Sig.ra ChiaraMente mi dirà che “Purtroppo però son cose che capitano e capiteranno sempre “.
Cerchi di crescere un pò nel cuore Sig.ra ChiaraMente.
O forse lei sig.ra ChiaraMente non è mai stata vittima: lei, signora, parla come se nella vita, buon per lei, sia una donna, dall’alto della sua bellezza e con un pò di quella che lei chiamerebbe “sana aggressività” (ma l’aggressività non è mai sana), arrivata nella vita.
Qualsiasi atto di bullismo vale la candela per fare anche un pienone.
E poi………. non bisogna accettare il sistema, ma se qualcosa non va, cambiarlo.
Abbiamo numerosissimi uomini che con le loro vite ce lo hanno insegnato e ce lo insegnano anche oggi.
Non è il caso di iniziare ad imparare?
Infine, VINCENZOS, forza e coraggio: questo mondo lo possiamo cambiare! e tu Vincenzos parlane a tutti, scrivi, pubblica, mostra le cose, metti la tua testimonianza su siti che parlano di bullismo. Fatti sentire! Forza e coraggio! io, e non perchè abbia fatto la tesi sul bullismo, sono con te!
Quella di Bari più che un’università è un centro di sistemazione di parenti-docenti, che hanno in gran parte gli stessi cognomi, come documentato da diverse inchieste tv.
Se io abitassi a Bari non mi sarei mai iscritto in un'”università” simile. Mi sarei iscritto a Roma, ad esempio, anche a costo di frequentare di meno, e spendere di più per viaggi o residenze.
Anche perchè poi il conto te lo presenta il mondo del lavoro: laurearsi in certe università vale ben poco, meglio non frequentarle del tutto.
Non capisco perchè se l’è presa con me.
Anche perchè lei Maddalena dà per scontato che io abbia consigliato di sopportare. Forse il termine esucazione è ambiguo. Forse le proteste senza grida e incitamenti per lei son poca cosa. Posso dire che mi dispiace per le sue esperienze ma non posso dirle che fa bene a caricarsi di quella aggressività verbale- e non neghi le intenzioni di ferirmi o colpirmi nel profondo- che se le fosse consentito esprimere non si discosterebbe di molto da quella che lei tanto bene ha tudiato. Per vendetta. Perchè cercare di colpire una persona in questo modo come lei sta facendo con me prima di tutto non ha senso, perchè magari io l’avrei anche accompagnata in gita, lei non può saperlo. Ma certo visti i risultati alla prima incomprensione…La pensi come vuole, lei in fondo è dalla parte di chi in ragione esige, ma non capisco cosa esige da me, non conoscendomi.
gentili signori io sono iscritto a giurisprudenza a Bari. ho sostenuto in questi giorni il mio primo esame. valutato dalla commissione avevo una valutazione di 28. il presidente di commissione, ovvero il mio docente, forse perchè gli sono antipatico, mi ha posto una domanda non presente nei testi, dicendo che era una cosa detta in aula.io lavoro e non frequento pertanto il professore doveva attenersi a quello che erail programma e non farmi domande su virgole da lui dette in aula. dopo ciò mi ha stappato lo statino e mi ha mandato via.. vergogna. università di padri e padroni.. davvero vergogna.. e pensare che mangiano grazie alle nostre tasse..che schifo!!!
Io studio medicina veterinaria all’ università di perugia, e posso affermare per esperienza diretta che anche nella mia Facoltà, di episodi simili, ne son capitati a tonnellate… Ricordo ancora le belle parole di un docente che, guardandomi con disprezzo durante un esame, ebbe la sfrontatezza di dirmi che sarei diventata una di quelle persone “mantenute” dai genitore, perchè non valevo un… ancora devo capire cosa abbia scatenato tale odio nei miei confronti, perchè l’esame non era nemmeno cominciato…
ditemi voi come possiamo imparare la nostra futura professione da tali incompetenti…