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E’ complicato

di alpha

Ciao a tutti. navigando per il web ho scoperto questo sito e, leggendo una lettera, ho deciso di rendere pubblica la mia situazione e ricevere qualche parere oggettivo.

Tutto è cominciato alcuni anni fa, nel 2008. Avevo 18 anni più o meno e nella scuola in cui andavo, un giorno, ho conosciuto una ragazza che all’epoca ne aveva 15. Arrivavo da numerose relazioni, che purtroppo non duravano molto a causa del mio carattere e anche della mia immaturità. Nessuna mi prendeva davvero Finchè non incontrai “lei”. Una ragazza molto comune e semplice in verità, ma che mi fece perdere la testa letteralmente. Ne rimasi folgorato. E per un mese circa la sognai tutte le notti, cercando di capire se fosse solo un’infatuazione o qualcosa di più. Un giorno però presi coraggio e mi feci avanti. Anche lei provava un interesse nei miei confronti. Fin che un giorno, mi decisi di volerla baciare. Era suonata l’ora di uscita a scuola e, vedendola scendere dalle scale la presi per un braccio e la trascinai nel “nostro bagno” (dove ci incontravamo di nascosto per parlare durante le ore di lezione ), e la baciai. Da quel giorno ci fu qualcosa di folgorante. Ogni giorno che passava qualcosa ci legava sempre più. I mesi passavano, fino ad arrivare all’estate. Una delle estati più brutte della mia vita, perchè siamo stati lontani un paio di mesi nelle quali spesso discutevamo, finche lei mi lasciò per telefono. Fu orrendo.

Dopo un mese, tornando a scuola, inevitabilmente ci siamo ritrovati. Poi eravamo praticamente la coppia famosa dell’Istituto perciò potete immaginare le aspettative, ecc… Ricordo che un pomeriggio ci eravamo visti in P.zza Carlo Alberto, dove lei si scusò e mi propose di continuare. Dopo qualche ora di riflessioni, presi il bus per raggiungerla sotto casa e baciarla. Altri mesi passarono, e a fine ottobre decise di fare l’amore con me per la prima volta nella sua vita. 

Arrivati verso marzo, cominciarono ad esserci le prime discussioni. E spesso erano a causa mia e di alcuni miei comportamenti. Si, perchè mi rendevo conto sempre più che il mio problema più grande era il timore di fidarmi ciecamente di una persona, affidarmi completamente  a qualcuno. La mia infanzia mi ha portato a basarmi solo su me stesso. Non ero abituato. Spesso i problemi me li tenevo per me cercando di risolverli da solo. Capitava che lei stesse male cercando di decifrarmi, ma io non realizzavo questa situazione all’epoca. Ma lei, imperterrita, aveva deciso grazie alla sua fantastica determinazione, di abbattere quel muro che avevo. Voleva farmi scoprire che alcune volte le cose belle esistono davvero. Finalmente l’estate era arrivata e con lei, la mia confusione. I suoi genitori (fantastici), sapendo delle discussioni dell’estate precedente, mi portarono con loro al mare. Ma purtroppo, e vi giuro che mi pento da morire per questo, durante una discussione stupida nel quale mi sono sentito soffocato, sono tornato a Torino tra autostop e treno. Non oso immaginare il dolore che le ho procurato quel giorno. Piangevo ma ero offuscato, confuso. Si, perchè stava mettendo in dubbio tutte le mie certezze; mi stava facendo maturare.

Poco tempo dopo riuscii a riacquistare la sua fiducia per poter proseguire. E non è stato facile. Soprattutto perchè è li che è cominciato ad esserci il vero problema: lei aveva sempre paura che io potessi farla soffrire di nuovo. Siamo andati avanti. Un anno dopo, esattamente l’estate successiva, avevo in cantiere un progetto lavorativo, che mi portò via molte forze, soprattutto mentali. Ero finito in crisi. Una crisi un pò brutta perchè colpiva soprattutto la mia passione più grande. Lei mi fu molto vicina. Mi ha dimostrato in tutti i modi che mi amava.. in tutti i modi in cui si può amare una persona. Organizzò una settimana in Liguria cercando di farmi felice. E io ovviamente, in crisi com’ero, decisi di lasciarla alla fine della vacanza praticamente. Insomma, una merda. Questa volta la segnò. Due mesi dopo, mi ripresentai da lei giurandole che le cose sarebbero state diverse. E di nuovo, mi diede una possibilità. Io mi sentivo cambiato. Ma lei era diversa, diventò più cinica e più fredda di come fosse prima. E per ben due anni andò tutto abbastanza bene. Poi cominciando l’università, cercai di starle molto vicino perchè era difficile il percorso che aveva intrapreso. Poi essendo lei una perfezionista, potete immaginare quanto fosse dura con se stessa.

Ricordo che discutevamo abbastanza, spesso per incomprensioni stupide. Io ero felice con lei, e mi facevo forza guardandola negli occhi. Quei bellissimi occhi verdi. Ormai sapevo tutto di lei. Persino quando era arrabbiata e lo nascondeva (allargava un po le narici). E rideva sempre quando glielo dicevo. Nell’ultimo periodo, al suo secondo anno di università, mi sentivo sempre più trascurato. Volevo avere più tempo per noi, ma questo ovviamente non era possibile a causa degli studi. Provai a spiegarglielo, ed era un continuo: “dopo questo esame staremo un po insieme”. Ma mai avveniva. Cominciavo a sentirmi estraneo. Era un periodo in cui lei mi propose di andare a vivere in Germania alla fine dei suoi studi. E la cosa mi allettava sinceramente. Con lei avrei fatto qualsiasi cosa. Lei aveva abbattuto il muro ormai. Era arrivata dove mai nessuno era arrivato. Poteva esserci chiunque davanti, ma era lei che volevo. Ho sempre scelto lei. Ma il problema era un altro: le nostre giornate erano diventate abitudine, e in qualche modo ci davamo per scontati. Ora a posteriori, all’età di 27 anni, credo che fosse una cosa molto bella: la fiducia e la sicurezza nella persona che ami. Ma in quel momento mi sentivo nel posto sbagliato. Cominciammo a discutere al telefono un giorno, ero a casa mia. L’ennesima incomprensione. E in quel momento feci la pazzia: la lasciai di nuovo inventandomi come scusa che avevo conosciuto un’altra ragazza. Lo feci stupidamente per darle una scossa. Ma questa scossa, ovviamente peggiorò la cosa. Mi attaccò il telefono in faccia. 

In sei anni, patente o no, ogni volta che litigavamo al telefono, nonostante abitassimo agli antipodi di Torino, correvo sempre sotto casa sua. E se ero in torto arrivavo sempre con un fiore, un pensiero, un regalo. Sempre. Ma non quella volta. Mi ricordo che mi sentivo sollevato. Mi sentivo che dovevo dare una svolta forte. Che qualcosa non c’era più. Passarono tre settimane più o meno ed arrivò il suo compleanno: il 23 ottobre. Tutto il giorno pensai se farle gli auguri o no. e verso sera, mi chiamò lei incazzata: “Ho aspettato una tua chiamata fino ad ora sperando di poterti ridare una possibilità. Ma se non lo hai fatto neanche oggi, il giorno del mio compleanno, io non valgo davvero un c.... per te”. E attaccò. Più o meno disse così. 

E in quel momento, per la primissima volta nella mia vita, sentii un vuoto! un dolore assurdo. Qualcosa di indescrivibile, di inevitabile. Si, perchè avevo capito di aver sbagliato tutto. Ma proprio tutto. E in quel momento, per quanto l’amassi, decisi di non volerle fare più del male. Sparii completamente dalla sua vita. E lei lo fece di conseguenza. Avevo 25 anni.

In quel momento decisi di andare a vivere da solo. Volevo dare una svolta alla mia vita. Mi tenevo occupato cercavo di buttarmi sul lavoro e gli amici. Ma niente. La notte la mia testa era da lei. Era sulle nostre foto, i nostri momenti belli. Esatto, i momenti belli. Quelli brutti sono spariti piano piano. Mi presi del tempo per me e per riflettere. Tempo che mi ha fatto scoprire davvero me stesso, e quanto sia stato un codardo, egoista e ignorante. Uno stronzo. Ma questa consapevolezza del fatto che l’esser cresciuti ed essere maturati insieme (certo anche lei aveva i suoi difetti, se non ne parlo è perchè non è un concorso di colpa 🙂 ), ha fatto in modo di prepararci al futuro. Piano piano cominciai a provare a conoscere qualche ragazza; ma puntualmente non superava il terzo appuntamento. Lei è insuperabile, è quella la verità. Ergo, il mio cuore e la mia testa sono ancora da lei.

Aver raggiunto una certa consapevolezza mi ha portato ad un forte senso di colpa nei suoi confronti, che a volte mi logora. 

Ho provato, dopo quasi un anno, a riprovare con una ragazza. Che ovviamente fu una delusione grandissima. Insomma, il karma, ecc… 

E dopo una lunga riflessione decisi di telefonarle. Dal giorno in cui ci siamo lasciati al telefono, non c’è mai più stato alcun tipo di contatto. Dopo un pò di chiamate mi rispose. E parlammo a lungo. Cercai di strapparle un appuntamento o qualcosa del genere ma niente. Ascoltò tutte le cose che dovevo dirle, anche con un certo stupore. Ma lei era riuscita a superarla. O ci stava provando. La telefonata si concluse con: “Se davvero almeno mi vuoi bene, e tutte le cose che mi hai detto sono vere, cerca di evitarmi, e non farti vedere. Ti prego. E se il nostro destino sarà insieme, un giorno ci rincontreremo. Ma non ora”. 

Così feci, o comunque ci provai. Stando male ogni giorno.

Tutte le nostre esperienze, i nostri gesti, tutte le cose che ci hanno fatto bene mi fanno ripensare a lei. Lei ha sempre ribadito il fatto che lei con me stava benissimo ma avevo la capacità anche di fare completamente il contrario. Mi dedicò una canzone durante l’ultimo periodo, “due destini” di Chiara. Ora, la musica italiana a me fa schifo, ma quella canzone diceva la verità: noi siamo due destini che vibrano vicini. Mi ricordo i vari viaggi che abbiamo fatto, soprattutto in Toscana. Oppure i soprannomi stupidi che le attribuivo per scherzare, o per strapparle un sorriso. Quando l’ho aiutata a mettere apposto la casa nuova, la scritta sotto casa che le feci per farmi perdonare; la frase che le dedicai: “sei la realtà del sogno più bello che abbia mai fatto”. Perchè è così. Le nostre serie tv… Soprattutto one tree hill. Diceva sempre che noi eravamo come Lucas e Peyton, e io le dicevo sempre che lei era la mia Comet (se non conoscete la serie sarà difficile capire). Mi mancheranno sempre i suoi occhi verde ceruleo, mi mancherà il suo dirmi “cretino”, lo scherzare, l’abbracciarla quando era arrabbiata cercando di tranquillizzarla, il farle sempre dei regali a sorpresa, il concerto dei Coldplay, portarle a sorpresa il gelato sapendo che stava studiando. Mi mancherà quando veniva a vedermi giocare a calcio. Oppure le sue risate nel vedermi togliermi le lenti (non sapevo farlo); mi mancherà fare l’amore nel parco mentre pioveva anzi, mi mancherà fare l’amore. Perchè con lei era quello, punto. Ahahah, si lei a volte finiva la frase dicendo “punto”. Mi ha lasciato pure questo. 

Poco tempo fa, quindi dopo circa due anni che ci siamo lasciati, passando sotto casa (io gioco a calcio vicino casa sua), la incontrai casualmente. Esattamente dal giorno in cui ci eravamo lasciati, non ci eravamo mai più visti. Quel momento tanto atteso era arrivato. Ma non è stato come immaginavo. La solita fottuta regola tra aspettativa e realtà. Insomma, da parte sua ci fu un saluto freddo condito da un “non abbiamo altro da dirci”. Prevedibile è vero. Ma il suo sguardo era ancora quello. Era emozionata pure lei di rivedermi. Probabilmente avrei dovuto scendere dall’auto e insistere, ma avevo paura di sbagliare e farla stare ancora più male. 

Qualche giorno dopo, andando a sbirciare su fb scoprendo qualcosa di devastante, giuro. Qualcosa a cui non avevo mai pensato. 

Una sua foto abbracciata ad un altro con tanto di data di fidanzamento. 

Effettivamente nel raccontare la mia storia, brevemente in qualche modo, alcune risposte le trovo da solo è vero. Ma il punto è che nonostante una parte di me sia felice che lei possa vivere così come ha sempre sognato perchè se lo merita, io ho tanta paura che sia stata lei la donna della mia vita e me la sono persa. Ho tanta paura di non rivivere più quell’amore da togliere il fiato, fatto di momenti difficili certo, ma comunque sempre costituito da sincerità, coinvolgimento, passione e un pizzico di follia, credo. O più semplicemente, come lo definisco io: l’amore pentadimensionale. Quell’amore che va oltre lo spazio ed il tempo. Già.

Lettera pubblicata il 6 Luglio 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 7 commenti

  1. 1
    michelle -

    Probabilmente e` vero, un amore “da togliere il fiato”, come dici tu, non lo rivivrai piu`, perché era un amore giovane e immaturo. Penso quasi tutti abbiano vissuto un amore del genere, che ci lascera` bellissimi ricordi per sempre.
    Ma questa e` la tua occasione per crescere e avere qualcosa di ancora piu` bello, non piu` fatto di follie, di tira e molla, di quell’eccitazione che ti tiene sempre sulle spine, ma di quella calma e serenita` che un amore adulto puo` darti. Devi solo smettere di rincorrere il passato e guardare avanti, perché ci sono tante altre cose belle che ti aspettano se solo ti vorrai aprire al cambiamento e al futuro.
    Un abbraccio

  2. 2
    Rossella -

    Ti sei innamorato di una ragazza molto comune e semplice? Si vede che non sei innamorato, un uomo innamorato è consapevole che lo sguardo della sua donna suscita amore. Gli uomini di oggi non rispettano le donne perché non hanno una buona autostima e quindi non distinguono il sesso dall’amore. Cercano conferme e questo per una donna è mortificante. In parte i media hanno le loro colpe perché sarebbe stato doveroso intervenire con la censura. Si è parlato per anni di misure ma un uomo dovrebbe essere libero di fare lo spaccone quando e come gli pare. Perché creare barriere mentali? Diventa invalidante.

  3. 3
    rossana -

    Alpha,
    una bella storia, ricca di sfumature, più che umana, nel senso buono della parola.

    non so se in futuro avrai di meglio o di più ma te lo auguro di tutto cuore.

  4. 4
    Giuli -

    Io nella vita non so come comportarmi, non sono qui a darti consigli. Volevo solo dirti che con qualche riga hai fatto innamorare un po’ anche me e che la vita quasi mai è giusta, ma le persone buone spesso sanno renderla meravigliosa. Forse tu sei una di queste, e ti meriti di vivere storie bellissime. Raccogli la forza, la dignità e il coraggio, e fai del tuo meglio.

  5. 5
    Golem -

    Non ci puoi fare niente, tu non eri pronto all’epoca. Sono sicuro che in quei momenti non ti sentivi intimamente ancora all’altezza di quella ragazza.
    Lo so che non serve a niente dirti di dimenticarla, ma temo che tu non abbia scelta. Inoltre queste nostalgie da “occasione perduta” tendono a magnificare i ricordi che le accentuano e a trascurare gli altri, che pure ci sarebbero.
    Non potrai mai dire se quella era la donna della vita, anzi non lo era evidentemente Quella della tua vita è colei che sarà “dentro” la tua vita, vita che non è fatta di ricordi, rimpianti e nostalgie, ma di fatti quotidiani, di progetti e di concretezza. Non puoi restare impallato, perché la vita è quella che ti succede proprio mentre scrivi e pensi a cose che non esistono più.
    Non pentadimensionale, ma quotidiano, terreno e tangibile, quello è l’amore. Quello che descrivi è un innamoramento, bello, struggente ma fatto di sogno, non di realtà. E la vita è realtà, quotidiana, terrena e tangibile.
    Ti saluto.

  6. 6
    alpha -

    Vi ringrazio per le vostre opinioni.. davvero.

  7. 7
    TonyMi -

    Ciao amico, io non ti conosco ma i miei occhi stanno piangendo. troppe similitudini, troppo DOLORE.

    come uscirne, non so dirtelo.
    Ci scoppierà il cuore?

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