Lasciata da circa tre mesi da chi mi prometteva la luna da un anno. Ho smesso di sentire la sua mancanza. Ho spurgato tutto il dolore. Come si accetta di esser stati lasciati, sostituiti notte tempo, umiliati da chi fino all’altro ieri voleva la convivenza e ti guardava con occhi sinceri riempiendosi la bocca di parole d’amore?
Come si fa, a dover accettare, di esser stati degli idioti a credere a certe cose?
Che poi avró idealizzato come normale che sia, ma moltissime cose non me le sono inventate. Le avevo di fronte. Ho creduto a quelle cose. Ho lottato, investito tutta me stessa per quelle cose.
E chi millantava amore, chi ti dichiarava il suo punto di riferimento principale, chi aveva paura di esser abbandonato, ti scarica nel bidone dell’umido come se tu non fossi stata un c..... Ti tratta con sufficienza. Ti sostituisce. Si infatua di un altra, si emoziona,piange, scopa, bacia un altra.
E io ora mangio, sorrido, esco ma quando la sera mi guardo allo specchio vedo il fantasma di me stessa. Mi distruggo pensando a come fare.
Come si puó accettare di essere state delle stupide a dar valore a cose che si sono rivelate il niente?
Dovrei forse dare valore solo a quello che ho fatto io? Il mio impegno, la mia dedizione, la mia comprensione, il mio esserci, il mio amore.
Non posso eliminare tutto. Ma al tempo stesso mi sento rancorosa, imbecille, malinconica.
Vorrei poter considerare questa storia come un semplice errore di percorso. Come un qualcosa che mi ha insegnato. Qualcosa da lasciar andare.
Ma ogni volta che ci provo, mi sento in colpa, perchè vorrei sbagliarmi.
Ogni volta che tento di distruggere l’immagine di lei, di quello che era in passato, sembra di farmi una violenza da sola.
Non voglio ammettere a me stessa che le cose siano andate cosi. Non voglio togliere valore a quei momenti. Anche se so, con il senno di poi, che lei il valore fingeva di darglielo.
Io con quella persona c’ho vissuto.
Come si fa?
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso
Io credo nella famiglia, ma non amo la retorica. Quando le cose non avvengono in maniera tacita mi ritiro in buon ordine perché per quando sboccia un fiore, l’attenzione è rivolta ai fiori più grandi e odorosi; mi regolo in questo modo perché ritengo che, al di là di tutto, ciascuno di noi abbia un personale senso della giustizia che incide sul benessere della persona. Non ne faccio una questione di gusto. Il punto è che non immagino per me una grandezza diversa da quella che è propria del mio stato di natura; non cambierò mai le mie abitudini perché non sento il bisogno d’inserirmi nella realtà urbana a costo di confondermi nell’apparenza delle cose. Parlo in questo modo perché ormai non esiste più la differenza tra campagna e città. Se esiste non è poi così marcata. In caso contrario non avrei problemi a farmi più piccola esponendomi ad un giudizio di percezione ( questo accade addirittura in TV… U&D, GF, ecc. Sono aperta a questo tipo di confronto). Più piccola sì. Più grande mai. Non amo gli intellettualismi e preferisco non mettere a repentaglio la mia salute per una mia vanità. Fossi in te penso che andrei avanti. A te la scelta. Non esistono regole.
PS Volevo specificare che ho fatto l’esempio del giardino fiorito perché mi piaceva separare il tema della maternità da quello dell’innamoramento. Effettivamente il neonato, oltre ad avere le sue esigenze, comunica un mistero più grande che passa dal cuore agli occhi. Ma l’amore che passa dagli occhi al cuore mi fa pensare alla separazione. No? “Finché morte non vi separi!” Si parte con quest’angoscia nel cuore e la natura che è fragile si manifesta in quel desiderio, sicuramente egoistico, di conservare la propria integrità fisica. Infatti non giudico nessuno. Come ho detto non ci sono regole. Chi ha il privilegio di guardare il mondo dall’alto non dovrebbe preoccuparsi di perdere la propria integrità morale per così poco. Io non riuscirei ad andare contro me stessa. Il mio corpo, anche quando la mente mi fa sentire forte, manifesta delle resistenze. Io mi limito ad ascoltarlo… mi sono sentita una donna realizzata anche quando in amore ho dovuto sostituire il sogno alla realtà. Ne ho sofferto, ma sono andata avanti.
“Come si puó accettare di essere state delle stupide a dar valore a cose che si sono rivelate il niente?”
Perchè infatti sono il “niente”. Solo illusioni che autolimentiamo per nostra “convenienza”, o necessità se preferisci.
C’è un dibattito sull’innamoramento vs amore che va avanti da anni qua e là su questo forum. La tua è solo l’ultima di una lunga serie di disillusioni da…illusione. Uguale a milioni di altre come la tua, e tutte per le stesse ragioni di fondo, che però a te sembrano uniche e assolute per lo stesso motivo che ti ha fatto vedere unica e assoluta sia quella persona che la vostra storia.
Comunque almeno con la tua testimonianza hai dimostrato a qualcuno che non basta “amare” per due per trattenere l’oggetto di quell’amore.
Non sei una stupida comunque. Sei stata solo un’illusa che ha “idealizzato” un evidente pirla, che per certi versi è peggio della stupidità, che è una condizione involontaria.
Come diceva l’indimenticabile Amy Winehouse, “love is a losing game”. Ma stava pensando all’innamoramento verso quel co...... che ci ha privati di un genio della musica, e non solo. L’amore che meritava non l’ha mai avuto quell’anima preziosa.
Anche io ascolto il mio porco. Pardon. Intendevo il mio corpo. È un anagramma molesto, sia chiaro. Ció che dice è significativo, ma non ci si fa il prosciutto.