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Come si ricomincia da sé stessi

di Ginni

Buonasera a tutti. 

Sono una ragazza di 23 anni e la mia vita negli ultimi 6 anni è stata costellata da momenti di intensa sofferenza. Ho un vuoto affettivo notevole che mi porto dietro con annessa ansia da abbandono maturata durante la mia infanzia e dopo la morte di mio padre. Ho avuto una relazione durata 4 anni in cui sono stata lasciata 3 volte, l’ultima è stata la definitiva in quanto lui non è tornato. Dopo 6 mesi ho conosciuto un ragazzo che mi ha assorbito totalmente, all’inizio è stato meraviglioso, dopodichè è uscita la sua vera natura. Una persona notevolmente problematica, con dei tratti narcisistici ma non solo (ogni tanto in momenti suoi di crisi intensa ha riconosciuto le sue problematiche, cosa che un narcisista teoricamente non dovrebbe fare?). Ero consapevole del fatto che le sue relazioni precedenti erano tutte fallite in breve tempo, ed aveva avuto una grande quantità di ragazze. Inoltre non sa ancora cosa fare della sua vita, ha lasciato gli studi e ora passa da una cosa all’altra senza mai concludere nulla. Io al contrario ho una strada ben definita davanti a me e ho sempre saputo ciò che voglio dal mio futuro. Il nostro legame sembrava qualcosa di così speciale e probabilmente ci abbiamo creduto davvero entrambi che avremmo potuto farcela, sono sicura che anche lui abbia provato dei sentimenti reali per quanto sia nelle sue possibilità. Reali ma pur sempre distorti. Con lui è stata un altalena continua, momenti felici alternati al buio totale. Puntualmente come cresceva il nostro rapporto ho subito il suo primo allontanamento, durante il quale  abbiamo avuto dei contatti, fino a che dopo due mesi è tornato affermando che con le altre non era la stesso. In quei due mesi ho fatto dei progressi con notevole fatica, ero riuscita ad allontanarmi un pò da lui ma soffrivo molto, e non è bastato per non ritornare con lui. Siamo andati avanti per altri 6 mesi in cui sembrava avessimo raggiunto un certo equilibrio, un giorno mi confessò il desiderio di poter andare a vivere insieme per consolidare il nostro rapporto. In tutto ciò vi era un problema, il suo desiderio sessuale verso di me era calato molto, e nonostante lui cercasse di rassicurarmi che il suo sentimento era invariato, dentro di me questo mi angosciava. Esattamente 20 giorni dopo, ovvero 10 giorni fa, mi lascia dicendo che non possiamo stare insieme a queste condizioni, che non riesce più a provare desiderio nonostante io per lui sia meravigliosa. Per me è stato l’ennesimo colpo incassato in questi ultimi anni, un colpo da cui ho temuto e temo di non riuscire a rialzarmi. Non voglio più tornare insieme a lui, me lo ripeto ad ogni ora di ogni giorno nonostante io senta comunque la sua mancanza, ma so che con lui sarebbe sempre così. Voglio superare le mie dipendenze affettive. Ho bisogno di sperare che nel mio futuro ci potrà essere amore e fiducia. Ma nonostante questo spero ancora di ricevere un suo messaggio, e so che con ogni probabilità un giorno accadrà. Mi chiedo perchè ho così poco rispetto di me stessa e da dove posso cominciare. Come si fa a bastare a sé stessi. Quando finisce il dolore. Mi piacerebbe ricevere consigli e testimonianze di chi ce l’ha fatta. Seguo già un percorso da una psicoterapeuta.

Ringrazio tanto chi risponderà.

Lettera pubblicata il 4 Febbraio 2018. L'autore ha condiviso 5 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 7 commenti

  1. 1
    Angwhy -

    A giudicare dalle altre lettere mi sembra che sei inchiodata da 5 anni in una situazione che non cambia,quindi hai fatto bene a iniziare un percorso di psicoterapia,quello che posso dirti è che se hai chiaro dove vuoi arrivare nella vita devi in primo luogo evitare di appoggiarti agli altri specialmente a chi ti crea problemi e ulteriore confusione,vivi le tue esperienze con piu leggerezza senza farti condizionare

  2. 2
    Rossella -

    Ciao,
    io ti consiglio di non complicarti la vita pensando all’amore perché ci sono esperienze che ti abbassano l’autostima (come una storia andata male o tante cose andate male) e anche se incontri l’uomo migliore di questo mondo (nel medio periodo) finisci per sentirti come un animale in gabbia; soprattutto alla luce del fatto che in Italia non si è affermata la cultura dell’indipendenza dei figli e per una donna vivere in famiglia significa anche dover “dare conto” di quella “sbadataggine” che dipende dalla mancanza di una realizzazione spirituale, il tutto in un’epoca in cui non si fanno più distinzioni tra i figli e questo realismo amplifica i sensi e la percezione del tempo e ti porta al di là della storia. Dare conto è eccessivo. Infondo stare a casa è bello perché il tempo non passa mai… ma quando la vita di va in un certo modo (almeno dal mio punto di vista) dovresti avere il giudizio per capire che quando incontri un uomo, l’idea che avevi l’abitudine di dimenticare il frigo aperto non ti pesa perché tua madre te lo faceva notare, ma perché è proprio la realtà che ti travolge.

  3. 3
    Rossella -

    Io non mi sposerei perché ho trovato la mia dimensione e non sono disposta a confrontarmi con qualcuno che demolisce le certezze che mi sono costruita sui miei valori con una vita, la sua, che mi fa sentire sulla pelle un giudizio che corrisponde a quello del mondo. Nella vita le cose possono cambiare, ma è evidente che ci troviamo davanti ad un prodigio. Intanto per conservare la gioia possiamo mettere dei punti fermi nella nostra vita sacrificando la vanità di seguire entusiasmi che ci portano a vivere del nulla.

  4. 4
    Yog -

    Ahimè, le mele taroccate bisogna avere il coraggio di gettarle nella monnezza, se no fanno marcire anche quelle sane.
    Ti è andata bene che sia finita.

  5. 5
    jim kerr -

    Ciao Ginni,
    ritengo che l’ affermazione di YOg sia corretta e aggiungo che nessuno ha il diritto di umiliare i nostri sentimenti, soprattutto le persone che valgono meno di noi.
    ciao e auguri

  6. 6
    Michelle -

    Ginni, tranquilla, ce la puoi fare benissimo. Innanzi tutto sai quali sono i problemi che devi affrontare e da dove derivano. Stai facendo psicoterapia, il che ti aiuterá tantissimo.
    Come ogni cosa, ci vorrá tempo e tanto lavoro, ma ora devi solo darti tempo e non pensare che da un giorno all’altro eliminerai la tua “dipendenza affettiva”.
    Inoltre, non incolparti e non darti della stupida. Le sofferenze che hai avuto tu ti hanno resa debole ed é naturale che tu abbia voluto cercare un’illusione di stabilitá nell’affetto e vicinanza di una persona, pur di non sentire il vuoto e la paura dentro di te.
    Queste cose succedono a tantissime persone, soprattutto donne, ma ti assicuro che ci si puó lavorare e le cose possono cambiare. Non sarai mai immune dalla sofferenza e dalla sensazione di instabilitá, ma imparerai a gestirle meglio. Un abbraccio

  7. 7
    Jim kerr -

    Ha ragione Michelle, nessuno è immune dalla sofferenza nemmeno a 45 anni come me. Si può solo imparare meglio ad affrontare la vita con le sue batoste. Ciao

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