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Lettera pubblicata il 23 Maggio 2006. L'autore, alessio76, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Ciao a tutti…
capitata qui per caso, mi sono letta tutte le vostre storie… Perchè è da ieri pomeriggio ke sto malissimo…
Dopo 2 anni, ieri pomeriggio mi dice che “con me ci sta benissimo, che sono una ragazza perfetta, splendida, ma ke ora mi vede solo come un’amica.” Da tre settimane, nn sapeva come dirmelo. Ma venerdì abbiamo passato una bellissima serata, quello ke ormai credo sia stato il ns ultimo san valentino…
e poi, d’improvviso, qsta batosta.
Mi ha infilato una mano nel petto, ha preso il mio cuore e la scaraventato contro un muro. O forse, avrebbe fatto meno male ke sentire quelle parole.
Non so ke fare, nn so ke pensare, se voglio ke ritorni oppure no… sto malissimo, perkè io lo amo, lo amo tantissimo.
e invece lui nn mi ama più.
🙁
Salve a tutti, è la pima volta che scrivo su queste pagine e mi piacerebbe un parere su quanto accaduto a me non più di 5 giorni fa.
Agli inizi di Ottobre del 2006, dopo essere stato lasciato dalla ragazza con la quale avevo condiviso 3 anni di storia, ho cominciato a frequentare una ragazza, praticamente mia coetanea (…io 28 lei 27…) con alle spalle una storia difficile da digerire: 7 anni di fidanzamento che dovevano terminare con il matrimonio, ma che invece sono terminati con lui che le ha messo le corna…era il Maggio del 2006.
Con questa ragazza sono uscito spesso per un caffè/aperitivo, ho sempre avuto un buon dialogo, peccato che alla fine si giungesse sempre a parlare (…male…) del suo ex: benchè lei affermasse ciecamente il contrario, era piuttosto evidente (…nonchè comprensibile…) che portasse ancora con sè un bagaglio di rancore/sfiducia nei confronti del genere maschile: le parole che più spesso uscivano dalla sua bocca erano “Prima di poter dare agli altri devo recpuerare me stessa!”
Premetto che nei suo confronti, io ero un “martello pneumatico”: almeno sino a metà Dicembre, a cercarla ero solamente io sicchè, convinto anche che non fosse ancora pronta per iniziare un’altra storia “seria”, decisi di lasciar perdere per mancato interesse! Tempo una settimana, lei si fa risentire con un SMS buttato là in occasione di una cena prenatalizia con amici in comune: da quel giorno, ho ricominciato a martellarla, ad instaurare un rapporto un pò più “profondo” e a percepire per la prima volta un minimo di interesse da parte sua…interesse peraltro coltivato a base di attenzioni ed attendendo con calma il momento propizio per dirle quello che aveva già di suo capito…insomma, a Capodanno il primo appassionato bacio.
Quel bacio, per me, ha sancito l’inizio di una nuova storia…ma per lei non è stato così, almeno sino a metà Gennaio: continuavamo si a vederci tutti i giorni, a baciarci, coccolarci…insomma, a comportarci come due fidanzatini…ma lei non se la sentiva di ufficializzare, diceva di aver bisogno di “Recuperare sè stessa” e che avrei dovuto saperla aspettare…fatto sta che alla fine, a metà Gennaio diventiamo finalmente una coppia ufficiale.
Tutto bene fino al 12 di Febbraio…soprattutto da parte sua, eloquenti SMS con “TVB”…”Mi manchi”…eloquenti manifestazioni di affetto in pubblico, fra i suoi amici…fra i mei amici…insomma, tutto bene. Dove è il problema?
Il problema è che ora non stiamo più insieme: l’ultimo weekend è stata un pò fredda con me, tanto da presentarsi il 13/02 dicendomi che non stava bene con sè stessa, che non riusciva a dare, che si sentiva “depressa”, che era nervosa e svogliata senza saperne il perchè…in quella occasione mi ha chiesto del tempo anche se aveva una tremenda paura di sbagliare! Non ho MAI creduto alle pause di riflessione, figuriamoci se posso crederci dopo un mese…l’unica cosa che ho potuto dirle è “Cerca di stare bene, non ti manca nulla per essere felice…noi
noi, ne riparleremo…”. Dal 1 Gennaio, abbiamo avuto solamente un litigio per un pò di SUA gelosia…e durante quel litigio, lei non ha fatto altro che ripetere “Vedi…lo sapevo che dovevo aspettare ancora per riniziare…”.
Fatto sta che sono sceso da quella macchina molto confuso ed incapace di dare una spiegazione a questo cambio così improvviso: fino a tre giorni prima mi dice che le manco, che mi vorrebbe al suo fianco mentre è a casa con l’influenza, che è meglio che mi sfoghi in quel Venerdì sera, perchè dal giorno successivo sarebbe tornata “a rompere…”…e tempo 24/48 ore tutto cambia?!
Il 14/02 mi manda un SMS: “Ciao, come va?!? Bla bla..bla..bla…sappi che continuo a pensarti!”. La mia risposta è un pò fredda ma comprensibile…due giorni dopo (…Venerdì…) avverto tremendamente la sua mancanza e, all’uscita del lavoro, la invito a fumarsi una sigaretta in mia compagnia: lei accetta di buon grado e si presenta sotto casa mia…ma appena arriva, dopo soli 3 giorni che non la vedevo, appare decisamente sciupata e dimagrita, tanto da farmi davvero credere che non stesse bene con sè stessa, che davvero dovesse “recuperarsi”: ho avuto l’impressione che mi volesse baciare, ma alla fine ci siamo solo abbracciati per diversi minuti.
Dopo un Sabato passato esclusivamente a pensare a lei, a fine serata le invio un SMS “Mi manchi”…nessuna risposta!
Domenica le invio un altro SMS chiedendo di poterle parlare…lo abbiamo fatto per SMS perchè io non potevo e lì esce fuori che “…non mi sento pronta…in questo momento non ci posso essere e voglio stare da sola…rifletterò su tutto”.
Rispondo un pò nervoso…forse la stizzisco un pochetto, ed ottengo un altro SMS: “Non mi sento trasportata come dovrebbe essere dopo un mese, anche se tu mi hai dato tanto…non so spiegarmene il perchè…ma non farti troppe domande…se hai bisogno di aiuto io posso esserci perchè non voglio perderti ANCHE come amico”.
Ho avuto una fitta al cuore e la mia risposta è stata da perfetto imbecille: “Se vuoi essermi d’aiuto, lasciami almeno la speranza che quando sarai pronta a dare ci riproveremo…ora solamente il tempo mi potrà dire se sbaglio a pensare che avremo una seconda occasione”! La sua risposta sapete quale è stata? “TI ADORO…non dimenticarlo mai”
Lì mi è crollato il mondo addosso ed ho realizzato che coltivare inutili speranze non sarebbe servito a nulla…meglio non cercarla/chiamarla e comportarmi come se lei non esistesse più: in fondo, se mai dovesse sentire la mia mancanza, sarà lei a farsi viva…ma lo so che questo non succederà!
Onestamente non so cosa pensare (…e soprattutto se devo pensare…): tempo per frequentarmi ne ha avuto e ne poteva avere ancora…escludo dunque l’infatuazione! Escludo anche che non le piacessi più, tante erano le volte che mi diceva che ero bello e bla bla…bla…che devo pensare?!?
Ovviamente avrei altri elementi da aggiungere a questo…ma li posticipo ad altra occasione…un saluto a tutti!!
Io ho perso una settimana fà il mio amore dicendomi che non mi ama più…ma ha lasciato a casa sua tutti i pupazzi e tutte le foto lì dove erano prima di lasciarmi…cosa significa?che è solo confusa?ditemelo voi…sono disperato…la amo più della mia stessa vita…darei tutto per lei…ogni goccia del mio essere…aiutatemi…
Ciao a tutti ragazzi!
Vi leggo ormai da un po’, mi è servito tanto leggere le vostre storie perchè mi ha aiutato a capire anche la mia, ma ora sento il bisogno di scrivere anche io e cercare un aiuto più concreto a qs tremenda sensazione che mi attanaglia l’anima. La mia storia è durata 6 anni, o meglio, sarebbero stati 6 anni il 17. Ci siamo conosciuti in un periodo in cui condividevamo delle situazioni molto simili con gli ex, è iniziato tutto per caso, sembrava una storiella da niente e invece poco alla volta si è consolidata. Non è mai stato un rapporto all’acqua di rose, abbiamo entrambi dei caratteri forti e ci siamo scontrati tantissimo su tutto, ma con lui ho capito cos’era davvero l’amore. L’ultimo anno non è stato bellissimo, ci siamo allontanati tanto per dei contrasti che non riuscivamo a superare. Ci lasciavamo di media ogni 20 giorni, ma era solo un “non sentirsi”, il mio cuore è sempre stato con lui; è un ottuso, cercavo di fargli capire le cose, ma poi tornavo sempre sui miei passi e lo richiamavo. L’ultima volta richiamò lui, l’ho sentito al telefono, mi ha detto che gli mancavo piangendo, ci siamo rivisti, abbiamo parlato, ma lui metteva sempre le mani avanti, mi faceva discorsi che non capivo fino in fondo, era strano…Diceva che non dovevamo avere amici in comune, che quello che è suo è suo e quello che è mio è mio, insomma tutte cose senza molto senso per chi sta insieme da 6 anni, diceva che doveva pensare al nostro rapporto e prendersi un periodo di pausa, io gli ho detto che non ci credevo ai periodi di pausa, che erano cose da codardi per non dire “lasciamoci”, così gli ho ribadito che se voleva stare con me doveva starci senza pause e che avremmo cercato di recuperare insieme. In fondo non ho mai creduto che avremmo potuto lasciarci, fino a questa volta… Non ci siamo sentiti per 12 giorni da allora, forse un periodo un po’ più lungo dei soliti e ho scoperto che era a Rimini con un’altra. Dirvi che se mi avessero dato una coltellata sarebbe stata indolore è dirvi poco… Da lì è iniziato il mio declino. Ho fatto cose che non avrei mai immaginato di fare nella mia vita, mi sono umiliata in maniera vergognosa. Ho iniziato a chiamarlo, ma lui ha spento il telefono per 2 giorni per non essere disturbato mentre se la spassava con quella là, pur avendo sentito che ero distrutta. L’ho aspettato 8 ore sotto casa solo per potergli parlare, per capire come avesse potuto farmi una cosa così brutta…In sei anni io ho vissuto solo per lui, ho annullato il resto del mondo. Vedevo la macchina di lei sotto casa sua, nel posto dove la mettevo sempre io… Poi quando sono tornati ho suonato alla porta, e lui non voleva aprirmi. Quando è uscito stavo talmente male che ho vomitato anche l’anima, ma lui, impassibile, mi ha detto che la nostra storia era già finita, che si era stancato, ma che comunque quella era solo una cosa capitata per caso, che non stavano insieme etc. Continua….
…Sono andata da lui quasi tutti i giorni, vedevo la luce che filtrava dalla camera, sapevo che stavano facendo l’amore, in quel letto dove solo qualche giorno prima c’ero io e piangevo..piangevo, non riuscivo a capire. Ci siamo visti spesso in quei giorni, io avevo assoluto bisogno di risposte, di sapere…Lo pregavo, lo supplicavo coi singhiozzi di riprovare, mi sono attribuita anche colpe che non mi spettavano, sembrava quasi che fossi stata io a tradirlo, ma lui niente, fermo nelle sue decisioni, però a letto con me ci veniva. Una sera gli ho chiesto di uscire e lui mi ha detto che doveva parlare con i suoi di lavoro, non so perchè, ma qualcosa dentro non mi tornava, così sono uscita e sono andata dalle sue parti e l’ho visto…Usciva dal cinema con lei, mi sono passati davanti guardandomi fisso negli occhi, tenendosi per mano…Lui sapeva come mi sentivo, ma non era importante…Dopo che ha lasciato lei mi ha telefonato e mi ha detto che era stato un caso, che si era liberato all’improvviso e che la mano gliel’aveva presa lei e lui si era trovato spiazzato…Abbiamo parlato per un’ora, poi sono andata a dormire da lui. Come questo tanti altri episodi che non mi lasciavano confusa, pensavo che speranze ce ne fossero, anche se mi diceva che per me ormai non provava più niente, però poi nascondeva i regali di lei quando andavo da lui. Le mie cose ancora là a casa sua, dove le avevo lasciate l’ultima volta. La confusione cresceva, forse non è mai stato sincero del tutto con me e vorrei saperne il motivo. Mi diceva che dovevo scomparire, che non voleva più saperne di me, ma poi dormiva con me e mi abbracciava. Mi ha sempre detto che io sono più bella, che lei non è una bellezza ma che ci sta bene perché non le crea problemi (e vorrei sapere che problemi dovrebbero esserci all’inizio di una storia dove lui tratta lei come una principessa).
Più non capivo e più mi ostinavo a cercarlo per avere delle risposte, ma lui si scocciava, iniziava a vedermi come un’ossessione…Un giorno ho raggiunto il minimo storico. Eravamo insieme il giorno prima, ha dormito da me, avevamo parlato tranquillamente, gli avevo fatto dei regalini carini, ci eravamo lasciati bene e il giorno dopo mi stacca il telefono, vado a cercarlo e scopro che è andato a farsi una gita in moto con lei, questa era una cosa nostra, mi ha ferito tanto, e poi pensavo che ci stessimo riavvicinando, così sono andata da lui ancora, ma non mi ha voluto aprire, io ho insistito per quasi un’ora e lui alla fine è uscito insultandomi e mi ha sputato addosso. Cosa si può fare di più umiliante a una persona che è là che sta struggendosi per te? Eppure anche quella sera abbiamo dormito insieme e abbiamo fatto l’amore…Potrei raccontarne tantissimi ancora di episodi simili, ma il succo è sempre lo stesso…Mi ero data una scadenza, la data del nostro anniversario, se non fossi riuscita a riaverlo entro quel giorno avrei lasciato perdere, o, almeno ci avrei provato….continua…
Ciao, ho uan storia da raccontare e un dolore da vivere.Circa 7 anni fa, per caso conobbi una ragazza, Claudia, uscivo fuori da un annetto da due storie finite male, avevo 34 anni e passato il periodo del magonamento avevo iniziato a vivermi storie allegre, senza importanza. Poi ho conosciuto Lei, tutte le mie difese, i miei dubbi, le mie incertezze si sono sciolte nel giro di 2 o 3 settimane. Claudia era sposata, ma con suo marito non avevano rapporti e dialogo da anni e con me trovò la forza di separarsi. Suo marito aveva il vizio del bere e credo che non debba aggiugere altro. Da bambina, 12enne, subì la morte del padre in circostanze tragiche, un trauma che forse non ha mai superato e ha fatto crescere in lei un sentimento di protezione e di paura che potesse accadere qualcosa a sua madre. Vive a 50 mt da sua madre e non si allontanerebbe mai da li, 7 anni di tentativi, di cercare di avere un rapporto più importante, una convivenza per provare almeno. Il mio lavoro mi porta ad essere in contatto con tante donne e qualcuna spesso prova a farmi delle avance, con dei regalini, degli sms, ma non ho mai stimolato ne approfittato di questo. verso i 39, 40 anni ho incominciato ad usare queste situazioni facendola sentire insicura, nel dubbio che potesse avere qualche relazione nascosta. Ogni occasione era un buon pretesto per farla sentire in colpa, che non potevamo a 40 anni continuare ad avere un rapporto da adolescenti dopo quasi 7 anni. Non mancavano voci e pettegolezzi che le arrivavano all’orecchio da persone invidiose, visto che potevo permetterle un tenore di vita discretamente elevato. Con una telefonata mi ha detto di aver deciso di fermarsi, che il sentimento che provava per me non era cosi forte da farle prendere delle decisioni importanti e che non era giusto tenermi legato a lei, che non sentiva di potermi promettere nulla di più. Da li in poi ho collezionato le cazzate da manuale, gli ho scritto lettere, regalato un orchidea, tutti gli amici più cari che mi vedevano soffrire cercavano di parlarle, sono arrivato a minacciarla di rivelare cose che mi aveva detto in confidenza di altre persone (non l’avrei mai fatto) ma volevo una spiegazione. Perchè x telefono, perchè non mi ha reso partecipe della sua decisione, il mio comportamento assillante e il mio modo di spingere per un rapporto più significativo non riusciva a reggerlo più, perchè non me ne ha parlato, potevo decidere con lei di smettere di pressarla e aspettare che il tempo maturasse certe scelte.
Non mi ha mai detto di non provare più nulla per me, ma di sentire tanta rabbia. Non so più cosa devo fare, cosa devo pensare, per favore se qualcuno può dirmi qualcosa, darmi dei consigli, fatelo vi prego, sento di aver perso il senso della mia vita, ho 41 anni, una professione considerevole, ma rischio di madare tutto a remengo, non provo più interesse per niente, sento soltanto un mattone nello stomaco e nella testa che mi impedisce di pensare e concentrarmi. ciao osteo@mclink.it
COSA FARE (Gianni 1 – osteo@mclink.it)
Chi non si è mai posto questa domanda.
Quante volte al giorno, senza neanche fermarci a pensare, sappiamo cosa fare.
Sicuri, decisi, convinti che sia la cosa più giusta, anzi, che sia “la cosa giusta”.
C’è una sottile e fondamentale differenza tra queste due affermazioni, la cosa più giusta è l’azione il cui risultato è prevedibile entro parametri legati alla ripetitività di eventi simili. Infatti il “più” presuppone che ci siano anche altre soluzioni, e che quindi, sulla base dell’esperienza, siamo in grado di decidere quale delle soluzioni sia la migliore.
In una frazione di secondo riusciamo a calcolare i margini di errore e la tollerabilità che abbiamo relativamente al loro eventuale verificarsi, ed è questo semplice e intuitivo calcolo, questa semplice considerazione a renderci sicuri di fare la cosa più giusta.
Un fattore costante, e comunque determinante, è costituito dal tempo.
Ecco che si inserisce un elemento artificiale, una banale unità di misura che condiziona tutto ciò che è legato alle nostre decisioni, e quindi al tempo che prevediamo di trascorrere in vita. Una vita ?
Ma quanto dura una vita ?
“Lo conosco da una vita !”
Frase spesso ricorrente, ma che significato ha. Di vita ne abbiamo una sola, quindi vuol dire che siamo morti se lo conosciamo da una vita.
Oppure abbiamo più vite. (Potrebbe essere una soluzione)
Ma allora, perchè siamo cosi legati alla vita se ne abbiamo altre a disposizione ?
Una alternativa meno razionale è che abbiamo la capacità di rinascere, di continuare a vivere cambiando i presupposti.
I presupposti.
Ora il quadro assume un carattere più reale, i presupposti. E già !
A cosa serve sapere cosa fare se non si sa perché lo si fa ?
Ma com’è possibile essere sicuri del perché si decide di compiere un azione.
Perché è “LA cosa giusta”.
Da dove viene questa sicurezza. La cosa giusta è una o ce ne sono di diverse ?
Non è possibile ! Se della cosa giusta ce ne fossero aspetti diversi non sarebbe più unica, perderebbe il suo significato di fondamenta verso le cose “più” giuste.
E’ questo il legame imprescindibile che esiste tra “la cosa più giusta” e “la cosa giusta”, come il seme che genera una albero rigoglioso di foglie e di frutti, dove il seme è LA cosa giusta, il fusto ed i rami sono il risultato dell’impegno che abbiamo profuso per dargli la forma e l’altezza che erano necessari a prendere tantissime decisioni PIU’ giuste, quest’ultime rappresentate dalle foglie. Decisioni più giuste, tantissime, faticosissime da mantenere, tutte sorrette da quell’appendice del fusto che è il ramo, sempre più sottile, che si piega dietro il peso delle decisioni più giuste, ma resiste. Il vento, la pioggia, la bufera non gli impediscono di portare a compimento il suo scopo, LA cosa giusta, il frutto. Frutto che darà altri semi e permetterà alla cosa giusta di continuare a compiersi immutata.
Continua – Gianni
Gianni2 – cosa fare
La cosa giusta: spesso la identifichiamo con quella vocina che ci fa riflettere e che ci viene da dentro, con quel non so cosa che ci induce a compiere una scelta tra le possibili cose più giuste.
Ma no ! Non può essere !
La cosa giusta non è nella nostra esperienza, ma solo nel momento che stiamo vivendo.
Non può e non deve essere condizionata sulla base di qualcosa che è avvenuto in un passato vicino o lontano. Probabilmente anche in quel o quei momenti abbiamo costruito degli alibi, abbiamo voluto vedere le cose nel modo che volevamo, dandogli il significato che volevamo per rafforzare il senso di una scelta che volevamo fosse La cosa giusta, sentivamo il bisogno che lo diventasse per non sentirci colpevoli ed avere la scusante per agire di conseguenza, come fosse scontato, quasi naturale, ci si convince che anche l’altro in fondo lo vuole dando fondamento al senso di qualcosa che vogliamo sia quello e riusciamo anche a stare in pace con la coscienza.
E’ proprio così che si formano gli alibi, le false motivazioni, le scuse, i pretesti. Si crede, o meglio ci si convince, che sia LA cosa giusta perché non vogliamo metterci in gioco. Abbiamo paura di fare la cosa giusta, paura di esporci, di porgere il fianco a qualcosa che può farci male, danneggiarci, ferirci profondamente. Ecco allora che abbiamo il bisogno di costruirci un riparo, qualcosa che ci impedisca di entrare in contraddizione. Cerchiamo delle conferme parlando con persone che sappiamo già che saranno d’accordo con noi, sono la nostra spalla, la persona da cui andrai perché ti dirà che hai fatto la scelta giusta, perché in fondo non è la sua vita e vede in quell’appoggio che ti da il modo di farti star bene in quel momento credendo così di esserti amica, costruiamo un castello di pretesti per giustificare qualcosa che vogliamo che sia La cosa giusta. Tutto per non mettersi in gioco, per non fare esperienza di qualcosa che ci fa paura, ci spaventa, ci ferma.
Ma cos’è la paura, è giusto avere paura ? Direi che è umano.
Cos’è che ci fa superare, affrontare le nostre paure, altrimenti non si andrebbe più avanti. Per assurdo ogni cosa potrebbe farci paura. Eppure andiamo avanti, qualcosa ci spinge a superare le paure, sono i nostri desideri, le nostre emozioni, i nostri sentimenti, che a volte si manifestano come il sole, la pioggia leggera, il calore, e a volte come il vento impetuoso, la bufera, l’irrazionale. Che grande errore si commette quando si cede al vento, alla bufera, alla rabbia e all’orgoglio, che spreco di forze e di impegni, che sterile fine.
Spero che tu mi risponda Claudia.
Credo che in questi anni non tutto sia stato negativo, spero che tutto ciò che c’è stato tra noi abbia lasciato qualcosa di bello anche dentro di te. Qualcosa che magari ti farà sentire la mia mancanza, che ti farà tornare da me. Io non sono quello che in tanti episodi ti ha fatto soffrire, te l’ho detto, pensavo
Gianni3 – cosa fare
pensavo fosse il modo giusto o l’unico modo per spingerti più vicino a me. Sono quello che sta qui a scriverti, a pensare in che modo farti ancora star bene. Quello che in ogni momento cercava di accontentare i tuoi desideri, ti ricordi quante volte mi hai fermato perché ti avrei comprato il mondo se fosse servito a vederti sorridere ed essere felice con me. Ho riempito la tua casa di cose utili ed inutili pensando che potessero renderti felice, che ti facessero sentire che ti sono vicino; ogni volta che mi rendevo conto che avevi bisogno di qualcosa o che potesse in qualche modo esserti utile non avevo neanche il bisogno di pensarci, la compravo e basta, perché era per te. Non c’è posto dove sono stato o siamo stati di cui tu non hai un ricordo e non mi servivano stupide ricorrenze per farti un regalo. Ogni parte di me soffre in modo indescrivibile della tua mancanza. Ti prego non essere arrabbiata, come già ti ho scritto e detto, non sto giocando con te, non l’ho mai fatto. Ti dico solo cosa penso e sento, con sincerità e onestà.
Credo profondamente che il mio modo di pormi ha causato tutto questo, non me lo perdonerò mai, ti ho dato involontariamente la possibilità di costruirti un castello di motivazioni che non hanno fatto altro che aumentare le tue paure, ti hanno fermato, hanno spento il tuo amore per me. E quel che è peggio, quello che mi mangia l’anima è che non me ne sono accorto in tempo.
Quello che più mi fa star male e mi ha portato all’estremo in questi giorni è che sto vedendo che il fuoco del sentimento che provavi per me è diventato brace e cerco di soffiarci su come posso per impedire che si spenga del tutto. Perdonami, so che forse è la cosa più sbagliata, anzi sicuramente lo è, ti impedisco di pensare in modo tranquillo standoti troppo addosso. Ma credo che non serva a nulla lasciarti pensare. Credo che tu abbia pensato molto prima di arrivare alla tua decisione e che il tempo che mi chiedi è solo un modo per farmi superare la fase peggiore, questo è solo il tempo che hai previsto per la mia disperazione, per il mio dolore. Forse sto ancora sbagliando, ma soltanto tu puoi dirlo e ti prego di farlo. Non farti fermare dalla rabbia, dalla paura e dall’orgoglio.
Mi hai chiesto di essere uomo, o almeno l’uomo che tu pensavi io fossi, ora ti chiedo se essere quell’uomo significa non esprimere il dolore che provo, la disperazione che sento, il male che mi sta massacrando. Io mi sento ancora quell’uomo che tu conoscevi, forte, sicuro, deciso, non è un Gianni che non conoscevi, è il Gianni che non hai forse voluto vedere o che non vuoi considerare perché farebbe crollare in tutto o in parte il tuo castello di alibi e difese, è il Gianni che cerca con tutto se stesso di farti sentire la forza del suo amore per te, senza rabbia, senza orgoglio, senza difese. Quel Gianni che cerca in ogni modo di farti capire che ha sbagliato, una serie di errori dettati dal solo ed unico desiderio