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Lettera pubblicata il 23 Maggio 2006. L'autore, alessio76, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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@salvo: ti quoto tutto, dalla prima all’ultima parola del tuo post #3823, soprattutto la considerazione finale!
Per esperienza personale ho capito ora più che mai che l’essere sempre presente per ogni suo bisogno ti mette in quella condizione di diventare scontato dopo un pò e di far affievolire la passione che invece era viva in precedenza!!! Però è giusto star male per una donna che non riesce a capire che quella era una fortuna per lei e non un motivo per diventare scontati? Cavolo io penso di volere una persona che mi faccia stare tranquillo, che si dedichi a me, che mi faccia sentire la sua presenza sulla quale contare in qualsiasi momento! Perché dovrei farmi sfuggire una persona così? Quindi forse ora soffro ma magari è una fortuna perché non posso stare una vita a fare il tira e molla in un rapporto, non si può!! Donne, perché pensate che una persona che vi sta accanto per darvi tutto il suo affetto, amore e aiuto diventi scontato? Perché lo lasciate andare per un cretino che vive a 300km da qui e che sta ancora incasinato con la ex? Questa per me è la conferma, lui è difficile da avere e quindi desiderabile più di me ma forse è meglio così, forse fra qualche tempo scoprirò che è stata la mia fortuna e la sua sfortuna!! Donne che ne pensate? Anche uomini ovviamente!!
Roberto
@francesca: anche tu con la speranza che il tuo ex torni. Ottimo, direi. Ne ero certo, però.
Salvo, continuo a quotarti (post #3828)! Solo che a me è bastata la ex e poi un’altra cosuccia a farmi fare la tua stessa riflessione…
francesca, ma ti riferivi alla mia storia?
è uno schifo,ma dove arriveremo?? mah??
ciao salvo, si mi riferivo alla tua storia ma ti ripeto: spero di sbagliarmi.
per Roberto: io la penso come te: se trovassi una persona sempre presente non la darei per scontata…sarei serena e la serenità non la baratterei con nulla.
per monk: ho la speranza che torni perchè so come di fatto l’ho portato io ad allontanarsi. ho sbagliato e so che se certi errori non si ripetesero più potremmo essere davvero felici.
Ho il piacere di leggere di nuovo Francesca, che spero stia un po’ meglio, ma direi che la leggo più… come dire… serena? In ogni caso, il motivo per il quale siamo tutti qui è evidente, direi, ma… e se tutti quanti facessimo (visto che praticamente qui stiamo già facendo una specie di “terapia di gruppo”) una sorta di “rielaborazione” del “lutto” e del “tutto”? Mi spiego meglio: Siamo tutti più o meno “mollati”. Tutti o quasi tutti qui “aspettiamo e speriamo”. Io ho sempre avuto fiducia nell’Uomo (intendo uomo e donna). sono convinto che sia sempre possibile rimettersi in discussione, che l’altro/a possa in qualche modo ridiscutere la sua vita, il suo approccio a noi, ecc. ecc., e magari talvolta succede anche. Ma la domanda è: perché sperare? Anche se io mi fermo, il mondo gira lo stesso. E mi lascia indietro. L’altro/a ha un’altra percezione del tempo, per lui/lei il tempo scorre normalmente, per l’innamorato ferito ogni attimo vale un’eternità. noi lo/la pensiamo, lui/lei, spesso, proprio per niente.
E io mi devo mettere nella situazione di “aspettare” o aspettarmi qualcosa? Ma per quale motivo? Personalmente penso sia più produttivo mettermi un attimo seduto al tavolino e pensare: gli/le ho fatto capire che io vorrei stare con lei/lui, quali sono i miei sentimenti? Sì? Bene. Adesso sono cavoli suoi. tutte le mattine mi sveglio e il mio primo pensiero è lui/lei? bene. Ci sarà una mattina in cui mi sveglierò e penserò ad altro. Nel frattempo… vivo! Esisto. Mi muovo. Mi relaziono con gli altri. Ci sono persone che mi stanno simpatiche. Persone che mi possono attrarre fisicamente. Persone delle quali apprezzo il modo di relazionarsi a me, e persone che apprezzo meno. Il tempo passa e scorre da solo sia che io aspetti, sia che io non aspetti. Molto tempo fa fui mollato dalla mia ragazza di allora, che mi fece macerare mesi nell’attesa di qualcosa. Poi ad un certo punto, durante quest’attesa conobbi LEI. E me ne innamorai immediatamente, e furono 5 anni di storia d’amore. E’ capitato, non mi ero impegnato perché succedesse, ma è capitato. Spesso è il caso, che dobbiamo però aiutare un minimo, facendoci la barba, o mettendoci un filo di trucco. E considerando che ogni occasione è buona per uscire, prendere una birra con un amico e conoscere (non solo “gente”, ma in generale) “cose”. Francesca, sei carina, hai un buon lavoro, un bel modo di scrivere (e quindi di pensare). Ma la vogliamo smettere di pensare sempre a questo qui, che tra l’altro sta con un’altra? Magari fra qualche mese si accorge che tu eri molto meglio e torna indietro, ma non si può (meglio: non si deve) vivere nell’attesa di ciò. Anche perché se non la smetti ti invito ad uscire io 🙂
Scherzi a parte, e scusate tutti la noia, a questo punto io proporrei di fare una cosa: 1) ci sediamo tutti alla ns. rispettiva scrivania; 2) vediamo un attimo se effettivamente vale la pena avere accanto uno/a che ci tratta male, che ci manca di rispetto, che ci ha traditi, ecc. ecc.; 3) se
la risposta è “in teoria no, però…. quanto mi manca”, non abbattiamoci, può succedere, è umano. Però rispondiamoci “sì, vabbè, mi manca ma non c’è, quindi comunque io devo comportarmi esattamente come se lui/lei non fosse mai esistito”. Poi magari rimane il retropensiero, ma che ci possiamo fare? un giorno passerà; 4) a quel punto siamo pronti per darci alla vita, e ci riabituiamo; 5) finito il periodo di ri-assuefazione al “vivere” si ricomincia a sorridere, e magari si pensa a lui/lei ogni tanto, e anche qui è umano; 6) poi a un certo punto, magicamente, arriva qualcuno che ci stupisce, che ci fa riamare la vita.
Se ci pensiamo bene, di solito è così. O mi sbaglio? Scusate la lunghezza del messaggio, se vi ho annoiati, se ogni tanto mi viene qualche frase del cavolo da breviario zen, ma io sono davvero convinto che le cose vadano così’. Altrimenti, come si dice spesso nel mio gruppo di amici, facciamo “la fine del cannavataro”. Espressione incomprensibile? Certo: adesso vi racconto una storia, così allungo ancora il messaggio e spero di farvi sorridere. In una zona del meridione, c’è una contrada che si chiama “cannavata”, e il suo abitante è ovviamente il cannavataro, che coltiva la terra. Lì vicino, appena sopra la cannavata, c’è un altopiano, coltivato a cetrioli. Metaforicamente, il cetriolo scende, e (anche se il cannavataro non ha fatto nulla di male, se non lavorare), “finisce in c..o al cannavataro”. Ecco, secondo me qui occorre la rivolta pacifica dei cannavatari. Che dite? Un abbraccio fortissimo a tutti.
Claudio
Per Salvo (e Monk che ti viene pure dietro!):Oddio come sei qualunquista! Se ragioniamo tutti come te allora: gli uomini sono tutti pezzi di m**** e le donne tutte bastarde! E quindi?? Meno male che c’è comunque qualcuno che riesce ad aprire il cervello al di là dei problemi che può avere! Ma qui la discussione non era iniziato con delle pene d’amore? Perchè non continuiamo con quel discorso?? Sei in grado?
ma ragazzi/ragazze, ma che state a scrivere?ma ora il problema è essere “bastardi” o “stronze” ?
L’unico con cui mi trovo d’accordo è Roberto con il post3832 che ha vissuto + o – la mia stessa esperienza. Ma con ciò non vuol dire che io debba diventare un “bastardo” trovare donne e trattarle “male”.
“Elaborate il vostro lutto”, non snaturalizzatevi diventando quello che non vorreste diventare.
Roberto ha centrato in pieno il problema “…forse ora soffro ma magari è una fortuna perché non posso stare una vita a fare il tira e molla in un rapporto, non si può”.
Alla prossima…