Ritrovarsi relativamente soli a 27 anni, dopo un’adolescenza da sogno, fatta di molte serate allegre, tante conoscenze, tante feste, ma alla fine poche amicizie che adesso han preso la propria via (chi estero, chi andato al Nord, sono della prov. di Bari, chi ha cambiato totalmente tenore di vita, chi si è sposato e qualcuno ha già dei figli) e l’amore trovato all’età di 16 anni..esatto, sono fidanzato da 11 anni ma da 3 vivo una relazione a distanza poichè la mia Lei si è arruolata. Lavoro come contabile in un’azienda in cui son riuscito a creare un ottimo rapporto con tutti i colleghi. Ma colleghi restano dopo l’orario lavorativo, ad eccezione di un collega con cui creo un ottimo rapporto di amicizia grazie anche ai molti interessi in comune. Voi direste: allora perchè mi sentirei solo? Il collega che chiamerò A. decide di lasciare l’azienda per emigrare al Nord in cerca di una sistemazione migliore per Lui. Risultato: sono solo. Esco da lavoro, vado in palestra, chiacchiero del più e del meno un pò con tutti..ma non si crea quel rapporto tale da dire “Stasera birretta insieme”. Mi ritrovo ogni maledetta sera chiuso in casa, travolto dalla nostalgia con un giradischi accanto a me che mi coccola con ottima musica, qualche partita alla Play, qualche filmetto….ma pur sempre chiuso in casa. Il rapporto con la mia Lei, nonostante la distanza, va bene. Quando lei è qui, o quando io son da Lei, la mia vita riprende colore e di nulla sento la mancanza. Sento un senso di completezza. Poi lei riparte e torna il grigio. Questa situazione andrà avanti per un altro anno e mezzo, quando lei avrà una destinazione definitiva, ed io potrò trasferirmi di conseguenza, cercare un lavoro, e coronoare il nostro sogno di vivere insieme. Ma fino ad allora non so come arrivarci (psicologicamente parlando). Vivo da tempo con uno stato di angoscia e malinconia permanente. Il mio umore è grigio 23 ore su 24. A volte mi sento persino apatico… Non so davvero come uscirne….qualcuno mi direbbe di stringere i denti…ok…ma a furia di stringerli, prima o poi si romperanno. Consigli? Grazie per la Vostra attenzione.
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso
Sembrate tutti gli unici depositari di questa verità,ma guardate che succede anche agli altri.io e da quando ho 18 anni che faccio i conti con questa cosa adesso ne ho 50 suonati.ho saputo solo ieri che mio cugino,dico un parente,si è sposato 6 mesi fa,non e mica una cosa normale ma a sto punto non mi fa piu ne caldo ne freddo
Mi scusi, Angwhy, ma non ho capito il senso del Suo commento.
La solitudine potrebbe dipendere dal fatto che crescendo si ritorna un po’ bambini e bisogna cercare di mettere i pezzi della propria vita in maniera tale da colmare la nostalgia, che è pericolosa e può rendere anche indolenti, con sentimenti di viva speranza. Non sto pensando al proverbio “moglie e buoi dei paesi tuoi” (anche, perché no?) perché nessuno di noi è intenzionato a riprodurre fedelmente le atmosfere della vita familiare. Mi riferisco in particolar modo agli uomini, i quali fino a pochi decenni fa dovevano convivere con le terribili escandescenze dei padri. Non c’erano i filtri che ci sono oggi, ma le famiglie progredivano (anche in situazioni non semplici che oggi sono causa di emarginazione o esclusione sociale) perché evidentemente quel modello primitivo (che non è bastevole) sviluppa concetti talmente giusti da rendere plausibile il martirio dei padri e dei figli i quali passano la vita a cercare una giustificazione, proiettando verso l’esterno la propria infanzia spirituale. In questi casi il corpo si deforma (almeno questa è la percezione dell’individuo) e la persona non riesce ad amare in maniera convenzionale perché ricerca un prolungamento di se nel mondo esterno.
Questa consapevolezza per tanti anni mi ha portato ad essere caritatevole con chi viveva questa situazione perché non la considero nociva (è faticosa), ma allo stesso tempo (proprio perché ho studiato tutta l’evoluzione) non porto pazienza all’infinito, soprattutto quando si tratta di una persona inserita nel mondo che non manca di niente. Non lo faccio perché la vita va in maniera tale che le persone davanti ad un segno si correggono. Non voglio usare l’espressione si ravvedono. Ma si correggono.
Guarda, io sono fortunato, anche quando ero solo non mi sentivo mai solo. Strano eh?
La verità è che molti di noi dipendono dagli altri per sentire sè stessi, dipendono dal giudizio, dall’approvazione o addirittura dalla presenza fisica degli altri. È una questione innata, che attiene alla legge del branco, nel quale si trova rifugio.
Proprio stasera ero con la famiglia di un mio vecchio commilitone e ormai amico di vecchia data, il quale mi ricordava come io durante il servizio militare uscissi sempre da solo, mentre il resto del battaglione in gruppi più o meno numerosi. Sempre da solo, ma come un lupo però, non come un agnello.
Al cinema, in piscina, a Viareggio in autostop d’estate o a Firenze per i musei. In questa “solitudine”, ho avuto due “fidanzate” in 15 mesi di naja, quando si usciva in divisa neh, e quindi non si poteva sfuggire al “ruolo”.
Ma fregatene, non hai bisogno di nessuno se stai bene con te stesso.
Certo, ho degli amici, tre, ma non ne sono “dipendente”, e quando non li avevo, come nel caso appena raccontantato, non mi sono mai annoiato, anzi. Piuttosto che con un fesso o una fessa qualunque meglio soli, credimi.
“Basta” a te stesso e ti cercheranno.
(Ma Rossella l’hai capita però, sì?)
Ciao Golem. Le tue parole sono oro per me. Primo perché mi hai letto nel pensiero, mi capita spesso di sentirmi su di un’altalena in cui a volte sto bene solo, a volte no. Come se fosse qualcosa di innato, sentire io bisogno di star con qualcuno. Rossella ha allargAto molto il concetto da me espresso e le sue parole non fanno una piega. Buona domenica.
Vabbè, e va a ‘sto nordete anche tu, che vuoi fare? Star qui a biascicare? Fai la valigia evvai. Al nord c’è la narda, che riscalda il cuore.
Non hai mai pensato che il tuo essere grigio dipenda più che dalla tua relazione che dal tuo essere “solo”; posto che alla fin fine siamo tutti soli?
Io sinceramente non ci crederei troppo alle sirene di una fidanzata di 11 anni, specie se con un rapporto iniziato troppo preosto, che parte e tanti saluti.
Non è che lei è partita anche per staccarsi da te?
E tu sei convinto che tra un anno coronerai il tuo sogno?
Boh a me questa situazione puzza, cerca di fare chiarezza nella tua relazione, che poi se vuoi una birra, puoi uscire a prendertela anche da solo e parlare col barista.
ciao
Hai una dipendenza affettiva verso la tua ragazza, questo potrebbe portare a soffrire molto in futuro. Spero di sbagliarmi.
Difatti, a questa età è difficile rinnovare il “parco amicizie”. Ora siamo adulti io ho 25 anni, è più che altro, mi dà fastidio il menefreghismo della nostra generazione: dal ’90 al ’99. Siamo una mandria di menefreghisti, praticamente preferiamo rimanere di fronte ad un PC, che uscire e trovare relazioni. Il problema è questo secondo me, dopo otto ore di lavoro, cosa ti rimane? Un appartamento vuoto, da solo, con una ragazza lontana e che attenzione dovrai seguire quando lei troverà una situazione più stabile. Esattamente chi te la fa fare di aspettare così a lungo per vedere realizzati anche i tuoi sogni? Che possono essere semplicemente essere l’anima della compagnia, come io lo sono per la mia;).